eJournals Italienisch 39/78

Italienisch
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Narr Verlag Tübingen
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2017
3978 Fesenmeier Föcking Krefeld Ott

Il romanesco militante de La Scienza Coatta

121
2017
Andrea Viviani
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51 51 A N D R E A V I V I A N I Il romanesco militante de La Scienza Coatta Da un lustro abbondante gli studi sul romanesco documentano la tendenza all’impiego del codice dialettale varietà, sic o contiguo all’italiano regionale di Roma, fuori dagli ambiti della tradizionale rappresentazione, quella nel solco del lascito belliano, delle pulsioni più basse della plebe (vd D’Achille/ Stefinlongo/ Boccafurni 2012); purtuttavia: «Alla insospettata vitalità dialettale del romanesco (usato non solo nel parlato, ma anche nello scritto non letterario, come i graffiti e le scritte murali e gli striscioni delle tifoserie) ha fatto […] da corrispettivo la sua progressiva perdita di prestigio sul piano nazionale, dovuta alla sua debolezza sia strutturale sia soprattutto sociolinguistica: nonostante la contiguità con la lingua (o forse proprio per questa) il romanesco è considerato un dialetto proprio soprattutto di persone incolte e volgari (i bulli e i ‘coatti’ delle borgate periferiche), o comunque riservato a comunicazioni di carattere informale, dai messaggi di tono scherzoso agli alterchi più violenti Il suo perdurante successo al cinema, sia nel genere comico (pensiamo almeno alle pellicole di Carlo Verdone), sia nel filone detto ‘neo-neorealistico’ (rappresentato da film anche drammatici come Cuore cattivo o Questione di cuore) si spiega anche con questo .» 1 Così Paolo D’Achille, al portale Treccani nello speciale Italiano e dialetto a Roma, fotografa e sintetizza la percezione del romanesco nella città e nel resto del Paese Anche sulla scorta di queste considerazioni, chi scrive ha allargato (Viviani 2016) il campo d’investigazione all’affiorare di tratti romaneschi in ambiti scritti e trasmessi non ancora o marginalmente toccati dagli studi (il doppiaggio dei Simpson, una serie di biglietti augurali, la comunicazione politica via blog di Beppe Grillo, facebook), constatando: a l’emersione di una flebile ma costante tendenza a emanciparsi dall’esclusivo tratto scherzoso-popolaresco-ricreazionale in favore di una sempre più netta marca di veridicità espressiva (di contro, le più volte, alle presunte pastoie dello standard) b un robusto allontanamento dall’assioma che associa, fuori dai soli usi poetico-nostalgici della Roma che fu, il dialetto alla bassa diastratia sia di chi produce e pubblica i contenuti, sia di chi ne fruisce Il romanesco militante de La Scienza Coatta Andrea Viviani 52 Allontanamento che diviene ferma emancipazione alla pagina facebook La scienza Coatta - LSC Pagina Ufficiale | La scienza che te dico fermete . 2 Gestita (dal 1° marzo 2015), come dichiarato agli apparati informativi 3 , dal fisico e giornalista Sandro Jannaccone, si propone, in obbedienza a questa declaratoria: «Il vero motore della Scienza, quello che spigne gli scienziati a sfrugugnà le cellule, a sfrantumà la materia e a spizzà in tutti gli angoli dello spazio-tempo è uno solo: la prepotenza .-/ Ce stanno modi e modi de parlà de scienza .-/ Noi ciavemo quello giusto», di offrire alla pubblico profili biografici di scienziati celeberrimi e meno noti, del passato e del presente, e varia attualità scientifica- in chiave di scherzosa rielaborazione di contenuti sempre, però, più che attendibili sotto il profilo del rigore scientifico Eccone un campione 4 : «BARBARA ‘Pannocchia’ McClintock / «E sto settembre com’ è iniziato? / . . .co’ maiS na gioia» 5 / [Barbie occhiarcielo McClintock] / «Perché ho deciso de studià le pannocchie? Artra domanda? » / - [Barbie McClintock] / [Pe dilla tutta: oggi ce lasciava paceallanimasua Barbara McClintock, biologa e genetista statunitense Nell’ anni cinquanta co’ esperimenti su ‘e pannocchie de granturco t’ha scoperto popo che l’esistenza dei TRASPOSONI, dei ciocchi de DNA che ponno spostasse da ‘n cromosoma all’altro, ‘dei geni saltellanti’, ampratica quelli che te fanno cambià er colore dei chicchi de mais, cioè che te creano ‘e mutazioni I risultati sgravati der lavoro suo furono pubblicati su ‘na cifra de riviste ma ‘a reazione da’a comunità scientifica non fu tipo ‘Oddio zì fèrmete oh oh oh sta cosa cambierà tutto’, no, popo che se credevano che Barbarella stava a cazzarà Capito sì? Quelli se pensaveno ancora che er genoma se ne stava fermo e figurate se stavano a crede a lei che era ‘na donna / Peffortuna che poi hanno smesso de ragionà co’ la pannocchia e ner 1983 j’hanno dato er Premo Nobel pa’a Medicina pe ‘sta scoperta E allora pop-corn pe tutti ‘Cor buro sò ‘n zucchero’ je piaceva ripete] / La Scienza Coatta cià i GENI giusti / (Barbie in versione inizio settembre[…]] […] [didascalia: QUESTA COR BURO / È ‘N ZUCCHERO / BARBARA PANNOCCHIA MCCLINTOCK]» L’immagine, corredata da una didascalia che illumina un (presunto, o desunto da chi lo ha scelto) aspetto delle peculiarità caratteriali del perso- 53 Andrea Viviani Il romanesco militante de La Scienza Coatta 53 naggio offerto all’attenzione, è parte affatto trascurabile dell’impianto della pagina perché gioca la sua efficacia nel rimando sapido tra le suggestioni evocate dal personaggio (le più volte; meno spesso il tema o l’accadimento scientifico alla ribalta della cronaca nazionale o internazionale) iconizzato e le didascalie, e sarà una costante di tutti i post Interessante che le peculiarità siano poste in rilievo a confronto anzitutto con capisaldi linguistici: qui lo scempiamento della vibrante in buro, poi tematico-esperenziali (qui più propriamente cinematografici) del mondo romano e romanesco: è ’n zucchero il prosciutto forzosamente offerto a un basito Carlo Verdone da Mario Brega nel film Borotalco del 1982 Non deve sorprendere la continuità: non si creda che i 35 anni trascorsi abbiamo marcato oblio o iato generazionale: questa e innumerevoli altre modalità espressive del film, come buona parte di quelle della filmografia di un’altra colonna della comicità romana, Alberto Sordi, sono ancora ampiamente in uso persino a valenza d’antonomasia: tutto ciò che è buono, a Roma, è ’n zucchero, anche se salato, e Albertone, com’è noto ai più l’attore, è appellativo (tra i tanti) alla pagina di Albert Einstein: «62 anni fa ‘a segretaria de Albertone Einstein scriveva sull’aggendina che alle 01: 25, er suddetto baffo umido schiodava pessempre da sto monno ‘nfame» (18 aprile 2016); si impiega un sintagma che immediatamente richiama a occhi romani la celeberrima canzone Roma Capoccia (der monno [i]nfame, per l’appunto) di Antonello Venditti e che ha anch’esso, nella sua immutevole cristallizzazione, ancora valore d’antonomasia Il mondo romano e romanesco è in costante sottotraccia Anche larvatamente, forse anche per suggestioni inconsce: ancora, lo stilema già incontrato [p[é] dilla tutta ricorda pé falla corta / pé falla breve de La società dei magnaccioni Diverso perché ben consapevole l’impiego sistematico dei soprannomi Vero must dell’identità romana 6 , oltre che nella modalità appena vista col baffo umido di Einstein, si concretizza e ricorre sovente alla pagina attraverso lo schema nome di battesimo + soprannome + cognome; si tratta di una struttura particolarmente interessante, perché fonde tradizione di soprannominazione romana e tifo calcistico 7 : per restare al nostro, ecco «Alberto Chiamarsi Bomber Einstein» (14 marzo 2016); è anche però una struttura aperta a modifiche e integrazioni alla bisogna: poco sopra, a rendere l’espressione che accompagna la risposta seccata della scienziata, il nome di battesimo si fa ipocoristico vezzoso ed ecco collocato il nuovo elemento soprannominale di «Barbie occhiarcielo McClintock», con romanissimo rotacismo della laterale e univerbazione della sequenza Univerbazione che ritroviamo insistita nel corpo del testo a quasi lessicalizzare elementi sintagmatici/ polirematici fusi forse, e anzitutto, dalla pronuncia: «paceallanimasua» (in realtà c’è aferesi di e: ma come evitare, se cassata, la resa velare di c innanzi ad a ? ), ampratica [in pratica], peffortuna; ed è Il romanesco militante de La Scienza Coatta Andrea Viviani 5 4 interessante il profilarsi di questa para-fraseologia, perché conferisce al testo, senza sconvolgerne la sintassi, un andamento ritmico originale rispetto alle consuetudini dello scritto ingessato di genere (il profilo bibliografico: lacertispia della frequentazione sono lo stilema appositivo tutto nominale […] biologa e genetista statunitense e il passivo in passato remoto furono pubblicati), del tutto mimetico delle cadenze del parlato 8 L’impianto sintattico e testuale è solido, a riprova di competenza e abitudine alla scrittura giocoforza, stante anche il titolo di studio, in italiano, e il tenore è allo stesso tempo scherzoso e culto: intenderà soppesati, quando scrive «I risultati sgravati der lavoro suo […]? » Non è cosa da poco, che il lettore colto ma non specialista non comprenda; si noti tra l’altro, quanto a cose di Roma, la posposizione così tipica del possessivo Già alle primissime battute, il post bene esemplifica quanto gli strumenti tecnici di riproduzione grafica dei tratti romaneschi siano alla pagina ampiamente perfettibili: ...co’ maiS na gioia difetta dell’apostrofo per l’aferesi, non di quello del troncamento; e però due volte, nel testo e nella didascalia che accompagna l’immagine, l’apostrofo appare correttamente con ’n zucchero . 9 Difetta anche di doppia g e jod, la resa fedele ai suoni: non difettano però altri mezzi di messa in rilievo dell’elemento spiritoso: la s maiuscola, qui per certo non intesa, come a certa tradizione, sonora Se non sempre ineccepibile, la fedeltà ‘ortografica’, lo si deve a difetto di capacità, per condizioni ostative insite al sistema grafematico, o alla scelta stilistica In effetti, si contano sulle dita di una mano le doppie g come questa, in un post non biografico: «INDOVINELLO COATTO DE SCIENZA COATTA MEN- TRE DIGGERITE L’ABBACCHIO COATTO E L’OVETTO DE CIOCCO- LATA COATTO» (28 maggio 2017), e neanche abbondano le doppie b: è sistematica l’oscillazione, in rapporto due a uno, Nobel/ Nobbel, tre a uno [Premio] Nobello/ Nobbello (se epitesi o resa canzonatoria della locuzione No[n] è bello) non è dato comprendere alla lettura); tra le occorrenze di doppia b non stonerà riportare questa, e con lei l’intero post, omaggio postremo: «La Scienza Coatta / «Oh, ma du’ linguine ar volo se le stamo a magnà? » / [Tullio De Mauro] / . .ma n’era finito sto dumilasedici anfamone? / ‘N saluto affettuoso ar DeMa, linguista, professore universitario, saggista, ministro daa pubblica istruzione, quello der vocabbolario che ciai in bella vista sua mensola de camera tua, uno che ce credeva n’aa lingua italiana e n’ha mai smesso de studialla Uno che credeva anche ner dialetto, nea sua espressività, spontaneità e affettività Se quarcuno je diceva che er dialetto era morto, come minimo je faceva cascà ‘a L I N G U A / Daje Tullio .[…] / La Scienza Coatta in che lingua v’ee spiegamo ‘e cose noi? (5 gennaio 2017)» 55 Andrea Viviani Il romanesco militante de La Scienza Coatta 55 Si notano l’accorciamento scherzoso DeMa a mo’ del Dibba per l’esponente politico Alessandro di Battista, il gioco lingue/ linguine, il vocabbolario, appunto, con due b, l’univerbazione anfamone passata a valere aggettivo, l’idea del crederci romana, cioè esser convinti della bontà di qualcosa; della necessità di insegnarla quale strumento di promozione e integrazione sociale, mi permetto di elicitare dalla sintesi, che vale anche per il dialetto e la dotta triade delle sue qualificazioni: espressività, spontaneità e affettività, a illuminare la retorica domanda della chiosa e far manifesti alla ovvia risposta in dialetto il puntello ideologico e la nobile ascendenza dell’intera iniziativa LSC L’attenzione alla corretta e calzante fraseologia è massima, e massiccio ne è l’impiego per tutta la pagina Elemento tradizionalmente poco investigato perché non frequentissimo nelle scritture e di difficile gestibilità nel parlato, che qui sovrabbondi si rivela fatto molto utile perché specchio di tendenze sempre più marcate nei codici linguistici romani sia in conglomerazione (anfamone, e le altre più sopra) sia, come da tradizione, analiticamente Al post McClintock, su 165 parole totali troviamo: dilla tutta, due popo che, ’na cifra de, tipo ‘Oddio zì fermete oh oh oh’, se credevano, Capito sì, se pensaveno, figurate se, il neo-conio ragionà co’ la’ pannocchia (si noti, qui, la mancata articolazione: l’italiano regionale di Roma ha invece cólla); è un quantitativo ingente, e testimonia in maniera piuttosto fedele l’andamento spontaneo (qui per forza di cose riflesso, trattandosi di scrittura: ecco il potenziale d’interesse rispetto a una trascrizione di registrato spontaneo) di un pensante romano Quanto a tipicità, il lessico monorematico non ha nulla da invidiare a quello polirematico: si sarà notato cazzarà, che vale bighellonare, ‘non fare sul serio’; ma c’è spazio, nell’impiego a coloritura del lessico, anche per accattivanti neoformazioni quali ciaone e grazione Già ampiamente diffuso a Roma il primo, a valere essenzialmente addio: «[…] ciaone Augustus Edward Hough Super Hooper Dooper Love Love Love, che giusto giusto 77 anni fa se n’annava da sta valle de lacrimoni pe annà a coltivà carciofi, ravanelli, insalata e piselli in sur le nuvole […]» (5 giugno 2017), e/ o presa di distanza anzitutto emotiva, poi situazionale: «[…]a ‘na certa popoche scapocciò se chiuse a casa […] e disse mezzo ciaone a tutti» (27 marzo 2017; notevole l’accostamento mezzo e accrescitivo), mi pare di più recente conio, stante la primazia cronologica del post, il secondo: «Un grazione a Legambiente Mondi Possibili, a Daniele Parisi e Associazione di promozione sociale Tavola Rotonda» (23 giugno 2016) Interessa però più Il romanesco militante de La Scienza Coatta Andrea Viviani 56 l’attestazione del recente sopravanzare all’uso romano dell’accrescitivo -one: alla nostra pagina produce, oltre allo scontato e panitaliano auguroni, sondaggione (29 marzo 2017), fumettone (29 marzo 2017) e fugone (5 dicembre 2015) così affiancando, come già in ciaone, al significato letterale della base inflessioni di senso rispettivamente di entusiastica adesione, alta qualità dei contenuti e clamorosità/ subitaneità (si noti la mozione rispetto alla base fuga) e testimoniando la vitalità della pulsione romana alla neologia 10 per risemantizzazione e l’impiego di strumenti, come la (potenziale) derivazione per alterazione, tutti interni al sistema (a ben considerare, è processo speculare a quanto già accaduto con i diminutivi -ello, -etto, ecc .) Non si perita poi la pagina, ed è apparato che ricorre in calce ogni post (sopra omesso per disquisirne qui), di romaneschizzare l’angloamericano sempre ostentato, invece, a mo’ di gergo iniziatico tanto dagli operatori professionali quanto dai semplici utenti di Information Technology e social networking: «Seguice su: - sitarello: - http: / / www .lascienzacoatta .it/ - negozietto: - https: / / worthwearing .org/ store/ la-scienza-coatta - feisbu: - facebook .com/ LaScienzaCoatta - tuitte: - https: / / twitter .com/ ScienzaCoatta- #scienzacoatta - istagram: - https: / / instagram .com/ la_scienza_coatta/ - IuTiubb: - https: / / www .youtube .com/ channel/ UCO0ue WyPe4u4zILeCc7y91Q» Assieme al calco di seguire, parziale neo-risemantizzazione, romanesca qui per e del clitico, sitarello e negozietto sanno di Roma per alterazione in un caso a quasi neologia 11 , nell’altro a trasposizione al virtuale del lessico di quartiere 12; feisbu rende per grafemi autoctoni, come IuTiubb 13 , pronunce che scalzano qui, nessi e grafemi foresti; nello stesso solco tuitte, con una e risultato della caduta della vibrante e non epitetica; almeno, non nella percezione: manca difatti sia a istagram, italianizzato nella semplificazione del nesso -nsma non promosso alla forma possibile ma improbabile - specie perché muoverebbe l’accento - *istagramme, sia a quella più plausibile ? Iu Tiubbe; è interessante, come soluzione non esperita, perché assente a una etichetta che si ripropone a ogni post, valida il sentore di regresso del tratto sia in diacronia (età bassa), sia in diastratia (cultura alta) La scelta del dialetto è ben ponderata e riflessa; assieme al precedente manifesto anti-globale, ancora più significativo per parte di chi, scienziato del nuovo millennio, non può non conoscere più che bene la lingua inglese, lo testimonia l’intervento ‘editoriale’ a motivazione di una scelta ortografica in risposta a un commento censorio in calce a un post (18 aprile 2017) 14 la cui immagine presenta la didascalia ‘EDDAI AMÒ / CIÒ BISOGNO DER MIO / SPAZIOTEMPO’: 57 Andrea Viviani Il romanesco militante de La Scienza Coatta 57 «E .A la grammatica piange . . ‘ciò’ è pronome dimostrativo mentre la frase richiede il verbo avere e quindi ‘c’ho’ 18/ 4/ 2017 [2: 45pm] LSC me dispiace zì, ma ner romanesco er verbo avere è ‘avé’ (apocope con accento acuto) Addirittura nel parlato e scritto l’uso del verbo ‘avé’ è quasi completamente sostituito dal verbo ‘avecce’, usato per sottolineare possesso Come scrivevano er Belli, Trilussa, Pascarella, il verbo ‘avecce’ se declina proprio così, io ciò, tu ciai egli cià . . . [3: 08pm] E .S .-Oltretutto l’elisione in «c’ho» andrebbe letta come è scritta, quindi «cho» / La crusca ovviamente ricorda che la forma corretta è sempre «ci ho», che può essere contratta in pronuncia, mentre nel vernacolare è consentito usare «ciò», anche se sarebbe preferibile, seppur ormai obsoleto, usare la i lunga: cjò / In ogni caso ciaveva raggione er baffo [3: 20pm] E .A .-Ok capito però Trilussa, che è stato citato, l’acca ce la metteva (scriveva ch’ho) LA CONSEGNA DER PORTIERATO [ . . .] Che fo er portiere qui, sarà sicuro dicidott’anni . . Embè, pe’ quanto sia ch’ho trôvo un sito mejo, t’assicuro che me ce piagne er core d’annà via DIALETTO BORGHESE [ . . .] / E lei che fa de bello? — E ch’ho da fare? — Ho inteso dire dalle figlie mie che scrive li sonetti . . [3: 23pm] E .S .- Che ho da fare? / Ch’ho da fare? / Se la leggi dura, rende l’idea di come è voluta l’elisione per rendere la fonetica del colloquiale [3: 28pm] LSC- «ChE ho da fare» / Tratte da: Dialetto borghese / Parla Maria, la serva . . / Pe’ cento lire ar mese che me dànno / io je lavo, je stiro, je cucino, / e scopo, e spiccio, e sporvero, e strufino / che quanno ch’è la sera ciò l’affanno […] [3: 33pm] C .C .-Discussione di un certo livello da sti pizzi è? [9: 24pm]» Al di là del merito delle argomentazioni (è ‘grammaticale’ lato sensu, la questione; non viene risolta e, tra l’altro, nessuno rileva che AMÒ con accento grave è passato remoto e non vocativo apocopato), va detto che il tratto è coerente per tutti i contenuti della pagina (persino alla declaratoria: ciavemo): ben ponderata, quindi, e difesa a spada tratta (e piglio piccato) la scelta anche quando messa in dubbio e contro-argomentata da avventori che si espongono in chiaro, con nome e cognome; ancora, notevole che si citino da subito e con disinvoltura come auctoritates i poeti vernacolari e le loro prassi editoriali, a un tempo stesso tradizione e pietra di raffronto per un codice che ambisce qui alla permeazione in spazi radicalmente altri per con- Il romanesco militante de La Scienza Coatta Andrea Viviani 5 8 tenuti e modalità espressive: sintomatico, in proposito, il tenore dell’ultimo (e ben distante: sei ore dopo il precedente) commentatore (che confonde, però, copula e interiezione) Come visto, però, non sempre a tanta dichiarata e fervente attenzione fa seguito competenza tecnica di corretta resa per grafemi: oltre alla problematica aferesi 15 , di rado rimarcata come si converrebbe via apostrofo 16 , stanno altre imprecisioni tutto sommato perdonabili in virtù di difficoltà di resa che impegnano e non poco anche gli specialisti 17 È il caso dell’immagine di copertina della pagina, dove al logo della celeberrima NASA (National Aeronautics and Space Administration) l’acronimo è reso, volendo alludere alla pronuncia romanesca dell’enunciato NON LA SA, con NA ’A SA: si fondono congiunzione e clitico, e l’apostrofo che marca il dileguo della laterale per paradosso spezza la resa intensa della vocale; giusta trascrizione, anche a motivare la sola n superstite dell’intera congiunzione [NO]N, sarebbe piuttosto stata ‘N AA SA La mancanza di sistematicità e metodo, se da un lato testimoniano attenzione non ossessiva (genuina, quindi: l’ortografia è in second’ordine rispetto all’urgenza comunicativa e la vis creativa), dall’altro rendono questi documenti testimoni su piani diversi da quelli della mera, forse chimera, rappresentazione dell’uso linguistico di una comunità; anche, parlano della probabile co-esistenza, nonostante quanto dichiarato alla pagina, di più teste pensanti e mani scriventi Lecito domandarsi, a fronte delle esemplificazioni fin qui offerte, se lo scopo dell’impiego del dialetto non sia tutto sommato ancora e al di là delle dichiarazioni d’intenti tradizionalmente solo ludico La risposta è no Meglio: non soltanto Ed è palese già, assieme all’icona di Galileo alterato nel celeberrimo gesto capitolino della mano a cucchiara 18 , alla scelta del nome della pagina: solo apparentemente ossimorica, la combinazione di scienza e attitudine coatta (coattanza, riportano altri post; di recente conio, è alternativa a coattaggine, che va scalzando) vale a rimarcare, emancipando il termine coatto dalla convenzionale taccia deplorevole cristallizzata dal personaggio di Ivano interpretato da Carlo Verdone nel suo Viaggi di Nozze del 1995 e di lì radicata nell’immaginario (non solo) romano attraverso il sintagma Ivano&Jessica = coppia di coatti, la vis non più solo tradizionalmente anticonvenzionale e canzonatoria fino allo sberleffo della comunità romana ma: a antielitaria: «FUORI DALLA TORRE D’AVORIO - Dibattito sul rapporto tra scienza e società / […]l’ Associazione di promozione sociale Tavola Rotonda presenta La Scienza Coatta- live- ‘Pe Dilla Tutta’ / Storie di scienza papale papale Aneddoti e biografie in romanesco dei maggiori eventi e personalità della storia della scienza accompagnati da immagini ironiche e dissacranti / […]» (1 giugno 2017); dissacranti; e dissacrare parrebbe tra gli scopi, soprattutto in chiave di vis 59 Andrea Viviani Il romanesco militante de La Scienza Coatta 59 b antiaccademica, intesa quale possibile alternativa ai cliché orbitanti attorno alle figure di donne e uomini di scienza e studio; il prediletto (a buon titolo) è proprio Albert Einstein, eletto campione delle virtù che suoni e parole di Roma dovrebbero aiutare a veicolare; ecco esteso il post dal quale abbiamo già attinto per un suo soprannome: *** UN SALLUSTIO AR MUSTAZZONE *** / «Dio mi ha dato la cocciutaggine di un mulo e il fiuto di un buon segugio» / ( de sicuro avrà provveduto pure dabbasso [N .d .A .]) / [Albert «er cobra nun è un serpente» Einstein»] / «Totti a me ha dato più di qualunque scienziato, più de Gauss » / [Albert Einstein mezzo pe’ davero] / (Pe Dilla Tutta: 62 anni fa ‘a segretaria de Albertone Einstein scriveva sull’aggendina che alle 01: 25, er suddetto baffo umido schiodava pessempre da sto monno ‘nfame E pensà che poche ore prima ancora te stava ‘nchiodato aaa ssedia a buttà su carta tutte equazioni de na teoria che sicuro SBODOBO ./ E’ stato forse il più grande COATTO der secolo scorso / All’età di 26 anni: / - te dimostra ‘a validità der concetto de QUANTO de energia nell’ambito daa spiegazione dell’effetto fotoelettrico dei metalli (que ‘eeffetto che se manifesta quanno un metallo esposto a onde luminose o a radiazione elettromagnetiche te emette particelle elettricamente cariche) / - formula ‘a teoria stocastica der moto browniano nella quale te studiava er comportamento di una particella de medie dimensioni da potè esse vista ar microscopio mentre che veniva bombardata da molecole de un gas o un liquido / te formula ‘a teoria daa relatività ristretta, rivoluzionandote la visione doo spazio-tempo Poi nun contento er 4 novembre 1915 quer mostro de coattanza de Arbertone ‘Baffo Umido’ Einstein se ne uscì cò ‘na cosetta che sto articoletto che se chiamava ZUR ALLGEMEINENE RELA- TIVITÄTSTHEORIE, che pe chi nun ciancicà er Crucchese vordì ‘Su’a Teoria daa Relatività Generale’ Che te dice, che te fa? Er Mustazzone t’ha buttato giù st’equazioni che t’ammischiano insieme er campo gravitazionale, ‘a densità, l’energia, ‘a pressione e ‘na cosa che se chiama CURVATURA DOO SPAZIOTEMPO Che vordì? Vordì che come quanno io te tiro ‘ndestro ‘nfaccia te ammischio e deformo i connotati, ao stesso modo ‘a massa fa caciara nell’Universo e te lo deforma tutto come si fosse de pongo / Nel 1921 vince er premio Nobbel paa Fisica paa scoperta daa legge dell’effetto fotoelettrico Sciapò Albé, nun finisci mai de stupicce, soprattutto quanno ner 2016 se confermano ‘e doti Il romanesco militante de La Scienza Coatta Andrea Viviani 6 0 tua da surfista gajardissimo sulle onde gravitazionali che shalala-lala shalala-lala un’artra vòrta un’artra ondaa shalala-lala shalala-lala aaancora ce stupiraaai*] / La Scienza Coatta- e la gravità daa faccenda / [l’ appuntino daa segretaria in sur fojetto: […] / - *Er Baffo e le onde gravitazionali: […] / Si ve siete persi gli episodi der Baffo cor Capitano, ‘i trovate qui: […] (18 aprile 2017) Tanta è la messe di fatti di cultura romana e lingua da correre il rischio di renderne pedantesca e accademica (mai abbia a essere) l’elencazione; per i secondi mi limito a indicare, riducendo all’essenziale il commento, sallustio per saluto, riverbero del celeberrimo «Er Faina ve sallustia» con cui il video blogger romano e romanescofono Faina chiude le sue tirate contro il malcostume capitolino alla sua pagina facebook; il culto e inatteso dabbasso; una delle rare rese della g intensa: aggendina; l’univerbato e assimilato pessempre; sicuro a valore avverbiale; l’ideofono (ossitono, anche se manca d’accento) SBODOBO a valere (da solo) ‘avrebbe sbaragliato/ lasciato di stucco tutti’; stocastica che echeggia ben altra esclamazione (’sto cazzo! ); l’univerbato vordì: caciara, paa ‘per la’; stupicce per ‘stupirci’, sciapò (a timbro invertito) per ‘chapeau’ (anche i nessi francesi, soccombono); quanno assimilato; gajardissimo con jod e superlativo - jod che ritorna in sur fojetto, assieme al rotacismo della laterale qui e triplo al precedente ‘un’artra vòrta un’artra onda’, con vòrta chissà perché accentato (innaturale, a un romano, la pronuncia chiusa della o); il sublime gioco di parole gravità daa faccenda (il riferimento e alle onde gravitazionali); il singolare ma conforme al dialetto scambio di vocali in Si ve siete persi […]; ’i per li Quanto ai fatti di cultura romana, è da rimarcare la citazione, a immaginifica frequentazione e familiarità tra i due, di Francesco Totti, cui altra qualificazione non si offre (mentre Einstein a questo solo post di soprannomi ne ha ben quattro: Mustazzone, Albert ‘er cobra nun è un serpente’ Einstein, baffo umido/ Baffo ‘tout-court’, Albertone) se non l’antonomasia Capitano; perché è presente, qui e insistitamente alla pagina, Francesco Totti? Non è (solo) questione di tifo o appeal per gli utenti (tutt’altro che solo romanisti) della pagina: in ballo c’è la ridefinizione, ancora, di coatto e coattanza in una dimensione complementare ma non dissimile da quella di Einstein (sopra: «È stato forse il più grande COATTO der secolo scorso»): il genio, inteso come dotazione di pensiero, di carica umana e caratteriale che sola può condurre all’eccellenza a prescindere, mi si perdoni l’involontario gioco di parole, dai campi d’applicazione S’è sentito il bisogno di esplicitarlo, questo parallelismo; ed ecco il dialogo immaginario tra i due: 61 Andrea Viviani Il romanesco militante de La Scienza Coatta 61 «TOTTI GENIO dialogo con Einstein / *** ER BAFFO COR CAPITANO *** / ER GENIO / « Albertone: Oh Francé Francesco Totti: Oh Albé, dimme / A: Sto nervoso… o meglio… me sa popo che me rode . . / F: Dimme che ciài, probblemi caa teoria tua Albé? / A: No, n’è quello, er probblema n’è la fisica, co lei er rapporto è bbono F: Allora che d’è? / A: Ciò probblemi caa gente Caa gente che sta ‘ar passo coi tempi’ che te vò spiegà come stanno ‘e cose, che ste cose vanno veloci e devono da annà veloci, che je devi annà appresso ./ F: Che te dice che devi core e che ce stanno que’i giovani che la cosa che fai te la sanno fà mejo, vè? / A: Esatto, che te dice che naa scienza devi core, che devi dì pefforza la tua, devi capì tutto subito e che sennò vordì che nun ce stai a capì gnente e che te devi fà da parte / F: E che pure naa scienza dice che er futuro è di chi core de qua e de là e che nun se sà dò và? / A: Esatto, tipo ce sta uno che dice che ha capito tutto e che tanto la teoria mia è finita, non serve a gnente e nun servirà mai a gnente E’nvece co’ la teoria sua dice che se capisce tutto e tutti pare che je danno raggione-/ F: E magari cià pure raggione / A: Anfatti, e magari cià pure raggione e io me devo solo fà da parte… / F: Forse è così Albé, forse anacerta, quanno uno la sua teoria l’ha scritta se deve pure fà da parte…-/ A: Eh si, però… / F: Però… / A: Però poi capita che sti ggiovani, o che se credono ggiovani, questi ch’hanno capito tutto der monno, questi qua finisce che ariva er momento che nun ce stanno a capì un cazzo, che stanno ner pallone, che pare che tutta la teoria loro nun funziona più e che nun sanno che pesci pija e stanno a tirà giù tutti i santi ad uno ad uno Ecco capita che sti qua, disperati, te vengono a chiede na mano… / F: E che fai nun gliela dai Albé? / A: J’aa dai, j’aa dai Arrivi là, spizzi la situazione, capisci che c’è da fà, prendi er pennino e er calamaio… Du tocchi e j’hai risolto tutto In un secondo da che nessuno ce stava a capì un cazzo tutto torna chiaro Co du tocchi ./ F: Du tocchi e j’hai risolto tutto .-/ A: E allora giù che te adorano, che dicono a tutti che sei er mejo, che quanno t’hanno dato giù era pe stimolatte, era pe scherzà, ma figurate se parlavano sur serio E tutto quello hai passato te pare che n’era gnente e alla fine li perdoni a sti ggiovani .- / F: Ma allora Albé che problema c’è? - / A: C’è che poi er giorno dopo, questi c’hanno capito tutto, tornano a capì tutto e nun se rendono conto che dovrebbero strappasse la lingua e cavasse l’occhi, ch’ormai quaa lingua e que’i occhi hanno fatto Il romanesco militante de La Scienza Coatta Andrea Viviani 62 tutto quoo che c’era da fà / F: E cioé? / A: Urlà er nome e vedé er tocco de un Genio, der Capitano, de Francesco Totti » / La Scienza Coatta Due cose so infinite: l’Universo e ‘aa Maggica / L’artri episodi: ER BAFFO COR CAPITANO I - […] / ER BAFFO COR CAPITANO II - […] / ER BAFFO COR CAPITANO III -[…] 19 / [didascalia: ER BAFFO COR CAPITANO / ER GENIO]» Mi limiterò a sottolineare la resa qui insolitamente sistematica della doppia g: raggione, ggiovani, Maggica (antonomasia per la Roma), il mancato apostrofo in Due cose so infinite […] e la sovrabbondanza, per contro, d’accenti in nun se sà dò và? , l’univerbato anacerta Oltre al palese atto d’amore per entrambi i protagonisti, spicca l’accuratezza della costruzione dialogica: fluida, a riprova di familiarità con la scrittura, d’impianto ancora italianeggiante per testualità e sintassi stanti le numerosissime concessioni alla fonetica e altri vezzi lessicali e fraseologici (si provi a tradurre, a deromaneschizzare: lo standard vien da sé); ma il dato oltremodo interessante è l’accostamento, quell’essere alla pari reso plausibile da un carattere per l’uno ricostruito dalla storia, per l’altro offerto dalle cronache calcistiche e umane I due condividono, nemmeno troppo forzatamente, un codice linguistico (e valoriale) pensato connaturato a entrambi; anche, condividono l’infinitezza, secondo lo slogan poco sopra, di ciò che uno ha contributo a disvelare, l’altro a far amare; anche condividono la generosa bonomia tutta romana verso i meno dotati: dei giusti: «[A: ] Ecco capita che sti qua, disperati, te vengono a chiede na mano… / F: E che fai nun gliela dai Albé? / A: J’aa dai, j’aa dai» Un’incursione al loro sito 20 svela, in calce a un contenuto di cui non è dato conoscere l’altezza cronologica, che «La Scienza Coatta è divulgazione scientifica in romanesco»; alla sezione STORE (non più negozietto), il concetto è approfondito: «La Scienza coatta è un progetto di divulgazione scientifica e umorismo in romanesco dell’APS Tavola Rotonda Fondato e capitanato (come Francesco pe capisse) da un trio di menti scoppiettanti prestate alla scienza e mai restituite L’idea è semplice: il vero motore della Scienza, quello che spigne gli scienziati a sfrugugnà le cellule, a sfrantumà la materia e a spizzà in tutti gli angoli dello spazio-tempo è uno solo, la coattanza / Fleming ha scoperto ‘a penicillina perché aveva studiato, ma anche perché era annato ‘n vacanza e aveva lasciato er labboratorio zozzo Newton, pe’ capì come funzionava ‘a vista, se ‘nfilò ‘n ago nell’occhio senza dì né a né ba I protoni che se movono dentro ‘n 6 3 Andrea Viviani Il romanesco militante de La Scienza Coatta 6 3 acceleratore de particelle diventano maghine che piottano e se sfragnano ‘A teoria daa probbabbilità è er sistema più gajardo pe’ piazzà er picchetto Galileo, Higgs e Feynman so’ i re degli sgravoni / La nostra sfida è mostrare che la scienza e gli scienziati non sono quel mondo ovattato, serioso, accademico e impenetrabile che molti credono Lo facciamo provando a raccontare oltre i concetti scientifici, anche le vicende umane e gli aneddoti più curiosi, forte e chiaro, senza filtri I ricercatori imprecano, ridono, urlano di gioia Il lato verace, genuino e coatto della ricerca non lo portiamo noi nella scienza, c’è già / Ce stanno modi e modi de parlà de scienza / Noi c’avemo quello giusto» Il giusto modo di parlar di scienza è, come riporta una delle t-shirt al merchandising 21 , citazione di Galilei; come rimarca lo staff: «‘Parlare oscuramente lo sa fare ognuno, ma chiaro pochissimi’[ .] Galileo Galilei parlava così della scrittura di Torquato Tasso nelle ‘Considerazioni al Tasso’ Oltre ad essere una testimonianza della cultura umanistica der GaliGali, questo commento mostra chiaramente l’attenzione e la centralità che per Galileo aveva la forma nella comunicazione Ma allora perché gli scienziati se lo sono scordato? » Si notino più sopra la fluidità del code-switching, qui la chiosa vernacolare del verbo pronominale Lato verace, genuino e coatto, è detto, e in quest’ordine; si scopre (per quanto già sospettato all’oscillare delle scelte di resa grafica: qui probbabbilità e c’avemo scombinano il quadro e anche maghine, finora unica sonorizzazione, per quanto stereotipa al lemma-bandiera) che le menti sono tre, che l’iperonino degli scopi è la divulgazione e si ha riprova, quanto a antielitarismo e antiaccademismo, dell’intuizione argomentata coi post sopra; con un salto di qualità, alla luce di queste ultime dichiarazioni: l’impiego del dialetto si fa proponimento ideologico In questa direzione vanno i molteplici eventi propagandati alla pagina: ecco allora che in contatto con le realtà istituzionali e di ricerca del territorio si organizzano, con loro e altri ambienti, anche eventi sociali Uno colpisce perché prima attestazione, parrebbe proprio, del lessema arrosticinata e testimone della penetrazione non più solo commerciale (sono già due al quadrante Est i locali di ristorazione della neo-catena L’arrosticinaro) alla Capitale- dell’arrosticino (qui- + -ata, sul modello braciolata): «PE DILLA TUTTA Live - Immunologia Coatta + ARROSTICINATA di autofinanziamento! / Dalle ore 20 .00 vi aspettiamo […] per una serata all’insegna della scienza e per cenare Il romanesco militante de La Scienza Coatta Andrea Viviani 6 4 tutti insieme […] Immunologia Coatta&Arrosticini! » (30 giugno 2017) Altri eventi hanno taglio più in linea con la mission del gruppo, come questo riportato da adnkronos il 14 agosto 2017: «Scienza Coatta in salsa romanesca sul palco di Festambiente / Da Margherita Hack a Galileo, passando per Copernico e Hubble, raccontati da ‘Scienza Coatta’ / […] Ferragosto scientifico in versione romanesca E’ la proposta di Festambiente, il festival nazionale di Legambiente in corso a Rispescia (Grosseto), che ospita-‘La Scienza Coatta’, fenomeno social con una pagina Facebook da oltre 95mila fan che dal 2015 rivisita la divulgazione scientifica Presentatori della serata, Roberta Miracapillo e Alessio di Addezio / ‘Astronomica’ è il titolo dello spettacolo-in scena domani alle ore 22, una raccolta di aneddoti comici in romanesco sull’universo per un viaggio tra le stelle che racconterà i protagonisti dell’astronomia, da Margherita Hack a Galileo, passando per Copernico e Hubble: storie di scienza ‘papale papale’ e biografie dei più importanti nomi della scienza accompagnati da immagini ironiche e dissacranti / A raccontare le storie sono direttamente loro: Rita Levi Montalcini (la cui fondazione omonima ha appoggiato da subito il progetto), Galileo, Einstein e Mendel che, grazie allo spirito dissacrante dell’iniziativa, diventano icone pop le cui immagini e i cui aneddoti vengono condivisi in rete ogni giorno da migliaia di utenti / ‘La nostra sfida - raccontano gli autori de La Scienza Coatta è far capire, ai non addetti ai lavori, che la scienza e gli scienziati non vivono in un mondo ovattato e impenetrabile, come molti credono I ricercatori imprecano, ridono, urlano di gioia Ma il lato verace, genuino, e coatto se vogliamo, della ricerca è poco rappresentato’ ./ L’idea di Scienza Coatta è nata così: ‘Accanto all’aspetto accademico e serioso della ricerca, abbiamo pensato a quanto sarebbe stato divertente provare a raccontare anche le vicende umane e gli aneddoti più curiosi, forte e chiaro, senza filtri’ / Il vero motore della Scienza, ‘quello che spigne gli scienziati a sfrugugnà le cellule, a sfrantumà la materia e a spizzà in tutti gli angoli dello spazio-tempo è uno solo: la prepotenza Ce stanno modi e modi de parlà de scienza Noi c’avemo quello giusto’, recita la descrizione della pagina social de La Scienza Coatta» Il dialetto lascia posto all’italiano, assai saldamente posseduto, della comunicazione extra-bacino consueto: superstite, nelle parole di chi è intervistato, 6 5 Andrea Viviani Il romanesco militante de La Scienza Coatta 6 5 solo coatto, mitigato però dal se vogliamo; significativamente, il dialetto è recuperato da chi verga l’articolo in chiosa, per il qui più volte citato lacerto della pagina social Simili eventi di recitato paiono più frequenti nel passato; eccone alla pagina uno del 5 dicembre 2015: «CHE FINE HA FATTO ECTORINO MAJORANA? La Scienza Coatta- cià ‘no scoop Er fugone de Majo raccontato da uno che l’ha conosciuto pè davorio / […] Ettore ‘Dostai? ’ Majorana - La Scienza Coatta & Emiliano Valente / La biografia di Ettore Majorana raccontata da un conoscente…»; notevole la locuzione che ne richiama un’altra già dialettate: ‘pé davero’, con apocope a timbro errato ‘pè’ Più vicino ma non recentissimo è l’evento pubblicato il 22 aprile 2016: «CREASTORIA? […] Primo laboratorio de creastoria in romanesco con La Scienza Cpatta e Associazione di promozine sociale Tavola Rotonda Ecco er primo incipit, volete continuà? [trascrivo dall’immagine] Quaa mattina Arbert non ciaveva / voja de annà ar labboratorio / allora aveva arzato er telefono pé / chiamà… / Pe l’attività de li prossimi giorni spizzate l’evento […] / La Scienza Coatta Daje movete sto deretano faciòli! […] / […] / Le regole e le convenzioni delle lingue ufficiali che impariamo dietro i banchi di scuola permettono di esprimere il nostro pensiero con chiarezza e di essere compresi da un ampio numero di persone, ma niente può sostituire il rapporto con la lingua che si impara per le strade del proprio quartiere e che si parla con i propri conoscenti più intimi Con Creastoria in romanesco vogliamo esplorare la libertà e il divertimento di un racconto collettivo in dialetto romanesco: ciascun giocatore aggiungerà il proprio contributo ad una storia scritta tutta insieme che prenderà forma nel corso dell’atelier, e che verrà declamata passo dopo passo da un attore romanesco invitato appositamente per l’occasione, il tutto sotto l’occhio attento della redazione de La Scienza Coatta, la rivista online che racconta la scienza in romanesco / E mò che aspetti? Iscrivete, no? / […]» Si sarà notata l’incongruenza Primo laboratorio al testo del post, labboratorio alla trascrizione dell’immagine; all’immagine pé, al testo Pe; spizzate e movete senza accento, con il secondo disambiguato dal plurale di faciòli - che invece, accento (poco utile, invero) ce l’ha Assai significativamente, la motivazione all’impiego del dialetto proprio nel corso di un evento di scrittura creativa e collettanea è fornita sì con nitore argomentale («niente può sostituire il rapporto con la lingua che si impara per le strade del proprio quar- Il romanesco militante de La Scienza Coatta Andrea Viviani 66 tiere e che si parla con i propri conoscenti più intimi»), ma in italiano standard che solo inciampa in una (forse) pretenziosa d eufonica: ad una storia. Mi pare, in conclusione, appurato da questa carrellata quanto l’iniziativa de LSC travalichi i confini convenzionali dell’impiego a fini ludici del dialetto romanesco: lo scopo è in prima, ma non per questo esclusiva e non destinata nel tempo come visto a diluirsi sottotraccia post dopo post, istanza pedagogico nel solco, anche, degli insegnamenti di maestri dichiarati, come è parso al post per Tullio De Mauro, o volutamente sottaciuti e criptati È assai significativo che allo scopo si sia optato per il dialetto: veicolo certo, consolidato, di modi e prassi capitoline ma mai finora, fatte salve rare pulsioni latamente sociali accoste a quelle liriche tra i cantori in poesia o musica, pensato impiegato quale vettore e propulsore di know-how scientifico, partecipazione/ emancipazione sociale e, massimamente per gli animatori della pagina, cittadinanza attiva Abstract Der Beitrag präsentiert die Facebook-Seite «La Scienza Coatta (Yob Science)» Sie besteht seit 2015 und stellt, wie die Betreiber, nicht ganz ohne Ironie, selbst erklären, die einzige richtige Art und Weise dar, mit Wissenschaft umzugehen: im römischen Dialekt Der Leser findet auf der Seite biographische Profile bedeutender Wissenschaftler aus Geschichte und Gegenwart, konsequent in ‘romanesco’ geschrieben als wissenschaftlicher, mit witzigen Bemerkungen durchsetzter Text Die hier vorgelegte Analyse einiger Beispiele, die auch Elemente der römischen Kultur herausarbeitet, zeigt, wie alternative Ansätze zum wissenschaftlichen Schreiben funktionieren können und wie problemlos sich nicht ausgebaute Dialekte wie das ‘romanesco’ dazu eignet Note 1 http: / / www treccani it/ magazine/ lingua_italiana/ speciali/ italiano_dialetti/ D_Achille html 2 https: / / www .facebook .com/ LaScienzaCoatta/ ; si noti, senza accento a marcare la proparossitonia; altrove (il 5 aprile 2017, al post di propaganda del loro internet: «ER SITO DA IMPOSTAVVE COME HOME») sarà diversamente: «La Scienza Coatta / La scienza che te dico férmete» (la barra / indica, qui e oltre, l’andata a capo) 3 https: / / www .facebook .com/ pg/ LaScienzaCoatta/ about/ ? ref=page_internal 4 Che riporto fedelmente, apice per apostrofo, virgolette verticali e altri usi erronei o refusi inclusi; casso eventuali elementi grafico-iconici a contorno e le immagini, di cui mantengo in calce le sole didascalie; casso anche, se inessenziali, i link, sostituendoli con l’indicazione della data di pubblicazione; l’andamento di consultazione e proposizione dei contenuti è, coerentemente con l’impianto tutto sincronico del presente lavoro, cronologicamente inverso: considerato che buona parte (in misura superiore ai due terzi) dei post si ripete con lievissime modifiche o aggiunte dal 2015 a oggi per ogni ricorrenza che validi il taglio biografico (anniversario di nascita e morte, fatti di rilevante 67 Andrea Viviani Il romanesco militante de La Scienza Coatta 67 cronaca scientifica), la data che indico va intesa come quella o di novella o più recente pubblicazione .67 5 Il riferimento è mai ‘na gioia, recentissimo motto auto-ironico d’origine romana e diffusione nazionale, incrociato al mais/ pannocchia oggetto di studio della studiosa cui è dedicato il post; sulla s maiuscola si dice oltre; «[…] non difettano però altri mezzi di messa in rilievo dell’elemento spiritoso: la s maiuscola, qui per certo non intesa, come a certa tradizione, sonora» (p . 2, fondo) 6 Attitudine perfettamente sintetizzata dal post in cui mi imbattei anni addietro su altra pagina di facebook: «L’AMICI TE DANNO UN SOPRANNOME E PURE TU MADRE TE CHIAMA CO[‘] QUELLO? Sei de Roma» (Viviani 2012: 379) 7 Specie quello giallorosso: http: / / www .asrtalenti .altervista .org/ index .php? a=soprannomi htm, nella tifoseria da stadio; così sono chiamati sul campo e presentati dallo speaker i calciatori della Roma quando impegnati in casa 8 Penso a eddai (cfr . qui, infra), vabbene, tuttapposto, oramai costanti nella comunicazione via messaggistica al PC e smartphone (Gheno 2017: 80-82) 9 Non però a ’n zucchero, e per due volte (testo e didascalia); quando l’oscillazione avviene nell’ambito del medesimo post vien fatto di chiedersi se a contare non sia più la dimestichezza con l’immagine mentale che si ha del lessema o sintagma dialettale che la piena consapevolezza del significato e dell’impiego del segno 10 Al loro sito (cfr . infra), anche sgravon[e], a valere ‘persona che esagera [sgrava] nei comportamenti e nelle parole’ 11 Nuovo a chi scrive, a uno spoglio su Google rivela attestazioni già al 2005 12 Non a caso ho definito (Viviani 2012) facebook la Nuova piazza ‘de Roma’ 13 Si noti l’accuratezza Alto/ basso: è così al sito e al logo, YouTube; ho qualche dubbio sulla i di Tiubb, che mi pare presente alla pronuncia solo di chi ben conosce l’inglese 14 Casso gli elementi grafici, rendo iniziali i nomi estesi dei postatori, lascio tra quadre gli orari di pubblicazione a testimonianza del tasso di coinvolgimento e della concitazione 15 Per il troncamento degli infiniti (cazzarà, ragionà) alla pagina s’è scelto, come anche nella lessicografia più recente (D’Achille/ Giovanardi 2016), l’accento; chi scrive gli preferisce, fatta salva la necessità di distinguere con -è ed -é il timbro delle anteriori, l’apostrofo, anche in virtù di sequenze, tutt’altro che infrequenti a un parlante romano, del tipo ‘E lui non capì . Ma che doveva capire! ’, dove troncando con accento s’avrebbe ‘capì’ sia per il passato remoto, sia per l’infinito apocopato 16 Ma è tendenza diffusa: nelle scritture digitali e trasmesse (per la mia esperienza, negli scambi di messaggistica whatsapp) è vera mosca bianca, specie per i dimostrativi ‘sto/ sta’ [sic], dove non aiuta l’esistenza dei composti stanotte, stamattina ecc 17 Come tra gli esempi qui di lex Porena, tra apostrofi per laterali in dileguo o riportate intense, vocali ora intense ora no e vere e proprie capriole grafematiche: Tra questi ultimi [‘tratti che caratterizzano il romanesco contemporaneo rispetto all’italiano’ e ‘che si sono sviluppati nel corso del Novecento’], il tratto più appariscente è la cosiddetta ‘lex Porena’ (dal nome dello studioso che per primo la registrò): si tratta del dileguo, in molti contesti sintattici, della laterale nei derivati da ILLE (articoli e preposizioni articolate, particelle pronominali, dimostrativi): -’a casa-‘la casa’,-daa ggente-‘della gente’, ’o vedi-‘lo vedi’,-gnaa faccio > (nu)n je la faccio-‘non ce la faccio’,-eccaa llà-‘eccola lì’,-quoo bbòno- ‘quello buono’; ancora Paolo D’Achille, al portale citato in nota 1 18 «Anche nel campo del linguaggio non verbale, ci sono gesti certamente marcati come romani, che accompagnano enunciati in dialetto (e che sono documentati anche in film di ambientazione romana): quello del gabbio (prigione), realizzato da una mano aperta Il romanesco militante de La Scienza Coatta Andrea Viviani 6 8 con il palmo rivolto verso la faccia, e la cosiddetta mano a cucchiara, che consiste nell’appoggiare al lato della bocca la mano destra, con le dita unite come a formare una paletta, per dare rilievo a un enunciato (o a una sua parte) pronunciato ad alta voce o gridato»; ancora Paolo D’Achille, ibidem 19 Notevole, nell’economia della pagina, che questo e il post precedente si chiudano con l’indicizzazione di contenuti che cominciano, per quantità e bontà del progetto editoriale che sa insistere sui temi ‘caldi’, a necessitarne già e trascorso solo un paio di anni 20 http: / / www .lascienzacoatta .it è un repository, non aggiornatissimo: le ‘VITE COATTE’ vanno dal 14 ottobre 2015 al 28 aprile 2017 ma paiono campionature, essendo solo 27; le ‘NOTIZIE BOMBA’ sono un mero assaggio: 3 in totale 21 https: / / worthwearing .org/ store/ la-scienza-coatta/ citazione-galilei-2 22 All’idioma nazionale non è riservata solo, come visto, la promozione in ambienti vergini alle finalità prefissate: è anche veicolo d’indignazione . Il 27 ottobre 2017 LSC pubblica, unico caso di tuttoitaliano, questo post: «Libero: ‘Lo dicono gli scienziati, gli immigrati sono matti’ / Come scienziati questo titolo ci fa schifo . / [‘]I traumi di guerra, violenza e fame potrebbero mettere la salute mentale di migranti e rifugiati a rischio[‘]» (è il titolo tradotto dall’inglese dell’articolo specialistico originale di cui è data, come prassi a chi compulsi studi per professione, anche fonte via link); il post si chiude con questa amara considerazione: «Ma per gli scienziati coatti all’ascolto: quali traumi hanno portato la redazione di Libero così in basso? » Bibliografia D’Achille, Paolo/ Giovanardi, Claudio: Vocabolario del romanesco contemporaneo. Lettera I, J . Sezione etimologica a cura di Vincenzo Faraoni e Michele Loporcaro . Roma: Aracne 2016 D’Achille, Paolo/ Stefinlongo, Antonella/ Boccafurni, Anna Maria: Lasciatece parlà. Il romanesco nell’Italia di oggi . Roma: Carocci 2012 Gheno, Vera: Social-linguistica. Questioni di lingua e di vita sui social network. Firenze: Franco Cesati Editore 2017 Viviani, Andrea: “La nuova piazza ‘de Roma’: facebook”, in Marco Gargiulo (ed .) L´Italia e i mass-media . Roma: Aracne 2012, p . 371-382 Viviani, Andrea: Altri romaneschi - Percorsi in diamesia e diafasia. Roma: Società Editrice Romana 2016