eJournals Italienisch 44/87

Italienisch
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Narr Verlag Tübingen
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2022
4487 Fesenmeier Föcking Krefeld Ott

In Memoriam Gianni Celati (1937-2022): Se n’ è andato un grande narratore e intellettuale italiano

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2022
Gerhild Fuchs
ita44870157
Feltrinelli - Accademia dei Lincei per il complesso della sua opera narrativa; più recentemente e alla vigilia della fine, nel 2020 il Premio Internazionale Amos per la Cultura e nel 2021 il Premio Campiello alla carriera. Della sua tribolata generazione, quella della seconda metà degli anni Quaranta e fiorita negli anni Ottanta, Del Giudice è l ’ unico ad aver lasciato il segno. Alessandro Scarsella Im Amos Verlag in Venedig-Mestre ist Ende 2021 der Erinnerungs-Band Luce e ombra. Leggere Daniele Del Giudice, hrsg. von Alessandro Scarsella, erschienen. In Memoriam Gianni Celati (1937 - 2022): Se n ’ è andato un grande narratore e intellettuale italiano Il 21 gennaio di quest ’ anno ha avuto luogo, in una pienissima sala-eventi di Bologna, una serata in omaggio di Gianni Celati, morto il 3 gennaio 2022 a Brighton dove aveva passato gli ultimi circa 35 anni della sua vita. Attraverso le testimonianze di alcuni dei suoi amici più stretti e ‘ compagni intellettuali ’ (Marco Belpoliti, Daniele Benati, Ermanno Cavazzoni, Ugo Cornia, Filippo Milani, Nunzia Palmieri, Jean Talon), si è ricordato il profilo umano e artistico di questo grande autore - il quale, comunque, si sarebbe molto probabilmente rifiutato sia di essere definito in questo modo, cioè un ‘ grande autore ’ , sia addirittura di essere considerato un ‘ autore ’ o ‘ scrittore ’ tout court. In varie occasioni (come per esempio nel suo saggio «Le posizioni narrative rispetto all ’ altro» del 1996) Celati ha preso le distanze da un tipo di scrittura centrata sulle spiegazioni nonché sulle descrizioni apparentemente oggettive o impersonali, perché esse non mancano mai di metterci - in quanto lettori - in una condizione di «sudditanza», escludendoci dal punto di vista adottato da chi scrive. La scrittura, in particolare quella narrativa, doveva invece mirare, secondo lui, a includere la presenza di quell ’ «altro-da-me» al quale ogni espressione letteraria non solo si rivolge, ma dal quale essa prende anche spunto. Pensava inoltre che la «capacità narrativa» non fosse affatto un dono artistico, ma facesse parte della predisposizione umana in generale e trovasse la sua origine nel semplice ascolto delle voci degli altri nella vita quotidiana. Considerava anche sé stesso un ‘ narratore ’ , più vicino alle espressioni orali e immediate che a quelle deliberatamente letterarie. Questo atteggiamento marcatamente anti-elitario, anzi umile, impregnava la poetica letteraria di Celati a tutti i livelli, manifestandosi anche nella proposta di descrivere il mondo esterno tramite uno sguardo ‘ archeologico ’ , che si volgesse DOI 10.24053/ Ital-2022-0021 Mitteilungen 157 quindi preferibilmente a tutto quanto appare marginale, frammentario, non completo, rimosso. Tale poetica trova la sua maggiore espressione teorica in un altro importante saggio, «Il bazar archeologico» (1986), il cui titolo tra l ’ altro rimanda a «Lo sguardo dell ’ archeologo» (1972) di Italo Calvino, amico di Celati e stimatissimo mentore dei suoi esordi. Il pensiero archeologico si riallaccia, allo stesso tempo, al grande contesto della teoria post-strutturalistica e post-moderna, sia per le non poche analogie con le teorizzazioni di Michel Foucault, sia per le affinità con la filosofia di Pier Aldo Rovatti, il cui concetto del «pudore» presenta varie somiglianze con l ’ atteggiamento celatiano di umiltà e di rispetto nei confronti dell ’ altro. I tratti dell ’ umiltà e dello sguardo archeologico caratterizzano, sostanzialmente, l ’ intera produzione letteraria celatiana, benché questa presenti delle svolte abbastanza marcate. Celati, come ricordato dai suoi amici e compagni di letteratura nella serata-omaggio, «è cambiato diverse volte nella vita: quando rischiava di identificarsi con una maniera di scrivere o di vivere, scappava via, mutava, e questo è stato importante per la libertà dello spirito che ha trasmesso a tutti». Perciò le maggiori ‘ fasi ’ della sua scrittura sono state percepite dalla critica letteraria come ben distinte o addirittura contrastanti, anche se in ognuna di esse appare quell ’ atteggiamento di fondo appena evocato, nutrito da un grande impegno umanitario e da un ’ affettuosa curiosità per persone e cose marginali. Ricordiamo, a proposito di queste ‘ fasi ’ , i romanzi ‘ comici ’ degli anni Settanta, nati nel contesto neoavanguardistico; i racconti e le novelle degli anni Ottanta, volti a individuare i meccanismi di alienazione, sradicamento e disorientamento dell ’ uomo proprio nelle zone economicamente più avanzate della nostra civiltà come quella padana; i libri ‘ africani ’ che indagavano forme di vita diverse nonché clichés occidentali in un ’ Africa sia reale, sia immaginaria; infine le narrazioni con tratti autobiografici sui «costumi degli italiani» in una città di provincia. Ricordiamo, inoltre, i film prodotti e co-prodotti da Celati, le sue poesie, le sue riscritture di opere della letteratura italiana, nonché le sue numerose traduzioni di opere della letteratura inglese e francese. Eppure, oltre al dovuto rispetto e all ’ ammirazione davanti a questa sua opera ampia e sfaccettata, resterà di Gianni Celati l ’ immagine dell ’ uomo che da essa emana e che, per chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, coincide pienamente con la sua personalità: l ’ immagine di una presenza vivacissima e allo stesso tempo riservata, di uno sguardo attento, curioso e benevolo, di un ’ indole mitissima - che però poteva trasformarsi in stizza laddove qualcosa strideva con i suoi principi. Con Gianni Celati, dunque, se n ’ è andato un uomo prezioso, un grande autore (mi perdonerà se lo dico), ma anche (e dovrà perdonarmi pure questo) un grande intellettuale italiano: certamente non di quelli che si contraddistinguono come tali per via della loro superiorità, non di rado anche ostentata, bensì un Mitteilungen 158 intellettuale nel significato che Edward Said conferisce alla parola, cioè un personaggio marginale e ‘ amatore ’ che sta dalla parte dei non-potenti, un ‘ esiliato ’ che dimostra coerentemente il suo dissenso nei confronti dello status quo. Gerhild Fuchs Gianni Celati: Der Erzähler der Ebenen zieht weiter Das Titelbild von Narratori delle pianure, eine Fotografie von Luigi Ghirri, zeigt die Rückenansicht einer großgewachsenen Gestalt, der schneebedeckten Landschaft des Po-Delta zugewandt, umspielt von einem melancholischen Licht, das durch die winterliche Wolkendecke bricht: Gianni Celati, der einen Feldweg entlanggeht, einen Moment innezuhalten scheint, um eine Notiz festzuhalten. Dieses Bild erzählt viel über den Autor - zweifelsohne eine der wichtigsten Stimmen der italienischen Literatur der zweiten Hälfte des 20. Jahrhunderts - , der am 3. Januar 2022 im Alter von 84 Jahren im englischen Brighton verstorben ist. Einem breiten Publikum blieb er lange Zeit nahezu unbekannt. Sein Weg verlief abseits kommerzieller Strukturen, konsumorientierter Vermarktungsstrategien, Preisverleihungen und Bestsellerlisten. Celati war nie ein Arrangeur groß angelegter, tragischer Epen oder erhabener Visionen. Es sind vielmehr die kleinen Zufälle des Lebens, die scheinbar unspektakulären Alltagsbegebenheiten mit all ihren Absurditäten, die seiner Erzählweise zu Grunde liegen. Den überaus gebildeten Schriftsteller (daneben Übersetzer u. a. von Joyce, Melville, Hölderlin, Stendhal, Swift, Twain und Barthes), der er fraglos gewesen ist, hat er niemals zur Schau gestellt, Celati zog es vor, einen gänzlich unprätentiösen Tonfall anzuschlagen. «La potenza della scrittura non sta in questa o quella cosa da dire, bensì nel poco o niente da dire, in una condizione in cui si annulla il dovere di scrivere», schrieb er im Vorwort seiner Übersetzung von Herman Melvilles Bartleby, the Scrivener. Giovanni ‘ Gianni ’ Celati wird 1937 in der lombardischen Alpenstadt Sondrio als Sohn ferraresischer Eltern geboren. Er studiert in Bologna und beendet sein Studium der englischen Literatur mit einer Dissertation zu James Joyce. Mitte der 1960er Jahre nimmt er seine literarische Tätigkeit auf, schreibt Artikel für Zeitschriften und veröffentlicht erste Übersetzungen. Zufälligkeiten prägen oftmals das Schreiben Celatis. So fallen ihm Aufzeichnungen von Patienten aus dem psychiatrischen Krankenhaus in Pesaro in die Hände. Inspiriert von deren Sprache, beginnt er, Texte zu schreiben, die von Maurizio Spatola, Mitglied des Gruppo 63, gelesen und veröffentlicht werden. Es DOI 10.24053/ Ital-2022-0022 Mitteilungen 159