Italienisch
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Narr Verlag Tübingen
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Fesenmeier Föcking Krefeld OttEmanuele Tesauro: La Tragedia, a cura di Maria Luisa Doglio. Soveria Mannelli: Rubbettino 2017, pp. 96, € 13,00
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Luca Mendrino
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106 Kurzrezensionen Emanuele Tesauro: La Tragedia, a cura di Maria Luisa Doglio. Soveria Mannelli: Rubbettino 2017, pp. 96, € 13,00 Sono passati esattamente cinquant’anni da quando Maria Luisa Doglio pubblicava sulle pagine della rivista Studi Secenteschi il dramma inedito Il libero arbitrio di Emanuele Tesauro, a quel tempo autore poco frequentato anche dagli studiosi, nonostante alcune pagine illuminanti di Croce e Raimondi Da allora molte cose sono cambiate: oggi la bibliografia si è ampliata enormemente, Tesauro gode unanimemente della fama di massimo teorico barocco ed è persino divenuto noto al grande pubblico come personaggio di un romanzo di Umberto Eco Ciò che invece è rimasto immutato dal 1969 è l’attenzione che la Doglio, con ogni probabilità la massima esperta, continua a dedicare all’autore del Cannocchiale aristotelico; ed è per questo che la pubblicazione del panegirico funebre La Tragedia da lei curata merita di essere visionata con attenzione Tesauro la scrisse e la pubblicò nel 1664 per la morte di Cristina di Francia, duchessa e reggente di Savoia, figlia di Enrico IV e sorella di Luigi XIII, e della giovane nuora Francesca di Borbone Orléans, per poi ripubblicarla ancora e infine disporla a chiusa della raccolta definitiva in tre volumi dei Panegirici La corposa introduzione che precede il testo ne chiarisce fin dalle prime battute l’importanza e la inserisce all’interno del progetto complessivo dei panegirici, ripercorrendo pure l’intera serie dei testi dedicati a Cristina Il discorso della Doglio parte dall’importantissima dichiarazione di poetica riportata da Tesauro nelle prime pagine del testo: «cangerò […] la panegirica orazione in una tragica rappresentazione» (p 66) Non a caso il lessico, fin dal titolo, è intessuto di vocaboli ed espressioni legati al teatro e che non di rado sono presi in prestito dai trattati di poetica del secondo Cinquecento: «teatro del dolore», «tragici drammi», «scene», «attore», «viva tragedia», «personaggi», «protasi», «epitasi», «catastasi», «introduzione [della materia]», «progresso [ovvero sviluppo]», «revoluzione [ovvero resoluzione]», «tragico proscenio», «eroico soggetto», «spettacolo», «apparato», «lieta catastrofe», «brieve favola», «atto», «applauso» per citarne solo alcuni Del resto già nel Cannocchiale aristotelico e nel Trattato dei concetti predicabili l’autore aveva chiarito che tragedie - un altro genere in cui Tesauro si cimentò - e prediche (ma pure orazioni e panegirici) condividono «il mezzo e il fine retorico: cioè attrarre, persuadere, convincere chi ascolta e chi legge» (p 9) e dunque non deve sorprendere questo voler DOI 10. 23 57/ Ital-2019 - 0 0 0 9 Italienisch_81.indb 106 02.07.19 14: 05 107 Kurzrezensionen convertire il panegirico funebre in spettacolo, o meglio in «teatro di dolore» come si legge nelle ultime battute del testo Seguendo la cronologia dei panegirici e delle varie edizioni degli stessi la studiosa mette poi ordine ai numerosi riferimenti a Cristina A lei è dedicato L’esorcismo (1632), dove la duchessa diventa modello di maestra che pratica e insegna umiltà come Cristo durante la cerimonia della lavanda dei piedi il giovedì santo; mentre nella Fenice, scritto nello stesso anno, Cristina è madre perfetta, ma soprattutto donna che sa regnare come un re Grande spazio la Doglio riserva a Diamante (1656), lunghissimo panegirico interamente dedicato alle lodi di Cristina, che poi aprirà la già ricordata raccolta definitiva in tre volumi Simbolo di durata eterna, il diamante era stato in passato associato a figure maschili (ma Cristina ha non a caso un duplice ruolo: maschile di sovrana, femminile di madre) In questo testo fondamentale ritornano immagini e qualità di cui già Tesauro si era servito in passato, come la duchessa capace di regnare come un uomo (nella Fenice) o la «Cristina iride» (presente invece nella dedica all’edizione dei Panegirici sacri), a cui si aggiungono ora nuovi attributi: Cristina «guerriera armata» sul modello delle Amazzoni; Cristina tutrice e istitutrice esemplare, ovvero una moderna Chirone È poi la volta della trilogia del «teatro del dolore», che comprende L’Eroe, Il cilindro e infine La Tragedia (e viene pure chiarito il rapporto esistente tra i tre testi) Se nei primi due è molto significativa l’immagine di Cristina che piange, nel terzo, oltre alla prevedibile rappresentazione della sua vita e delle sue qualità regali, la studiosa individua «un nuovo modello di donna del presente, una donna di potere che lotta per affermare i suoi diritti e la sua identità di madre e reggente» (p 38) Veramente esemplari le corpose note al testo che impreziosiscono l’edizione Oltre a contenere i settantuno rimandi alle fonti presenti nella stampa dei Panegirici (delle citazioni classiche si fornisce pure la traduzione tra parentesi quadre), le note a piè di pagina costituiscono una miniera di informazioni sul contesto storico e letterario di riferimento, sul fitto ricorso alla simbologia e più in generale su molte altre caratteristiche della scrittura di Tesauro Ad arricchire il volume, infine, un’accurata cronologia della vita e delle opere dell’autore e una esaustiva bibliografia . Luca Mendrino Italienisch_81.indb 107 02.07.19 14: 05
