eJournals Vox Romanica 52/1

Vox Romanica
vox
0042-899X
2941-0916
Francke Verlag Tübingen
Es handelt sich um einen Open-Access-Artikel, der unter den Bedingungen der Lizenz CC by 4.0 veröffentlicht wurde.http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/121
1993
521 Kristol De Stefani

False partenze e contraddizioni logiche convenzionalizzate: «Si o no?»

121
1993
Bruno Moretti
vox5210085
False partenze e contraddizioni logiche convenzionalizzate: «Si o no? » L'esistenza di uno sfasamento tra logica della negazione e espressione della negazione stessa nelle lingue storico-naturali, con una apparente «non logicita» di alcuni usi linguistici, e stata piu volte messa in luce e analizzata in relazione a differenti aspetti (cf. la rassegna generale sul problema in HORN 1989). Ma se molto, per esempio, si e discusso riguardo al problema della doppia negazione, non si ritrova in nessun caso, a quanto mi risulta, segnalazione della presenza potenzialmente contraddittoria di entrambe le polarita nello stesso enunciato, cioe, in breve, di casi in cui i parlanti «con sistematicita» rispondano ad una domanda sia con si ehe con no senza ehe nessuno degli interlocutori sollevi obiezioni all'apparente contraddizione. In questo lavoro ci occuperemo proprio di risposte di questo tipo, ehe, come nello scambio seguente, sono ritrovabili quotidianamente in italiano, ma anche in altre lingue: (1) A: si potrebbe persino spingere Ja scrivania B: perche? A: perche hai tanto posto n B: si, spingiamola un po' A: si noo lasciamo cosi 1 Un fenomeno del genere e indubbiamente molto deviante dal punto di vista della «logica popolare», ed e quindi sorprendente ehe il suo uso passi nella maggior parte dei casi inosservato. Eppure, praticamente ogni giorno, si ritrovano risposte di questo tipo senza nessuna reazione metalinguistica. Per il purista (o almeno il linguista) ehe c'e in tutti noi, se non si ritrovano reazioni vuol dire ehe il fenomeno sfugge solitamente alla consapevolezza dei parlanti e/ o ne viene filtrato. Le persone (tra le quali anche linguisti professionisti) alle quali ho fatto notare questo uso hanno reagito con comportamenti di sorpresa, come se si trovassero davanti a qualcosa di mai visto prima (anche se magari loro stessi l'avevano prodotto poco avanti). La loro prima reazione· interpretativa di dati di questo tipo e stata quella di «razionalizzare» il fenomeno con una spiegazione logica semplice, nella maggior parte dei casi invocando una categoria come quella della «falsa 1 I materiali su cui si basa questo lavoro sono ricavati da registrazioni di conversazioni spontanee, da scambi colti al volo, e, in parte, da registrazioni di interviste effettuate (per altri scopi) all'interno di un progetto de! Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica da Claudia Patocchi e Sandro Bianconi, e ehe mi sono state gentilmente messe a disposizione da quest'ultimo. 86 Bruno Moretti partenza», cioe di un errore da parte del parlante, per eui egli non sosterrebbe eontemporaneamente le due polarita apparentemente diseordanti, ma inizierebbe, erroneamente, eon una delle due per passare immediatamente, autoeorreggendosi, alla seeonda. Se la eategoria delle false partenze o degli errori di pianifieazione ha sicuramente una sua ragione di esistere, essa eostituisee, pero, anehe nel fenomeno qui in diseussione (eome in altri easi in eui i linguisti l'hanno usata eome un «eestino della earta straecia» in eui gettare fenomeni <<indesiderati»), una soluzione «troppo eomoda», ehe «salva» il modello linguistico esplieativo a seapito dei dati empiriei. Esisteranno senza dubbio esempi di «false partenze» prototipiehe in eui i parlanti alternano il sied il no, ma, nel easo ehe qui stiamo esaminando, le oeeorrenze sono troppo sistematiehe e regolari perehe la loro spiegazione sia semplifieabile in questo modo. Questa regolarita d'oeeorrenza ei eostringerebbe quindi ad ampliare troppo la eategoria delle false partenze. D'altro lato, se restringiamo allora la vera e propria falsa partenza a fenomeni di «intenzionalita rinnegata», cioe di autoeorrezione di qualcosa ehe non si vuole dire (almeno non in quel modo e in quel momento), dobbiamo allora, logicamente, per quanto riguarda i nostri easi, partire dall'ipotesi ehe i parlanti sostengano intenzionalmente e eontemporaneamente entrambe le polarita. All'interno di questa ipotesi quindi sia la risposta eon il si ehe quella eon il no sarebbero adeguate e volute dal parlante, e la maneanza di eontraddizione sarebbe dovuta ad una differenza nel riferimento del sie del no: cio ehe viene negato non e la stessa eosa di eio ehe viene eonfermato (si tratterebbe pereio di «pro-frasi» eon riferimenti differenti 2 ). Questa soluzione 3 e piu aeeettabile, in quanto, oltre ad evitare il problema dell'eventuale eontraddizione del parlante, apre la strada alla motivazione della frequenza della struttura in termini di «plurifunzionalita» dell'enunciato. Le formulazioni con silno si possono infatti tipieamente interpretare eome finalizzate ad una reazione eontemporanea sia al valore letterale (o referenziale, o deserittivo 4 ) sia agli «implieiti» 5 delle mosse ehe le preeedono, eome ben si puo vedere nel seguente esempio, dove, tenendo eonto del eontesto in eui lo seambio avviene, possiamo faeilmente fornire un'interpretazione «razionale» di entrambe le partieelle. z Puo essere dubbio il termine di pro-frasi per entita ehe, eome vedremo poi, sono di difficile formulazione e individuazione, e ehe sembrerebbero presupporre una visione de! eontesto in termini di «insieme di proposizioni», eome si ritrova per es. in GAZDAR 1979. Sul eoneetto diprofrase e in particolare sulle sue implieazioni tipologiche cf. BERNINr/ RAMAT 1992, eap. V. 3 Che segue, in fondo, Ja stessa linea de! eoneetto dei «tipi logici» di Russell, e non e un easo, dato il valore di almeno potenziale «paradosso» de! sl/ no. 4 Usiamo questi termini eon valore sinonimieo. s Con «impliciti» intendiamo tutti i valori riehiamati ma non espressi direttamente dall'enunciato, eome presupposti, aspettative generiehe, implieature di vario tipo, eee. Puo essere interessante anehe nel nostro easo pensare ad una seala di applieazione cicliea degli stessi eome quella proposta da GAZDAR 1979. False partenze e eontraddizioni logiehe eonvenzionalizzate: «Si o no? » 87 (2) A: uno di questi libri per Doris? B: non e troppo pieeola? A: mah, non penso B: si no e vero Il si puo essere interpretato eome espressione dell'aeeettazione del parere dell'altro, e il no rispettivamente eome negazione di quanto il parlante stesso ha detto prima, eioe eome una autoeorrezione del parlante stesso su un suo parere preeedente (eon aeeettazione, eosl, della eorrezione fornita dal parere diseordante dell'interloeutore). Che il parlante inveee fosse disposto a eontinuare a difendere la posizione inizialmente assunta era d'altro eanto dato per presupposto dall'interloeutore (e quindi questo parere dell'interloeutore e presente in un modo simile ai «presupposti» ehe CrNQUE 1976 individua eome earatteristiei delle risposte eon mica). Anehe per l'es. (1) e possibile trovare un'interpretazione di questo tipo, eon l'assegnazione del si al valore di aeeordo eon l'interloeutore e rispettivamente del no al valore di autoeorrezione. In termini di atteggiamenti eomplessivi espressi dal parlante i vari tipi di risposte eon si no possono essere raggruppati in varie eategorie, ehe si potrebbero eonsiderare andare dal si no e vero, di totale aeeettazione della eorrezione, al si no ma, ehe veieola una aeeettazione parziale ma viene anehe utilizzato per una eontestazione di parte della eorrezione e per un rilancio del proprio punto di vista, eorreggendo a sua volta parte (l'implieito) di quanto l'altro ha detto. Tra i due easi estremi abbiamo varie sfumature intermedie, eome per es. quello ehe potremmo definire del si no e ovvio, ehe squalifiea l'interesse di quello ehe l'altro ha detto o del modo in eui l'ha detto, eome tipicamente nelle reazioni a espressioni ironiche: (3) (Due persone stanno seegliendo un libro da regalare ad una terza persona, A ne prende in mano uno) A: questo? B: si, se le piaee A: non so se le piaee (ride) B: si no maa Tra i tratti importanti di questo seambio vi ela risposta di A ehe interpreta in modo letterale quanto B ha detto volendo ironizzare sulla sua formulazione ellittica ('se pensi ehe le piaeeia'). B reagisee eon una obiezione. Il easo seguente eostituisee un bell'esempio di «risposta etero-eorrettiva», in eui, a differenza dei easi preeedenti, prevale, negli interessi del parlante, il valore del no su quello del si (ma ehe entrambi i valori siano sempre presenti eben dimostrato da una sempliee prova di eommutazione ehe sostituisee un unieo avverbio alla struttura eomposta: anehe le forme di aeeettazione sono sempre forme di aeeettazione polemiea o rassegnata): (4) (Si sta parlando di un bambino ehe sta imparando ad andare in bicicletta, ma ehe quando non ha piu abbastanza velocita cade di lato) 88 Bruno Moretti A: ma non riesce a mettere giu i piedi prima di cadere? B: si no ci riesce, ma si fa prendere dal panico e si blocca Questo esempio mette in mostra piu tratti fondamentali, come quello della presenza di un forte presupposto nella domanda di A (ehe il bambino si comporti in un modo, per un adulto, fortemente irrazionale e quindi cada senza nessuna reazione). L'immagine oltretutto e comica ed il padre del bambino reagisce negando la versione estrema di questi fatti. Ne da cosi una scissione in termini di «generale» vs. «particolare», parafrasabile come 'sa metter giu i piedi (o meglio «capisce» ehe deve metter giu i piedi), quindi non e scemo, ma fattori esterni, incontrollabili per il bambino, gli impediscono di farlo'. Vi appare una componente tipica di queste risposte e cioe la messa in dubbio o addirittura la negazione della rilevanza di quanto l'altro ha detto, non nei termini assoluti, ma nel modo in cui la domanda e stata posta, per i presupposti ehe il modo di porre la domanda suscita (abbiamo quindi, in tutti questi casi ehe toccano gli impliciti, un fenomeno decisamente imparentato con la categoria della «negazione metalinguistica» di HORN 1985 e 1989, sulla quale cf. piu avanti). Inoltre, la formulazione di A puo essere considerata in parte ambigua, e la componente dell'ambiguita della mossa precedente e un'altra delle componenti variabili in quanto a forza ma fondamentali riguardo all'essenza di cui occorre tener conto per una spiegazione esaustiva del fenomeno in discussione. Non e un caso, in questo senso, ehe uno dei contesti privilegiati per risposte di questo tipo sia quello di domande ambigue (si vedano per es. le risposte a domande 6 con polarita negativa: «non hai fatto X», «no, l'ho fatto», dove e ambiguo se si debba rispondere con sz o con no, per il contrasto tra «logica» e «uso o tendenza preferenziale dei parlanti»). Ma se questo fenomeno dell'ambiguita della mossa precedente potrebbe far dare una maggiore importanza al carattere di difficolta di trovare una risposta adeguata (e quindi riportare in campo un concetto forte di «falsa partenza»), non occorre d'altra parte dimenticare ehe una delle motivazioni di mosse «ambigue>> di questo tipo e proprio quella di rivelare presupposizioni e aspettative da parte del parlante, mediante un fine gioco tra «detto» e «negato», e quindi la reazione con il sz no si rivela ancora una volta fortemente orientata in questo senso e rivolta percio principalmente ai due piani di attenzione rispettivamente del significato «descrittivo» e degli impliciti. Vi sono peraltro dei casi, come abbiamo gia anticipato, ehe si avvicinano di piu alle false partenze, nel senso ehe la compresenza del sz e del no sarebbe spiegabile in base se non ad un errore di pianificazione da parte del parlante almeno ad un'incertezza tra l'anticipazione ehe egli puo costruirsi su come sara la polarita della mossa dell'altro (come e tipico di situazioni con forte involvement dei parteci- 6 Anche se parliamo quasi sempre di «domande», e chiaro anche dagli esempi ehe questi usi si possono verificare anche come reazioni ad altri tipi di «azioni linguistiche», come per es. richieste di cooperazione, o richieste di assenso con un parere espresso o proposte. False partenze e eontraddizioni logiehe eonvenzionalizzate: «Si o no? » 89 panti 7 ) e su eome quest'ultima e effettivamente realizzata, eon pereio una almeno parziale sovrapposizione tra si e no, eome nell'esempio seguente, dove e piu difficile rintraeciare inequivoeabilmente degli implieiti a eui una delle due partieelle si rivolgerebbe. (5) A: eomunque adesso hai sempre la nazionalita turea? B: si no adessoo ... sto faeendo le pratiehe per farmi svizzero B sembra essere «spiazzato» dal modo in eui la domanda e formulata, ma anehe in questo easo sia il si ehe il no rimangono «veri» ('sl ho aneora adesso la nazionalita turea, ma sto per avere quella svizzera') in differenti raggi di rilevanza diseorsiva. L'ambiguita nasee dalla diffieolta di rispondere in modo sintetico, perdendo eosl la possibilita di preeisare il raggio esatto di rilevanza a eui la risposta va riferita (in questo easo, il valore nel diseorso in atto di «adesso», eioe la dimensione di quantita, nel senso grieeano, da appliearvi). Se questa dell'ambiguita ehe provoea diffieolta di risposta e una eomponente interessante, e forse la direzione di provenienza genetiea di queste forme, esse sono pero earatterizzate nella maggior parte dei easi da un «fondamento strategieo», ehe fa assumere ad esse un valore globale senza nessuna possibilita di interpretazione delle stesse in termini di autoeorrezione all'interno della medesima mossa. Come tipieamente nell'esempio seguente, dove il parlante aeeetta quanto ha detto l'altro per il eontenuto ehe vi ha espresso ma lo qualifiea nel eontempo eome non pertinente e eerea di riportare il diseorso nel raggio di applieazione a eui faeeva riferimento lui stesso. (6) (stanno parlando dell'utilita di un eerto tipo di metodi didattici) A: non pensi ehe siano molto utili? B: ma solo ad un livello molto avanzato A: si noo ma dieo ... in fondo rappresentano un bei passo avanti rispetto ai metodi classici Mosse di questo tipo potrebbero proprio essere ribattezzate del 'ad un eerto livello di diseorso hai ragione, ma non e quello ehe intendevo io', e sono aneora una volta mosse ehe toeeano la rilevanza di quanto l'altro diee, nella maggior parte sotto forma di un riehiamo al rispetto della massima della quantita di Griee (intreeeiata ovviamente eon quella della pertinenza, ehe oeeupa una posizione privilegiata e «anteriore» rispetto alle altre massime). La «eonvenzionalizzazione» di queste eostruzioni fa sl ehe esse si possano 7 Abbiamo in questo easo, in fondo, una soluzione in eui e molto rilevante la variazione temporale, senza ehe ci sia rinnegamento vero e proprio della proposizione preeedente, o meglio dell'atteggiamento eomplessivo de! parlante. Questa visione ein parte simile ad una possibilita di soluzione semplieistiea, o «a termostato», di alcuni paradossi (eome per es.tipicamente quello de! eretese ehe diee ehe «tutti i eretesi sono bugiardi», cf. le osservazioni in questo senso in BATESON 1972, 1979). 90 Bruno Moretti oramai ritrovare anehe eon funzione quasi di «interealari», eioe eon un valore piu fatieo ehe referenziale, eome nel easo seguente: (7) A: mah, adesso aspettiamo e vediamo B: si noo A: non si sa mai ehe eosa possono fare B: si noo La differenza d'uso del silno nei differenti parlanti e sorprendente ma regolare, dato ehe vi sono parlanti ehe ne fanno un uso sistematico e altri nei quali esso non si ritrova. Si tratta eertamente di differenze individuali, eorrelate tipologieamente eon stili differenti di «parteeipazione al diseorso» e di «immagine di se» ehe si vuole presentare. Cosi per es. queste forme si ritrovano eon maggiore frequenza 8 in persone ehe usano altrimenti una quantita maggiore di attenuazioni, eio ehe sosterrebbe l'interpretazione delle stesse eome «dissensi attenuati» o rispettivamente «assensi limitati» ehe ne abbiamo dato sopra. E pure interessante, nel eonfronto di stili differenti, ehe e piu probabile trovare usi piu tipieamente fatiei in parlanti ehe usano in genere una quantita maggiore di si no, eio ehe potrebbe sostenere l'ipotesi ehe gli usi fatici rappresentino uno stadio avanzato di sviluppo e di lessicalizzazione dell'intera struttura (eoerentemente d'altronde eon il fatto ehe queste forme sono quelle ehe si possono eonsiderare maggiormente fuse dal punto di vista del signifieato, eon una minore indipendenza delle parti eomponenti e un distanziamento dal valore eomposizionale fregeano). A questo proposito, un'altra possibilita di «sviluppo» e quella del rafforzamento, ehe inerementa aneora di piu il valore di «ovvieta» o di «non totale pertinenza delle aspettative rivelate». Si tratta dei easi in eui vi e una reduplieazione sia del si ehe del no, eome il seguente (in eui B sta raeeontando di dover eambiare una delle grondaie di easa sua perehe bueata e A interviene affermando la neeessita di farle sostituire tutte e non solo quella bueata): (8) A: ma allora vale la pena di far fare tutta la easa B: si si no no, e ehiaro E evidente la forte reazione all'aspettativa ehe sia possibile ehe non si voglia far fare tutta la easa, eio ehe sarebbe eonsiderato assurdo da entrambi i parlanti, e quindi B eon la sua reazione enfatica allontana da se questa «immagine», riasserendo l'aeeordo eon A (proprio sulla base del fatto ehe aneh'egli ritiene sensato eambiare tutte le grondaie). Piu ehe in altri easi e qui evidente l'effetto di eortesia del si no, fondato sulla rieerea dell'aeeordo eon l'interloeutore nonostante l'aspettativa in fondo non positiva nella mossa di A. s Su questo punto le mie osservazioni sono per ora aneora ad un livello assai impressionistico e andranno raffinate eon indagini piii precise da un punto di vista quantitativo ehe permettano di evitare un influsso troppo grande di eventuali stereotipi. False partenze e contraddizioni logiche convenzionalizzate: «Si o no? » 91 Per eoncludere vorremmo toeeare aneora tre punti: l'esistenza o meno di forme del tipo no si, la relazione delle nostre strutture eon il eoneetto di «negazione metalinguistiea» di HoRN 1985 e 1989, ed una possibile interpretazione del fatto ehe i parlanti non siano eonsapevoli dei loro usi di si no. II primo punto e probabilmente gia affiorato alla mente del lettore: e eioe la domanda se aeeanto a si no si ritrovino anehe oeeorrenze di no si. Per quanto riguarda i materiali su eui si basa questo lavoro non vi figura nessuna oeeorrenza del genere. Non si puo eertamente escludere l'esistenza delle stesse, ma la forte sproporzione tra la loro eventuale frequenza e quella delle forme si no e senz'altro un segnale da non traseurare e ehe vieta di mettere le due possibilita teoriehe sullo stesso piano. Sorge allora il problema di spiegare perehe l'una si verifiehi ma non l'altra. La spiegazione e probabilmente legata ai valori pragmatici differenti delle due partieelle. Mentre il si ha solitamente un valore di aeeettazione e di aeeordo eon l'interloeutore ed e quindi meno impegnativo a livello pragmatieo (non toeeando la «faeeia» dell'interloeutore), il no segnala (solitamente) dissenso 9 e pereio riehiede piu lavoro pragmatieo ed e aneora piu impegnativo quando si trovi in apertura di enuneiato. La maggiore frequenza di si no sarebbe allora da attribuire ad una preferenza del tipo prima l'assenso (in easo ovviamente di eompresenza dei due valori), dato anehe ehe, una volta stabilita una base di aeeordo eomune, e piu facilmente possibile passare ai punti di disaeeordo. Un'altra spiegazione ehe puo eooperare eon questa (piu ehe essere in diretta eompetizione), e ehe si no sia imparentato eon il no di «eoesione polemica (o di riapertura)» ehe si ritrova per es. in «no, io volevo dire ehe ...», dove interessantemente si ha piu di un elemento eoincidente eon il nostro fenomeno, eome per es. il earattere di «eorrezione» (spesso eonfigurata, eon un effetto di «eortesia», eome «autoeorrezione»), un eerto riehiamo alla «debole o maneata rilevanza» di quanto l'interloeutore ha detto rispetto alle intenzioni del parlante, e il valore di intervento parziale, ma non radicalmente in disaeeordo, eon quanto l'altro ha detto (ehe puo andare fino alla sempliee eorrezione metalinguistiea, eioe sul modo in eui l'altro ha detto la eosa). Alcuni usi di si no potrebbero allora proprio essersi evoluti da questo partieolare uso di no. La formula no si mi sembra inoltre, proprio per le differenti eonfigurazioni pragmatiehe delle partieelle e per l'effetto della preferenza per l'assenso ipotizzata sopra, molto poeo eoesa e fortemente in eontrasto interno, tanto ehe non potrebbe raggiungere probabilmente quel grado di fusione parziale ehe sembra essere una eomponente fondamentale del si no, e rimarrebbe quindi piu a livello di autoeorrezione eon eaneellazione dell'intenzionalita della prima parte. Per quanto riguarda la eontrapposizione proposta da Horn tra «deserittivo» e 9 Quando non sia un segnale di «accordo sul dissenso espresso dell'interlocutore», ma questo caso non e rilevante nella nostra discussione. 92 Bruno Moretti «metalinguistieo» 10 , il fenomeno qui in esame suseita l'impressione ehe ne abbiamo sempre a ehe fare eon il prototipieo «metalinguistieo» di Horn, ne senz'altro nemmeno eon il prototipico «deserittivo». I nostri easi di «reazione agli implieiti» sono sieuramente piu vieini alla eategoria di «metalinguistieo» di Horn ehe a quella di «deserittivo», ma non vi eorrispondono esattamente e ei obbligano pereio a eoncludere ehe la dieotomia horniana sia piu diffieile da mantenere di quanto l'autore supponga 11 , e ehe essa debba essere reinterpretata in termini di sealarita (se non proprio di continuum, eio ehe presupporrebbe una fusione degli impliciti nella stessa grande eategoria, in modo riduzionistieo) eon altre eategorie intermedie (dipendenti dal grado di maggiore o minore «direttezza» vs. «implieitezza» dei livelli eoinvolti, e eon un passaggio piu o meno graduale dal valore letterale ai valori non letterali). All'inizio della nostra analisi abbiamo proposto due possibili linee di spiegazione del fenomeno, quella delle false partenze e quella di riferimenti differenti per le due partieelle (optando per la seeonda a livello di spiegazione del valore delle forme). Abbiamo visto ehe i easi reali, pur essendo troppo sistematici per essere eonsiderabili delle vere e proprio false partenze (una eategoria ehe andrebbe, a nostro parere, ristretta a fenomeni puramente di performance, eioe individuali e fortemente legati ai singoli eontesti idiosineratiei), si muovono tra queste due possibilita esplieative. Da un lato abbiamo i easi di si no fortemente legati all'ambiguita della mossa preeedente dell'interloeutore (in eui eioe la eompresenza delle due partieelle puo essere dovuta ad una previsione sbagliata su quello ehe l'altro sta per dire, dato ehe, eome si e detto, puo essere utile eereare di anticipare di pareeehio l'interloeutore eon la propria pianifieazione, oppure nei easi in cui abbiamo visto ehe la mossa dell'interloeutore e ambigua in relazione alla «polarita desiderata»), dall'altro lato abbiamo i easi eon le partieelle fortemente orientate versa «livelli» differenti, eon una seissione della risposta in una parte foealizzata ehiaramente sugli implieiti e un'altra parte foealizzata sul piano referenziale diretto. In questi ultimi easi il valore strategieo della struttura e molto forte e non vi e assolutamente piu nessuna possibilita di parentela eon la eategoria delle false partenze. Abbiamo allora a ehe fare eon una struttura «eomplessa» (nel senso ehe e seomponibile 10 Questo autore propone di eonsiderare eome negazione metalinguistica quegli usi in eui eio ehe viene negato non e direttamente il eontenuto della frase ma o il modo in eui qualcosa e asserito o le implieature ehe naseono per il fatto ehe l'asserzione avvenga in un eerto modo piuttosto ehe in un altro. Seeondo BERNINI 1992 la eostruzione italiana non e ehe (cf. per es. «non e ehe sia seappata, e useita per ...») sarebbe proprio tipieamente usata eon questo valore metalinguistieo. Oeeorre altresi notare ehe Horn parla unieamente di negazione metalinguistiea, ma mi sembra ehe la possibilita di prendere posizione sulla «verita» o meno di una proposizione debba essere estesa non solo alla negazione ma anehe al sz, nonostante ehe per quest'ultimo sia solitamente piu difficile distinguere livelli differenti di aeeettazione (piu o meno metalinguistiei). 11 Per un altro segnale di questa diffieolta si vedano i problemi ehe naseono eon i test di individuazione proposti da HORN (1989: 392ss.). False partenze e eontraddizioni logiche eonvenzionalizzate: «Si o no? » 93 mediante una analisi linguistica, e ehe non e del tutto fusa da un punto di vista semantico). La discussione sulla processazione da parte dei parlanti deve essere scomposta in due parti: l'uso e la «comprensione» da un lato, e la processazione metalinguistica a posteriori dall'altro. Per quanto riguarda la comprensione vera e propria, si e no sembrano in verita non venir analizzati. Cio ehe comunicano sono piu ehe altro «sfumature» di atteggiamenti, risultanti dall'effetto globale della costruzione, con quindi sl un lavoro composito su due piani differenti, ma anche un effetto globale esprimente l'atteggiamento del parlante. Abbiamo probabilmente a ehe fare con uno di quei casi in cui i parlanti, per poter capire il messaggio, non devono necessariamente analizzare lo stesso fino in fondo (cf. per es. le osservazioni di ArTCHISON 1989: cap. 9 proprio sul «recupero» delle referenze pronominali, un caso molto vicino al nostro). L'effetto e quello di un «dissenso sfumato o attenuato», di «assenso autocorrettivo» o di «assenso cortesemente polemico». Dal punto di vista dell'interpretazione metalinguistica 12 si deve senz'altro riprendere in considerazione il fatto ehe queste strutture non sono, nella maggior parte dei casi, percepite consciamente ne da chi le usa ne da chi le sente: si dovrebbe percio trattare di strutture ehe il nostro monitor e in qualche modo programmato o per non percepire o per filtrare. A mio parere, le spiegazioni possibili di questo fenomeno devono ritornare sulle due piste di base del fenomeno piu volte richiamate in questo lavoro: la spiegazione in termini di quasi-false partenze, ehe dal parlante sarebbero «razionalizzate» allo stesso modo di vere e proprio false partenze e quindi «filtrate via» dal messaggio (anche se l'effetto a livello di senso ehe volevano suscitare non puo piu essere eliminato) 13• Oppure la spiegazione in termini di differenza di «indirizzo» delle particelle, con la conseguente «fusionabilita» delle stesse. In questo modo esse si configurerebbero come un'entita semantica autonoma, composta da una testa (il valore «diretto») e da un modificatore della testa (il valore «implicato»), e quindi sintetizzate in un unico valore globale risultante dalla funzione dei due valori, originariamente e a posteriori, compositivi. Riprendendo alcune fondamentali osservazioni di SPEARS 1982 possiamo dire di trovarci di fronte ad un fenomeno di camouflage, rifacendoci all'uso ehe questo autore fa del termine a proposito della non percezione da parte dei linguisti dell'uso peculiare nel Black English del verbo come come semiausiliare, con un forte processo di grammaticalizzazione dello stesso come «aus- 12 E attraente l'ipotesi ehe i linguisti stessi siano vittime a volte delle loro «interpretazioni a posteriori». Mi ripropongo di tornare in altra sede sul problema all'interno di un'ottiea da «storia della scienza». n La presenza di un filtro di questo tipo non deve ormai piu essere dimostrata, basti eomunque pensare a tutti quegli elementi ehe nelle traserizioni di fenomeni di parlato vanno persi o a tutte le parti di frasi ehe vengono eliminate nelle ripetizioni (eome giustamente fa notare BAZZANELLA 1988). 94 Bruno Moretti iliare polemieo», «naseosto» dalla parziale eoneomitanza di usi standard dello stesso verbo 14 • Nel nostro easo il camouflage riguarderebbe soprattutto la eonvenzionalizzazione e la parziale fusione dei singoli valori di sie no, e quindi la tendenza di speeializzazione rispetto all'uso separato delle due parti eomponenti: da un lato la loro fusione fa s'i ehe non venga pereepita l'apparente contraddizione, dall'altro lato, la forte presenza e preminenza nel sistema linguistico dei due eomponenti fa s'i ehe la eostanza del fenomeno non venga pereepita nella sua essenza eomplessa di formula, ormai, quasi indipendente. Ma qui apriamo, aeeanto al ben noto problema della «realta psieologiea» dei fenomeni linguistiei, il punto eomplementare, e altamente interessante quanto eomplesso, della realta psieologiea dei proeessi esplieativi e interpretativi (piu o meno eonsei) dei parlanti stessi, e del loro eventuale potere di «formare realta» al di fa delle regale del sistema linguistieo. In eonclusione, la sistematicita (e quindi la motivazione) di questo fenomeno e stata ben dimostrata dall'analisi degli usi ehe se ne fanno. Nella sua apparente eontradditorieta si no permette di toeeare nella risposta del parlante sia il livello «diretto» dell'atto preeedente dell'interloeutore, sia il livello «implicito» (eio ehe a volta puo eostituire la vera motivazione effettiva dell'atto). Questa scissione del valore del messaggio riproduee la stessa seissione segnalata per altri fenomeni pragmatici e prima di tutti per i eosiddetti «atti indiretti». Come in questi ultimi, nei termini dell'analisi ehe neestata fatta da LEVINSON 1983: eap. 6, abbiamo infatti un eonflitto di «preferenze» tra atti eontigui, eon inoltre la presenza di una eerta ambiguita sfruttata peraltro dai parlanti. Quindi, in un modo simile a quello delle pre-sequenze e delle sequenze laterali, si separa nell'espressione il valore del «pre-» da quello della sequenza ehe esso anticipa e ehe in realta veieola. Oltre a eio, abbiamo a ehe fare eon fenomeni di eorrezione in relazione o alla mossa dell'altro (quindi abbiamo una tipiea eorrezione sull'altro 15 ) o alla propria mossa ehe ha preeeduto quella dell'altro, dove quindi abbiamo in terza posizione l'aeeettazione della eorrezione fatta dall'altro in seeonda posizione, ma eon la eomplessifieazione di una leggera polemica eon la eorrezione (ehe puo andare fino a contestare la rilevanza della eorrezione fatta dall'altro, eon un valore parafrasabile eome 'eassolutamente vero quello ehe diei ma non edel tutto rilevante'). Se volessimo eereare un valore «centrale» da eui derivare tutti i easi (nel senso per es. 14 Qualcosa di simile all'italiano «e tu mi vieni a dire questo», dove ci possono essere tracce di desemantizzazione di venire in contesti in cui non ci sia veramente il valore di «spostamento in direzione del parlante», ma prevalga piuttosto un suo nucleo, sfruttabile con valore polemico, del tipo 'fare uno sforzo notevole per lo scopo di ...', cio ehe mette in rilievo appunto la forte intenzionalita di venire come azione, in contrasto, in questi casi, con la motivazione effettiva o la «riprovevolezza» di, nel nostro caso, dire questo. 15 Su questo punto e fondamentale il lavoro svolto all'interno della cosiddetta «analisi della conversazione» sui sistemi di preferenze nelle correzioni (cf. SCHEGLOFFljEFFERSONISAcKs 1977). Nei termini del quadro proposto da questi autori possiamo definire le risposte con sl no come soluzioni (preferenziali) per «contesti non preferenziali». False partenze e contraddizioni logiche convenzionalizzate: «Si o no? » 95 di SwEETSER 1990), esso dovrebbe senz'altro inglobare in modo fondamentale la componente dell'asserzione di almeno una parziale «ovvieta» della mossa a cui il parlante reagisce (con varie soluzioni positive o negative a seconda del contesto e del cotesto e differenti accenti su mosse precedenti o del parlante stesso o dell'interlocutore) 16• Zürich Bruno Moretti Bibliografia AITCHISON, JEAN 1989 3 : The Articulate Mamma! . An introduction to psycholinguistics, London BATESON, G. 1972: Verso un'ecologia della mente, Milano 1976 (ed. orig.: Steps to an Ecology of Mind, New York 1972) BATESON, G. 1979: Mente e natura, Milano 1984 (ed. orig.: Mind and Nature. A necessary unit, New York 1979) BAZZANELLA, CARLA 1988: «Asserisco, ma praticamente», ltaliano e altre 2: 62--64 BERNINI, G. 1992: «Forme concorrenti di negazione in italiano», in: B. MoRETTI/ D. 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