Italienisch
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Narr Verlag Tübingen
10.24053/Ital-2022-0011
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2022
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Fesenmeier Föcking Krefeld OttIl tipo compositivo carovita
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2022
Franz Rainer
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Sprachecke Italienisch Die Rubrik «Sprachecke Italienisch» stellt aktuelle Probleme und Tendenzen des Gegenwartsitalienischen vor und befasst sich mit Normierungsschwankungen, grammatischen Unsicherheiten, Neuwortbildungen u. a. Dabei sollen möglichst auch Anfragen und Anregungen aus dem Kreis der Leserinnen und Leser aufgegriffen werden, die die Dynamik des Gegenwartsitalienischen als «lingua [. . .] in forte ebollizione» (F. Sabatini) präsentieren. Verantwortlich für die «Sprachecke Italienisch» ist Prof.Dr. Daniela Pietrini (Universität Halle-Wittenberg): daniela.pietrini@romanistik.uni-halle.de. Il tipo compositivo carovita Il tipo compositivo carovita, pur essendo oggi uno dei più produttivi in italiano, costituisce un ’ anomalia tanto nel contesto della composizione romanza quanto in quella della stessa composizione italiana. 1 Benché il tipo dei composti NN con testa a sinistra e rapporto semantico subordinativo sia generalmente più sviluppato e produttivo in francese che non in italiano (cfr. Arnaud 2003 per il francese), sarebbe impensabile voler tradurre carovita letteralmente con **cherté vie. In francese, infatti, si può dire solo cherté de la vie, oppure vie chère. 2 È vero che la traduzione francese ha un nome di qualità suffissato (cherté) dove l ’ italiano utilizza un aggettivo sostantivato (il caro), il cui uso è stato motivato forse dal fatto che ambedue le alternative, carezza e carità, presentavano un problema di homophonie gênante. Semanticamente, comunque, il caro della vita 3 è l ’ equivalente del fr. la cherté de la vie. Anche in italiano formazioni analoghe a carovita, cioè con un nome di qualità seguito da un complemento che corrisponde all ’ argomento esterno dell ’ aggettivo base del primo membro (la vita è cara), come **scarsezza tempo ‘ scarsezza di tempo ’ , **abbondanza patate ‘ abbondanza di patate ’ , ecc. suonano decisamente male. Né suonano meglio composti con in prima posizione un aggettivo sostantivato con funzione collettiva: **bellovita ‘ il bello della vita ’ , ecc. Le specificità del tipo carovita e la sua origine non sembra che abbiano destato l ’ interesse degli studiosi. Tollemache (1945: 165), senza ulteriore com- DOI 10.24053/ Ital-2022-0011 1 Vorrei ringraziare Paolo D ’ Achille, Maria Grossmann, Barbara Pizzedaz e Anna Thornton per utili suggerimenti sulla prima versione di questa nota. 2 Quest ’ ultima espressione era la più comune prima dell ’ uso del termine inflation (Rainer 1998), cioè prima della Grande Guerra. Non sembra necessaria l ’ ipotesi dello Zingarelli, che fa del fr. vie chère addirittura il modello di carovita: « carovita [comp. di caroe vita, sul modello del fr. vie chère].» 3 Cfr. Ruspoli 1907. Tornerò su quest ’ uso più avanti. 123 mento, elenca carovita e caroviveri fra i composti del tipo «sostantivo con complemento» in cui «il subordinato segue». In Radimský (2015), invece, nella cui classificazione il tipo corrisponderebbe ai «subordinate compounds», esso non è menzionato affatto. Lo stesso vale per Micheli (2020), il lavoro più recente sulla composizione italiana. Il tipo carovita fa la sua entrata nella lessicografia italiana nel 1923 con la quarta edizione del Dizionario Moderno di Panzini, e rimane poi una fonte importante di neologismi fino a oggi, come vedremo più avanti e come testimoniano anche repertori di neologismi come Battaglia (2004, 2008) o Adamo/ Della Valle (2003, 2005). Panzini (1923) scrive, alla voce caroviveri: Caroviveri (Il): locuzione fatta sostantivo, per indicare l ’ aumento di prezzo, al tempo della Guerra, dei viveri. Al tempo in cui rivedo questo dizionario (maggio 1917), circa il 50 % in più sui vecchi prezzi, facendo però una media generosa. Nel 1921 si è circa al 1000 per 100 dei vecchi prezzi. Caffè, L. 28 al kg., carne L. 26 al kg., burro L. 30. Caroviveri, è anche detta la indennità cartacea per tale aumento di prezzi. Vero circolo vizioso! Quei dizionari che offrono analisi morfologiche interpretano normalmente le parole del tipo carovita come dei composti, ma sono state avanzate anche interpretazioni alternative: Panzini (1923), come abbiamo appena visto, parlava di «locuzione fatta sostantivo», Adamo/ Della Valle (2005) usano la formula «composto dal prefissoide caroaggiunto a . . .», il De Mauro online, s. v. caro, un criptico «aggettivogeno». 4 Migliorini (1963, s. v. caro-) identificava il capostipite del tipo in caroviveri, parola oggi uscita dall ’ uso comune, sul cui modello si baserebbe poi la lunga serie di formazioni dello stesso tipo: «Sull ’ esempio di caroviveri, si è parlato di . . .». Il secondo elemento del composto è normalmente un sostantivo, al singolare o al plurale, ma può anche essere un sintagma se l ’ espressione denota un concetto stabile, come in caro-bolletta telefonica o caro-canone Telecom, citati in Battaglia (2004) ma lemmatizzati erroneamente come carobolletta e carocanone. Panzini, rivedendo il suo dizionario nel 1917, associa il tipo compositivo all ’ aumento dei prezzi durante la guerra nella quale è immerso. La data più antica fornita dal DELI, del 1916, ugualmente per caroviveri, sembrerebbe dargli ragione. In realtà, Google Libri ci permette oggi di vedere che le radici di questo tipo affondano già nel periodo prebellico. Ne trovo un esempio precoce addirittura nel 1880 negli Atti del consiglio provinciale di Palermo, sessioni straordinarie e ordinaria 4 Questo termine è spiegato così nel dizionario stesso: «di sostantivo, che determina l ’ uso aggettivale del sostantivo al quale si accompagna (es. donna nell ’ espressione donna poliziotto)». Sprachecke Italienisch Franz Rainer 124 dell ’ anno 1880 (Palermo: Giannitrapani 1880, p. 23 del «riassunto del bilancio provinciale pel 1881»): «Dall ’ indennità del caro viveri non dovuto più al detto signor Guccione per effetto della nuova posizione ottenuta.» Gli esempi successivi di questa parola-capostipite però si trovano solo a inizio Novecento: «l ’ ardua questione del caro viveri» (Critica sociale 18, 1908, p. 170), «Un pericolo invece fin troppo palese è quello del caroviveri e, meglio ancora, del carovivere» (Rivista d ’ Italia 1, 1909, p. 156). Con l ’ inflazione causata dalla guerra, che si protrasse ben oltre la sua fine, le occorrenze esplodono letteralmente, come si può constatare facilmente con Google n.gram Giusta fu l ’ intuizione di Migliorini nel vedere in caroviveri il capostipite del tipo. Stando alle datazioni di cui dispongo, il secondo per età è il lessema caro-pane: «A Castelfranco (Bologna) dimostrazioni per il caro-pane» (Alfredo Comandini, L ’ Italia nei cento anni del secolo XIX (1801 - 1900) giorno per giorno illustrata, vol. 5, Milano: Vallardi 1900, p. 297), «il soprassoldo mensile di lire cinque per il caropane» (Atti parlamentari 16, 1918, p. 17413), ecc. Al nucleo delle formazioni più antiche appartengono anche i lessemi seguenti: «Il caro-alloggi» (Rivista di politica economica 2, 1912, p. 1070), «Col caro viveri che c ’ è e col caro fitti? » (La luna. Giornale lunatico illustrato, 1912, s. p.), «il progresso ha portato con sé il carovita» (Rivista mensile [Touring Club Italiano], 1914, p. 520), «In ogni caso il caro vita non potrà mai superare le 45 lire mensili» (Rivista dei trasporti, 1918, p. 44; l ’ esempio si riferisce all ’ indennità di carovita), ecc. Dopo la prima guerra mondiale, il numero dei lessemi aumentò rapidamente. Mi limito qui a segnalare l ’ anno della prima documentazione, senza indicare la fonte precisa, che si può trovare facilmente su Google Libri: caro-carta (1918), caro-stoffe (1919), caro-vestiti (1920), caro tram (1921), caro-libri (1921), caro vestire (1921), caro macchina (1923), caro benzina (1925), caro-stampa (1925), caro-energia (1926), carotutto (1926), carovacanze (1928), caro morte (1929), caro-tariffa (1930), caro-elettricità (1932), caro gaz (1935), caro luce (1935), caro acqua (1938), caro-trasporti (1938), ecc. La produttività del tipo continua fino a oggi, 5 ma è stata saltuaria, impennandosi nei momenti di forte inflazione e assopendosi nei periodi di prezzi stabili o di deflazione. È probabilmente dovuto a questa saltuarietà il fatto che nei repertori recenti molti lessemi sono presentati come neologismi benché siano già documentati ampiamente in epoche passate. Per quanto riguarda l ’ ubicazione sociolinguistica e stilistica del tipo compositivo, gli esempi addotti indicano che all ’ inizio, in un periodo in cui la parola inflazione non esisteva ancora, si trattava di espressioni tipiche del linguaggio burocratico ed economico. Il tipo è però stato 5 Alcuni esempi recentissimi: « Il caro gas lo dimostra: è ora di puntare tutto sulle rinnovabili » (Il Sole 24 ore, 20 gennaio 2022), « I camionisti ‘ minacciano ’ di fermare il Paese per il caro benzina » (il Riformista, 10 febbraio 2022), ecc. Franz Rainer Sprachecke Italienisch 125 ripreso presto anche dal giornalismo ed è soprattutto in questa nicchia che sembra essere rimasto produttivo. La questione ancora aperta è quella dell ’ origine del capostipite. Essa si riallaccia a un ’ altra specificità italiana, cioè all ’ uso di caro come sostantivo con il senso di ‘ l ’ essere caro, prezzo alto ’ . Nell ’ italiano antico, secondo il TLIO, il sostantivo caro significava ‘ carestia ’ o ‘ estrema penuria ’ . Dante scrive nel Purgatorio 22.141: «Di questo cibo avrete caro.» Quest ’ uso nominale di caro è ormai tramontato, ma a partire dal Rinascimento il GDLI documenta un altro uso nominale, definito come ‘ rialzo improvviso e innaturale dei prezzi . . . ’ , che è quello presente nel nostro tipo compositivo. Il GDLI dà un primo e unico esempio per il Cinquecento, tratto da Bernardo Davanzati: «Lamentandosi la plebe del troppo caro, pose al grano il pregio.» Ne trovo un altro nel Seicento: «non cessarebbe il caro del vivere» (Giovanni Felice Astolfi, Della officina istorica, Venetia: Sessa 1622, p. 525). 6 Gli esempi diventano più frequenti solo a partire dall ’ Ottocento (il secondo esempio del GDLI è tratto già dai Promessi sposi), quando molti dei concetti che abbiamo incontrato sopra espressi con composti NN si esprimevano invece con sintagmi del tipo caro di + art. + N: «il caro dei viveri» (Giunta per la inchiesta agraria e sulle condizioni della classe agricola 11, Roma: Forzani 1833, p. 743), «porgevano anche il vantaggio di scemare il caro della vita del popolo» (Carlo Gemelli, Storia della rivoluzione belgica dell ’ anno 1830, Torino: Tipografia letteraria 1858, p. 321), «la scarsità e il caro del pane» (Vita di Napoleone Bonaparte imperatore de ’ Francesi, Milano: Editori degli Annali universali delle scienze e dell ’ industria 1828, p. 156), «dimostrano che il caro degli alloggi colpì principalmente i quartieri poveri» (Annali universali di statistica, terza serie, 20, Milano: Società per la pubblicazione degli Annali universali delle scienze e dell ’ industria 1858, p. 203), «le doglianze contro il caro dei fitti delle terre» (Sismondi, Studi intorno all ’ economia politica, Capolago: Tipografia e Libreria Elvetica 1840, p. 204), ecc. 6 I dizionari storici ed etimologici dell ’ italiano non si pronunciano sul rapporto fra il senso antico e quello che sorge nel Rinascimento. Si potrebbe trattare di uno spostamento metonimico in contesti ambigui dato che, sulla base della legge dell ’ offerta e della domanda, la penuria di un determinato prodotto conduce automaticamente a un prezzo elevato. Sembra che il sostantivo antico rappresentasse una nominalizzazione dell ’ aggettivo caro nel senso di ‘ scarso ’ (accezione 4 del TLIO), ma anche questo senso dell ’ aggettivo andrebbe spiegato dato che in latino l ’ aggettivo carus aveva solo i tre significati ‘ expensive, costly, dear; (of price) high ’ , ‘ (of persons) Regarded with affection, beloved, dear ’ e ‘ (of things) Dear, valued, beloved ’ (OLD). Anche il LEI XII, 836 - 875 considera solo queste stesse tre accezioni. C ’ è stato forse qualche influsso, ancora da determinare, da parte della famiglia del verbo carere ‘ essere privo di ’ , uscito dall ’ uso nella lingua standard, ma ancora presente marginalmente in italiano antico e nei dialetti (LEI XII, 92)? Sprachecke Italienisch Franz Rainer 126 Come sarà avvenuto il passaggio dal tipo sintagmatico a quello compositivo? A mio modo di vedere, la via è stata preparata dall ’ espressione caro vivere, utilizzata a partire dal Rinascimento nel senso del francese vie chère, cioè per designare un alto livello dei prezzi. Il 16 agosto 1539, il cardinale Polo scrisse dalla Francia, dove trovava «a vivere ancho a prezzo conveniente», al cardinale Contarini a Roma: «il che non so come sia possibile se io torno in Italia, che oltre il caro vivere ho bisogno di mille altre spese» (Epistolarum Reginaldi Poli S. R. E. Cardinalis et aliorum ad ipsum pars II, Brixiae: Rizzardi 1745, p. 189). A partire dall ’ inizio dell ’ Ottocento, l ’ espressione diventò comune, apparendo anche occasionalmente scritta in una sola parola: «il carovivere si sarebbe cambiato in carestia, e fame assoluta» (Giovanni V. M. Fabbroni, Dei provvedimenti annonarj, Firenze: Stamperia Reale 1804, p. 191), «Si esclama talora dal popolo contro il caro vivere» (Nuovo giornale de ’ letterati 34, Pisa: Nistri 1837, p. 159), «cambiare il caro vivere in carestia assoluta» (Melchiorre Gioja, Nuovo prospetto delle scienze economiche, vol. 5, Lugano: Ruggia 1839, p. 109), «Oggi il carovivere è tormentoso, cresce di continuo, una vera ossessione.» (Critica sociale 19/ 20, 1909, p. 67), ecc. In questa espressione, che aveva status di termine tecnico, caro è aggettivo e il sostantivo vivere significa ‘ ciò che è materialmente necessario per la vita quotidiana ’ (accezione III.2 nel De Mauro online; es. il costo del vivere è cresciuto). Il primo membro dell ’ espressione è poi stato rianalizzato come sostantivo con il senso ‘ l ’ essere caro, prezzo alto ’ , mentre al secondo membro è stato sostituito il plurale viveri, che ha il senso vicino di ‘ alimenti ’ . Il senso del composto è così diventato ‘ il prezzo alto degli alimenti ’ . Un argomento di peso a favore di questa ipotesi è costituito dal fatto che il capostipite del tipo carovita è stato proprio caroviveri, come aveva già supposto correttamente Migliorini. L ’ origine eterodossa (rianalisi di carovivere, da AN a NN) 7 si riflette, in sincronia, nel comportamento idiosincratico del tipo compositivo, vero masso erratico nel paesaggio della composizione italiana e romanza. Franz Rainer Bibliografia Adamo, Giovanni/ Della Valle, Valeria (2003): Neologismi quotidiani. Un dizionario a cavallo del millennio. Firenze: Olschki. Adamo, Giovanni/ Della Valle, Valeria (2005): 2006 parole nuove. Un dizionario di neologismi dai giornali. Milano: Sperling & Kupfer. 7 La sottolineatura indica la testa dell ’ espressione. Franz Rainer Sprachecke Italienisch 127 Arnaud, Pierre J. L. (2003): Les composés timbre-poste. Lyon: Presses Universitaires de Lyon. Battaglia, Salvatore (2004): Grande dizionario della lingua italiana. Supplemento. Torino: UTET. Battaglia, Salvatore (2009): Grande dizionario della lingua italiana. Supplemento. Torino: UTET. DELI = Cortelazzo, Manlio/ Zolli, Paolo ( 2 1999): DELI - Dizionario etimologico della lingua italiana. Bologna: Zanichelli. De Mauro online = Il Nuovo De Mauro ‒ Vocabolario online della lingua italiana. https: / / diz ionario.internazionale.it/ . GDLI = Battaglia, Salvatore (1961 − 2002): Grande dizionario della lingua italiana. Torino: UTET. http: / / www.gdli.it/ LEI = Pfister, Max (1984 ss.): Lessico Etimologico Italiano. Wiesbaden: Reichert. Micheli, M. Silvia (2020): Composizione italiana in diacronia. Le parole composte dell ’ italiano nel quadro della morfologia delle costruzioni. Berlino: De Gruyter. Migliorini, Bruno (1963): Parole nuove. Dodicimila voci a complemento del ‘ Dizionario moderno ’ di Alfredo Panzini. Milano: Hoepli. OLD = Glare, P. G.W. 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