eJournals Italienisch 42/83

Italienisch
ita
0171-4996
2941-0800
Narr Verlag Tübingen
10.2357/Ital-2020-0005
Es handelt sich um einen Open-Access-Artikel, der unter den Bedingungen der Lizenz CC by 4.0 veröffentlicht wurde.http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/61
2020
4283 Fesenmeier Föcking Krefeld Ott

«Maledirai la Finivest / maledirai i credit cards… »

61
2020
Michele Rossi
The essay intends to retrace the Italian ‘regressive’ years. The political, social and cultural history (the unscrupulousness of Bettino Craxi, the undisputed dominance of commercial television, the retreat into the private sector, the yuppieism etc.) of the 1980s is also analysed through the most relevant songs of this decade, which represented a real fracture, giving birth to the ‘new world’ we currently live in. A real revolution of lifestyle took place in the 1980s, in the entire Western world, introducing a culture that was based on individualism, and giving birth to a middle class of citizen-consumers. It took a punk group from Emilia, the CCCP Fedeli alla Linea, to demonize, long ahead of time, the atrophy of thought caused by television-induced hypnosis and consumeristic individualism. Their songs helped the Italians to rise above the conformist and homogenising wave that was submerging them. Music can be a spur to broaden our gaze and complicate our thoughts.
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35 M I C H E L E R O S S I «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» (CCCP Fedeli alla Linea) Anni Ottanta: storia e musica italiana degli anni del ‘riflusso’ I. «Già già come già/ cos’è l’eternità? / Se gli anni Ottanta era tanto tempo fa», cantavano gli Üstmamò 1 , un gruppo indie-rock emiliano molto in voga in Italia negli anni Novanta del secolo scorso Il tempo storico è scandito da avvenimenti, più o meno grandi, che imprimono forti rinnovamenti alla vita collettiva Ci sono momenti in cui i mutamenti sembrano avere un’accelerazione inaspettata, condensando in pochi anni effetti di trasformazioni cominciate in passato Così è avvenuto negli anni Ottanta del Novecento, quando si è verificata una cesura da cui è cominciata la storia che stiamo vivendo e tornare indietro, guardare il mondo con occhi diversi, è praticamente impossibile «Il mondo è cambiato», ha osservato Agostino Giovagnoli analizzando la globalizzazione e il declino europeo iniziati allora 2 Questa fase storica, assai densa di accadimenti, è l’inizio di ciò che siamo, «la trama invisibile dell’Italia attuale» 3 : l’immaginario di allora plasma il nostro immaginario L’effetto generale che gli anni Ottanta hanno prodotto sul nostro presente può essere rappresentato - come ha fatto Giovanni Ciofalo - attraverso l’immagine metaforica del Cubo di Rubik, il Magic cube del quale nel 1982 vennero venduti oltre cento milioni di pezzi nel mondo Il mescolamento, avvenuto allora, «degli avvenimenti relativi ai diversi piani della società, della cultura e della comunicazione, le scelte effettuate e le conseguenti ripercussioni verificatesi, la configurazione di nuovi stili di vita e di consumo, e soprattutto la diffusione di un’abitudine ad una loro incessante metamorfosi hanno», difatti, «condizionato così profondamente la nostra realtà da renderla complessa quasi quanto un rompicapo» . 4 Gli ‘sfavillanti’ anni Ottanta, insomma, non sono mai finiti, anzi stanno tornando prepotentemente in auge 1 Filikudi tratta dal primo e omonimo disco Üstmamò, uscito nel 1991 per l’etichetta «Virgin-I dischi del Mulo» 2 Giovagnoli 2016, p 102 3 Ciofalo 2011, p 184 4 Ivi, p 190 DOI 10. 23 57/ Ital-2020 - 0 0 0 5 83_Italienisch_Inhalt.indb 35 19.06.20 16: 36 36 «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» Michele Rossi Particolarmente cruenti e sanguinari, gli anni Ottanta vennero battezzati dall’invasione sovietica dell’Afghanistan del 27 dicembre 1979 (che cessò dieci anni dopo, lasciando sulla sabbia migliaia di corpi di mujaheddin carbonizzati dal napalm) ed ebbero inizio con la morte del generale jugoslavo Tito (maggio 1980), l’esplosione del fondamentalismo islamico in Iran e la guerra con l’Iraq (1980-1988), proseguirono poi con l’invasione israeliana del Libano (1982), il massacro di circa quattromila palestinesi nei campi profughi di Sabra e Shatila, e la fuga a Tunisi del leader palestinese Arafat assieme allo stato maggiore dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) Sono stati anni marchiati dalla politica conservatrice della ‘Lady di ferro’ Margaret Thatcher (1979-1990) e dalla presidenza repubblicana di Ronald Reagan (1981-1988) Un decennio caratterizzato dal consolidarsi del lungo pontificato di Karol Woytjla, che riuscì a rafforzare la credibilità del messaggio di salvezza della Chiesa fino a condurlo nel cuore del dibattito pubblico delle società temporali in piena crisi di valori, allargando in questo modo le prime crepe dell’ideologia comunista apertesi con la morte di Konstantin Cˇ ernenko e la nomina nel 1985 a segretario del PCUS di Michail Gorbaciov Anni «grandiosi» 5 , sosteneva Umberto Eco osservandoli da una prospettiva internazionale, perché in quegli anni iniziava la dissoluzione dei grandi imperi, l’Europa si avviava a cambiare la sua geografia politica, i partiti cominciavano a interrogarsi sulla loro identità e si verificava la prima grande migrazione del Terzo Mondo verso il Vecchio Continente che avrebbe portato all’odierna trasformazione etnica dei Paesi Ma gli anni Ottanta sono stati solo questo? In Italia il nuovo decennio ebbe inizio con un funerale: quello del leader socialista Pietro Nenni . 6 Con la sua morte finiva la storia del socialismo all’antica, con il basco sul capo, dell’oratoria irruente, del ‘sol dell’avvenire’ Prese vita il primo governo a guida socialista della storia d’Italia Bettino Craxi, che divenne premier di un governo pentapartito (DC, PSI, PSDI, PRI e PLI) dal 1983 al 1987, prima di qualunque altro previde l’imminente destrutturazione della forma del partito tradizionale e favorì l’avvento di una nuova maniera di organizzare il consenso di massa, meno fondata sulle appartenenze ideologiche e di più sulle strategie comunicative, prefigurando il futuro di una politica plastificata e impudente . 7 Craxi costituisce il caso 5 Eco 1997, p 230 6 Cfr Alosco 2019 7 Tra la copiosa bibliografia consultabile sul leader socialista italiano, vd quantomeno Catania 2005; Musella 2006; Pini 2007; Martini 2020; Martelli 2020; Craxi 2020 Di grande interesse è anche il film Hammamet (2020) dedicato alla discesa crepuscolare politica di Craxi, per la regia di Gianni Amelio e interpretato da un convincente Pierfrancesco Favino 83_Italienisch_Inhalt.indb 36 19.06.20 16: 36 37 Michele Rossi «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» esemplare di personalizzazione della leadership politica in un contesto mediale centrato sulla televisione Il presidente socialista suscitava «ostilità ed entusiasmi di portata così emozionale da travalicare il piano della politica: i suoi avversari sono veri e propri nemici, i suoi amici sembrano fan; insulti e lodi debordano dal consueto linguaggio misurato, involuto e persino un po’ oscuro, di un confronto politico privo ormai da tempo dell’enfasi che la guerra tra religioni comunismoanticomunismo aveva impresso nel 1948» . 8 Sua intenzione era di emanciparsi dalle pastoie della lentezza consociativa e dalla paralisi istituzionale, che oggi appare come una ovvietà, ma allora venne liquidata come una velleità autoritaria e Craxi prese ad essere raffigurato nei quotidiani con indosso gli stivali mussoliniani Non a caso - ha osservato Marco Gervasoni - nel linguaggio politico cominciò a diffondersi un nuovo termine: ‘decisionismo’ Decisionista era colui che era «in grado di parlare chiaro, forte, anche in maniera provocatoria, qualcuno che mostrava ‘grinta’, ‘spessore’, tutte caratteristiche che (a parte il Fanfani tra gli anni cinquanta e sessanta) la classe politica aveva poco coltivato» . 9 E decisionista fu sicuramente il modernizzatore Craxi, che impose alla sinistra italiana, ancora riluttante, la sfida della cultura riformista . 10 Egli spostò la sua attenzione dal lavoratore al cittadino e al consumatore, e conseguentemente al «dominio dell’immagine che si spande nell’etere e lo divora» 11 I faraonici congressi del Partito socialista, preparati da architetti e stilisti più che da scienziati della politica, erano l’epifenomeno della nuova idea di società e di potere Giuseppe Genna nel romanzo Dies Irae ricorda Bettino Craxi assiso su un podio bianco durante il XVII congresso del PSI tenutosi nel maggio del 1989, con «il volto rigato dal sudore e dalla passione», come se fosse una divinità egizia Lo scrittore ha immortalato il gigantesco scenario allestito negli ex stabilimenti dell’Ansaldo di Milano come una «aeronave in esodo verso la traiettoria futura»: «immensa come una nave, oblunga e travolgente e sarebbe impossibile vedere lui se non irradiasse la sua immagine elettronica dall’enorme piramide multimediale dell’architetto Filippo Panseca» . 12 Per la prima volta, insomma, lo spettacolo entrava prepotentemente a fare parte integrante della comunicazione politica . 13 E si 8 Colarizi 2004, p 31 9 Gervasoni 2010, p 39 10 Cfr Carioti 2019 11 Genna 2006, p 317 12 Ivi, pp 315-316 13 Cfr Statera 1986 e 1987 83_Italienisch_Inhalt.indb 37 19.06.20 16: 36 3 8 «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» Michele Rossi diffuse una «grande fiducia» negli italiani: fiducia per le «nuove frontiere» divenute valicabili, di cui Craxi era l’impavido traghettatore Presentando il suo programma di governo al Parlamento, egli affermava: «Ci sostiene una grande fiducia ed un grande amore per la democrazia, e per le sue risorse che, seppure non inesauribili, sono sempre grandi ed incoraggianti Una grande fiducia nella intelligenza, vitalità, capacità di iniziativa, di lotta, volontà di progresso, di libertà e di eguaglianza delle italiane e degli italiani Una grande fiducia nella possibilità di rovesciare ogni tendenza negativa, di contrapporre efficacemente un principio ed una regola della coerenza all’incoerenza che alimenta i fattori di involuzione e di crisi, nella possibilità di aiutare, per un tratto di strada, l’insieme della nazione a spingersi verso nuove frontiere nel suo cammino verso l’avvenire Ed una grande fiducia infine nell’avvenire dell’Italia .» 14 Un discorso abrasivo, il suo, che andava decisamente in controtendenza, in quanto, terminata la lunga stagione dei conflitti degli anni Settanta e la stremante politicizzazione di ogni momento della vita collettiva e individuale, si era verificato nel Paese un profondo mutamento La tensione ideologica degli anni passati era decresciuta e sembrava come spegnersi ogni fiducia nella possibilità di cambiamento Gli ideali e le bandiere delle contestazioni e manifestazioni erano stati riposti in soffitta, lasciando tanti giovani all’affannosa ricerca di un’identità «Cerco un centro di gravità permanente/ che non mi faccia mai cambiare idea/ sulle cose sulla gente…» cantava in Centro di gravità permanente Franco Battiato, «lucidissimo nello scorgere le contraddizioni degli effetti disastrosi della cosiddetta civiltà capitalistica avanzata» 15 , per poi proclamare in Bandiera bianca la sua «resa praticamente incondizionata, ma che in realtà è una critica sferzante, feroce, scandita a colpi di citazioni» . 16 Con queste due canzoni incluse ne La voce del padrone (1981), mescolando sacro e profano, ironia e tragedia, riferimenti colti e popolari, il cantautore postmoderno illuminava e svelava il sentimento del tempo e, forse più di ogni altro, seppe traghettare la canzone italiana negli anni del disincanto Sempre nel 1981, Vasco Rossi dalle colline di Zocca (nel Modenese) cantava con la sua voce strascicata la disperazione di chi non aveva «più 14 Craxi 2007, p 131 15 Jachia 1998, p 181 16 Castaldo 2018, p 268 83_Italienisch_Inhalt.indb 38 19.06.20 16: 36 39 Michele Rossi «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» niente da dire» e, al contempo, l’orgoglioso senso di appartenenza di una «generazione di sconvolti che non ha più/ santi né eroi» (title track dell’LP Siamo solo noi, pietra miliare degli anni Ottanta), esaltava cioè i perdenti di un nuovo mondo che stava prendendo decisamente una brutta piega ‘Blasco’ appariva - come ha rimarcato Gino Castaldo nel Romanzo della canzone italiana - «l’ultimo degli eroi, quello che non mollava», che fuori dalle ideologie raccontava «la caduta, la vita di provincia, i marginali, quelli che non sono mai stati protagonisti» . 17 Francesco De Gregori, invece, nel disco Titanic (1982) utilizzava il noto transatlantico britannico, affondato per una collisione con un iceberg nel 1912, come metafora della fine definitiva di un’epoca e del disastro che si stava profilando senza che gli italiani se ne rendessero conto «Se Rimmel [album del 1975, n .d .r .] documentava l’esplosione giovanile del furore poetico, Titanic è l’apice, il punto centrale», ha sottolineato Castaldo . 18 Simbolico era chiaramente anche il discorso che De Gregori sviluppava ne La leva calcistica della classe 1968 Cantando le esitazioni di un ragazzino alle prese con un calcio di rigore da tirare e la sua iniziazione alla vita, alludeva ai dubbi e alle disillusioni di un’intera generazione: E chissà quante ne hai visti e quanti ne vedrai di giocatori tristi che non hanno vinto mai e hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro e adesso ridono dentro al bar… II. La nazione in quel volgere di anni fu priva di direzione comune Il ceto medio si divise in due categorie contrapposte: ottimisti e pessimisti «I primi - ha scritto in un originale quanto divertente libello Antonio Pascale, a metà tra l’autobiografismo sentimentale e l’inchiesta sul campo - avrebbero fatto i consulenti finanziari, sorriso pronto e insonnia a go-go per via dei troppi azzardi e delle promesse declamate a gran voce; i secondi, se andava bene, avrebbero fatto gli scrittori o sarebbero diventati, genericamente, artisti, con la rabbia a fior di pelle e l’insonnia notturna causata da quello che ritenevano essere il terribile stato delle cose presenti» . 19 Gli uni si sentivano al centro del mondo, gli altri ne avvertivano il dolore Attingendo dalla parametrazione televisiva, si può dire che c’erano quelli che guardavano i nuovi programmi commerciali e quelli che erano rimasti a quelli canonici: i primi 17 Ivi, p 294 18 Ivi, p 217 19 Pascale 2010, p 34 83_Italienisch_Inhalt.indb 39 19.06.20 16: 36 4 0 «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» Michele Rossi erano, per così dire, brillanti, ‘a colori’; i secondi in bianco e nero, ancorati a vetusti modi di pensare Venuto meno l’interesse per le ragioni delle ideologie, si diffuse nei connazionali una profonda insoddisfazione, per non dire avversione, verso gli uomini e le istituzioni della vita politica Invero, «quella che solo poco tempo prima era stata giudicata una fra le società più politicizzate, o addirittura la più politicizzata dell’Occidente, sembrava esprimere ora un massiccio rifiuto della politica», scriveva Ernesto Galli della Loggia in un libro a più voci dedicato al Il trionfo del privato . 20 La febbre di attivismo, l’entusiasmo delle lotte operaie e studentesche, si placò e apparve d’un tratto l’immagine di un’Italia sazia e appagata Il Paese raggiunse in pochissimo tempo gli standard delle nazioni occidentali più sviluppate, colmando il ritardo che si era accumulato dalla Seconda Guerra mondiale Furono gli anni dell’abbattimento dell’inflazione, dell’imprenditoria diffusa e del ritorno delle industrie al profitto, dell’opulenza e della Borsa alle stelle, dell’esplosione dei fast food, del design e del made in Italy . 21 L’individuo prese posto del collettivo, la discoteca dell’assemblea, il divertimento dell’impegno Nei giornali del periodo si cominciò a usare una parola per descrivere questo nuovo stato di cose: «riflusso» . 22 Si tratta di una categoria onnivora meno impegnativa di ‘restaurazione’ ma più allusiva di ‘spoliticizzazione’ La ‘morte in diretta’ l’11 giugno 1984 del segretario del PCI Enrico Berlinguer, a seguito di un malore che lo colpì sotto i riflettori dei media durante un comizio, sancì la fine di una fase e la morte politica della piazza 23 Le nuove generazioni sembrarono non volerne più sapere di rivoluzione, pacifismo, sfruttamento e emarginati, mentre divennero affamate di soldi, dell’America e del lusso Si svuotarono le sezioni di partito e si riempirono le agenzie di viaggio specializzate nelle nuove vacanze di massa, capaci di solleticare il miraggio del disimpegno Metafora del decennio sono gli yuppies (Young Urban Professionals): giovani mossi, contrariamente agli hippies, da ambizioni di arricchimento e di soddisfazione personale, professionalmente preparati, votati alla carriera e al successo Erano il segno della nuova era, veloce, dinamica, in cui si raccontava che con la dedizione tutti o quasi avrebbero potuto fare soldi Un periodo di grande proliferazione di prodotti e di marche, divenuti veri e propri status symbol: dagli orologi Swatch ai jeans Levi’s e alle cinte El Charro, fino alle Timberland e ai Moncler dei 20 Galli della Loggia 1980 21 Mi permetto di rinviare al capitolo «Edonismo reaganiano» contenuto nel mio libro: Rossi 2012, pp 152-178 22 Di Michele 2009, pp 81-299 23 Cfr Isnenghi 2004, p 455 83_Italienisch_Inhalt.indb 40 19.06.20 16: 36 41 Michele Rossi «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» paninari Si verificò una vera e propria rivoluzione dei costumi «Per la prima volta - ha affermato Gervasoni - l’Italia era entrata nell’era del consumo di massa» . 24 L’espressione «edonismo reaganiano», lanciata in tutte le case degli italiani da Roberto D’Agostino da una popolare trasmissione televisiva (Quelli della notte di Renzo Arbore), racchiude alla perfezione questa nuova situazione sociale e culturale Non è una frivola coincidenza se il 1980 segna l’apice del successo nel Belpaese di un cantante spagnolo integralmente de-ideologizzato, Julio Iglesias, il mito macho di ogni zia d’Italia, che in quell’anno gorgheggiava «amo la luna e amo il sole/ sono un pirata e un signore/ professionista dell’amore» (Sono un pirata, sono un signore, 1978) ‘Luna’ e ‘amore’ sono due parole assai ricorrenti nelle canzoni pop, ma mai come allora Gianni Togni esordì, ad esempio, lo stesso anno invocando la luna come Giacomo Leopardi aveva fatto nel famoso idillio recanatese del 1819, ma con ben altre intenzioni e diverso risultato: Luna Luna non mostri solamente la tua parte migliore stai benissimo da sola sai cos’è l’amore e credi solo nelle stelle mangi troppe caramelle, Luna Luna ti ho vista dappertutto anche in fondo al mare ma io lo so che dopo un po’ ti stanchi di girare restiamo insieme questa notte mi hai detto no per troppe volte, Luna Se è vero, come annotava Leopardi in una pagina dello Zibaldone datata 15 dicembre 1826, che la poesia è quell’«espressione libera e schietta di qualsiasi affetto vivo e ben sentito dell’uomo» 25 , che cioè in ogni lirica - autobiografia interiore e autoespressione dell’autore - c’è la manifestazione immediata delle passioni di chi scrive, allora probabilmente anche questi versi per musica, che descrivono la situazione dell’animo umano di Togni, lo sono L’anno successivo, Marco Ferradini nella canzone Teorema (1981) insegnava che non esistono leggi in amore, perché può succedere che una donna, bistrattata dal partner, ami quest’ultimo follemente, mentre, se viene ricoperta di premure, rose e poesie, abbandoni il «tenero amante» Non per questo bisogna chiudere «la porta del cuore»: in fondo «l’uomo senza amore 24 Gervasoni 2010, p 12 25 Leopardi 1819, p 873 83_Italienisch_Inhalt.indb 41 19.06.20 16: 36 42 «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» Michele Rossi che cos’è? », «è questa l’unica legge che c’è», sentenzia Ferradini Furono in particolar modo due canzoni ad imperversare nel 1982 alla radio e alla Tv: Una domenica bestiale di Fabio Concato, in cui l’io lirico madly in love mangia i fiori e li confonde con l’amore «Com’è bella la natura/ com’è bello il tuo cuore», canta tutto contento l’artista meneghino Lo stesso anno partecipò per la prima volta al Festival della canzone italiana la coppia Al Bano e Romina Power con Felicità, che divenne subito una hit internazionale: Felicità è tenersi per mano andare lontano, la felicità è il tuo sguardo innocente in mezzo alla gente, la felicità è restare vicini come bambini, la felicità la felicità … Alla stessa edizione della kermesse che si tiene dal 1951 nella ‘città dei fiori’, Mia Martini intonava E non finisce mica il cielo ed esordivano Zucchero Fornaciari con Una notte che vola via e Vasco Rossi cantando Vado al massimo Quest’ultimo pezzo, nonostante il piazzamento del suo interprete al penultimo posto, divenne l’inno alternativo dei giovani agli agi e alle certezze misoneiste borghesi: Voglio una vita che non è mai tardi di quelle che non dormi mai Voglio una vita di quelle che non si sa mai E poi ci ritroveremo come le star a bere del whisky al Roxy bar… nel locale cioè fantasticato anni prima da Fred Buscaglione nella canzone Che notte Sempre nel 1982, Loredana Bertè urlava a squarciagola durante la finale del Festivalbar all’Arena di Verona: Io che sono una foglia d’argento nata da un albero abbattuto qua e che vorrebbe inseguire il vento ma che non ce la fa Oh ma che brutta fatica cadere qualche metro in là alla mia sventura alla mia paura È un volo a planare per esser ricordati qui per non saper volare Ma come ricordarlo ora 83_Italienisch_Inhalt.indb 42 19.06.20 16: 36 4 3 Michele Rossi «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» Non sono una signora una con tutte stelle nella vita… 26 La cantante calabrese colse nel segno, presagendo il suo immediato futuro: esibendosi vestita da sposa, malauguratamente sul finale della canzone inciampò sul lunghissimo strascico dell’abito bianco, planando in terra con un solenne tonfo Un’epoca di contraddizioni e di mezze verità, non c’è che dire Gli anni Ottanta d’altronde, come ha scritto Andrea Salerno, sono stati «l’unico decennio in cui per attraversare la strada bisognava indossare scarpe da barca e contemporaneamente un giubbotto da sci senza che questa fosse la sua contraddizione più grande» . 27 In questa decade in Italia «succede di tutto Ma è un tutto dal sapore antico, che la memoria restituisce in bianco e nero: colori di anni ancora di piombo» . 28 L’ondata di terrore e di disumanizzazione che aveva travolto la Penisola negli anni Settanta come poche altre società occidentali, che aveva sconvolto vissuti individuali e familiari lasciando profonde ferite umane, raggiunge il suo culmine nel 1980 Continuarono da parte dei terroristi rossi i sequestri di magistrati, dirigenti e politici (rinchiusi e processati nelle ‘prigioni del popolo’) e furono assassinati per colpire il cuore dello Stato, tra gli altri, Vittorio Bachelet, Walter Tobagi e Guido Galli . 29 Il 2 agosto 1980 una bomba alla stazione di Bologna fece 85 morti e 200 feriti, uno degli attentati più gravi della storia repubblicana: fu la conferma che non si era chiusa la stagione dello stragismo nero, ma anche che il Paese non si piegava ed era capace di forti solidarietà L’anno successivo scoppiò lo scandalo della loggia massonica P2 che coinvolse politici, imprenditori, giornalisti e uomini dello spettacolo Venne portato alla luce del sole un inquinamento radicato in ampi e decisivi settori della dirigenza politica e dello Stato avviato verso gli anni del disimpegno . 30 Fu la dimostrazione palese che forze oscure erano al lavoro per condizionare in modo illecito la vita democratica del Paese Per quanto riguarda la deriva terroristica, fu però l’inizio della fine di un incubo: «Nella seconda metà degli anni Ottanta, l’azione delle squadre dell’antiterrorismo, gli arresti in serie dei brigatisti, l’evolversi della situazione sociale, economica e politica del Paese e dello scenario geopolitico internazionale e, soprattutto, il fenomeno del pentitismo portarono gradualmente all’esaurimento della lotta armata in Italia» . 31 26 Non sono una signora, inclusa nel disco Traslocando: 1982 27 Salerno 2006, p 7 28 Morando 2016, p 7 29 Vd Crainz 2012, pp 43-104 30 Cfr Craveri 1996, p 786 31 Gotor 2019, p 385 83_Italienisch_Inhalt.indb 43 19.06.20 16: 36 4 4 «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» Michele Rossi La battuta di arresto della scia di violenze e di sangue degli anni passati, fece circolare un po’ di ottimismo: Il fetido cortile ricomincia a miagolare l’umore quello tipico del sabato invernale la radio mi pugnala con il festival dei fiori un angelo al citofono mi dice vieni fuori Giù in strada per fortuna sono ancora tutti vivi l’oroscopo pronostica sviluppi decisivi guidiamo allegramente è quasi l’ora delle streghe c’è un’aria formidabile le stelle sono accese E sembra un sabato qualunque un sabato italiano il peggio sembra essere passato la notte è un dirigibile che ci porta via lontano… cantava troppo ottimisticamente Sergio Caputo in Un sabato italiano (1983) Il peggio era davvero passato? In realtà un nuovo macigno incombeva sugli italiani, meno sanguinario ma ancora più pesante e opprimente I sogni di un’intera generazione andavano a cozzare con la realtà di un Paese ostile, intento a nascondere ai giovani le loro lacune culturali ipnotizzandoli con la televisione, divenuta il principale veicolo della cultura del riflusso e la cui importanza crebbe parallelamente al declino dei partiti di massa Fecero, difatti, irruzione le televisioni private che si posero come concorrenti al monopolio RAI, soppiantando definitivamente la piazza e pacificando l’Italia, rendendola più ricca, meno divisa e conflittuale . 32 L’influsso linguistico e comportamentale della televisione divenne straripante nella routine quotidiana, da non poter essere più arginato da nessun atteggiamento critico «Corri a casa in tutta fretta, c’è un biscione che ti aspetta», diceva una famosa pubblicità che consacrava la nascita di Canale 5, l’emittente che iniziò a diffondere nei più ameni luoghi dello Stivale inediti modelli di comportamento che intrecciavano desiderio smodato di denaro e omologazione L’industria televisiva (in particolar modo il gruppo Fininvest) generò in poco tempo una look generation, una gioventù visibile il cui comun denominatore era il consumo e che, pur di rimanere al passo con i tempi, era pronta a cambiare gusti, tendenze musicali e modo di vestire Era la Generazione Bim Bum Bam, così definita da Alessandro Aresu in un libro del 2012 in riferimento al titolo di una nota trasmissione televisiva dedicata ai ragazzi Nati dal basso delle frequenze televisive che intrattenevano ma 32 Cfr Gozzini 2011 83_Italienisch_Inhalt.indb 44 19.06.20 16: 36 4 5 Michele Rossi «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» non insegnavano, i giovani, pur non avendo più nulla in cui credere, erano ostinatamente in cerca di verità Parafrasando il testo di Terra promessa, canzone presentata al Festival di Sanremo da Eros Ramazzotti nel 1984, la «Generazione bim bum bam» non si stancava di cercare il proprio cammino, non si fermava davanti agli ostacoli apparentemente insormontabili: era fiduciosa di trovare «un mondo diverso» dove far crescere i propri pensieri Le nuove generazioni, cantò l’anno seguente Luis Miguel sempre dal palco del teatro Ariston, avevano bisogno solo di un paio d’ali e di stimoli eccezionali: «Puoi farci piangere/ ma non puoi farci cedere/ noi, siamo il fuoco sotto la cenere», intonava il messicano sagittabondo in Noi, ragazzi di oggi, scritta appositamente per lui da Toto Cutugno I ragazzi della contestazione, ex rivoluzionari, stanchi di tirar sassi, avevano soprattutto voglia di ballare e divertirsi alla John Travolta, di leggerezza insomma, che però si rivelerà un desiderio frustato, un’illusione incarnata metaforicamente dall’esultanza allo stadio Santiago Bernabéu del Presidente della Repubblica Sandro Pertini per la vittoria della nazionale di calcio ai Mondiali del 1982 L’urlo corale - ha scritto Guido Crainz - «sembra esorcizzare anni di cupezza e di delusioni Sembra poter assumere lo stesso valore simbolico di un’altra, liberatoria esplosione: quel ‘Volare! ’ di Domenico Modugno, nella Sanremo del 1958, in cui il paese aveva visto l’‘annuncio’ di un sogno possibile, la fine dell’Italia povera e umiliata del dopoguerra» . 33 Il riflusso, che sgancia la canzone da ogni problematica di lotta, consentì nel 1984 a Fotoromanza (in Puzzle) di Gianna Nannini, costruita con maestria miscelando rock e melodia, di ottenere uno strepitoso successo È un testo orecchiabile, con accenti da romanza nel grido, ironico al punto giusto, che fa il verso alla lirica Cet amour di Jacques Prévert: Questo amore è una camera a gas 34 è un palazzo che brucia in città questo amore è una lama sottile è una scena al rallentatore Questo amore è una bomba all’hotel questo amore è una finta sul ring 33 Crainz 2003, p 591 34 La «camera a gas» (gas chamber), cioè la metodologia di esecuzione della pena di morte utilizzata per la prima volta dagli Stati Uniti d’America negli anni Venti del secolo scorso, diventa ardita metafora di una relazione sentimentale che soffoca gli amanti e uccide l’amore 83_Italienisch_Inhalt.indb 45 19.06.20 16: 36 4 6 «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» Michele Rossi è una fiamma che esplode nel cielo questo amore è un gelato al veleno… 35 Che fine avevano fatto la visione totalizzante e lo spazio antagonista faticosamente conquistati dalla musica popular, giunti all’eccesso negli anni Settanta? La stagione dell’impegno volgeva definitivamente al termine anche nell’ambito musicale? La canzone, così come era stata pensata fino a quel momento, mutò Si verificò una crisi delle grandi narrazioni del passato e la trasformazione dei cantautori in ‘intellettuali pubblici’ svincolati da ogni progetto politico I testi delle canzoni divennero autoreferenziali e, dominati soprattutto dalla nostalgia e dall’ironia, 36 resero la scena cantautoriale asfittica e deludente Come lo fu il sodalizio stretto da Lucio Battisti con il paroliere Pasquale Panella, che prese il posto di Mogol (al secolo Giulio Rapetti) Le musiche d’avanguardia e il pastiche miracolosamente prodotto dalla coppia Battisti-Mogol dalla seconda metà degli anni Sessanta, un «irripetibile impasto di kitsch e sublime», di «ermetismo e ‘Grand’Hotel’, Montale e Liala», 37 lasciarono il posto a uno sperimentalismo assoluto (Don Giovanni, 1986; L’apparenza, 1988; La sposa occidentale, 1990): testi volutamente criptici dalla vena dadaista, «che rasentano l’assurdo, infarciti di ossimori e di allitterazioni, messaggi subliminali, melodie in maschera su un sottofondo ossessivamente ripetitivo, quasi da disco-dance, da tastiere elettroniche» . 38 Era vero, dunque, quello che cantava con l’espressione proverbiale «ma che politica, che cultura/ sono solo canzonette…» Edoardo Bennato nel 1980? 39 Se c’è stata una linea dominante, non c’è un’unica colonna sonora degli anni Ottanta Perché il riflusso - ha osservato Lorenzo Pavolini nel romanzo L’invenzione del vento - «non è entropia, non è perdita ma ritorno, asciugarsi, drenarsi; più precisamente è il processo per il quale una spinta evidente in superficie sceglie di inabissarsi e ricaricarsi, scorre sottopelle in senso contrario, con l’intenzione di ricongiungersi alla sua superficie e farne sponda per la ripartenza» . 40 35 Cfr Borgna 1992, p 352 36 Per un approfondimento vd il capitolo Crisi e riflusso: verso gli anni Ottanta del bel libro di Tomatis 2019, pp 497-547 37 Borgna 1992, p 336 38 Ibidem 39 Concept album Sono solo canzonette, ispirato alla storia del personaggio letterario di Peter Pan (Ricordi, 1980) 40 Pavolini 2019, p 38 83_Italienisch_Inhalt.indb 46 19.06.20 16: 36 47 Michele Rossi «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» E che ripartenza! Il torpore della canzone d’autore venne rotto nel 1984 da Crêuza de mä di Fabrizio De André, un disco distante dalla lingua aulica e specchio di una realtà lontana nel tempo e nello spazio In segno di opposizione alla musica americana allora preponderante, il cantautore genovese con Mauro Pagani impiegava melodie mediterranee suonate con strumenti spuntati dalla notte dei tempi (provenienti da Balcani, Grecia, Spagna, Turchia, Africa) per comporre un mappamondo dell’anima Altri cantautori (come Francesco Guccini, Giorgio Gaber, Eugenio Finardi, Roberto Vecchioni, Ivano Fossati e Lucio Dalla) furono partecipi di un rinnovamento artistico Ai discografici, che pretendevano da loro un prodotto inautentico ma vendibile, in grado di adeguarsi ai nuovi gusti giovanili, questi cantautori hanno contrapposto la loro fatica disperata di cercarsi una coerenza e la ricerca di un altrove . 41 Il rock acquistava invece una nuova identità guardando alla new wave inglese Nella febbrile ed euforica città di Firenze, promossa da Pier Vittorio Tondelli al rango di «vera capitale italiana» del decennio 42 , fecero i loro primi passi i Diaframma e i Litfiba, i cui lavori Siberia (1984) e Desaparecido (1985), con codici e umori nostrani, hanno segnato un punto di frattura nella storia musicale del Belpaese . 43 Gli anni Ottanta non sono, perciò, del tutto da dimenticare La nazione venne investita dall’ondata trasformistica che si manifestò in tutto l’Occidente, dalla globalizzazione degli scambi alla rivoluzione comunicativa, che ha segnato il passaggio da un italiano per tanti versi ancora preindustriale a un italiano postmoderno, immerso nel flusso di immagini, codici e merci Esplose una corsa al benessere non solo in senso economico, ma volta ad acquisire nuove esperienze e ad intraprendere percorsi inusuali In una pagina di Un weekend postmoderno Cronache dagli anni Ottanta, nel 1990 Tondelli affermava che era stato un decennio molto fertile, effervescente, di vita anche festaiola e posta prevalentemente sotto il segno della creatività: «Una generazione che, nell’impossibilità di offrire a se stessa una precisa identità culturale (seguendo percorsi, ponendosi obiettivi, rivalutando origini), ha preferito non darsene alcuna, o meglio, mischiare i generi, le fonti culturali, i padri putativi, fino ad arrivare alla compresenza degli 41 Su questo punto vd Talanca 2017 42 Tondelli 1990, ora in Panzeri (a cura di) 2001, p 273 Lo scrittore emiliano seppe riprodurre con una scrittura emozionale le mode, i gusti musicali, le inquietudini e i comportamenti diffusi tra i giovani, cogliendo la vitalità e lo spirito creativo che permeavano allora Firenze come nessun’altra città italiana: vd ivi, Firenze, pp 83-88 e Fauna d’arte, pp 243-254 43 Cfr Pollini 2010 Vd anche l’opera collettiva Tondelli e la musica: colonne sonore per gli anni Ottanta 1998 e Casini 2019 83_Italienisch_Inhalt.indb 47 19.06.20 16: 36 4 8 «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» Michele Rossi opposti Una generazione, e ora lo si vede bene, in cui i linguaggi si confondono e si sovrappongono, le citazioni si sprecano, gli atteggiamenti e le mode si miscelano in un cocktail gradevole e levigato che forse è il succo di questa tanto chiacchierata postmodernità .» 44 È stata un’epoca storica di discontinuità per le trasformazioni avvenute nei campi dei linguaggi e delle tecnologie, grazie al walkman, al videoregistratore e al compact disc Venne inventato un ‘altro mondo’, quello virtuale, ruotante attorno al personal computer (il Commodore Vic-20 superò il milione di copie, annunciando la nuova era), che ha portato alla destrutturazione delle tradizionali categorie culturali e all’invasione del ‘locale’ da parte del ‘globale’ L’avvento di modelli comunicativi ed espressivi scaturiti dalla nuova civiltà multimediale ha generato una nuova percezione del tempo e dello spazio La globalizzazione culturale, cifra essenziale della postmodernità, ha una data precisa: il 30 novembre 1982, il giorno in cui è stato pubblicato Thriller di Michael Jackson, il disco più venduto al mondo con sessantacinque milioni di copie acquistate III. Dalla proteiforme America, fucina di nuovi desideri e stili di vita, arrivava però anche una musica particolare prodotta da coloro che non sanno cantare ma solo gridare, che non suonano ma violentano gli strumenti Li chiamavano ‘punk’, che nello slang americano vuol dire legno ‘fradicio’, ‘marcio’; in quello inglese ‘immondezza’ Insomma, il punk era il rock lercio, sporco, ispirato musicalmente al vecchio rock ’n’ roll e ideologicamente alla dissacrazione della tradizione Germogliato nella scena underground newyorkese nel biennio 1974-75 grazie ad artisti di grande talento (come i Ramones, Patti Smith e Richard Hell), questo genere musicale si propagò a macchia d’olio, diventando un fenomeno di portata mondiale grazie al suono caotico e agli atteggiamenti ingiuriosi dei londinesi Sex Pistols Se il punk con le sue sonorità primitive, i testi politicizzati e gli slogan naïf si era concentrato essenzialmente sul mondo esterno e aveva affermato una voglia di cambiamento e di distruzione del passato, con l’avvento negli anni Ottanta del post-punk divennero fondamentali «uno sguardo più lucido, magari conscio dei propri desideri ed emozioni, una sana introspezione e una maggiore pianificazione artistica» . 45 44 Tondelli 1990, p 225 45 Caselli-Gilardino 2019, p 197 83_Italienisch_Inhalt.indb 48 19.06.20 16: 36 4 9 Michele Rossi «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» La svolta estetica innescata dal punk a livello mondiale arrivò anche in Italia, ma in ritardo: giunse assieme al post-punk, senza che però il secondo fosse percepito come evoluzione del primo Nello Stivale il punk si affermò come rifiuto della musica degli anni Settanta, in particolar modo del progressive a favore del primo rock ’n’ roll, e fu la riaffermazione, estrema e ultima, di quell’autenticità da sempre centrale nella canzone In Italia il punk voleva dire ricerca consapevole del nuovo e proliferazione di insoliti stili di vita e di forme alternative di produzione artistica . 46 In questo clima storico, politico e culturale videro la luce i CCCP Fedeli alla Linea La scintilla che fece nascere questo gruppo musicale, che ha segnato indelebilmente la storia della canzone italiana, fu provocata dallo sfregamento reciproco di due personalità sui generis: quella artistica di Giovanni Lindo Ferretti e quella creativa di Massimo Zamboni . 47 Si conobbero per puro caso a Berlino Ovest, dove erano andati con lo zaino sulle spalle mossi dalla necessità di cambiare l’impatto con le loro vite Com’è noto, nei primi anni Ottanta era molto diffuso il mito di Berlino come di un’isola felice, un avamposto di confine, non solo dei giovani per evitare il servizio di leva o per pagare meno tasse, ma per le case occupate di Kreuzberg e un modo di vivere facile e disinibito «Berlino - scriveva sempre Tondelli - è una città in cui puoi trovarti, se ti sei perso» . 48 Una città divisa dal 1961 da un terribile muro, che tagliava in due anche l’Europa e aveva ispirato in Italia, rifacendosi alle sonorità contenute nella famosa ‘trilogia berlinese’ (Low, 1977; ‘Heroes’, 1977; Lodger, 1979) di David Bowie, un pezzo di Garbo (nome d’arte di Renato Abate), che iniziava così: Una birra, fumo, musica e dopo tu soltanto questo muro Non ha freddo qui, qui A Berlino che giorno è? A Berlino che giorno è? 46 Cfr Satriano 2014 47 Ho seguito Ferretti e Zamboni per tantissimi anni, raccontando la loro avventura umana prima che artistica nella biografia Rossi 2014, alla quale rinvio per un approfondimento dell’argomento (pp 10-65) I CCCP hanno pubblicato complessivamente quattro 45 giri (Ortodossia, 1984; Oh! Battagliero-Guerra e Pace, 1987; Tomorrow- Inch’Allajh ça va con Amanda Lear, 1989; Annarella-Amandoti, 1990), due EP (Ortodossia II, 1984; Compagni, cittadini, fratelli, partigiani, 1985) e quattro LP (1964-1985 Affinità-divergenze tra il compagno Togliatti e noi Del conseguimento della maggiore età, 1986; Socialismo e barbarie, 1987; Canzoni preghiere danze del II millennio- Sezione Europa, 1988; Epica Etica Etnica Pathos, 1990), più cinque raccolte 48 Tondelli 1990, p 370 83_Italienisch_Inhalt.indb 49 19.06.20 16: 36 50 «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» Michele Rossi Se poi la nebbia entra anche dai vetri a Berlino, non penso mai Sì si può vivere, non sogno mai . 49 Berlin West, «una palla dentro la DDR» 50 (accerchiata cioè dalla Germania Democratica), era un crogiolo di etnìe arabo-asiatiche: il cuore della nuova Europa Nella città vivevano migliaia di turchi, la cui manodopera aveva sostituito quella degli italiani, slavi e spagnoli Ci abitavano poi giovani con le acconciature più strambe: giubbotti di pelle, magliette strappate, fiocchi giallo-arancia in testa e spille sulle labbra Per le piazze e strade si susseguivano una dopo l’altra manifestazioni con l’utopia di poter cambiare il mondo, e fiorivano le più sorprendenti novità avanguardistiche, anche musicali . 51 Si teneva, ad esempio, la rassegna Geniale Dilettanten: spettacoli costruiti con spontaneità da persone che, pur non sapendo suonare o cantare, coinvolgevano emotivamente il pubblico Ferretti e Zamboni, respirando a pieni polmoni la ventata innovativa di questa città, compresero che era possibile ritagliarsi le loro vite con schemi autonomi Fatto ritorno nella plumbea provincia emiliana, recuperando dall’esperienza berlinese il gusto della dissacrazione e la voglia di trasgredire, iniziarono a comporre scabre filastrocche e testi poetici sopra una musica artigianale I due intendevano dimostrare a loro stessi e agli altri che era possibile intraprendere originali percorsi artistici partendo dal proprio orizzonte culturale - emiliano, in questo caso - e dalla propria esperienza Se il punk è sfrontatezza, un atteggiamento di vita, i due rivendicavano la necessità di un approccio ruvido e diretto dove conta quello che si dice, non come lo si dice La loro musica difatti era grezza ma dirompente al tempo stesso: un concentrato di punk, hardcore, rumorismo industriale, canti liturgici e suggestioni etnico-popolari Con inconsueti ritmi rallentati e un uso anomalo del cantato, stravolsero gli stereotipi punk allora in voga (l’hardcore, l’Oi Music! e il punk anarchico 52 ) e, contemporaneamente, si scollegarono dalla scena italiana che seguiva gli stilemi londinesi e americani: non solo dal rock («non ne possiamo più della sua vacuità, della sua onnipotenza, del suo essere la musica dei giovani stupidi, dei giovani sfigati, dei giovani ribelli» 53 ), ma anche dalla disco, dal funky, dal rap, dal jazz, dal reggae e dal blues, ritenendoli generi musicali che non si addicevano a un 49 A Berlino… va bene, inclusa nel primo album di Garbo del 1981 50 Tunda 1981, p 528 Per ripercorrere questo clima berlinese vd Zamboni 2017 51 Cfr Lange & Burmeister 2019 52 Vd Guglielmi 2007, pp 12-21 e Id 2009, pp 15-18 53 Intervista ai CCCP di Solaro-Palomba 1988 83_Italienisch_Inhalt.indb 50 19.06.20 16: 36 51 Michele Rossi «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» gruppo italiano, per lo più emiliano Presero le distanze anche dalla concettosità del dark, «cioè dell’essere negativi, dell’essere contro, del far emergere sempre la propria anomalia, la propria diversità» 54 , perché, pur assumendo anche loro questo atteggiamento oppositivo, intendevano ribaltarlo in positivo Come a porre un argine al declino crescente della musica popolare, del folk, Ferretti e Zamboni amavano fare pezzi valzer e tanghi romagnoli, una «musica da ballo per giovani proletari» In perfetto stile punk, i CCCP volevano stupire con «una sorta di magma mistico» che proteggeva la loro «essenza ostentando il contrario» . 55 Ben presto accostarono alla dimensione musicale una dimensione performativa, che dette origine a una teatralità barbarica-futurista travolgente, qualcosa di mai visto prima Funamboli del travestimento ideologico e politico, parenti stretti di Mishima e Majakovskij, pronti allo scherzo o alla provocazione (come quando issavano bandiere della DDR o quelle della Democrazia cristiana 56 ), i CCCP si facevano portatori di un’angoscia culturale e davano forma - come ha evidenziato Marco Belpoliti - all’«ennesimo Carnevale della Storia» . 57 Ferretti e Zamboni fiutarono l’aria di un’epoca, o, meglio ancora, la vissero prima del tempo Le loro canzoni si aprivano alle influenze arabe e orientali, percepite come culture molto vicine e storicamente legate all’Italia Ma soprattutto, sentendosi profondamente europei, i due emiliani intendevano produrre musica moderna che riguardasse tutta l’Europa, da Oriente a Occidente, consapevoli dell’apertura in atto La rivolta inscritta nella semantica del punk è spiazzare, provocare caos, creare sincretismi culturali a prima vista assurdi e impossibili In Punk Islam e Live in Pankow (inclusi nel primo 45 giri, rigorosamente in vinile rosso: Ortodossia, edito nel 1984 dalla Attack Punk Records) i CCCP mescolavano, ad esempio, l’Islam, il comunismo e la musica melodica emiliana È bene precisarlo: pur essendo una band dell’‘Emilia rossa’, non subivano nessuna fascinazione politica per l’Unione Sovietica «Filosovietici non stupidi», ribadivano nei volantini distribuiti ai primi concerti per spiegare la loro identità Il mondo era allora diviso in due: da una parte c’era ‘l’impero del Bene’, rappresentato da Reagan; dall’altro ‘l’impero del Male’, costituito dal socialismo reale I CCCP proclamavano di stare dalla parte del mondo dell’acciaio e del cemento dell’Unione Sovietica contro quello americano della plastica e delle paillettes Il filosovietismo per 54 Ibidem 55 Volantino dei CCCP Fedeli alla Linea del 13 aprile 1987 56 Vd Belpoliti 1985 57 Belpoliti, Sono come tu mi vuoi, introduzione al volume-catalogo Giudici - Lindo Ferretti - Tagliati 2014, p 14 83_Italienisch_Inhalt.indb 51 19.06.20 16: 36 52 «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» Michele Rossi Ferretti e Zamboni era solamente una necessità, una questione di equilibrio: puro romanticismo musicale, per così dire Invocavano ‘piani quinquennali’ per trovare un ancoraggio simbolico, dotarsi di senso nel non senso della modernità, concependo i loro dischi come veri e propri progetti culturali Last but not least, per i due artisti il punk era una manifestazione antagonistica nei confronti dei costumi dominanti negli anni Ottanta: un’esortazione alla riflessione, un modo per innescare un cortocircuito nelle idee correnti e nell’opinione pubblica Di fronte «al consumo e all’usura di tutti i linguaggi dell’epoca - politici, artistici, religiosi, filosofici - i CCCP dimostrarono di avere trovato un loro linguaggio per comunicare l’usura stessa Non per superarla, e neppure per combatterla, ma solo per rimarcarla Meglio: dichiararla» . 58 I loro testi sono, difatti, un impasto originalissimo nel quale vengono amalgamati citazioni colte, slogan pubblicitari, stereotipi abusati e immagini liriche Negli anni del trionfo inarrestabile della televisione, loro osavano mettere alla berlina i nuovi mezzi di comunicazione e irridere gli slogan pubblicitari che passavano di bocca in bocca e entrando nelle teste delle persone, a causa del martellamento televisivo: Io sono un vuoto a perdere Uno sporco impossibile Un marchio registrato Un prodotto di mercato cantano in Sono come tu mi vuoi (Compagni, cittadini, fratelli, partigiani, 1985), mentre in Morire (stesso disco) riassumono la dimensione dell’homo oeconomicus con la formula: Produci, consuma, crepa Fattiti, sbatti, crepa Produci, consuma, crepa Nel pezzo Conviene (in Canzoni preghiere danze del II millennio-Sezione Europa, 1989) elencano in tono di parodia i compiti del buon consumatore: 59 Se produco sembra che convenga se consumo sembra che convenga 58 Ivi, p 12 59 Per un’analisi dell’influenza che i mass-media e la pubblicità avevano nei testi delle canzoni di quegli anni, anche in quelli dei CCCP, cfr Accademia degli Scrausi 1996, pp 225-230 83_Italienisch_Inhalt.indb 52 19.06.20 16: 36 53 Michele Rossi «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» se mi espando sembra che convenga mi assicuro sembra che convenga me ne frego sembra che convenga […] ho il dono della vista dell’udito facoltà di parlare un gusto labile un vago olfatto uso il telecomando e quindi: ho tatto! conviene! conviene! Un invito il loro, insomma, ad aprire gli occhi, a svegliarci perché, come cantano in Manifesto (Socialismo e barbarie, 1987), ciascuno di noi vale molto di più di un aumento stipendiale, merita molto di più di un posto di lavoro fisso che non otterrà probabilmente mai: E data l’ora l’aspetto la cattiva reputazione le voglie sconfinate la necessità d’infinito Raffina i sentimenti raffina i sentimenti trasgredisci i rituali trasgredisci i rituali Vali molto di più di un aumento economico meriti di più di un posto garantito che non avrai che non avrai I CCCP Fedeli alla Linea sono stati, quindi, qualcosa di più di una semplice punk-band dissacrante e provocatoria Sono stati un gruppo musicale, ma soprattutto un fenomeno culturale dotato di una forte carica estetica e una 83_Italienisch_Inhalt.indb 53 19.06.20 16: 36 5 4 «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» Michele Rossi vitalità esplosiva Nati nella profonda provincia italiana nel 1982 e scioltisi dopo una tournée fatta in Russia nel 1989, i CCCP hanno interpretato un’epoca e rappresentato poeticamente l’epilogo di un periodo storico: l’età dei crolli dei muri «Vivevamo in un mondo frantumato, senza che vi fosse la possibilità di mantenersi integri: nulla era più integro, né la nostra terra né l’ideologia - ha dichiarato Ferretti - Non eravamo altro che lo specchio di quella frantumazione e non potevamo che essere frantumati a nostra volta Quello che il nostro pubblico cercava era una dritta per uscire dalla frantumazione, mentre noi non potevamo fare altro che dare maggiore risalto possibile alla frantumazione di cui eravamo parte» . 60 Fedele riflesso della disintegrazione in corso, i CCCP si disintegrarono a loro volta Prima della loro scomparsa aiutarono però gli italiani a nuotare sopra l’onda conformistica e omologante che li stava sommergendo, senza che ancora se ne rendessero conto Nel loro ultimo lavoro discografico, Epica Etica Etnica Pathos (1990), che oltre a rappresentare il capitolo conclusivo della storia dei CCCP segna il preludio alla loro successiva avventura artistica targata CSI (Consorzio Suonatori Indipendenti), Ferretti e Zamboni affermano con estrema lucidità: Sai che fortuna essere liberi essere passibili di libertà che sembrano infinite e non sapere cosa mettersi mai dove andare a ballare a chi telefonare… (Narko ’$) La religione del mercato, che converte i proletari nella classe media di cittadini-consumatori e trova nei supermarket la falsa attuazione dell’eguaglianza di fronte alla merce, è puro inganno Perché il problema non è di aprirsi nuove strade verso innumerevoli possibilità La realizzazione di sé e la vera esperienza di libertà non consiste nell’uomo nella possibilità di poter fare tutto ciò che vuole o comprare ciò che desidera possedere Queste sono schiavitù Una posizione alquanto originale, quella assunta dai CCCP negli sfrenati e iridescenti anni Ottanta Con la canzone Mozzill’o Re (una sarabanda folk-punk che recupera alcuni versi del Canto dei Sanfedisti di settecentesca memoria) si scagliano contro la brama di denaro, il diffuso yuppismo e la decadenza dilagante a discapito delle classi sociali meno abbienti: 60 Fedeli alla Linea 1997, p 54 83_Italienisch_Inhalt.indb 54 19.06.20 16: 36 55 Michele Rossi «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» ecco arriva l’uguaglianza si trascina la libertà questo qui quello là quello su questo giù tutti ricchi un po’ di più i più ricchi ancor più […] i più poveri di più i più poveri di più STOP liberté egalité io rubo a te tu rubi a me liberté egalité io rubo a te tu rubi a me Se il nuovo corso politico socialista (facile individuare Bettino Craxi nella testa coronata del verso «viva o re con la famiglia»: Mozzill’o Re) e le organizzazioni malavitose («causa nostra cosa nostra»: L’andazzo generale) hanno degenerato e corrotto irreversibilmente i comportamenti dei connazionali, loro riconoscono che «i giovani rampolli» sono «cosa nostra/ colpa nostra» Non resta allora - cantano i CCCP - che bramare «le rovine auguste e gli ariosi crolli» e amare le proprie «colpe i guasti e le pappemolli» (sempre L’andazzo generale) Nella lunga suite in tre movimenti Maciste contro tutti, la figura mitologica diventa perfetta metafora di colui che si batte contro chiunque: «l’eroe dei poveri, ma soprattutto dei poveri senza speranza: i poveri che hanno speranza possono trovare molti eroi in carne e ossa, nella storia e nella politica Maciste è invece l’eroe di un immaginario di cartapesta, ma ci rimane ben poco altro in sostanza», spiegavano . 61 Ferretti intona con cupa violenza al ritmo di una musica ossessiva: «Maledirai la Fininvest/ maledirai i credit cards…», demonizzando con questo distico l’atrofia di pensiero prodotta dall’ipnosi televisiva e dall’individualismo consumistico, avvertendo però che «si può ascendere/ in virtù di una forza che è discendente» (Maciste contro tutti) Non tutto è perduto, una speranza permane Chi, dopo aver scorso queste pagine, avesse voglia di riascoltare questi pezzi musicali degli anni Ottanta, si convincerà del fatto che le vere canzoni sono nella storia e profondamente condizionate dai processi culturali, sociali e politici che agiscono attorno In modo particolare, i testi dei CCCP rimangono uno sprone ad ampliare lo sguardo e a complicare il pensiero: fanno comprendere l’importanza di rimanere ‘fedeli alla linea’, soprattutto quando una linea non c’è 61 Campo 1995, p 55 83_Italienisch_Inhalt.indb 55 19.06.20 16: 36 56 «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» Michele Rossi Abstract. Der Essay setzt es sich zum Ziel, die Jahre des sogenannten riflusso in Italien nachzuzeichnen Politik, Gesellschaft und Kultur (die Skrupellosigkeit eines Bettino Craxi, die unangefochtene Vorherrschaft des Privatfernsehens, der Rückzug ins Privatleben, das Aufkommen der Yuppies, etc .) der Achtziger und Neunziger Jahre werden auch anhand der wichtigsten Lieder dieses Jahrzehnts analysiert, das eine echte Zäsur darstellt, mit der die ‘neue Welt’, in der wir leben, ihren Anfang genommen hat Tatsächlich hat in den Achtziger Jahren in der gesamten westlichen Welt eine gesellschaftliche Revolution stattgefunden, in deren Folge eine auf Individualismus ausgerichtete Kultur und eine Mittelschicht von Konsum-Bürgern entstanden ist Es war eine Punkband aus der Emilia nötig, die CCCP Fedeli alla Linea, um ante litteram die Atrophie des Denkvermögens zu verteufeln, die mit der durch das Fernsehen hervorgerufenen Hypnose und dem konsumorientierten Individualismus einherging, und um es den Italienern mithilfe ihrer Lieder zu ermöglichen, über die konformistische und gleichmacherische Welle hinweg zu schwimmen, die sie überflutete Musik kann ein Ansporn sein, unseren Blick zu weiten und unser Denken komplexer zu machen Summary. The essay intends to retrace the Italian ‘regressive’ years The political, social and cultural history (the unscrupulousness of Bettino Craxi, the undisputed dominance of commercial television, the retreat into the private sector, the yuppieism etc .) of the 1980s is also analysed through the most relevant songs of this decade, which represented a real fracture, giving birth to the ‘new world’ we currently live in A real revolution of lifestyle took place in the 1980s, in the entire Western world, introducing a culture that was based on individualism, and giving birth to a middle class of citizenconsumers It took a punk group from Emilia, the CCCP Fedeli alla Linea, to demonize, long ahead of time, the atrophy of thought caused by televisioninduced hypnosis and consumeristic individualism Their songs helped the Italians to rise above the conformist and homogenising wave that was submerging them Music can be a spur to broaden our gaze and complicate our thoughts 83_Italienisch_Inhalt.indb 56 19.06.20 16: 36 57 Michele Rossi «Maledirai la Fininvest / maledirai i credit cards…» Bibliografia Aa .Vv .: Tondelli e la musica: colonne sonore per gli anni Ottanta, Milano: Baldini&Castoldi 1998 Accademia degli Scrausi: Versi Rock La lingua della canzone italiana negli anni ’80 e ’90, introduzione di Sandro Veronesi, Milano: Rizzoli 1996 Alosco, Antonio: Pietro Nenni Un protagonista fuori dal mito, Milano: Luni Editrice 2019 Aresu, Alessandro: Generazione Bim Bum Bam, Milano: Mondadori 2012 Belpoliti, Marco: «Tra la mia Emilia e il West», in: Reporter, 7 agosto 1985 Borgna, Gianni: Storia della canzone italiana, prefazione di Renzo Arbore, Milano: Rizzoli 1992 Campo, Alberto: N uovo ? 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