eJournals Vox Romanica 77/1

Vox Romanica
vox
0042-899X
2941-0916
Francke Verlag Tübingen
10.2357/VOX-2018-002
Es handelt sich um einen Open-Access-Artikel, der unter den Bedingungen der Lizenz CC by 4.0 veröffentlicht wurde.http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/121
2018
771 Kristol De Stefani

Ancora sulla perifrasi progressiva: aspetti microdiacronici

121
2018
Silvia Natalehttps://orcid.org/https://orcid.org/0000-0001-9424-6367
vox7710029
Ancora sulla perifrasi progressiva: aspetti microdiacronici 29 Vox Romanica 77 (2018): 29-42 DOI 10.2357/ VOX-2018-002 Ancora sulla perifrasi progressiva: aspetti microdiacronici Silvia Natale (Berna) Silvia Natale https: / / orcid.org/ 0000-0001-9424-6367 Abstract: Die progressive Verbalperiphrase stare + gerundio wird in der Literatur zum Italienischen der Gegenwart als Konstrukt beschrieben, dessen Verwendung stetig ansteigt. Dieser Beitrag zeigt die Verwendungsentwicklung in mikrodiachronischer Hinsicht auf, indem die Zeiträume der Jahre 2002-2004 und 2017 verglichen werden. Unter Rückgriff auf experimentelle Methoden werden dabei neben den Frequenzen auch Gebrauchsbedingungen aufgezeigt, die den Gebrauch der Verbalperiphrase steuern, und somit die Beschreibung der Form um eine psycholinguistische Komponente erweitern. Damit wird dargelegt, unter welchen temporalsemantischen Bedingungen Sprecherinnen und Sprecher die Verbalperiphrase stare + gerundio verwenden. Keywords: Progressive aspect, Verbal periphrasis stare + gerund, Contemporary Italian, Experimental methods 1. Introduzione La perifrasi progressiva stare + gerundio vanta una lunga storia di grammaticalizzazione. Attestata sin dal ’400 (Dietrich 1985), anche se inizialmente con una diffusione molto circoscritta e con impieghi d’uso differenti rispetto a oggi (cf. Bertinetto et al. 2000 per i singoli stadi di grammaticalizzazione), nel corso della sua lunga grammaticalizzazione si è oggi affermata come perifrasi progressiva focalizzante (Bertinetto 2000), la cui frequenza prevale di netto rispetto ad altre perifrasi aspettuali (Squartini 1990). Nonostante sia ben radicata nel sistema verbale dell’italiano, non mancano nella bibliografia sull’italiano contemporaneo riferimenti all’incremento del suo uso, che rappresenterebbe uno dei tratti costituenti dell’italiano neo-standard a livello morfosintattico (D’Achille 2003, Cortelazzo 2007). L’espansione della frequenza di questa perifrasi «veterana» 1 , proclamata in diverse sedi (cf. Bertinetto 1990, Berretta 2000, Strudsholm 2004, D’Achille 2003, Heinemann 1 Accanto all’affermazione della crescente diffusione della perifrasi, si è discussa anche la causa dell’aumento del suo uso. Durante 1981 ipotizza che tale incremento sia dovuto alle traduzioni dall’inglese (numerosi gialli di origine anglo-americana o il doppiaggio dei film d’oltreoceano). Cortelazzo 2007 invece rigetta questa ipotesi, rifiutando di considerare la perifrasi stare + gerundio un anglicismo sintattico, ritenendo che la crescente diffusione della perifrasi è dovuta piuttosto a uno sviluppo autonomo senza influssi esterni. Non sono inoltre pochi gli sforzi di circoscrivere 29 42 002 Silvia Natale 30 Vox Romanica 77 (2018): 29-42 DOI 10.8357/ VOX-2018-002 2003, Cerruti 2011, Berruto 2017) è in linea con quanto affermato da Sabatini 1985: 155 che sostiene che alcuni fenomeni emergenti dell’italiano dell’uso medio segnino il «recupero … di modalità appartenute da sempre ai sistemi linguistici di base della comunità italiana». Questo articolo mira a contribuire alla descrizione della perifrasi in termini microdiacronici, cercando di cogliere alcune variazioni sia di ordine quantitativo che di ordine qualitativo. Paragonando dati di natura sperimentale (descrizione orale di brevi videoclip da parte degli informatori) raccolti all’inizio del millennio (2002-2004) e nel 2017 (cf. §2 per gli aspetti metodologici), questo studio cercherà di delineare, tramite metodi psicolinguistici, se l’uso della perifrasi è effettivamente aumentato nell’arco di circa 15 anni. Oltre all’aspetto quantitativo, verrà valutata anche una presumibile variazione rispetto ai criteri di selezione della perifrasi. In questo senso la metodologia impiegata propone una prospettiva che aggiunge alla descrizione della perifrasi, basata soprattutto su dati di corpora (cf. Squartini 1990 per i testi scritti, Villarini 1999 per l’italiano parlato, Bertinetto 2003 per i testi narrativi), l’aspetto dell’evidenza comportamentale. Essa, deducibile da dati sperimentali (behavioural evidence), va unita, secondo Klavan/ Divjak 2016 a dati tratti da corpora per giungere a un’analisi esaustiva di diversi fenomeni linguistici. Per quanto riguarda il significato della perifrasi, possiamo affermare che essa permette di esprimere l’aspetto progressivo, ovvero di indicare «un processo colto in un singolo istante del suo svolgimento» in cui la prosecuzione del processo è indeterminata (Bertinetto 1986: 120). La progressività della perifrasi è dovuta all’esistenza di un punto di focalizzazione «in cui il processo viene osservato nel pieno corso del suo svolgimento» (Bertinetto 1986: 120). Con queste accezioni fondamentali, affiancate da elenchi di incompatibilità con taluni verbi o avverbi, si esauriscono spesso nelle grammatiche (cf. ad esempio Serianni/ Castelvecchi 1991, Dardano/ Trifone 2001, Salvi/ Vanelli 2004, Schwarze 2009) le informazioni relative alla semantica della perifrasi che, oltre alla descrizione della semantica del costrutto, mirano a delucidare il suo comportamento sintattico. I riferimenti generalmente compatti nelle grammatiche rispetto alla perifrasi (eccezione fatta per il contributo di Bertinetto 1991 nella Grande grammatica di consultazione di Renzi et al.) possono spiegarsi con la facoltatività della forma, il cui utilizzo non è mai obbligatorio. Anche il presente indicativo, soprattutto se affiancato da determinati avverbi temporali, è in grado di rendere in egual modo il valore progressivo dell’enunciato come nell’esempio seguente: - Luca? - Sono qui. Stiro le mie camicie. - Luca? - Sono qui. Sto stirando le mie camicie. l’uso della perifrasi a determinate aree geografiche d’Italia, presenti già in Rohlfs 1969, che localizzano la perifrasi soprattutto nel sud d’Italia (cf. Villarini 1999). Ancora sulla perifrasi progressiva: aspetti microdiacronici 31 Vox Romanica 77 (2018): 29-42 DOI 10.2357/ VOX-2018-002 Il presente studio si propone di aggiungere alle descrizioni della perifrasi un nuovo criterio d’analisi che mira a individuare, mediante metodi psicolinguistici, i criteri che portano i parlanti a scegliere la perifrasi progressiva, tutt’ora opzionale, per riferirsi a un evento in svolgimento. La scelta della perifrasi progressiva, forma ancora oggi marcata proprio a causa della sua facoltatività, manifesta una presa di posizione da parte del parlante che, attraverso di essa, esplicita che l’evento al quale fa riferimento viene considerato nel corso del suo svolgimento (Comrie 1976). Quali sono dunque i fattori che determinano questa scelta? Quali sono i processi cognitivi rilevanti? Il presente studio vuole quindi, da un lato, fare luce sui processi di concettualizzazione che accompagnano la scelta della perifrasi progressiva, contribuendo all’accrescimento della sua descrizione in termini di funzionalità. Dall’altro lato fornirà le basi per una prima analisi microdiacronica di stare + gerundio, in quanto i dati sono stati rilevati in due momenti distinti: tra il 2002 e il 2004 (cf. Natale 2009) e nel 2017. 2. Metodologia 2.1. La base dello studio Come accennato sopra, il presente lavoro adatta metodi sperimentali di natura psicolinguistica per quantificare l’uso della perifrasi progressiva e per descrivere i fattori che ne determinano l’uso. L’approccio sperimentale aggiunge alle analisi precedenti una prospettiva che permette di cogliere alcune condizioni che causano, ad esempio, la selezione di una variante di una forma (ad esempio la forma semplice del presente indicativo in questo caso) rispetto ad un’altra altrettanto accettabile (ad esempio la realizzazione di un verbo con la perifrasi progressiva) (Anderwald/ Szmrecsanyi 2009). Per identificare i criteri che sollecitano l’uso della perifrasi aspettuale, sono state create 40 brevi scenette dinamiche 2 sotto forma di videoclip rappresentanti persone reali che eseguono un’attività tratta dalla vita quotidiana come pedalare in bicicletta o preparare la tavola (cf. Natale 2009). Le scene presentano proprietà temporali differenti (cf. sotto per una descrizione dettagliata), ma condividono tutte la caratteristica di essere colte nel corso del loro svolgimento. Le scene sono tra di loro indipendenti e rappresentano dei singoli eventi. Ogni scena dura circa 6 secondi e viene seguita da una pausa con una durata di circa 10 secondi in cui viene rappresentato uno schermo blu. La durata complessiva del video ammonta a circa 12 minuti. I partecipanti all’esperimento sono stati invitati, durante la visione del materiale visivo, a ri- 2 Il presente lavoro si appoggia alla metodologia adottata dal progetto «Konzeptualisierung und Versprachlichung von Ereignissequenzen», diretto da Christiane von Stutterheim, finanziato dalla Deutsche Forschungsgesellschaft (numero 5401115) e ubicato all’università di Heidelberg. Silvia Natale 32 Vox Romanica 77 (2018): 29-42 DOI 10.8357/ VOX-2018-002 spondere per ogni scenetta alla domanda «cosa sta succedendo»? (cf 2.3. per la descrizione dettagliata della raccolta dati) 3 . Gli stimoli visivi ovvero i brevi videoclip in questione sono stati scelti per poter individuare in maniera sistematica le proprietà temporali che si correlano con l’uso della perifrasi progressiva stare + gerundio. La scelta di questa metodologia permette quindi una buona comparabilità e la riproducibilità dei risultati. La domanda di ricerca alla base di questa analisi è la seguente: - Quale tipo situazionale 4 attira in maggior modo l’uso della perifrasi stare + gerundio? Ovvero quali sono le caratteristiche temporali delle situazioni che attirano l’uso della perifrasi stare + gerundio? L’obiettivo di questo studio è quindi analizzare diverse situazioni in cui le proprietà temporali sono variate sistematicamente per determinare la loro rilevanza per l’utilizzo della perifrasi progressiva stare + gerundio. La metodologia scelta apre quindi una visuale su condizioni cognitive che non mettono in risalto solo le caratteristiche grammaticali della perifrasi, ma ne rispecchiano anche le strutture concettuali (Flecken 2010). Appartenendo al cosiddetto metodo dell’elicitation task, la natura online dell’esperimento (gli informatori hanno pochi secondi per rispondere alla domanda «cosa sta succedendo? »), permette di illustrare i processi mentali legati alla selezione della forma. Il metodo, inoltre, offre il vantaggio di garantire la comparabilità e la riproducibilità dei dati analizzati. 2.2. Il design dell’esperimento Il design dell’esperimento è stato creato per poter verificare quanto affermato per il livello verbale nella bibliografia sull’aspetto progressivo, ovvero verificare un’affinità tra il tipo situazionale attività (Vendler 1967) e l’aspetto progressivo (Sasse 2002, Giacalone Ramat 1995). In seguito intenderemo con livello situazionale la proprietà temporale di un evento, di un processo o di uno stato come visualizzato nel video. Pertanto abbandoneremo il livello della semantica verbale a cui si riferiscono gli studi di Vendler e i suoi seguaci e non faremo riferimento alle proprietà intrinseche del verbo in senso vendleriano. L’ipotesi di ricerca è quindi la seguente: le scenette che mostrano un’attività attireranno in maniera maggiore la perifrasi stare + gerundio. Vediamo dapprima quali sono le caratteristiche che contraddistinguono la categoria dell’attività: 3 Uno studio pilota condotto con 10 informatori nel 2003 ha dimostrato che la forma del verbo nella domanda iniziale («cosa succede? » vs. «cosa sta succedendo? ») non produce differenze in termini di quantità della perifrasi progressiva. 4 Con tipo situazionale non si intende nel senso di Smith 1991 una categoria per la classificazione della semantica verbale bensì un livello che rappresenta una proprietà temporale di un evento, un processo o di uno stato visualizzato nel video. Ancora sulla perifrasi progressiva: aspetti microdiacronici 33 Vox Romanica 77 (2018): 29-42 DOI 10.2357/ VOX-2018-002 - I sottoeventi ovvero i singoli intervalli che compongono l’attività sono omogenei: Facciamo un esempio per esplicitare questa caratteristica: l’evento «giocare a frisbee» consiste nel lancio ripetuto del frisbee tra due o più giocatori. Ogni sottoevento del lancio si ripete in maniera omogenea e, preso singolarmente, rappresenta l’elemento caratterizzante dell’evento globale. - È assente un punto finale inferibile: Le attività si concludono con la cessazione ovvero con la sospensione dell’attività stessa. La limitazione temporale è arbitraria 5 e non intrinsecamente data a differenza di altri tipi situazionali che, invece, si concludono mediante il raggiungimento di una limitazione temporale. Nel caso della creazione di un vaso l’attività termina, generalmente, nel momento in cui il vaso è stato prodotto. Da ciò si deduce l’ultima caratteristica che contrassegna il tipo situazionale attività. - Le attività non producono un risultato sostanziale: La cessazione dell’attività non è legata alla produzione di un risultato sostanziale tangibile. Nel momento in cui sospendiamo l’attività del nuoto, non abbiamo prodotto nulla di percepibile. Tipi situazionali che contengono un punto finale inferibile producono invece sempre qualcosa di tangibile e quantificabile. Sono stati introdotti nel design altri tipi situazionali con caratteristiche temporali differenti, da contrapporre alla categoria dell’attività. I cosiddetti processi di elaborazione che, a differenza delle attività, contengono un punto finale inferibile e quindi un risultato sostanziale e i cosiddetti eventi di moto che, come le attività, non producono un risultato sostanziale e tangibile ma rappresentano, in alcuni casi, un punto finale inferibile di natura locale (ad esempio l’evento «entrare in una casa» si esaurisce nel momento in cui l’agente dell’azione effettivamente ha varcato la soglia della porta). Per poter analizzare il peso del punto finale inferibile, gli eventi di moto sono stati ulteriormente divisi in eventi di moto con o senza un punto finale locale. Il seguente schema sintetizza i quattro tipi situazionali controllati nel presente studio. Attività (es. due ragazzi giocano a ping pong) punto finale inferibile risultato sostanziale e tangibile vs. Processi di elaborazione (es. un uomo crea un vaso di argilla) + punto finale inferibile + risultato sostanziale e tangibile Eventi di moto senza punto finale locale (es. un uomo passeggia lungo una strada) punto finale inferibile risultato sostanziale e tangibile Eventi di moto con un punto finale locale (es. due ragazze si dirigono verso una panchina) + punto finale inferibile risultato sostanziale e tangibile 5 Non si considerano punti finali imposti come un limite temporale (ad esempio la durata di una partita di calcio) o il raggiungimento di un punteggio come nelle partite di tennis. Silvia Natale 34 Vox Romanica 77 (2018): 29-42 DOI 10.8357/ VOX-2018-002 L’analisi quantitativa delle occorrenze della perifrasi progressiva prodotte dai partecipanti permetterà di determinare la rilevanza delle proprietà sopra citate per l’utilizzo della perifrasi stare + gerundio. 2.3. Svolgimento del rilevamento dati Le scenette dell’esperimento sono state mostrate ai partecipanti (in totale 55, suddivisi in due gruppi da 40 e 15) sullo schermo di un computer. Prima dell’inizio della visualizzazione del video è stato brevemente illustrato ai partecipanti cosa avrebbero visto. L’esperimento è sempre stato introdotto dalla seguente premessa: «Vedrai sul computer una quarantina di scenette in cui sono rappresentate delle attività prese dalla vita quotidiana. Le scenette non sono collegate fra di loro. Per ogni scenetta dovrai rispondere alla domanda ‹cosa sta succedendo? › Puoi iniziare a parlare appena capisci di cosa si tratta. Non è necessario descrivere la scenetta in modo dettagliato (ad esempio non devi menzionare colori eccetera). Ti preghiamo di concentrarti su cosa sta succedendo, cioè sull’azione». 3. Risultati Nei seguenti paragrafi verranno descritti i risultati quantitativi che mirano a stabilire la forza d’attrazione esercitata dalle diverse proprietà temporali delle scenette, considerando una prospettiva microdiacronica nel confrontare dati del periodo 2002-2004 e del 2017. 3.1. Risultati ottenuti tra il 2002 e il 2004 Il primo risultato interessante da illustrare in merito alla frequenza di stare + gerundio riguarda l’estrema eterogeneità con cui i partecipanti all’esperimento (n= 40) ricorrono alla perifrasi in questione. Il grafico sottostante mostra gli informatori ordinati per la frequenza con cui usano la perifrasi. L’osservazione dei risultati ci permette di creare dei clusters per categorizzare la frequenza d’uso: Ancora sulla perifrasi progressiva: aspetti microdiacronici 35 Vox Romanica 77 (2018): 29-42 DOI 10.2357/ VOX-2018-002 Un primo cluster viene formato da informatori che ricorrono di rado alla perifrasi progressiva per rispondere alla domanda «cosa sta succedendo? » raggiungendo dei valori che non superano il 10%. I partecipanti che appartengono a questa categoria (10 su 40 informatori) optano quindi per la forma semplice del presente indicativo producendo enunciati come Un signore corre nel bosco o C’è un calzolaio che aggiusta una scarpa. Il secondo cluster invece riguarda 16 informatori che usano relativamente spesso la perifrasi oscillando tra il 10% e il 50%. Questo cluster, molto ampio se consideriamo che comprende valori dal 10% al 50%, viene giustificato dalla cesura, in termini quantitativi, che si registra tra l’informatore 27 e l’informatore 28. Al terzo cluster appartengono 10 informatori che ricorrono spesso alla perifrasi progressiva con valori che si estendono dal 50% al 80%. L’ultimo gruppo viene formato da 4 informatori che usano la perifrasi progressiva in quasi tutte le occasioni, registrando valori che superano l’80%. Da questi dati si evince, oltre alla appena citata eterogeneità individuale, che - la rappresentazione verbale delle scenette mostrate, che sono state riprodotte tutte nel corso del loro svolgimento, avviene anche senza ricorrere alla perifrasi progressiva. La forma semplice del presente indicativo copre quindi la lettura progressiva delle scenette in questione - è possibile alternare la perifrasi con la forma semplice - è possibile usare la perifrasi progressiva per tutte le scenette in questione Silvia Natale 36 Vox Romanica 77 (2018): 29-42 DOI 10.8357/ VOX-2018-002 Il totale della frequenza, senza tener conto dell’eterogeneità individuale, ammonta al 41.95% (671/ 1600) 6 . In riferimento all’eterogeneità individuale, è ora opportuno analizzare, soprattutto considerando i due gruppi che oscillano tra la forma semplice e la perifrasi progressiva, quali sono le situazioni in cui gli informatori optano per la forma marcata o la perifrasi progressiva, partendo dall’ipotesi che siano le attività ad attirarla in maniera particolare. Il seguente grafico mostra un risultato interessante: il tipo situazionale che attira maggiormente la perifrasi progressiva non è l’attività, che comunque raggiunge un valore di 39.1%, ma i cosiddetti processi di elaborazione che si distinguono, come detto sopra, per l’esistenza di un punto finale inerente che culmina nella presenza di un risultato sostanziale e tangibile (56.2%). Gli eventi di moto, se associati a un punto finale evidente, registrano il valore più basso di occorrenze progressive (24.2%), mentre in assenza di un punto finale raggiungono un valore paragonabile a quello delle attività (37.7%). 39,1 56,2 24,2 37,7 0 10 20 30 40 50 60 Attività Processi di elaborazione Eventi di moto (+ punto finale) Eventi di moto (punto finale) La frequenza di stare + gerundio (n=40) per tipo situazionale (in %) Questi risultati ci suggeriscono che «lo stato di indeterminatezza circa la prosecuzione del processo oltre il punto di focalizzazione» (Bertinetto 1986: 120), inerente ai tipi situazionali attività e eventi di moto senza punto finale, non si presenta come 6 Le percentuali sono state calcolate in questa maniera: il totale delle scenette è stato moltiplicato per il numero di partecipanti (40). Il numero di occorrenze di verbi con stare + gerundio sono stati messi in relazione al valore totale. Ancora sulla perifrasi progressiva: aspetti microdiacronici 37 Vox Romanica 77 (2018): 29-42 DOI 10.2357/ VOX-2018-002 criterio decisivo per l’attrazione della perifrasi progressiva. Riprendendo dunque la citazione di Ebert 1996: 42 «progressives present a situation … as ongoing at a reference time, without respect to boundaries», possiamo affermare che a livello situazionale questa caratteristica non riveste un ruolo decisivo per la scelta della forma progressiva. Anzi, sembra proprio che, in fondo, sia un tipo di boundary, un criterio discriminante, a gettare le basi per il concetto di progressività, che si misura sempre in relazione a qualcosa. I risultati dimostrano, per i dati raccolti tra il 2002 e il 2004, che è fondamentale la natura di questo punto finale. Solo se associato a un risultato tangibile e sostanziale, aumenta la frequenza della perifrasi progressiva. Un mero boundary, dato in senso locativo, esercita l’influsso opposto in quanto non sembra fungere da punto di riferimento per una progressione in senso aspettuale. 3.2. Risultati ottenuti nel 2017 Per quanto riguarda la frequenza in generale, i nuovi dati mostrano un valore pari al 40.9% (245/ 600). In termini di quantità non si è quindi verificato un aumento rispetto al primo rilevamento di dati in cui la frequenza generale ha raggiunto il 41.95% (cf. 3.1.). Ricordiamo che a distanza di 15 anni l’esperimento è stato replicato per verificare se, in termini di attrazione semantica, la perifrasi progressiva risponde ancora alle stesse caratteristiche o se si sono manifestati mutamenti microdiacronici riguardo ai criteri di selezione. Senza volere insinuare un parallelismo tra la perifrasi progressiva inglese to be + -ing e la perifrasi italiana (per un confronto cf. Bertinetto 2000), vogliamo sottolineare che l’inglese, in cui l’aspetto progressivo rappresenta una delle forme più avanzate di progressività, non presenta preferenze di tipo situazionale come quelle appena descritte per l’italiano. In inglese, l’analogo esperimento riscuote per ogni tipo situazionale un valore pressoché equivalente al 100%. L’ipotesi, difficilmente verificabile in un arco di tempo di 15 anni, sarebbe quindi quella che le preferenze vadano ad attenuarsi in favore di una distribuzione più omogenea come in inglese. Il seguente grafico mostra invece che i risultati ottenuti nel 2017, seppur realizzati con un numero minore di parlanti (n=15 rispetto ai 40 informatori della raccolta dati precedente), mostrano esattamente tendenze come quelle rilevate tra il 2002 e il 2004. Innanzitutto la media della frequenza della perifrasi stare + gerundio, del 40.2%, non presenta alcuna differenza a livello quantitativo rispetto al 41.95% del periodo 2002- 2004. La frequenza d’uso è rimasta quindi invariata e non si registra, a distanza di 15 anni, un aumento di selezione della perifrasi. Anche la variabilità individuale è rimasta molto alta: 5 informatori ricorrono all’uso della perifrasi con una frequenza minore al 10%. La frequenza d’uso della perifrasi oscilla per 5 informatori tra il 23% e il 48% e per altri 3 tra il 53% e il 68%. I valori di due informatori sono superiori al 90%. Anche per quanto riguarda l’influsso esercitato da qualità semantiche dei diversi tipi situazionali, non si rilevano deviazioni. Il seguente grafico illustra che il tasso complessivo di progressività ammonta a un 38.0% per le attività (ad esempio fare Silvia Natale 38 Vox Romanica 77 (2018): 29-42 DOI 10.8357/ VOX-2018-002 jogging) e al 60.0% per i processi di elaborazione (come creare con un foglio di carta un aereoplanino) che rappresentano ancora una volta il tipo situazionale con la maggior attrazione per la perifrasi stare + gerundio. Gli eventi di moto, se associati a un punto finale evidente, come nel caso di entrare in un negozio, mostrano l’attrazione più debole per la perifrasi stare + gerundio pari al 26.7%. Se il punto finale invece non è evidente, eventi di moto come camminare lungo una strada, raggiungono un valore paragonabile al tipo situazionale attività con il 38.7%. 38 60 26,7 38,7 0 10 20 30 40 50 60 70 Attività Processi di elaborazione Eventi di moto (+ punto finale) Eventi di moto (punto finale) La frequenza di stare + gerundio (n=15) per tipo situazionale (in %) Paragonando i dati, risulta che i fattori semantico-situazionali che esercitano un influsso sulla scelta della perifrasi sembrano essere estremamente stabili. Il grafico seguente mostra che il tasso di perifrasi progressive si dispone, nell’arco del tempo studiato, in maniera pressoché equa in relazione ai tipi situazionali. Situazioni che contengono un punto finale inferibile e che mirano ad un risultato tangibile sono ancora saldamente associati al concetto di progressività, cosa che si riflette nell’uso relativamente esteso della perifrasi progressiva all’interno di questo tipo situazionale. Anche i valori per le attività e i due tipi di eventi di moto sono praticamente invariati. Ancora sulla perifrasi progressiva: aspetti microdiacronici 39 Vox Romanica 77 (2018): 29-42 DOI 10.2357/ VOX-2018-002 39,1 56,2 24,2 37,7 38 60 26,7 38,7 0 10 20 30 40 50 60 70 Attività Processi di elaborazione Eventi di moto (+ punto finale) Eventi di moto (punto finale) La frequenza di stare + gerundio (n=40 e n=15) per tipo situazionale (in %) 4. Conclusioni e prospettive di studio I risultati ottenuti nell’ambito di questo studio sperimentale eseguito con metodi psicolinguistici portano a tre conclusioni: - La frequenza della perifrasi stare + gerundio è sottoposta a una variabilità individuale. Il suo ancoraggio nel sistema verbale italiano permette sia un uso continuo che un uso esclusivo della forma semplice come anche l’uso alternante di entrambe le forme. - Nonostante l’uso individuale della perifrasi stare + gerundio, sono emerse delle preferenze circa le proprietà semantico-temporali dei videoclip: le scene mostranti un boundary attraverso un punto finale tangibile e misurabile (ad esempio la scenetta in cui una signora lavora a maglia e il risultato al quale aspira, ovvero una sciarpa, è ben riconoscibile) producono un uso elevato di perifrasi progressive. Questo dato dimostra che a livello situazionale, il defocusing of boundaries (Langacker 2000), non è incisivo per la scelta della perifrasi progressiva. Silvia Natale 40 Vox Romanica 77 (2018): 29-42 DOI 10.8357/ VOX-2018-002 - In termini microdiacronici e quantitativi, i dati rivelano che non è segnalabile né un aumento dell’uso della perifrasi né un cambiamento rispetto all’impatto delle proprietà semantico-temporali sulla selezione della perifrasi, che si manifestano estremamente stabili. Costatiamo che non abbiamo potuto osservare un aumento della perifrasi a livello di frequenza, a differenza di quanto suggerisce la bibliografia, in cui si proclama un aumento costante della perifrasi stare + gerundio (cf. Bertinetto 1990, Berretta 2000, Strudsholm 2004, D’Achille 2003, Heinemann 2003, Cerruti 2011, Berruto 2017). I fattori che attirano l’uso della forma non sono stati sottoposti a cambiamenti nel periodo preso in esame dimostrando stabilità e costanza. L’esperimento presentato in questa sede illustra il comportamento dei parlanti di fronte a un rilevamento dati che produce dati linguistici controllati che mirano alla descrizione di fattori che determinano la selezione della perifrasi progressiva. Il metodo sperimentale adottato, elicitativo e online, propone un apporto ad un «pluralismo metodologico» (Klavan/ Divjak 2016) fornendo delle spiegazioni cognitive che guidano la selezione della perifrasi progressiva. Per quanto riguarda invece l’uso delle perifrasi nel parlato spontaneo, le banche dati come il LIP forniscono un database prezioso, sfruttato, ad esempio, da Villarini 1999 per lo studio della semantica verbale e della frequenza della perifrasi. Villarini rileva in quest’ottica una maggiore frequenza della perifrasi a Napoli, in contesti informali, rispetto a Milano, Firenze e Roma. È auspicabile, per una descrizione ancora più dettagliata, intrecciare le due metodologie, ovvero osservazione dell’italiano parlato spontaneo e metodi sperimentali, per giungere a caratteristiche della perifrasi ancora più esaustive. In epoca recente anche i nuovi mezzi di comunicazione si sono rivelati un ambito di studio proficuo per determinare caratteristiche della perifrasi. Nel progetto di ricerca What’s up, Switzerland? 7 si analizza la frequenza della perifrasi 8 in un corpus di circa 750.000 messaggi redatti con il servizio di messaggistica istantanea WhatsApp. Le lingue prese in considerazione sono l’italiano, il francese, il romancio e lo svizzero tedesco. Uno dei punti centrali dell’analisi è individuare se il carattere quasi-sincrono e dialogico della comunicazione WhatsApp (Dürscheid/ Frick 2014) e la sua conseguente velocità di feedback (transmission velocity nella terminologia di Dennis et al. 2008) influisca sulla frequenza della perifrasi. Primi paragoni eseguiti con il corpus del progetto sms4science 9 , progetto antecedente a quello appena citato, hanno dimostrato che lo specifico ancoraggio temporale nel hic et nunc della comunicazione WhatsApp sembra produrre più occorrenze di stare + gerundio rispetto ai messaggi sms. 7 Stark, E. 2016-2018: Progetto SNF «What’s up, Switzerland? » (Sinergia: CRSII1_160714), Università di Zurigo, www.whatsup-switzerland.ch. 8 Stark, E./ Natale, S. 2016-2018: Sottoprogetto A «Language(s) of WhatsApp: Verbal periphrases and argument drop» del progetto FNS «What’s up, Switzerland? » (Sinergia: CRSII1_160714), Università di Zurigo e di Berna, www.whatsup-switzerland.ch. 9 http: / / www.sms4science.ch/ bin/ view/ Main/ WebHome. Ancora sulla perifrasi progressiva: aspetti microdiacronici 41 Vox Romanica 77 (2018): 29-42 DOI 10.2357/ VOX-2018-002 L’espansione della perifrasi stare + gerundio fornisce quindi ancora un’area di studio estremamente interessante per seguire gli sviluppi morfosintattici dell’italiano contemporaneo atti ad aprire una finestra sui suoi mutamenti diacronici. Bibliografia Anderwald, L./ Szmrecsanyi, B. 2009: «Why grammar is real: a usage-based perspective on patterns», in: L. Eckstein/ C. Reinfandt (ed.), Anglistentag 2008 Tübingen. Proceedings, Trier: 403-14 Berretta, M. 2000: «Morfologia», in: A. A. Sobrero (ed.), Introduzione all’italiano contemporaneo. Le strutture, Bari/ Roma: 193-245 Berruto, G. 2017: «What is changing in Italian today? Phenomena of restandardization in syntax and morphology: an overview», in: M. Cerruti/ C. Crocco/ S. Marzo (ed.), Towards a new standard. Theoretical and empirical studies on the restandardization of Italian, Boston/ Berlin: 31-60 Bertinetto, P. 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