eJournals Italienisch 37/73

Italienisch
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Narr Verlag Tübingen
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2015
3773 Fesenmeier Föcking Krefeld Ott

«‘La città dell’occhio‘. Dimensioni della visualità nella pittura e letteratura veneziane del Settecento: rappresentazione – manipolazione – creazione» (Venezia, 16 –18 aprile 2015)

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2015
Aglaia Bianchi
Ludwika Lengert
ita37730198
19 8 Mitteilungen 2015 Il carattere interdisciplinare di questo Convegno, organizzato dal Prof Dr Robert Fajen dell’Università di Halle e dalla Prof Dr Barbara Kuhn dell’Università di Eichstätt in cooperazione con il Centro Tedesco di Studi Veneziani e la Biblioteca Marciana, ha permesso un dialogo ricco e fruttuoso fra i numerosi italianisti e storici dell’arte tedeschi e italiani presenti Gli interventi hanno gravitato intorno ad alcuni fondamentali aspetti della visualità nella Venezia del Settecento, prendendo in considerazione prospettive sia teoriche che tecniche e interpretative, completandosi a vicenda e venendo così a formare un discorso interdisciplinare e organico All’analisi della declinazione dello sguardo su Venezia nelle diverse forme e funzioni che assume il tema della visualità si è affiancata la riflessione sulle tecniche di rappresentazione e manipolazione dello sguardo, con particolare attenzione alle tecniche di inganno dell’occhio e alla notevole innovazione tecnologica del Mondo Nuovo Nell’intervento di apertura del convegno Roland Krischel (Köln) ha delineato le premesse della problematica intorno alla visualità e allo sguardo nella Venezia del Settecento, analizzando i processi visivi nel Rinascimento attraverso il concetto di «rivelazioni» e individuando un parallelo tra il disvelarsi di Venezia al visitatore in arrivo e i meccanismi di percezione di alcune opere pittoriche Quale ruolo svolgesse ancora il rapporto con il Rinascimento nella Venezia del diciottesimo secolo è stato illustrato da Alexander Linke (Bochum) tramite la ricostruzione dei rapporti di alcuni dipinti di Piazzetta, Ricci e Tiepolo tra loro e con il modello rinascimentale di Paolo Veronese Dopo una riflessione sul possibile condizionamento dello sguardo proposta da Matthias Bleyl (Berlin-Weissensee), che ha distinto tra sguardo incondizionato e sguardo precondizionato, apportando numerosi esempi, l’attenzione si è focalizzata sui ritratti letterari veneziani del Settecento, studiati da Barbara Kuhn (Eichstätt) Kuhn ha dimostrato, sulla scorta dell’analisi dei ritratti vergati da Gasparo Gozzi e Isabella Teotochi Albrizzi, che lo sguardo settecentesco della società veneziana su se stessa non è scontato bensì frutto di un’attenta riflessione, di uno studio quasi «anatomico» di sé e dell’altro Le riflessioni di Gasparo Gozzi sulla sua città sono state riprese anche da Angela Fabris (Klagenfurt), che ne ha esaminato il percorso dalla Gazzetta Veneta all’Osservatore Veneto ed infine agli Osservatori Veneti, mettendone in luce la trasformazione verso uno sguardo rivolto a se stesso, parallela alla trasformazione dello spazio pubblico in uno spazio sempre più sociale e teatrale Intorno a Venezia come spazio sociale si è incentrato anche l’intervento di Tiziana Plebani (Venezia), che attraverso l’analisi di un’ordinanza dello Stato veneziano, che mirava a bandire le donne dalle botteghe di caffè, così come delle reazioni suscitate nella città e delle modifiche apportate all’ordinanza stessa, ha potuto dimostrare come il tentativo della Serenissima di esercitare 2_IH_Italienisch_73.indd 198 19.05.15 11: 40 199 Mitteilungen un controllo sociale sia sfociato nel controllo della visibilità della partecipazione delle donne alla vita sociale Alla bottega del caffè, luogo primario dell’osservazione sociale nella Venezia del Settecento, si è dedicato anche Robert Fajen (Halle) A partire dalla commedia goldoniana La Bottega del caffè Fajen ha esaminato il sistema spionistico veneziano, soffermandosi soprattutto sulla particolarità dei confidenti degli Inquisitori, che erano al corrente di quanto accadeva in città ma solo raramente intervenivano, così come sul difficile equilibrio tra sfera pubblica e privata Anche nella pittura lo sguardo di Venezia su se stessa svolge un ruolo fondamentale, come illustrato da Dominik Brabant (Eichstätt) nel suo intervento su visione e percezione visiva in Pietro Longhi Analizzando la sperimentazione ottica nei dipinti di Longhi, Brabant ha sottolineato come l’osservatore percepisca la scena rappresentata come spettacolo, e come percezione e sguardo diventino essi stessi tema della rappresentazione Di sperimentazioni ottiche si è occupata Andrea Gottdang (Salzburg), che nella sua conferenza serale su «Da Tiepolo a Tiepolo Esperienze visive a Venezia tra Barocco e Illuminismo» ha spiegato ad un pubblico numeroso e attento le dinamiche del Mondo Nuovo e dell’inganno dell’occhio, illustrando le sue riflessioni tramite opere esemplari quali la sala da ballo di Palazzo Labia e «Il mondo nuovo» di Villa Tiepolo Le sperimentazioni ottiche e in particolare gli studi di ottica newtoniana di Francesco Algarotti sono stati oggetto di approfondimento anche da parte di Angela Oster (München), che ha dedicato particolare attenzione alle vedute ideate, definite da Algarotti un «nuovo genere […] di pittura» che unisce a un sito reale edifici ideati o provenienti da altri luoghi Le vedute ideate sono state inoltre analizzate da Roland Kanz (Bonn) come una forma del pasticcio che nella Venezia del Settecento ha raggiunto particolare importanza Soprattutto la raffinatezza dei metodi e della costruzione pittorica, grazie a cui la veduta assume il ruolo di catalizzatore della conversazione, sono stati oggetto delle riflessioni di Kanz, mentre agli occhi separati dal resto del corpo si è dedicato Johannes Grave (Bielefeld) Grave ha infatti analizzato alcuni dipinti raffiguranti il personaggio mitico Argo e la martire Lucia, i cui occhi, separati dal corpo, ricevono nella composizione pittorica un posto particolarmente centrale A differenza degli occhi di Argo e Lucia, che hanno perduto la loro capacità percettiva, sono molto osservanti gli occhi di Zaccaria Seriman e di Enrico Wanton, protagonista del romanzo di Seriman Come messo in luce dall’intervento di Gilberto Pizzamiglio (Venezia), dietro alle descrizioni del Paese delle Scimmie si possono intravedere Venezia e in particolare i suoi vizi Ad un altro romanzo veneziano, La mia Istoria di Francesco Gritti, si è invece dedicato l’intervento di Piero Del Negro (Padova), che ne ha analizzato la pluralità di voci e di sguardi, sia nel romanzo stesso sia nella 2_IH_Italienisch_73.indd 199 19.05.15 11: 40 20 0 Mitteilungen discussione nata intorno ad esso Quasi cento anni più tardi è stato dato alle stampe il romanzo Angelo di Bontà di Ippolito Nievo, che come mostrato da Marita Liebermann (Eichstätt) getta uno sguardo ottocentesco e risorgimentale sulla Venezia del Settecento Il Convegno Internazionale ha trovato infine una degna conclusione nella visita dedicata al Mondo Nuovo all’Espace Louis Vuitton, guidata dal curatore Carlo Montanaro La pubblicazione degli atti è prevista per l’anno prossimo Aglaia Bianchi/ Ludwika Lengert Eine tagung über ‘transkulturelle italophone Literatur’ in Mannheim Literarischen Texten kommt eine bedeutende Rolle im Vorgang des Erinnerns zu Dies gilt auch im Kontext von Migration, Exil und Kolonialismus Nicola Labanca hat in einem rezenten Aufsatz hervorgehoben, dass in postkolonialen Diskursen gerade literarische Texte dort Mauern des Schweigens durchbrechen und Prozesse in Gang bringen, wo Politik und Gesellschaft versagen An der Universität Mannheim treibt Juniorprofessorin Stephanie Neu mit einem Team seit Herbst 2014 das Forschungsprojekt «Postkoloniale bzw transkulturelle italophone AutorInnen und ihre Wahrnehmung in der medialen Öffentlichkeit» voran Aus diesem Projekt heraus hatte sie gemeinsam mit Maria Zannini am 30 April 2015 zu einem Projekttag an der Universität Mannheim eingeladen mit dem Thema «Italophone AutorInnen zwischen Migration, Transkulturalität und Postkolonialismus» Die Vorträge und Präsentationen trafen ins Herz der Debatte: In allen besprochenen Texten geht es um die Konstitution von (kultureller) Identität und self-fashioning Nach einer Vorstellung des Projekts durch Stephanie Neu referierte zunächst Susanne Kleinert (Universität Saarbrücken) über das Werk der somalisch-italienischen Autorin Igiaba Scego (*1974) («Postkolonialismus bei Igiaba Scego») Scego, die in Rom geboren wurde und auf Italienisch publiziert bezieht in ihren Texten Verdrängung kolonialer Vergangenheit und rassistische Gegenwart aufeinander Postkolonialismus ist demnach nichts, was sich bereits erledigt hätte, sondern gerade im Kontext der Migrationsproblematik aktuell, wie Scego etwa in Oltre Babilonia (2008) zeigt Martha Kleinhans (Universität Würzburg) befasste sich in ihrem Beitrag mit der armenischen Schriftstellerin Antonia Arslan («Transkulturalität und Trauma: Antonia Arslans Narrativik») Arslan (*1938) - ihr Hauptwerk mit dem Titel La masseria delle allodole (2004) wurde von den Gebrüdern Taviani 2007 verfilmt - setzt sich mit der Bewältigung des Traumas des Genozids auseinander, 2_IH_Italienisch_73.indd 200 19.05.15 11: 40