eJournals Vox Romanica 58/1

Vox Romanica
vox
0042-899X
2941-0916
Francke Verlag Tübingen
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1999
581 Kristol De Stefani

Edgar Radtke, I dialetti della Campania, Roma (Calamo) 1997, 182 p. (Biblioteca di ricerche linguistiche e filologiche 44)

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1999
G.  Berruto
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tratta di una monografia scritta assai bene, in un italiano molto fluente, corretto, lessicalmente ricco. Che l’autore non sia italiano traspare da non più di un paio di spie minime (una ricetta assistenzialista che nel passato si è avverata fallace e disastrosa, in un exemplum fictum a p. 28; «il leone è sfuggito dallo zoo», p. 35 - se non è errore di stampa; il vestito posso anche buttare, non è più moderno, altro esempio a p. 79). Fa certamente torto alle competenze dell’autore il definire (213) postuna «particella». G. Berruto H Edgar Radtke, I dialetti della Campania, Roma (Calamo) 1997, 182 p. (Biblioteca di ricerche linguistiche e filologiche 44) Monografie regionali sui dialetti italiani non sono frequenti: e questa è particolarmente benvenuta sia per il nome dell’autore, certamente da annoverare oggi fra i massimi competenti in dialettologia napoletana e iniziatore dell’impresa dell’Atlante linguistico campano, sia perché - come osserva W. Belardi nella Presentazione al volume (6) - «si dispiega a trecentosessanta gradi», fornendoci una panoramica che non si limita alla mera descrizione dei tratti linguistici dell’area dialettale campana, ma si estende alla dimensione sociolinguistica, alla storia linguistica e ai rapporti fra dialetto, letteratura e antropologia culturale. Ampiamente corredato di cartine, illustrazioni e documenti, il volume si compone di tredici capitoli, per lo più di succosa brevitas. I primi tre capitoli tratteggiano lo stato delle ricerche, gli aspetti salienti della storia linguistica della regione e le fonti attuali per lo studio dei dialetti campani. Si passa poi (cap.iv) ai problemi della classificazione dialettale esterna e interna, notando opportunamente come siano molto incerti i confini delle parlate napoletane, soprattutto verso est e verso sud; alle manifestazioni del polimorfismo dialettale (cap. v), con osservazioni sull’alternanza del tipo aspetto/ aspecco, che si manifesta marcata sia per l’asse diatopico che per quelli diastratico e «diagenerazionale»; e (cap. vi) al progetto dell’Atlante linguistico della Campania (ALCam.), che prevede inchieste in 45 punti (pochi di più dei 37 dell’ALI, Atlante linguistico italiano, ora finalmente in corso di stampa, ma scelti con particolare attenzione alle dinamiche sociolinguistiche e quindi con un addensamento speciale nel Golfo di Napoli) intese a documentare sia il dialetto che l’italiano regionale. Nei capitoli dal vii al x si prendono in esame i livelli d’analisi, fornendo una descrizione delle caratteristiche del napoletano e delle altre sottovarietà campane che, secondo un approfondimento in chiave tradizionale, lascia ampio spazio alla fonetica e fonologia (ivi compresi i fatti soprasegmentali), soffermandosi con la dovuta attenzione sugli interessanti fenomeni di spostamento vocalico verso la centralizzazione che si hanno nell’area napoletana; con una certa estensione l’autore tratta anche la morfologia e il lessico, dedicando per converso alla sintassi due sole pagine (cap. ix): per un confronto di prospettive, si può notare che R. Sornicola nel capitolo sulla Campania del volume curato da M. Maiden/ M. Parry, The dialects of Italy, London/ New York 1977: 330-37, dedica alla sintassi ben quattro pagine sulle otto dell’intero contributo; l’osservazione sulla poca produttività della formazione avverbiale in -mente che troviamo a p. 92 avrebbe inoltre trovato miglior posto nella morfologia. Nel capitolo sul lessico ( X ) si sottolinea la «notevole omogeneità» del territorio campano quanto ai tipi lessicali correnti, osservando opportunamente che tale omogeneità deve certamente favorire l’identificazione che normalmente si compie fra napoletano e restanti parlate campane (93); e si fa anche riferimento ai gerghi (molto gustoso è l’accenno, p. 99, a fenomeni di italianizzazione lessicale - come nira per nera in inserzioni pubblicitarie - che coinvolgono incertezza nell’applicazione della tipica metafonia napoletana; fenomeno del resto in regressione, cf. p. 58). 254 Besprechungen - Comptes rendus Il cap. xi è dedicato a osservazioni sociolinguistiche sulla differenziazione del dialetto, sulla commistione di varietà e sull’italiano regionale, con interessanti spaccati sui saluti e sulle forme di cortesia, e con vivace esemplificazione illustrativa di materiali scolastici. Trattandosi di napoletano, non poteva mancare un capitolo (il xii) sulla presenza del dialetto nella letteratura (prosa e poesia; ma anche, giustamente, teatro, cinema, canzone); meno scontata è la presenza di un ultimo capitolo sugli aspetti antropologici della dialettalità campana, arricchito a mo di esemplificazione da un etnotesto sulle superstizioni raccolto nell’inchiesta dell’ALCam. ad Afragola. Il volume è completato da una bibliografia straordinariamente vasta per opere di questo genere (più di quattrocento titoli), ed è guarnito di tutto ciò che ne favorisce una consultazione e un’utilizzazione, anche ai fini di didattica universitaria, ottimali: indice delle cartine e delle figure, degli autori e dei personaggi citati, dei nomi geografici, di tutte le forme dei dialetti riportate, dei fenomeni e dei concetti trattati. Insomma, un grosso lavoro. Ancora una volta ci troviamo, noi linguisti italiani, a dover ringraziare uno studioso tedesco per l’interesse, la cura e la profondità con cui si occupa di cose di casa nostra. La monografia di Radtke è infatti l’ennesimo, e il più recente, degli irrinunciabili apporti della romanistica tedesca alla dialettologia italiana, e come tale rinnova nei modi più aggiornati i fasti della fertile tradizione sontuosamente inaugurata da un Gerhard Rohlfs. G. Berruto H Pietro Maturi, Comme v’eggia dice? Testi orali dal Sannio beneventano in trascrizione fonetica, Kiel (Westensee) 1997, 160 p. (Dialectologia pluridimensionalis romanica 4) Il volume presenta in trascrizione fonetica IPA un corpus di parlato (14-158) ricavato per mezzo d’interviste in cinque località della provincia di Benevento (Amorosi, Cerreto Sannita, Apollosa, S. Agata dei Goti, Montefalcone in Val Fortore). Precedono i testi, accompagnati da annotazioni linguistiche, una premessa (5-8) e brevi cenni introduttivi (9-13), in cui si presentano succintamente alcuni tratti del campano, in riferimento non alle varietà qui documentate bensì al napoletano. Il sottotitolo, in cui si parla non di «testi dialettali» bensì di «testi orali», dà un’idea appropriata dei materiali trascritti: vi sono evidenti le naturali oscillazioni attraverso le varietà e i registri del repertorio a disposizione dei membri delle comunità in questione. Alcuni degli intervistati si orientano piuttosto - indotti a ciò probabilmente anche dal contesto relativamente formale dell’intervista - verso il polo alto del loro repertorio, producendo enunciati chiaramente ascrivibili all’italiano regionale. Di qui si diparte una capillare variazione in direzione del dialetto locale, al quale i testi presentati si approssimano, si può dire, asintoticamente, senza mai saldamente attestarvisi. Ecco un esempio del tipo di materiali linguistici trascritti (35): [ko'muŋkw o kun'tsortsj E 'kkell¿ ke i 'piaS¿ di 'far il suo la'vor¿]. Dove è evidente l’immissione di italianismi fonetici ([di]), morfologici ([suo]), lessicali ([ko'muŋkw]) e sintattici (possessivo anteposto). All’illustrazione della variazione fra italiano e dialetto sono dedicate le puntuali note di commento, nelle quali si attira l’attenzione su dinamiche di commutazione/ mescolanza di codice (p. es. 28 N27, 64 N1, N3, 157 N49), di struttura pragmatico-testuale dell’informazione (p. es. 24 N22, 145 N3), su fenomeni d’ipercorrettismo (42 N28, 43 N30, 46 N38 ecc.) 1 . Oltre a 255 Besprechungen - Comptes rendus 1 Interessanti ad esempio i casi d’ipercorrettismo segnalati a proposito della sonorizzazione di [s] intervocalica. La sordità della [s], tratto tradizionalmente qualificante i dialetti e gli italiani