Italienisch
ita
0171-4996
2941-0800
Narr Verlag Tübingen
10.2357/Ital-2020-0032
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2020
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Fesenmeier Föcking Krefeld OttGianluca Cinelli: Il paese dimenticato. Nuto Revelli e la crisi dell’Italia contadina, Milano: Franco Angeli 2020, 132 pagine, pp. 138, € 18,00
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Patrizia Piredda
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14 9 DOI 10. 23 57/ Ital-2020 - 0 0 32 Kurzrezensionen Gianluca Cinelli: Il paese dimenticato. Nuto Revelli e la crisi dell’Italia contadina, Milano: Franco Angeli 2020, 132 pagine, pp. 138, € 18,00 Nuto Revelli è stato riconosciuto come uno dei maggiori testimoni della seconda guerra mondiale in Italia fin dalla comparsa dei suoi primi libri sulla ritirata di Russia (Mai tardi. Diario di un alpino in Russia, 1946 e 1967) e sulla Resistenza nel Cuneese (La guerra dei poveri, 1962) I critici e gli storici hanno poi riconosciuto negli anni Settanta e Ottanta il grande valore scientifico dei suoi lavori di storia orale, con i quali ha testimoniato gli effetti della seconda guerra mondiale e dell’industrializzazione sulla campagna povera Questo libro ripercorre le tappe del lungo lavoro di ricerca che vide Nuto Revelli impegnato in un fitto dialogo con il mondo della campagna povera dagli anni Sessanta agli anni Ottanta del secolo scorso Ognuna di queste tappe coincide con uno dei primi cinque capitoli del volume, dalla ‘grande delusione’ della restaurazione del 1945-1948, fino alla ‘ricerca nella ricerca’ rappresentata negli anni 1977-1985 dal lavoro di raccolta di storie orali di donne contadine Seguono poi due capitoli dedicati rispettivamente alla discussione del metodo e all’evoluzione del pensiero di Revelli negli ultimi anni della sua vita, con molte osservazioni sulla battaglia contro l’ignoranza Il tema centrale del libro è l’incontro tra lo scrittore e il mondo della campagna povera, la quale affrontò negli anni 1954-1975 la sua crisi più importante Il rapido sviluppo industriale, sostenuto dalle scelte della dirigenza politica nazionale, aveva messo in grave difficoltà la popolazione della campagna povera, già duramente colpita dalla guerra, e ancora legata a un’economia di autoconsumo inadeguata al nuovo mercato capitalistico Revelli condusse per anni le sue ricerche nella campagna povera, cercando di comprenderne il dissesto e l’affanno di fronte al rapido sviluppo industriale Con forte sentimento etico criticò le scelte della politica economica nazionale che, mirando a trasformare l’agricoltura in un comparto economico capitalistico, sacrificava le aree più deboli, definendole ‘irrecuperabili’ Senza schierarsi su posizioni conservative o nostalgiche, Revelli riconobbe la necessità di modernizzare l’agricoltura italiana, ma denunciò il modo in cui ciò veniva fatto, con scelte crudeli che sacrificavano i deboli e gli anziani, incapaci di tenere il passo delle trasformazioni sociali Italienisch_84.indb 149 13.11.20 09: 38 150 Kurzrezensionen Per la prima volta, in questo libro la posizione critica di Revelli viene messa a confronto con quella degli altri protagonisti di quel dibattito, dai tecnici (Ardigò, Barberis, Cavazzani, Rossi-Doria e altri) agli ‘intellettuali’ che parlavano della crisi della campagna e della montagna sui giornali (Pasolini, Parise, Rigoni Stern e altri) Gianluca Cinelli sostiene che alla radice del lungo lavoro di ricerca che Revelli svolse sulla campagna povera si collocava il rapporto di collaborazione intellettuale e di amicizia che lo scrittore aveva costruito fin dagli anni della Resistenza con alcuni esponenti del Partito d’Azione L’incontro con la cultura giellista (nel 1943-1945) aveva segnato una svolta perché nel programma politico del Partito d’Azione il giovane partigiano aveva trovato un progetto etico che poneva la responsabilità individuale al centro della riforma democratica della società La forte carica etica che Revelli riversò nella lotta partigiana si trasformò, dopo la guerra, in nuove forme di impegno, dapprima politico e poi gradualmente intellettuale Il protagonista di questo libro è il Revelli polemista e tenace assertore di un’idea di società democratica, animato da un sentimento etico di reazione all’ingiustizia e all’ignoranza Quest’ultima, in particolare, è proposta come il vero bersaglio polemico dello scrittore attraverso tutta la sua opera: l’ignoranza indotta dal potere come mezzo di coercizione e di controllo, la stessa da cui lui aveva dovuto faticosamente uscire da giovane, attraverso la prova della guerra e della resistenza armata In questo libro vengono inoltre esplorati alcuni aspetti inediti e collaterali del lavoro di Revelli nella campagna povera, come i viaggi in Irpinia e in Calabria nei primi anni Ottanta e la collaborazione con la Rai alla fine degli anni Settanta per la realizzazione (poi mai avvenuta) di un documentario sul Mondo dei vinti Il volume è breve e agile, destinato a un pubblico ampio ma ricco di spunti di ricerca e approfondimento preziosi per gli studiosi di storia e cultura italiana contemporanea, storia dell’agricoltura, storia del Partito d’Azione e dei suoi protagonisti L’inserimento di un’appendice di testi inediti (lettere scambiate soprattutto con esponenti della cultura giellista) completa infine l’opera, rendendola innovativa nel quadro degli studi su Nuto Revelli e rivelatrice di aspetti forse poco conosciuti della fitta rete che questo scrittore intessé negli anni con altri esponenti della cultura azionista e giellista Con questo libro Gianluca Cinelli mostra il chiaro intento di attualizzare la figura di Nuto Revelli e di interrogarsi sull’importanza della sua eredità oggi, in tempi in cui il problema delle minoranze sacrificate in nome degli interessi dominanti di gruppi egemoni o di maggioranze consenzienti torna ad essere urgente Patrizia Piredda Italienisch_84.indb 150 13.11.20 09: 38