eJournals Italienisch 35/70

Italienisch
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Narr Verlag Tübingen
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2013
3570 Fesenmeier Föcking Krefeld Ott

Fabio Longoni: Campi e prospettive della Landeswissenschaft. Il territorio, l'immagine e la sua rappresentazione. Beihefte zu Quo vadis, Romania? Wien: Praesens Verlag 2012, pp. 457, € 38,40

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2013
Michele Castellarin
ita35700121
121 Buchbesprechungen Fabio Longoni: Campi e prospettive della Landeswissenschaft. Il territorio, l’immagine e la sua rappresentazione. Beihefte zu Quo vadis, Romania? Wien: Praesens Verlag 2012, pp. 457, €-38,40 Nella prima parte del suo lavoro Longoni riporta in maniera sintetica ma convincente le tappe fondamentali dell’affermarsi della disciplina della Landeskunde accanto alle tre colonne portanti del sistema universitario di insegnamento delle lingue straniere, Literaturwissenschaft, Sprachwissenschaft e Sprachpraxis. Lamentando la scarsità di pubblicazioni e il moderato interesse per le lingue romanze (al di fuori del francese) nel dibattito sulla questione della Landeskunde, l’autore fa suoi i risultati dei diversi dibattimenti scientifici riguardanti la Landeskunde per la langue d’oïl in Germania e li riutilizza, adattandoli, per la situazione dell’italiano. La disamina di Longoni prende le mosse dai primi dibattiti negli anni ’70 del Novecento in cui la Landeskunde veniva ancora considerata come «figlia spuria e mal sopportata della filologia» (p. 14). Al tempo, nota l’autore, mancavano per intero programmi ben definiti e una determinazione precisa del ruolo che la Landeskunde gioca all’interno di uno studio linguistico. L’accento è posto qui sull’opera di Bock (cf. Bock 1974) che in Germania avanza una serie di proposte di riforma per questa disciplina ancora misconosciuta appoggiandosi principalmente alle scienze sociali e alla sociologia. Il focus dell’analisi di Bock, che influenzerà pesantemente il futuro dibattito sulla Landeskunde, è incentrato principalmente sulle relazioni internazionali e sulla comunicazione transnazionale. Nello stesso periodo Picht (cf. Picht 1974) denuncia le carenze della Landeskunde negando «l’esistenza nella LK di cosiddetti esperti totali, ovvero di conoscitori globali d’ogni aspetto relativo ad un Paese oggetto di analisi» (p. 18). Con la sua critica questo autore auspica una maggiore interdisciplinarità. L’analisi di Longoni prosegue riassumendo la situazione universitaria (specialmente per le facoltà umanistiche) negli anni ’80. L’intensificazione dei rapporti economici e commerciali porta in questo periodo le università alla formazione di cosiddetti «esperti di territorio» (p. 21) inserendo nella disciplina della Landeskunde sempre maggiori elementi finanziari ed economici. Scopo della Landeskunde viene quindi ad essere la formazione dei futuri laureati in vista di attività economiche transnazionali. La Landeskunde funziona in questo periodo come trait d’union tra le materie puramente umanistiche (quali Literaturwissenschaft e Sprachwissenschaft) e le discipline economiche. 2_IH_Italienisch_70.indd 121 30.10.13 09: 25 122 Buchbesprechungen Accanto a motivi di natura puramente economica la Landeskunde trova in questi anni una sua legittimazione anche attraverso gli studi di Melde (cf. Melde 1987) che, riferendosi alle nuove tendenze della didattica delle lingue straniere, vede l’apprendimento di un idioma non solo come acquisizione di competenze linguistiche ma anche - grazie appunto alla Landeskunde - come «sviluppo morale e politico degli studenti» (p. 23). Il dibattito, nella sua prosecuzione negli anni ’90 si intensifica grazie al pensiero di Asholt (cf. Asholt 1990) che propone una Landeskunde che tenga conto degli aspetti storici della realtà del paese oggetto di studio. Agli occhi di Asholt solo attraverso l’inserimento nella Landeskunde di aspetti storici tale disciplina sarebbe potuta assurgere a quarta colonna portante nello studio universitario delle lingue. Ritorna in questi anni il bisogno di interdisciplinarità. La Landeskunde, occupandosi sia di aspetti politologici, che economici, che sociali, che giuridici non può che avvalersi di contributi di esperti in questi campi. Senza questa necessaria interdisciplinarità non c’è da stupirsi che il personale universitario addetto all’insegnamento di questa disciplina sia tacciato di incompetenza e dilettantismo. Maggior successo incontra il filone scientifico orientato alla comunicazione internazionale che considera la Landeskunde in prima linea come Kulturwissenschaft. Lüsebrink (cf. Lüsebrink 1995) vede la Landeskunde come «una disciplina che dedica la propria attenzione all’immagine di un’entità territoriale, e che ne illustra in prima approssimazione temi che potremmo riassumere in territorio, economia, società, politica, stato e nazione, media, cultura; muovendosi sempre in bilico tra presente e passato e privilegiando spesso un chiaro approccio contrastivo tra i differenti Paesi» (p. 34). Longoni conclude il suo excursus storico presentando la situazione attuale della Landeskunde, intesa oggi come Landeswissenschaft, ossia come quella «disciplina che rivolge la propria attenzione ad entità territoriali tendenzialmente limitate sotto l’aspetto storico-politico ed amministrativo» (p. 37). Materia di studio della Landeswissenschaft non sono solamente i Paesi presi come entità a sé stanti ma anche l’analisi dei processi di scambio interculturale e transnazionale. A conclusione dell’analisi storica dell’evoluzione della Landeskunde Longoni propone una propria soluzione, ossia l’introduzione di una disciplina come la Landes- und Kulturwissenschaften che sappia rendere conto di tutti quegli aspetti sociali, culturali, storici etc. che egli ritiene fondamentali nello studio di una lingua. 2_IH_Italienisch_70.indd 122 30.10.13 09: 25 123 Buchbesprechungen La prima parte del lavoro, a seguito dell’analisi storica, si dedica in maniera molto dettagliata alla descrizione della situazione della Landeskunde nelle università austriache. L’attenzione di Longoni si incentra in particolare sugli obiettivi e le strutture della Landeswissenschaft nei diversi atenei e ne illustra per esteso la collocazione all’interno dei diversi piani di studio. Si nota presto che le università austriache non posseggono un sistema unitario per quanto riguarda la Landeskunde. Già a partire dalla denominazione di questa disciplina si riscontrano diversità notevoli. Mentre l’Istituto di romanistica dell’Università di Vienna denomina la disciplina Landeswissenschaft altri atenei preferiscono altre designazioni come Landes- und Kulturkunde presso la Karl-Franzens-Universität di Graz o Landeskunde presso la Alpen-Adria-Universität di Klagenfurt o ancora Kulturwissenschaft presso la Leopold-Franzens-Universität di Innsbruck etc. Dopo aver esaminato per quali curricula quante ore di Landeskunde sono previste in ogni università Longoni riassume i risultati della sua ricerca esplicitando in maniera chiara le differenze e le somiglianze nei programmi degli atenei austriaci. Nonostante le diverse denominazioni «è possibile distinguere un insieme abbastanza omogeneo di metodi, temi, oggetti di studio, per i quali però, volta per volta, vengono sottolineati e marcati aspetti difformi» (p. 134). In questo modo l’accento è posto, a seconda dell’ateneo, su aspetti più prettamente geografici o culturali o sociali o sulla produzione culturale, sub culturale ed intellettuale e così via. In questo senso le diverse denominazioni per la disciplina della Landeswissenschaft non sottendono differenze programmatiche sostanziali ma vengono utilizzate «in maniera poco definita e quasi intercambiabile» (p. 152). Nella seconda parte del suo interessante volume Longoni si propone l’approfondimento di alcune problematiche riguardanti la metodologia della Landeswissenschaft. La riflessione porta Longoni ad affermare la necessità che questa disciplina non si lasci prendere da un eccesso di specializzazione. La Landeswissenschaft, nell’attuale panorama universitario, orientato spesso alle tendenze del mondo lavorativo, deve saper liberarsi dalle mode passeggere del mercato occupazionale e fornire agli studenti i metodi necessari per «evolversi parallelamente alle trasformazioni professionali» (p. 171). L’analisi metodologica di Longoni prende le mosse dall’importanza fondamentale della Landeswissenschaft come disciplina di ricerca sia universitaria sia extrauniversitaria. Mediante i metodi di analisi propri di questa disciplina viene offerta al discente una conoscenza profonda di alcune aree determinate del Paese all’interno del loro evolversi storico e sociale. Ancora una volta, data la complessità e l’ampiezza dei temi da trattare Longoni punta sulla carta dell’interdisciplinarità facendo suoi i metodi ed i risultati di altre discipline come la geografia umana, la sociologia, la critica cinematografica etc. 2_IH_Italienisch_70.indd 123 30.10.13 09: 25 124 Buchbesprechungen Al di fuori del campo di ricerca prettamente universitario è importante che gli studenti vengano a contatto con la Landeswissenschaft durante la loro carriera universitaria in quanto essa «agevola l’analisi di un territorio […] senza paraocchi ideologici» (p. 191) che distorcono la visione di un paese e della sua cultura. Convincenti sono in questo senso gli esempi dal mondo giuridico ed economico-commerciale che l’autore porta. Si legge ad esempio di un giudice influenzato nella sua decisione di condanna dall’origine sarda dell’imputato o di un’industria casearia olandese che lanciò in veneto un tipo di formaggio dal nome (almeno in questa regione) quantomeno ambivalente e così via. Efficace risulta la metodologia della Landeswissenschaft proposta in questo lavoro. L’autore propone un modello che sappia spostarsi da un piano di macroanalisi ad uno di microanalisi tra loro intrecciati. Con macroanalisi l’autore intende un’analisi che concerna tutti quegli elementi di importanza e salienza nazionale quali il sistema politico, le strutture partitiche, il sistema museale, l’organizzazione economica e così via. La microanalisi, invece, si concentra su uno studio dettagliato che concerne un’entità territoriale più circoscritta. Le due analisi non sono, per l’autore, da ritenersi una indipendente dall’altra. La microanalisi offre come in uno zoom una visione più nitida e particolareggiata di un elemento che è comunque parte di un tutto. Lo studio microanalitico è da intendersi come lo studio dei rapporti tra il piccolo e il grande, tra la realtà locale e quella nazionale. A seguito delle profonde riflessioni metodologiche lo studio si incentra su problematiche squisitamente didattiche e pedagogiche. L’autore presenta dapprima chiaramente ed in maniera dettagliata le possibilità d’impiego, i vantaggi ed i rischi delle nuove tecnologie per la lezione universitaria. In questa sezione l’autore mette in guardia da un utilizzo sfrenato di internet e dell’e-learning ma ne riconosce i numerosi vantaggi a patto che questi due strumenti non passino ad essere considerati come sostitutivi delle attività universitarie. Un proficuo uso dell’e-learning può apportare diversi vantaggi creando «una rete d’insegnamento a distanza che includa in sé il numero più grande possibile di materie, discipline e di informazioni, in modo tale da offrire […] un quadro dettagliato del territorio studiato e della sua situazione» (p. 224). Con questo Longoni sottolinea ancora una volta l’importanza dell’interdisciplinarità all’interno della Landeswissenschaft. Una seconda proposta di attività didattica per la Landeswissenschaft è rappresentata dallo studio degli stereotipi. Longoni propone qui un’analisi che partendo da premesse prescientifiche che lui definisce «sensazioni epidermiche» arrivi a decostruire lo stereotipo preso in analisi enucleandone le ragioni storiche della nascita. Alla fase di decostruzione segue un secondo momento di ricomposizione che mira alla costruzione di un’immagine più veritiera e 2_IH_Italienisch_70.indd 124 30.10.13 09: 25 125 Buchbesprechungen genuina del territorio analizzato attraverso l’analisi della veridicità o falsità dei cliché. Un’ulteriore proposta di lavoro riguarda l’analisi di alcuni elementi arbitrari delle subculture definite dall’autore come la nascita di neotradizioni dovute alla distorsione e mitizzazione del passato. L’analisi delle Landeswissenschaft acquista qui il ruolo di smascheratrice di quegli elementi storici che sono stati utilizzati per modificare arbitrariamente una subcultura e trasformandone le tradizioni. Le proposte di lavoro elencate da Longoni proseguono con l’analisi di testi cinematografici quali reservoir di informazioni sul territorio e la vita dei suoi abitanti contestualizzando la pellicola nel momento storico-culturale della sua nascita e presentando così uno spezzone di realtà in un determinato territorio nel contesto più generale della nazione. Anche l’analisi del sistema museale di un Paese è riportato da Longoni quale possibile tema di Landeswissenschaft. Lo studio della distribuzione dei musei e delle loro raccolte può, attraverso una dettagliata analisi, fornire diverse informazioni sul rapporto con il passato di una determinata comunità ed esplicitarne aspetti culturali diversi. Ultima proposta di lavoro offerta in questo volume è quella dell’intervista come strumento utile per supportare lo studio e la descrizione di una determinata zona. Grazie al metodo dell’intervista è possibile, secondo l’autore portare «alla luce la realtà autentica di un territorio» (p. 315). La terza ed ultima parte del lavoro di Longoni è dedicata all’esemplificazione pratica di quanto dettagliatamente ed approfonditamente descritto nei capitoli precedenti. In questa sede l’autore presenta due proposte di lavoro nel campo della Landeswissenschaft particolareggiatamente illustrate e didatticamente elaborate utili per una microanalisi del territorio lombardo. La prima di queste prende le mosse dall’opera letteraria dello scrittore Andrea Vitali, la seconda dalla produzione musicale del cantautore dialettale Davide Van De Sfroos. L’opera del primo come quella del secondo sono utilizzate da Longoni come fonte di informazioni sulla realtà territoriale lombarda. Utilizzando questi due autori è possibile descrivere il mondo sociale e storica dell’area del Lago di Como. Tra le possibilità offerte dai testi dei due autori Longoni si concentra sull’analisi dei dettagli territoriali, delle realtà storiche della migrazione, del contrabbando, dell’economia e in generale dell’ambiente geografico-umano con i suoi usi, costumi e mentalità. Nel suo complesso la dettagliata analisi di Longoni si presenta come un utilissimo strumento che va a colmare il vuoto di riflessione nel campo della Landeswissenschaft dell’italiano in ambito accademico. L’autore presenta convincenti proposte sia sul piano di ricerca universitaria che su quello propriamente didattico. Da una parte il lavoro di Longoni si propone come 2_IH_Italienisch_70.indd 125 30.10.13 09: 25 126 Buchbesprechungen valido aiuto per l’inserimento nei piani di studio universitari di una Landeswissenschaft che sia all’altezza delle altre discipline, dall’altra come interessante fonte di idee per i docenti di questa disciplina che trovano qui diversissimi esempi e modelli stimolanti per la preparazione delle loro lezioni. I lettori e i docenti degli atenei tedeschi avvertiranno senz’altro la mancanza di un riferimento più esplicito alla situazione della Landeswissenschaft nelle università della Repubblica Federale (d’altra parte un tale lavoro avrebbe oltrepassato di molto i limiti che l’autore si era posto per la sua ricerca). Nonostante questo le riflessioni e le proposte riportate da Longoni nel suo lavoro possono senza dubbio considerarsi come valide, applicabili e addirittura auspicabili per qualsiasi Paese. Grazie a questo volume, alle metodologie in esso riportate, ai numerosi esempi così aderenti sia al mondo universitario che a quello economico che alla pratica didattica universitaria, la Landeswissenschaft assurge a nuova colonna portante del sistema di istruzione e ricerca universitario abbandonando il ruolo di ancella delle altre discipline che da sempre ne dominano il panorama. Particolarmente convincente in questo senso appare l’approccio fortemente interdisciplinare proposto dall’autore che mira alla creazione di una rinnovata e più effettiva Landeswissenschaft in grado di fornire agli studenti di italiano una preparazione adeguata a far fronte alle più diverse problematiche dell’internazionalità cui il mondo odierno tende: a partire dal superamento dei cliché e dei fraintendimenti culturali fino alla concezione di una strategia di marketing più effettiva, scevra di incomprensioni e malintesi. Michele Castellarin 2_IH_Italienisch_70.indd 126 30.10.13 09: 25 127 Buchbesprechungen Bibliografia Asholt, W.: «Wozu ‹Landeskunde›. Rolle und gegenwärtige Situation der Landeswissenschaft in der Romanistik», in: Asholt, W./ Thoma, H. (Hrsg): Frankreich. Ein unverstandener Nachbar (1945-1990), Bonn 1990, p. 17- 43. Bock, H.M.: «Zur Neudefinition landeskundlichen Erkenntnis-Interesses», in: Baumgratz, G./ Picht, R. (Hrsg): Perspektiven der Frankreichkunde I/ II, Tübingen 1974, p. 13-22. Lüsebrink, H.J.: «Französische Kulturwissenschaft und Interkulturelle Kommunikation. Theorieansätze, Gegenstandsbereiche, Forschungsperspektiven», in: Lüsebrink, H.J./ Röseberg, D. (Hrsg): Landeskunde und Kulturwissenschaft in der Romanistik. Theorieansätze, Unterrichtsmodelle, Forschungsperspektiven, Tübingen 1995, p. 23-39. Lüsebrink, H.J.: Interkulturelle Kommunikation. Interaktion, Fremdwahrnehmung, Kulturtransfer, Stuttgart 2008. Melde, W.: Zur Integration von Landeskunde und Kommunikation im Fremdsprachenunterricht, Tübingen 1987. Picht, R.: «Frankreichstudien als interdisziplinäres Organisationsproblem», in: Baumgratz, G./ Picht, R. (Hrsg): Perspektiven der Frankreichkunde I/ II, Tübingen 1974, p. 83-90. 2_IH_Italienisch_70.indd 127 30.10.13 09: 25