Vox Romanica
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0042-899X
2941-0916
Francke Verlag Tübingen
10.24053/VOX-2023-010
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Kristol De StefaniOttavio Lurati - 5 maggio 1938 – 14 settembre 2023
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Elwys De Stefani
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317 DOI 10.24053/ VOX-2023-010 Ottavio Lurati Vox Romanica 82 (2023): 317-320 Ottavio Lurati 5 maggio 1938 - 14 settembre 2023 Elwys De Stefani (Universität Heidelberg) La triste notizia della scomparsa di Ottavio Lurati, all’età di 85 anni, ha suscitato tanta commozione, non solo tra allievi e colleghi, ma anche tra «la gente» 1 . Infatti, Lurati non si era mai rinchiuso nella torre d’avorio della scienza, ma cercava sempre il contatto con le persone. La sua ricerca voleva contribuire all’avanzamento della disciplina linguistica, ma doveva servire soprattutto alle comunità di cui Lurati - studioso attento e appassionato - esaminava gli usi linguistici. Per Lurati, si trattava di una necessità elementare, che traspare dai numerosi lavori dedicati (non solo) ai dialetti e ai costumi dell’area ticinese e lombarda. Nato a Chiasso, originario di Croglio, Ottavio Lurati consegue la maturità al Liceo di Lugano nel 1957. Svolge quindi gli studi universitari a Basilea e Firenze, con soggiorni in altri atenei europei. Tra i suoi maestri ci sono i grandi romanisti - a cominciare da Walther von Wartburg - e italianisti, tra cui Bruno Migliorini. La tesi di dottorato, diretta da Toni Reinhard e intitolata Terminologia e usi pastorizi di Val Bedretto , è accettata dall’università di Basilea nel 1964 (v. VRom. 23 (1964): 171) e pubblicata nel 1968 2 . Dal 1969 Lurati è attivo al Romanisches Seminar dell’università di Basilea, come assistente di Carl Theodor Gossen. L’abilitazione segue alla stessa università nel 1971, con una venia docendi in filologia romanza «mit besonderer Berücksichtigung der italienischen Sprachwissenschaft und Volkskunde» (v. VRom. 31 (1972): 392). Il 25 gennaio 1973 vi tiene la lezione di abilitazione intitolata Die italienische Reklamesprache der Gegenwart . Collabora al Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana dal 1965 al 1977, ma rimane fedele all’università renana, dove consolida la sua carriera accademica: è professore associato dal 1974 (v. VRom. 33 (1974): 336), poi professore ordinario di linguistica italiana (1991-2003). Durante la sua lunga carriera ricopre anche la carica di presidente del Collegium Romanicum . Nel 2003 i Rotary Club Italiani assegnano a Ottavio Lurati il Premio Galileo Galilei 1 Non a caso la parola «gente» compare immancabilmente nei titoli di molti lavori di Ottavio Lurati ( Biasca e Pontirone: gente, parlata, usanze , Basilea: Krebs, 1975 (con Caterina Magginetti); Tra la gente: parole «giovani», fascino di luoghi e famiglie, echi biblici nel nostro parlar corrente , Bellinzona, Salvioni, 2018). 2 Terminologia e usi pastorizi di Val Bedretto , Basilea, Krebs, 1968. Nel volume si legge: «Questo lavoro esce contemporaneamente come tesi di laurea [sic] dell’Università di Basilea». 318 DOI 10.24053/ VOX-2023-010 Elwys De Stefani Vox Romanica 82 (2023): 317-320 per la sezione Storia della Lingua italiana. Nel 2016 Lurati è nominato Accademico corrispondente della Crusca. La ricerca di Lurati è incentrata sul lessico, che egli studia in prospettiva diacronica e sincronica, con un’attenzione particolare alle varietà regionali, sociali e di registro. Nella tesi di dottorato, e ancora più nitidamente nel volume Dialetto e italiano regionale nella Svizzera italiana (Lugano: Solari & Blum, 1976), Lurati prefigura quelle che saranno le grandi tematiche della sua vita da ricercatore: la dialettologia, la toponomastica, l’italiano della Svizzera italiana e i rapporti che intercorrono tra dialetto e lingua. Attraverso i suoi numerosi articoli e volumi, Lurati mostra come la prospettiva locale e regionale - esemplificata non solo dalla sua tesi di dottorato, ma anche dagli studi successivi 3 - sia un arricchimento per la ricerca sull’italiano e le sue culture. Lurati si profila come un acuto osservatore dei cambiamenti linguistici, avventurandosi, nel metodo, anche fuori dai sentieri battuti, ma rimanendo sempre fedele a sé stesso. Infatti, durante la sua lunga e feconda attività scientifica, Lurati percorre nuove vie - non sempre condivise dai colleghi - che lo portano a formulare riflessioni e risultati originali nei campi della sua specializzazione: dialettologia, etimologia, fraseologia, onomastica, neologia. Regala poi a Vox Romanica degli articoli di grande originalità - ad esempio, «Superstizioni lombarde (e leventinesi) del tempo di San Carlo Borromeo», VRom. 27 (1968): 229-49, oppure «Origine di barocco : una nuova interpretazione e altro ancora», VRom. 34 (1975): 63-93 - in cui evidenzia come l’indagine linguistica sia uno strumento indispensabile per la ricerca sui costumi e sul folclore delle comunità 4 . I lavori sulla realtà linguistica e storica del Ticino e delle aree lombarde confluiscono in due contributi significativi, che presentano gli intrecci sociali, politici e linguistici tra Lombardia e Ticino - così il titolo della voce pubblicata nel Lexikon der Romanistischen Linguistik (a cura di Günter Holtus, Michael Metzeltin e Christian Schmitt, Tübingen: Niemeyer, 1988, vol. IV: 485-516). Pochi anni dopo, Lurati firma i capitoli su Il Canton Ticino nei volumi L’italiano nelle regioni (a cura di Francesco Bruni, Torino, UTET, 1992, vol. I: 143-77 e 1994, vol. II: 171-210). Di ampia portata sono poi i lavori che Lurati dà alle stampe a partire dal 1990 negli ambiti della neologia, delle locuzioni e dell’onomastica familiare. Proprio del 1990 è il suo 3000 parole nuove: la neologia negli anni 1980-1990 (Bologna, Zanichelli). Si ricorda inoltre la trilogia di volumi, pubblicati nel giro di pochi anni, dedicati ai modi di dire, tra cui spicca il ponderoso Dizionario dei modi di dire (Milano, Garzanti, 2001) 5 . Lurati dà poi un 3 Si ricorderà almeno il volume Le parole di una valle: dialetto, gergo e toponimia della Val Verzasca , Lugano, Fondazione Arturo e Margherita Lang, 1983 (con Isidoro Pinana). 4 Altri articoli pubblicati in Vox Romanica sono: «Per un diverso ‹modo› lessicologico» ( VRom. 31 (1972): 55-75), «Sul sistema verbale di quarta persona nell’Italia settentrionale (in particolare sul piem. -úma )» ( VRom. 32 (1973): 29-33), «Cavalli di ritorno fra Francia e Italia: il fr. bigoudi e l’it. bigodino / bigolino » ( VRom . 47 (1988): 100-02). 5 Gli altri volumi dedicati alle locuzioni italiane si intitolano Modi di dire: nuovi percorsi interpretativi, Locarno, Dadò, 1998 e Per modo di dire… Storia della lingua e antropologia nelle locuzioni ita- 319 DOI 10.24053/ VOX-2023-010 Ottavio Lurati Vox Romanica 82 (2023): 317-320 impulso notevole agli studi onomastici, con le sue ricerche sui nomi di persona ( Perché ci chiamiamo così? Cognomi tra Lombardia, Piemonte e Svizzera italiana , Lugano, Fondazione Ticino Nostro, 2000) e sui nomi di luogo ( In Lombardia e in Ticino. Storia dei nomi di luogo , Firenze, Cesati, 2004) 6 . Lurati faceva parte, inoltre, del comitato di redazione dei Quaderni di Semantica e della Rivista Italiana di Onomastica (RIOn) ed era consulente scientifico del Lessico Etimologico Italiano (LEI) fondato nel 1968 da Max Pfister e attualmente diretto da Wolfgang Schweickard e Elton Prifti. La mole di pubblicazioni scientifiche è affiancata da una ricca produzione di tipo divulgativo, a ulteriore riprova dell’apprezzamento e della gratitudine che Lurati nutriva nei confronti di chi gli forniva dati linguistici e culturali. Lurati è una presenza costante nei media ticinesi sin dagli anni ’70. Risale al 1979 il suo servizio televisivo La gestualità nel gioco del Tresette (con Fabio Bonetti), in cui Lurati riconosce nella gestualità una risorsa fondamentale della comunicazione umana 7 . Da emerito collabora con vari giornali e riviste, dove pubblica rubriche di etimologia, fraseologia e onomastica. Lurati era anche un insegnante che riusciva ad appassionare gli studenti. Ricordo con molta ammirazione e affetto la sua passione per le lingue e culture - non solo romanze - e il suo costante sostegno al lavoro degli studenti. A lezione discuteva con noi, e ci insegnava, oltre al metodo filologico e dialettologico, il rispetto della diversità - linguistica, culturale, e umana 8 - ma anche il valore della tradizione. Ci esortava a non chinarci solo sui libri, bensì a incontrare le persone: «la linguistica si fa con gli scarponi», diceva, ricordando forse i soggiorni in Val Bedretto e i numerosi contatti con «la gente» che rievoca con gratitudine nella tesi di dottorato. Lurati, il professore di linguistica, è stato anche un insegnante di vita, sempre intento a ridurre - nell’impossibilità di eliminarla completamente - la distanza tra «professore» e «studenti», tra «ricercatore» e «informanti». Forse è proprio questa sua umiltà il motivo per cui, ad oggi, è difficile riscontrare una bibliografia complessiva dei lavori firmati da Lurati. Un’umiltà che era percepibile anche alla fine della sua carriera accademica. Infatti, nell’annuncio della sua conferenza di commiato campeggiava l’espressione «chiudere baracca» (su cui si vedrà la spiegazione nel Dizionario dei modi di dire ). Con semplicità, in punta di piedi, ha voluto lasciare lo spazio alle prossime generazioni. Venti anni più tardi piangiamo la sua scomparsa, conservando il ricordo di una persona di grande umanità e cordialità, che ha contribuito in liane ed europee , Bologna, CLUEB, 2002. Lurati dedicherà un ultimo volume alla tematica quasi vent’anni dopo: La pulce nell’orecchio . Pregassona/ Lugano: Fontana, 2021. 6 Un altro lavoro di interesse onomastico è il volume Nomi di luoghi e di famiglie e i loro perché? Lombardia - Svizzera italiana - Piemonte , Varese, Macchione, 2011. 7 Il servizio, andato in onda il 7 novembre 1979 nel programma Segni della Televisione Svizzera di lingua italiana, è disponibile al sito https: / / lanostrastoria.ch/ entries/ ajVA4okxnb0. Un’altra produzione, L’ultimo laveggiaio di Val Malenco (1970), è disponibile su Youtube: https: / / www.youtube. com/ watch? v=jw4eIgMu3g4. 8 Si veda ad esempio l’articolo «I marginali e la loro mentalità attraverso il gergo», La ricerca folklorica 19 (1989): 7-16. 320 DOI 10.24053/ VOX-2023-010 Elwys De Stefani Vox Romanica 82 (2023): 317-320 modo significativo allo sviluppo della dialettologia italiana, dedicandosi (ma non limitandosi) a una realtà, quella della Svizzera italiana, allora ancora poco percepita dai colleghi attivi in Italia.
