Italienisch
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Narr Verlag Tübingen
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Fesenmeier Föcking Krefeld OttItalientag e Italienforum all’Università di Costanza
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Marco Menicacci
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Mitteilungen 142 Italientag e Italienforum all’Università di Costanza Nel gennaio 2017, il Dipartimento di Italianistica dell’Università di Costanza - in particolare il gruppo di ricerca guidato da Michael Schwarze - ha dato vita a una rete d’iniziative raggruppate sotto la denominazione di Italienforum e rivolte a creare nuove prospettive di diffusione della cultura italiana nel territorio, anche tramite la creazione di strutture di collegamento - nel senso del Wissenstransfer - tra mondo accademico e società Per il raggiungimento di questo risultato è stata avviata una cooperazione con la Fondazione Bracco di Milano e con alcuni licei del circondario, oltre che con l’Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda Da una parte, l’Italienforum si articola in una serie di attività rivolte agli alunni delle scuole superiori e mirate all’incentivazione dello studio della lingua e della cultura italiane: si tratta principalmente di lezioni di approfondimento per maturandi in materie di ambito italianistico, corsi di aggiornamento per docenti, seminari su metodologie didattiche e su temi d’attualità come il plurilinguismo o l’identità culturale dei migranti Parallelamente è stata attivata una vasta offerta culturale, con letture, incontri, mostre, concerti e altri eventi pensati per risvegliare l’interesse del pubblico scolastico e universitario, ma anche della cittadinanza intera Inoltre è stato fondato, presso l’università, un gruppo di teatro in lingua italiana, che ha già debuttato con una commedia di Dario Fo e si appresta ad offrire repliche e nuovi spettacoli All’interno di questo insieme di progetti, un momento importante è rappresentato dall’Italientag, una giornata di studio interdisciplinare con tavola rotonda e lezioni magistrali, organizzata annualmente presso l’Università di Costanza e dedicata a un tema di massima rilevanza e attualità per l’ambito scientifico-culturale Il primo Italientag, che ha segnato anche l’inaugurazione ufficiale dell’Italienforum, si è svolto il 23 ottobre 2017 sul tema «Come l’Italia pensa l’Europa - Wie Italien Europa denkt» Nel suo discorso introduttivo, Michael Schwarze ha esordito sottolineando le palesi difficoltà, da parte delle diverse culture nazionali che compongono l’Europa, di trovare posizioni unanimemente condivise, ma ha anche ricordato che almeno a partire dall’epoca medievale l’idea stessa di Europa ha rappresentato un tentativo di controbilanciare l’effettivo frastagliamento socioculturale delle varie identità nazionali attive sul territorio Nel vivace dibattito nato in seno alle scienze umanistiche, ha precisato Schwarze, le discussioni sull’Europa si sono sviluppate lungo due linee principali, la prima delle quali propone una concezione enfatica di Europa come vero e proprio patrimonio dell’umanità (Hilmar Hoffmann), basata sul rico- Mitteilungen 14 3 noscimento della sua storica e universalmente riconosciuta centralità per tutta la cultura occidentale Negli ultimi anni, a questa interpretazione se ne è aggiunta un’altra - stimolata dalle ricerche degli studi culturali e postcoloniali - che evidenzia gli effetti dell’egemonia europea sulla scena politica mondiale a partire dal XIX secolo in poi e, conseguentemente, critica la costruzione di coerenti narrazioni auto-storiografiche, o meglio auto-mitopoietiche, suggerendo di sostituirle con una prospettiva che metta in luce l’effettiva marginalità dell’Europa (Dipesh Chakrabarty) A fronte di tale dibattito, una iniziativa come l’Italientag si propone di esaminare, da una specola multidisciplinare, quale immaginario linguistico-culturale e quali costruzioni sociopolitiche sono servite e tuttora servono, in ambito italiano, a mettere in relazione le varie, complesse realtà nazionali con un’idea di Europa che spesso è stata percepita come un’entità lontana, estranea o addirittura inesistente In questo senso, chiedersi come l’Italia pensava e pensa l’Europa significa affrontare il problema con uno sguardo storicizzante, che intende farsi complementare alle due grandi narrazioni di una identità culturale europea universalmente riconosciuta o, al contrario, di una effettiva marginalità del concetto di Europa In primo luogo, ha concluso Schwarze, sarà opportuno arrivare a prendere coscienza della effettiva divergenza di prospettive e di riconoscere eventuali differenze come normali, invece di escluderle a priori perché fastidiose, o ancora di farne oggetto di superficiali forme di demonizzazione Le discipline umanistiche, con questo tipo di dialogo interdisciplinare, possono contribuire in maniera determinante a far sì che gli Europei prendano coscienza delle proprie individualità e arrivino a sfruttarle come fondamento per un costruttivo dialogo su possibilità e limiti del progetto- Europa Dopo i saluti del rettore Ulrich Rüdiger e un discorso di benvenuto della direttrice della Fondazione Bracco, Mariacristina Cedrini, si sono succeduti interventi che hanno affrontato il tema della giornata da punti di vista e secondo approcci disciplinari diversi Il romanista Gerhard Regn (Monaco di Baviera) ha esaminato un testo-chiave per la costituzione di una identità nazionale italiana, la celebre canzone CXXVIII di Petrarca, con un denso intervento dal titolo «Renovatio Romae und frühneuzeitlicher Nationalismus: Petrarcas Italia mia» A seguire Massimo Fanfani, linguista dell’ateneo fiorentino, ha mostrato nel suo intervento («L’Europa nella babele italiana») quali sfide e appassionanti prospettive di evoluzione si presentano alla nostra lingua, che si trova ad affrontare il delicato compito di un rinnovamento in senso multiculturale, senza per questo dover necessariamente perdere di vista la propria straordinaria tradizione e, soprattutto, cercando di non rimanere vittima delle sempre mutevoli e insistenti pressioni ideologiche Mitteilungen 14 4 che vorrebbero piegarla a imperativi effimeri, non di rado contraddittori Passando da geografie linguistiche a geografie letterarie, il contributo di Barbara Kuhn (Eichstätt), dal titolo «‘La nostra casa la portiamo con noi’: zum Widerstreit von Diaspora und Heterotopie in Madre piccola con Cristina Ali Farah», ha fatto ricorso ai concetti di ‘diaspora’ ed ‘eterotopia’ come cartina tornasole per analizzare l’opera di due autrici italo-somale che hanno notevolmente arricchito il panorama letterario italiano degli ultimi anni: Cristina Ubax Ali Farah, che con il romanzo d’esordio Madre piccola (2007) ha vinto il Premio Elio Vittorini, e Igiaba Scego, che con La mia casa è dove sono (2010) si è aggiudicata il Premio Mondello Lo storico Sven Reichardt (Konstanz) ha poi tracciato un particolareggiato confronto tra le politiche nazionalsocialiste in Italia e in Germania, mostrando da una prospettiva inedita episodi come quello della rivista Primato di Giuseppe Bottai («Europakonzepte des faschistischen Italien») La conferenza si è conclusa con la «Bracco Lecture» del germanista Luigi Reitani (Udine), che ha accompagnato l’uditorio lungo un cammino attraverso secoli e frontiere, per mostrare la ricchezza e le profonde coesioni interne di un vero e proprio triangolo culturale: «Italien, Deutschland und Europa: ein Kulturdreieck» Gli interventi hanno sollevato ampie discussioni, che hanno agevolmente superato i consueti confini disciplinari, dimostrando così non semplicemente l’opportunità, ma la necessità di attivare un dialogo culturale che, attraversando e mettendo in comunicazione diversi ambiti scientifici, aiuti la società europea a pensare e a trovare se stessa . Marco Menicacci Ausschreibung «Deutsch-Italienische Zusammenarbeit in den Geistes- und Sozialwissenschaften 2019» Die Villa Vigoni schreibt im Rahmen einer Vereinbarung mit der Deutschen Forschungsgemeinschaft für das Jahr 2019 ein Veranstaltungsprogramm zwischen Deutschland und Italien zur Förderung der Geistes- und Sozialwissenschaften aus Kern des Programms sind die «Villa-Vigoni-Gespräche» Diese gelten- Themen, welche die aktuellen Debatten zur Kultur, Geschichte und Gesellschaft Europas vertiefen Im Mittelpunkt steht die intensive Auseinandersetzung im Gespräch, die sich bewusst von den üblichen Konferenzformaten unterscheidet Die Teilnehmerzahl ist daher begrenzt, ein Kreis von 20 Personen ist die Richtzahl Ausdrücklich erwünscht sind Doktoranden- und Postdoc-Kolloquien (mit bis zu vier Dozenten) Es besteht auch die Mög-