Italienisch
ita
0171-4996
2941-0800
Narr Verlag Tübingen
10.24053/Ital-2023-0001
61
2023
4589
Fesenmeier Föcking Krefeld OttLa letteratura e il senso per l’etica
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2023
Gianluca Cinelli
ita45890001
1 DOI 10.24053/ Ital-2023-0001 La letteratura e il senso per l’etica Preparandomi ad assolvere il gradito compito di scrivere questo breve editoriale, mi è capitato di tornare con la memoria a un episodio accaduto circa quindici anni fa. Una commissione di valutazione mi aveva invitato a un colloquio per discutere un mio progetto di ricerca su letteratura ed etica nell’opera di Alessandro Manzoni, e uno degli esaminatori mi chiese se veramente credevo che la letteratura abbia un’influenza etica. Il mio progetto avrebbe avuto qualche effetto sulle politiche dell’allora presidente degli Stati Uniti George Bush Jr? La domanda mi spiazzò, poiché Bush non era propriamente il mio lettore ideale. Tuttavia, ho continuato a lungo a riflettere su quella domanda e oggi, dopo una pandemia, due anni di guerra in Ucraina e nel mezzo di una grave crisi politica in Medio Oriente (senza dimenticare gli altri disastri che causano sofferenza nel mondo), credo che torni utile continuare a porsela. Partirei da un pensiero di Marshall Gregory, il quale scrisse che le storie ci informano sulle vite degli altri. Nella sua semplicità, questa osservazione ci ricorda che quando ci accingiamo a leggere o ascoltare una storia, anzitutto ci aspettiamo di venire a conoscenza di qualcuno. Questo interesse, nella sua dimensione antropologica, è quello che spinge gli esseri umani ad avvicinarsi e associarsi, condividere esperienze e pensieri, speranze e timori. Attraverso le storie si impara a riconoscere che gli altri ci assomigliano, e osservando loro spesso vediamo noi stessi nel bene e nel male. Il senso per l’etica è intrinseco alla letteratura, risponderei oggi a quell’esaminatore. La letteratura mostra le questioni etiche attraverso le storie, svolge i conflitti di coscienza nel carattere dei suoi personaggi, e ispira la riflessione sul bene e sul male toccando le corde delle emozioni. E così facendo, permette ai lettori di fermarsi per ponderare e riflettere su ciò che abbiamo davanti agli occhi e ciò che sentiamo guardando le vite degli altri. Sì, la letteratura esercita un’influenza etica sulla vita di chi legge. Primo Levi, tornato da Auschwitz nel 1945, partì da questo presupposto per raccontare la propria esperienza terribile di sopravvivenza, chiedendo ai suoi lettori di «ascoltare», «considerare» e «meditare». Cito questo autore non a caso, perché la sua scrittura, nata da uno degli eventi più malvagi della contemporaneità, fortifica il lettore contro le trappole del linguaggio e del pensiero che producono e nutrono aberrazioni come l’antisemitismo o l’odio razziale e religioso. La letteratura, ispirando gli individui a considerare la propria vita in relazione con quelle degli altri, può educare a vivere in comunità virtuose praticando il dialogo e criticando i propri pregiudizi, invece di arroccarsi su ragioni insensate, La letteratura e il senso per l’etica 2 in nome di una religione, un’ideologia, una nazione, o una presunta superiorità sui propri simili. Una rivista che diffonde la letteratura e fornisce strumenti critici e di riflessione ricopre perciò un ruolo eticamente onorevole. Gianluca Cinelli