Vox Romanica
vox
0042-899X
2941-0916
Francke Verlag Tübingen
10.2357/VOX-2020-020
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Kristol De StefaniSylvie Meyer, Le Roman d’aventure médiéval entre convention et subversion (XIIe -XIIIe siècles). Accidents de parcours, Paris (Champion) 2018, 360 p. (Essais sur le Moyen Âge 66)
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2020
Pauline Quarroz
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363 Vox Romanica 79 (2020): 360-368 DOI 10.2357/ VOX-2020-18 to alla sua posizione normale: postverbale per il soggetto, preverbale per gli altri costituenti. Come si può vedere, si tratta (a parte il caso marginale delle frasi scisse) di una sintassi «piatta». E siccome un soggetto preverbale, oltre che Focus, può essere anche Topic (per default : «i soggetti sono tipici Topic di frase», 14), e un soggetto postverbale, oltre che Focus, può essere anche Topic (v. sopra), all’A non resta che cercare di districare in base al contesto discorsivo se un dato soggetto sia Topic o Focus (e allo stesso modo per i casi di anteposizione dell’oggetto), e classificare i diversi tipi di Focus (e di Topic) in base alla loro funzione pragmatico-discorsiva - cosa che fa con acume (e normalmente con successo), individuando anche alcune differenze nei tipi di Focus che le diverse costruzioni possono esprimere. Non sarebbe certo corretto voler criticare FN per non aver studiato il suo materiale da un punto di vista diverso da quello da lui scelto: Topic e Focus, soprattutto in assenza di informazioni prosodiche, vengono sostanzialmente individuati in base al contesto discorsivo, più precisamente in base a una ricostruzione (in gran parte intuitiva, 16) delle intenzioni comunicative del parlante/ scrivente che renda il testo coerente dal punto di vista della sua strutturazione discorsiva - questa operazione, come l’ulteriore classificazione dei vari tipi pragmatico-discorsivi di Topic e Focus, in teoria si può compiere indipendentemente dalla sintassi. Il titolo del libro ci promette però qualcosa di più: come Topic e Focus vengano segnalati, cioè realizzati dalla struttura grammaticale (e prosodica, se questa fosse ricuperabile). L’A compie egregiamente il compito di individuare Topic e Focus nel suo corpus e di classificarli dal punto di vista pragmatico-discorsivo (particolarmente convincente l’analisi, alle p. 166-68, di alcuni esempi molto discussi; per alcuni problemi di classificazione v. sotto), ma l’aspetto grammaticale, la delimitazione e la descrizione delle varie costruzioni studiate resta carente. La letteratura sul problema dell’ordine delle parole in italiano antico (e più in generale nelle lingue romanze antiche) ha avuto negli ultimi trenta-quarant’anni uno sviluppo notevole. In particolare, a partire dagli studi di Paola Benincà, si è cercato di spiegare vari fenomeni in base all’ipotesi che nelle lingue romanze antiche funzionasse un sistema con il verbo in seconda posizione di frase (V2) simile, anche se non uguale, a quello delle lingue germaniche. Anche se il loro centro d’interesse sono gli aspetti strutturali (grammaticali) della questione, questi studi non potevano non toccare anche il problema delle funzioni pragmatico-discorsive dei costituenti, in particolare di quelli che compaiono in posizione preverbale o, nel caso del soggetto, anche in posizione postverbale. FN si sbarazza piuttosto sbrigativamente di questa corrente di studi in una mezza paginetta (25-26), anche se in genere ne discute e ne utilizza le osservazioni di carattere pragmatico-discorsivo. Ma le costruzioni che individua come modi tipici per la espressione del Topic e del Focus corrispondono in grandi linee a quelle individuate dagli studi sul V2: la sua anteposizione dell’oggetto corrisponde grosso modo allo spostamento di un costituente nella posizione di operatore nei sistemi V2 e il suo Left Detachment corrisponde alle diverse posizioni di Topic «esterno» di questi sistemi. Alla luce di questo fatto ci si sarebbe potuti aspettare un confronto più sistematico tra i due approcci, che mettesse in luce i punti di forza o le debolezze di una teoria rispetto all’altra (l’A si limita a osservazioni saltuarie - v. per es. n. 3 a p. 34) - un confronto sarebbe stato utile anche perché tra i molti dati raccolti ce ne sono vari che avrebbero potuto essere utilizzati per Besprechungen - Comptes rendus Besprechungen - Comptes rendus 364 Vox Romanica 79 (2020): 360-368 DOI 10.2357/ VOX-2020-18 mettere alla prova alcune delle ipotesi strutturali formulate all’interno del quadro V2, ma che passano inosservati nel quadro più soft utilizzato da FN. Ne discutiamo brevemente alcuni. Il più macroscopico è il problema dell’inversione del soggetto: questo è al centro delle ricerche sull’ordine delle parole nelle lingue romanze antiche fin dalle origini della linguistica romanza 4 e ha costituito la molla per l’ipotesi V2, ma non trova nessuna spiegazione nella trattazione dell’A (come si vede dalle poco illuminanti osservazioni di p. 135). L’ipotesi V2 fa anche delle previsioni più specifiche. In particolare si prevede che un oggetto diretto topicalizzato che non preceda immediatamente il verbo (sia cioè esterno al sistema V2), debba essere ripreso da un clitico, per es. (118) la vostra venuta, io l’òe molto cara . Nel materiale discusso da FN ho trovato almeno 8 esempi che non presentano ripresa 5 . Due potrebbero corrispondere a una sottoregola che prevede la possibile mancanza della ripresa se l’elemento interposto è un sintagma interrogativo 6 : (190) questo perché mi fai tu? , ma anche gli altri avrebbero meritato una discussione. Un’altra previsione è che il Focus preverbale, essendo interno alla frase vera e propria, debba precedere immediatamente il verbo in seconda posizione: in almeno quattro degli esempi riportati questa regola non è rispettata 7 - provengono tutti dalla Tavola Ritonda . Un’altra generalizzazione collega la struttura di frase con la legge Tobler-Mussafia: quando un complemento precede immediatamente il verbo, se c’è un clitico di ripresa, questo si trova in posizione enclitica - se infatti c’è un clitico di ripresa, il costituente anteposto sta fuori della frase vera e propria e il verbo si trova quindi in prima posizione, da cui l’enclisi 8 , come in (97) le due teste, féciorle allora interrare onorevolmente nella badía de Lanorio . Tra gli esempi riportati dall’A ce ne sono almeno 18 in cui questa regola apparentemente non è rispettata e il clitico di ripresa precede il verbo. FN, che nota questo fatto nella n. 73 a p. 68 9 , si accontenta di dire che l’enclisi non è obbligatoria - ma guardiamo gli esempi (o almeno una loro parte) più da vicino. Tre esempi sono in subordinata e quindi non contano perché in subordinata la proclisi è possibile anche in questi casi 10 . In sette esempi il clitico è ne , per es. (114) 4 «Besonders zu beachten ist eine mehr oder minder streng vorgeschriebene U m s t e l l u n g d e s S u b j e c t s , vermöge welcher es, sofern andre Sprachtheile vorangehen, seinen Platz nach dem Verbum einnimmt» (F. d iez , Grammatik der romanischen Sprachen , Dritter Theil, Bonn 1844: 427). 5 Ess. (16), (33), (37), (42), (134), (190)-(191), (374). 6 a. s Chulze , Der altfranzösische direkte Fragesatz . Ein Beitrag zur Syntax des Französischen, Leipzig 1888: 217-18: «… die Wiederaufnahme … nicht not thut». 7 Ess. (146), (329)-(330), (358) - negli ess. (329)-(330) quello che il contesto discorsivo sembra individuare come Focus, è anche ripreso con un clitico, mentre questo dovrebbe essere possibile solo con i Topic. 8 La prima formulazione chiara di questa regola è in J. h uber , Altportugiesisches Elementarbuch , Heidelberg 1933: par. 338. Il complemento della regola è che se non c’è clitico di ripresa, se cioè abbiamo anteposizione dell’oggetto e non dislocazione, è di regola la proclisi - questo esclude che la soluzione proposta nella n. 91 di p. 83 possa essere corretta. 9 Oltre ai due esempi citati a questo proposito dall’A, v. anche ess. (99), (114), (129)-(130), (148)-(151), (155)-(156), (396)-(397), (399) (4 volte) (anche (94) e (131), che però ripetono esempi che figurano già nella lista). 10 G. s alvi , La formazione della struttura di frase romanza . Ordine delle parole e clitici dal latino alle lingue romanze antiche, Tübingen 2004: 69. 365 Vox Romanica 79 (2020): 360-368 DOI 10.2357/ VOX-2020-18 de’ detti IIII soldi ne fo quello ch’io giudico - si può forse pensare che in questi casi non si tratti di ripresa di un costituente dislocato, ma di reduplicazione clitica (come per l’oggetto indiretto in spagnolo e nei dialetti italiani settentrionali), per cui avremmo non dislocazione, ma anteposizione dell’oggetto, con la quale la proclisi era di regola. Che ne potesse fungere da clitico reduplicante, si può forse arguire da esempi come (292) fassene di ciò grande maraviglia , se ne reduplica di ciò , che si trova nel mezzo della frase (v. anche l’es. nella n. 62 a p. 63). Nell’es. (399) figura in quattro frasi parallele il clitico gliel , per es. questo gliel donò la fata Morgana , che potrebbe avere il valore del semplice gli , come forse in questo esempio del Decameron : sovente dalla Cuba passando,-gliele venne per ventura veduta un dì a una finestra, e ella vide lui (5.6.13) - in tal caso si tratterebbe di nuovo di anteposizione, e non di dislocazione, e la proclisi sarebbe giustificata. I problemi, come si vede, non sono semplici e andrebbero approfonditi. La maggior parte degli esempi abnormi proviene da un solo testo, la Tavola Ritonda (13 dei 18 esempi di proclisi invece dell’attesa enclisi, e quasi i due terzi del totale) 11 , e se questo non dipende solo dalla scelta casuale degli esempi da citare, dovrebbe forse indurci a cercare una spiegazione di questo fatto nella storia di questo testo e non nella grammatica dell’italiano antico. Altre osservazioni : nonostante l’A riconosca che tra i vari tipi di α-Focus esiste anche un Focus informativo, diverso da quello contrastivo (20), questo non sembra avere un grande ruolo nelle analisi del cap. 5; a FN è inoltre sfuggito lo studio di S. Cruschina sul Focus Fronting e le sue funzioni pragmatiche 12 , che avrebbe potuto aiutarlo nella classificazione degli esempi: potrebbero essere attribuiti a questo tipo di Focus gli esempi di p. 163, 165 e 172, e forse anche molti degli esempi che vengono classificati come casi di β-Focus; inoltre anche alcuni degli esempi che l’A classifica come Topic (nonostante il legame con il contesto precedente sia piuttosto debole): (20)-(21), (23), (27), (67), (69), (70)-(71), (73) (bene invece (75)-(78)), (193); i due argomenti addotti da FN per negare che l’italiano antico sia una lingua V2 (25-26) sono piuttosto superficiali: a ) quando l’A dice, in base a una coppia di esempi come Allora parlò messer Migliore/ Allora Guiglielmo parlò , che l’inversione del soggetto era facoltativa, non tiene conto del fatto che allora poteva eventualmente occupare posizioni strutturali diverse, che cioè si tratti di due costruzioni differenti, come nel caso dell’anteposizione dell’oggetto (con inversione) e del Left Detachment (senza inversione); b ) l’assenza o la 11 V. anche (132) lo suo famiglio, abbiamo noi udítoglielo chiamare per nome Governale , dove l’inversione fa pensare a una anteposizione dell’oggetto, ma abbiamo un clitico di ripresa (a meno che glielo non stia per gli ), per di più in una posizione non-canonica. 12 s. C rusChina , Discourse-Related Features and Functional Projections , New York 2012; cf. anche G. s alvi , «On the Nature of the V2 System of Medieval Romance», in l. b ruGè et al. (ed.), Functional Heads . The Cartography of Syntactic Structures. Volume 7, New York 2012: 103-11. L’A cita invece l. v anelli , «Ordine delle parole e articolazione pragmatica nell’italiano antico: la ‹prominenza› pragmatica della prima posizione nella frase», Medioevo Romanzo 23 (1999): 229-46, ma non ne utilizza i risultati relativi a questo tipo di Focus. Besprechungen - Comptes rendus Besprechungen - Comptes rendus 366 Vox Romanica 79 (2020): 360-368 DOI 10.2357/ VOX-2020-18 non-obbligatorietà di un soggetto espletivo in italiano antico (a differenza del tedesco) è una questione indipendente da quella del V2, e si può spiegare con le diverse proprietà del sistema pronominale dell’italiano antico rispetto a quello delle lingue germaniche 13 ; nell’analisi dei casi di prolessi, come nota FN (101), un problema difficilmente decidibile si presenta quando la subordinata precede la principale: l’elemento prolettico in inizio di frase appartiene in questo caso alla subordinata o alla principale che segue? L’A si mostra piuttosto rinunciatario al riguardo di questo problema, ma gli esempi non sono tutti uguali e avrebbero meritato una discussione più approfondita: in (200)/ (224), con un’interrogativa indiretta, il prete con che arte il si faccia non so , il prete sembra appartenere alla subordinata, ma in altri casi, con una frase avverbiale, ambedue le analisi potrebbero in teoria essere corrette: (203) Tristano e Isotta quando viddero Brandina, furono assai di ciò allegri , oppure (207)/ (225) Questo messer Rossellino, come che avesse gran tempo, spesso spesso gli nascea un figliuolo (dove possiamo interpretare l’elemento anteposto come Hanging Topic ; v. anche (208)); è interessante che tra gli esempi riportati che presentano l’ordine elemento prolettico - subordinata avverbiale - frase principale , non ce n’è nessuno che favorisca in maniera decisiva l’interpretazione in cui l’elemento prolettico appartiene alla subordinata (diversamente dal caso dell’interrogativa indiretta citato sopra), mentre ce n’è almeno uno che favorisce (seppur debolmente) l’altra interpretazione: (211) la reina Isotta, bene ch’ella non sia in colpa , … sia arsa e divampata , dove la mancanza di un pronome soggetto nella principale potrebbe essere segno che la reina Isotta appartiene alla principale, mentre nella subordinata abbiamo un pronome anaforico; in (213), anzi tu che fai , non si tratterà di Focus, ma di Topic contrastivo - il Focus è il pronome interrogativo (questo tipo di Focus non viene trattato da FN); allo stesso modo in (320), Da che non vogli che io la pruovi a te, et tue la proverai a me , non avremmo due Focus, ma un Topic contrastivo e un Focus 14 ; mi sembra inutile individuare una funzione speciale della dislocazione a destra consistente nella «focalizzazione dell’ultimo elemento nucleare» (128-29): siccome il Focus cade normalmente sull’ultimo elemento della frase nucleare (dalla quale sono esclusi gli eventuali elementi dislocati), che poi ci sia un elemento dislocato o meno, non cambia niente: in Ils sont fous, ces Romains! e in Ils sont fous! il Focus è sempre lo stesso; allo stesso modo mi sembra poco convincente l’idea che la dislocazione a destra contribuisca a modalizzare il contenuto delle frasi (129-31, 137-38): la meraviglia espressa da (287), Molto tosto l’avete voi trangugiata, questa cena , è esattamente presente anche nella variante senza dislocazione: Molto tosto avete voi trangugiata questa cena , visto che è veicolata dal costituente preverbale focalizzato. 13 Cf. la seconda parte di J. h aiman , Targets and Syntactic Change , The Hague 1974. 14 Sullo status dei Topic contrastivi cf. n. e rtesChik -s hir , Information Structure . The Syntax-Discourse Interface, Oxford 2007: par. 3.3 (un lavoro importante non citato dall’A).
