Italienisch
ita
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2941-0800
Narr Verlag Tübingen
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2015
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Fesenmeier Föcking Krefeld OttDeutschland – Italien. Aufbruch aus Diktatur und Krieg. Herausgegeben von Wolfgang Storch und Klaudia Ruschkowski im Auftrag der Stiftung Deutsches Historisches Museum. Sandstein Verlag, Dresden 2013, pp. 395, € 48,00
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2015
Mario Marino
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14 0 Kurzrezensionen Deutschland - Italien. Aufbruch aus Diktatur und Krieg. herausgegeben von Wolfgang Storch und Klaudia ruschkowski im Auftrag der Stiftung Deutsches historisches Museum. Sandstein Verlag, Dresden 2013, pp. 395, € 48,00 Commissionato dal Deutsches Historisches Museum di Berlino come catalogo di una mostra mai realizzata sui rapporti italo-tedeschi dal 1943 in poi e corredato in ogni sezione da un ricco e spesso stimolante apparato iconografico, il volume è articolato in sette sezioni (comprendenti, per la parte critica, sia contributi originali, sia preesistenti testi storiografici di riferimento, per l’occasione adattati, ristampati o tradotti), precedute da una premessa del presidente della fondazione committente e da un’introduzione dei curatori, la coppia di drammaturghi, studiosi e organizzatori di cultura in Italia e Germania Storch-Ruschkowski Scopo dichiarato dell’opera è contribuire sul piano culturale allo sforzo di rielaborazione dei traumi collettivi lasciati dalla seconda guerra mondiale nei due paesi e, in tal modo, favorirne la reciproca comprensione (toccante, in tal senso, la dedica a un uomo semplice che, attraversate esperienze cruciali del Novecento italiano, dalla guerra coloniale a quella mondiale, dalla deportazione all’emigrazione interna per necessità economiche, seppe divenire testimone di pace nella piccola comunità abitata dai due curatori, p 11) Il focus scelto per avvicinarsi all’obiettivo è il rapporto che le arti istituiscono con la storia: se, infatti, a quest’ultima, crocianamente sempre contemporanea, spetta riportare alla luce e interrogare i fatti, «chiamare la storia al lavoro sui conflitti che determinano il presente appartiene ai compiti dell’arte» (p 11) In tal modo, sia l’arte, sia la storia testimoniano il proprio dovere e legame nei confronti della società, nesso che è alla base della loro stessa relazione Coerentemente con questa opzione di fondo, alle due sezioni iniziali incentrate sulla storia e la memoria dei due paesi nella loro interazione dal primo dopoguerra fino alla fine della guerra fredda corrispondono quattro sezioni centrali sulle ‹trasformazioni› (p 10) artistiche e letterarie delle esperienze e della memoria storiche nella duplice dimensione temporale della vita individuale degli artisti e dell’evoluzione dei linguaggi e della vita collettiva nei due paesi Mentre la prima sezione è composta quasi soltanto di profili e bilanci storico-critici, con un taglio di storia politica che restringe sensibilmente l’ampiezza tematica altrimenti notevole, la seconda combina testi storico-critici di varia natura e materiali testimoniali per esemplificare il nesso ancora vivo e problematico di offesa, memoria, giustizia e pacificazione Accanto alla figura del testimone, canonicamente illustrata con Primo Levi (autore più volte citato e antologizzato nel volume, non sempre, v p 249, in 2_IH_Italienisch_74.indd 140 16.11.15 07: 55 141 Kurzrezensionen maniera appropriata), trovano considerazione la diversità di politiche e impegno storiografico in Italia e Germania riguardo alla riparazione e al reintegro per le diverse tipologie di vittime dei due regimi, l’edificazione e fruizione dei memoriali (con testi rappresentativi sulle Fosse Ardeatine e sui poco noti cimiteri di guerra tedeschi in Italia), gli eccidi nazisti di militari e civili (qui son documentati i primi, Cefalonia e Monte Sole) e i processi, spesso ostacolati o sabotati per interessi politici, contro i criminali di guerra La terza sezione tratteggia con sintesi comparative, allargate anche alla DDR, e schede di approfondimento su fenomeni particolarmente marcanti (tra cui il neorealismo, il teatro politico di Brecht e Strehler o la Napoli di Herbert List, città, quest’ultima, tra le più presenti nel volume, accanto alla Roma di Koeppen, Bachmann, Andersch e, ovviamente, Rossellini, Pasolini, Fellini), le vie delle arti figurative e di musica, teatro, cinema, architettura, letteratura e finanche design tra il dopoguerra e, tendenzialmente, gli anni settanta L’esplorazione di queste esperienze prosegue, per casi esemplari e significativi, nella sezione quinta, con una scansione in cinque fasi storiche (lo spartiacque dato dalla rottura dell’alleanza italo-tedesca nel 1943, la fine della guerra e la definizione dei nuovi ordini politici fino al 1949, l’epoca del dominio cristia-no-democratico, i due decenni attorno al 1968 e il riflusso seguito alla crisi democratica provocata dalla sfida terroristica interna) Piuttosto isolata e disorganica (a fronte di una qualità di testi selezionati per sè buona) risulta, invece, la sezione di mezzo, la quarta, sulla riscoperta postbellica italiana della cultura tedesca degli anni venti, dove è, per altro, sproporzionato dedicare un testo alla ricezione di Schmitt (più vasta, profonda e pure politicamente rilevante fu quella di Heidegger) La sezione sesta, la più ambiziosa e dai risultati più alterni, conclude la parte estetica con una serie di ritratti a due di artisti tedeschi e italiani Mentre alcuni abbinamenti come Heiner Müller-Luchino Visconti, Emilio Vedova-Georg Baselitz, Luigi Nono-Paul Dessau, sono filologicamente fondati e, nei primi due casi, anche stimolanti sul piano linguistico e politico-estetico, altri risultano improbabili o troppo poco incisivi Così, la coppia Ingeborg Bachmann-Michelangelo Antonioni è senza supporti filologici o critici estremamente generica, quella prodotta in nome della sperimentazione linguistica tra Andrea Zanzotto e Paul Celan fa scomparire il nucleo originario dell’ispirazione e problematica di quest’ultimo (non si tematizza la questione della poesia dopo Auschwitz, né si ricorda che padre e madre di Celan scomparvero nei campi di sterminio), mentre quella Beuys-Pasolini non può contare su affinità linguistiche o riscontri filologici e viene tutta giocata su un’affinità «spirituale», di matrice cattolica e traumatica, fatta di messianismo, messa in gioco della propria corporeità e contestazione del neofascismo e della corruzione capitalistico-industriale delle vite umane 2_IH_Italienisch_74.indd 141 16.11.15 07: 55 142 Kurzrezensionen Chiude il volume una settima sezione sui luoghi istituzionali dell’incontro culturale italo-tedesco, dalle rassegne di cinema e di arte contemporanea ai vari istituti culturali, con l’assenza di contributi sul Deutsches Historisches Institut di Roma, il cui referente per la storia contemporanea è da tempo il massimo specialista della guerra nazista in Italia, e sul Centro di Villa Vigoni, cornice di riferimento per i lavori di quella commissione ufficiale di storici italiani e tedeschi sulle stragi naziste in Italia più volte richiamata nel volume, talvolta anche in maniera polemica (p 92, ma in questo caso è tutto il contributo a distinguersi per una certa unilateralità polemica) Nel complesso, il volume pare risentire di un limite di fondo concernente il suo stesso oggetto, nel senso che il cammino di democrazia e libertà dei due paesi dal 1943 (data in questo significativa solo per l’Italia) non si esaurisce nei rapporti artistici e politici tra Italia e Germania, per cui questi non bastano a spiegare o ricostruire quello; a ciò si aggiunga che il testo soffre di una disomogeneità e parzialità nei criteri di selezione, disposizione ed elaborazione del materiale Nonostante gli squilibri strutturali, esso aiuta in un primo orientamento, è didatticamente utile e sa suscitare sorpresa, curiosità e interesse verso numerosi autori, percorsi ed esiti artistici e letterari Il suo contributo all’elaborazione del trauma italo-tedesco del Novecento è, infine, tematicamente ed eticamente, anche opera di testimonianza dell’universo di valori e delle istanze di riscatto con cui le generazioni formatesi nei primi trent’anni del dopoguerra, a cui appartengono i curatori e la quasi totalità degli autori, hanno vissuto i conflitti politici e di coscienza generati dalle vicende belliche Sotto questo aspetto, il volume può servire al confrontodialogo con le generazioni formatesi nei quarant’anni successivi ed esposte oggi in uno scenario diverso al ritorno su basi nuove di spettri e traumi del passato . Mario Marino 2_IH_Italienisch_74.indd 142 16.11.15 07: 55
