eJournals Vox Romanica 76/1

Vox Romanica
vox
0042-899X
2941-0916
Francke Verlag Tübingen
10.2357/VOX-2017-004
Es handelt sich um einen Open-Access-Artikel, der unter den Bedingungen der Lizenz CC by 4.0 veröffentlicht wurde.http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/121
2017
761 Kristol De Stefani

La negazione nei dialetti della Svizzera italiana

121
2017
Diego  Pescarini
Giulia  Donzelli
vox7610074
Diego Pescarini/ Giulia Donzelli 74 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 La negazione nei dialetti della Svizzera italiana Diego Pescarini/ Giulia Donzelli (Zurigo) Abstract: This paper deals with the syntax of negation and negative concord in Swiss Lombard dialects. It focuses on data from the AIS and novel data recently collected in the very same AIS datapoints. On the basis of this evidence, we aim to provide a fine-grained description of the evolution of various patterns of negation across space and time. We examine different syntactic contexts (indicative/ subjunctive clauses, main/ embedded clauses, exclamative/ interrogative clauses, imperative/ hortative clauses, etc. and several patterns of negative concord) in order to pin down the factors hindering or triggering the evolution across different stages of the so-called Jespersen cycle. Keywords: Negation, Negative concord, Negative polarity items (NPI), Jespersen cycle, Adverbs 1. Introduzione Questo articolo presenta una descrizione sistematica della sintassi della negazione nei dialetti della Svizzera italiana. La seguente descrizione si basa principalmente sui dati delle carte dell’AIS e, per un primo raffronto diacronico, su nuove inchieste realizzate di recente negli stessi punti di inchiesta. Le nuove inchieste sono state svolte nel quadro del progetto di ricerca AIS, reloaded 1 , che intende replicare entro il 2019 le inchieste dell’AIS in tutti e 36 punti di inchiesta del Ticino e dei Grigioni. Così facendo, si intende fornire un quadro dettagliato dell’evoluzione di tali dialetti in un arco temporale di circa un secolo. Per quanto concerne i dati registrati nell’atlante, il sistema prevalente nei dialetti della Svizzera italiana è quello con sola negazione postverbale di tipo mica, così come nelle varietà lombarde parlate nel territorio italiano. Tuttavia, in alcune aree del Ticino si possono trovare nell’AIS varietà che, con diverso grado di sistematicità, presentano casi di negazione discontinua (non … mica), mentre i dialetti lombardi presenti in val Bregaglia mostrano un solido sistema di negazione preverbale. I dialetti della Svizzera italiana sono quindi un terreno fertile per indagare il cosiddetto ciclo di Jespersen (J espersen 1917, 1924), che qui rappresentiamo in maniera schematica: 1 Questo lavoro è frutto del progetto di ricerca AIS, reloaded finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero per la ricerca scientifica (FNS/ SNF; progetto n. 100012_162482/ 1, durata: 2016- 2019). Ringraziamo gli altri partecipanti e collaboratori del progetto: Michele Loporcaro, Stephan Schmid, Graziano Tisato, Stefano Negrinelli, Camilla Bernardasci. Diego Pescarini è responsabile della stesura dei §1, 2, 7-9, 11 e 13, Giulia Donzelli dei §3-6, 10 e 12. La negazione nei dialetti della Svizzera italiana 75 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 - stadio I: presenza della negazione preverbale: ne V - stadio II: compresenza fra negazione pree postverbale (cd. negazione discontinua): ne V pas - stadio III: sparizione della negazione preverbale: (ne) V pas In particolare, ci concentreremo sui residui di negazione preverbale nelle varietà del Ticino, indagando quindi le condizioni sintattiche rilevanti nel passaggio da un sistema a negazione discontinua a uno con sola negazione postverbale (Stadio II > Stadio III). Offriremo poi qualche breve considerazione sul dialetto lombardo di Soglio (Grigioni; vedi L oporcaro / p aciaroni / s chmid 2005), che sembra invece essere passato nell’arco di meno di un secolo dallo stadio I, documentato nell’AIS, allo stadio III. Quanto segue è principalmente una descrizione ragionata dei contesti in cui compare la negazione preverbale. I dati sono organizzati sulla base del contesto frasale (frase dipendente/ subordinata, indicativa/ congiuntiva, dichiarativa/ iussiva, ecc.) prestando particolare attenzione alla co-occorrenza con altri elementi negativi come avverbi (mai, più) o indefiniti negativi (niente, nessuno). Sappiamo infatti che tali elementi tendono a comparire in contesti in cui è presente una negazione preverbale (se attestata nel sistema), dando luogo al fenomeno della cosiddetta concordanza negativa. Abbiamo infine cercato di mantenere separati tutti i contesti che, in altre lingue, legittimano la presenza di elementi a polarità negativa (come l’inglese any) anche in assenza di una marca esplicita di negazione: ad esempio, le frasi interrogative e la protasi del periodo ipotetico. L’articolo è organizzato come segue: nel §2 riassumiamo brevemente lo status quaestionis, introduciamo la descrizione dei contesti rilevanti e anticipiamo i risultati dello spoglio dell’AIS; nei §3-10 illustriamo i dati suddivisi sulla base del contesto sintattico; nel §11 diamo una descrizione sommaria dei casi di co-occorrenza dell’elemento negativo postverbale con altri avverbi aspettuali 2 (corrispondenti all’it. 2 Utilizziamo qui il termine avverbi aspettuali nell’accezione di c inque 1999 per indicare la classe degli avverbi che, in molte lingue (romanze), occorrono fra l’ausiliare ed il participio (o immediatamente dopo il participio). Un revisore anonimo ha giustamente notato come in italiano tali avverbi non abbiano un valore chiaramente aspettuale o, come lo stesso Cinque rileva in più punti, la relazione fra questi avverbi e tratti aspettuali sia piuttosto indiretta. Tuttavia, per i dialetti ticinesi presi in esame, l’etichetta aspettuale pare essere piuttosto felice. Ad esempio, nel dialetto di Sonogno l’avverbio ben si è grammaticalizzato in un suffisso aspettuale, che può combinarsi con tutte le forme del paradigma verbale. Per motivi di spazio, riportiamo in (i) solo le forme del presente indicativo (a sinistra delle frecce, le forme non suffissate), rimandando alla letteratura e ad approfondimenti successivi la descrizione del valore semantico del suffisso (s aLvioni 1886, K eLLer 1938, B enincà 2006). Altre notizie sulla grammaticalizzazione di ben - e di altri avverbi appartenenti alla medesima classe - si possono trovare nel VDSI. (i) a kànt-a → a kànt-e-ba ti ként-a → ti ként-e-ba u kànt-a → u kànt-e-ba um kànt-a → um kànt-e-ba u kant-é → u kanté-ba i kànt-a → i kànt-e-ba Diego Pescarini/ Giulia Donzelli 76 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 pure, bene, già, sempre); nel §12 mettiamo a confronto i dati presenti nell’AIS con nuovi dati raccolti nei punti di inchiesta di Sonogno (42), Cavergno (41), Corticiasca (73) e Soglio (45). Gli esempi seguenti sono contrassegnati con il numero di mappa dell’AIS, seguito dalla parola/ frase italiana riportata nel questionario. Vengono poi riportati i dati dialettali utilizzando il sistema di trascrizione dell’AIS 3 . Ogni frase dialettale è preceduta dal codice della località che, per le località della Svizzera italiana, è riportato nell’elenco seguente. I dati ottenuti nella recente campagna di inchieste (ancora in corso) sono invece stati trascritti usando l’inventario IPA. 22 31 32 35 41 42 44 45 46 Lavorceno (Olivone) Osco Chironico Bivio Cavergno Sonogno Mesocco Soglio Coltura (Stampa) Val Blenio Leventina Leventina Albula (GR) Valle Maggia Val Verzasca Mesolcina (GR) Val Bregaglia (GR) Val Bregaglia (GR) 50 51 52 53 58 70 71 73 93 Cimalmotto Vergeletto Aurigeno Prosito Poschiavo Indemini Breno Corticiasca Ligornetto Valle Maggia Val Onsernone Valle Maggia Riviera Val Poschiavo (GR) Locarnese Luganese Val di Colla Mendrisiotto 2. La negazione nei dialetti italiani settentrionali I dialetti italiani settentrionali presentano tre tipi principali di struttura negativa (per un’ampia rassegna, si veda m anzini / s avoia 1998, 2005): preverbale (attestata prevalentemente in Toscana settentrionale, Liguria, Romagna, Veneto, Friuli, Engadina e Val Monastero), discontinua (attestata in Emilia e nel lombardo alpino), e postverbale (in Lombardia, Grigioni e Piemonte). Ulteriori sotto-tipi di negazione postverbale possono essere poi individuati attraverso una mappatura più dettagliata della posizione della negazione rispetto al participio passato e ad altri avverbi aspettuali (z anuttini 1997, m anzini / s avoia 1998, p arry 2013): le negazioni di tipo mica/ buc(ca)/ brisa tendono infatti a comparire prima dell’avverbio corrispondente all’it. già, mentre le negazioni che etimologicamente corrispondono a quantificatori negativi precedono immediatamente il participio passato (per un’ampia rassegna di dati, si veda m anzini / s avoia 2005, III: 206). Quest’ultima struttura negativa, esemplificata in (1), non è attestata nei dialetti della Svizzera italiana. 3 Le trascrizioni sono il frutto della digitalizzazione delle mappe dell’AIS effettuata nell’ambito del progetto AIS, reloaded. La digitalizzazione avviene in modo semiautomatico grazie ad un software messo a punto dall’ing. Graziano Tisato. La negazione nei dialetti della Svizzera italiana 77 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 (1) 1678 questa donna non mi piace 147 a fúmnα m pyā ñnte Infine, alcuni dialetti lombardi presentano una negazione di tipo no, collocata solitamente dopo il participio (ad es. il milanese lo so no ‘non lo so’). Per le varietà della Svizzera italiana da noi indagate si registra un solo caso di negazione di tipo no (AIS 1587/ 51, cf. §10). Segnaliamo infine l’avverbio negativo [ˈwɛr] (cf. it. guari 4 fr. ant. guaires, guares (mod. guère), dal germ. *waigaro), attestato a Cavergno già nei testi editi e commentati da s aLvioni 1905, 1935-37; sul tipo guari in it. antico, si veda z anuttini 2010: 572-73. Tale avverbio non deriva né da un elemento indicante quantità minima, né da un quantificatore negativo, ma da un cosiddetto massimizzatore (polar maximizer), ovvero da un elemento che etimologicamente denota un grado o una quantità positiva (cf. l’inglese at all). L’avverbio [ˈwɛr] è impiegato a Cavergno come rafforzativo della negazione, ma nelle nostre inchieste abbiamo riscontrato la tendenza ad impiegarlo come marca negativa non enfatica al posto dell’usuale miga. Buona parte della letteratura, sia di tipo formale che funzionale/ tipologico (r amat / B ernini 1996, v an der a uwera 2010) si concentra in particolare sulla nascita dei sistemi con negazione discontinua, ovvero sulla grammaticalizzazione della marca postverbale a partire da un elemento denotante quantità minima (Stadio I > II del ciclo); per l’italo-romanzo si vedano m oLineLLi 1984, G arzonio 2008, 2017. Per documentare la prima fase del ciclo sarà utile concentrarsi sulle varietà della val Bregaglia che, come vedremo, nell’AIS mostrano solamente la negazione preverbale, mentre, secondo i nostri dati, i dialetti moderni presentano un sistema con negazione prevalentemente postverbale. In questo lavoro, tuttavia, ci concentreremo soprattutto sulla perdita della negazione preverbale (Stadio II > III), ben documentata nei dialetti ticinesi di Cavergno e Sonogno (z eLi 1968; su Cavergno, si veda s aLvioni 1905, 1935-37; su Sonogno, L urati / p inana 1983). Le valli Maggia e Verzasca, che confluiscono verso l’estremità settentrionale del lago Maggiore (s aLvioni 1886), costituiscono quindi un laboratorio naturale per lo studio dell’evoluzione della negazione nei dialetti lombardi. Riguardo alla perdita dell’elemento preverbale, l’ipotesi più accreditata è che si tratti di un effetto collaterale dovuto all’impoverimento semantico dell’avverbio negativo postverbale, che, cessando di veicolare ogni valore pragmatico, assume la funzione di negazione frasale (sui dialetti veronesi, si veda p escarini 2005). Riguardo al valore semantico/ pragmatico dell’it. mica - ma possiamo estendere l’ipotesi alle negazioni 4 Riportiamo qui la definizione del Vocabolario Treccani, http: / / www.treccani.it/ vocabolario/ guari/ , consultato il 3 Maggio 2017: guari avv. e agg. [dal fr. ant. guaires, guares (mod. guère), che è dal germ. *waigaro], ant. - Molto; è usato (con rare eccezioni) solo in frasi negative: non stette là con essi g. (Dante); dopo non g. spazio passò della presente vita (Boccaccio). In alcune locuz. avverb., come non g., tra non g., non ha g., non è g., non istette g., non andò g., (quasi tutte con sign. temporale), e non g. lontano, l’uso, sentito peraltro già in passato come pedantesco, ha persistito fino al secolo 20°. Diego Pescarini/ Giulia Donzelli 78 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 postverbali in genere - c inque 1976: 314 nota che «affiancando il mica al semplice non, il parlante vuol negare un’aspettativa da parte di qualcuno piuttosto che un’asserzione. Mica, cioè, ha un contenuto puramente presupposizionale. … Nega cioè il contenuto di una certa aspettativa piuttosto che quello di un’asserzione.» Dato tale valore presupposizionale, la previsione di Cinque è che l’uso di mica sia sfavorito in contesti presupposizionali come ad esempio le relative restrittive; si confronti ad esempio il contrasto fra relativa restrittiva e una appositiva (dati tratti da c inque 1976: 107): (2) a. quella è la ragazza che non vuole (*mica) essere invitata a ballare b. tuo cugino, che non è mica uno stupido, s’è rifiutato di collaborare Secondo Cinque, il contrasto fra (2)a e (2)b indica che in italiano mica non è una marca di negazione inerte, ma attiva una specifica lettura presupposizionale. Quando ogni valore pragmatico viene meno, si innescano le condizioni per la rianalisi della negazione postverbale come negazione frasale non marcata e, quindi, per la perdita dell’elemento preverbale. Per questo motivo è possibile che il contrasto in (2) non sia chiaramente percepibile dai parlanti provenienti da aree dell’Italia settentrionale caratterizzate dalla scomparsa della negazione preverbale. Tralasciando le questioni squisitamente semantiche, cerchiamo qui di indagare se la perdita della negazione preverbale segua un percorso prestabilito, che colpisce determinati contesti sintattici prima di altri. Infatti, è plausibile che tale perdita progressiva sia avvenuta attraverso una fase più o meno lunga in cui l’uso della marca preverbale era soggetto a variazione. Sicuramente tale variazione era influenzata da fattori sociolinguistici (a rmstronG 2001), ma, dato il tipo di materiale in nostro possesso, non siamo in grado di indagare in modo appropriato il ruolo di tali fattori nell’evoluzione storica e variazione sincronica dei dialetti della Svizzera italiana (per il francese parlato in Svizzera, si veda F onseca -G reBer 2007). Tuttavia, accanto a fattori esterni, è anche plausibile che la distribuzione della negazione preverbale fosse condizionata da fattori interni al sistema linguistico, quali la compresenza di elementi negativi o l’occorrenza in contesti irreali. Un primo elenco di fattori è stato individuato in uno studio quantitativo su un corpus di francese realizzato da a shBy 1981. Secondo Ashby, il passaggio fra il II e il III stadio del ciclo di Jespersen è condizionato (anche) da una serie di restrizioni di ordine sintattico, che qui riportiamo in modo schematico: (a) Grammaticalizzazione: la perdita della negazione preverbale è favorita quando l’avverbio negativo postverbale cessa di avere valore lessicale. (b) Concordanza negativa: la perdita della negazione preverbale varia in base al tipo di elemento negativo che co-occorre con la negazione preverbale; tendenzialmente, i contesti più conservativi sono quelli in cui compaiono elementi a polarità negativa, come mai, più, nessuno, niente. (c) Frasi indipendenti e dipendenti: la negazione preverbale è favorita in frasi dipendenti. In frase indipendente imperativa vi è maggiore conservazione della negazione preverbale. La negazione nei dialetti della Svizzera italiana 79 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 (d) Tipologia di frase dipendente: la negazione preverbale è più frequente in frasi relative, congiuntive e infinitive; vi è invece maggiore perdita con le subordinate indicative e nelle ipotetiche. (e) Tipi di verbo: la negazione preverbale è maggiormente conservata in presenza degli ausiliari essere e avere e i modali dovere e potere. Tendono invece a perdere la negazione preverbale le frasi con tempi semplici o le perifrasi aspettuali. (f) Soggetto: la presenza di un soggetto lessicale favorisce la presenza della negazione preverbale, mentre soggetti nulli e pronomi clitici favoriscono l’assenza della marca negativa preverbale. Analogamente a quanto riportato al punto (f), m eisner / p omino 2014 hanno individuato una correlazione fra la presenza della negazione preverbale e la natura prosodica del soggetto che precede immediatamente la negazione: la negazione preverbale tende ad essere omessa nei contesti in cui il soggetto sia omesso o clitico, sebbene in misura diversa con clitici diversi. Rimane infine da capire se tale correlazione sia effettivamente significativa. Infatti, la presenza del soggetto clitico con un soggetto lessicale e l’assenza della marca negativa preverbale sono tratti in co-variazione sociolinguistica (p aLasis 2015), ma non necessariamente legati da una relazione di causa-effetto. Per le varietà lombarde, l’intero ciclo della negazione è stato osservato nella ricognizione diacronica del milanese effettuata da v ai 1996, mentre altri dati sulla sincronia sono stati raccolti in B ernini 1987 e B ernini / r amat 1990. Per il Ticino, è rilevante lo studio di z eLi 1968, anch’esso in parte basato sui dati dell’AIS e su altre fonti. z eLi 1968 suddivide il territorio ticinese in tre principali zone con diversi gradi di conservazione del non preverbale: una prima area di forte conservazione (Sonogno e Cavergno); una seconda in cui la negazione preverbale compare con una certa intensità (restante val Lavizzara, Isone, Breno, Bedigliora, fraz. Nerocco) ed infine alcune aree in cui si presentano sporadiche presenze. L’assenza della negazione preverbale è comunque attestata, con gradi molto diversi, in tutte le località prese in analisi. z eLi 1968 si sofferma inoltre sulla morfologia della negazione preverbale, che presenta l’alternanza fra una forma di tipo no e una apocopata di tipo n’, in cui la nasale sillabifica con il successivo clitico soggetto. Sembra difficile pensare che le due marche preverbali no e n’ avessero un diverso valore prosodico, come invece sembra intendere la Zeli. L’origine dell’alternanza no/ n’ andrebbe piuttosto studiata in relazione all’evoluzione sintattica della posizione della negazione preverbale rispetto ai clitici soggetto: l’ordine originario clitico soggetto > no, ancora attestato in area ticinese (vedi §3), viene progressivamente sostituito dall’ordine innovativo no > clitico soggetto. Poiché i clitici soggetto hanno una forma prevalentemente vocalica, si viene quindi a creare una condizione di iato fra elementi prosodicamente deboli, che viene in seguito risolto mediante l’apocope della marca negativa. Considerazioni più approfondite sulla morfologia della negazione si possono trovare in p oLetto / G arzonio 2014. Infine, Zeli propone una classificazione sintattica dei contesti negativi. La sola negazione preverbale compare prevalentemente nella protasi e in proposizioni finali rette da predicati che esprimono ‘fare attenzione’ (cf. AIS 1144 Bada che le galline Diego Pescarini/ Giulia Donzelli 80 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 non vadano nel giardino) o timore. Si noti che in tali contesti, anche con i verbi di tipo temere, non risultano mai casi di negazioni espletive. Il nostro studio può essere considerato una ideale continuazione dello studio di Zeli: presenteremo dati più precisi sull’evoluzione diacronica e riorganizzeremo il materiale in modo coerente con le indicazioni fornite dalla letteratura più recente. Abbiamo cercato di organizzare i dati dell’AIS per vedere quali fra i fattori individuati da a shBy 1981 sono effettivamente rilevanti per l’erosione del sistema con negazione discontinua. Anticipiamo ora le conclusioni dello spoglio dell’AIS, dove troviamo due varietà con negazione preverbale (Soglio e Coltura (Stampa), punti 45 e 46), una varietà con negazione discontinua (Sonogno 42 e, in misura minore, Cavergno 41), e altre venti località che presentano tracce di negazione discontinua. In tali varietà la negazione discontinua è quindi limitata ad alcuni contesti e, probabilmente, in alcune di queste varietà e contesti la presenza della negazione preverbale è opzionale. Le varietà e i contesti in cui abbiamo attestazioni di negazione preverbale sono riassunte nella tabella seguente (ricordiamo che, in presenza di un’attestazione, siamo autorizzati a concludere che il sistema di negazione discontinua fosse per lo meno opzionale, mentre nel caso di assenza di attestazioni non possiamo automaticamente escludere che la negazione discontinua fosse opzionalmente ammessa): Indicative Indicative con modale Protasi Iussive / imperative Subordinate congiuntive Concordanza negativa 42 42 42 42 42 42 41 71 35 71 71 41 41 41 52 51 22 Tab. 1: Presenza di negazione preverbale nei dialetti della Svizzera italiana, dati AIS. Il contesto sintattico che presenta una maggiore incidenza della negazione preverbale è quello in cui compaiono elementi negativi che fanno scattare la concordanza negativa (cf. §§7, 8), in particolare in presenza di avverbi negativi come mai e più. Vi è un’incidenza minore di negazioni preverbali in frasi subordinate congiuntive (cf. §5) e iussive/ imperative (cf. §6). I contesti nei quali è ancora meno frequente l’uso di negazione preverbale sono la frase indicativa e la protasi del periodo ipotetico, indagati ai §3 e 4 (tuttavia, nel corpus AIS è presente un solo caso di protasi negativa). Confrontando i dati di a shBy 1981 con quelli estrapolati dall’AIS, è possibile individuare una tendenza comune, che segnala un’effettiva influenza del contesto sintattico nella perdita della negazione preverbale in sistemi corrispondenti allo Stadio II/ III del ciclo di Jespersen. In base ai dati in nostro possesso, la perdita segue infatti la seguente gerarchia di contesti: indicative > protasi > iussive/ imperative > sub. congiuntive > concordanza neg. La negazione nei dialetti della Svizzera italiana 81 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 Nei prossimi paragrafi prenderemo in esame i singoli contesti, riportando per ognuno i dati rilevanti e, dove necessario, discutendo brevemente gli esempi più problematici. 3. La negazione in frase indicativa L’unica varietà che nell’AIS presenta costantemente un sistema di negazione discontinua è Sonogno (42; val Verzasca), mentre hanno la sola negazione preverbale i dialetti della val Bregaglia: Soglio e Coltura (punti 45 e 46). In frase indicativa senza altri elementi negativi come avverbi o quantificatori (vedi sotto), abbiamo una traccia di negazione discontinua solamente al punto 41, cf. (5), segno che almeno in questa varietà la negazione preverbale era opzionale. Secondo i dati pubblicati in s aLvioni 1905 e analizzati da z eLi 1968, la negazione preverbale a Cavergno doveva essere più frequente in stadi diacronici immediatamente precedenti le inchieste dell’AIS. La presenza della negazione preverbale era probabilmente soggetta a variazione sociolinguistica, ma, sulla base dei dati in nostro possesso, è inutile provare ad affrontare qui il problema. Per quanto riguarda i fattori interni, l’uso di negazione preverbale in (5)41 può essere favorito dalla presenza del verbo modale (a shBy 1981, cf. punto (e) in §2). Si noti infine l’interazione fra negazione e clitico soggetto in (3)-(6): in 41 e 42 il clitico soggetto co-occorre con il soggetto lessicale (per es. (3)42: t fmn kiɫ l nm pya mnα ), mentre in (3)45-46 clitico e soggetto lessicale sono in distribuzione complementare (per es. (3)45 kwitα dnnα n m pl ). Inoltre in 41, 42, 45 il pronome soggetto precede la negazione (per es. (5)45 α n vl št ), mentre in (5)46 possiamo già notare l’ordine innovativo negazione > clitico (v ai 1996, 2016). L’ordine clitico > negazione e la distribuzione complementare fra soggetto e clitico (come in francese) sono due tratti in co-variazione sistematica, entrambi attestati in tutta l’area alto-settentrionale fino al XVI secolo (v aneLLi 1998). (3) 1678 questa donna non mi piace 42 t fmn kiɫ l nm pya mnα 45 kwitα dnnα n m pl 46 kwitα dnα n m pl (4) 653 non dormirò 42 * a n vɫ drmī mínα 45 .. nű drumirá 46 .. i n drumirá (5) 1594 non vuol rimanere 41 la na v ta mα 42 l n g vó šta mα (kun ny) 45 α n vl t 46 nű lα vl str Diego Pescarini/ Giulia Donzelli 82 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 (6) 1658 non capisco 42 ὰ nαe kapís mínα 45 i nú kαp 46 y nɳ kαpí Anche nell’unico contesto interrogativo negativo e nell’unico contesto condizionale presenti nell’AIS tracce di negazione preverbale/ discontinua si trovano esclusivamente nei punti 42, 45, 46. Il dialetto di Sonogno non presenta inversione del clitico soggetto, cf. (7)42, e presenta(va) una forma analitica del condizionale, cf. (8)42, lett. ‘non vorrebbe essere mica contento’. (7) 69 (Perché) non vi sposate? 42  ne f mrüd mínα 45 n sὰ pzáf 46 nu f.; nu puzáf; nu f mαridáf (8) 1630 non sarebbe contento 42  n vurü s mñα kntⁿt 45 n fǘssα kntnt 46 n l füs mα kuntént Le altre varietà presentano costantemente la negazione postverbale, che è lessicalizzata da due avverbi: uno di tipo mica e l’altro di tipo b(r)ic(a), cf. le forme retoromanze brich(a), betg(a) (forse da bāca ( m )), sursilvano buc(a) ( Bucca ( m ); w iLLis / B reitBarth / L ucas 2013). (9) 653 non dormirò 22 a drómyα mɳgα 31 a drmαrǫ míα 32 a drmirǫ mñi 35 i dúrmir bi La carta 1669 (non potevo andare…) presenta qualche difficoltà di interpretazione perché in alcune varietà sembra mancare la negazione postverbale, ma la frase originale del questionario prosegue con una disgiunzione negativa (… né avanti, né indietro). Poiché in molte varietà la negazione postverbale non può co-occorrere con altri elementi negativi, inclusa una coordinazione negativa, possiamo facilmente spiegare l’anomalia. La negazione nei dialetti della Svizzera italiana 83 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 4. Protasi Nella protasi del periodo ipotetico, si registra un solo caso di negazione discontinua in una varietà che in frase dichiarativa presenta esclusivamente negazione postverbale, cf. (71). (10) 1278 se non mangiamo 45 sα n m máɳgα 46 sα n um máɳgα 71 sa nα mánǵumí Il formativo um in (10)45-46 deriva dalla forma homo , che, combinata con il verbo alla terza persona, dà l’interpretazione di prima persona plurale. La nasale in 71, invece, è sicuramente la marca di negazione poiché in questa varietà il clitico di prima plurale è a. 5. Frasi iussive e imperative A Sonogno (42), unica località con un solido sistema di negazione discontinua, si registrano casi di omissione opzionale della negazione preverbale in frasi imperative e iussive, cf. (11)42 e (12)42. In tali contesti, gli elementi negativi di tipo mica/ brisa possono comparire anche ad inizio di frase, ad esempio in (12)35 e (12)46. Tale ordine è identico a quello delle limitrofe varietà reto-romanze (B ernini 1998), mentre nelle varietà italo-romanze prevale l’ordine imperativo (= infinito) > mica (si vedano le carte AIS 1621 e 1647) 5 . Il dato in (12)46 è molto interessante perché si tratta dell’unico caso di negazione di tipo mica in un dialetto della val Bregaglia (ricordiamo che ai punti 45 e 46 l’AIS registra solamente casi di negazione preverbale). (11) 1647 non ti muovere 41 nu mvad míα 42 n sák mínα 46 nu  mvαr 5 Come tuttavia osserva un revisore anonimo, sono presenti anche in Lombardia forme di imperativo negativo con l’ordine mica > infinito. Il tipo mica andare! è in effetti attestato anche in altre aree del settentrione, ma sembrano avere una pragmatica, un’intonazione e una distribuzione sintattica peculiare. Ad esempio, p escarini 2009: 24-25 nota che nell’italiano regionale (veneto) l’ordine negazione > V è ammesso con l’imperativo singolare (che è espresso dall’infinito), ma agrammaticale con l’imperativo plurale: (i) a. mica andare! b. *mica andate! La stessa asimmetria fra imperativi negativi singolari e plurali si riscontra in romancio, cf. AIS 1621 vs 1647. Diego Pescarini/ Giulia Donzelli 84 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 (12) 1621 non cadere 41 n tmα žü m; ~ tme py žü mα (negazione discontinua) 42 krdα pœ mñα, ~ ~ mnα; ne krd p ~ (negazione discontinua opzionale) 45 n d ; ~ d ~ (solo negazione preverbale) 73 brla mgα ̩ ; bǘrl ~ (solo negazione postverbale) 35 b d ; b d ~ (bic/ bit preverbale) 46 mí dr ; ~ d ~ (mi(ca) preverbale) La frase 355 è ambigua poiché può essere interpretata sia come una forma di cortesia (it. lei, non vada fuori! ), sia come una frase ottativa alla terza persona (it. (mi raccomando) che non vada fuori! ). Nel secondo caso si spiega la presenza di un complementatore k(V) ai punti 42, 45 e 46. (13) 355 non vada fuori 42 k váa mínα 45 kα n vdα 46 kα nl vdα 93 vága mña; kal vga 6. Frasi subordinate al congiuntivo Anche in frasi subordinate al congiuntivo, i dialetti della val Bregaglia si confermano come sistemi a negazione preverbale e il dialetto di Sonogno come sistema con negazione discontinua. In tale contesto, tuttavia, si riscontrano tracce di negazione discontinua anche in altre località: 41, 71 (Cavergno e Breno). Non è un caso, a nostro avviso, che si tratti delle località dove si erano riscontrate tracce di negazione discontinua nei contesti principali descritti nei paragrafi precedenti. A queste si aggiunge la varietà 52, che addirittura registra un caso di negazione esclusivamente preverbale. (14) 1143-44 Bada che le galline non vadano nel giardino 41 šta tnt k l galíɳ ki nα váyim mìα ìntil rt 45 gwrdα kα lαɳ glnα n vdαn  ll rt 46 gwárdα kα lαɳ gαlɳα n vdαn n l rt 52 ke nα vayindαl rt 71 fà atntsyúɳ k i galíɳ i nα vága mα indαr rt(v); ~ ~ ~ ~ rt La negazione nei dialetti della Svizzera italiana 85 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 (15) 1651 (Mi meraviglio) che non lo troviate 6 41 k ù n αl tr mα 42 k  n èl trα mínα 45 kα n l trá 46 k nú l truvá 71 ka n r trgf myα 7. Concordanza negativa con avverbi (mai, più) In tutti i dialetti, sia con negazione discontinua che con negazione postverbale, gli avverbi negativi di tipo mica, brisa, ecc. sono in distribuzione complementare con gli avverbi aspettuali a polarità negativa come mai e più (p arry 1997). Tale distribuzione complementare è illustrata dalla seguente batteria di dati, dove mai e mica alternano senza mai co-occorrere. (16) 650 non dormo mai 31 a drmi my 42 ὰ n drœm my 44  drmi mga 45 i n drm my 46 y nú drm my 70 à nα drm mα Di conseguenza, ci aspettiamo che solamente le varietà con negazione preverbale mostrino concordanza negativa con avverbi a polarità come più/ mai (per concordanza negativa intendiamo la co-occorrenza di due elementi negativi senza che vi siano effetti di doppia negazione, ovvero un’interpretazione positiva dovuta alla compresenza di due elementi negativi). Allo stesso tempo, dati i risultati dello studio di a shBy 1981 riportato nel §2, ci aspettiamo che proprio i contesti di concordanza negativa siano maggiormente refrattari alla perdita della negazione preverbale. I dati dell’AIS sono coerenti con questa previsione: infatti, la negazione discontinua in contesti di concordanza negativa è presente, oltre che nei punti 42, 45, 46, anche nei punti 41 (mappe 1605, 1606, 713), 71 (mappa 651) e 51 (mappa 713). 6 In questa frase la traduzione al punto 44 si presenta di difficile interpretazione, cf. (i). La forma del congiuntivo dovrebbe essere trọv  (t), ma il paradigma del punto 44 non è riportato nella tavola AIS n. 1685. Al momento, non abbiamo una segmentazione e una soluzione etimologica plausibile: (i) 44 k l trvdαn Diego Pescarini/ Giulia Donzelli 86 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 (17) 1605 lui non corre mai 41 lʸ u nα vñ máy unα vltα 42 l u n kr b my 45 l α n kr my 46 lǘ nu kr my (18) 1606 non ha mai fretta 41 n a my prα 42  n a máy prsa 45 n α my prα 46 nu l α my prα (19) 713 non mento mai 41 mi n d may s bí 42 m nαn di my bzàrdαrí 45 n dik my mαntsɳgα 46  nu dík my mαntsɳgα 51 α n dᵈ my bz (20) 651 non dorme mai 42 kwèl in  n drœm máy 45 kwl lá n drm my 46 nú l drm my 71 nú l drm my (21) 1665 non si muoveva più 35 α muαntvα b pl 41 ù n az mvva 42  n sakvα py 45 α n  mọvvα plü 52  z mvva pǘ 93 l sa muᵛva pyǘ (21)35 sembrerebbe un caso di concordanza negativa postverbale (ma solo con l’avverbio più), se si considera b  un allomorfo dell’elemento a polarità negativa bi  . Torneremo su questo punto nel § 11. 8. Concordanza negativa con quantificatori In molte aree dell’italo-romanzo i quantificatori negativi mostrano effetti di concordanza negativa asimmetrica: la negazione preverbale è infatti necessaria con i quantificatori postverbali, per es. nessuno (*non) parte vs non parte nessuno. I contesti rilevanti nell’AIS non sono moltissimi: abbiamo un caso di niente oggetto (mappa 829) e un caso di nessuno in posizione di aggiunto (mappa 1597). Anche per i quantificatori, La negazione nei dialetti della Svizzera italiana 87 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 è nota la loro incompatibilità con la negazione postverbale (p arry 1997): i quantificatori negativi e le negazioni di tipo mica/ brisa sono in distribuzione complementare. Per quanto riguarda la perdita della negazione discontinua, a shBy 1981 segnala che i contesti più conservativi sono quelli in cui compaiono elementi a polarità negativa, come mai, più, nessuno, niente. Al contrario, v ai 1996: 65 osserva che proprio i quantificatori oggetto sono uno dei contesti che favoriscono la caduta della negazione preverbale in milanese antico. Già in Bonvesin de la Riva si trovano esempi di quantificatori negativi in posizione di oggetto in frasi prive di non: (22) a. ti vi ancora nïente (De Scriptura Aurea, 37) b. k’eo parlo quas negota (De Scriptura Nigra, 340) Le osservazioni di Ashby e Vai sembrano quindi contraddirsi: da un lato la concordanza negativa favorisce la conservazione della negazione discontinua (a shBy 1981, z eLi 1968), dall’altro il milanese perde la negazione preverbale proprio in presenza di quantificatori oggetto (v ai 1996: 64-65). Cerchiamo ora di affrontare il problema alla luce dei dati dell’AIS. Nei punti della Svizzera italiana si possono individuare i due tipi di indefinito negativo niente e negutta, che, come previsto dalla generalizzazione di p arry 1997, presentano concordanza negativa solamente nelle varietà con negazione preverbale (45, 46) o con un solido sistema di negazione discontinua, (42). (23) 829 non valgono niente 22 i vr nint 31 u vran ntα 42 i n vàr natα 45 n vlαn nagtα 46 n vlαn nagt Quando il quantificatore negativo si trova all’interno di un sintagma preposizionale, la situazione è invece più complessa. In almeno un caso - (24)22 - il quantificatore compare assieme ad una negazione postverbale. Le varietà 41-46 mostrano concordanza negativa con la negazione preverbale. Di particolare interesse ci sembra il sintagma in parte (41 e 42), che qui ha valore negativo (= ‘da nessuna parte’), sebbene non contenga alcun morfema negativo. Il fenomeno è analogo alla sintassi degli elementi a polarità negativa dell’inglese per cui not … anywhere ha il significato di nowhere. (24) 1597 non lo trovo in nessun luogo 22 a l trviα míɳgα inάsüɳ sít 31 α l trv in nisǘɳ sít 41 α nαn trv im prt kα sα 42 à n l trv in prt 45 n l trf in nαgn lk 46 i nú lα trf in nαǘn lk Diego Pescarini/ Giulia Donzelli 88 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 In un testo raccolto a Sonogno nel 1929 (B ernardasci / s chwarzenBach 2016: 80) abbiamo inoltre riscontrato un altro tipo di sintagma preposizionale che alterna fra un’interpretazione negativa (in presenza di negazione frasale) e un’interpretazione a scelta libera (in assenza di negazione frasale): il sintagma preposizionale [ dɐ neˈsyn ˈoːrɐ ], letteralmente ‘da nessuna ora’, ha il significato di ‘qualsiasi ora’ se la negazione frasale è assente, (25). Quindi, con locuzioni come ‘in parte’, ‘da nessun’ora’, ecc. la negazione preverbale non compare solamente per effetto della concordanza negativa, ma serve a disambiguare il significato del sintagma preposizionale, che, in assenza di una marca negativa, viene interpretato come un elemento a scelta libera. (25) [r maˈtiɲ a ˈsaltɐ ˈfɔːrǝ del kaˈɲɔts dɐ neˈsyn ˈoːrɐ] ‘alla mattina a saltar fuori dal letto a qualsiasi ora’ I dati appena illustrati mostrano una netta asimmetria fra quantificatori oggetto e aggiunti. I primi tendono a sfavorire la concordanza negativa, mentre i secondi tendono a favorirla anche nei contesti/ varietà con sola negazione postverbale. Ciò significa che il sistema della concordanza negativa inizia a erodersi nei casi di quantificatore oggetto e resiste invece di più nei casi di elementi aggiunti, in particolare con elementi a polarità negativa come la locuzione in parte = ‘in qualche/ nessun luogo’. All’interno della gerarchia dei contesti che favoriscono la perdita/ conservazione della negazione preverbale sembrerebbe quindi esserci una sotto-gerarchia che determina quali fra i contesti di concordanza negativa siano quelli che favoriscono (ulteriormente) la perdita/ conservazione della marca di negazione preverbale. L’alternanza fra interpretazione negativa e scelta libera (free choice) di sintagmi preposizionali come in parte (41 e 42) rimane da indagare più a fondo. 9. senza/ con + quantificatore negativo In italiano, i sintagmi preposizionali introdotti dalla preposizione con sono soggetti ad un fenomeno di concordanza negativa per cui la forma della preposizione può essere modificata: con niente → senza niente. Alcune varietà settentrionali (soprattutto piemontesi e lombarde occidentali) non presentano il fenomeno, permettendo quindi a con di reggere un elemento negativo. Intuitivamente, il fenomeno sembra collegato alla perdita della negazione preverbale di frase e, di conseguenza, alla perdita di ogni forma di concordanza negativa anche all’interno del sintagma preposizionale. Anche nella Svizzera italiana sono presenti entrambe le possibilità, illustrate in (26): il tipo con niente è attestato nelle varietà 22, 41, 53, 58, 71, 73, 93, 46, mentre il tipo senza niente è ai punti 32, 42, 44, 45, 50, 51, 52, 70. (26) 1598 Siete venuta senza niente 41 α sī ñíćα kulα ntα 42  sìʸ vñdα sαntsα ntα La negazione nei dialetti della Svizzera italiana 89 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 Non stupisce che le varietà con un solido sistema di negazione preverbale o discontinua come 42 e 45 abbiano concordanza negativa anche nel sintagma preposizionale. Riguardo poi all’alternanza fra il quantificatore niente e negot, abbiamo recentemente registrato a Olivone (22) la seguente distribuzione asimmetrica: mentre niente può co-occorrere con entrambe le preposizioni, il tipo negot occorre esclusivamente con la preposizione con: (27) a. kʏr/ ˈsentza ˈɲeːnt (Olivone, 22; inchiesta 2016) b . kʏr/ *ˈsentza naˈɡot 10. Negazione di costituente Non abbiamo molte notizie sulle forme della negazione di costituente nei dialetti lombardi. Per il milanese antico, v ai 1996: 78 nota un’alternanza nei testi di Bonvesin tra la forma no minga e minga, mentre nel milanese moderno è rimasto solamente minga (cf. AIS, carta 1520, punto 261). Anche l’evoluzione della negazione di costituente sembrerebbe quindi ricalcare quella della negazione frasale. Per la Svizzera italiana, i dati dell’AIS non aiutano a comprendere la struttura della negazione di costituente perché in entrambi i casi si tratta di strutture contrastive per le quali il parlante preferisce ricorrere ad una locuzione preposizionale come invece di. Segnaliamo solamente due casi peculiari: in (28)51 abbiamo l’unico esempio del nostro piccolo corpus di una negazione di tipo no, mentre in (29)42 possiamo osservare che a Sonogno la negazione di costituente è quella di tipo mica e non di tipo non. (28) 1586-87 perché non hai scelto questo e non quello? 51 pαrk t  rnǘ kwli n imvće dα kwαl lt (29) 1520 non di quella lì 42 e mnα dα kwélα lan L urà 1987: 199 rileva tracce sporadiche di negazione preverbale nel dialetto di Mendrisio. Il contesto di maggiore occorrenza di non è tuttavia in funzione di negazione di costituente, specialmente prima del quantificatore tutto (per es. non tutto). 11. Interazione fra la negazione postverbale e altri avverbi Gli avverbi di tipo mica, quelli a polarità negativa di tipo mai/ più e gli altri avverbi che compaiono immediatamente prima o dopo il participio (già, sempre, bene, pur, ecc.) tendono a disporsi, quando combinati, secondo un ordine rigido (c inque 1999). Ad esempio, in assenza di focalizzazioni, in italiano l’ordine non marcato è non l’ho mai più visto, mentre le altre possibilità combinatorie sono impossibili o molto inna- Diego Pescarini/ Giulia Donzelli 90 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 turali, per es. *non l’ho più mai visto. Inoltre, tali ordini tendono a rimanere invariati anche in lingue diverse dall’italiano (sui dialetti italo-romanzi si vedano L edGeway / L omBardi 2005, p aoLi 2007). L’interazione di questi avverbi nei dialetti ticinesi ci sembra invece che si discosti leggermente da quanto osservato in altre varietà alto-italiane, dando così luogo ad un sistema che meriterebbe una trattazione esaustiva. In questo paragrafo ci limiteremo ad alcune brevi annotazioni riguardo alla posizione e co-occorrenza di alcuni di questi avverbi con la marca di negazione postverbale. In alcuni punti d’inchiesta si registra la compresenza di due elementi per esprimere una semplice negazione di frase. Si noti nelle frasi seguenti l’uso di / pø/ (it. ‘poi/ pure’? ), che sembrerebbe giocare un ruolo di rafforzamento della negazione postverbale. (30) 1621 non cadere 42 krdα pœ mñα, ~ ~ mnα; ne krd p ~ 50 brla p mìa z; brlé ~ ~ ~ 41 n tmα žü m; ~ tm py žü mα 7 Avevamo già trattato un caso di co-occorrenza fra l’avverbio più e la negazione postverbale: (31) 1665 non si muoveva più 35 l α muαntvα b pl In altri contesti l’avverbio aspettuale mai compare sistematicamente in combinazione con un altro avverbio di tipo bene (cf. N2): (32) 1605 lui non corre mai 42 l u n kr b my.. In testi raccolti a Sonogno e Cavergno nel 1929 (B ernardasci / s chwarzenBach 2016: 80-81, 92-93) l’elemento [be] precede la negazione [ˈmiŋɟɐ] in contesti di negazione discontinua; sembra quindi modificare il valore pragmatico dell’intera negazione (ma, su Sonogno, si veda N2). (33) [ n e be ˈmiŋɟǝ ˈprɔpi ] (Sonogno) ‘non è proprio’ (34) [ pyˈse ke ɐrrøbǝ grɑːm  nǝ s ˈpentsu be ˈmiŋɟɐ ] (Sonogno) ‘più che a cose brutte non si pensa’ (35) [ u n n ɑˈvri be ˈmiːad˺ˈteːmɐ ] (Cavergno) ‘Non avrete paura? ’ Rispetto all’avverbio ancora, abbiamo una sola attestazione di negazione preverbale (36)45, nessun caso di negazione discontinua. Nei dialetti che presentano solo la negazione postverbale l’avverbio mo può sia precedere che seguire mica, cf. (36)50 7 Nel dialetto di oggi abbiamo registrato l’ordine opposto: [ nu ˈbyrla ˈmia ʒy ]. La negazione nei dialetti della Svizzera italiana 91 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 vs (36)73. Da segnalare la forma avverbiale composta nankamò, ñamò in (36)93, (36)22, che segue la negazione postverbale. Si tratterebbe quindi nuovamente di un caso di compresenza fra la negazione postverbale ed un elemento negativo aggiunto. Avevamo già riscontrato un caso simile nel §8, proprio per la varietà 22 (riportiamo qui di seguito il dato per comodità). (36) 1450 non è ancora matura 45 n  ɳkα mαdr 50 l  m mα marǘdα 73 l  mña mm marǘdα 93 l  mña naɳkam marǘdα 22 l  míɳgα ñam madǘrα (37) 1597 non lo trovo in nessun luogo 22 a l trviα míɳgα inάsüɳ sít Prendiamo infine in considerazione anche un caso di verbo preposizionale, che - come illustrato in (38) - consente due possibili ordini della particella rispetto alla negazione postverbale. (38) 1621 non cadere 32 krdα ẓ mñi; krd míñi (giù > mica) 41 n tmα žü m; ~ tm py žü mα (poi > giù > mica) 52 búrla žü mα; brl ~ ~ (giù > mica) 53 brla míga ž; burly miga žǘ (mica > giù) 70 brlα mα ž; burl miα žǘ (mica > giù) 71 brl mα žǘ; (l.) brl ~ ~ (mica > giù) 93 bǘrla mñα ǵ; bürl ~ ~ (mica > giù) 12. Cenni sull’evoluzione diacronica: dal 1920 ad oggi Sonogno (val Verzasca), Corticiasca (val Colla) e Cavergno (val Maggia) sono stati i primi punti AIS ad essere nuovamente indagati nell’ambito del progetto AIS, reloaded. Soglio (GR) è il quarto punto di cui è possibile una comparazione; sono qui presentati alcuni dati raccolti nel 2002 da Michele Loporcaro, che qui ringraziamo. I sistemi di negazione attestati negli anni 1920 risultano essere eterogenei fra loro: dal sistema esclusivamente preverbale di Soglio e Coltura (Bregaglia) al sistema prevalentemente discontinuo di Sonogno e, in misura leggermente minore, Cavergno, fino alle varietà con residui di negazione preverbale/ discontinua come Corticiasca (su Corticiasca e i dialetti limitrofi, si veda s aLvioni 1891). I dati moderni presentano invece una polarizzazione fra due tipi: i dialetti della Bregaglia, Verzasca e Maggia Diego Pescarini/ Giulia Donzelli 92 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 mostrano un sistema misto caratterizzato da un’alternanza pressoché libera fra tutti e tre i sistemi di negazione (discontinua, pree postverbale), mentre nel resto della Svizzera italiana si osserva una generale convergenza verso la sola negazione postverbale. Per quanto riguarda il dialetto di Soglio 8 , Val Bregaglia (GR), oggi possiamo notare una generale alternanza fra negazione preverbale e postverbale, cf. (39). Contrariamente alle attese, i casi di negazione discontinua come (40) sono piuttosto rari. (39) Questo piacere non può farvelo lui. W: [kweʃto pla'ʃe: r a f al po 'mia fɛː 'ly] N: [kwel pla'ʃeːr nu ma l po 'fe 'ly] (40) Noi non te lo possiamo fare. N: [nu'ɛltar no ma ta l po 'mia 'fe] Come visto in precedenza per i dialetti con negazione discontinua, la negazione di tipo mia può essere preverbale nei contesti imperativi ed esclamativi: (41) La chiave non perdetemela, mi raccomando. W: [parː'dem mia la 'klɛːf par pla'ʃeːr] W: [ma raku'manda mia 'perdar la 'klɛːf] W: [par'demla mia la 'klɛːf] (42) Non me la fare, quella roba là. N: [mia a m 'fe kwela rɔba 'la] N: [ier num 'fe] In presenza di concordanza negativa, la negazione preverbale tende a comparire ancora sistematicamente con l’avverbio mai, vedi (43), ma i quantificatori negativi aggiunti non presentano concordanza negativa, vedi (44). (43) a. Quella bambinetta non si lava mai. N: [kwela 'matːeta non s leva 'mei] b. Non si è mai lavata. N: [non s e 'mei la'vɛːda] c. L’acqua della fontana non l’ho bevuta mai. W: [i ɛ mɛi be'yː 'ɛɡːua dala fun'tɛːna] (44) Il mio asino non ha paura di nulla. W: [al me 'ɛzan la 'tema da na'ɡːot] N: [al me 'ɛzan la 'tema da na'ɡot] A Sonogno abbiamo notato una generale perdita della negazione discontinua a favore di quella esclusivamente postverbale. Riportiamo in (45) un esempio per ogni contesto e procediamo poi a discutere i pochi casi in cui si è registrata una negazione preverbale. 8 Le lettere W e N che precedono gli esempi indicano informatori diversi. La negazione nei dialetti della Svizzera italiana 93 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 (45) Sonogno 1144 da a 'tra k i ga'liɲ i 'vajə 'miːa per 'ort (subordinata al congiuntivo) 1278 s a ˈmaŋdʒʊm ˈmːa (protasi) 1678 ʃte ˈfɛrna l en pjas ˈmːa (frase indicativa) 1594 u vo 'miːa 'ʃtaːk (frase indicativa) 1605 'ly u 'kor 'ma:  (avverbi negativi) 1606 u ga 'maːi 'prɛsa (avverbi negativi) 829 i 'var 'naoːta (quantificatori negativi) Abbiamo trovato tracce sistematiche di negazioni preverbali in presenza dell’avverbio mai, (46)b, e in combinazione con il sintagma a polarità negativa in parte = ‘da nessuna parte’, in (47)b. Il contesto di legittimazione degli elementi aggiunti a polarità negativa sembra dunque essere quello maggiormente conservativo, in linea con quanto osservato da a shBy 1981. (46) 713 non mento mai 42a. m nαn di my bzàrdαrí ( AIS ) 42b. me ne bo'zarda 'ma (inchiesta 2016) (47) 1597 non lo trovo in nessun luogo 42a. à n l trv in prt ( AIS ) 42b. a ne l 'troːv in 'pæːrt (inchiesta 2016) In questo senso, la concordanza negativa con un sintagma aggiunto sembrerebbe essere il contesto in cui la negazione preverbale è favorita anche in varietà che l’hanno altrimenti persa del tutto. In questa chiave va forse considerato il dato di Corticiasca (73), che nell’AIS presenta una nasalizzazione del clitico oggetto nella mappa 1597. Si noti che, secondo le nostre ricognizioni (cf. (48)73b) oggi tale traccia di nasalizzazione è completamente scomparsa, ma i dati sin qui raccolti ci spingono a ipotizzare che contesti come 1597 siano quelli in cui la negazione preverbale si conserva meglio. (48) 1597 non lo trovo in nessun luogo 73a. à n trv mígα da nǘna párt (AIS) 73b. a l trɔv da niˈsyːna ˈparte (inchiesta 2016) Cavergno presenta un passaggio da sistema prevalentemente discontinuo ad uno ad alternanza libera. È attestato ad oggi l’uso di negazione discontinua e postverbale, ma anche preverbale in subordinata al congiuntivo, protasi e opzionalmente in frase indicativa. L’avverbio negativo [ ˈwɛr ] indica un rafforzamento della negazione, ma sembra essere spesso utilizzato anche come marca negativa non enfatica. (49) Cavergno 1144 i nɐ ˈnaja ˈintil ʤjarˈdin (subordinata al congiuntivo) 1278 s ym nɐ ˈmanʤja (protasi) 1678 ˈkeʃtɐ ˈfemnɐ la m pjɛˑʒ ˈmːa (frase indicativa) 1594 la na vɔ reʃˈta (frase indicativa) Diego Pescarini/ Giulia Donzelli 94 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 1605 ly u na bryziʃ wɛr (avverbi negativi) 1606 u ja wɛr ˈprɛʃɐ (avverbi negativi) 829 i val wɛr ˈnutɐ (quantificatori negativi) Il contesto di concordanza negativa tende, come abbiamo visto, al mantenimento di negazione preverbale in co-occorrenza con elementi aggiunti a polarità negativa. Da segnalare l’uso della locuzione ‘da nessuna parte’ in sostituzione di ‘in parte’ presente invece nella carta 1597 dell’AIS, (50). (50) 1597 non lo trovo in nessun luogo 41a. α nαn trv im prt kα sα (AIS) 41b. ɐ na l ˈtrɔvi da neˈʃyna part (inchiesta 2017) 13. Conclusioni In questo lavoro abbiamo cercato di tracciare una gerarchia dei contesti che favoriscono la presenza della negazione preverbale nei dialetti oggetto delle inchieste dell’AIS. I dialetti della Svizzera italiana presentavano ai tempi delle inchieste di Scheuermeier i seguenti sistemi: - sistema di negazione esclusivamente preverbale (val Bregaglia, 45, 46); - sistema stabile di negazione discontinua (Sonogno 42 e, in misura minore, Cavergno, 41); - sistema residuale di negazione discontinua (22, 35, 51, 52, 71); - sistema con esclusiva negazione postverbale. Abbiamo cercato di illustrare in quali contesti sintattici la negazione preverbale è maggiormente preservata: si tratta in generale dei contesti congiuntivi, esclamativi e imperativi; vedi a shBy 1981. Un capitolo particolare meritano i contesti di concordanza negativa, dove si riscontra un’asimmetria chiara fra argomenti e aggiunti. Con i primi, la concordanza negativa tende a perdersi già nel lombardo antico (v ai 1996) e, nelle varietà moderne, gli indefiniti negativi non co-occorrono mai con la negazione postverbale (quindi: *mica niente). Al contrario, i sintagmi negativi aggiunti mostrano una forte incidenza di negazione preverbale anche nelle varietà ticinesi che hanno un sistema particolarmente eroso. Nelle varietà che hanno esclusivamente negazione postverbale, si registrano casi di occorrenza fra negazione e quantificatore negativo (il tipo mica in nessun luogo). Riguardo a questi ultimi sintagmi abbiamo notato l’alternanza fra interpretazione negativa e interpretazione a scelta libera a seconda della presenza di una negazione frasale. Tale alternanza, che non era stata documentata in altre lingue romanze, merita ulteriori approfondimenti. Per quanto riguarda la distribuzione areale dei diversi sistemi di negazione nei dialetti moderni, i nostri dati mostrano una polarizzazione fra due tipi principali: i dialetti «periferici» (Bregaglia, Verzasca e Maggia) mostrano un sistema misto caratterizzato La negazione nei dialetti della Svizzera italiana 95 Vox Romanica 76 (2017): 74-96 DOI 10.2357/ VOX-2017-004 da un’alternanza pressoché libera fra tutti e tre i sistemi di negazione (discontinua, pre e postverbale), mentre nel resto della Svizzera italiana si osserva una generale convergenza verso la sola negazione postverbale. Bibliografia AIS = J aBerG , K./ J ud , J. 1928-40: Sprach- und Sachatlas Italiens und der Südschweiz, 8 vol., Zofingen a rmstronG , N. 2001: Social and stylistic variation in spoken French. A comparative approach, Amsterdam/ Philadelphia a shBy , W. 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