eJournals Italienisch 38/76

Italienisch
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0171-4996
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Narr Verlag Tübingen
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2016
3876 Fesenmeier Föcking Krefeld Ott

Paolo Soddu (a cura di): Giulio Einaudi nell’editoria di cultura del Novecento italiano, Firenze: Olschki editore 2015, pp. 407, € 38,00

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2016
Mariagrazia Farina
ita38760138
13 8 Kurzrezensionen Paolo Soddu (a cura di): Giulio Einaudi nell’editoria di cultura del Novecento italiano, firenze: Olschki editore 2015, pp. 407, € 38,00 Giulio Einaudi nell’editoria di cultura del Novecento italiano raccoglie gli atti dell’omonimo convegno tenutosi a Torino il 25 e il 26 ottobre del 2012 Alla premessa, in cui il curatore rende noti i campi di studio esplorati dai diversi contributi e le lacune che riguardano, ancora oggi, la figura dell’editore piemontese, seguono i saggi discussi durante le quattro sessioni del convegno Gli interventi della prima parte fungono da introduzione a quelli più strettamente inerenti a Giulio Einaudi, alla sua casa editrice e ai suoi collaboratori L’introduzione (pp 3-6) è affidata a Massimo Salvadori, che racconta i particolari di alcuni incontri che ebbe con Giulio Einaudi Nel saggio inaugurale («Il pubblico dell’editoria di cultura», pp 7-12), Vittorio Spinazzola tratteggia la situazione culturale successiva alla caduta del fascismo, che fu caratterizzata dal desiderio di rinnovamento e dallo sforzo di giovani spinti da “una grande fame di esperienze di lettura inedite” (p 7) In questo panorama, rilevante fu il ruolo della casa editrice Einaudi Il contributo successivo, «Gobetti editore Dal ‘modello vociano’ all’editore ideale» (pp 13-32), è di Ersilia Alessandrone Perona L’autrice prende le mosse dai primi tentativi editoriali del giovane Piero, ponendo un forte accento sulle difficoltà che Gobetti incontrò nel 1922, anno in cui visse una forte crisi personale, cui si affiancò la presa di coscienza della carica sovversiva del fascismo Particolare attenzione viene anche conferita alla nascita della Piero Gobetti Editore e alle prime opere pubblicate L’autrice insiste infine sul rapporto equilibrato tra letteratura e politica della suddetta casa editrice, che diede spazio anche ad autori giovani e meno noti Il saggio di Irene Piazzoni («Negli anni del Regime: orientamenti di fondo e nuovi indirizzi», pp 33-68) rimane nell’ambito dell’analisi dell’editoria di cultura e mette in rilievo alcune tendenze tipiche del periodo fascista, durante il quale, in ambito culturale, si avvicendarono orientamenti differenti e talvolta contraddittori L’ambiguità sembra infatti essere stata una costante del momento storico considerato: si trattò, come ben esemplifica l’autrice, di un «coacervo di energie tutt’altro che convergenti» (p 37) Piazzoni fa ampio uso di esempi concreti di opere e autori, passando in rassegna i testi nati dopo la diffusione dell’idealismo Caratteristica di questo periodo fu anche la pubbli- 2_IH_Italienisch_76.indd 138 23.12.16 09: 52 Kurzrezensionen 139 cazione di opere che, in modo diverso, affrontarono la tematica della crisi nelle sue più svariate accezioni Meno spazio è invece destinato all’operato delle case editrici cattoliche In questi anni - sottolinea la studiosa - ripresero anche le pubblicazioni di carattere scientifico, il cui contributo maggiore venne da Giulio Einaudi e dalla sua «Biblioteca di cultura scientifica», collana nata nel 1938 grazie all’apporto di Leone Ginzburg, Ludovico Geymonat e dello stesso editore In «L’editoria libraria tra sperimentazione e mercato» (pp 69-76), Gian Carlo Ferretti riflette, soprattutto da un punto di vista economico, sulle caratteristiche generali dell’editoria italiana Ferretti mette in evidenza alcune criticità dell’editoria contemporanea come il nomadismo degli autori da una casa editrice all’altra Con il contributo conclusivo della prima sezione («Introduzione alla vita di Giulio Einaudi», pp 77-95) il curatore del volume ci offre un quadro delle vicende umane dell’editore, del quale vengono rapidamente esaminati gli anni d’infanzia e quelli degli studi liceali e universitari, questi ultimi particolarmente travagliati a causa del cambio di facoltà e degli scarsi risultati conseguiti Successivamente viene ricordato il momento della nascita della casa editrice Largamente indagato è poi il suo rapporto con il padre Luigi, figura chiave di alcune vicende che riguardarono l’attività editoriale di Giulio Tra le altre cose, fu proprio dal padre che costui ereditò il suo particolare rapporto con i libri La seconda parte comprende alcuni interventi che si focalizzano proprio sull’attività di editore di Giulio Einaudi Il primo di questi, firmato da Gabriele Turi, s’intitola «I caratteri originali della casa editrice Einaudi» (pp 99-108) Anche qui si riscontra una certa insistenza sul ruolo imprescindibile ricoperto dal padre di Einaudi per la sua casa editrice Il senatore Luigi investì capitali nell’impresa del figlio, elargì preziosi consigli e risolse anche alcuni problemi come quello del sequestro di Diario di guerra di Leonida Bissolati Proprio sul necessario compromesso con il potere politico indugia l’autore del saggio, che spiega come questo aspetto sia stato poco indagato fino a qualche decennio fa, anche a causa di alcune dichiarazioni sibilline dello stesso editore, il quale si diceva disinteressato all’andamento economico della sua attività Una caratteristica della casa che Turi evidenzia è la varietà delle opere comprese nel catalogo fin dagli esordi Altro principio cardine fu la volontà di liberare la cultura italiana dal provincialismo Domenico Scarpa dedica invece il suo denso saggio, «Vigile eleganza Leone Ginzburg e il progetto di un’editoria democratica» (pp 109-140), ad un valente collaboratore dell’editore, il cui operato presso la casa dello ‘struzzo’ viene analizzato minuziosamente Emerge qui il ritratto di un uomo rigoroso nello studio, zelante e soprattutto pieno di talento, sebbene non abbia potuto esprimersi completamente a causa delle leggi razziali e della censura fascista I suoi interessi principali furono la storia, le lingue, le culture straniere e le 2_IH_Italienisch_76.indd 139 23.12.16 09: 52 Kurzrezensionen 14 0 traduzioni, di cui deprecava la scarsa e tardiva diffusione in Italia Nonostante la sua attività, secondo l’autore, Ginzburg non occupa il posto che gli spetta nella storia della filologia testuale italiana a causa della sfortunata perdita di manoscritti e lettere Scarpa lo mette infine a confronto con Giaime Pintor, che pure collaborò con Einaudi Claudio Pavese analizza, poi, in maniera approfondita e servendosi di lettere e di documenti originali di vario tipo, il commissariamento cui la casa dello ‘struzzo’ fu sottoposta negli anni Quaranta («Il periodo del commissariamento della casa editrice Einaudi (1943-1945)», pp 141-187) L’interessante contributo si apre con l’analisi, per mezzo di esaurienti biografie, dei protagonisti di questo particolare periodo, e della storia delle diverse sedi che allora facevano capo all’Einaudi La conclusione cui giunge l’autore è che l’immagine della casa torinese negli anni del commissariamento non venne compromessa in maniera significativa, anzi tale evento rafforzò il legame tra i diversi collaboratori e fomentò la voglia di riscatto che si sarebbe espressa con la pubblicazione delle opere del periodo successivo Altra figura chiave nell’entourage dell’editore fu Raffaele Mattioli, che sostenne Einaudi soprattutto dal punto di vista economico e al quale è dedicato il contributo congiunto di Francesca Gaido e Francesca Pino («Oltre i dati di bilancio: il sostegno ininterrotto di Raffaele Mattioli alla casa editrice Einaudi», pp 189-218) I finanziamenti di Mattioli alle imprese einaudiane furono costanti e, malgrado certe divergenze, molti erano comunque gli elementi di affinità tra l’editore e il suo fedele finanziatore, tra cui l’impegno comune per la cultura Gli ultimi due saggi della sezione spostano il fuoco sulla letteratura del dopoguerra: mentre infatti Edoardo Esposito si occupa principalmente della disamina delle riviste (non solo einaudiane) e delle opere pubblicate su di esse («Letteratura e riviste dopo la liberazione», pp 219-232), Carlo Minoia indaga il modo di narrare di Elio Vittorini tra la seconda metà degli anni Quaranta e il decennio successivo («Dal ‘Politecnico’ ai ‘Gettoni’: Vittorini e la ‘poetica del raccontato’», pp 233-243) La terza parte del libro è incentrata sull’editoria di cultura del secondo dopoguerra Vittore Armanni apre la sezione illustrando le premesse e le modalità dell’accordo commerciale stipulato tra la casa editrice torinese e la Mondadori nel 1957 («L’accordo commerciale Einaudi-Mondadori: egemonia o mercato? », pp 247-260) Il contributo appare ancora più significativo se si pensa che, proprio come afferma l’autore all’inizio, l’indagine relativa alle vicende economiche dell’Einaudi è stata finora messa in ombra dall’analisi di quelle culturali Armanni rimarca l’importanza che ebbe l’acquisizione di certi testi einaudiani per la collana degli Oscar Mondadori, i quali, a detta dello stesso Giulio Einaudi, «non avrebbero avuto l’impatto che hanno avuto senza i nostri titoli» (p 260) Giulia Boringhieri, autrice del 2_IH_Italienisch_76.indd 140 23.12.16 09: 52 Kurzrezensionen 141 saggio successivo («La difficile strada della cultura scientifica in Italia: Paolo Boringhieri e le Edizioni scientifiche Einaudi», pp 261-272), pone l’accento sull’influenza che ebbe suo padre Paolo sulla nascita delle edizioni scientifiche dell’Einaudi, volute fortemente proprio dal fondatore della casa L’autrice suddivide in diverse fasi la storia del progetto einaudiano di libri scientifici fino alla nascita della Boringhieri editore nel 1957 Segue l’articolo di Alberto Banfi sull’edizione critica delle opere di Nietzsche di Giorgio Colli, la cui ideazione risale alla seconda metà degli anni Quaranta («Nietzsche, Colli, Foà: l’azzardo di un’edizione critica e di una nuova casa editrice», pp 273-286) Fondamentale fu in tal senso l’apporto di Luciano Foà che, negli anni in cui il progetto prese forma, faceva parte della redazione di Giulio Einaudi All’editore, tuttavia, il progetto sembrò eccessivamente ambizioso perché troppo lontano dalla linea editoriale della sua casa Per questo motivo, l’opera uscì successivamente per la nuova casa editrice fondata dallo stesso Foà, cioè Adelphi, che rilevò i diritti relativi alle opere del filosofo tedesco già in preparazione presso Einaudi Concludono la sezione due saggi dedicati ad altrettante figure di spicco della casa torinese Il primo, di Luca Baranelli, è incentrato sulla figura del siciliano Raniero Panzieri, ideatore della collana «La nuova società» che collaborò con Giulio Einaudi per un breve periodo, tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio del decennio successivo («Raniero Panzieri e la casa editrice Einaudi (1959-1963)», pp 287-298) Il secondo («L’altro Giulio Bollati e ‘lo struzzo’», pp 299-308), di Ernesto Ferrero, ricostruisce il legame dell’editore con un altro validissimo e solerte aiutante: Giulio Bollati, che prese il posto prima ricoperto da Cesare Pavese e che affiancò instancabilmente l’editore per trent’anni, cioè fino alla fine degli anni Settanta, quando lasciò la casa di Einaudi per fondare Il Saggiatore Oltre che per il grande e precoce talento, che colpì l’editore già durante il loro primo incontro, Bollati si distinse per la sua attenzione alla cultura in movimento, un’oculata mentalità imprenditoriale e una forte avversione nei confronti di un accademismo fine a sé stesso Grazie ai contributi dell’ultima sezione il lettore entra nel vivo dell’attività della casa editrice, dal momento che vengono sviscerate le modalità con le quali videro la luce alcune opere di ampio respiro, come Letteratura italiana di Asor Rosa, il cui lungo progetto è minuziosamente descritto da Luca Marcozzi nel primo saggio della sezione, dove viene posta una certa enfasi sull’impatto che quest’opera ha avuto sulla storiografia letteraria italiana («La letteratura italiana», pp 311-326) Il secondo intervento («La Storia d’Italia nel segno della continuità editoriale», pp 327-334) si ricollega a quello di Marcozzi, in quanto il suo autore, Walter Barberis, si sofferma su un progetto, la cui storia editoriale si è intrecciata con quella di Lettera- 2_IH_Italienisch_76.indd 141 23.12.16 09: 52 Kurzrezensionen 142 tura italiana, cioè Storia d’Italia In linea con gli interventi precedenti, Enrico Castelnuovo, che è stato consulente presso l’Einaudi, illustra i processi che hanno portato alla nascita delle tante collane e dei tanti volumi dedicati alla storia dell’arte, indugiando anche sui personaggi che hanno contributo alla loro realizzazione («La storia dell’arte», pp 335-342) Vittorio Strada, anch’egli testimone diretto dell’attività della casa dello ‘struzzo’, incentra invece il suo saggio sulla disamina dei testi di slavistica, alcuni dei quali furono pubblicati grazie ad eminenti studiosi del settore come Renato Poggioli e Angelo Maria Ripellino («La slavistica», pp 343-350) Discostandosi dalla linea dei saggi immediatamente precedenti, Roberto Cicala ci fornisce il ritratto di Carlo Dionisotti, un altro collaboratore di Einaudi («Dionisotti e lo struzzo: il rapporto con gli ‘amici della casa e della storia’», pp 351- 378) Il rapporto tra l’editore e Dionisotti, a seguito del trasferimento di quest’ultimo in Inghilterra nel 1947, diede vita ad un carteggio di cui sono andate perdute molte carte Dionisotti entrò in contatto con Einaudi già poco dopo la fondazione della casa torinese, ossia nel 1934 L’aspetto più interessante del suddetto contributo è la citazione di molti estratti di lettere inviate da Dionisotti all’editore e ad altri esponenti della casa come il caporedattore Daniele Ponchiroli A conclusione del volume troviamo l’articolo di Cesare Segre dal titolo «Einaudi e la filologia» (pp 379-386) Segre riflette sull’importanza che filologi come Santorre Debenedetti e Gianfranco Contini ebbero per l’attività di Einaudi Lo stesso Ginzburg aveva un’impostazione filologica di cui l’editore era entusiasta e che manifestava in diverse occasioni, come quando si dedicava al controllo dei testi in preparazione o in corso di stampa In conclusione, il presente volume, grazie ai diversi ambiti di studio esplorati, in alcuni casi per la prima volta, e grazie alla ricchezza delle fonti primarie citate, si rivela un valido strumento che consente di ripercorrere e/ o approfondire la storia di una delle case editrici italiane più importanti Mariagrazia Farina 2_IH_Italienisch_76.indd 142 23.12.16 09: 52