eJournals Italienisch 37/74

Italienisch
ita
0171-4996
2941-0800
Narr Verlag Tübingen
Es handelt sich um einen Open-Access-Artikel, der unter den Bedingungen der Lizenz CC by 4.0 veröffentlicht wurde.http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/121
2015
3774 Fesenmeier Föcking Krefeld Ott

Il sistema dei modi in italiano – un’analisi semantico-modale

121
2015
Martin Becker
ita37740062
62 M Arti N B e C K er il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale 1 1. introduzione Nel mio contributo vorrei descrivere e nello stesso tempo motivare l’uso dei modi in italiano nel quadro di un approccio unitario Diversamente dalla letteratura linguistica relativa al sistema modale, non pongo a fondamento della giustificazione dell’uso dei modi una concezione dualistica che contempla fattori sintattici (la subordinazione) e aspetti semantici (caratterizzanti i predicati o gli operatori come ad esempio congiunzioni); 2 piuttosto vorrei dimostrare che, per comprendere il funzionamento del sistema modale in italiano, sono determinanti tratti e criteri modo-semantici Il semplice fatto che, da un lato, il congiuntivo italiano può comparire anche nelle principali, dall’altro, che è in concorrenza coll’indicativo in tutti i domini di subordinazione (nelle completive, nelle attributive e nelle avverbiali) evidenzia che la caratterizzazione del congiuntivo come categoria verbale «tra modalità e subordinazione» non giunge al nocciolo della questione Inoltre, questa prospettiva non è in grado di dimostrare che il fattore sintattico della subordinazione riveste di per sé uno status autonomo che dovrebbe poi manifestarsi in coppie minime di opposizioni modali Dato che non è così, la subordinazione sintattica deve essere concepita come correlato formale dell’incorporazione di un concetto in un altro più complesso La semantica dei frames (frame semantics) rappresenterebbe questa relazione come integrazione di un subframe (in funzione di slot) in un frame superiore (sovraordinato) . 3 Nella frase seguente (1) Pietro si rallegra che Gianni sia arrivato un concetto di eventualità (l’arrivo di Gianni) viene incorporato nel concetto più complesso della gioia e più precisamente nel ruolo semantico di uno stimolo che suscita l’emozione di gioia nell’esperiente Pietro Il concetto linguistico di modalità che sarà al centro del mio contributo prende le mosse da Charles Bally, che mette in relazione un’attitudine (ad esempio un’asserzione, una valutazione o l’espressione di una volontà) e la descrizione di uno stato di cose (intesa come «rappresentazione») Mentre nell’analisi di Bally l’aspetto dell’attitudine soggettiva è posto in primo 2_IH_Italienisch_74.indd 62 16.11.15 07: 55 6 3 Martin Becker Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale piano, 4 secondo altri autorevoli approcci (per esempio Palmer) 5 è lo status di validità di un enunciato a rivestire un ruolo centrale nel concetto di modalità Lo status di validità ruota intorno alla domanda se la descrizione di uno stato di cose contenuta in esso è presentata come fatto reale (cioè del mondo dell’enunciazione) o solo come rappresentazione mentale del parlante o del soggetto della frase principale Questa differenza corrisponde alla distinzione fra «realis» (caratterizzazione come stato di cose nel mondo reale) e «irrealis» (classificazione come stato di cose di un mondo fittizio o alternativo) . 6 Il riferimento a mondi - siano essi reali o fittizi - costituisce il tratto principale del concetto di modalità quale è usato nella moderna semantica modale Questo approccio, sviluppato inizialmente dalla filosofia anglosassone (Kratzer 1991, Portner 2009) riprende riflessioni della moderna filosofia del linguaggio (in particolare della filosofia analitica del ventesimo secolo con rappresentanti di spicco quali Frege, Carnap, Russell e Wittgenstein) e ne ricava strumenti per la descrizione linguistica (cf i lavori di Lewis e Kratzer) . 7 In questo approccio la modalità è intesa come una dimensione linguistica fondamentale che permette di tematizzare alternative rispetto al mondo reale (a ciò che percepiamo come la nostra realtà) e che può essere realizzata linguisticamente tramite mezzi lessicali e grammaticali messi a disposizione dal sistema linguistico . 8 La dimensione della modalità acquisisce quindi rilievo quando parliamo di eventi o situazioni che non hanno affatto avuto luogo, ma che si sarebbero potuti verificare o che potrebbero o dovrebbero accadere secondo le nostre aspettative La dimensione della modalità emerge quando eventi o situazioni sono assegnati a mondi possibili Insieme alla temporalità - che colloca gli eventi su un asse temporale in rapporto ad un’origo (di norma il momento di enunciazione che serve da punto di riferimento) - la modalità costituisce una dimensione fondamentale nell’ancoraggio degli stati di cose nel tempo e nello spazio (cioè nei mondi) 2. La relazione tra modo e modalità Non esiste una relazione bi-univoca fra modo e modalità, come se uno specifico modo codificasse una precisa modalità Come vedremo di seguito, la relazione fra modo e modalità è molto più complessa Uno dei principi fondamentali del sistema modale consiste nel fatto che le diverse modalità basilari costituiscono i domini di riferimento rilevanti per il funzionamento del sistema modale In altre parole: né un singolo principio astratto né determinate classi di predicati (come per esempio verbi «proibitivi» o verbi «volitivi») rappresentano il livello adeguato di astrazione per la descrizione del sistema modale - sono, al contrario, le singole modalità il 2_IH_Italienisch_74.indd 63 16.11.15 07: 55 6 4 Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale Martin Becker livello di riferimento in grado di motivare la struttura interna del sistema modale . 9 Data la rilevanza fondamentale delle modalità per l’analisi e la descrizione del sistema modale dedicheremo un ampio spazio alla loro caratterizzazione Se il sistema modale è strutturato in base a principi di modalità dobbiamo sollevare la questione: quali relazioni fondamentali fra modo e modalità si possono individuare? Una costellazione fondamentale si distingue dal fatto che in essa una precisa modalità è connessa sistematicamente con uno specifico modo Un elemento lessicale (un predicato oppure una congiunzione) specifica qui la rispettiva modalità che è sempre in correlazione con un determinato modo Questo si riscontra ad esempio nelle frasi ottative che realizzano la cosiddetta modalità buletica e selezionano sempre il modo congiuntivo: (2) Volevo che venissi anche tu In un’altra costellazione risulta decisiva l’alternanza tra l’indicativo e congiuntivo In questi contesti il modo verbale svolge una funzione di differenziazione Si possono distinguere due casi: a) da un lato l’opposizione tra indicativo e congiuntivo permette di distinguere tra modalità A titolo d’illustrazione si riporta la seguente coppia di esempi: (3a) Comprendo che hai paura (3b) Comprendo che abbia paura Nella prima frase il parlante rappresenta la comprensione come un processo mentale Più precisamente, tematizza il proprio modello di conoscenza (il cosiddetto modello epistemico) e lo aggiorna aggiungendo il contenuto proposizionale in questione Nella seconda frase, al contrario, si focalizza l’empatia del parlante, cioè si realizza l’interpretazione evaluativo-emotiva del verbo comprendere; b) dall’altro l’alternanza modale può indicare una differenziazione fra i mondi di valutazione in riferimento al contenuto proposizionale, id est il risalto di quei mondi a cui il parlante nel suo enunciato intende fare riferimento Il contrasto fra i modi nelle proposizioni condizionali chiarisce questo punto: (4a) Se Gianni arriva, sarò contento (4b) Se Gianni arrivasse, sarei contento 2_IH_Italienisch_74.indd 64 16.11.15 07: 55 6 5 Martin Becker Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale Le due proposizioni condizionali descrivono la medesima correlazione fra due stati di cose, l’arrivo di Gianni e la conseguente reazione positiva da parte del parlante Col presente indicativo si indica un’elevata probabilità del fatto che Gianni arrivi Il congiuntivo imperfetto suggerisce, al contrario, che l’arrivo di Gianni non è escluso, ma che è piuttosto improbabile (piuttosto non-p che p) Tenendo conto della differenza dei mondi possibili si può anche dire che nel primo periodo ipotetico si parla di mondi possibili realistici - mondi che assomigliano molto al mondo reale - mentre nel secondo si parla di mondi meno realistici, vale a dire di mondi che sono distanti dal mondo di riferimento attuale Per riassumere constatiamo che i modi - in unione con un determinato operatore lessicale (un predicato oppure una congiunzione) - realizzano una specifica modalità o differenziano ambiti di validità (cioè i mondi possibili rilevanti) all’interno di una precisa modalità I modi, dunque, possono essere caratterizzati come sensitivi alle modalità (il termine italiano corrisponde alla nozione di sensitivity proposta da Giannakidou), 10 cioè possono correlare con le modalità, differenziarle oppure specificarle sulla base di mondi di validità o di valutazione Tenendo presenti queste considerazioni preliminari possiamo rivolgerci alla descrizione del sistema modale italiano . 11 3. i domini obbligatori dell’impiego del congiuntivo In questa parte verranno caratterizzati i domini obbligatori dell’uso del congiuntivo - si tratta dei domini delle modalità di priorità a cui appartengono le modalità deontica e buletica nonchè la modalità evaluativo-emotiva 3.1. Le modalità di priorità (priority modalities): le modalità deontica e buletica Le due modalità che - como vedremo più avanti - sono connesse fra di loro e correlate in modo sistematico col congiuntivo sono le modalità deontica e buletica 3 .1 .1 La modalità deontica concerne l’ambito di ciò che è necessario, permesso, facoltativo o vietato in base ad una fonte oppure «istanza» individuale, collettiva o astratta, cioè secondo la legge, le convenzioni sociali, la morale oppure un canone di principi o regole . 12 Se nella descrizione di questo dominio ricorriamo nuovamente al concetto di mondi possibili oppure alternative, allora si fa riferimento - tramite la modalità deontica - a mondi che sono mondi ideali in quanto in essi vigono stati di cose che sono in armonia con ciò che le regole, le leggi e le convenzioni stabiliscono Prendiamo - a titolo d’illustrazione - i seguenti esempi: 2_IH_Italienisch_74.indd 65 16.11.15 07: 55 66 Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale Martin Becker (5) Nelle amministrative, la legge permette che i documenti siano affidati anche a persone «addette al servizio, custodi compresi» (Corriere 23 .04 .97, 37) (6) C’è anche la giustificazione «morale»: bisogna che i partiti si finanzino (Corriere 05 .03 .97, 2) (7) Secondo Spital, l’omosessualità «non è per forza immorale» e nulla impedisce che anche i gay possano diventare preti (Corriere 11 .02 .97, 10) Nell’esempio (5) il predicato permettere segnala che i mondi in cui determinati documenti sono affidati ad un gruppo di persone definito («persone addette al servizio, custodi compresi») rappresentano mondi in armonia con la legge quale fonte normativa Nell’esempio successivo (6) il finanziamento dei partiti è caratterizzato come necessario secondo un determinato codice morale Mondi in cui questo codice vige sono - allo stesso tempo - mondi in cui i partiti sono (devono essere) finanziati Il contenuto modale dell’ultimo esempio (7) può essere parafrasato come segue: se in un mondo valgono le regole della morale (sempre secondo l’opinione della persona citata), vale anche che gli omosessuali possono diventare preti Come vediamo i vari predicati (permettere, bisogna che, vietare) tematizzano norme (in senso lato) che rendono obbligatorio (necessità di p), permettono (possibilità di p) o vietano (necessità di non-p) lo stato di cose espresso nella completiva L’istanza (individuale, collettiva o astratta) che detta le regole può variare nello stesso modo della fonte normativa (legge, convenzione sociale, comandamenti, principi…) Considerati alla luce del concetto dei mondi possibili i predicati deontici fanno risaltare mondi in cui vigono le regole, i principi o le norme stabilite, in cui vale a dire gli stati di cose determinati dei predicati vengono effettivamente realizzati Mondi nei quali le regole, i principi oppure le norme stabilite hanno validità sono mondi ideali in quanto, da una parte, non devono assolutamente coincidere con il mondo reale (si sa che le regole non devono essere rispettate), dall’altra si collocano al vertice di una scala di valori: le norme introducono un criterio (nell’esempio (6) «la moralità») in base al quale i mondi vengono ordinati a seconda di quanto essi corrispondano a questo criterio In altre parole: una fonte normativa (quale una legge, una regola, un principio) che permette, vieta o obbliga a qualcosa stabilisce un criterio in base al quale i mondi vengono valutati («misurati») . I predicati deontici selezionano quei mondi in cui vigono gli stati di cose corrispondenti e che si avvicinano di più alla prescrizione della fonte normativa 2_IH_Italienisch_74.indd 66 16.11.15 07: 55 67 Martin Becker Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale 3 .1 .2 La modalità buletica non si riferisce all’ambito di ciò che è richiesto o permesso da una norma ma a quegli stati di cose che sono ritenuti auspicabili da un punto di vista soggettivo e di cui ci si prefigge la realizzazione La modalità buletica presuppone perciò scale di preferenza da parte degli individui che confrontano e valutano alternative (o mondi alternativi con gli stati di cose che vigono in essi) Le modalità deontica e buletica hanno in comune la connessione con una scala di preferenza di mondi gerarchicamente ordinati, ma si differenziano rispetto ai criteri che sono le norme, le regole, le convenzioni ecc nel caso della prima, le preferenze soggettive, i desideri e gli obiettivi nel secondo caso Siccome in entrambe le modalità risultano in primo piano scale di mondi possibili ordinati gerarchicamente, esse vengono anche denominate modalità di priorità (priority modalities) . 13 In entrambi i casi acquisiscono rilievo mondi ideali in cui vigono specifici principi (norme oppure desideri) Si nota ancora una correlazione interessante tra l’uso sistematico del congiuntivo e la rilevanza di scale modali di mondi possibili ideali e preferiti La modalità buletica si presenta in diversi contesti sintattici e in unione con numerosi predicati Il congiuntivo ricorre talvolta anche in frasi esclamative che esprimono un desiderio del parlante e che rappresentano pertanto una manifestazione della modalità buletica: (8) Avessi ascoltato te! (Schwarze 2 1995, 742) Predicati tipicamente buletici che richiedono sempre il congiuntivo sono i verbi volere e ordinare che sono annoverati fra i «verbi volitivi» nella grammaticografia tradizionale Le frasi completive rette da essi descrivono uno stato di cose la cui realizzazione è auspicata oppure è raggiunta in un mondo ideale Diamo un esempio per ogni caso dal Corpus Corriere: 14 (9) I milanesi vogliono che i vigili lavorino meglio e di più (Corriere 04 .09 .97, 48) (10) Caterina ordinò che il maresciallo venisse ucciso la notte del 22 agosto (Corriere 24 .08 .97, 3) Un contesto particolarmente tipico in cui si realizza la modalità buletica è costituito dalla frase relativa al congiuntivo Consideriamo il seguente esempio: (11) […] si cerca un compromesso che consenta di evitare una nuova guerra (Corriere 23 .07 .97, 21) 2_IH_Italienisch_74.indd 67 16.11.15 07: 55 6 8 Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale Martin Becker Nella relativa retta dal sintagma nominale «un compromesso» non vengono descritte le proprietà di un specifico compromesso che esiste nella realtà (come in una descrizione predicativa) ma vengono enunciate le caratteristiche che dovrebbe possedere un compromesso in modo ideale e desiderabile Si tratta dunque di una descrizione attributiva Nel nostro esempio la relativa stabilisce che il compromesso debba «evitare una nuova guerra» e che tali mondi in cui il compromesso evita una nuova guerra sono mondi auspicabili o ideali Ai mondi in cui questo compromesso non esiste vengono pertanto preferiti quei mondi possibili in cui si evita una nuova guerra - vale a dire che questi mondi sono collocati più in alto sulla scala di preferenze L’esempio della modalità buletica e del dominio dei mondi corrispondenti (i mondi di ciò che si desidera e si vuole) evidenzia ancora una volta che il livello di riferimento della scelta del modo non è costituito né dalle differenti costruzioni sintattiche né dai singoli predicati Il sistema modale è invece organizzato in armonia con le modalità di base e di conseguenza sono i tratti semantico-modali a costituire le condizioni necessarie e sufficienti per la selezione del modo 3.2 La modalità evaluativa La modalità evaluativa si riferisce alla valutazione soggettiva di stati di cose da parte di individui, essendo queste valutazioni di norma ancorate nella sfera emotiva Le categorie di valutazione sono categorie che ordinano e classificano esperienze e con ciò determinati (classi di) stati di cose Queste etichette di valutazione possono corrispondere o ad una precisa emozione, positiva o negativa (per esempio gioia, stupore, collera) o ad un valore su una scala di proprietà (segnalata, per esempio, da espressioni come è buono, cattivo, bello, brutto, strano, normale) I predicati evaluativi, verbi quali meravigliarsi, lamentare, rallegrarsi, vergognarsi e costruzioni predicative come essere contento, è buono che, è una pena/ un piacere/ una vergogna che selezionano di norma il congiuntivo Tuttavia, spesso non è escluso l’indicativo come anche Wandruszka ha dimostrato tramite numerosi esempi nella sua descrizione esaustiva del sistema modale in italiano . 15 Non mi sembra sufficiente ricondurre l’alternanza dei modi, in prima istanza, ad una variazione diafasica Sebbene si noti una riduzione degli ambiti d’uso del congiuntivo nell’italiano colloquiale in questo e anche in altri domini (e così anche in quello della modalità doxastica, cf infra) - un fenomeno ancora non descritto in maniera sistematica e mediante dati quantitativi -, per l’alternanza si può tuttavia riconoscere nell’italiano standard un’evidente motivazione di stampo semantico-modale 2_IH_Italienisch_74.indd 68 16.11.15 07: 55 69 Martin Becker Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale I risultati di una limitata indagine del Corpus Corriere che è stata condotta per alcuni tipici verbi evaluativi indicano proprio questo Confrontiamo in primo luogo l’alternanza modale col verbo lamentarsi: a) coll’indicativo: (12) Il Capo dello Stato si lamenta che il problema dell’occupazione esiste, il governo si lamenta che il Parlamento ha delle lentezze (Corriere 12 .03 .97, 3) b) col congiuntivo: (13) ll Congresso ha lamentato che l’Europa abbia concesso di recente all’Iran crediti per 5 miliardi di dollari (Corriere 16 .02 .97, 11) L’esempio (12) illustra molto chiaramente che lamentarsi coll’indicativo si avvicina ad un verbum dicendi e che modifica un atto assertivo (nel senso di affermare che) per quanto riguarda il modo della sua realizzazione (all’incirca: in maniera critica, con tono critico) Nell’esempio col congiuntivo (13) si mette in rilievo, al contrario, la valutazione o meglio la categorizzazione evaluativa di uno stato di cose In primo piano non c’è dunque lo stato di cose p (p: l’Europa ha concesso di recente all’Iran crediti per 5 miliardi di dollari) - ossia l’affermazione che p corrisponde effettivamente alla realtà -, ma la sua collocazione su una scala di valori che va da un polo completamente negativo (è lamentabile) ad uno del tutto positivo (è fantastico che) Lo stato di cose descritto rientra nella categoria di casi lamentabili e dunque a quei mondi possibili collocati in infima posizione su una scala di valori Il predicato rimproverare esibisce un comportamento molto simile: esso è impiegato per lo più col congiuntivo, ma nei rari contesti coll’indicativo mette in risalto la semplice asserzione di p (ossia affermare che p), di cui si specifica la maniera (ad esempio: con tono critico) (13) A volte mi viene rimproverato che io non considero le loro motivazioni politiche (Corriere 05 .07 .97) Il predicato rallegrarsi classifica e ordina stati di cose in rapporto ad una scala di valori emotivi che si estende da un polo completamente negativo (disperarsi) ad uno del tutto positivo (rallegrarsi - entusiasmarsi) Anche in questo caso la classificazione e la collocazione scalare sono intimamente connesse col modo congiuntivo 2_IH_Italienisch_74.indd 69 16.11.15 07: 55 70 Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale Martin Becker (14) Mi rallegro che il tuo pensiero tu lo esprima su un giornale come il tuo e come questo (Corriere 07 .04 .97, 27) In modo del tutto simile si possono anche caratterizzare le espressioni emotivo-evaluative mi piace e mi secca che ugualmente individuano determinati valori negativi sulla scala di valutazione emotiva (15) Sì, mi secca che la stampa europea dia risalto alle cifre, come fossimo un’azienda di Paperone… (Corriere 17 .11 .97, 2) Il verbo rallegrarsi ricorre coll’indicativo quando, al contrario, si mette in primo piano l’atto di asserzione, come si può vedere nell’esempio seguente, in cui il verbo rallegrarsi è coordinato ad un verbum dicendi (osservare) e introduce inoltre una citazione letterale: (16) Il relatore del provvedimento…osserva infatti che il testo licenziato dal Senato «non brilla per tecnica legislativa» e si rallegra che i colleghi deputati della commissione Giustizia di Montecitorio «sono in buona parte avvocati e magistrati» (Corriere 20 .05 .97, 6) Si comprende facilmente la scelta del congiuntivo con i predicati stupire (esempio (17)) e sorprendere: (17) Stupisce che il presidente Scalfaro se la prenda con Umberto Bossi (Corriere 01 .06 .97, 5) La scelta del modo è ancora del tutto coerente: stupire presuppone un ordinamento di stati di cose a seconda delle aspettative dei soggetti e le caratterizza o meglio categorizza come contrarie alle aspettative Il predicato evoca dunque mondi in cui avvengono cose insolite e inaspettate come, per esempio, p: Scalfaro se la prende con Bossi, e che sono collocate ad un livello particolarmente saliente sulla scala delle aspettative Per riassumere, si può dire che l’impiego del congiuntivo ha delle solide motivazioni anche con i predicati evaluativi: Per mezzo di predicati evaluativi si valutano o meglio categorizzano determinati stati di cose I singoli predicati presuppongono una scala alla base di valori ordinati e segnalano un preciso ambito di valori (in genere del tutto positivo e negativo) sul continuum Questa riflessione può essere riformulata nel quadro del concetto dei mondi possibili: gli stati di cose descritti nella completiva vengono classificati come realizzazioni (oppure «istanze») di mondi che si distinguono in modo particolarmente saliente (positivo o negativo) su una scala di valori emotivi (ralle- 2_IH_Italienisch_74.indd 70 16.11.15 07: 55 71 Martin Becker Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale grarsi - lamentarsi), su una scala di valutazione (lodare - rimproverare), su una scala di aspettative (meravigliarsi/ stupirsi) oppure sulla base di ulteriori criteri di classificazione Colpisce che i predicati evaluativi «profilano» e verbalizzano principalmente valori polari ossia ambiti di valori estremi delle scale di valori che stanno alla base Come le modalità di priorità (le modalità deontica e buletica), anche la modalità evaluativa presuppone alternative (mondi possibili) gerarchizzate secondo un preciso criterio L’unica differenza è costituita dai criteri rilevanti in ciascun caso Mentre nella modalità deontica e in quella buletica norme e preferenze soggettive svolgono rispettivamente un ruolo centrale in qualità di principi ordinatori, nella modalità evaluativa questo ruolo è svolto da categorie evaluative che hanno un fondamento nella sfera emotiva Tutti e tre i domini modali sono in stretta correlazione col congiuntivo che evidentemente è associato con la messa in rilievo di alternative particolarmente salienti o meglio specifiche Torneremo su questo punto nell’ultimo paragrafo del nostro contributo 4. i domini dell’impiego dei modi con funzione di differenziazione In questo capitolo vengono trattate le modalità nelle quali concorrono i due modi verbali, l’indicativo e il congiuntivo 4.1 Le modalità epistemica e doxastica Ci si riferisce alla modalità epistemica quando si tematizza la conoscenza da parte del parlante oppure del soggetto della frase principale e su questa base si esprime un giudizio in merito alla probabilità di uno stato di cose (alla sua esistenza o alla sua realizzazione) I parlanti possono dunque presentare uno stato di cose come conoscenza o ipotesi, possono esprimere i loro dubbi circa l’esistenza di uno stato di cose o fare congetture a proposito della probabilità che qualcosa si avveri Questi giudizi si basano su una conoscenza più o meno completa che gli individui (il parlante o il soggetto della principale) possiedono riguardo a come stanno le cose nel mondo reale (nel presente o nel passato) Lo status epistemico degli stati di cose può essere definito secondo due dimensioni: in base ad una scala di probabilità gli stati di cose possono essere caratterizzati secondo la probabilità della loro esistenza o realizzazione (con valori quali sicuro, possibile, impossibile) Prendendo a riferimento il modello cognitivo del parlante o del soggetto della principale, si può nello stesso tempo definire lo status degli stati di cose come conoscenza acquisita o non acquisita o ancora come derivata (inferita) (cf la scala: sapere/ conoscere - intuire - dedurre - ignorare) Infine è anche possibile confrontare il modello cognitivo del parlante con quello del soggetto della frase principale 2_IH_Italienisch_74.indd 71 16.11.15 07: 55 72 Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale Martin Becker oppure modelli vigenti in diversi punti di riferimento temporale (ad esempio un modello del passato e uno attuale) Nel dominio epistemico il modo fa una triplice distinzione: 1) Stati di cose che sulla scala di probabilità si collocano vicino al polo della certezza (certo, sicuro) vengono espressi coll’indicativo Stati di cose che sono soltanto possibili, meno probabili o che si collocano al polo opposto dell’impossibilità - vale a dire che non possono mai realizzarsi nel mondo reale - sono correlati col congiuntivo Lo spartiacque tra i due modi corre là dove si pongono in risalto alti gradi di probabilità: Mentre nell’esempio (18) la probabilità di p è elevata, ma anche non-p è possibile, il futuro in (19) segnala che la probabilità attesa di p sconfina quasi nella certezza (altamente probabile che p) (18) Ma è probabile che si tratti di un fenomeno limitato (Corriere 12 .01 .97, 3) (19) In ogni caso la discussione sarà lunga ed è probabile che si trascinerà per settimane, come è sempre accaduto in passato (Corriere 16 .03 .97, 26) 2) Stati di cose che vengono presentati come conoscenza acquisita in un modello epistemico sono marcati dall’indicativo Il congiuntivo è correlato con stati di cose che non possiedono affatto questo status Si confrontino gli esempi seguenti: (20) Ad ogni modo, è noto che un’alimentazione accorta aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari (Corriere 24 .02 .97, 7) (21) Di Bella viene attaccato, dicono che è falso che abbia guarito diecimila persone (Corriere 31 .12 .97, 14) 3) Nel dominio epistemico si possono contrapporre i modelli cognitivi del parlante e del soggetto della principale In tal caso un determinato stato di cose possiede uno status diverso a seconda del modello di riferimento in cui è preso in considerazione Questo è particolarmente evidente coi predicati epistemici negativi quali ignorare e non sapere Se il modello del parlante è posto in primo piano e il parlante vuole sottolineare la verità di uno stato di cose, allora ricorre al modo indicativo Se invece si mette a fuoco il modello cognitivo del soggetto della frase principale, il congiuntivo segnala che lo stato di cose corrispondente non è contenuto nell’inventario di conoscenze acquisite nel quadro di questo modello cognitivo, vale a dire lo stato di cose 2_IH_Italienisch_74.indd 72 16.11.15 07: 55 73 Martin Becker Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale tematizzato nella completiva non è qui per nulla rappresentato La seguente coppia di esempi illustra questo contrasto: (22) […] e sfruttare la rabbia di un Paese che non sa che cosa siano le regole (Corriere 16 .03 .97, 5) (23) Ma non sa che Leone è lì in agguato (Corriere 05 .04 .97, 47) Mentre dunque in (22) si pone l’accento sull’ignoranza del soggetto (nel modello cognitivo della popolazione non esistono affatto queste regole tematizzate), in (23) lo stato di cose («Leone è lì in agguato») compare come un fatto reale grazie all’indicativo, dunque come uno stato di cose vero nel mondo attuale I predicati attitudinali costituiscono un caso specifico poiché verbalizzano le convinzioni e le credenze soggettive degli individui Sostanzialmente si potrebbero inquadrare queste espressioni che descrivono convinzioni soggettive - e che sono perciò denominate predicati doxastici - nella categoria della modalità epistemica (in un senso più ampio), poiché anche i verba putandi indicano lo status di validità di uno stato di cose (credere in contrasto con sapere) Si può però anche sostenere la posizione che in questo caso si ha a che fare con una modalità più specifica, la cosiddetta modalità doxastica Infatti nel caso dei verba putandi non si tratta tanto della valutazione di stati di cose o della produzione di conoscenza quanto invece della tematizzazione di convinzioni soggettive di individui Queste convinzioni soggettive possono essere del tutto personali - in questo caso sono accessibili soltanto in maniera soggettiva e per questo sono dette convinzioni de dicto Quando, invece, sono condivise (convinzioni collettive) e rese accessibili a livello intersoggettivo tramite processi adeguati di produzione di evidenze, divengono patrimonio comune (dunque convinzioni de re) In favore dell’individuazione di una modalità più specifica depone anche l’organizzazione particolare del sistema modale dell’italiano: In esso le espressioni doxastiche come credere, pensare, ritenere, essere convinto che vengono impiegate di norma col congiuntivo Il modo non indica dunque se il modello cognitivo della realtà del soggetto della frase principale contenga rappresentazioni vere (quindi ancorate nel mondo reale) o false bensì sottolinea in genere il carattere soggettivo delle convinzioni, siano esse vere o false . 16 (24) A sentire gli umori della gente su questo tema credo che il sondaggio sia molto affidabile (Corriere 09 .01 .97, 2) (25) Gli investigatori sono convinti che la droga sia all’origine dell’agguato (Corriere 13 .06 .97, 237) 2_IH_Italienisch_74.indd 73 16.11.15 07: 55 74 Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale Martin Becker Tuttavia, nel parlato di oggi, si riscontra la tendenza a sottolineare una convinzione particolarmente plausibile o che gode di consenso generale per mezzo dell’indicativo Si intravede dunque il seguente sviluppo: soltanto le convinzioni accessibili in maniera soggettiva (le convinzioni de dicto) vengo differenziate mediante l’alternanza dei modi, al contrario delle convinzioni intersoggettive (rese accessibili mediante evidenze adeguate) Un caso a parte, che deve pertanto essere distinto dal precedente, è costituito poi dalle frasi all’indicativo in unione con l’espressione credo che (le cosiddette parentetiche) In questi contesti l’espressione funge da marcatore discorsivo grammaticalizzato che, per ragioni pragmatiche (ad esempio, per cortesia), attenua la forza illocutiva di un’asserzione Credo che viene dunque impiegato come espressione modalizzante (al pari di avverbi modali come probabilmente) in unione con una frase dichiarativa Dal punto di vista sintattico si distingue per la sua posizione parentetica: possiede infatti la stessa libertà di posizione degli avverbi modali Si veda l’esempio seguente con diverse possibilità di posizione: (26) (Credo (che)) ho dimenticato (credo) gli occhiali proprio lì (credo) (cf Wandruszka, 734, esempio 77b) La modalità doxastica - l’ancoraggio di stati di cose in mondi di credenze soggettive - è in stretta correlazione col congiuntivo Si intravede tuttavia nell’italiano parlato di oggi la tendenza a distinguere tra diversi gradi di accessibilità lungo un continuo che si estende da completamente del tutto soggettivo fino a dimostrabile in maniera intersoggettiva In questo modo ci si avvicina a una distinzione graduale come quella che contraddistingue il dominio epistemico Gli impieghi modalizzanti delle espressioni doxastiche che ricorrono sempre coll’indicativo devono essere tenuti a parte In tali impieghi queste espressioni svolgono la funzione di marcatore discorsivo modalizzante che tempera il grado di asserzione delle frasi dichiarative per ragioni pragmatiche 5. La modalità metafisica La modalità metafisica tematizza alternative al mondo attuale che scaturiscono da ciò che si dà in un preciso momento Si può ulteriormente precisare questa definizione ancora alquanto generica: il fondamento della modalità metafisica è costituito dall’«ordine» del mondo attuale determinato dagli stati di cose vigenti in esso, relazioni causali, leggi fisiche e altre «forze» e «tendenze dinamiche» insite in esso Da qui derivano - in un momento preciso - sviluppi necessari, possibili e impossibili del mondo attuale Tenendo conto delle condizioni e circostanze 2_IH_Italienisch_74.indd 74 16.11.15 07: 55 75 Martin Becker Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale in un momento preciso nel passato si possono immaginare alternative possibili che tuttavia non sono più tali nel momento dell’enunciazione poiché esse si sono realizzate diversamente Gli stati di cose corrispondenti non sono dunque più possibili nel momento dell’enunciazione e ricadono nel dominio della controfattualità (di ciò che non si dà per nulla) Prendendo a riferimento il momento dell’enunciazione si possono ricavare le alternative possibili sul successivo corso delle cose (mondi alternativi futuri), di nuovo sulla base di ciò che si dà nel mondo reale (fatti, circostanze, condizioni e relazioni causali) La modalità metafisica svolge un ruolo centrale innanzitutto nelle frasi ipotetiche, nelle quali tramite la protasi vengono tematizzate alternative a ciò che si dà effettivamente in un preciso momento Questi mondi alternativi divergono dal mondo reale soltanto per lo stato di cose introdotto dalla protasi Da parte sua, l’apodosi esprime le conseguenze che sono possibili o necessarie per questi mondi alternativi Sono possibili in italiano tre costruzioni che si contraddistinguono per le categorie modali: - nel caso della condizionale all’indicativo vengono tematizzate alternative al mondo reale (tale quale si presenta al momento dell’enunciazione) che sono considerate verosimili o realistiche Il fatto posto nella protasi è almeno compatibile con lo stato di cose nel mondo attuale (27) Se Gianni viene questa sera, mi rallegrerò molto; - nelle condizionali al congiuntivo imperfetto si evocano, al contrario di quelle all’indicativo, alternative meno verosimili o realistiche In questi contesti l’alternativa che non-p si verifichi è più probabile dell’alternativa che p si realizzi o possa realizzarsi Nel caso estremo è anche possibile che l’alternativa discussa non sia più disponible già al momento d’enunciazione, dunque è già decaduta nel dominio della controfattualità La domanda se il fatto posto sia compatibile o no con il mondo reale dipende dalla conoscenza del mondo (enciclopedica) - cf in particolare il secondo degli esempi seguenti (28b), in cui stando alle nostre conoscenze il fatto è poco verosimile, ma tuttavia possibile o controfattuale (28a) Se Gianni venisse questa sera, potremmo festeggiare il suo anniversario (28b) Se Gianni fosse inglese, sarebbe suddito della Regina Elisabetta (Ma non lo è/ Forse lo è Glielo chiederò domani); - nelle condizionali al congiuntivo trapassato vengono presentate di norma alternative che già in un momento passato sono decadute nella controfattualità cosicché gli stati di cose corrispondenti non sono validi nel mondo attuale 2_IH_Italienisch_74.indd 75 16.11.15 07: 55 76 Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale Martin Becker (tale quale si presenta nel momento dell’enunciazione) Nel seguente esempio c’era nel passato un intervallo temporale in cui sarebbe stato possible che Gianni e Marta si sposassero; questo sviluppo alternativo si è però spento per sempre quando si è capovolto in direzione della controfattualità in un momento preciso (29) Se Gianni si fosse sposato con Marta, avrebbe trovato la felicità Nell’ambito delle frasi condizionali si manifesta soprattutto la funzione del modo di differenziare i mondi presi in considerazione Mentre l’indicativo mette in risalto alternative vicine alla realtà o compatibili con il mondo reale (dal punto di vista del parlante), il congiuntivo sottolinea alternative o particolarmente distanti o persino controfattuali Occorre anche segnalare il fatto che la conseguenza espressa nell’apodosi è marcata dalla morfologia del futuro Questo non vale soltanto per il futuro ma anche per il condizionale che si può analizzare come composto da marcatori di prospettività e di passato Mentre il marcatore di prospettività segnala la relazione di conseguenza, il secondo (quello di passato) mondi massimamente distanti che si sovrappongono con i mondi evocati nella protasi tramite la morfologia del congiuntivo (imperfetto o trapassato) 6. Altri mondi possibili e la loro marcatura tramite il modo in italiano - mondi di comparazione e di riferimento (massimale) In questo paragrafo vengono discusse particolari marcature al congiuntivo che mettono ugualmente in rilievo mondi possibili, ma che oltrepassano gli ambiti delle modalità presentate nei capitoli precedenti 6.1 La costruzione di comparazione (di disugualianza) 17 La costruzione di disuguaglianza mette in rapporto due valori su una scala che misura la realizzazione di una proprietà Vediamo, per esempio, il seguente enunciato: (30) Giorgio è più alto di Gianni Il valore dell’altezza di Giorgio d1 (d1 = il valore di riferimento) è confrontato con il valore dell’altezza di Gianni d2 (d2 = valore di comparazione o standard) Allo stesso tempo, la frase implica che esiste una differenza fra i due valori dell’altezza, un differenziale d1-d2, in virtù del quale la proprietà dell’altezza non è soddisfatta da Gianni (che è il più piccolo) Nell’italiano standard di oggi la costellazione qui descritta della comparazione di disuguaglianza può essere profilata in tre modi diversi da mezzi linguistici specifici: 2_IH_Italienisch_74.indd 76 16.11.15 07: 55 77 Martin Becker Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale a) Il valore di comparazione viene messo in rilievo come un valore che si avvera effettivamente nel mondo reale, cosa che è realizzata in particolare tramite marcatori di effettività quali in effetti, effettivamente, in realtà in unione col modo indicativo Il contenuto enunciativo della frase di comparazione viene elaborato nella forma di una interpretazione positiva nella quale è posto in primo piano il fatto che una entità possiede effettivamente una determinata proprietà al valore d2 Consideriamo l’esempio (31): (31) Contro un avversario dipinto alla vigilia molto più forte di quanto in realtà ha dimostrato di essere (http: / / www .fiorentina .it/ it/ news/ articolo .39 .28053/ pagelle-fiit-montella-a-kyiv-ritrova-la-suafiorentina .html, 05 .05 .2015) b) Tuttavia molto più spesso si trova il congiuntivo nelle frasi di comparazione di disuguaglianza In questo caso bisogna distinguere due contesti di ricorrenza: Nell’interpretazione modale si pone il focus sul fatto che il valore di comparazione d2 non appartiene affatto al mondo di base (vale a dire al mondo comune degli interlocutori), ma sul fatto che questo valore corrisponde ad una convinzione soggettiva Il congiuntivo è di conseguenza impiegato in unione con verbi doxastici che introducono un modello soggettivo della realtà (come ad esempio credere, pensare e immaginarsi) Pertanto anche nelle frasi di comparazione di disuguaglianza la modalità doxastica è in correlazione con il modo congiuntivo come illustra l’esempio (32) (32) […] realizzare una rivoluzione tattica più complessa di quanto si creda (Corriere 24 .01 .97, 43) La frase di comparazione evidenzia che il grado di complessità attribuito alla rivoluzione in questione vale soltanto nel modello doxastico del soggetto (in questo caso un soggetto indeterminato collettivo) vale a dire secondo la convinzione soggettiva Il secondo contesto è altrettanto particolarmente caratteristico: in questo caso si accentua al massimo la differenza che sussiste tra i due valori e la si presenta come concettualmente rilevante Il contrasto di valori è elaborato linguisticamente tramite particelle di grado o focalizzanti quali molto o ancora in unione col congiuntivo Analizziamo l’esempio (33) (33) […] è un talento ancora più precoce di quanto lo sia stato io (Corriere 17 .02 .97, 45) In questo contesto l’uso del modo congiuntivo può essere motivato come 2_IH_Italienisch_74.indd 77 16.11.15 07: 55 78 Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale Martin Becker segue: il contrasto modale tra principale e comparativa serve a mettere a confronto e individuare la differenza tra i due fatti o tra i loro valori Dal punto di vista relazionale la precocità di x è «più reale» (o più rilevante) di quello del parlante (io) dato che la precocità di x ammonta al grado d1, quella del parlante invece soltanto al grado d2 Il contenuto della comparazione scivola in secondo piano a causa del suo valore limitato e irrelevante dal punto di vista comparativo, cosa che è segnalata dal congiuntivo Il contenuto della comparativa può sì essere vero, ma è meno rilevante o effettivo rispetto al contenuto della principale poiché esso si realizza ad un grado molto minore (=d2) Nell’interpretazione relazionale il congiuntivo nella comparativa può dunque enfatizzare mondi di comparazione meno rilevanti o effettivi rispetto all’indicativo (della principale) Quest’uso è paragonabile con quello congiuntivo nelle frasi concessive come per esempio (34) Questa comunità fu massacrata e estirpata nel 1929, benché non ci fosse stata alcuna provocazione nei confronti dei vicini arabi (Corriere, 18 .01 .97, 1) Anche in questo caso il congiuntivo non mette in dubbio il fatto che p (p: non c’era stata alcuna provocazione) bensì lo valuta ancora una volta in modo comparativo in rapporto allo stato di cose della principale Il fatto descritto nella frase subordinata è ineffettivo e quindi irrelevante in quanto non ha potuto impedire la realizzazione di q (q: questa comunità fu massacrata) Proprio perché p è ineffettivo, si è dato q - nonostante le aspettative di una concomitanza di p e non-q (nessuna_provocazione’ ∧ non_essere_massacrato’) Si tratta di un altro caso nel quale gradi di realità e di effettività sono espressi tramite l’opposizione modale Riprendendo il concetto di mondo possibile che qui è utilizzato in senso metaforico) possiamo dire che: in prospettiva comparativa il mondo q è più «reale» (perché più effettivo e più rilevante) del mondo p Lo stesso si può dire anche dei mondi che sono messi a confronto: un mondo in cui vale d1 realizza la proprietà tematizzata in modo più effettivo che un mondo nel quale è valido d2 - esso è dunque più «reale» se si considera la proprietà in questione in maniera comparativa; per questa ragione ottiene una maggiore salienza La terza costellazione (statisticamente più frequente), il nesso del congiuntivo con il non espletivo, accentua ancora di più il divario tra il valore di riferimento d1 e il valore di comparazione/ confronto d2 Il non espletivo evoca in aggiunta mondi alternativi controfattuali Prendiamo in esame l’esempio seguente: 2_IH_Italienisch_74.indd 78 16.11.15 07: 55 79 Martin Becker Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale (35) La legge di oggi è più limitativa dei diritti del cittadino di quanto non fosse quella precedente (Corriere, 15 .01 .97, 2) Il grado di limitazione dei diritti del cittadino (d1) è più elevato nella legge attuale di cui si discute e per questo motivo più rilevante (in prospettiva comparativa) di quello della legge precedente (= d2) In altre parole, il grado di validità della limitazione è più elevato (più effettivo) nel caso dello stato di cose della principale che nel caso di quello della subordinata (d2 > d1) Allo stesso tempo la negazione espletiva profila l’intervallo (il differenziale) fra d1 e d2 e realizza un’interpretazione negativa: in riferimento all’intervallo (d1-d2) lo stato di cose della subordinata comparativa non è per nulla limitativo, cioè per questo intervallo non vale affatto la proprietà della limitazione La proposizione è dunque controfattuale per tutti i valori corrispondenti La comparazione (di disuguaglianza) può di conseguenza combinare vari elementi grammaticali: a) L’indicativo sottolinea la validità dello stato di cose della comparativa o il suo carattere fattuale: la proposizione comparativa descrive uno stato di cose che ha validità al grado d2 nel mondo attuale b) Il congiuntivo invece o modalizza il contenuto della comparativa - lo stato di cose o la proposizione valgono solo in un modello soggettivo (o precisamente doxastico) - o gli attribuisce un carattere meno reale o meno effettivo La seconda interpretazione mette in rapporto gli stati di cose della principale e della comparativa In questa interpretazione relazionale l’indicativo marca lo stato di cose della principale che è posto in primo piano come più rilevante o più effettivo (più «reale» poiché realizza la proprietà messa a confronto ad un grado più elevato), il congiuntivo invece lo stato di cose della comparativa come meno rilevante e meno effettivo e lo relega in secondo piano Intendiamo uno stato di cose come meno reale se in esso la proprietà in questione si realizza ad un grado inferiore c) La negazione espletiva infine focalizza l’intervallo negativo d1-d2 che si ricava dalla differenza e per il quale non è valido lo stato di cose descritto dalla comparativa In questo intervallo la proposizione che a una entità X esibisce una proprietà P al grado d1-d2 è controfattuale - semplicemente non è valida per il mondo reale 6.2. Frasi relative dopo un antecedente al superlativo Le frasi relative dopo un antecedente al superlativo costituiscono un’ulteriore 2_IH_Italienisch_74.indd 79 16.11.15 07: 55 8 0 Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale Martin Becker costruzione sintattica in cui vengono tematizzati e profilati in maniera diversa mediante l’opposizione modale mondi di riferimento Queste frasi relative creano un dominio di riferimento a cui viene ascritto il denotato del sintagma nominale della principale Incominciamo con un esempio all’indicativo che illustra l’elaborazione del dominio di riferimento: (36) Sto dunque per perdere l’unica amica che potevo conquistarmi (Svevo, Commedia, Personaggi, atto primo, scena quinta) In (36) si fa riferimento immediato al mondo reale come dominio di riferimento e precisamente ad un evento occasionale di conquista (conquistarmi una amica) che ha avuto luogo nel passato Questa interpretazione è referenziale e episodica: il parlante si riferisce in questa frase ad un evento concreto del mondo reale, che si è verificato in un momento qualsiasi del passato Prendiamo in esame ora l’esempio seguente, in contrasto, al congiuntivo: (37) Machiavelli fu certamente uno dei pochi italiani, forse l’unico, che avesse capito il senso verso in cui andava la Storia d’Europa (Corriere 24 .09 .97, 41) In questo esempio non compare semplicemente la realtà quale mondo di riferimento del denotato (l’unico italiano), piuttosto sono considerati tutti mondi possibili in cui esistono individui che «capiscono la storia» nel senso della relativa La categoria di coloro che capiscono la storia è definita per mezzo della relativa Nel caso di questa interpretazione concettuale o anche intenzionale della relativa non ha nessuna importanza se lo stato di cose descritto è valido nel mondo reale o in uno qualsiasi di quelli possibili La descrizione dello stato di cose è vera in quei mondi in cui essa si verifica effettivamente (in cui dunque è valido: x ha capito il senso verso cui andava la Storia d’Europa) I mondi di riferimento vengono ancora diversamente messi in rilievo nelle frasi relative dipendenti da un antecedente al superlativo (il/ la x più AGG che (mai) p), come si vede nell’esempio (38): (38) La ragazza ha le gambe più lunghe che mai siano apparse su un giornale (Corriere 19 .05 .97, 21) In questi contesti il congiuntivo - in unione con l’elemento di polarità mai - elabora un dominio di riferimento massimale Come già nel caso del comparativo di disuguaglianza, anche qui il congiuntivo è sfruttato in senso iperbolico: non è il mondo reale con un preciso evento passato del tipo sono apparse le gambe più lunghe su un giornale ad essere tematizzato (questo sarebbe il 2_IH_Italienisch_74.indd 80 16.11.15 07: 55 81 Martin Becker Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale caso di impiego dell’indicativo), ma sono tutti i mondi pensabili (= possibili) ad essere presi in considerazione, compresi quelli che eventualmente non sono ancora stati affatto considerati Il dominio di riferimento viene dunque ampliato di un numero massimale e comprende anche quei mondi che di norma non vengono vagliati o che non lo sono ancora stati nel momento dell’enunciazione dato che sono insoliti o distanti Il parlante - e questo è il momento iperbolico - si fa dunque per così dire garante a priori di qualsiasi mondo, per quanto distante Il congiuntivo segnala dunque nel caso delle espressioni o costruzioni superlative che in aggiunta al mondo reale si mettono a fuoco ulteriori mondi (alternative), con l’effetto che l’enunciato superlativo risulta enfatizzato in maniera massimale Nel caso dell’interpretazione intenzionale-concettuale (come nell’espressione il solo/ la sola X) si tratta di tutti quei mondi in cui si verifica lo stato di cose descritto nella relativa (vale a dire la descrizione categoriale); quando si dà l’interpretazione iperbolico-massimale (il/ la più X che mai p) si evoca l’insieme potenzialmente aperto (cioè indeterminato) di tutti i mondi di riferimento possibili/ pensabili in cui il denotato della principale è ancorato Se tematizziamo, come nell’ultimo caso, alternative possibili al mondo reale e alle sue proprietà e condizioni, ci muoviamo - come già a proposito delle frasi condizionali nel dominio della modalità metafisica 7. Verso una sintesi In conclusione del mio contributo presento una sintesi della distribuzione dei modi e della motivazione di questa in italiano Come la trattazione dei diversi contesti del congiuntivo ha mostrato, l’uso di questo modo e la sua alternanza con l’indicativo possono essere motivati e descritti secondo criteri semanticomodali e nel quadro di domini specifici di modalità Abbiamo potuto individuare due principi semantico-modali basilari che regolano il sistema modale: 1) il congiuntivo è sempre obbligatorio quando vengono tematizzati mondi particolarmente preferiti (o dispreferiti) (i cosiddetti priority worlds, mondi di priorità) Questi mondi, che sono collocati particolarmente in alto (o in basso) su una scala, sono preferiti (o dispreferiti) perché a) in essi sono validi stati di cose (come nel caso della modalità deontica) che corrispondono ad una norma precisa (individuale, collettiva, istituita tramite un’istanza) o in altre parole questa norma è realizzata in questi mondi; b) in essi sono validi stati di cose che sono in armonia con una scala di preferenze soggettive; può trattarsi di una scala di desideri soggettivi (modalità 2_IH_Italienisch_74.indd 81 16.11.15 07: 55 82 Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale Martin Becker buletica), di determinati valori e delle loro controparti emotive (modalità evaluativa); 2) il congiuntivo è in concorrenza con l’indicativo (alternanza dei modi) in quei domini in cui si vogliono mettere in risalto mondi particolari o specifici di fronte a mondi normali o al mondo reale (quale mondo di base) Si possono di nuovo riconoscere relazioni di contrasto basate su domini modali specifici: a) nel dominio della modalità doxastica vengono separati quei mondi che sono accessibili soltanto soggettivamente (modo congiuntivo) da quelli che lo sono in maniera intersoggettiva (modo indicativo); b) nel dominio della modalità epistemica si pongono a confronto mondi soltanto possibili (o impossibili) (modo congiuntivo) con quelli molto probabili o plausibili (modo indicativo); c) nel dominio della modalità metafisica si istituisce un contrasto fra quei mondi possibili che sono compatibili con quello reale (modo indicativo) e quelli che lo sono poco se non per nulla (modo congiuntivo); d) mondi di comparazione o di riferimento che sono istanziati da frasi comparative di disuguaglianza o da frasi relative dipendenti da un antecedente al superlativo profilano stati di cose in maniera rispettivamente diversa: - stati di cose evocati nella comparative possono essere presentati come fatti del mondo reale (modo indicativo) o - dato che realizzano una determinata proprietà ad un grado di gran lunga inferiore - come stati meno reali, rilevanti o effettivi (vale a dire collocati su un gradino più basso in considerazione del loro status di attualità) mediante il congiuntivo In aggiunta la negazione espletiva può sottolineare in modo particolare il carattere controfattuale del differenziale: in questo ambito la proprietà in questione non vale affatto per lo stato di cose messo a confronto; - la descrizione di un denotato realizzata da una relativa dipendente da un antecedente al superlativo può qualificare tramite l’indicativo il mondo reale come dominio di riferimento (interpretazione referenziale); per mezzo del congiuntivo vengono al contrario evocati tutti quei mondi possibili a cui corrisponde la descrizione della relativa (interpretazione intenzionale) o - in unione con l’elemento di polarità mai - tutti quei mondi pensabili dei quali il parlante voglia a priori farsi garante (ampliamento massimale del dominio di valutazione) 2_IH_Italienisch_74.indd 82 16.11.15 07: 55 8 3 Martin Becker Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale In tutti i casi discussi dell’opposizione modale si contrappongono da un lato il mondo reale quale mondo di base o i mondi possibili compatibili con quello reale e dall’altro mondi possibili, eccezionali o del tutto impossibili (controfattuali) indeterminati Nel complesso sembra che il congiuntivo evidenzi, sempre nel quadro di un dominio modale, mondi specifici in contrasto a mondi più «normali» (cioè mondi standard) La specificazione precisa del rapporto fra i mondi specifici e quelli standard (o quello reale) si realizza secondo le rispettive proprietà semantiche di ciascun dominio In questa sede è possibile soltanto accennare al fatto che questo rapporto si può modificare e ristrutturare in un determinato dominio nella dinamica diacronica . 18 In questo contributo spero di aver mostrato che il sistema modale dell’italiano può essere completamente descritto e motivato sulla base di criteri semantico-modali Esso è regolato da principi e tratti semantico-modali che vengono precisati in ciascun dominio di modalità in maniera specifica Abstract In meinem Beitrag möchte ich den Modusgebrauch im Italienischen im Rahmen eines einheitlichen Ansatzes beschreiben und zugleich motivieren Anders als in der linguistischen Literatur zum italienischen Modussystem üblich, vertrete ich nicht die Auffassung einer Dualität von syntaktischen Faktoren (Subordination) und semantischen Aspekten (Bedeutungsmerkmale von Prädikaten oder Operatoren wie z Bsp Konjunktionen) als motivierende Erklärungsgrundlage für die Modusverwendung Vielmehr möchte ich zeigen, dass modalsemantische Merkmale bzw Kriterien ausschlaggebend sind, um die Funktionsweise des italienischen Modussystems zu verstehen Zugleich soll auch deutlich werden, dass nicht ein abstraktes Grundprinzip (ein ‹Grundwert›) oder bestimmte Prädikatenklassen das geeignete Bezugsniveau der Modusorganisation und seiner Beschreibung darstellen, sondern die verschiedenen modalitätsspezifischen Domänen, in denen die Kategorie Modus in je eigener Weise instrumentiert wird Note 1 Ringrazio Giovanni Pairotti per la collaborazione nella traduzione della versione tedesca all’italiano 2 Vedi Schmitt Jensen 1970, Schneider 1999, Wandruszka 2 2001, Blücher 2003 . Per una sintesi che parte da una prospettiva sintattica cf . Squartini 2010, 244-249 3 Cf . Fillmore & Baker 2010 4 Cf . Bally 1932, 35s 5 Palmer 2 2001 6 Cf . Palmer 2 2001s . 2_IH_Italienisch_74.indd 83 16.11.15 07: 55 8 4 Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale Martin Becker 7 Cf . in particolare Lewis 1986 e Kratzer 1978 8 Cf . Portner 2009, 1 9 Cf . Becker 2014 10 Cf . Becker 2014, 78 . Giannakidou (1995, 101) impiega il termine inglese di sensitivity per caratterizzare il congiuntivo che concepisce come elemento «sensibile alla non-veridicità» («sensitive to non-veridicality») . Blücher (2003, 172) si riferisce alla corrispondenza fra modalità (di un elemento lessicale) e modo con il termine «più classico» di concordanza modale 11 Per una caratterizzazione più dettagliata dei domini modali vedi Becker 2014, 64-72 . 12 Nella concezione tradizionale delle modalità i valori fondamentali (necessario, possibile, facoltativo, impossibile) vengono rappresentati nel quadro del quadrato logico . Vedi Martin 1983, 111 13 Questo termine è stato introdotto da Portner (2009, 135) 14 Abbiamo usato il Corpus Corriere della Sera, 1997 . Archivio elettronico su CD-Rom, RCS Editori-Quotidiani, 1998 15 Cf . Wandruszka 1991, 472-481 16 Questo fatto viene anche sottolineato da Wandruszka (1991, 434): «[…] ma il congiuntivo non è necessariamente indizio che il parlante ritenga ingiustificata la credenza della persona denotata dal soggetto della predicazione» 17 Vedi anche Stefanelli 1990 e Becker 2011 18 Per una prospettiva diacronica vedi Becker 2014 Bibliografia Bally, Charles (1932): Linguistique générale et linguistique française, Paris: Leroux Becker, Martin (2011): «Modus und expletive Negation in der Geschichte des italienischen Disparitätsvergleichs», in: Selig, Maria/ Bernhard, Gerald (a cura di), Sprachliche Dynamiken. Das Italienische in Geschichte und Gegenwart, Frankfurt et al .: Peter Lang (Studia Romanica et Linguistica), 35-50 Becker, Martin (2014): Welten in Sprache - zum Wandel der Kategorie Modus in romanischen Sprachen, Mouton/ De Gruyter: Berlin/ New York Blücher, Kolbjörn (2003): «Modalità, modo, ,concordanza modale‘», in: Una p rospettiva teorica. Il verbo italiano. Studi diacronici, sincronici, contrastivi, didattici [Atti SLI 46], Mathée Giacomo-Marcellesi & Alvaro Rocchetti (a cura di), Roma: Bulzoni, 169-177 Corriere della Sera, 1997 . Archivio elettronico su CD-Rom, RCS Editori-Quotidiani, 1998 Fillmore, Charles J ., and Collin Baker (2010): «A frames approach to semantic analysis», in: The Oxford handbook of linguistic analysis, Oxford: Oxford University Press, 313-339 Kratzer, Angelika (1978): Semantik der Rede: Kontexttheorie, Modalwärter, Konditionalsätze, Königstein: Scriptor Kratzer, Angelika (1991): «Modality», in: Arnim von Stechow/ Dieter Wunderlich (a cura di), Semantik: ein internationales Handbuch der zeitgenössischen Forschung, Berlin/ New York: De Gruyter, 639-650 Lewis, David K . (1986): On the plurality of worlds, Oxford: Blackwell 2_IH_Italienisch_74.indd 84 16.11.15 07: 55 85 Martin Becker Il sistema dei modi in italiano - un’analisi semantico-modale Martin, Robert (1983): Pour une logique du sens, Paris: PUF Palmer, Frank R . ( 2 2001): Mood and Modality, Cambridge: Cambridge University Press . Portner, Paul (2009): Modality, Oxford: University Press Schmitt-Jensen, Joergen (1970): Subjonctif et hypotaxe en italien. Une esquisse de la syntaxe du subjonctif dans les propositions subordonnées en italien contemporain, Odense: Odense University Press Schneider, Stefan, Il congiuntivo tra modalità e subordinazione. Uno studio sull’italiano parlato, Roma, Carocci, 1999 Schwarze, Christoph (1988): Grammatik der italienischen Sprache, Tübingen: Niemeyer Squartini, Mario (2010): «Mood in Italian», in: Rothstein, Björn/ Thieroff, Rolf (a cura di): Mood in the Languages of Europe (Studies in Language Companion Series 120), Benjamins: Amsterdam et al ., 237-250 Stefanelli, Rossana (1990): «Studi sulla comparazione di disuguaglianza», in: Studi di Grammatica Italiana 14, 305-339 Wandruszka, Ulrich (22001): «Frasi subordinate al congiuntivo», in: Renzi, Lorenzo et al . (a cura di): Grande grammatica di consultazione, Bologna: Il Mulino, vol . 2, 415-482 2_IH_Italienisch_74.indd 85 16.11.15 07: 55