Italienisch
ita
0171-4996
2941-0800
Narr Verlag Tübingen
10.24053/Ital-2022-0033
Es handelt sich um einen Open-Access-Artikel, der unter den Bedingungen der Lizenz CC by 4.0 veröffentlicht wurde.http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/121
2022
4488
Fesenmeier Föcking Krefeld OttLa struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano
121
2022
Gianluca Cosentino
Als Einheit des sprachlichen Handelns muss jede Äußerung eine bestimmte Informationsmenge für den Transfer zum Adressaten strukturieren, die je nach kommunikativer Absicht und gemeinsamer Wissensbasis der Interaktanten abgestimmt werden muss. Entscheidend hierfür ist, wie der Textproduzent den aktuellen Wissensstand des Empfängers einschätzt und welche Informationsteile er neu hinzufügen möchte. Den einzelnen Sprachen stehen verschiedene formale Mittel zur Verfügung, mit denen der informationelle Status von Äußerungsbestandteilen gekennzeichnet werden kann. Im vorliegenden Beitrag sollen die wichtigsten Strategien präsentiert werden, die im Sprachenpaar Deutsch-Italienisch zu diesem Zweck eingesetzt werden können.
ita44880052
GIANLUCA COSENTINO La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano 1. Introduzione Presentare un ’ informazione è tutt ’ altro che semplice. Si tratta di un processo delicato e insidioso che, se disatteso, può ripercuotersi negativamente sulla comunicazione, sia orale che scritta. Presentare un ’ informazione significa in primo luogo stabilire chi sarà il destinatario del messaggio, determinare con esattezza le sue conoscenze pregresse e il sapere condiviso dagli interlocutori. Significa inoltre conoscere il contesto situazionale all ’ interno del quale il messaggio verrà trasmesso e stabilire una gerarchia di importanza comunicativa tra le diverse unità informative, le quali - a seconda dei casi - possono essere presentate come preminenti o secondarie, come già certe o da verificare (Lombardi Vallauri 2009, 11). Si apre pertanto una sorta di negoziazione tra emittente e destinatario: chi produce il messaggio è chiamato ad assumere una precisa posizione all ’ interno del contesto interazionale e muove delle ipotesi rispetto a quello che, dal suo punto di vista, è lo status informativo dei referenti nella cognizione del suo destinatario (Halliday 1967). Nel compiere questa operazione le diverse lingue del mondo si differenziano per il ricorso a strumenti formali di varia natura: alcune prediligono elementi esclusivamente lessicali, altre invece ricorrono ad operazioni sintattiche e/ o a mezzi prosodici. Nelle pagine a seguire si vuole offrire una panoramica dei principali risultati della ricerca sulla codifica delle categorie informative nel binomio tedescoitaliano. Saranno descritti e analizzati alcuni tra i più importanti mezzi linguistici che espletano nelle due lingue le diverse funzioni di rilievo informativo e saranno messe in luce analogie e differenze. Particolare attenzione sarà dedicata alle operazioni sintattiche e alla prosodia, che costituiscono, rispettivamente in italiano e in tedesco, il maggior mezzo di codifica della struttura informativa. 2. La struttura informativa Almeno a partire da Aristotele si è soliti descrivere la struttura dell ’ informazione come una forma generalmente bipartita, formata da una base o punto di partenza (hypokeímenon) e una predicazione (kategoroúmenon) che ne completa il significato (Ritter/ Gründer 1998, 557 ss.). DOI 10.24053/ Ital-2022-0033 52 Con il passare del tempo gli studi sulla struttura dell ’ informazione si sono via via intensificati (v. Krifka/ Musan 2012; Dufter/ Gabriel 2016, 426). Sebbene sia stata mantenuta la concezione essenzialmente bipartita secondo quello che era il modello tradizionale, nel corso dei decenni si sono susseguite numerose categorizzazioni e definizioni, talvolta anche contrastanti tra loro: Thema-Rhema (Ammann 1928), Topic-Comment (Bloomfield 1933), Presupposition-Assertion (Chomsky 1971) e Background-Focus ( Jacobs 1988). Indipendentemente dal modello teorico di riferimento, dalle sue caratteristiche formali e peculiarità funzionali - sulle cui proprietà teoriche in questo lavoro non ci si soffermerà oltremodo - , è possibile ascrivere le categorie ‘ Thema ’ , ‘ Topic ’ , ‘ Presupposition ’ e ‘ Background ’ nel gruppo delle informazioni secondarie, vale a dire in quell ’ insieme di conoscenze già note, facilmente accessibili e/ o poco rilevanti per il contesto comunicativo di riferimento; le categorie ‘ Rhema ’ , ‘ Comment ’ , ‘ Assertion ’ e ‘ Focus ’ si distinguono invece per la codifica di informazioni primarie, cioè di quelle conoscenze che rispondono alle esigenze comunicative di un determinato contesto e che si propone al destinatario di acquisire come nuove o più rilevanti. Come tuttavia si vedrà nelle pagine a seguire, la bipartizione dell ’ unità informativa in categorie etichettabili nel binomio “ dato/ nuovo ” appare assai semplicistica e non tiene propriamente conto della complessa articolazione del flusso comunicativo. Gli studi di stampo più recente (Grice/ Baumann/ Benzmüller 2005; Niebuhr 2007, 29 s.) assumono pertanto una struttura dell ’ unità informativa molto più complessa, all ’ interno della quale è necessario riconoscere e distinguere diversi gradi di accessibilità. Un contributo essenziale alla ricerca è dato dal lavoro di Lambrecht (1994), che descrive la struttura dell ’ informazione come quella componente della grammatica responsabile di attribuire ad una stessa successione di parole una codifica pragmatica diversa, a seconda di quelli che sono gli obiettivi, le conoscenze condivise dagli interlocutori e il rilievo informativo che si vuole conferire alle unità linguistiche di cui si compone il messaggio. Nella determinazione delle categorie informative va quindi considerato, secondo Lambrecht, un doppio dominio strutturante: il primo corrispondente all ’ organizzazione del flusso informativo, ovvero alla struttura informativa in senso stretto e alla sua concezione bipartita (± RILEVANTE ); il secondo che riguarda invece l ’ insieme delle conoscenze condivise dai partecipanti alla comunicazione e le aspettative e/ o supposizioni dell ’ emittente rispetto allo stato informativo dei referenti nella cognizione del destinatario (± DATO ). Nei paragrafi successivi osserveremo, in ottica contrastiva, come tedesco e italiano si comportano nel delineare questo doppio statuto funzionale e di quali mezzi formali dispongono per la codifica linguistica dell ’ informazione. Gianluca Cosentino La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano 53 3. La codifica della struttura informativa In quanto unità fondamentale dell ’ atto comunicativo, ogni enunciato contiene una precisa quantità di informazioni da trasferire al destinatario. Le modalità linguistiche, tramite cui viene strutturata e presentata l ’ informazione, sono generalmente raccolte dalla letteratura di riferimento (cf. per una sintesi: Lombardi Vallauri 2009, 71; Musan 2010) in tre macrocategorie: lessico, sintassi e prosodia. Elementi lessicali - tra cui articoli, aggettivi, proforme, nomi propri, particelle o affissi - permettono di distinguere il grado di determinatezza e il contenuto informativo dei referenti in un determinato contesto e di segnalare quindi il rapporto tra unità informativa e sapere condiviso dagli interlocutori. In lingue con doppio sistema di articoli (definito e indefinito), come tedesco e italiano appunto, è ad es. possibile distinguere per mezzo delle due marche morfologiche descrizioni definite da quelle indefinite. Si vedano le seguenti coppie minime: (1) a. Jemand hat den Koffer gestohlen. b. Qualcuno ha rubato la valigia. (2) a. Jemand hat einen Koffer gestohlen. b. Qualcuno ha rubato una valigia. Nell ’ esempio (1) chi produce il messaggio presuppone tramite l ’ uso dell ’ articolo definito (den - la) che il ricevente sia in grado di riconoscere l ’ esistenza e l ’ identificabilità del referente (Koffer - valigia) senza stupore o ambiguità. Ciò non avviene in (2), laddove con l ’ articolo indefinito (einen - una) si segnala che l ’ emittente presuppone l ’ indisponibilità da parte del ricevente di qualsiasi informazione circa il referente della descrizione. La codifica del contenuto informativo tramite mezzi lessicali e morfologici riguarda dunque il secondo dei due domini assunti da Lambrecht, vale a dire lo status cognitivo dei referenti. Su questo non ci soffermeremo oltre. Difatti, quando si parla di codifica della struttura informativa si è perlopiù soliti pensare alla disposizione delle singole unità verbali all ’ interno dell ’ enunciato, ossia alla loro successione sintattica (§ 3.1) e prominenza prosodica (§ 3.2). 3.1 Ordine (e disordine) sintattico Guardando più da vicino il binomio linguistico tedesco-italiano, si assume generalmente una gerarchia informativa di tipo dato-nuovo, secondo cui la La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano Gianluca Cosentino 54 tematicità del testo, in contesti generici o non marcati, 1 diminuisce man mano che ci si allontana dal soggetto e che ci si avvicina alla periferia destra della frase: ciò che è psicologicamente dato tende a stare linguisticamente a sinistra, senza prominenza intonativa e perlopiù sotto forma di proforma; ciò che è psicologicamente nuovo viene tipicamente codificato a destra e realizzato con maggiore prominenza intonativa e per mezzo di sintagmi pieni (Koch 1994, 41; Lombardi Vallauri 2009, 69). Tale gerarchia informativa non costituisce tuttavia la regola, anche se in contesti neutri e non marcati può portare ad una totale convergenza strutturale, sia sintattica che prosodica, tra le due lingue: (3) a. Otto schenkt seiner Tochter ein AUto. b. Otto regala a sua figlia una MACchina. Come si vede dai due esempi in (3), in assenza di un preciso contesto di riferimento, sia in tedesco che in italiano, si tende ad interpretare il soggetto grammaticale (Otto) come oggetto tematico della trattazione, cioè come l ’ elemento attorno al quale verte la predicazione nella periferia destra dell ’ enunciato (schenkt seiner Tochter ein Auto - regala a sua figlia una macchina), che ne costituisce invece la parte rematica. Inoltre, in questi casi massimamente sottospecificati l ’ accento primario dell ’ enunciato (sillaba tonica contrassegnata in grassetto) cade in entrambe le lingue sull ’ ultimo lessicale del costituente verbale sintatticamente più profondo - in (3) sulla parte nominale dell ’ oggetto diretto (AUto - MACchina): S VP V‘ V‘ VO Otto schenkt (i) regala seiner Tochter a sua figlia ein AUto una MACchina t Fig. 1: Struttura ad albero di (3) 1 Insieme a Lombardi Vallauri (2009, 110) usiamo qui il termine ‘ marcato ’ nel senso di ‘ meno frequente ’ , ‘ speciale ’ , ‘ caratterizzato da qualche tratto particolare ’ , in contrapposizione al termine ‘ non marcato ’ , che ha il senso di ‘ normale ’ , ‘ abituale ’ , ‘ di base ’ . Gianluca Cosentino La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano 55 Ciononostante, la grammaticalità di un particolare ordine sintattico e la corrispondenza tra sintassi e struttura informativa costituiscono per ciascuna lingua proprietà tutt ’ altro che universali. Pertanto, se l ’ italiano è considerato nella tipologia convenzionale (Greenberg 1966) una lingua di tipo SVO - vale a dire che l ’ ordine soggetto-verbo-oggetto costituisce quello canonico ‘ non marcato ’ dell ’ enunciato - , il tedesco alterna all ’ ordine tipologico SVO quello SOV, ed è pertanto classificabile all ’ interno di una “ tipologia mista ” (Dardano/ Trifone 1995, 506; Dufter/ Gabriel 2016). Inoltre, il principale tratto distintivo della frase tedesca, che costituisce allo stesso tempo il maggior punto di divergenza con l ’ italiano, riguarda la centralità e la discontinuità del complesso verbale, ovvero la ‘ parentesi verbale o frasale ’ (Satz- oder Verbalklammer). Tale discontinuità appare particolarmente evidente in forme verbali analitiche, costituite da un elemento di apertura (linke Satzklammer - LSK ) corrispondente al verbo flesso, e da un elemento di chiusura (rechte Satzklammer - RSK ), che raccoglie tutte le altre informazioni del sintagma verbale: (4) a. Otto hat seiner Tochter ein AUto geschenkt. b. Otto ha regalato a sua figlia una MACchina. Pur nella sua discontinuità, il complesso verbale della frase tedesca occupa una posizione strategica e costituisce la struttura portante per l ’ applicazione del modello topologico a campi (topologisches Feldmodell): elemento di apertura e elemento di chiusura della parentesi verbale fungono da ‘ marcatori di confine ’ (Grenzsteine) e permettono di suddividere la graffa frasale in almeno tre campi topologici principali: il campo anteriore (Vorfeld), il campo centrale (Mittelfeld) e il campo posteriore (Nachfeld): Vorfeld LSK Mittel feld RSK Nachfeld periferia sinistra periferia destra Tab. 1: I campi sintattici della frase tedesca (1) Ognuno di questi campi assolve a precisi compiti in termini di strutturazione dell ’ informazione: il Vorfeld e la periferia sinistra del Mittelfeld sono comunemente considerati mediatori di informazioni di sfondo (Hintergrundinformationen) e contengono le porzioni dell ’ enunciato meno controverse, quelle già parte del contesto e del sapere condiviso dei parlanti (cf. Cognola/ Moroni 2021); i costituenti che trasmettono informazioni di maggior rilievo informativo sono invece generalmente posizionati nella periferia destra del Mittelfeld e nella La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano Gianluca Cosentino 56 parentesi verbale destra (Vordergrundinformationen). Il Nachfeld, invece, può ospitare a seconda dei casi sia elementi tematici che rematici, ma serve generalmente ad alleggerire la densità informativa del campo centrale (Informationsentflechtung) e/ o a suddividere il messaggio in blocchi informativi più piccoli e quindi di più agevole ricezione per il destinatario (Zifonun et al. 1997, 1668; Musan 2010, 11). Nella frase tedesca si può inoltre osservare uno schema basico ben definito, sconosciuto alla lingua italiana, che stabilisce l ’ ordine canonico dei costituenti in contesti non marcati, di seguito esemplificato sullo schema della frase secondaria (Heidolph et al. 1981, 702 s): congiunzione subordinante > soggetto > avverbiale temporale > avverbiale causale > avverbiale modale > avverbiale locale > avverbiale strumentale > oggetto dativo > oggetto accusativo > oggetto preposizionale > oggetto genitivo > direzionale > predicativo > parte indefinita del predicato > verbo coniugato. Quest ’ ordine può comunque sempre variare. La variazione è determinata da vari fattori concorrenti, 2 ma dipende soprattutto dal modo in cui i diversi costituenti collaborano a costruire l ’ informazione da veicolare in un dato messaggio, vale a dire dalla funzione che questi svolgono nel contesto d ’ appartenenza. Lo stesso, con le dovute particolarità, può dirsi per l ’ italiano, che fonda l ’ unità logica della diade soggetto-verbo non solo per via morfologica, ma soprattutto - e assai più del tedesco - per contiguità di posizione con il soggetto tipicamente alla sinistra del verbo (Serianni 2006, 91). Pertanto, l ’ eventuale deviazione dall ’ ordine SVO è sempre legata a connotazione pragmatica e quando si parla di ‘ struttura o costruzione marcata ’ si è soliti pensare ad enunciati in cui 2 Il fattore informativo rappresenta solo uno dei princìpi che regolano la successione delle unità linguistiche all ’ interno della frase. Tra gli altri ricordiamo (i) il principio dell ’‘ ordine crescente ’ , (ii) il principio dell ’‘ animatezza ’ e (iii) il principio della ‘ definitezza ’ (Catalani 1993, 68 s.; Koch 1994, 46). Gianluca Cosentino La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano 57 quest ’ ordine canonico subisce alterazioni di vario tipo (Benincà 2001; Frascarelli/ Hinterhölzl 2007; Leonetti 2017) - come succede ad esempio all ’ evento descritto in (5) in risposta alle domande (a) e (b): (5) Ho regalato questo romanzo a Luigi. (A chi hai regalato questo romanzo? ) (Cosa hai regalato a Luigi? ) (a 1 ) Questo romanzo, l ’ ho regalato a Luigi. (b 1 ) A Luigi, gli ho regalato questo romanzo. (a 2 ) L ’ ho regalato a Luigi, questo romanzo. (b 2 ) Gli ho regalato questo romanzo, a Luigi. (a 3 ) È a Luigi che ho regalato questo romanzo. (b 3 ) È questo romanzo che ho regalato a Luigi. (a 4 ) Colui al quale ho regalato questo romanzo, è Luigi. (b 4 ) Quello che ho regalato a Luigi, è questo romanzo. (a 5 ) A Luigi ho regalato questo romanzo. (b 5 ) Questo romanzo ho regalato a Luigi. In (5 a 1 ) / (5 b 1 ) ci troviamo dinanzi ad una cosiddetta ‘ dislocazione a sinistra ’ (Cinque 1977; Benincà 2001) dell ’ elemento tematico (questo romanzo / a Luigi), ripreso poi anaforicamente dal clitico atono (l ’ / gli). In (5 a 2 ) / (5 b 2 ) osserviamo invece l ’ operazione inversa: l ’ oggetto diretto / indiretto è dislocato nel margine destro della frase e anticipato nella porzione precedente dallo stesso clitico, ma in funzione cataforica. Movimenti sintattici di questo tipo riguardano perlopiù il parlato spontaneo (Cruschina/ Remberger 2017, 505 s.) - ma vengono talvolta impiegati anche nello scritto, soprattutto in varietà di “ parlato-scritto ” (cf. Koch/ Oesterreicher 1985) - e sono tra i mezzi retorici più usati per evidenziare una parte dell ’ enunciato che diventa «il centro di interesse comunicativo» (Berruto 1987, 65); in altre parole: la loro funzione è quella di marcare apertamente il tema della comunicazione (Catalani 1993, 99). (5 a 3 ) / (5 b 3 ) presentano una frase scissa, (5 a 4 ) / (5 b 4 ) una frase pseudoscissa: in entrambi i casi l ’ elemento che si vuole evidenziare ((a) Luigi / questo romanzo) viene dislocato, rispettivamente nel margine sinistro (5 a 3 / 5 b 3 ) o destro (5 a 4 / 5 b 4 ) della frase; contestualmente l ’ informazione viene suddivisa in due nuclei sintattici e prosodici distinti, l ’ uno introdotto dalla copula ‘ essere ’ e contenente l ’ elemento rematico, l ’ altro introdotto generalmente dal pronome relativo o dal nesso ‘ dimostrativo + che ’ (Roggia 2009, 17 - 69). Il movimento in (5 a 5 ) - (5 b 5 ) interessa nuovamente uno spostamento a sinistra; tuttavia, a differenza di quelli sopra descritti, l ’ unità informativa spostata nella periferia sinistra coincide con l ’ elemento rematico (A chi? A LUIgi / Cosa? Questo La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano Gianluca Cosentino 58 roMANzo), che viene in questo modo particolarmente enfatizzato e presentato al destinatario del messaggio come inaspettato per il contesto situazionale di riferimento. Questo tipo di movimento, descritto nella letteratura di riferimento in termini di ‘ focus fronting ’ (Cruschina/ Remberger 2017), può tuttavia assolvere a svariate funzioni comunicative, tra cui anche quella di codificare un contrasto con un altro elemento dello stesso contesto ( ‘ a LUIgi ’ - e non a Mario / ‘ questo roMANzo ’ - e non quell ’ altro) - motivo per cui lo si definisce comunemente anche ‘ topicalizzazione/ focalizzazione contrastiva ’ (Benincà 2001, 115 ss.) 3 . Anche la lingua tedesca può servirsi di operazioni sintattiche analoghe; il loro uso è tuttavia più limitato rispetto all ’ italiano. Tra le più frequenti ricordiamo, in primo luogo, le operazioni di ‘ Voranstellung ’ e di ‘ Nachstellung ’ , che consistono nell ’ anticipare in Vorfeld oppure posporre in Nachfeld unità informative più o meno salienti (negli esempi segnalate in corsivo): (6) Deinen Rock habe ich auf den Stuhl gelegt. ‘ La tua gonna ho messo sulla sedia / La tua gonna, l ’ ho messa sulla sedia. ’ (7) Eine Steigerung der Leistung kann nur erreicht werden durch starkes Training. ‘ Una maggiore prestazione si potrà ottenere soltanto lavorando sodo. ’ (8) Danke für Eure Spende, Euer Interesse an meiner Behinderung u. unserer Familie und Euren Besuch bei uns, wir haben uns riesig gefreut darüber! 4 ‘ Grazie per la donazione e per l ’ interesse verso la mia disabilità e la mia famiglia; grazie per la visita, ci ha fatto davvero molto piacere! ’ In (6) l ’ oggetto diretto viene spostato dalla sua posizione canonica in Mittelfeld e collocato nel campo anteriore della frase. Come già osservato sopra per l ’ italiano (5 a 5 / 5 b 5 ), un movimento di questo tipo, se associato ad una particolare enfasi intonativa (di cui parleremo meglio nel paragrafo successivo), può servire a mettere in evidenza l ’ informazione anteposta, creando quindi l ’ effetto di un contrasto con un altro elemento del medesimo contesto di riferimento: Hast du meinen Schal auf den Stuhl gelegt? Deinen ROCK habe ich auf den Stuhl gelegt - nicht deinen Schal ( “ Hai messo la mia sciarpa sulla sedia? La tua GONna ho messo sulla sedia, non la tua sciarpa ” ). Tuttavia, la stessa anteposizione, se associata ad un 3 Anche in questo caso il movimento riguarda perlopiù contesti informali di parlato spontaneo; tuttavia, in varietà d ’ italiano antico, per le quali si assume generalmente una sintassi V2, questo particolare tipo di focalizzazione sembrerebbe attestato anche nello scritto (Poletto 2014; Cruschina/ Remberger 2017, 506). 4 Tratto da grammis 2.0 > Informationsstruktur des Nachfelds. Gianluca Cosentino La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano 59 diverso profilo prosodico, può servire a codificare un ‘ topic ’ , vale a dire un ’ informazione già parte del contesto comunicativo di riferimento, la cui anteposizione può rispondere ad esigenze comunicative ed informative di diverso tipo (cf. Frascarelli/ Hinterhölzl 2007, 88; Frascarelli 2017; Cognola/ Moroni 2021 per una panoramica anche in ottica contrastiva tedesco-italiano) e codificare: (i) un aboutness topic (topic di circostanza) - che introduce una nuova argomentazione, vale a dire un ’ unità tematica non ancora menzionata nel discorso, ma ugualmente comune al sapere comune degli interlocutori (Reinhart 1981); (ii) un familiar topic (topic familiare) - che segnala il mantenimento di una continuità tematico-referenziale, spesso espressa tramite l ’ uso di proforme (Givón 1983); (iii) un contrastive topic (topic contrastivo, C-Topic) - che annuncia invece un contrasto tra elemento topicalizzato e tutte le possibili alternative altresì selezionabili per lo stesso contesto di riferimento (Büring 1997). In (7) e (8), al contrario, il movimento si compie verso destra, cioè dal Mittelfeld al Nachfeld della frase. Se nella maggior parte dei casi, questo spostamento è generalmente usato per la rematizzazione di complementi preposizionali, come succede in (7), quindi come risposta ad una domanda del tipo “ Wie kann eine Steigerung der Leistung erreicht werden? ” (Come si potrà ottenere una maggiore prestazione? ), in taluni rari casi, come in (8), può servire anche per trasmettere informazioni già note o a riprendere porzioni di testo precedentemente introdotte (Zifonun et al. 1997, 1673; Catalani 1993, 161). Inoltre, lo spostamento verso destra riguarda in particolar modo il Mittelfeld, al cui interno si verifica non di rado un ’ alterazione dell ’ ordine canonico dei costituenti, il cosiddetto ‘ scrambling ’ (Ross 1967) - strategia utile alla rematizzazione di particolari unità informative del testo. L ’ enunciato in (9) ad es. risponde ad esigenze contestuali tali da richiedere la rematizzazione dell ’ indicazione temporale, che viene pertanto spostata nel margine destro del Mittelfeld, ‘ violando ’ in questo modo la tipica successione tempo-luogo descritta sopra: (9) (Wann hat Maria in deinem Garten gearbeitet? ) ‘ Quando ha lavorato Maria nel tuo giardino? ’ Maria hat in meinem Garten am letzten Samstag gearbeitet. ‘ Maria ha lavorato nel mio giardino lo scorso sabato. ’ La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano Gianluca Cosentino 60 Ulteriori operazioni sintattiche, simili a quelle presentate sopra per l ’ italiano, ma molto meno frequenti in tedesco, quantomeno in contesti scritti, riguardano le cosiddette ‘ Herausstellungen ’ , vale a dire la dislocazione di unità informative già parte del contesto comunicativo di riferimento e/ o del sapere comune degli interlocutori (Altmann 1981). Si tratta di quei casi in cui il movimento non è diretto in nessuno dei tre campi precedentemente presentati, bensì in due aree esterne alla frase, realizzabili sia a sinistra (linkes Außenfeld) che a destra (rechtes Außenfeld) del confine sintattico: Linkes Außenfeld Vorfeld LSK Mittelfeld RSK Nachfeld Rechtes Außenfeld Tab. 2: I campi sintattici della frase tedesca (2) Linkes e rechtes Außenfeld sono generalmente occupati da elementi funzionali all ’ atto linguistico di riferimento, ma che dal punto di vista sintattico, e talvolta anche prosodico, non sono integrati nella graffa frasale (Zifonun et al. 1997, 1577ss. Duden 2016, 885 s.). Il linkes Außenfeld (definito anche Vor-Vorfeld; cf. Wöllstein 2020) si realizza immediatamente prima del campo anteriore e costituisce assieme a questo la periferia sinistra della frase tedesca. Esso può ospitare elementi morfosintattici di diverso tipo (vocativi, interiezioni, responsivi, ma anche sintagmi e frasi secondarie) e si realizza soprattutto nel parlato spontaneo: (10) Linkes Außenfeld Vorfeld LSK Mittelfeld RSK Deinen Rock, den habe auf den Stuhl gelegt! ‘ La tua gonna, l ’ ho messa sulla sedia! ’ (11) Linkes Außenfeld Vorfeld LSK Mittelfeld RSK Dein Rock: ich habe ihn auf den Stuhl gelegt! ‘ La tua gonna, l ’ ho messa sulla sedia! ’ Le due costruzioni possono sembrare difficilmente distinguibili: in entrambi i casi ci troviamo dinanzi allo spostamento nel campo esterno di sinistra di un referente già parte del sapere contestuale (deinen Rock / dein Rock); pertanto, entrambi gli enunciati possono essere impiegati in risposta alla domanda contestuale Wo hast du meinen Rock hingelegt? ( “ Dove hai messo la mia gonna? ” ). In (10) si parla propriamente di ‘ Linksversetzung ’ , vale a dire della dislocazione a sinistra di un elemento tematico (deinen Rock) con successiva ripresa in Vorfeld o in Mittelfeld tramite clitico anaforico o anadeittico (den). In (11), invece, l ’ elemento dislocato costituisce quello che in tedesco si definisce un ‘ freies Thema ’ oppure ‘ Hängendes Gianluca Cosentino La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano 61 Topic ’ ; la sua integrazione nella graffa frasale è solo semantica, mentre dal punto di vista morfosintattico e prosodico se ne distacca nettamente (Cinque 1977). Rispetto a queste due costruzioni, una sostanziale differenza tra tedesco e italiano riguarda le categorie ‘ soggetto ’ e ‘ oggetto ’ : in italiano è generalmente l ’ oggetto (diretto o indiretto), e quasi mai il soggetto, ad essere dislocato a sinistra (Benincà 2001, 182); in tedesco invece non esistono particolari restrizioni (Altmann 1981, 206). Questa divergenza è legata sicuramente al fatto che l ’ italiano, in quanto lingua pro-drop, è libero di non esprimere il soggetto argomentale; inoltre, le caratteristiche formali delle dislocazioni a sinistra prevedono che il pronome di ripresa anaforica appartenga obbligatoriamente alla classe dei clitici che, per l ’ italiano - a differenza di altre lingue romanze quali il francese e taluni dialetti italo-romanzi 5 - non esistono al caso nominativo (Dardano/ Trifone 1995, 97; Benincà 2001, 182). Ne consegue pertanto che per una frase come in (12 a), in cui ad essere dislocato a sinistra è un sintagma nominale con funzione di soggetto, non vi si avrebbero corrispondenze grammaticalmente corrette in italiano standard (12 b) 6 : (12) a. Dein Rock, der ist auf dem Stuhl. b. *La tua gonna, la è sulla sedia. Sempre strettamente legata a differenze strutturali tra le due lingue, un ’ ulteriore difformità riguarda il numero dei complementi dislocabili a sinistra, più flessibile per l ’ italiano (13 a), meno per il tedesco (13 b), che ne può dislocare al massimo uno (Rizzi 1997, 295; Benincà 2001, 157; Cognola/ Moroni 2021, 94): (13) a. [Sulla sedia], [la tua gonna], | (io) non l ’ ho ancora messa. b. *[Auf den Stuhl], [deinen Rock], | den habe ich noch nicht gegeben. Il secondo campo esterno, il rechtes Außenfeld, caratterizza la periferia destra della frase e può aprirsi a destra del Nachfeld, indipendentemente dal fatto che 5 In alcuni dialetti toscani, come ad es. il fiorentino, è attestata la dislocazione a sinistra del soggetto con successiva ripresa anaforica tramite clitico. Un esempio tratto da Frascarelli (2017, 491 s.): «Se la società la fosse costituita da donne [. . .]». 6 La dislocazione a sinistra del soggetto non è però del tutto esclusa in italiano standard. Per creare lo stesso effetto di (12 a) è infatti possibile separare il soggetto dal resto della frase inserendo uno stacco prosodico, ad es. una pausa (La tua gonna (-) è sulla sedia), nella lingua scritta segnalato dall ’ uso della virgola (La tua gonna, è sulla sedia) (Dufter/ Gabriel 2016, 36); in questo caso però la sua posizione topologica non muta (treccani.it > ordine dei costituenti). Esistono inoltre casi particolari in cui la dislocazione a sinistra interessa unicamente la parte nominale di un sintagma quantificato in funzione di soggetto, ripreso poi anaforicamente tramite clitico partitivo (Molte navi sono affondate > (Di) navi, ne sono affondate molte) (cf. per un approfondimento Benincà 2001, 182). La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano Gianluca Cosentino 62 quest ’ ultimo sia realizzato o meno. La sua funzione canonica è quella di esplicitare un elemento tematico precedentemente introdotto nel discorso tramite coreferente cataforico. Si osservi l ’ esempio (14), dove il complemento contenuto nel campo esterno destro (deinen Rock) va ad esplicitare il suo anticipatore pronominale (ihn) contenuto nel campo centrale: (14) Vorfeld LSK Mittelfeld RSK Nachfeld Rechtes Außenfeld Ich habe ihn auf den Stuhl gelegt, / / deinen Rock! ‘ L ’ ho messa sulla sedia, la tua gonna. ’ Sebbene particolarmente rare in tedesco, è possibile inserire tra le ‘ Herausstellungen ’ anche frasi scisse (Spaltsätze) (15) e pseudoscisse (Sperrsätze) (16), già osservate sopra per l ’ italiano (Altmann 1981, 48): (15) Es ist dein Rock, den ich auf den Stuhl gelegt habe. ‘ È la tua gonna che ho messo sulla sedia. ’ (16) Wer deinen Rock auf den Stuhl gelegt hat, ist meine Mutter. ‘ A mettere la tua gonna sulla sedia è mia madre. ’ Tuttavia, queste due costruzioni si differenziano notevolmente dalle dislocazioni finora osservate: il costituente dislocato e focalizzato è integrato in un ’ unità frasale referenziale e autonoma, senza la quale il resto dalla proposizione (frase relativa) non potrebbe sussistere; viceversa, nelle dislocazioni a sinistra e a destra il resto della frase costituisce, anche senza elemento dislocato, un ’ unità completa sia dal punto di vista formale che funzionale. La frequenza di questo tipo di struttura è inoltre di gran lunga maggiore in italiano, mentre in tedesco si prediligono perlopiù mezzi prosodici oppure strutture topicalizzate (Zifonun et al. 1997, 1504 s.). Come si è visto finora, seppur con qualche dissimmetria dal punto di vista formale e dell ’ occorrenza d ’ uso, l ’ ordine dei costituenti della frase rispecchia in entrambe le lingue l ’ articolazione che si vuole conferire all ’ informazione del discorso. Ciononostante, non è sempre possibile osservare un comportamento del tutto convergente. La variazione sintattica dell ’ italiano, da cui dipende molto più che in tedesco la funzione informativa dell ’ enunciato, dà talvolta vita a strutture segmentate e marcate non sempre riproponibili in tedesco. Un ulteriore esempio è dato dal cosiddetto ‘ soggetto postposto o postverbale ’ , che in lingue romanze occorre principalmente in presenza di verbi monoargomentali inaccusativi o inergativi (Dufter/ Gabriel 2016, 431) e/ o quando l ’ enunciato codifica un ‘ focus Gianluca Cosentino La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano 63 esteso ’ (wide focus) in cui si intende rematizzare non solo il soggetto postposto, ma la globalità dell ’ evento descritto dal predicato; si parla in questo caso di ‘ enunciato tetico 7 o presentativo ’ (Leonetti 2017, 893): (17) (Che cosa è successo? ) È scoppiato un incendio. L ’ unica possibilità di riproporre anche in tedesco lo schema verbo-soggetto dell ’ italiano e mantenere lo stesso effetto informativo, è quella di creare una ‘ es- Konstruktion ’ , anteponendo al verbo un es espletivo - altresì definito ‘ Platzhalter ’ (occupatore di posizione) (Duden 2016, 879): (18) (Was ist passiert? ) Es ist ein Brand ausgebrochen. Tuttavia, la realizzazione più autentica consisterebbe nel mantenere invariata la struttura sintattica SVO e servirsi unicamente di mezzi prosodici (19) - cosa singolare, se non addirittura scorretta, in italiano standard, che più del tedesco tende ad attribuire al soggetto la codifica dell ’ informazione tematica dell ’ enunciato: (19) a. Ein BRAND ist ausgebrochen. b. *Un inCENdio è scoppiato Sebbene anche in italiano la prosodia sia coinvolta nelle varie operazioni sintattiche e la prominenza intonativa tenda a cadere regolarmente sul materiale linguistico che codifica l ’ informazione nuova, nel processo di codifica della struttura informativa svolge un ruolo secondario e meno pervasivo rispetto alla sintassi (Lombardi Vallauri 2009, 72). Questa caratteristica dell ’ italiano di mantenere una mappatura massimamente trasparente della sintassi sulla struttura informativa e quindi di imporre tramite meccanismi sintattici partizioni informative sugli ordini marcati è comune anche ad altre lingue del ceppo romanzo, ad es. al francese o al catalano (Leonetti 2017, 904). Diversamente, il tedesco può servirsi di un doppio canale strutturale, quello sintattico e quello prosodico. Tuttavia, il loro rapporto nella codifica della struttura informativa non può dirsi reciproco: costruzioni sintatticamente marcate comportano necessariamente una focalizzazione anche dal punto di vista prosodico; la prosodia, invece, può operare anche autonomamente dalla sintassi e creare gli stessi effetti comunicativi di una 7 Per una distinzione tra enunciati tetici ed enunciati categorici si veda Ulrich (1985, 93ss.). La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano Gianluca Cosentino 64 costruzione sintatticamente (e prosodicamente) marcata. Ciò significa che una stessa sequenza sintagmatica, a seconda della posizione dell ’ accento focale, può essere impiegata in diversi contesti comunicativi e rispondere a molteplici esigenze di rilievo informativo del messaggio. Anche l ’ italiano, in casi particolarmente marcati e ristretti e contrastivi, non esclude il ricorso a questo tipo di codifica informativa (Lombardi Vallauri 2009, 108), in tedesco è tuttavia molto più frequente e presenta un ’ occorrenza sicuramente superiore rispetto alle costruzioni sintatticamente marcate descritte precedentemente. In altre parole diremmo che la prosodia costituisce per il tedesco il maggior mezzo di codifica della struttura informativa. Ma come possono i mezzi prosodici operare autonomamente nella codifica dell ’ informazione così come descritta da Lambrecht (1994)? 3.2 Mezzi prosodici: accenti e toni Presentare la prosodia come mezzo autonomo di codifica della struttura informativa equivale a descriverla in termini di ‘ grammatica ’ , ovvero come un sistema di regole che può - indipendentemente dalla sintassi - espletare precise funzioni comunicative in modo sistematico e regolare (Peters 2014, 3). Indipendentemente dalla frequenza con cui ciò accade nei due sistemi linguistici, le riflessioni che seguono interessano, seppur con qualche difformità, sia l ’ italiano che il tedesco, entrambe ‘ lingue intonative ’ . Si osservino questi due esempi: (20) (Was hast du den Kindern geschenkt? / Cosa hai regalato ai bimbi? ) a. den kindern habe ich neue kla\MOTten geschenkt. b. ai bimbi ho regalato dei vestiti NUO\vi. Ognuno dei due enunciati presenta un unico accento primario (lettere maiuscole), rispettivamente in corrispondenza delle sillabe toniche MOTe NUO-. Questo accento si distingue particolarmente da tutti gli altri del gruppo intonativo per la sua particolare prominenza, che sta a segnalare la rilevanza comunicativa dell ’ unità informativa accentata (neue Klamotten - vestiti nuovi) per il contesto comunicativo di riferimento. Inoltre, agli accenti in (20) è altresì associato un andamento intonativo globalmente discendente (\), vale a dire che l ’ altezza tonale, dopo aver raggiunto il suo picco in prossimità della tonica, inizia una graduale discesa. Quest ’ ultima ha la funzione comunicativa di segnalare al destinatario del messaggio che la porzione di testo accentata soddisfa le richieste della domanda contestuale (Was hast du den Kindern geschenkt? / Cosa hai regalato ai bimbi? ) e va quindi recepita come l ’ unità informativa principale dell ’ intero enunciato che si pone in contrasto a tutte le possibili alternative altresì selezionabili per quello Gianluca Cosentino La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano 65 stesso contesto (neue Klamotten, alte Bücher, leckere Süßigkeiten - vestiti nuovi, libri vecchi, dolciumi buoni e così via). Per questa sua peculiare funzione comunicativa, l ’ accento discendente - talvolta realizzato anche con un andamento di tipo ascendente-discendente (/ \) - è altresì definito accento ‘ nucleare ’ o ‘ focale ’ . Tutti gli altri elementi contenuti nell ’ enunciato appartengono al background dell ’ unità informativa e in quanto tali non ricevono accenti particolarmente prominenti; la loro proprietà informativa non è controversa e/ o è già nota agli interlocutori in un quel determinato contesto: Background prenucleare Foreground Background postnucleare Topic / (accento secondario) Non-Topic ____ (nessun accento) Focus / \ - \ (accento nucleare) ____ (nessun accento) Tab. 3: La struttura dell ’ unità informativa Come però si evince dallo schema in tabella, agli elementi del background prenucleare è possibile assegnare uno o più accenti secondari di tipo ascendente (/ ). Si osservi nuovamente l ’ esempio precedente leggermente modificato: (21) (Was hast du den Kindern geschenkt? / Cosa hai regalato ai bimbi? ) a. dem / JÜNgeren habe ich eine MÜ\tze geschenkt. b. al più / PICcolo ho regalato un berRET\to. A differenza del contesto presentato in (20), in cui l ’ unità informativa topicalizzata - già parte del sapere condiviso e classificabile quindi come familiar topic - non riceve alcun tipo di prominenza prosodica, nell ’ enunciato esemplificato in (21) l ’ oggetto indiretto topicalizzato e codificato per mezzo di un ’ ascesa tonale (dem / JÜNgeren - al più / PICcolo) non risponde propriamente a tutte le aspettative contestuali evocate dalla domanda di riferimento (Was hast du den Kindern geschenkt? / Cosa hai regalato ai bimbi? ), bensì solo ad una di tutte le possibili sotto-domande derivabili dalla stessa: (21 ’ ) Was hast du den Kindern geschenkt? / Cosa hai regalato ai bimbi? Was hast du dem Jüngeren geschenkt? / Cosa hai regolato al più piccolo? Was hast du dem Älteren geschenkt? / Cosa hai regalato al più grande? Was hast du dem Fleißigsten geschenkt? / Cosa hai regalato al più diligente? . . .; e) . . .; f). . . La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano Gianluca Cosentino 66 Pertanto, l ’ ascesa tonale assolve al compito di codifica di un topic contrastivo (contrastive topic, C-Topic) (Büring 1999; Frascarelli/ Hinterhölzl 2007), con il quale si vuole segnalare che l ’ unità informativa topicalizzata è quella prescelta da una lista di possibili alternative altresì selezionabili in risposta alla domanda contestuale e con le quali si pone in contrasto (dem Jüngeren / al più piccolo - e non dem Älteren / al più grande, dem Fleißigsten / al più studioso ecc.) (Krifka/ Musan 2012, 30); in questo modo, il raggio d ’ azione dell ’ evento descritto dal sintagma verbale (eine Mütze schenken / regalare un berretto) viene circoscritto unicamente ad uno dei possibili appartenenti al gruppo “ Kinder / bimbi ” (dem Jüngeren / al più piccolo), non a tutti gli altri (dem Älteren / al più grande - dem Fleißigsten / al più studioso ecc.). All ’ ascesa tonale del background prenucleare spetta quindi il compito di restringere la validità d ’ azione del focus ad un particolare sottocategoria dell ’ aboutness topic iniziale (nel nostro esempio: il riferimento generico ad un gruppo di bambini), segnalando che una parte di questo (nel nostro esempio: il riferimento specifico a tutti i bambini appartenenti a questo stesso gruppo) rimane inespressa. Büring (1997, 50) descrive questo non-detto in termini di residual topic. Come mostrano gli enunciati sopra descritti, il tipo di accento che cade sulla tonica svolge importanti funzioni comunicative: un ’ ascesa tonale segnala l ’ apertura dell ’ unità comunicativa e informativa; una discesa tonale ne mette invece in risalto la chiusura e la completa realizzazione in relazione alle esigenze contestuali. Di particolare rilievo per la grammatica della prosodia è inoltre la realizzazione fonologica dell ’ accento, vale a dire il contrasto tonale tra tono alto (high tone - H) e tono basso (low tone - L), in corrispondenza delle sillabe toniche portatrici dell ’ accento focale e secondario dell ’ enunciato (H*, L* = starred tones). Secondo l ’ approccio autosegmentale-metrico, elaborato prima per l ’ inglese degli Stati Uniti e poi applicato a numerose altre lingue (cf. Pierrehumbert/ Hirschberg 1990; Grice/ Baumann/ Benzmüller 2005) e da cui deriva non da ultimo anche la teoria della semantica del tono (Peters 2014, 63), il contrasto tonale tra tono alto e tono basso si ripercuoterebbe sulla rilevanza comunicativa dell ’ unità informativa accentata: Tono Tratto semantico Descrizione H* [+ NUOVO ] [+ MARCATO ] L ’ informazione codificata dalla sillaba portatrice dell ’ accento lessicale è marcata e va aggiunta al sapere comune degli interlocutori. L* [ - NUOVO ] L ’ informazione codificata dalla sillaba portatrice dell ’ accento lessicale è già parte del sapere comune degli interlocutori. Tab. 4: La semantica dei toni accentati (adattato da Peters 2014) Gianluca Cosentino La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano 67 Questi due significati astratti sarebbero universali e le singole lingue si distinguerebbero soltanto nell ’ uso e nelle loro possibili combinazioni a seconda dei diversi contesti comunicativi, come emerge grossomodo anche da un confronto tra le grammatiche intonative attualmente disponibili per il tedesco e per l ’ italiano standard (Avesani 1995; Grice/ Baumann/ Benzmüller 2005; Peters 2014; Frascarelli/ Hinterhölzl 2007). Si osservino nuovamente gli esempi in (22): (22) (Was hast du den Kindern geschenkt? / Cosa hai regalato ai bimbi? ) a. dem / KLEInen habe ich eine MÜ\tze geschenkt. L H* H* L b. al più / PICcolo ho regalato un berRET\to. L H* H* L In entrambi i casi le categorie informative realizzate codificano informazioni nuove per il contesto: il focus completa l ’ informazione deficitaria rispondendo alla domanda contestuale (Was? - Cosa? ), il topic ne precisa la validità introducendo nel contesto un nuovo referente (der Kleine / il più piccolo) che si trova a sua volta in relazione di meronimia con l ’ olonimo Kinder / bimbi contenuto nella domanda di riferimento. Pertanto, entrambe le informazioni vanno recepite come nuove e in quanto tali aggiunte al sapere comune degli interlocutori; a segnalarne questo status cognitivo è unicamente il tono alto (H*) in corrispondenza delle due sillabe accentate. Modificando invece leggermente la domanda contestuale, si può osservare che la stessa sequenza verbale subisce una sostanziale alterazione sotto il profilo della codifica informativa: (23) (Hast du dem Kleinen eine Mütze geschenkt? / Hai regalato un berretto al più piccolo? ) a. dem / KLEInen habe ich eine MÜ\tze geschenkt. L* H H L* b. al più / PICcolo ho regalato un berRET\to. L* H H L* Le due unità informative accentate in (23) sono già parte del sapere condiviso dagli interlocutori, la loro codifica avviene pertanto esclusivamente tramite un tono basso (L*), che funge in questo caso semplicemente da conferma delle aspettative evocate dalla domanda contestuale. Come si evince quindi dai due esempi, ai La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano Gianluca Cosentino 68 possibili allineamenti tra sillaba accentata e tono corrisponde una sostanziale distinzione semantica nella codifica delle categorie informative focus e topic, che può dirsi comune al tedesco e all ’ italiano 8 standard: Topic Focus (L)H* / [+ NUOVO ] L*(H) / [ - NUOVO ] H*L (/ )\ [+ NUOVO ] [+ MARCATO ] HL* (/ )\ [ - NUOVO ] Tab. 5: Contrasti tonali e categorie informative (adattato da: Blühdorn 2013, 261) Riassumendo: accenti e toni contribuiscono in egual misura alla codifica della struttura informativa così come descritta da Lambrecht (1994). Mentre i primi segnalano l ’ organizzazione del discorso nel flusso informativo, distinguendo le categorie che completano l ’ informazione (focus) da quelle che ne restringono la validità e le aspettative comunicative (topic), con i contrasti tonali viene segnalato invece lo status informativo degli elementi accentati nella cognizione degli interlocutori. 4. Conclusioni Nella codifica della struttura informativa tedesco e italiano presentano un insieme di convergenze e divergenze. Le principali convergenze riguardano il repertorio dei mezzi grammaticali di cui i due sistemi linguistici potenzialmente dispongono per la presentazione delle categorie informative; le divergenze, invece, riguardano l ’ uso “ speculare ” che le due lingue ne fanno: se l ’ italiano tende a preferire operazioni sintattiche, il tedesco si affida principalmente a mezzi lessicali e prosodici. Inoltre, i pochi movimenti sintattici che interessano la frase tedesca sono perlopiù riservati alla codifica di contesti informativi particolarmente marcati. Lo stesso può dirsi dell ’ italiano in riferimento alla prosodia, il cui impiego quale unico strumento di codifica della struttura informativa è gene- 8 In merito alla codifica del focus sembrerebbe che in italiano la scelta del tono alto associato alla sillaba accentata (H*) sia circoscritta alla sola realizzazione del focus ristretto (Avesani 1995), vale a dire a contesti particolarmente marcati del tipo “ a luglio sono stato a DREsda - e non a Berlino! ” . Tuttavia, da un ’ analisi acustica condotta tramite il software Praat (Boersma/ Weenink) sugli enunciati (22 b) e (23 b) pronunciati da un campione di tre parlanti madrelingua, è stato possibile osservare che il tono realizzato in (22 b) in corrispondenza della sillaba focale presenta - pur non codificando un focus ristretto - un ’ altezza tonale in ogni caso superiore rispetto a quella della stessa sillaba in (23 b), dove l ’ unità informativa messa in rilievo serve unicamente a confermare le aspettative contestuali. Gianluca Cosentino La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano 69 ralmente riservato alla focalizzazione di unità informative particolarmente ristrette; in tutti gli altri casi la prosodia svolge in italiano un ruolo marginale e di mero accompagnamento al movimento sintattico. “ Presentare un ’ informazione è tutt ’ altro che semplice ” - esordivamo così nell ’ introduzione di questo lavoro. “ Definirne con esattezza i mezzi verbali atti a farlo lo è ancor meno ” - potremmo continuare ora. La letteratura scientifica dedicata al tema è vastissima, ciononostante non può dirsi ancora esauriente e risulta in alcuni punti addirittura manchevole. Si aprono pertanto molteplici desiderata perseguibili nel corso di studi futuri, tra questi: (i) la definizione delle frequenze d ’ uso dei diversi mezzi di codifica informativa nelle principali (sub)varietà linguistiche, (ii) la precisazione dei contesti d ’ uso (generi testuali, pratiche comunicative etc.) in cui questi occorrono maggiormente e, non da ultimo, (iii) la definizione delle funzioni illocutive cui esse si accompagnano. Dare seguito a queste osservazioni, oltre che arricchire la descrizione teorica ed enucleare con maggiore precisione le peculiarità strutturali (analogie e differenze) nel binomio linguistico tedesco-italiano, può avere interessanti ricadute anche nella riflessione glottodidattica e, di conseguenza, nella prassi dell ’ insegnamento linguistico. Abstract. Als Einheit des sprachlichen Handelns muss jede Äußerung eine bestimmte Informationsmenge für den Transfer zum Adressaten strukturieren, die je nach kommunikativer Absicht und gemeinsamer Wissensbasis der Interaktanten abgestimmt werden muss. Entscheidend hierfür ist, wie der Textproduzent den aktuellen Wissensstand des Empfängers einschätzt und welche Informationsteile er neu hinzufügen möchte. Den einzelnen Sprachen stehen verschiedene formale Mittel zur Verfügung, mit denen der informationelle Status von Äußerungsbestandteilen gekennzeichnet werden kann. Im vorliegenden Beitrag sollen die wichtigsten Strategien präsentiert werden, die im Sprachenpaar Deutsch-Italienisch zu diesem Zweck eingesetzt werden können. Summary. As unit of a speech act, each utterance must encode a certain amount of information, whose structure has to be defined according to the communicative purpose and the shared knowledge of the participants. Therefore, it is crucial how the sender evaluates the current knowledge level of the receiver in order to establish which information has to be emphasized or selected as new. This article provides a contrastive German-Italian analysis of the most important formal means and encoding strategies that both languages employ to package information. La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano Gianluca Cosentino 70 Bibliografia Altmann, Hans: Formen der ‘ Herausstellung ’ im Deutschen. Rechtsversetzung, Linksversetzung, Freies Thema und verwandte Konstruktionen. Tübingen: Niemeyer 1981. Ammann, Hermann: Die menschliche Rede: sprachphilosophische Untersuchungen. Schauenburg: Lahr i. B. 1928. Avesani, Cinzia: «ToBIt: un sistema di trascrizione per l ’ intonazione italiana», in: Metodologie di analisi e di descrizione delle caratteristiche prosodiche e intonative dell ’ italiano, a cura di Gianni Lazzari, Roma 1995, pp. 85 - 98. Benincà, Paola: «L ’ ordine degli elementi della frase e le costruzioni marcate», in: Grande Grammatica italiana di consultazione, a cura di Lorenzo Renzi/ Giampaolo Salvi/ Anna Cardinaletti, Bologna: il Mulino 2001, pp 129 - 209. Berruto, Gaetano: Sociolinguistica dell ’ italiano contemporaneo, Roma: La Nuova Italia scientifica 1987. Bloomfield, Leonard: Language. New York: Holt 1933. Blühdorn, Hardarik: «Intonation im Deutschen - nur eine Frage des schönen Klangs? », in: Pandaemonium, n.16-22/ 2013, pp. 242 - 278. Boersma, Paul/ Weenink, David: Praat: doing phonetics by computer [Computer program]. Version 6.2.10 (http: / / www.praat.org/ ). Büring, Daniel: The Meaning of Topic and Focus - The 59th Street Bridge Accent. London: Routledge 1997. Catalani, Luigi: Die Stellung der Satzelemente im Deutschen und im Italienischen. Frankfurt am Main: Lang 1993. Chomsky, Noam: «Deep structure, surface structure and semantic interpretation», in: Semantics: An interdisciplinary reader in philosophy, linguistics and psychology, a cura di Danny D. Steinberg/ Leon A. Jakobovits, Cambridge: University Press 1971, pp. 183 - 216. Cinque, Guglielmo: «The movement nature of left dislocation», in: Linguistic Inquiry, 8.2/ 1977, pp. 397 - 412. Cognola, Federica/ Moroni, Manuela Caterina: «Topiks im Deutschen und Italienischen. Der linke Rand des deutschen Mittelfeldes und die italienische linke Satzperipherie im Vergleich», in: Linguistik online, 111.6/ 2021, pp. 89 - 104. Cruschina, Silvio/ Remberger, Eva-Maria: «Focus Fronting», in: Manual of Romance Morphosyntax and Syntax, a cura di Andreas Dufter/ Elisabeth Stark, Berlin, Boston: De Gruyter 2017, pp. 502 - 535. Dardano, Maurizio/ Trifone, Pietro: Grammatica Italiana. Bologna: Zanichelli 1995. Dufter, Andreas/ Gabriel, Christoph: «Information structure, prosody, and word order», in: Manual of Grammatical Interfaces in Romance, a cura di Susann Fischer/ Christoph Gabriel, Berlin, Boston: De Gruyter 2016, pp. 419 - 456. Duden (a cura di): Grammatik der deutschen Gegenwartssprache. Mannheim: Dudenverlag 9 2016. Gianluca Cosentino La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano 71 Frascarelli, Mara: «Dislocations and framings», in: Manual of Romance Morphosyntax and Syntax, a cura di Andreas Dufter/ Elisabeth Stark, Berlin/ Boston: De Gruyter 2017, pp. 472 - 501. Frascarelli, Mara/ Hinterhölzl, Roland: «Types of topics in German and Italian», in: On Information Structur, Meaning and Form, a cura di Susanne Winkler/ Kerstin Schwabe, Amsterdam et al.: John Benjamins 2007, pp. 87 - 116. Givón, Thomas: «Topic Continuity in Discourse: An Introduction», in: Topic Continuity in Discourse: A Quantitative Cross language Study, a cura di Thomas Givón, Amsterdam/ Philadelphia: John Benjamins 1983, pp. 5 - 41. Greenberg, Joseph H: «Some universals of grammar with particular reference to the order of meaningful elements», in: Universals of language, a cura di Joseph H. Greenberg, Cambridge: The MIT Press 2 1966, pp. 73 - 113. Grice, Martine/ Baumann, Stefan/ Benzmüller, Ralf: «German Intonation in Autosegmentalmetrical Phonology», in: Prosodic Typology: The Phonology of Intonation and Phrasing, a cura di Sun-Ah Jun, Oxford: Oxford University Press 2005, pp. 55 - 83. Halliday, A. K. Michael: Intonation and Grammar in British English. The Hague: Mouton 1967. Heidolph, Karl Erich/ Flämig, Walter/ Motsch, Wolfgang et al.: Grundzüge einer deutschen Grammatik. Berlin: Akademie 1981. Jacobs, Joachim: «Fokus-Hintergrund-Gliederung und Grammatik», in: Intonationsforschungen, a cura di Hans Altmann, Tübingen: Max Niemeyer 1988, pp. 89 - 134. Koch, Peter: «Valenz und Informationsstruktur im Sprachvergleich Italienisch-Deutsch», in: Italienisch 32/ 1994, pp. 38 - 58. Koch, Peter/ Oesterreicher, Wulf: «Sprache der Nähe - Sprache der Distanz. Mündlichkeit und Schriftlichkeit in Spannungsfeld von Sprachtheorie und Sprachgeschichte», in: Romanistisches Jahrbuch 36/ 1/ 1985, pp. 15 - 43. Lambrecht, Knud: Information structure and sentence form. Cambridge: Cambridge University Press 1994. Leonetti, Manuel: «Basic constituent orders», in: Manual of Romance Morphosyntax and Syntax, a cura di Andreas Dufter/ Elisabeth Stark, Berlin, Boston: De Gruyter 2017, pp. 887 - 932. Lombardi Vallauri, Edoardo: La struttura informativa. Forma e funzione degli enunciati linguistici. Roma: Carocci 2009. Musan, Renate: Informationsstruktur. Heidelberg: Universitätsverlag Winter 2010. Niebuhr, Oliver: Language, Content & Cognition. Berlin et al.: De Gruyter 2007. Peters, Jörg: Intonation. Heidelberg: Universitätsverlag Winter 2014. Poletto, Cecilia: Word Order in Old Italian. Oxford: Oxford University Press 2014. Reinhart, Tanya: «Pragmatics and Linguistics: An Analysis of Sentence Topics», in: Philosophica 27/ 1981, pp. 53 - 94. Ritter, Joachim/ Gründer, Karlfried (a cura di): Historisches Wörterbuch der Philosophie, Basel: Schwabe AF Verlag 1998. Rizzi, Luigi: «The Fine Structure of the Left Periphrery», in: Elements of Grammar, a cura di Liliane Haegeman, Kuwer 1997, pp. 268 - 275. La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano Gianluca Cosentino 72 Roggia, Carlo Enrico: Le frasi scisse in italiano. Struttura informativa e funzioni discorsive. Genève: Éditions Slatkine 2009. Ross, John Robert: Constraints on variables in syntax. Dissertation, Massachusetts Institute of Technology 1967. Serianni, Luca: Grammatica italiana. UTET: Torino 2005. Ulrich, Miorita: Thetisch und kategorisch. Funktionen der Anordnung von Satzkonstituenten am Beispiel des Rumänischen und anderer Sprachen. Tübingen: Gunter Narr Verlag 1985. Wöllstein, Angelika: Topologisches Satzmodell. Heidelberg: Universitätsverlag Winter 2014. Zifonun, Gisela/ Hoffmann, Ludger/ Strecker, Bruno: Grammatik der deutschen Sprache. Berlin/ New York: de Gruyter 1997. Jetzt bestellen onde Das italienische Kulturmagazin Italienische Artikel mit praktischen Vokabelhilfen - Für alle Sprachniveaus - Einzeln oder im Abo vertrieb@onde.de Onde e.V. - Italien erleben onde_ev www.onde.de Gianluca Cosentino La struttura informativa e la sua codifica nel binomio tedesco-italiano
