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Narr Verlag Tübingen
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2015
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Fesenmeier Föcking Krefeld OttDante Alighieri – quo vadis? Dante-Forum a Gottinga
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2015
Enrica Zanin
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16 0 Mitteilungen Leopardi-Gesellschaft Der Leopardi-Tag wurde durch eine großzügige finanzielle Förderung des Italienischen Kulturinstituts sowie der Botschaft der Republik Italien unterstützt . Lars Klauke Dante Alighieri - quo vadis? Dante-Forum a gottinga Dal 27 al 29 maggio 2015 si è tenuto presso il Dante-Forum di Gottinga un convegno sul tema: «Dante Alighieri: quo vadis? Nuove prospettive nel dialogo delle discipline» Filologi, critici letterari, storici e specialisti di Dante si sono riuniti per dialogare sullo stato attuale degli studi danteschi in diversi paesi, e per presentare ai colleghi i progetti in corso Un dialogo vivace e fruttuoso è sorto tra gli ospiti a beneficio di un gruppo di studenti e dottorandi Una tavola rotonda sugli studi danteschi in Germania, Spagna, Francia, Italia e negli Stati Uniti ha inaugurato il convegno Franziska Meier (Göttingen) ha accennato alla tradizione di eccellenza internazionale degli studi romanistici su Dante in cui eccellevano figure come Erich Auerbach, Ernst Robert Curtius e Hugo Friedrich Oggi spiccano fra le altre alcune iniziative come quelle promosse dalla Deutsche Dante-Gesellschaft. Il Dante-Forum di Gottinga intende creare una piattaforma di ricerca che faccia dialogare e metta in evidenza quesiti circa le opere meno studiate di Dante, o aspetti considerati come marginali, o ancora elementi metodologici degli studi danteschi Rossend Arquès (Barcellona) ha descritto l’imponente progetto svolto tra Madrid e Barcellona, che prevede diverse pubblicazioni, l’organizzazione di convegni internazionali, la ricercha sulle canzoni di Dante, e infine il progetto circa «Dante e le Arti», che riunirà sia studi sul tempo di Dante sia contributi sulla ricezione di Dante in diverse arti e presso artisti moderni e contemporanei Enrica Zanin (Strasburgo) ha esposto le difficoltà attuali della ricerca filologica su Dante in Francia Se nuove traduzioni cercano di rendere accessibile ad un pubblico più vasto le opere di Dante, pochi sono gli studi filologici su Dante in Francia, probabilmente a causa del carattere religioso e dell’oggettiva difficoltà dell’opera Le ricerche filosofiche e storiche sul contesto ideologico di Dante sono invece vivaci, e nuovi approcci narratologici o contestuali potrebbero rinnovare la dantistica francese Giuseppe Ledda (Bologna) ha proposto un itinerario geografico repertoriando nuove edizioni e studi su Dante in Italia Ted Cachey (Notre Dame) ha dedicato la sua relazione alla memoria di Robert Durling, le cui traduzioni ed interpretazioni di Dante diedero nuova vitalità agli studi danteschi negli Stati Uniti L’esempio di Durling ha mostrato l’importanza delle piccole università (Burling inseg- 2_IH_Italienisch_74.indd 160 16.11.15 07: 55 161 Mitteilungen nava a Santa Cruz) nel rinnovo degli studi danteschi Cachey ha sottolineato l’importanza di Dante nel cursus di formazione universitario, l’interesse che le giovani generazioni provano per la Commedia, fattori che fanno di Dante un «American Classic» Ad aprire il primo giorno del convegno è stata la presentazione del progetto di ricerca, animato dalle Università di Leeds, Warwick e Cambridge, su «Dante and Late Medieval Florence: Theology in Poetry, Practice and society» che analizza il contesto fiorentino in cui Dante ha potuto formarsi Simon Gilson (Warwick) ha sottolineato quanto sia difficile ricostruire il contesto (environment) dantesco L’analisi delle fonti delle scuole mendicanti in Firenze suggerisce una immagine frammentaria ed incompleta Difficile da valutare è l’importanza reale delle biblioteche, come quella di Santa Croce, nella formazione dei laici In Santa Croce, per esempio, non era conservato alcun testo di Aristotele, e non è ancora chiaro quale era l’accesso di laici, come Dante, ai volumi Nel suo contributo Vittorio Montemaggi (Notre Dame) considera l’avvio della Commedia come un’ingiunzione al lettore, perché egli accetti di intraprendere e di lasciarsi condurre nel viaggio del pellegrino («Contextualizing Dante ‹nel mezzo del cammin di nostra vita›») Nella stessa via interpretativa di Peter Hawkins, Christian Moevs e Kirkpatrick, Montemaggi mostra come la Commedia esorta il lettore a lasciarsi guidare verso un più grande e più attivo coinvolgimento Stimolato dall’idea che nessun uomo può sapere chi e perché è redento, il pellegrino Dante impara - e Dante poeta mostra non senza riferimenti a Gregorio Magno - cosa sia l’umiltà, e situa se stesso in un processo infinito di approssimazione al divino Una condizione necessaria di questa via verso il divino è l’apertura costitutiva della fine Montemaggi cita infine Roberto Benigni, che afferma come le terzine di Dante operano un rovesciamento: Dante non ha scritto la Commedia «perché Dio c’è», ma «perché ci sia» Giuseppe Ledda (Bologna) sottolinea l’importanza dell’agiografia nella Commedia («Modelli di santità Dante e l’agiografia medievale») Ledda ha già analizzato il ruolo centrale di Santa Lucia nel pellegrinaggio di Dante, e intende ora capire perché Dante allude a più riprese a martiri, nei canti dell’Inferno ricchi di riferimenti ad elementi biografici del poeta (cioè nella bolgia dei barattieri e degli scismatici) Appare così che buona parte delle punizioni infernali implicano allusioni a forme di martirio riportate nella Leggenda aurea L’analisi delle forme di martirio rivela, alle basi della Commedia, una rete di santi che ne orientano il significato L’intertesto agiografico appare esplicitamente nelle vite di Francesco di Assisi e di San Domenico nel Paradiso, così come nelle figure di Cacciaguida e di «San Boezio», le cui morti legano martirio ed esilio politico, ed infine in Pietro Damiani e in San Bene- 2_IH_Italienisch_74.indd 161 16.11.15 07: 55 162 Mitteilungen detto, pure presentati come martiri La rete delle referenze agiografiche ha una funzione retorica, che adempie, nell’Inferno una chiara funzione parodica, e che costruisce e conferma, nel Paradiso, l’autorità di Dante Ted Cachey riporta i progressi nel vasto progetto di ricostruire la cosmologia di Dante («Una nota sugli angeli e l’Empireo») Egli sottolinea la novità della Commedia, che presenta l’empireo come un luogo trascendente ed immateriale Le sue analisi prendono spunto dall’autocorrezione di Dante, circa l’ordinamento dei cieli, dal Convivio e poi in Paradiso Cachey rileva in alcuni passaggi di carattere cosmomogico la tensione tra il desiderio universalistico di situare e definire l’ordine del cosmo ed il bisogno egocentrico di situarsi e di attribuirsi una posizione centrale Tale tensione mostra pure come l’Io di Dante non deve solo essere considerato come allegorico, ma deve pure essere inteso come un Io storico, che cerca di definire la propria situazione nel tempo e nello spazio Giuseppina Brunetti (Bologna) espone i successi, le difficoltà ed i quesiti ancora irrisolti nelle sue ricerche circa la ricostruzione della biblioteca di Santa Croce («Letture, libri e biblioteche di Dante [con una glossa sui libri di storia]») Anna Pegoretti (Warwick) espone i limiti sia delle letture allegoriche eccessivamente esplicite che delle ricerche positivistiche («Bonjour Tristesse Possibilities and Limits of Historicism in Dante Studies») Prendendo come esempio il lessema ‹povertà›, mostra come Dante si muova attraverso contesti ideologici diversi e spesso conflittuali Il ruolo delle confraternite, in particolare, non consisteva in migliorare o rimediare agli stenti dei membri, bensì a farsi carico liberamente e collettivamente della povertà L’opera di Dante riflette quindi una tensione tra la povertà considerata come un valore spirituale, e come esperienza concreta di stenti ed afflizione Sebastian Neumeister (Berlino) considera Dante come punto di partenza per l’analisi dei rapporti tra poesia e sapere nella lirica provenzale e volgare («La poesia del Duecento fra divertimento poetico e forma del sapere») David Wallace (Philadelphia) infine provoca gli italianisti affermando che la celebrazione delle tre corone è stata l’opera di Bembo, nel contesto normativo della contro riforma, continuata poi nel Risorgimento per ragioni nazionalistiche («Cinque Corone [Project Presentation]») Una delle ambizioni del vasto progetto editoriale da lui diretto circa la storia letteraria tra 1348 e 1418 (Europe: a literary history) consiste à restituire la corona a due autori italiani, anzi, a due scrittrici la cui corrispondenza ha notevolmente contribuito alla letterature trecentesca: Caterina da Siena e Brigida di Svezia Portare le corone da tre a cinque restituirebbe la voce a due donne estremamente influenti Simon Gilson (Warwick) ha sottolineato come la promozione bembiana delle tre corone serviva a valorizzare il volgare, minacciato dall’interesse rinascimentale per il latino, e come l’opera di Boccaccio fosse già discussa da Bembo come poco 2_IH_Italienisch_74.indd 162 16.11.15 07: 55 16 3 Mitteilungen degna del lauro («Dante and Late Medieval Florence: Theology in Poetry, Practice and Society») Giuliano Milani inaugura le riflessioni della terza giornata di studi interrogando le relazioni tra storici e dantisti Una prima differenza concerne l’oggetto di studio: Dantisti e storici fondano le proprie ricerche su testi diversi La relazione tra le due discipline sarebbe più fruttuosa, se gli storici avviassero un dialogo fruttuoso con i dantisti, e se i dantisti non considerassero il lavoro degli storici come una semplice riserva di informazioni Milani presenta in seguito uno sguardo retrospettivo sui i Codici diplomatici danteschi («The Political Contexts of Dante’s Life: Documents and Dilemmas») Nel primo censimento Biagi e Passerini riunirono tra il 1895 e il 1911 42 documenti sulla vita di Dante; poi l’edizione di Piattoli, negli anni 1940-1969 ha raccolto 252 documenti circa la famiglia Alighieri, ed infine la nuova edizione di 2015, alla quale Milani ha collaborato, che riprende, corregge ed amplia il lavoro di Piattoli, e censisce 328 documenti di cui 43 nuovi Il nuovo censimento porta alla luce nuove evidenze e permette di ripensare alcune questioni dantesche: appare ad esempio che Cacciaguida era amico della famiglia degli Uberti e che quindi la distanza che separa Dante ed i Ghibellini prima dell’esilio è da rivalutare La contestualizzazione dei documenti mostra pure come il matrimonio tra Dante e Gemma non ha potuto essere stipulato nel 1277, quando Dante aveva solo 13 anni, e come i debiti di Dante siano stati più uno strumento per mettere al sicuro una piccola fortuna che per prendere in prestito denaro L’accordo di pace tra i Sacchi e gli Alighieri nel 1342 non è un evento di rilievo, ma una prassi comune, poiché Gualtieri di Brienne impone in quell’anno la pacificazione di tutte le faide I codici della famiglia Alighieri presentano pure un interesse specifico per lo storico poiché offrono uno spaccato documentato su di una famiglia di classe media nel due-trecento Ciò che sorprende a prima vista è il carattere liquido delle categorie politiche, che sono spesso considerate troppo rigidamente dalla critica dantesca Il criterio della nobiltà, per esempio, non era né dirimente né centrale nella politica fiorentina due-trecentesca; le scelte politiche erano scelte pragmatiche di clientelismo: gli Alighieri si elevano socialmente quando, al tempo della nascita di Dante, da alleati agli Uberti diventano clienti dei Donati, e risulta quindi possibile per Dante rinunciare ad una professione per occuparsi di poesia Per una famiglia di ceto medio la scelta del partito guelfo o ghibellino non era né assoluta, né coercitiva Il papato non è il referente centrale del partito guelfo, come lo sono invece gli angioini Insieme ad Antonio Montefusco (Venezia) Milani presenta il progetto a cui lavorano apresso l’EHESS di Parigi in un gruppo diretto da Sylvain Piron, che prosegue le ricerche iniziate da Le Goff sulla scolastica ed il medioevo intellettuale nel contesto specifico della Toscana, dove la vita intel- 2_IH_Italienisch_74.indd 163 16.11.15 07: 55 16 4 Mitteilungen lettuale risulta più frammentata perché il ruolo delle università è meno preponderante («Ritratto di gruppo: Intellettuali laici italiani intorno al 1300») Quaranta figure di «intellettuali» sono quindi state selezionate per comporre un ritratto di gruppo che disegni l’evoluzione culturale dal 1260 al 1320 La formazione, l’impegno intellettuale e politico, i legami le influenze e gli incontri con altri esponenti culturali locali verranno scandagliati per comporre una biografia collettiva che prende spunto da Dante, senza che il poeta appaia al suo centro Montefusco sottolinea la centralità delle epistole nel corpus dantesco Egli espone i principi dell’edizione critica che sta preparando Egli ha potuto rintracciare tre centri nei quali le lettere scritte da Dante circolarono: in primo luogo la cancelleria di Firenze, più importante ancora quella di Forlì durante l’esilio, poiché Dante servì da dictator dei Bianchi, ed infine le corti del Nord Italia, in cui Dante ha soggiornato Le epistole, che furono raccolte solo nel Settecento, sono state conservate grazie ad una copia in un registro o come fogli sparsi Lo studio e la datazione delle epistole suggerisce diverse piste di ricerca, tra le quali l’idea che Dante si trovò relativamente presto isolato ed autonomo all’interno stesso del gruppo dei Bianchi Le epistole mostrano pure come Dante strutturi e ricerchi diverse strategie di autopromozione nell’ambiente dello studio bolognese Alcune epistole mostrano la problematica relazione tra volgare e latino, che bisognerebbe situare nel contesto coevo della scrittura epistolare La sessione successiva diretta da Matthias Roick tratta della storia dell’etica, e considera le intersezioni tra etica politica giurisprudenza e teologia Serena Ferente (Londra) descrive il ruolo specifico che assume Dante nel contesto delle ricerche in storia delle idee («Freedom under one Ruler in Monarchia») Le riflessioni di Dante sull’idea di libertà nascono in un contesto polemico, in cui Firenze sviluppa e promuove una nuovo concetto di Libertas Le reazioni di Dante in questo contesto di progressiva concettualizzazione sono difficili da sintetizzare e da sistematizzare Risulta pure complesso determinare chi abbia sviluppato e diffuso nella cancelliera di Firenze l’ida di una libertà che poteva solo sussistere nel contesto dei comuni La libertas ha consolidato non solo l’alleanza con il papa, ma soprattutto l’alleanza delle città contro le richieste dell’imperatore Dante invece, nella Monarchia, propone una nuova definizione di libertà La sua argomentazione si è costruita contro la comprensione dei giuristi alla corte napoletana, supponendo che l’impero romano, poiché costituito con la forza (violentia), ha potuto essere solo temporario, facendo ricadere gli uomini nello stato di libertà naturale Lorenzo Valterza (Notre Dame) si interessa alla rappresentazione del diritto romano nel Convivio («Reasoned Desires? Understanding Dante between Text and History») Egli mostra come Dante, a partire d’una una comprensione generale del diritto divino, fondato sulla rivelazione, il diritto 2_IH_Italienisch_74.indd 164 16.11.15 07: 55 16 5 Mitteilungen naturale, il diritto romano e positivo, intenda obliterare le frontiere tra diritto divino e romano Più volte Dante utilizza formule del digesto come fonti, senza fare riferimento alla loro origine storica Valterza sottolinea alcune particolarità del volgarizzamento di Dante: se Dante cerca di occultare l’origine del diritto romano, è per accordargli una legittimità pari a quella del diritto divino La rappresentazione di Giustiniano nel Paradiso è un esempio di questa strategia Il termine «lealtade» non deve essere inteso nel senso di «lealtà», ma piuttosto come prossimo a «lex», significando quindi il fatto di seguire una legge Il termine «usanza», in Convivio IV, 25, è pure significativo perché tratto dal diritto latino Dante considera che per comprendere la legge è necessario riferirsi non solo alle leggi codificate ma pure all’uso Valérie Cordonnier (Paris) e Matthias Roick (Göttingen) presentano il loro lavoro sulla storia della ricezione del liber de bona fortuna («Dante, Salutati and the Power of Fortuna») Tale opera contiene un’interpretatazione aristotelica del concetto largamente diffuso di fortuna, che viene citato nel Convivio Sarebbe interessante capire in quale forma Dante abbia avuto accesso al contenuto del libro, e quali tracce tale lettura lascia nella Commedia Due esposizioni del libro e cioè quella sul «bene natu(ratus)» e sull’ispirazione divina si ritrovano in Dante, come a costituire una forma di filo rosso che merita ulteriori analisi Manuele Gragnolati (Oxford) chiude il convegno con una riflessione sulla resurrezione carnale dei morti («La resurrezione carnale dei morti: contestualizzazione e diffrazione della Commedia») Egli espone l’evoluzione ed i problemi circa i rapporti tra anima e corpo Da un lato, l’idea francescana di un dualismo tra anima e corpo, che rischia tuttavia di compromettere l’unità della persona e dell’altra l’idea della perfetta unità in cui l’anima è la forma del corpo ed il corpo ne è la materia Gragnolati dimostra come entrambe le tesi sono presenti in Dante: le ombre hanno una forma di corporeità che manifesta la loro anima, ma tale corporeità delle ombre è vanità e le anime non coincidono con le persone Dante intraprende un percorso di conoscenza, che lo incorpora progressivamente alla trascendenza e lo rende parte del corpo mistico L’analisi di Gragnolati applica alla Commedia il concetto di difraction usato da Donna Haraway, e compara il riferimento ai corpi nella Commedia ed in Aracoeli di Elsa Morante Nelle due opere, le contraddizioni sussistono, ma la lingua volgare, e l’uso letterario permettono una comprensione più pronfonda del rapporto al corpo, inteso non solo come necessità, ma pure come nostalgia e ricordo Enrica Zanin 2_IH_Italienisch_74.indd 165 16.11.15 07: 55
