eJournals Italienisch 37/73

Italienisch
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Narr Verlag Tübingen
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2015
3773 Fesenmeier Föcking Krefeld Ott

I recenti dizionari combinatori dell’italiano: un primo bilancio

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2015
Ludwig Fesenmeier
ita37730110
110 Lu DW I G F E S E N M E I Er I recenti dizionari combinatori dell’italiano: un primo bilancio* 1 Introduzione «La lessicografia collocazionale ha il vento in poppa» - il giudizio espresso da Ekkehard Zöfgen nel 2008 riguardava il francese, ma nel frattempo, insieme allo spagnolo, 1 va a gonfie vele anche l’italiano: nel giro di pochi anni, dal 2009 al 2013, sono apparsi ben cinque dizionari dedicati esclusivamente alla dimensione combinatoria nel lessico: il Dizionario delle Combinazioni Lessicali di Francesco Urzì (2009; d’ora in poi DCL), i Modi di Dire di Domenico Russo (2010; MdD), il Dizionario delle Collocazioni di Paola Tiberii (2012; DC) nonché, curati da Vincenzo Lo Cascio, il Dizionario combinatorio italiano (2013; DCI) e, quale precedente editio minor di quest’ultimo, il Dizionario combinatorio compatto italiano (2012; DCCI) Considerando il ritardo con cui si è verificata l’apparizione di questo tipo di opere sulla scena della lessicografia italiana, 2 si potrà parlare di un vero e proprio ‹colpo di timpano›, per usare un’espressione tedesca, nel caso del DC e del DCI accompagnato da una notevole eco nei mass media . 3 Che si venisse colmando una lacuna nel panorama lessicografico italiano, 4 lo testimonia anche l’immediato interesse suscitato da alcuni di questi dizionari negli addetti ai lavori, manifestatosi in tutta una serie di recensioni . 5 Tuttavia, anche se talvolta in questi contributi si accenna a opere diverse da quella specificamente analizzata, 6 data la recente disponibilità anche del DCI quale editio maior del DCCI, ci sembra giunto il momento di condurre un’analisi in chiave più esplicitamente comparativa (2), finalizzata a una valutazione complessiva di come i nuovi sforzi lessicografici si siano materializzati nei vari dizionari (3) 2 Analisi comparativa Pare opportuno svolgere l’analisi in due fasi: in un primo tempo, ci occuperemo di quegli aspetti esposti nelle varie introduzioni che, in base ai nostri obiettivi, rivestono maggiore importanza (2 .2); successivamente, passando all’aspetto dell’attuazione pratica, presenteremo l’effettivo contenuto (2 .3), presentazione che verrà poi approfondita tramite l’analisi di un esempio concreto tratto dalle diverse opere (2 .4) Innanzitutto, però, vista la crescente importanza in lessicografia del formato digitale, riteniamo opportuno soffermarci brevemente anche sull’aspetto del supporto materiale propriamente detto (2 .1) 2_IH_Italienisch_73.indd 110 19.05.15 11: 40 111 Ludwig Fesenmeier I recenti dizionari combinatori dell’italiano 2.1 Supporto materiale Ad eccezione del MdD, tutti i dizionari in questione sono disponibili non solo in versione cartacea, ma anche in formato digitale: il DCL è consultabile online, ma la versione ipertestuale riproduce sostanzialmente quella cartacea, cioè non ci sono link che permetterebbero il passaggio da un elemento all’interno di un articolo al rispettivo lemma; è comunque possibile condurre ricerche sul testo intero del dizionario («Ricerca completa») Lo stesso discorso vale sostanzialmente per il DCI e il DCCI, entrambi disponibili in un formato elettronico che riproduce il testo dell’edizione stampata, ma che offre anche la possibilità di ricerca «pieno testo» Dalle opere precedenti si distingue notevolmente il DC la cui versione cartacea è accompagnata da un «DVD-Rom con consultazione del testo completo del dizionario» (retro della copertina) . 7 La versione elettronica rende possibile non solo la ricerca dei collocatori di una data parola base, ma cliccando su un determinato collocatore, se lemmatizzato, esso diventa a sua volta base e si ottengono i relativi collocatori Tra le varie possibilità offerte inoltre dalla modalità «Ricerca avanzata», ricordiamo qui solo quella «Tutto testo» che permette per es di rinvenire i sostantivi che possono apparire in pattern del tipo stato di N, fase di N, sensazione di N, ecc 2.2 presupposti Tra gli svariati aspetti discussi nei rispettivi paratesti («Presentazione», «Introduzione»), come tertium comparationis ci serviranno i seguenti: la motivazione per la redazione del dizionario (2 .2 .1), il pubblico cui si rivolge (2 .2 .2), il concetto di ‹collocazione›/ ‹combinazione› sostenuto (2 .2 .3), nonché la base empirica e i criteri per la scelta dei lemmi e dei collocatori (2 .2 .4) 2.2.1 ragion(i) d’essere È fin troppo ovvio che lo scopo di un dizionario dedicato alla combinatoria lessicale è prevalentemente quello di facilitare la produzione linguistica Tuttavia, ci sembra degno di nota il fatto che il DCL e il DC affermano con vigore la differenza rispetto ai dizionari tradizionali Visto il ruolo pionieristico del DCL a riguardo, non sorprenderà che nella «Presentazione» si sia fatto notare in proposito che il «processo di codificazione attiva della propria lingua non è attualmente supportato da strumenti di consultazione adeguati», mancando «per la lingua italiana dizionari ‹ideologici› o ‹analogici› veramente utili allo scopo» Il DC invece pone l’attenzione piuttosto sul diverso principio organizzativo di un dizionario di orientamento sintagmatico: «A differenza di un comune dizionario, il Dizionario delle Collocazioni considera le parole non in base al loro significato ma per la loro capacità associativa e si concentra esclusivamente sulle combinazioni dei termini» (p .- 3) Il DCI e il DCCI 2_IH_Italienisch_73.indd 111 19.05.15 11: 40 112 I recenti dizionari combinatori dell’italiano Ludwig Fesenmeier s’ispirano piuttosto a riflessioni che sottolineano, da una parte, l’aspetto cognitivo («Quando pensiamo a una parola, o la apprendiamo, in genere la registriamo in combinazione, non la consideriamo quasi mai isolata», p .-XIII/ XV 9 ), dall’altra anche il carattere ‹idiosincratico› delle lingue, sollevato anche nel DC: to pay attention ma prestare attenzione (v p .- 4) L’autore del MdD, infine, chiama in causa il fatto che lo studio delle collocazioni sarebbe stato «spesso trascurat[o] da quasi tutte le tradizioni scolastiche» (p .-I), interessate piuttosto all’insegnamento delle parole considerate in isolamento l’una dall’altra nonché delle regole grammaticali della loro combinazione: «ecco anche perché si è pensato di redigere questo vocabolario» (p .- II) Tuttavia, si introduce ancora un altro motivo, in parte forse discutibile, ma comunque degno di nota, relativo alla storia dell’italiano stesso: mentre per «tutte le più importanti lingue del mondo» vi sarebbe una lunga tradizione di studi sul fenomeno delle collocazioni, il ritardo dell’italiano si spiegherebbe «[u]n po’ per pigrizia e un po’ per snobismo va detto, ma soprattutto perché come lingua a diffusione nazionale l’italiana è una lingua neonata, cinquant’anni scarsi contro i secoli delle sue sorelle maggiori» (p .-II) 2.2.2 pubblico Che il MdD sia concepito prevalentemente per l’uso nell’insegnamento (scolastico), lo fa supporre l’osservazione che, in materia di collocazioni, «i quaderni pullulano di strafalcioni» (p .- II) . 10 Il DCL e il DC si rivolgono esplicitamente sia a parlanti nativi che ad apprendenti d’italiano L2, 11 e anche nell’introduzione del DC(C)I si afferma che «[i]l presente dizionario può venire in aiuto del parlante straniero, ma anche del parlante nativo, per trovare le giuste combinazioni nella lingua italiana» (p .- XV/ XIII) Nel DCI, più avanti viene precisato che «[q]uesta versione del dizionario combinatorio serve […] a venire in aiuto sia degli stranieri che hanno bisogno di disporre di informazioni che in genere i dizionari monolingui o bilingui non danno, sia dei parlanti nativi che vogliono raffinare il loro bagaglio lessicale o stabilire quali combinazioni sono ammesse nella loro lingua .» (pp .-XIVs .) Nel paragrafo corrispondente del DCCI invece, il secondo gruppo non appare più, ma si aggiunge che i destinatari sono «soprattutto» (p .-XVII) gli stranieri La ricchezza delle indicazioni linguistiche che offrono sia il DCCI che il DCI renderà agevole la consultazione di entrambi anche da parte di chi non disponga ancora di una competenza linguistica troppo avanzata . 12 Il DCL invece raccoglie la sfida di un utente dalla competenza ancora ristretta ricor- 2_IH_Italienisch_73.indd 112 19.05.15 11: 40 113 Ludwig Fesenmeier I recenti dizionari combinatori dell’italiano rendo spesso a espressioni più ‹complete›, mentre la schematicità con cui avviene la presentazione delle informazioni combinatorie nel DC lascia supporre che, nel caso di utenti di madrelingua straniera, il rendimento effettivo della sua consultazione dipenderà molto dal rispettivo livello di competenza d’italiano . 13 2.2.3 tra combinazione e collocazione I (sotto)titoli dei vari dizionari potrebbero indurre a raggrupparli in base a una tipologia bipartita: da una parte, il DCL e il DC(C)I che ricorrono al concetto più generico della ‹combinazione› e, dall’altra, il DC e il MdD che si mettono sotto il segno della ‹collocazione› . 14 Una tale prospettiva presupporrebbe ovviamente la possibilità di indicare confini in un ambito fenomenologico in cui al limite se ne potrebbero tracciare alcuni, 15 ma innanzitutto significherebbe dare per scontato che «li nomi seguitino le nominate cose» - un’ipotesi che non potrà ricevere conferma (o meno) che dal risultato dell’analisi dell’effettivo contenuto . 16 Nel caso del DC(C)I, la scelta del titolo viene motivata con il fatto che non si intende registrare «soltanto le combinazioni più ristrette, che in genere vengono chiamate collocazioni, ma anche combinazioni più allargate», al fine di «rendere più completo il quadro delle preferenze combinatorie che ogni parola ha all’interno di una lingua» (p .- XIV/ XVII) L’opposizione sottostante è quindi ‹combinazione ristretta - combinazione libera›, mentre per «combinazioni più allargate» si dovranno intendere casi come sentirsi pieno di entusiasmo o farsi prendere la mano dall’entusiasmo (DC(C)I, entusiasmo) o ancora pallido per la paura e non riuscire a deglutire dalla paura (DCI, paura), che, pur presentati alle categorie ‹agg ~› e ‹verbo ~› rispettivamente, non ubbidiscono ai soliti schemi (morfo)sintattici del tipo ‹aggettivo + sostantivo› (enorme entusiasmo, forte paura) o ‹verbo + sostantivo› (generare entusiasmo, provare paura) Parla di «combinazioni ristrette» anche l’autore del DCL, collocandole in «un’area confinante da un lato con le cosiddette combinazioni libere […] e dall’altro con le espressioni idiomatiche vere e proprie […], il cui significato non è deducibile da quello dei costituenti» («Introduzione», p .-[III]) Per «collocazione» si intende invece «la classe più tipica» delle combinazioni ristrette, caratterizzata dal fatto che «il legame fra i due costituenti è immotivato o imprevedibile» («Introduzione», p .- [III]), come avverrebbe per es in bandire vs *lanciare/ *avviare un concorso, mentre in altri tipi di combinazioni ristrette regnerebbe «un rapporto di solidarietà semantica», cioè «la scelta del termine da collocare è condizionata dai tratti caratteristici della base (parcheggiare l’auto [ . . .])» («Introduzione», p .- [III]) In ultima analisi però, tali categorie non rappresentano criteri di scelta esclusivi per la lemmatizzazione o meno di una parola: 17 2_IH_Italienisch_73.indd 113 19.05.15 11: 40 114 I recenti dizionari combinatori dell’italiano Ludwig Fesenmeier «il DCL [ . . .] prende in esame tutte le Combinazioni Lessicali per le quali, data per nota la base (Nome, Verbo o Aggettivo), la modalità di ricerca orizzontale (sintagmatica) della parola da abbinare risulti più rapida ed efficiente di qualunque altra modalità di ricerca (ricerca per sinonimi, mediante i dizionari tradizionali o altro) .» («Introduzione», p .-[III]) Nel MdD, sottotitolato Lessico Italiano delle Collocazioni, le «collocazioni» vengono introdotte come una zona intermedia che va attraversata «per passare dalle parole alle frasi», e sono determinate come «tutti quegli elementi linguistici formati da due o più parole che quando stanno insieme hanno la fastidiosissima abitudine di avere un significato particolare che non coincide quasi mai con la somma dei significati Non solo C’è anche il fatto che ogni collocazione ha un suo specifico ‹grado› di ‹coesione›, per cui ci sono collocazioni che hanno significati molto blandi e altre invece i cui significati sono ferrei .» (p .-I) Risultano quindi sovrapposti parametri di delimitazione piuttosto diversi, conseguendone una differenziazione tra combinazioni ristrette e espressioni idiomatiche non chiarissima Il DC infine prende il toro per le corna sin dal titolo, dando alla domanda «Che cosa sono le collocazioni? » (p - 3) una risposta chiara e tonda: «Le collocazioni sono espressioni formate da due o più parole che per uso e consuetudine lessicale formano una unità fraseologica non fissa ma riconoscibile» (p - 3) Si insiste inoltre sull’irregolarità/ imprevedibilità di tali combinazioni: «Spesso non vi è alcun nesso logico che leghi i termini tra loro, né le corrette combinazioni possono essere desunte da un ragionamento o da una regola» (p - 3) 2.2.4 Selezione dei lemmi e delle combinazioni Il DC non ci informa sui criteri di selezione dei lemmi, 18 e, neanche per quanto riguarda quelli relativi alle combinazioni, fornisce informazioni dettagliate: «[è] stata operata una scelta escludendo sia collocazioni rare o estremamente specifiche, sia quelle troppo comuni o generali» (p .-4) Considerando che l’applicazione dei parametri ‹frequenza› e ‹grado di specificità› presuppone una determinata base empirica, normalmente costituita, al giorno d’oggi, da grandi corpora di testi, sorprende pertanto anche il silenzio a tal riguardo . 19 Il MdD, invece, prende spunto dall’osservazione che «[f]inora infatti il criterio di formazione del lemmario dei dizio- 2_IH_Italienisch_73.indd 114 19.05.15 11: 40 115 Ludwig Fesenmeier I recenti dizionari combinatori dell’italiano nari di collocazioni delle altre lingue resta un tantino misterioso Questo MdD fa chiarezza su questo punto: le parole [ . . .] che raccoglie [ . . .] sono solo quelle del Vocabolario di Base dell’italiano, segnatamente, e necessariamente, quelle fondamentali e quelle di alto uso .» (p .-II) Con «Vocabolario di Base dell’italiano», l’autore riprende il concetto proposto da De- Mauro ( 12 2003, p .- 116): «quei vocaboli del vocabolario comune i quali sono largamente noti ai componenti delle più svariate categorie di persone» Delle tre categorie in cui è suddiviso il «Vocabolario di Base dell’italiano», quelle ritenute nel MdD sono il ‹vocabolario fondamentale› e l’‹altro vocabolario di alto uso›, mentre non si tiene conto del ‹vocabolario di alta disponibilità› . 20 Il dizionario non fa invece altrettanta chiarezza sui criteri di selezione delle collocazioni registrate, i quali sarebbero quelli della «loro frequenza d’uso e del loro grado di coesione» (p .- II), ove per «coesione» va intenso il grado di trasparenza della combinazione; tuttavia, la base di dati cui sono stati applicati tali criteri non viene indicata Per la compilazione del DCL sono stati utilizzati, in un primo momento, testi giornalistici, le informazioni contenute in dizionari tradizionali nonché «quell’immenso corpus rappresentato da Internet» («Presentazione») Riguardo alla scelta dei lemmi (e, indirettamente, delle combinazioni), l’autore del DCL dichiara esplicitamente di non aver utilizzato «alcun criterio di frequenza o di uso», cioè le parole «non corrispondono al ‹vocabolario di base› della lingua italiana»; egli si è piuttosto attenuto al criterio della «coesione fra il lemma e l’unità lessicale con esso combinabile» («Introduzione», p [IV]) Per ‹misurare› tale coesione ovvero «lo status di entità lessicale a sé stante della C[ombinazione] L[essicale]» («Introduzione», p [IV]), si ritiene che l’appartenenza dei suoi componenti a strati lessicali diversi sia una spia importante . 21 La scelta dei lemmi da trattare nel DC(C)I obbedisce a due criteri: parole di «un’alta frequenza nella lingua italiana e che soprattutto dominano una grande rete di combinazioni lessicali» (p XIV/ XVII) Non vengono specificati questi parametri quantitativi, soprattutto con riguardo alla loro ripercussione sul rapporto tra DCI e DCCI Rimane piuttosto generica anche l’indicazione delle fonti cui si è ricorso per l’identificazione delle combinazioni da riportare: la gamma si estende «dalle conoscenze e intuizioni di molti parlanti nativi ai dizionari italiani monolingui [22] , ai corpora esistenti come per esempio Sketchengine, ma soprattutto Internet che garantisce una grandissima varietà di testi e fonti» (p .- XIX/ XXIII) Tuttavia, l’ossatura del DC(C)I è la banca dati che sta alla base del dizionario Italned e che quindi è stata già sperimentata . 23 2_IH_Italienisch_73.indd 115 19.05.15 11: 40 116 I recenti dizionari combinatori dell’italiano Ludwig Fesenmeier Il lemmario di tutti i dizionari considerati consiste di sostantivi, verbi e aggettivi, ma soltanto il DCI e il DCCI spiegano perché siano i sostantivi a costituirne la gran parte: «essi formano una famiglia lessicale ricca e omogenea Inoltre il numero di combinazioni nei sostantivi è limitato, mentre per un verbo o un aggettivo esse sono moltissime per cui è difficile darne un quadro esauriente e completo» (p .-XV/ XVII); inoltre, si accenna anche a una possibile «legge cognitiva secondo cui noi ci ricorderemmo di più le parole che si combinano con i sostantivi anziché tutte quelle che per esempio si combinano con un aggettivo […] o con un verbo» (p .- XV/ XVII) Trovandoci in ambiente lessicografico, può invece sorprendere che non vengano chiamati in causa altri tre argomenti abbastanza correnti e, peraltro, connessi tra di loro: normalmente in una collocazione, «le signifié de la base […] est autonome» (Hausmann 1979, p .- 191), mentre «le collocatif […] ne réalise pleinement son signifié qu’en combinaison avec une base» (Hausmann 1979, p .- 192); 24 di solito, i sostantivi godono di una maggior autonomia semantica rispetto a verbi o aggettivi, «weil es die Substantive sind, welche die Dinge und Phänomene dieser Welt ausdrücken, über die es etwas zu sagen gibt» (Hausmann 1985, p .- 119); perciò rappresentano proprio i sostantivi «[den] wichtigste[n] Ausgangspunkt schriftlichen Formulierens» (Hausmann 1989, p .- 7), alla cui facilitazione mirano i dizionari in questione 2.3 Contenuto Pare opportuno procedere alla presentazione del contenuto suddividendola in due fasi: dopo aver fornito un quadro sinottico dei dizionari dal punto di vista quantitativo (2 .3 .1), li passeremo in rassegna dal punto di vista qualitativo (2 .3 .2) 2.3.1 Aspetti quantitativi 25 Riguardo al numero delle unità lemmatizzate e delle combinazioni registrate, si ottiene il quadro sinottico riportato nella tabella 1 Tabella 1: numero di lemmi e di combinazioni DCL MdD DC DCCI DCI lemmi i ~ 6 .700 (6 .557 ii ) - (4 .056 iii ) > 6 .000 (~ 5 .300 iv ) ~ 3 .000 (~ 3 .000 v ) ~ 6 .500 (~ 5 .900 vi ) combinazioni vii > 110 .000 (147 .000 viii ) ~ 200 .000 ~ 90 .000 ~ 220 .000 comb./ lemma ix 16,4 (36,2) 33,3 30,0 33,8 2_IH_Italienisch_73.indd 116 19.05.15 11: 40 117 Ludwig Fesenmeier I recenti dizionari combinatori dell’italiano i Le cifre nella riga superiore sono quelle indicate nei dizionari stessi ii Numero di voci nella versione elettronica iii Numero di voci calcolato in base all’«Indice dei lemmi» (pp 613-634); il numero delle voci è dunque inferiore alle 4 .750 parole «fondamentali e quelle di alto uso» (p II; v 2 .2 .4) iv Numero di voci della versione elettronica v Numero di voci calcolato in base a un campione di 85 pp (~ 13%); Coffey (2010, p 101) parla di «approximately 3,150 headwords» vi Numero di voci calcolato in base a un campione di 180 pp (~ 13%) vii Ad eccezione del MdD, si è riportato il numero indicato nei dizionari stessi viii Numero calcolato in base alla media del numero di combinazioni per pagina (su un campione di 80 pp ., ~ 13%) ix Ad eccezione del MdD, per il calcolo sono state utilizzate le cifre indicate nei dizionari Le cifre contenute nella tabella permettono vari raggruppamenti, per es in base al numero dei lemmi o al rapporto numerico tra lemmi e combinazioni, e senza dubbio vi sono differenze di mole assai notevoli . 26 Tuttavia, è altrettanto ovvio che, al livello dei lemmi, molto dipende dal principio secondo cui è organizzata la macrostruttura, cioè secondo quali criteri viene assegnato a una data unità lessicale lo status di lemma vero e proprio e non ‹solo› quello di sublemma; qualche esempio: nel caso di differenze grammaticali, il DC(C)I assegna a lemmi differenti sia la forma semplice che pronominale del verbo, mentre il DC raggruppa entrambe sotto una unica voce (cfr abituare 1 ‹abituare›, abituare 2 ‹abituarsi› nel DC(C)I vs abituare nel DC); riguardo a lega, il DC(C)I considera un caso di polisemia le accezioni ‹unione tra movimenti politici, persone, gruppi per un fine comune› (lega 1 .), ‹associazione, accordo tra gruppi sociali o tra privati che si uniscono per un fine comune› (lega 2 .) e ‹prodotto della fusione di due o più elementi chimici, di cui almeno uno è di metallo› (lega 3 .), mentre nel DCL si assume omonimia (lega (1)/ lega (2)) Inoltre, nel DC(C)I si ha un notevole aumento del numero di lemmi a causa del sistematico rilevamento delle parole base in relazione a criteri grammaticali: a una sola entrata correre nel DCL, nel MdD e nel DC, si oppongono correre 1-4 nel DCCI e addirittura correre 1-5 nel DCI (verbo transitivo, verbo intransitivo con l’ausiliare essere, verbo intransitivo con l’ausiliare avere, verbo intransitivo come in il fiume corre nonché, nel DCI, correrci) Le parti del discorso cui appartengono i lemmi sono le stesse in tutti i dizionari: sostantivi, verbi e aggettivi Assumendo che nella produzione linguistica, il sostantivo rappresenti il punto di partenza più importante, 27 non 2_IH_Italienisch_73.indd 117 19.05.15 11: 40 118 I recenti dizionari combinatori dell’italiano Ludwig Fesenmeier sorprenderà che nel lemmario, pur con una certa variazione, essi rappresentino sempre la parte del leone (v tab 2), mentre la quantità dei verbi e degli aggettivi risulta, rispettivamente, molto più bassa Tabella 2: ripartizione dei lemmi in funzione delle parti del discorso DCL i MdD ii DC iii DCCI iv DCI v sostantivi 75% 56% 65% > 80% 72% verbi 12,5% 28% 10% 14% 18% aggettivi 12,5% 16% 25% 4-5% 9% i Cfr Coffey (2010, p 355) ii Percentuali calcolate in base a un campione di 2 .000 lemmi (~ 50%) iii Percentuali calcolate in base al numero di voci della versione elettronica (v tab 1) e dei risultati ottenuti da una ricerca attraverso il campo «Categoria grammaticale» iv Cfr Coffey (2013, p 101) v Percentuali calcolate in base a un campione di 1 .700 lemmi (~ 28%) 2.3.2 Aspetti qualitativi Abbiamo appena visto come al livello di lemmatizzazione, il DC(C)I assegni un ruolo discriminatore alle categorie grammaticali, e tale approccio si abbina in maniera coerente all’ampia gamma di informazioni metalinguistiche contenute nelle entrate (pronuncia, 28 posto dell’accento, sillabazione, spiegazioni di significato, eventuali marche diasistematiche, ecc .), mentre gli altri dizionari si mostrano, al riguardo, sebbene in varia misura, più parsimoniosi . 29 Passando agli elementi che si combinano con la base, nel DC(C)I la loro presentazione segue sostanzialmente il principio delle parti del discorso: aggettivo, avverbio, nome, preposizione e verbo Vi si aggiungono altre due categorie, di stampo piuttosto funzionale: quella della «locuzione», in cui entrano sintagmi preposizionali (abilità di base), e quella del «quantificatore», come per es fetta di pane . 30 Dove applicabile, un’ulteriore differenziazione riguarda il posto del collocatore rispetto alla base (agg .- ~/ ~- agg ., nome- ~/ ~- nome, ecc .), tuttavia essa avviene esclusivamente in base all’ordine lineare, cioè non si tiene conto del rapporto sintattico-semantico tra gli elementi: per es ., appaiono nella stessa categoria bianco dalla paura e enorme paura («agg .- ~»), o paura di morire e la paura passa («~- verbo») Nel DC, come collocatori dei sostantivi vengono registrati aggettivi e verbi, ma vi può apparire, inoltre, la categoria «Costruzioni» che include «locuzioni e usi fraseologici» (p .-6), per es disturbi della memoria, memoria da elefante, senza dubbio Nel caso di collocatori verbali, si ricorre a una 2_IH_Italienisch_73.indd 118 19.05.15 11: 40 119 Ludwig Fesenmeier I recenti dizionari combinatori dell’italiano differenziazione di impostazione sintattica, assegnandoli alle categorie «verbo + complemento» oppure «soggetto + verbo»; tuttavia, l’ordine lineare espresso nella ‹formula› non andrà frainteso come l’unica possibilità di serializzazione effettiva: ovviamente, accanto a il dubbio rimane, è possibile anche rimane il/ un dubbio Per le basi verbali si indicano avverbi/ sintagmi avverbiali (attraversare con prudenza), aggettivi (in funzione predicativa: attraversare incolume) e verbi (consentire di + inf .), mentre mancano collocatori sostantivali Nel caso di lemmi aggettivali, infine, si indicano avverbi/ sintagmi avverbiali, verbi (risultare assente) e aggettivi (assente giustificato); la posizione dell’aggettivo rispetto al sostantivo viene specificata solo se ci sono restrizioni a riguardo (grande paura, paura cieca) Procede in modo sostanzialmente analogo il DCL: per le basi sostantivali, i collocatori riportati sono sostantivi, verbi, aggettivi, mentre per quelle verbali e aggettivali non si registrano che avverbi/ sintagmi avverbiali . 31 Se la combinazione consiste di una base nominale e un collocatore verbale, viene operata un’ulteriore differenziazione a seconda della funzione sintattica del nome: funzione di soggetto («V2») vs funzione di complemento («V1») A differenza del DC, però, nel DCL l’assegnazione all’una o all’altra categoria segue prevalentemente l’aspetto semantico: infatti, appaiono sotto «V2» non solo strutture come mi si è versato il caffè sul pantalone, ma vi sono addirittura riportate «combinazioni il cui significato le assimila a quelle riportate nel gruppo V2» («Introduzione», p .- [VII]), per es fu sopraffatto dalla commozione Se nel MdD le combinazioni vengono ordinate «in base al ‹tipo sintagmatico d’occorrenza›, vale a dire in base alla posizione del lemma (prima, seconda, terza, ecc .) e al numero degli elementi che le compongono (due, tre, quattro, ecc .)» (p .- III), tale ordinamento avviene solo a un livello di strutturazione subordinato, dopo cioè una categorizzazione di fondo in cui, invece, assume cruciale importanza la (co)variazione dei due parametri ‹frequenza› e ‹grado di coesione›: si passa da «collocazioni di altissima frequenza generale e di coesione minima» attraverso «collocazioni di alta frequenza e di media coesione» e «collocazioni di media o bassa frequenza d’uso generale e di alta coesione» fino a «collocazioni di bassa e bassissima frequenza generale e di altissima coesione» (pp .- IIIs) Lo scopo di tale classificazione, resa esplicita anche a livello tipografico (caratteri in tondo/ corsivo/ neretto e asterischi: *, **, ***, ****), è chiaramente normativo: mentre le collocazioni del primo tipo rappresentano «l’uso standard del lemma», quelle del secondo sono «particolarmente indicate nell’uso scritto e in quello orale di buon livello»; sono poi «[a]ssolutamente necessarie sia nell’uso scritto che in quello parlato» le combinazioni della terza categoria e «[i]ndispensabili negli usi tecnico-scientifici» quelle della quarta (pp IIIs) 2_IH_Italienisch_73.indd 119 19.05.15 11: 40 120 I recenti dizionari combinatori dell’italiano Ludwig Fesenmeier All’interno di ciascuna categoria, il MdD, il DCL e il DC(C)I propongono i collocatori regolarmente in ordine alfabetico, mentre nel DCL prevale sempre l’ordinamento semantico, per es il raggruppamento antonimico: «liete ↔ tristi vicende» (vicenda) . 32 La ‹flessibilità› che caratterizza il DCL nella presentazione dei collocatori si manifesta anche con riguardo a un altro fenomeno: in questo dizionario, per «i costituenti della combinazione», cioè sia per le basi che per i collocatori, si propongono «forme contestualizzate» («Introduzione», p .- [IV]), tenendo presente l’«uso linguistico più vivo» (p .- [X]) 33 e opponendosi quindi «all’uso invalso nei dizionari tradizionali» Nel caso delle basi, per es ., è posto «a voce esponente separata [ . . .] [i]l participio passato, quando la combinazione è più frequente nella forma participiale» (p .-[VI]; cfr impiantare, dove si rimanda immediatamente a impiantato), mentre alone comparirà piuttosto in strutture del tipo X è circonfuso di/ da Y che in Z circonfonde X di Y Il DCL tiene quindi conto del fatto che in combinazioni come lavori in corso, riposare le membra o stabilmente/ solidamente impiantato, non entrano affatto entità ‹astratte› (lavoro, membro, impiantare), ma determinate forme concrete (lavori, membra, impiantato), magari utilizzate in contesti (morfo)sintattici tipici Tiene conto della ‹realtà› linguistica anche il DC, ma solo relativamente alle basi e, con rarissime eccezioni, 34 solo a livelli strutturali subordinati: alla voce lavoro, per esempio, appare come terza accezione esplicitamente «lavori pl»; (soprattutto) qualora il lemma designi una parte del corpo, l’elenco dei collocatori che accompagnano la base al singolare (o che sono neutri a tale riguardo) è seguito da una rubrica introdotta dal simbolo « ■ » in cui pare si indichino i collocatori che accompagnano la base al plurale (braccio: agitare il braccio/ le braccia, ma aprire le braccia) . 35 Mentre la questione non risulta affrontata nel MdD, una soluzione ‹intermedia› è offerta nel DC(C)I: pur registrando casi come lavori a livello di lemma, si è optato per una presentazione ‹analitica›: «lavoro 2 [ . . .] nome m . p .» Abbiamo visto come l’importanza che il DCL accorda all’«uso linguistico più vivo» (p .- [X]) si manifesti (anche) in un frequente ricorso a una presentazione contestualizzata, sotto forma di (quasi-)citazioni, sia delle basi che delle stesse combinazioni Mentre a tale situazione si oppone il silenzio del DC e del MdD in proposito, il DCI vanta «più di 12 .000 esempi» (p .-XIV), e sebbene nell’«Introduzione» della sua editio minor non se ne parli in modo esplicito, anche quest’ultima è caratterizzata da una certa quantità di brani autentici Concludiamo questa breve rassegna soffermandoci su un tipo di ‹combinazione› che ricorre con una notevole frequenza in tutti i dizionari esami- 2_IH_Italienisch_73.indd 120 19.05.15 11: 40 121 Ludwig Fesenmeier I recenti dizionari combinatori dell’italiano nati, spesso sotto forma dei pattern ‹sostantivo + aggettivo› e ‹sostantivo di sostantivo›, per es .: bilancio energetico, dente molare, labbro leporino, piccolo/ grande schermo, commissione di bilancio, dente di giudizio Gli esempi appena citati rappresentano quello che ormai si è soliti chiamare (parole) «polirematiche», cioè «elementi lessicali [ . . .] formati da più di una parola, che hanno una particolare coesione strutturale e semantica interna» (Masini 2011, p .- 1109) Dal momento che «[l]a quota di polirematiche nell’italiano contemporaneo […] è di notevole entità» (Masini 2011, p .- 1109) e che, dal punto di vista funzionale, il risultato di tali formazioni corrisponde spesso a quello della composizione tipica delle lingue germaniche (per es ted Energiebilanz, Weisheitszahn), a prima vista non sorprenderà la loro forte presenza in un dizionario combinatorio dell’italiano ed è fuori dubbio che ne potranno tirare profitto soprattutto i parlanti d’italiano L2 Tuttavia, è altrettanto ovvio che pur condividendo determinate caratteristiche con le collocazioni, le polirematiche sono soggette, oltre a quelle paradigmatiche, anche a notevoli restrizioni sintagmatiche . 36 Che nei dizionari combinatori vengano registrate anche tali unità lessicali sarà più o meno conforme al rispettivo concetto di ‹combinazione›/ ‹collocazione› applicato, 37 ma il loro numero indurrà comunque a ridimensionare un po’ la significatività delle cifre relative alla quantità delle combinazioni/ collocazioni ritenute 2.4 L’esempio del bilancio Al fine di mettere alla prova pratica i cinque dizionari, abbiamo scelto come termine di paragone il lemma bilancio, 38 riprendendo in tal maniera un filo avviato un po’ di tempo fa in una prospettiva geograficamente più estesa, ma, quanto all’italiano, allora limitata ai soli DCCI e DCL . 39 Considerando la ripartizione dei collocatori tra le varie parti del discorso, il quadro sinottico riportato nella tabella 3 mostra che le differenze più vistose riguardano il numero dei nomi (DC e DCL) e dei verbi (MdD) Parlando in termini insiemistici, l’unione delle combinazioni registrate in tutti i dizionari consiste di 215 entrate, mentre la loro intersezione non contiene che 9 elementi: gli aggettivi consolidato, consuntivo, familiare, negativo, positivo e preventivo, nonché i verbi approvare, chiudere e tracciare Riguardo ai collocatori registrati, il dizionario più ‹idiosincratico› risulta essere il MdD 2_IH_Italienisch_73.indd 121 19.05.15 11: 40 122 I recenti dizionari combinatori dell’italiano Ludwig Fesenmeier Tabella 3: combinazioni con bilancio DCI DCCI DC DCL MdD aggettivi 36 33 28 22 45 nomi 32 23 2 7 38 verbi 39 34 28 30 10 altro 4 4 5 1 1 numero di combinazioni 111 94 63 60 94 DCI ∪ … ∪ MdD 215 DCI ∩ … ∩ MdD 9 numero di combinazioni esclusive al singolo dizionario 15 23 19 53 Poiché in nessuno dei dizionari in esame la selezione delle combinazioni è basata sull’analisi sistematica di un corpus chiaramente definito, 40 è difficile giudicare fino a che punto le scelte operate rispecchino ‹affinità elettive› oggettivamente rilevabili, per esempio attraverso calcoli statistici Al fine di appurare l’effettiva situazione empirica, ci siamo avvalsi di due corpora elettronici, l’uno giornalistico e l’altro letterario: Corriere della Sera 1997, La Stampa 1999, 2000, 2001 e 2002 (ca 152 milioni di parole), 41 nonché la parte «Narrativa» del Corpus di Italiano Scritto (CORIS; testi della seconda metà del ’900; ca 25 milioni di parole) Risulta dalle analisi condotte che, complessivamente, ca il 92% delle unità presentate nei vari dizionari come collocatori di bilancio è effettivamente attestato nei corpora e che, inoltre, il 73% di tali unità attestate costituisce cooccorrenti statisticamente specifici (v tab 4) . 42 Tuttavia, si notano differenze abbastanza notevoli tra le singole opere, per esempio: il DC e il DCL presentano un tasso molto basso di combinazioni non attestate; nel DCI e nel MdD si nota una forte presenza di cooccorrenze attestate, ma non statisticamente specifiche Tabella 4: combinazioni attestate e specificità statistica DCI DCCI DC DCL MdD LL ≥ 10,83 67,6% 72,5% 79,0% 78,3% 65,6% combinazioni attestate LL < 10,83 19,4% 17,6% 19,3% 16,7% 22,6% ∑ 87,0% 90,1% 98,3% 95,0% 88,2% combinazioni non attestate 13,0% 9,9% 1,6% 5,0% 11,8% I dizionari presentano però anche notevoli lacune, in particolare nel campo degli aggettivi, tra cui mancano definitivo, ufficiale e ultimo; l’unico a riportare la collocazione primo bilancio, apparentemente banale ma nondimeno 2_IH_Italienisch_73.indd 122 19.05.15 11: 40 123 Ludwig Fesenmeier I recenti dizionari combinatori dell’italiano statisticamente specifica, è il DCL Sul versante verbale, l’inventario sembra a prima vista più completo, ma mentre in tutte le opere consultate è registrato tracciare (un bilancio) - dopo approvare il collocatore verbale statisticamente più specifico -, sono assenti i suoi quasi-sinonimi specifici tirare e trarre È ugualmente assente, nel dominio sostantivale, buco come testa di sintagmi del tipo buco di/ nel bilancio Considerando l’assegnazione dei rispettivi collocatori alle accezioni «letterali» o «figurate» di bilancio, secondo il DC(C)I e il DC, bilancio provvisorio si utilizzerebbe «anche in senso fig[urato]» (DC(C)I)/ nelle accezioni «commerciale» e «valutazione» (DC), ma i dati del corpus indicano chiaramente che è di gran lunga maggioritario l’uso della combinazione in senso traslato; inoltre, pur trattandosi sempre dell’analisi «di una situazione che non è ancora quella definitiva» (DC(C)I), almeno nei testi giornalistici, tali situazioni sono in particolare quelle in cui si riporta il numero di vittime di una catastrofe o di un incidente: 43 (1) Il bilancio provvisorio si ferma per ora a 30 morti accertati, ma vi sono anche 18-20 minatori indicati come dispersi (La Stampa 2001) Sulla base di questa osservazione sembra particolarmente strana l’assenza dai dizionari del collocatore verbale (statisticamente specifico) aggravar(si), dal momento che, nella sua forma pronominale, esso mostra una forte preferenza per contesti ‹catastrofici› (es 3a), mentre la forma semplice risulta legata ad altri contesti (es 3b): (3a) Si è aggravato il bilancio delle vittime per la strage dell’altra notte allo stadio di Accra […] (La Stampa 2001) (3b) Queste decisioni dell’arbitro aggravano il bilancio della partita […] (La Stampa 1999) 3 Conclusione Riassumendo quanto esposto nei paragrafi precedenti, senza dubbio si può constatare che, in generale, grazie ai cinque dizionari passati in rassegna, la lessicografia collocazionale italiana si trova (almeno) in una situazione di parità con quella delle altre lingue romanze Ciò nonostante, e come era prevedibile, le varie opere si distinguono tra di loro per molteplici aspetti, ma tali differenze non sempre saranno notate da parte di un utente ‹medio›, che probabilmente non presterà tanta attenzione al rapporto tra «li nomi» e «le nominate cose» né si curerà troppo della spinosa questione di delimitazione tra combinazioni libere, ristrette e idioma- 2_IH_Italienisch_73.indd 123 19.05.15 11: 40 124 I recenti dizionari combinatori dell’italiano Ludwig Fesenmeier tiche o del ‹diritto di cittadinanza› delle polirematiche in un dizionario di collocazioni Tuttavia, in particolare agli utenti d’italiano L2 di livello avanzato, piuttosto che un «dizionario semplice e immediato» (DC, p .- 4), ne servirà uno più ricco di informazioni metalinguistiche, offerte in maniera implicita (DCL) o esplicita (DC(C)I) Tutti i dizionari presentano invece lo stesso limite: la scelta dei collocatori non è basata sull’analisi sistematica della realtà linguistica attraverso il ricorso a corpora chiaramente delimitati, per es tramite liste di frequenza e calcoli statistici, quale che sia l’algoritmo applicato (log likelihood, mutual information, ecc .) Tale procedimento avrebbe permesso di identificare come ‹tipica› ovvero idiomatica anche una combinazione apparentemente banale come primo bilancio Collocandoci ancora di più in una prospettiva lessicologica/ meta-lessicografica, ci si sarebbe magari aspettati anche una presa di posizione più approfondita relativamente a questioni di categorizzazione/ delimitazione, e sarebbe stato certamente interessante anche avere informazioni (più dettagliate) sulle basi empiriche adoperate per la selezione delle combinazioni riportate Potrà apparire piuttosto ridotta la sovrapposizione tra gli interessi, pratici, degli utenti ‹medi› e quelli, metodologici, dei linguisti Tuttavia, non va dimenticato che il versante sintagmatico costituisce un aspetto fondamentale della «padronanza del lessico», autorevolmente invocata da Luca Serianni (2010, p .- 77), e che c’è un gruppo di persone che svolge un ruolo fondamentale al riguardo, cui nel MdD si allude attraverso quei «quaderni [che] pullulano di strafalcioni» (p .- II): il tipo di dizionario in questione deve essere dunque uno strumento utile e valido non solo per chi deve acquisire tale padronanza lessicale, ma anche per gli insegnanti che aiutano a svilupparla, a livello sia di L1 che di L2, 44 nonché per gli autori dei rispettivi manuali e per i creatori di item nella costruzione di prove d’esame nell’ambito delle certificazioni linguistiche Sarebbe quindi opportuno che gli insegnanti venissero sensibilizzati al riguardo e che strumenti come quelli appena esaminati conoscessero la diffusione che meritano, perché non rimangano solo appannaggio degli ‹addetti ai lavori› Promuovendo tali opere a scuola e nei corsi di lingua e mostrandone l’utilità effettiva, gli insegnanti potrebbero a loro volta, tramite la propria esperienza pratica, contribuire a farne uno strumento ancora più mirato ai bisogni degli utenti 2_IH_Italienisch_73.indd 124 19.05.15 11: 40 125 Ludwig Fesenmeier I recenti dizionari combinatori dell’italiano Note * Ringrazio sentitamente Nicoletta Santeusanio per la scrupolosa revisione stilistica del testo . 1 Per una sintesi sulla lessicografia collocazionale del francese, cfr . ora Schafroth (2014, pp . 140-147) nonché Blumenthal (2008); per quel che riguarda lo spagnolo, cfr . Pöll (2008) . 2 V . anche 2 .2 .1 . Sabatini/ Coletti (2015, p .- 419) sottolineano che «[m]uy reciente es la introducción de secciones dedicadas a las ‹combinaciones› (también llamadas ‹colocaciones›) recurrentes de la palabra lematizada con otras, que dotan así al diccionario de uso de las propuestas de la última frontera lexicográfica, la de la semántica sintáctica» (per una sintesi critica sul trattamento di fenomeni sintagmatici nei dizionari di stampo tradizionale cfr . comunque Cantarini 2008, pp . 49-53) . I due autori rimandano (solo) al DCL e al DC come opere che «[t]ienden a la sistematicidad» . 3 Per il DC cfr . l’elenco al sito http: / / www .zanichelli .it/ en/ comunicazione/ area-stampa/ novita-editoriali/ recensionicollocazioni (ultimo accesso: 2015-01-11); per il DCI cfr l’articolo di Cesare Segre sul Corriere della Sera («Le frasi fatte e i luoghi comuni quelle affinità elettive tra le parole», 16 .7 .2013, p .-32; cfr . http: / / archiviostorico .corriere .it/ 2013/ luglio/ 16/ frasi_fatte_luoghi_comuni_quelle_co_0_20130716_2f83b888-edda-11e2-b1d3a0047875aa23 .shtml; ultimo accesso: 2015-01-11) . 4 Non fanno cambiare la sostanza né l’osservazione che molti dei dizionari d’uso registrano collocazioni all’interno di certi lemmi (v . n .-2), né che a volte «nel corpo della voce sono inseriti […] campi speciali», dedicati, tra l’altro, a «quelle speciali combinazioni di parole dette nel gergo della linguistica collocazioni» (Simone (a c . di) 1998, p .-XXIV; cfr anche l’indicazione che «[u]na muestra para casi 200 términos se encuentra en el Sabatini- Coletti de formato reducido» (Sabatini/ Coletti 2015, p .-419, n .-6; si tratta del Dizionario della lingua italiana . Per la Scuola Media (Milano: Rizzoli Larousse 2003), che non ci è stato possibile consultare) . 5 Cfr . Coffey (2010) sul DCL, Marello (2013) e Novelli (2013) sul DC, nonché Coffey (2013), Crivello (2013), D’Amelio (2011) e Giacomini (2013) sul DCCI . 6 Cfr . Coffey (2013, p .-100), Crivello (2013, p .-35) e Marello (2013) . 7 Recentemente, è disponibile la versione elettronica anche da sola . 8 Per ulteriori funzionalità cfr . Marello (2013) . 9 Il DCI e il DCCI contengono entrambi una introduzione sia in versione inglese (v . pp V-XI/ V-XIII) sia in versione italiana (v . pp .- XIII-XIX/ XV-XXIII), dalla quale citiamo (ma v . comunque n .-22) . 10 V . anche 2 .2 .1, nonché 2 .2 .4 e 2 .3 .2 . 11 V . DCL, «Introduzione», p .-[III], e DC, p .-4 . 12 Per una presentazione più dettagliata delle informazioni morfologiche e (morfo)sintattiche offerte nei vari dizionari, v . 2 .3 .2, nonché i campioni riportati alle figure 1-4 . 13 Cfr . per es . la questione dell’«assenza/ presenza di articolo (e di quale articolo, in caso di presenza)» nelle combinazioni ‹verbo + complemento›, sollevata da Novelli (2013) . 14 Tant’è vero che, considerato da solo, il titolo del MdD è un po’ equivoco . 15 Per una rapida sintesi cfr . Faloppa (2011), per una discussione più dettagliata Ježek ( 2 2011, pp .-187-199) e Schafroth (2014, pp .-59-679); sui problemi di delimitazione cfr anche Blumenthal (2008, pp .-21s .) . 16 V . 2 .3 e 2 .4 . 17 Segnaliamo comunque che sul sito Internet si legge che il DCL «altro non è che un dizionario delle collocazioni della lingua italiana» (http: / / combinazioni-lessicali .com; ultimo accesso: 2015-01-12) 2_IH_Italienisch_73.indd 125 19.05.15 11: 40 126 I recenti dizionari combinatori dell’italiano Ludwig Fesenmeier 18 A meno che non si voglia interpretare in questo senso l’affermazione che «il Dizionario delle Collocazioni considera le parole non in base al loro significato ma per la loro capacità associativa» (p .-3; v . anche 2 .2 .1) . 19 In Marello (2013) il DC viene comunque considerato «il distillato di una mole di letture e di ricerca in corpora» . 20 Cfr . De- Mauro ( 12 2003, p .- 162); le tre categorie sono composte, rispettivamente, da 2 .000, 2 .750 e 2 .300 unità . Per il numero di parole ritenute nel MdD, v . 2 .3 .1 . 21 Nel caso dell’esempio cadere nell’oblio, addotto nell’«Introduzione» (p .- [IV]), nel GRADIT cadere porta la marca «FO[ndamentale]», cioè è un vocabolo di «altissima frequenza» (GRADIT, I, p .- XX), mentre oblio è contrassegnato come «CO[mune]», cioè come parola «generalmente not[a] a chiunque abbia un livello mediosuperiore di istruzione» (GRADIT, I, p .-XX) . 22 Nell’«Introduction» inglese si aggiungono anche «bilingual dictionaries» (p .- XI/ XIII) . 23 V . p .-XIX/ XXIII . 24 Benché a questa asimmetria tra «base» e «collocatif» si accenni quasi sistematicamente in tutti i dizionari considerati, non ne viene tratta alcuna conclusione particolare . 25 Un vivo ringraziamento va a Laura Kersten per il sostegno nelle analisi quantitative . 26 Per le differenze qualitative, v . 2 .3 .2 e 2 .4 . Riguardo al rapporto tra lemmi e combinazioni cfr . comunque Marello (2013), che parla di basi ‹monogame› e ‹promiscue› . 27 V . 2 .2 .4 . 28 Per l’indicazione della pronuncia si ricorre comunque a una piuttosto semplice trascrizione ortografica, per es . «[cì-bo]» (cibo) . 29 V . i campioni riportati nelle figure 1-4 . 30 Alla fine dell’entrata vengono inoltre registrati «espressioni idiomatiche, proverbi» (p .-XVI/ XX) . 31 All’interno delle rispettive categorie può inoltre apparire una rubrica contrassegnata dal simbolo « ♢ », dai contenuti piuttosto svariati: «combinazioni che presentano un grado più o meno accentuato di idiomaticità [ . . .], ricorrono in contesti specifici […] o sono comunque dotati [sic] di un sovrappiù di significato rispetto a quello dei termini costituenti» («Introduzione», p .-[III], n . 3) 32 Per i dettagli v . «Introduzione», pp .- [XII-XV] . Nel DC(C)I, il principio dell’ordine alfabetico viene comunque violato nel caso di quasi-sinonimi, v . per es . «controllare/ esaminare/ visionare il [bilancio] [ . . .]; discutere il [bilancio]» . 33 Cfr . anche Coffey (2010, pp .-355s) . 34 Cfr . per es . lineamenti e membra; ciò nonostante, si afferma che i «vocaboli sono registrati nella forma che per convenzione è considerata fondamentale: il singolare per i sostantivi di genere fisso, il singolare maschile per i sostantivi di genere mobile» (p .-6) . 35 Nella «Guida grafica alla consultazione» (p .- 5), non viene spiegato il valore del quadretto nero e comunque tale soluzione non convince in tutti i casi presentati: al lemma labbro, si danno, dopo aggettivi come inferiore, verbi quali accostare, bagnarsi, mordersi, ecc ., che avranno come complemento piuttosto il plurale (oppure si ha più specificamente mordersi il labbro inferiore/ superiore) . 36 Cfr . per es . Ježek ( 2 2011, pp .-36-40 e 199-205) . 37 V . 2 .2 .3 . 38 V . le entrate riportate nelle figure 1-4 . 39 Cfr . Grutschus/ Fesenmeier (in corso di stampa), dove si analizzano dizionari francesi, italiani e spagnoli; al momento della consegna del manoscritto (novembre 2012) non 2_IH_Italienisch_73.indd 126 19.05.15 11: 40 127 Ludwig Fesenmeier I recenti dizionari combinatori dell’italiano erano ancora disponibili né il DCI né il DC, mentre il MdD era sfuggito all’attenzione di chi scrive . 40 V . 2 .2 .4 . 41 I testi giornalistici fanno parte della Kölner Französische Korpusdatenbank che permette di condurre vari calcoli statistici . 42 Figurano tra le collocazioni assenti dai corpora per es . dissanguare il bilancio (DCL), eccedere il bilancio e bilancio partecipat(iv)o (DC(C)I), che si trovano comunque attestate, in maniera più o meno frequente, in Internet Per «statisticamente specifico» si intende che il valore di log likelihood (LL) del collocatore (per una finestra di tre parole a sinistra/ destra della parola base) è superiore o pari a 10,83; per i dettagli relativi ai calcoli statistici cfr . Blumenthal/ Diwersy/ Mielebacher (2005) . 43 Nel CORIS sono comunque attestate anche occorrenze «neutre» al riguardo, per es .: «Il bilancio provvisorio della mia vita è positivo […]» . 44 Cfr . per es . Lenassi (2014) e Stani ˇ c (2014) Bibliografia Blumenthal, Peter: «Französische Kollokationen in Lexikografie und Forschung», in: Lexicographica 24, 2008, pp .-21-38 Blumenthal, Peter/ Diwersy, Sascha/ Mielebacher, Jörg: «Kombinatorische Wortprofile und Profilkontraste . Berechnungsverfahren und Anwendungen», in: Zeitschrift für romanische Philologie 121, 2005, pp .-49-83 Cantarini, Sibilla: «Geschehensnominalprädikate im Gegenwartsitalienisch», in: Lexicographica 24, 2008, pp .-39-57 Coffey, Stephen: [recensione al DCL], in: International Journal of Lexicography 23, 2010, pp .-355-364 Coffey, Stephen: [recensione al DCCI], in: International Journal of Lexicography 26, 2013, pp .-100-109 CORIS = Corpus di Italiano Scritto . Annotated version 2011 . 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