eJournals Italienisch 43/86

Italienisch
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Narr Verlag Tübingen
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2021
4386 Fesenmeier Föcking Krefeld Ott

Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt

121
2021
Matteo Grassano
1904 wurde Alfredo Trombetti der von der Accademia dei Lincei 1902 ausgelobte Premio Reale di Filologia e Linguistica zugesprochen, um den er sich mit seinem Werk Nessi genealogici fra le lingue del mondo antico beworben hatte. Die Zuerkennung stellte einen Wendepunkt im Leben des italienischen Sprachwissenschaftlers dar, eröffnete sie doch ihm den Weg zu einer universitären Laufbahn. Der Beitrag rekonstruiert die Beziehung zwischen Trombetti und Graziadio Isaia Ascoli bzw. Hugo Schuchardt in dieser Zeitspanne, denn diese beiden berühmten Sprachwissenschaftler waren Mitglieder der Jury. Insbesondere erlaubt es die Auswertung der Briefwechsel, die an der Accademia dei Lincei bzw. im Hugo Schuchardt Archiv der Universität Graz aufbewahrt werden, die Entwicklung in den Beurteilungen von Trombettis Arbeiten herauszuarbeiten: Stimmten Ascoli und Schuchardt anfänglich noch offiziell in ihrem positiven Urteil überein, kamen sie im weiteren Verlauf zu unterschiedlichen Einschätzungen der Annahme eines monogenetischen Sprachursprungs.
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MATTEO GRASSANO Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt 1 Introduzione Nel 1905 Alfredo Trombetti (1866 - 1929) pubblicò L ’ unità d ’ origine del linguaggio, 2 opera con cui diede conto, per la prima volta pubblicamente, dei suoi tentativi di avvicinare i grandi gruppi linguistici all ’ insegna di una loro riduzione, la quale andava nella direzione della teoria monogenetica. Tutti i lavori successivi dell ’ autore seguirono questa strada: Trombetti fu infatti un infaticabile raccoglitore e comparatore di forme lessicali e grammaticali provenienti da quante più lingue possibili, con l ’ idea di dimostrare la vicinanza di famiglie e idiomi non considerati imparentati tra loro. 3 L ’ unità d ’ origine del linguaggio porta in esergo una doppia dedica: «A Graziadio Ascoli e Hugo Schuchardt con profonda devozione». L ’ omaggio ai grandi linguisti derivava non solo dall ’ ammirazione per due studiosi che Trombetti considerò sempre suoi maestri, ma anche dall ’ oggettivo ‘ debito ’ contratto nei loro confronti: è indubbio il ruolo che Ascoli e Schuchardt ebbero, rispettivamente in qualità di relatore e di membro estero della Commissione giudicatrice, nel conferimento a Trombetti, nel giugno del 1904, del Premio Reale di Filologia e Linguistica, indetto nel 1902 dall ’ Accademia dei Lincei. 4 Si può comprendere appieno la riconoscenza dovuta ai due linguisti, se si considera la svolta che l ’ assegnazione del Premio segnò nella vita del glottologo bolognese, aprendogli la strada verso la carriera universitaria: proveniente da una famiglia poverissima e numerosa, Trombetti interruppe gli studi dopo soli tre anni di scuola elementare e fu mandato a imparare un mestiere, lavorando prima come garzone in un negozio di barbiere e di sartoria, e poi come apprendista orafo. Spinto dalla sola passione, 1 Nel dare alle stampe questo contributo ci tengo a ringraziare la Prof.ssa Federica Venier, che ha seguito la stesura del saggio, dandomi preziosi consigli. 2 Trombetti 1905. 3 Per la teoria di Trombetti si veda innanzitutto Assirelli 1962. Nel suo taglio elogiativo, il volume ripercorre per temi l ’ intera produzione trombettiana. Su Trombetti si rimanda poi a Tagliavini 1937, Ballini 1938, De Mauro 2009, Schirru 2020 e Grassano 2021. Per una panoramica sulla questione dello Sprachursprung (fino ad oggi) si veda Graffi 2019. Le posizioni monogenetiche di Trombetti non possono che apparire stimolanti, se si considerano i risultati di più recenti ricerche antropologiche e genetiche: cfr. in particolare Cavalli-Sforza 1996. 4 Sul Premio, con particolare riferimento alla candidatura di Pascoli, si veda Stussi 2011. 39 proseguì allora da completo autodidatta l ’ apprendimento di numerose lingue, finché, non ancora diciottenne, il 18 ottobre 1883 le sue competenze linguistiche furono esaminate in un ’ «amichevole adunata» da Giosuè Carducci, Giovan Battista Gandino, Teodorico Landoni e Gino Rocchi, che ne diedero poi conto attraverso i giornali. Grazie a un sussidio del Comune di Bologna e dell ’ Opera Pia de ’ Vergognosi, Trombetti poté così riprendere gli studi, diplomarsi e laurearsi. 5 Dopo vari anni passati a insegnare in ginnasi e licei, fu proprio la vittoria al concorso dell ’ Accademia dei Lincei - a cui l ’ autore si presentò con il testo manoscritto Nessi genealogici fra le lingue del mondo antico - 6 a far sì che nel 1904 fosse nominato, per decreto reale, professore ordinario di Filologia semitica all ’ Università di Bologna. Tenendo presenti le sue posizioni monogenetiche, nelle pagine seguenti esplorerò il rapporto di Trombetti con Ascoli e Schuchardt. Per farlo mi avvarrò delle lettere del primo ai due linguisti, conservate rispettivamente nell ’ Archivio di Ascoli dell ’ Accademia dei Lincei 7 e in quello di Schuchardt dell ’ Università di Graz. Premetto che i due fondi epistolari sono assai diversi, a partire dalla loro consistenza e dall ’ arco temporale coperto. La corrispondenza con Schuchardt conta 60 lettere di Trombetti, distribuite tra il 1902 e il 1926; 8 quella con Ascoli 19 lettere di Trombetti, datate dal 1903 al 1906. 9 Purtroppo, la probabile dispersione dell ’ archivio personale di Trombetti non permette di avere accesso alle risposte dei destinatari; una mancanza che, nel caso di Ascoli, è in parte supplita dalla conservazione di alcune minute. Entrambi i linguisti si mostrarono inizialmente assai impressionati dalle conoscenze che lo sconosciuto candidato era riuscito ad acquisire da completo autodidatta; tuttavia, come mostrerò nel dettaglio, l ’ audacia delle comparazioni e la “ pericolosità ” della teoria monogenetica furono recepite e criticate da Ascoli e Schuchardt in maniera diversa. 5 Cfr. le Notizie autobiografiche premesse da Trombetti all ’ opera presentata al concorso e riportate in Ballini 1938: XXXVIII - XLVIII ; per la vita di Trombetti si veda anche Campanelli 1961. 6 Fu poi aggiunto il primo dei due articoli a stampa, sotto forma di lettere indirizzate a Schuchardt: Trombetti 1902 - 1903. 7 Ci tengo a esprimere qui la mia gratitudine alla dott.ssa Susanna Panetta per avermi guidato nella consultazione durante la mia visita ai Lincei. 8 La corrispondenza con Schuchardt è trascritta e annotata in Hurch 2015. 9 Per la collocazione precisa delle lettere citate provenienti dall ’ Archivio Ascoli si veda Panetta 2014. Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt Matteo Grassano 40 1. L ’ avvio della corrispondenza con Schuchardt Il risultato del concorso al Premio Reale di Filologia e Linguistica e la conseguente necessità di far conoscere il proprio profilo di studioso sono certo le ragioni alla base dell ’ avvio della corrispondenza con i due grandi linguisti. Trombetti scrive per primo, il 23 maggio 1902, a Schuchardt, con il pretesto di alcune informazioni bibliografiche e nel desiderio di sapere la sua opinione «sulle affinità del Basco e delle lingue del Caucaso con altri gruppi linguistici». 10 La disponibilità di Schuchardt spinge Trombetti, nelle lettere successive, a dilungarsi sui propri studi con grande ricchezza di esempi e a chiarire così la propria posizione sulle affinità delle lingue in questione. Queste prime lettere contengono il nucleo di quelle che saranno le due lettere a stampa Delle relazioni delle lingue caucasiche con le lingue camitosemitiche e con altri gruppi linguistici (1902 - 1903). Del resto, già nella seconda lettera del 7 giugno 1902, Trombetti esprime il desiderio di pubblicare i risultati delle sue ricerche e di dedicare il lavoro a Schuchardt. Riuscito a ottenere l ’ attenzione e senza dubbio l ’ interesse del linguista di Graz, è nella quinta lettera, datata 19 novembre 1902, che Trombetti manifesta chiaramente le sue convinzioni monogenetiche: «Per molti anni di studio indefesso (nei quali non pubblicai quasi nulla) io andai raccogliendo una infinità di fatti che mi condussero alla fermissima convinzione che nessun gruppo linguistico è isolato, ma tutti sono strettamente collegati fra di loro formando come una rete; sicché risulta estremamente probabile la monogenesi del linguaggio.» 11 Allo stesso tempo, Trombetti confida a Schuchardt le sue speranze relative al Premio linceo, chiedendogli un favore: «Ella mi può essere di grande aiuto. Ed ecco quale è il favore che Le chiedo: se, dopo la pubblicazione della Memoria, Ella crede di poter darne un giudizio favorevole, io La prego di farlo subito, acciocché il suo giudizio autorevolissimo mi possa giovare presso la Commissione che esaminerà i miei lavori; se invece il giudizio dovesse riuscire sfavorevole, Ella farà opera santa a ritardarlo finché non sarà noto l ’ esito del mio concorso, il che avverrà fra cinque o sei mesi. Così, nel primo caso Ella mi gioverebbe immensamente e nell ’ altro non mi pregiudicherebbe affatto. Naturalmente Ella sarebbe sempre liberissima di esprimere il suo pensiero senza alcun riguardo.» 12 10 A. Trombetti, Lettera a H. Schuchardt, Cuneo, 23 maggio 1902, in Hurch 2015. 11 A. Trombetti, Lettera a H. Schuchardt, Cuneo, 19 novembre 1902, in Hurch 2015. 12 Ibidem. Matteo Grassano Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt 41 Dalle lettere del 26 novembre e del 3 dicembre, capiamo che Schuchardt rispose in maniera positiva e si offrì, inoltre, di dare il suo appoggio indiretto scrivendo ad alcuni amici italiani. 13 Sempre nella lettera del 26 Trombetti torna poi sulla questione della monogenesi, spiegando meglio la propria posizione: «Io odio le affermazioni a priori e non ho mai potuto capire (o l ’ ho capito assai bene) perché tanti glottologi o pseudoglottologi abbiano affermato la poligenesi del linguaggio. Chi potrà mai provare la poligenesi? Nessuno. Le coincidenze dicono molto, le divergenze non significano nulla, quando si ammette che la formazione del linguaggio risalga a tempi remotissimi. Purtroppo, in molti sostenitori della monogenesi hanno prevalso le idee religiose e - quel che è peggio - in molti sostenitori della poligenesi ha prevalso il desiderio di cogliere in fallo l ’ Antico Testamento. Ciò è male, molto male. La scienza deve ricercare solo il vero.» 14 La monogenesi è dunque per Trombetti l ’ unica ipotesi, in teoria, a poter essere dimostrata attraverso la metodologia scientifica di cui dispone la linguistica: questo perché solo le coincidenze possono dire qualcosa sulla storia delle lingue, mentre «le divergenze non significano nulla»; in altre parole, non è possibile dimostrare, attraverso il metodo comparativo, l ’ indipendenza di una lingua da un ’ altra. Si tratta, a mio avviso, di una posizione teorica molto interessante, che deriva da una definizione semplice ma chiara delle potenzialità e dei limiti della comparazione linguistica. Tuttavia, come si vedrà meglio nelle lettere di Ascoli, prima ancora della stessa idea monogenetica, furono proprio l ’ interpretazione e l ’ applicazione del metodo da parte di Trombetti a essere considerate non rigorose e a diventare così oggetto di critica. Pur nelle parole di Trombetti, la corrispondenza ci dà anche alcune indicazioni sulla posizione moderata di Schuchardt nei confronti della monogenesi linguistica e sulle critiche mosse all ’ autore italiano: «Il consiglio che Ella mi dà di non parlare troppo recisamente di monogenesi del linguaggio, è senza dubbio savio»; 15 e poi: «Mi fa piacere di vedere che Ella non è fra coloro che affermano la poligenesi»; 16 e ancora: 13 A. Trombetti, Lettera a H. Schuchardt, Cuneo, 26 novembre 1902, in Hurch 2015: «Io non osavo chiedere l ’ autorevolissimo suo appoggio presso gli amici influenti che Ella conta qui in Italia: Ella me lo offre - bene inteso nel caso che Le paia meritato - e io non so davvero come ringraziarla fin d ’ ora della buona disposizione di V. S. a mio riguardo». 14 Ibidem. 15 Ibidem. 16 Ibidem. Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt Matteo Grassano 42 «Che la trattazione simultanea di più gruppi linguistici possa far cadere in errori grossolani, è certo e io avrò preso chissà quanti abbagli. Ma è innegabile che può darsi il caso che chi estende più in largo lo sguardo riesca a scoprire cose non scoperte prima da chi poteva figgere profondo lo sguardo in un campo ristretto.» 17 Questi e altri passi epistolari dimostrano che Trombetti trovò in Schuchardt, probabilmente per la prima volta nella sua vita, un interlocutore attento e interessato alle sue ricerche, con cui poter parlare apertamente delle proprie idee. Il linguista di Graz non risparmiò obiezioni critiche e metodologiche alle comparazioni trombettiane, invitandolo alla prudenza; tuttavia, come testimoniano anche alcuni suoi successivi scritti - su cui avrò modo di tornare - , l ’ intraprendenza di pensiero di Trombetti non gli dispiacque e lo colpì anzi positivamente. Le restanti lettere della corrispondenza che precedono l ’ assegnazione del Premio Reale portano avanti il dialogo con Schuchardt innanzitutto su temi linguistici, spesso attraverso la discussione di opere altrui, 18 e poi danno conto di nuovi campi di ricerca percorsi da Trombetti, come quello delle lingue americane. 19 Un punto di arrivo di questo intenso scambio è certo l ’ incontro tra i due studiosi, avvenuto a Genova nel maggio del 1903, come conferma la lettera del 14 dello stesso mese. 20 Trombetti torna infine in più occasioni su ciò che gli sta allora maggiormente a cuore, ossia l ’ esito del concorso di Linguistica e Filologia. È da notare che, nella 17 A. Trombetti, Lettera a H. Schuchardt, Cuneo, 3 dicembre 1902, in Hurch 2015. 18 La corrispondenza di Trombetti con Schuchardt merita senza dubbio uno studio approfondito anche solo per il panorama della linguistica del primo Novecento che si delinea attraverso le lettere. Riprendendo la differenza tra linguisti ‘ dialoganti ʼ e ‘ muti ʼ avanzata da Venier 2020, è possibile considerare Trombetti, così come Schuchardt, un linguista ‘ dialogante ʼ , dal momento che, come emerge bene dalla corrispondenza qui presa in esame, i suoi ragionamenti e le sue comparazioni linguistiche sono sempre sviluppati attraverso un aperto ed esplicito confronto con i lavori di altri studiosi. 19 A. Trombetti, Lettera a H. Schuchardt, Cuneo, 16 marzo 1904, in Hurch 2015: «Durante un mese circa di riposo che mi concessi pensai spesse volte alla materia che mi conveniva scegliere per futuri studi. L ’ essermi limitato all ’ esame delle lingue del mondo antico (compresa l ’ Oceania) era stata una necessità soggettiva non oggettiva, ché anzi, secondo i miei princípi, quella limitazione era affatto arbitraria e dannosa. Pensai quindi subito di passare nel campo delle lingue americane per completare le mie ricerche». 20 A. Trombetti, Lettera a H. Schuchardt, Genova, 14 maggio 1903, in Hurch 2015: «Sono venuto qui pel desiderio di fare la Sua conoscenza personale. Se mi sarà concesso, salirò a bordo del Rhein prima dello sbarco dei passeggeri. Se non mi sarà concesso, cercherò di farle pervenire la presente, affinché Ella sappia il mio recapito (Convitto Nazionale Cristoforo Colombo). Ella dovrebbe solo avere la bontà di farmi poi sapere dove potrei vederla». Matteo Grassano Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt 43 lettera del 1° gennaio 1904, Trombetti si lamenta di non conoscere ancora la composizione della Commissione del Premio e ne chiede notizia a Schuchardt. In realtà, a quell ’ altezza cronologica Trombetti era già a conoscenza della nomina di Schuchardt a membro estero, avendolo saputo da Ascoli. 21 Pochi mesi prima, aveva infatti preso avvio la corrispondenza con il glottologo di Gorizia, su cui alcune informazioni emergono già dalle lettere a Schuchardt. Nella lettera del 3 dicembre del 1902, per esempio, Trombetti si augura di rimettersi presto in corrispondenza con il maestro italiano, 22 mentre, circa un anno dopo, riferisce a Schuchardt di un loro incontro: «Il 24 gennaio ebbi occasione di recarmi a Milano. Naturalmente il mio primo pensiero fu di visitare l ’ Ascoli. Il venerando Maestro mi accolse come meglio non avrei potuto disiderare e mi trattenne per quasi due ore incantandomi con la lucidità della sua mente e con la bontà d ’ animo che traspariva dal suo volto e dalle sue parole. Solo Le dirò che io, lasciandolo, ero commosso e nello stesso tempo pieno di gioia per averlo veduto e per le parole che Egli mi disse.» 23 Come mostrerò nei prossimi paragrafi, il rapporto di Trombetti con Ascoli fu in realtà molto più difficile di quanto questa idilliaca rievocazione a Schuchardt possa lasciare immaginare. 2. Ascoli, maestro rigoroso Dalle notizie biografiche premesse ai Nessi genealogici fra le lingue del mondo antico, così come da una lettera a Schuchardt del 3 dicembre 1902, sappiamo che Trombetti scrisse per la prima volta ad Ascoli nel 1898, inviandogli alcune pagine in tedesco sul nesso ario-semitico. Ne ottenne una risposta benigna, che lo incoraggiava a proseguire i suoi studi: «Mio riverito signore, Mi raggiungono in questa solitudine la cortese sua lettera del 4 p. p. e i due fogli di stampa che la accompagnavano, e io resto ammirato del suo molto e gagliardo sapere, del suo acume incisivo e della rara abilità con la quale maneggia la 21 A. Trombetti, Lettera a G. I. Ascoli, Cuneo, 22 febbraio 1904, Archivio Ascoli: «Tempo fa scrissi al Prof. Schuchardt (senza dirgli che io lo sapeva membro della Commissione) [. . .]». 22 A. Trombetti, Lettera a H. Schuchardt, Cuneo, 3 dicembre 1902, in Hurch 2015: «[. . .] spero anche di poter rimettermi in corrispondenza con l ’ illustre Ascoli, il quale mi incitò vivamente alcuni anni fa a proseguire certi miei raffronti fra le lingue indoeuropee e le camitosemitiche». 23 A. Trombetti, Lettera a H. Schuchardt, Cuneo, 1° febbraio 1904, in Hurch 2015. Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt Matteo Grassano 44 lingua tedesca. Superfluo soggiungere che io non posso non augurare che la S.V. continui imperterrita per la via nobilissima in cui si è messa con tanto coraggio. Non tutto vorrà persuader tutti, né così di subito; ma un ’ investigazione così penetrante, come è la Sua, non può di certo cadere invano.» 24 Tuttavia, un ’ effettiva corrispondenza con il linguista di Gorizia cominciò solo in vista dell ’ assegnazione del Premio Reale di Filologia e Linguistica. La prima lettera conservata nell ’ Archivio dei Lincei - che fu preceduta da almeno altre due lettere di cui non resta traccia - risale al 1° marzo 1903. Trombetti ripercorre qui il percorso che dal suo studio del 1898 sul nesso ario-semitico lo ha portato ad allargare il campo d ’ indagine con l ’ intenzione di provare «la connessione di tutte le lingue dell ’ Africa da una parte e di tutte quelle dell ’ Eurasia e dell ’ Oceania dall ’ altra». 25 La lacuna tra questi due grandissimi gruppi è a suo avviso colmata dalle lingue caucasiche. Questa prima parte della lettera serve a Trombetti a giustificare il suo «ardimento di avere ricercato i nessi genealogici fra tutte le lingue del mondo antico» 26 nell ’ opera presentata al concorso linceo. A differenza di quanto fatto con Schuchardt, Trombetti parla poi subito ad Ascoli dei sacrifici sostenuti fino ad allora per portare avanti i suoi studi e della conseguente importanza che ha per lui l ’ esito del concorso. La corrispondenza del 1903 conta ancora una lettera del 16 aprile, breve e di scarso interesse. Vale invece la pena di portare l ’ attenzione sulle prime due lettere dell ’ anno successivo, datate 22 febbraio e 19 marzo 1904, le quali seguono il già citato incontro milanese con Ascoli. Dopo aver manifestato nuovamente le sue ansie e preoccupazioni per il concorso, Trombetti tratta della necessità di apportare «non pochi mutamenti» 27 al lavoro presentato per il Premio, dato che nel frattempo ha accumulato e ordinato nuovo materiale, tra le altre cose, intorno all ’ indoeuropeo. Nella restante parte della lettera del 22 febbraio e in quella del 19 marzo, l ’ autore tenta così la dimostrazione della vicinanza dell ’ indoeuropeo ad altri gruppi linguistici, attraverso la considerazione dell ’ se mindoeuropei quali prefissi e una ricca comparazione di forme provenienti da numerose lingue. Della risposta di Ascoli resta ai Lincei la minuta, molto trafficata e di difficile lettura, datata 4 aprile 1904. Ne riporto due stralci che rendono abbastanza bene la posizione di Ascoli: 24 Ascoli rispose da Vetta del Generoso l ’ 8 settembre 1898; la lettera è citata in Ballini 1938: XLVI - XLVII . 25 A. Trombetti, Lettera a G. I. Ascoli, Cuneo, 1° marzo 1903, Archivio Ascoli. 26 Ibidem. 27 A. Trombetti, Lettera a G. I. Ascoli, Cuneo, 22 febbraio 1904, Archivio Ascoli. Matteo Grassano Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt 45 «Guar[dan]do poi con maggior larghezza l ’ obietto della nostra speculazione, venivo [nel corso del nostro colloquio di gennaio] a significare che le affinità, più o meno saltuarie, tra i diversi gruppi linguistici non le avremo già a imaginare, in generale, come semplici effetti dell ’ evoluzione diretta e continua [di] una medesima sostanza, ma ben piuttosto come d ’ intercorrenze di filoni comunque originali e determinati dalla vicenda dell ’ umanità.» 28 «Nelle sue preziose lettere Ella ora salta a connettere codesti ‘ prefissi ’ coi fenome[ni] della reduplicazione. Misericordia! Gli è, direi, con tutto il rispetto, come prendere il romanzo all ’ ennesima potenza, per poi sentenziar: Ecco la storia vera, la storia autentica.» 29 Ulteriori indicazioni sulle secche critiche avanzate dal glottologo vengono dalla lunga e remissiva lettera di Trombetti del 7 aprile, in cui l ’ autore torna sui propri passi: «Le confesso che, al leggere la Sua critica così giusta alle mie fantasticherie glottologiche, rimasi come stordito e da due giorni sono scontento di me stesso, tanto più che l ’ avere presentato a Lei quella farragine di ipotesi potrebbe sembrare cosa meno che rispettosa [. . .]. Spero tuttavia che per l ’ avvenire riuscirò sempre più a frenare la fantasia e che anch ’ io troverò la via per la quale potrò metodicamente lavorare con quella fede e con quell ’ ardore che fino ad ora non mi hanno abbandonato e che spero non mi abbandoneranno mai. Ed Ella, venerando Maestro, avrà il merito di aver cooperato a compiere l ’ utile trasformazione; poiché Le assicuro che la Sua frase (che Ella dice esagerata, e non è) ha prodotto in me come una crisi benefica, ammonendomi che è ormai tempo di lasciare il romanzo per la storia.» 30 Nella primavera del 1904 ci fu quindi un primo attrito, privato ma esplicito, tra Ascoli e Trombetti, che quest ’ ultimo cercò poi di appianare con un aperto mea culpa. Come mostrerò a breve, nonostante alcuni dubbi e perplessità, all ’ inizio del 1904 Ascoli aveva di fatto già deciso, d ’ accordo con Schuchardt, l ’ assegnazione del Premio al linguista bolognese. Le due lettere successive al loro incontro milanese (in cui Trombetti si avventurava in comparazioni di lingue distantissime tra loro, reinterpretando alcuni elementi indoeuropei e lasciando intravvedere il punto di arrivo del suo pensiero, cioè la monogenesi linguistica) dovettero convincere Ascoli a intervenire con una risposta dura, nel tentativo e nella speranza di frenare l ’ applicazione indiscriminata di una metodologia per lui inaccettabile e di 28 G. I. Ascoli, Minuta ad A. Trombetti, s. l., 4 aprile 1904, Archivio Ascoli. 29 Ibidem. 30 A. Trombetti, Lettera a G. I. Ascoli, Cuneo, 7 aprile 1904, Archivio Ascoli. Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt Matteo Grassano 46 riportare così il giovane linguista sulla ‘ retta via ’ . Se Schuchardt poteva apprezzare, innanzitutto come stimolo alla ricerca, l ’ audacia di alcune comparazioni trombettiane, anche perché sostenute da un ’ ammirevole conoscenza di moltissime lingue del globo, Ascoli non era invece disposto ad accettare affermazioni non rigorose: queste gli apparivano come fantasie, non solo prive di qualsiasi fondamento scientifico, ma anche ‘ pericolose ’ per l ’ Accademia che lui stesso rappresentava e per la serietà del Premio che a inizio giugno sarebbe stato assegnato. 3. Il dialogo tra Ascoli e Schuchardt Prima di vedere quanto successe dopo il conferimento del Premio e la pubblicazione dell ’ Unità d ’ origine del linguaggio, in questo paragrafo mi soffermerò sulla corrispondenza di quegli anni tra Ascoli e Schuchardt, anch ’ essa disponibile online sul sito dell ’ Hugo Schuchardt Archiv. 31 La prima menzione di Trombetti si trova in una lettera di Schuchardt del 22 febbraio 1903, con cui il linguista di Graz onora quanto promesso proprio a Trombetti nel novembre precedente, circa il suo tentativo di appoggio presso alcuni colleghi italiani: «Noch mehr interessiere ich mich für eine andere Angelegenheit, die, wenn nicht ausschliesslich, doch wohl zum wesentlichsten Teil in Ihren Händen liegt. Ich meine die Entscheidung über die Arbeit Trombettis, mit welcher er sich um den grossen Preis der Lincei bewirbt. Er ist im verflossenen Sommer mit mir in Briefwechsel getreten und hat dann, mit meiner Erlaubniss, einen offenen Brief im Giornale della Società asiatica an mich gerichtet. Ich hege den Wunsch darauf zu erwidern, und muss es auch; denn in Bezug auf die allgemeinen Probleme fallen unsere Standpunkte doch nicht ganz wie man vielleicht nach seinem Briefe annehmen könnte, zusammen und ich habe den meinigen erst noch darzulegen; sodann bleibt mir auch im Einzelnen Manches zu bemerken. Ich werde aber die Entscheidung bezüglich des Preises abwarten, um nicht etwa irgend ein Vorurteil gegen ihn hervorzurufen. Schon jetzt aber kann ich sagen dass seine Kenntniss der Sprachen und der sprachwissenschaftlichen Litteratur mich in helle Bewunderung versetzt haben; selbst da wo ich nicht seiner Meinung bin, z. B. hinsichtlich einiger Erscheinungen die das Georgische ihm zufolge mit andern Sprachen gemein hat, muss ich seiner Sorgfalt und seinem Scharfsinn volle Anerkennung zollen. Es scheint mir dass solche Kenntnisse, 31 Lichem/ Würdinger 2013. Sui rapporti di Schuchardt con Ascoli si rimanda anche a Lichem 1995 e Melchior/ Schwägerl-Melchior 2018. Matteo Grassano Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt 47 Fähigkeiten und Bestrebungen eine nachdrückliche Unterstützung verdienen. Vielleicht haben Sie die Güte mir mitzuteilen wann die betreffende Entscheidung fallen wird.» 32 Come si può notare nella seconda parte di questo lungo passo, dopo aver precisato la necessità di rispondere pubblicamente alla lettera indirizzatagli da Trombetti sul «Giornale della Società Asiatica Italiana», Schuchardt si espone in maniera esplicita con Ascoli, dichiarando la sua ammirazione per la conoscenza delle lingue e della letteratura linguistica da parte dell ’ autore italiano, e rendendo omaggio «alla sua diligenza e al suo acume». Nel gennaio del 1903 la Commissione giudicatrice del Premio non era ancora stata nominata ufficialmente: lo fu soltanto nel luglio di quell ’ anno. 33 L ’ autorevole parere di Schuchardt arrivò dunque ad Ascoli prima che questi avesse potuto iniziare a leggere i lavori presentati da Trombetti: il che potrebbe ragionevolmente aver poi influito, almeno in una prima fase, sulla sua stessa valutazione. Nella sua risposta del 14 aprile 1903, oltre a spiegare di non essere per il momento entrato nella Commissione del Premio, Ascoli informa Schuchardt dell ’ avvio della sua corrispondenza con Trombetti. Quanto a un possibile appoggio, risponde in maniera diplomatica: «Superfluo che io vi dica, quanta consolazione per me sarebbe il poter giovare all ’ ottimo Trombetti! ». 34 Nell ’ autunno del 1903 la situazione si è ormai definita: tanto Ascoli quanto Schuchardt sono stati nominati membri della Commissione. Il 12 novembre il linguista di Graz chiede infatti ad Ascoli quando riceverà l ’ opera di Trombetti e domanda chiarimenti sulla lingua in cui dovrà stendere la propria relazione. 35 Ascoli risponde il 14, da Milano, scrivendogli: «Due dei quattro volumi manoscritti del Trombetti, ho finito di studiarli nello scorso mese, e a quest ’ ora saranno probabilmente nelle mani vostre»; e poi aggiunge: «Mi pare, che intanto vi potreste disporre a scrivere in tedesco. Se poi occorrerà di voltare il vostro tedesco in italiano, ci riusciremo senza molto vostro disturbo». 36 Il discorso intorno a Trombetti riprende a fine dicembre, quando i due linguisti si interrogano innanzitutto sulla tipologia della relazione di Schuchardt 32 H. Schuchardt, Lettera a G. I. Ascoli, Assouan, 22 febbraio 1903, in Lichem/ Würdinger 2013. 33 Cfr. G. I. Ascoli, Minuta a E. Mancini, Milano, 12 luglio 1903, Archivio Ascoli: «Egregio Signore, / Mi rassegno a far parte della Commissione pel Premio Reale di Filologia e Linguistica, benché la nomina ritardata e il termine anticipato minaccino di renderne il lavoro assai malagevole e affannoso». 34 G. I. Ascoli, Lettera a H. Schuchardt, Milano, 14 aprile 1903, in Lichem/ Würdinger 2013. 35 H. Schuchardt, Lettera a G. I. Ascoli, Graz, 12 novembre 1903, in Lichem/ Würdinger 2013. 36 G. I. Ascoli, Lettera a H. Schuchardt, Milano, 14 - 15 novembre 1903, in Lichem/ Würdinger 2013. Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt Matteo Grassano 48 (che alla fine considererà solo l ’ opera di Trombetti e non quelle degli altri concorrenti) e discutono poi della necessità di confrontare i loro giudizi. Già nella lettera del 23 dicembre 1903, Schuchardt ribadisce il suo apprezzamento: «So viel kann ich allerdings schon jetzt sagen dass mein anfängliches aus Trombettis Briefen an mich (die gedruckten inbegriffen) gewonnenes Urteil bis jetzt keine wesentliche Änderung erfahren hat. Ich sehe nur eine grosse Schattenseite: die Wahl des Themas»; 37 salvo poi proporre ad Ascoli, il 5 gennaio 1904, di astenersi da una scambio di opinioni («Werden Sie es mir verübeln wenn ich Ihnen vorschlage dass wir von dem bewussten Austausch absehen? »). 38 Tuttavia, Ascoli sente il bisogno di un confronto e pochi giorni dopo, il 9 gennaio, risponde così al collega tedesco: «In me è vivissimo il desiderio che il Trombetti sia premiato, e viva la persuasione che gli spetti il premio tutt ’ intiero, la persuasione cioè che non v ’ abbia un altro concorrente del quale si possa ragionevolmente affermare ch ’ egli pure lo meriti tutt ’ intiero (nel qual caso, il premio andrebbe diviso in due parti uguali; unica spartizione che sia ammessa). - I difetti, anche organici, del lavoro del Trombetti, non sono pochi, né lievi. Ma si tratta di un lavoro grandioso, che rivela una potenza intellettuale e una operosità, degne dell ’ ammirazione degli studiosi. E il sicuro costrutto del poderoso tentativo mi par questo: che ne risulti o ne sia accresciuto il convincimento dell ’ utilità generale di un ’ esplorazione comparativa, per la quale si oltrepassino i limiti di quegli aggruppamenti di favelle che dipendono dalla dimostrazione dell ’ identità primordiale del loro intiero organismo. Questo è, suppergiù, il mio parere lungamente crogiolato. Ma sono inquieto. Non mi fido abbastanza dei miei criterj, e sento, che se il Trombetti non fa molti ritocchi al suo lavoro, la stampa ne potrà provocare opposizioni e censure clamorose, massime da parte dei ‘ routiniers ’ ; 39 sì che taluno possa poi credere che il premio abbia compromesso i giudici e l ’ istituzione. Ho perciò bisogno io stesso del conforto di un giudizio come il vostro, che vale cento volte il mio.» 40 37 H. Schuchardt, Lettera a G. I. Ascoli, Graz, 23 dicembre 1903, in Lichem/ Würdinger 2013. 38 H. Schuchardt, Lettera a G. I. Ascoli, Graz, 5 gennaio 1904, in Lichem/ Würdinger 2013. 39 Con questo termine Ascoli si riferisce probabilmente a quegli studiosi che, abituati a un certo universo di idee linguistiche, a una routine appunto, avrebbero criticato pesantemente il lavoro di Trombetti, senza riuscire a coglierne le novità. Cfr. la definizione del termine routine in Panzini 1918: routine: «voce francese da route = rotaia, carreggio, carreggiata, poi, col traslato consueto de ’ francesi, pratica, abitudine, o tradizione che fa ripetere automaticamente la stessa cosa, anche se la ragione emenda e rinnova. Dicesi specialmente per significare la pratica e la procedura degli uffici; voce fatta italiana in rotina». 40 G. I. Ascoli, Lettera a H. Schuchardt, Milano, 9 gennaio 1904, in Lichem/ Würdinger 2013. Matteo Grassano Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt 49 Si tratta di una lettera fondamentale perché da un lato chiarisce la valutazione positiva di Ascoli sul lavoro di Trombetti, di cui, pur con i suoi limiti, riconosce apertis verbis la grandiosità; dall ’ altro lato evidenzia quelle inquietudini del glottologo goriziano che nei mesi successivi sfoceranno privatamente, come abbiamo visto, in una critica a Trombetti sulle sue modalità di comparazione delle forme linguistiche. Schuchardt risponde il 12 gennaio, rassicurando Ascoli («Was Sie in Betreff der Arbeit Tr. ’ s sagen, ist mir aus der Seele gesprochen; ich bin eines mit Ihnen in Ansicht und Wunsch») ed esprimendo a sua volta ammirazione («Geradezu unbegreiflich erscheint es mir wie Tr. in seiner Lage sich von der sprachwissenschaftlichen Litteratur eine so gründliche Kenntnis hat verschaffen können; er hat selbst deutsche Bücher die man hierzulande nur schwer zu Gesichte bekommt, benutzt»). 41 Le restanti lettere della corrispondenza non aggiungono novità ai giudizi dei due autori. Segnalo solo che nella lettera del 27 gennaio 1904 Ascoli informa Schuchardt di essersi «arreso», durante l ’ incontro avuto con Trombetti, a confidargli il suo parere e a dargli un sunto di quanto scriverà nel rapporto della Commissione. 42 Per quanto riguarda invece Schuchardt, accennando alla sua relazione per il concorso, il linguista esprime a più riprese l ’ entusiasmo per il lavoro di Trombetti. Per esempio, nella lettera del 1° aprile 1904 si legge: «Sodann wünschte ich Ihnen zu sagen dass mich die Leistung Tr. ’ s mit Bewunderung, ja mit Begeisterung erfüllt hat - er muss den Preis ganz erhalten oder irgend ein Äquivalent; wenigstens kann ich mir nicht vorstellen, wie irgend eine der andern Arbeiten sich mit der seinigen zu messen vermöchte: - Sie sehen dass ich keine Zeit gefunden habe, mein Antwortschreiben an Tr. für den Druck vorzubereiten, es wird, wenn überhaupt, nach der Entscheidung der Kommission (Mai? ) erscheinen - ich denke es auf eigene Kosten in 100 - 200 Exemplaren drucken zu lassen.» 43 41 H. Schuchardt, Lettera a G. I. Ascoli, Graz, 12 gennaio 1904, in Lichem/ Würdinger 2013. 42 Cfr. G. I. Ascoli, Lettera a H. Schuchardt, Milano, 27 gennaio 1904, in Lichem/ Würdinger 2013: «Jerlaltro è qui piombato d ’ improvviso il Tr., per tenere una pubblica conferenza. Desiderò molto di vedermi e io lo trattenni a lungo, arrendendomi, un po ’ alla volta, a dirgli tutto quanto penso del suo lavoro e a dargli come un sunto del parere che presenterò alla Commissione. Confidavo e confido nella sua discrezione». 43 H. Schuchardt, Lettera a G. I. Ascoli, Graz, 1° aprile 1904, in Lichem/ Würdinger 2013. Ascoli risponde in data 14 aprile: «Il Trombetti avrà un grande giovamento dal vostro così splendido giudizio». Schuchardt non pubblicherà poi una risposta pubblica alle due Lettere di Trombetti 1902 - 1903. Il giudizio di Schuchardt inviato alla Commissione si legge in Ballini 1938: XLIX - LIV . Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt Matteo Grassano 50 A proposito di successive pubblicazioni, vale la pena di ricordare che Schuchardt, negli anni e nei decenni seguenti, non mancò di citare i lavori di Trombetti e di commentare le sue posizioni monogenetiche, lasciando, pur nella critica, sempre trasparire il suo interesse. Si consideri quanto il glottologo tedesco scrisse nel saggio Sprachursprung. I. del 1919, affrontando la questione monogenesi vs poligenesi: «Trombetti tritt kraftvoll und hartnäckig für die erstere ein; aber er erweist sie nicht, weil sie nicht zu erweisen ist. Doch auch die andere ist nicht zu erweisen; kurz gesagt, die Frage darf gar nicht in der Entweder-oder-Form gestellt werden, die Lösung liegt in dem Sowohl-als-auch. Dank seiner unüberbietbaren Ausrüstung hat Trombetti der Sprachwissenschaft die weitesten und fruchtbarsten Ausblicke eröffnet; für das von ihm erstrebte Endziel hat sie versagt. Der Stoff gehört fast seinem ganzen Umfang nach der Gegenwart an; nur an wenigen Stellen reicht er einige Jahrtausende zurück, und auch dieser Zeitraum ist sehr klein im Verhältnis zu dem, den das Dasein der Sprache überhaupt einnimmt.» 44 44 Schuchardt 1928: 254. Altre riflessioni interessanti sull ’ opera di Trombetti si leggono nel saggio del 1917 Sprachverwandtschaft (cfr. Schuchardt 1928: 200 - 201). Si considerino anche le reazioni del linguista italiano: A. Trombetti, Lettera a H. Schuchardt, Bologna, 1 o marzo 1916, in Hurch 2015: «Ho ricevuto da parecchi giorni i suoi scritti ‘ Sprachverwandtschaft ʼ , ‘ Sprachursprung I, II ʼ e altre cose, e di tutto La ringrazio cordialmente. [. . .] Il giudizio che Ella dà in ‘ Sprachverw. ʼ , che cioè io abbia saputo congiungere assennatezza e ardimento, è, secondo il mio modo di vedere, il più equo e quello che maggiormente io potrei ambire. Anche in principio di ‘ Sprachursprung ʼ vi è un giudizio molto lusinghiero»; si veda anche, nella stessa corrispondenza, la lettera del 20 dicembre 1917, scritta da Bologna: «L ’ ultimo suo scritto dimostra come Ella sia sempre pronto a sostenere imparzialmente le ragioni della verità e della scienza, contribuendo autorevolmente a dissipare l ’ indifferenza e i pregiudizi con cui da molti viene considerata l ’ opera mia. Il giudizio che ella esprime a pag. 528 è per me di grande conforto. So di avere intrapreso un ’ opera ardita, ma mi sforzo sempre più di non allontanarmi dalla necessaria prudenza». L ’ opinione positiva, anche tra molte voci critiche, che Schuchardt mantenne sempre di Trombetti è confermata da fonti indirette. Si veda, per esempio, quanto gli scrivevano W. Streitberg e J. Wackernagel rispettivamente in due lettere datate 1 o marzo 1925 e 4 gennaio 1926, a proposito del suo saggio Das Baskische und die Sprachwissenschaft (1925) in cui aveva lodato le ricerche di Trombetti: «Ihrer Schätzung Trombettis vermag ich freilich auch heute noch so wenig zuzustimmen wie zur Zeit seines ersten Auftretens. / Mir scheint, ihm fehlt der feste Boden unter den Füßen» (cit. da Seldeslachts-Swiggers 1994: 295) e «Sie werden es mir zu Gute halten, wenn ich nicht allen Urteilen folgen und z. B. die hohe Einschätzung Trombetti ’ s vorerst nicht teilen kann» (cit. da Muller- Swiggers 1990: 172). Matteo Grassano Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt 51 4. L ’ unità d ’ origine del linguaggio e il risentimento di Ascoli Il Premio Reale di Filologia e Linguistica fu conferito a Trombetti il 5 giugno 1904, nel corso dell ’ adunanza solenne dell ’ Accademia dei Lincei tenuta al cospetto del Re. 45 La vittoria segnò una svolta fondamentale nella vita e nella carriera del linguista: oltre a garantirgli una ricompensa in denaro di 10.000 £, gli permise sia di avere accesso all ’ insegnamento universitario, sia di poter pubblicare il proprio lavoro. Come mostrerò a breve, entrambi i punti furono occasione di nuovi attriti con Ascoli. Per quanto riguarda la cattedra universitaria, va innanzitutto ricordata una lettera di raccomandazione dello stesso Ascoli, scritta a nome di tutti i membri della Commissione giudicatrice e indirizzata il 7 giugno al Ministro Orlando. Nella minuta conservata ai Lincei si legge la seguente richiesta: «[. . .] se a V. E. piacesse di trasferire il Tr. dal Liceo di Cuneo a un liceo che si trovi in sede universitaria, a Bologna, per esempio, cioè nella regione che è patria del Tr., e di conferirgli insieme un incarico nell ’ Università, il quale si potrebbe intitolare di Scienza del Linguaggio». 46 La risposta del Ministro arriva, via telegramma, il 12 giugno, andando, nel fatto compiuto, molto al di là non solo delle speranze di Trombetti, ma probabilmente anche dei desideri di Ascoli: «[. . .] godo comunicarle Sua Maestà firmato decreto che nomina il Trombetti Professore ordinario». 47 La cattedra affidata a Trombetti fu quella di Filologia semitica. Quello stesso giorno la notizia è data telegraficamente a Trombetti, 48 a cui Ascoli riscrive poi il 16 giugno, con una lettera che, rifacendosi ai loro colloqui precedenti, lo invita ora, ancor più di prima, a una grande prudenza: «Ora la prova, la gran prova è superata; e subentra il periodo della più solenne prudenza, il periodo di quella meditazione profonda e calma, di cui già parlammo e per lettera e di viva voce. Ella ne riuscirà un lottatore pronto al trionfo, per gloria Sua e del paese; ma un lottatore diverso da quello che gli amici improvvidi ora fanno di Lei. Questa è la speranza de ’ Suoi giudici di prima istanza, ed è certamente una speranza che non sarà prostrata. [. . .] Non so s ’ Ella sappia d ’ essere (e io me ne glorio) il mio successore nell ’ Univ. di Bologna. Il Farini, per Sua bontà, mi aveva cioè nominato a quella cattedra ‘ semitica ’ , la quale mi fu commutata nella cattedra ‘ indoeuropea ’ di Milano, per 45 La relazione, letta da Ascoli, fu poi stampata in Rendiconto 1904. 46 G. I. Ascoli, Minuta a V. E. Orlando, s. l., 7 giugno 1904, Archivio Ascoli. 47 V. E. Orlando, Telegramma a G. I. Ascoli, 12 giugno 1904, Archivio Ascoli. 48 G. I. Ascoli, Telegramma ad A. Trombetti, 12 giugno 1904, Archivio Ascoli. Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt Matteo Grassano 52 effetto di una mia ansiosa lettera, riscontrata con pronta e grande generosità dal Mamiani [. . .] 49 Sciolgo ora formalmente la promessa alquanto scherzosa, con la quale m ’ impegnavo, sin dal gennajo scorso (cioè sin dal giorno in cui nel mio cortile s ’ è congelato il nostro ottimo Brambilla), di farle vedere un mio sgorbio monogenetico scritto quarantacinque anni or sono. I due saggiuoli, 50 coi quali apersi il secondo degli ‘ Studj critici ’ , mi par che le possano importare maggiormente; ma nella libreria di Bologna Ella ritrova certo quel volumaccio.» 51 Si noterà, oltre al ricordo di quanto successo nel 1860 alla “ sua ” cattedra di Filologia semitica dell ’ Università di Bologna, la definizione di un suo giovanile scritto, quale «sgorbio monogenetico», che sembra suonare come un monito a Trombetti. La preoccupazione per l ’ assegnazione di una cattedra di cui Trombetti non era specialista dovette spingere Ascoli a tornare varie volte sull ’ argomento. Le lettere di Trombetti di giugno e luglio contengono infatti ripetute giustificazioni e rassicurazioni in questo senso. Per esempio, ancora nella lettera del 21 luglio 1904, Trombetti scrive: «Ho quindi ragione di sperare che il titolo sarà mutato. Tuttavia, avendo io accettato la cattedra di filologia semitica ed essendo e volendo rimanere onesto, farò di tutto per non venir meno al mio dovere, anche nel caso che il mutamento del titolo non potesse farsi [. . .]. Non mi sfugge quanto grande sia la responsabilità che mi sono assunta e sento fortemente il dovere di corrispondere pro viribus alla fiducia riposta in me dal Ministro. [. . .] Quanto alle esercitazioni antimetodiche, è superfluo che io L ’ assicuri essere mia ferma intenzione di escluderle affatto dalla scuola; ma è egualmente superfluo il notare che non in tutti i gruppi linguistici è possibile finora l ’ applicazione di metodi rigorosi, e che l ’ opera mia - come scrisse lo Schuchardt - ‘ non può né vuole avere un carattere definitivo, ma soltanto iniziativo ’ ». 52 49 Cfr. Bolelli 1962: 381: «Alla fine del 1860 gli veniva offerta con decreto di L. C. Farini, confermato da T. Mamiani, la cattedra di lingue semitiche all ’ università di Bologna. L ’ A., tuttavia, rifiutò, ma accettò l ’ anno seguente presso l ’ Accademia scientifico-letteraria di Milano la cattedra di “ grammatica comparata e di lingue orientali ” che si sarebbe poi chiamata, per suo suggerimento, “ storia comparata delle lingue classiche e neolatine ” . Era la prima cattedra di linguistica scientifico-comparativa in Italia». 50 Si tratta dei saggi La paleontologia della parola e Lignana, Camarda, Albanesi e Slavi nel Molise, in Ascoli 1877: 1 - 30 e 31 - 82. 51 G. I. Ascoli, Minuta ad A. Trombetti, s. l., 16 giugno 1904, Archivio Ascoli. 52 A. Trombetti, Lettera a G. I. Ascoli, Cuneo, 21 luglio 1904, Archivio Ascoli. Matteo Grassano Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt 53 Nel frattempo, alla questione della cattedra di Filologia semitica si era intrecciata quella della pubblicazione dell ’ opera di Trombetti. In quanto vincitori del concorso, i Nessi genealogici fra le lingue del mondo antico potevano essere pubblicati a spese dell ’ Accademia. Non a caso, già il 9 giugno 1904, il Presidente dei Lincei, Pietro Blaserna, aveva chiesto ad Ascoli se il lavoro di Trombetti necessitasse ritocchi in vista della stampa, 53 ricevendo la seguente risposta: «Ho sempre dichiarato ai colleghi della Commissione e allo stesso Autore, che il lavoro del Trombetti, con giusta predilezione encomiato e premiato da ’ Lincei, non poteva tuttavolta essere pubblicato, in nessuna sua parte, senza profonde mutazioni. Pubblicato che fosse, tutto o in parte, come ora sta, ho sempre detto e scritto, anche all ’ autore, che ne potrebbero sorgere «opposizioni e censure così clamorose, da far parere che il premio abbia compromesso i giudici e l ’ istituzione». E il Trombetti non solo ha sempre riconosciuto che io diceva giusto, ma insieme ha sempre dichiarato, che di gran parte del lavoro mandato al concorso, a Lui non rimaneva alcuna sicura traccia, poiché eran pagine messe insieme lì per lì, come nell ’ impeto di un primo abbozzo.» 54 Anche in questo caso, arrivò però in maniera un po ’ inaspettata l ’ intervento del Ministro Orlando e del Re d ’ Italia. Nella sua lettera del 21 giugno 1904 Trombetti informa infatti Ascoli della notizia, ricevuta il giorno precedente, che «S. M. il Re intende promuovere a sue spese la pubblicazione» 55 dei Nessi genealogici; il che - aggiungerei subito - costituiva per Trombetti un grandissimo vantaggio, perché, sollevando l ’ Accademia dei Lincei dal finanziamento del suo scritto, allontanava anche la possibilità di controllo sul testo da parte dei membri della Commissione giudicatrice. Non stupisce che in questa e nelle lettere seguenti Trombetti rassicuri Ascoli anche su questo punto, scrivendo tra l ’ altro: «Io sono desiderosissimo di consigli e di correzioni, e nella mia mente ho già fatto tesoro di tutte le osservazioni contenute nella Sua Relazione e in quella del Prof. Schuchardt nonché di tutte le altre osservazioni scritte e orali che Ella si compiacque di fare al mio lavoro». 56 Le agitazioni e le insofferenze che caratterizzarono il rapporto di Trombetti e Ascoli nell ’ estate del 1904 sono in qualche modo riassunte dal primo in una lettera a Schuchardt del 10 agosto, di cui è importante riportare un lungo passo: «A Bologna, ove per la prima volta sentii parlare della cattedra di “ filologia semitica ” destinata a me, io protestai subito che essa non mi conveniva e che il 53 P. Blaserna, Lettera a G. I. Ascoli, Roma, 9 giugno 1904, Archivio Ascoli. 54 G. I. Ascoli, Minuta a P. Blaserna, s. l., s. d., Archivio Ascoli. 55 A. Trombetti, Lettera a G. I. Ascoli, Cuneo, 21 giugno 1904, Archivio Ascoli. 56 A. Trombetti, Lettera a G. I. Ascoli, Cuneo, 21 luglio 1904, Archivio Ascoli. Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt Matteo Grassano 54 titolo del mio insegnamento avrebbe dovuto essere “ Scienza del Linguaggio ” (titolo proposto dall ’ Ascoli, ma non per la cattedra d ’ ordinario, bensì per un incarico - il Ministro invece volle fare di più). Ricevetti le più ampie assicurazioni dalla Facoltà di Lettere della Università di Bologna che il titolo sarebbe stato accettato. Io non credetti di dover rifiutare la nomina onorifica, tanto più che tutti (e ultimamente perfino il Re) mi assicurarono che nessuno avrebbe posto limiti al mio insegnamento. Non così il venerando professore Ascoli, il quale mi fece varie obiezioni. Risposi che speravo nel promesso mutamento del titolo; ma che, ad ogni modo, avendo io accettato la filologia semitica e volendo restare onesto, ove quel mutamento non potesse farsi, mi metterei in grado di sostenere l ’ insegnamento a qualunque costo, a costo anche di rovinarmi la salute. Intanto comincerei con la glottologia semitica, che è pure una parte della filologia semitica (quantunque l ’ Ascoli la dica parte impercettibile). Più grave e complicata è la faccenda della pubblicazione del mio lavoro. La R. Accademia dei Lincei ha il diritto di pubblicare i lavori premiati che siano manoscritti. Ora, nel mio caso, il Re si è degnato di fornire il denaro occorrente, denaro di cui forse non potrebbe disporre l ’ Accademia. Al prof. Ascoli io promisi che, qualora il mio lavoro avesse avuto l ’ onore della stampa, io l ’ avrei riveduto da capo a fondo per migliorarlo sotto tutti gli aspetti, mettendo a profitto le osservazioni contenute nella Relazione della Commissione, quelle contenute nella Sua relazione non pubblicata (ma di cui ebbi comunicazione privata) nonché tutte le altre osservazioni che l ’ Ascoli benevolmente mi fece a voce e in iscritto. Tutto questo io promisi all ’ Ascoli e sono fermamente risoluto di farlo; ma, non so perché, l ’ Ascoli da un po ’ di tempo mi scrive lettere molto severe, nelle quali mi dice che la disposizione del mio spirito non è più quella di prima, cioè non è più remissiva. Non può credere quanto mi addolori un simile rimprovero, che non mi pare di meritare. L ’ Ascoli teme che la pubblicazione possa compromettere la Commissione e la R. Accademia dei Lincei. Ma è dunque così orribile il mio lavoro? Non so più che cosa pensare, che cosa fare. Ho promesso di migliorare il mio scritto e lo farò con la massima cura, facendo il massimo sforzo intellettuale e fisico di cui io sia capace; se questo non basta, che mi resta a fare? Siccome io non voglio assolutamente compromettere la Commissione e la R. Accademia, eseguirò le correzioni e introdurrò il maggior numero possibile di miglioramenti; quando presenterò di nuovo i manoscritti alla R. Accademia, la quale delibererà sul da farsi. Senonché l ’ augusta parola del Re è già impegnata . . .» 57 57 A. Trombetti, Lettera a H. Schuchardt, Savona, 10 agosto 1904, in Hurch 2015. Matteo Grassano Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt 55 Nei mesi successivi, tuttavia, le relazioni tra i due linguisti si distesero nuovamente, come mostra il tono di diverse lettere di Trombetti e quello di una minuta di Ascoli, datata 9 gennaio 1905. Proprio quest ’ ultima lettera ci fa capire come Ascoli fosse stato innanzitutto rassicurato dalla pubblicazione della notizia, sui Rendiconti lincei, che la stampa del testo trombettiano sarebbe avvenuta «per iniziativa di S. M.» e dalla restituzione del manoscritto dei Nessi genealogici all ’ autore, la quale significava ai suoi occhi «una rinunzia a ogni ulteriore ingerenza o responsabilità dell ’ Accademia». 58 A tutto questo si sommava la fiducia nei miglioramenti che l ’ autore stava apportando ai manoscritti originali. Come dimostra, nella stessa lettera, la rinuncia a partecipare a una conferenza che Trombetti avrebbe dovuto tenere il 22 gennaio al Circolo filologico di Milano, la posizione di Ascoli fu alla fine quella di un ’“ accettazione ” formale del lavoro di Trombetti, a patto di non essere chiamato a esprimersi pubblicamente sulle sue tesi. Così, sempre nella lettera del 9 gennaio, si compiace del fatto che Schuchardt si stia comportando in modo simile al suo. 59 Nel corso del soggiorno di Trombetti a Milano, i due ebbero comunque modo di vedersi di nuovo di persona, privatamente, a circa un anno dal loro primo incontro. Intanto, il 19 gennaio 1905 Trombetti aveva tenuto la sua prolusione universitaria a Bologna. Proprio il lavoro dei mesi successivi in vista della pubblicazione di tale prolusione si fuse con il recupero di alcuni materiali dei Nessi genealogici e andò a costituire il testo dell ’ Unità d ’ origine del linguaggio. Trombetti informa Ascoli di questa fusione l ’ 11 giugno 1905, inviandogli i primi sei fogli delle bozze di stampa e pregandolo di accettare, come fatto quello stesso giorno con Schuchardt, 60 la dedica. Segue un ’ altra lettera il 16 giugno con allegati ulteriori tre fogli di bozze. Ascoli risponde accettando la dedica e dando un giudizio positivo sul lavoro: «Le pagine che ho potuto leggere mi hanno del resto prodotto una grande consolazione, in quanto mi son parse rappresentare un notevole incremento di precisione e d ’ efficacia, confrontate in quelle che eran venute al concorso». 61 Ciononostante, la vicenda non ebbe un epilogo positivo. Come aveva previsto e temuto Ascoli, la pubblicazione dell ’ Unità d ’ origine del linguaggio sollevò un grande dibattito, in cui non mancarono profonde critiche all ’ opera e 58 G. I. Ascoli, Minuta ad A. Trombetti, Milano, 9 gennaio 1905, Archivio Ascoli. 59 Ibidem: «Non diversa mi appariva la orientazione dello Schuchardt, poiché l ’ unica volta che egli m ’ ebbe a toccare della faccenda dopo che il premio era conferito, fu per dirmi rapidissimamente ch ’ egli s ’ era ricusato in assoluto modo a ogni intervento e che le fandonie dei giornali non valevano a ferirlo». 60 Cfr. A. Trombetti, Lettera a H. Schuchardt, Bologna, 11 giugno 1905, in Hurch 2015: «Sarebbe mio vivo desiderio dedicare il libro a Lei e al Prof. Ascoli, al quale scrivo oggi in proposito». 61 G. I. Ascoli, Minuta ad A. Trombetti, s. l., s. d., Archivio Ascoli. Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt Matteo Grassano 56 all ’ autore. Proprio per rispondere a tre recensioni negative, 62 alla fine del 1906 Trombetti diede alle stampe il volumetto polemico Come si fa la critica di un libro 63 e ne mandò copia ad Ascoli. Non avendo avuto risposta, gli scrisse poi una lettera il 21 dicembre 1906, che è da un lato una sorta di excusatio non petita, in cui giura di non aver voluto alludere a lui o ad altri membri della Commissione dei Lincei nelle parole « “ silenzio di chi avrebbe dovuto parlare ” che si leggono nella Prefazione (pag. IX )»; 64 dall ’ altro lato uno sfogo riguardante «la critica palese e soprattutto [. . .] occulta» che lo ha, dice, esasperato. Ascoli morì esattamente un mese dopo, il 21 gennaio 1907. Come testimonia l ’ Archivio dei Lincei, il grande linguista aveva trovato il tempo di stendere una dura lettera di risposta a Trombetti, che non venne però mai inviata. Trombetti lo seppe da un amico, come si legge in un ’ altra lettera che inviò il 27 gennaio al figlio di Ascoli («Un amico m ’ informa che l ’ ultima cosa scritta dal compianto Suo Genitore fu una lettera a me diretta»), 65 chiedendogli di poterla leggere nella speranza di trovarvi il giudizio sullo scritto Come si fa la critica di un libro. La risposta fu negativa; e fu forse meglio per Trombetti non aver mai letto le ultime parole a suo riguardo di colui che reputò sempre e sinceramente suo maestro, insieme a Schuchardt: «La ringrazio molto degli auguri e d ’ ogni Sua buona intenzione e Le ricambio di tutto cuore ogni buon sentimento. Ma, a dirle schiettamente il vero, questa Sua lettera mi ha sgomentato non poco. Poiché nella precedente mia lettera io Le aveva molto precisamente indicato, che non mi pareva onesto alcun cenno a me o al premio a Lei conferito in generale, senza insieme aggiungere, in giusta proporzione al dubbio intenso e al biasimo aperto e palese che io fermamente opposi nella tragica storia della parte da me dovuta prendere nella Sua premiazione ai Lincei. Dalle origini io credo d ’ essere pressoché sempre entrato tra i giudici del premio di S. M. per la Fil. e Ling., e d ’ esserne stato quasi sempre il relatore. Venuta la volta sua, si diffuse la voce, tra gli uomini autorevoli, che io, per il rigore del metodo, Le potessi riuscire contrario, laddove all ’ incontro Le sarebbe riuscito superbamente favorevole, un altro linguista, giustamente celebre e amico degl ’ Italiani, il Dott. Ugo Schuchardt, professore emerito dell ’ Univers. di Gratz, aggregato di recente e meritamente tra i Soci Esteri dell ’ Accademia dei Lincei. 62 Si tratta di Formichi 1905, Scerbo 1905 e Pavolini 1906. Mi riprometto di tornare, in altra occasione, su un ’ analisi delle polemiche che seguirono la pubblicazione dell ’ Unità d ’ origine del linguaggio di Trombetti. 63 Trombetti 1907. 64 A. Trombetti, Lettera a G. I. Ascoli, Bologna, 21 dicembre 1906, Archivio Ascoli. 65 A. Trombetti, Lettera a M. Ascoli, Bologna, 27 gennaio 1907, Archivio Ascoli. Matteo Grassano Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt 57 Si narrava di un incontro romanzesco avvenuto in una parte della Liguria tra lui, reduce dall ’ Africa e Lei che accorreva dalle balze pedemontane dove s ’ erano riconosciuti senza conoscersi e intesi circa il premio e circa una polemica tra un Suo saggiuolo a stampa e risposta di lui. E incominciavano intanto a comparire da compari italiani, affatto estranei alla materia, dei sicuri annunzi di prossimi Suoi trionfi glottologici.» 66 Certo ad Ascoli dispiacquero le polemiche che erano seguite alla pubblicazione dell ’ Unità d ’ origine del linguaggio e a cui, con la sua risposta pubblica, Trombetti non sembrava volersi sottrarre, rischiando così di compromettere coloro che l ’ avevano premiato nel 1904. 67 La vicenda dovette addolorare e contrariare il linguista, arrivato ormai alla fine dei suoi giorni. Ascoli si sentì probabilmente tradito da quel giovane glottologo d ’ ingegno, a cui aveva dato fiducia convinto di poterlo portare su strade meno pericolose e metodologicamente più sicure di quelle della monogenesi linguistica. Alla luce di quanto visto finora è lecito domandarsi, in conclusione, perché, al di là di simpatie o possibili imbarazzi personali, due grandi linguisti, quali Ascoli e Schuchardt, assunsero posizioni divergenti nei confronti dei lavori di Trombetti, nonostante un ’ iniziale e ufficiale concordanza, decretata dal risultato del Concorso linceo. Benché sia molto difficile dare una risposta sintetica e univoca, è indubbio che su tali divergenze influirono, oltre alle oggettive differenze scientifiche tra i profili dei due giudici, le caratteristiche proprie dell ’ opera del candidato. A trovare una sintesi aiuta forse quanto scrisse Leo Spitzer nel 1918 a conclusione di una sua lunga recensione del libro di Karl Marbe Die Gleichförmigkeit in der Welt (1916) e dei lavori di Trombetti L ’ unità d ’ origine del linguaggio e Come si fa la critica di un libro. A proposito di questi ultimi, dopo aver giudicato negativamente la metodologia di Trombetti e messo in dubbio il principio teorico della monogenesi del linguaggio, Spitzer finisce tuttavia la sua riflessione spezzando una lancia a favore del glottologo italiano, poiché gli riconosce lo status di ‘ Forscher ’ , cioè di ‘ ricercatore ’ , di pensatore autonomo, che nella sua visione si contrappone a quello di ‘ Gelehrter ’ , di ‘ erudito ’ . Conclude infatti Spitzer: «Wenn ich eingangs zwischen ‘ Gelehrten ’ und ‘ Forschern ’ unterschied, so bezeugt der geringe Gebrauch des letzteren Wortes in der Sprachwissenschaft (man sagt nur ‘ Naturforscher ’ und meist ‘ Sprachgelehrter ʼ , nie aber etwa ‘ Polargelehrter ʼ , was berechtigt wäre), dass der Linguist noch zu sehr mit dem 66 G. I. Ascoli, Minuta ad A. Trombetti, s. l., s. d., Archivio Ascoli. La lettera si interrompe dopo la parte trascritta. 67 Sul dibattito intorno alla compromissione di Ascoli si vedano P. Rajna, Lettera a C. Salvioni, 19 febbraio 1910, in Sanfilippo 1979: 165; e Loporcaro 2008: 75 - 76. Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt Matteo Grassano 58 Philologen verschwägert ist, sich eher als Polyhistor denn als Denker fühlt und daher auch so aufgefasst wird. Marbe denkt und weiss, Trombetti weiss und denkt - sie beide sind Forscher. Richard M. Meyer schreibt in seinen Aphorismen (GRM 1910 S. 643): ‘ Die ‹ Gelehrten › bilden den niederen Adel der Wissenschaft, sie sammeln und bewahren. Den hohen Adel bilden die ‹ Forscher › : sie erobern und verteidigen. ʼ Ist es nicht die instinktive Abneigung der Gelehrten gegen das Denken, die bewirkte, dass in den linguistischen Fachzeitschriften von Trombetti kaum Notiz genommen wurde, dass sein Name im Krit. Jahresbericht, soweit ich sehe, nur einmal unter vielen anderen gelegentlich einer Diskussionsrede über orthographische Fragen fällt - und dass seine Werke auch in dieser Zeitschrift erst nach so vielen Jahren besprochen werden? » 68 Che Trombetti sia stato uno studioso eterodosso è cosa certa, che fu chiara già ai suoi contemporanei. Mi pare però che l ’ etichetta di “ Forscher ” data da Spitzer sia davvero illuminante. L ’ idea del “ ricercatore ” , dell ’ esploratore di nuovi orizzonti linguistici, rende infatti maggiormente giustizia al senso dell ’ operato intellettuale di Trombetti, il quale fu sempre guidato da un pensiero grandioso, indimostrabile, che cercò di perseguire anche a costo di sacrificare, o comunque di piegare ai propri fini, la rigorosità metodologica della sua stessa disciplina: una visione dell ’ oltre che Ascoli e Schuchardt valutarono in maniera diversa. Abstract. 1904 wurde Alfredo Trombetti der von der Accademia dei Lincei 1902 ausgelobte Premio Reale di Filologia e Linguistica zugesprochen, um den er sich mit seinem Werk Nessi genealogici fra le lingue del mondo antico beworben hatte. Die Zuerkennung stellte einen Wendepunkt im Leben des italienischen Sprachwissenschaftlers dar, eröffnete sie doch ihm den Weg zu einer universitären Laufbahn. Der Beitrag rekonstruiert die Beziehung zwischen Trombetti und Graziadio Isaia Ascoli bzw. Hugo Schuchardt in dieser Zeitspanne, denn diese beiden berühmten Sprachwissenschaftler waren Mitglieder der Jury. Insbesondere erlaubt es die Auswertung der Briefwechsel, die an der Accademia dei Lincei bzw. im Hugo Schuchardt Archiv der Universität Graz aufbewahrt werden, die Entwicklung in den Beurteilungen von Trombettis Arbeiten herauszuarbeiten: Stimmten Ascoli und Schuchardt anfänglich noch offiziell in ihrem positiven Urteil überein, kamen sie im weiteren Verlauf zu unterschiedlichen Einschätzungen der Annahme eines monogenetischen Sprachursprungs. 68 Spitzer 1918: 17. Il rinvio a Meyer fa riferimento a Meyer 1910; la discussione di questioni ortografiche, cui allude Spitzer, si trova in Bartoli 1913: 122. Matteo Grassano Una teoria pericolosa. Alfredo Trombetti di fronte ad Ascoli e Schuchardt 59 Summary. In 1904 Alfredo Trombetti won the Premio Reale di Filologia e Linguistica, announced in 1902 by the Accademia dei Lincei, to which he had applied with his work Nessi genealogici fra le lingue del mondo antico. The award represented a turning point in the life of the Italian linguist, as it opened the way to his university career. This essay reconstructs Trombetti ’ s relationship with Graziadio Isaia Ascoli and Hugo Schuchardt during the years around the time of the Premio, since the two great linguists were part of the jury. Specifically, the analysis of epistolary documents from the Accademia dei Lincei and the Hugo Schuchardt Archiv of the University of Graz allows us to highlight the different evaluation that, after an initial and official agreement, Ascoli and Schuchardt gave to Trombetti ’ s work and his positions in favour of linguistic monogenesis. Bibliografia Ascoli, Graziadio Isaia: Studi Critici, Roma/ Torino et al.: Loescher 1877. Assirelli, Oddone: La dottrina monogenistica di Alfredo Trombetti. Sua genesi, suo svolgimento, sua ultima meta, a cura di Angelo Savelli, Faenza: Lega 1962. 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