eJournals Vox Romanica 58/1

Vox Romanica
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0042-899X
2941-0916
Francke Verlag Tübingen
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1999
581 Kristol De Stefani

Rosanna Zeli (1935-1999)

121
1999
Federico  Spiess
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Rosanna Zeli (1935-1999) Rosanna Zeli, nata il 23 luglio 1935 a Locarno, crebbe a Bellinzona, dove frequentò la scuola elementare e il ginnasio. A questa sua città rimase profondamente legata e le dedicò nell’ambito delle sue attività dialettologiche lo studio «Il dialetto di Bellinzona e i suoi rapporti con il dialetto milanese». Nel 1954 ottenne all’ancora unico Liceo cantonale ticinese a Lugano la maturità di tipo A. Ed è in quella circostanza che scaturì la scintilla che avrebbe determinato l’ulteriore cammino della sua vita. Silvio Sganzini, in quel tempo simultaneamente rettore del Liceo e direttore del Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana, seppe destare in lei l’interesse per la dialettologia. Avvenne così che, quando nel 1954, come assistente al seminario di filologia romanza dell’Università di Zurigo, ebbi il compito di introdurre un gruppo di principianti nei segreti dell’istituto, fra questi studenti appena sfornati dai vari licei svizzeri figurava anche la giovane bellinzonese Rosanna Zeli. In quella circostanza ella rimase però per me una dei tanti componenti del gruppo, per cui questo primo incontro non portò a una conoscenza personale più approfondita. Alcuni anni più tardi, nel 1960, vidi arrivare nella sede della redazione del Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana, della quale facevo parte dal 1956, la stessa persona, che nel frattempo aveva terminato i suoi studi e conseguito il dottorato in lingua e letteratura italiana e francese con la presentazione di una tesi sulla «Terminologia domestica e rurale della valle Cannobina». Diventammo così colleghi e collaborammo per un trentennio con impegno e amore per un’opera che richiede molta abnegazione e spirito di sacrificio. Per lunghi periodi Rosanna e io rimanemmo soli ad assicurare la continuità dei lavori di redazione, che non consistevano soltanto nella pubblicazione dei fascicoli. Come unico istituto specializzato di dialettologia nell’area lombarda, molte erano infatti le singole persone, dal semplice cittadino dei nostri paesi al professore universitario di Los Angeles o di San Pietroburgo, del Brasile o di Taiwan, e le istituzioni pubbliche e private, da comuni, scuole elementari o associazioni culturali delle nostre valli a istituti di ricerca di fama internazionale, che si rivolgevano a noi per ottenere informazioni e consulenze di ogni genere. Fra tutti questi lavori di servizio a terzi, Rosanna Zeli si dedicava con particolare intensità all’assistenza a studenti che chiedevano la nostra consulenza per preparare esami intermedi, lavori di seminario o anche tesi di laurea. Molti sono gli studiosi di filologia romanza della generazione successiva alla nostra che devono una profonda riconoscenza a Rosanna Zeli per i suoi consigli e preziosi insegnamenti. All’interno del corpo redazionale Rosanna Zeli assunse ben presto una funzione del tutto particolare. Ella divenne per così dire la coscienza personificata dell’opera. Nessun articolo veniva affidato alla stampa, prima che ella avesse verificato che ogni segno grafico, ogni punto e ogni virgola figurassero al posto preciso previsto dalle nostre severe e inderogabili norme di pubblicazione. Fra gli oltre 650 lemmi trattati da Rosanna Zeli nel Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana da badalesch a capare, due meritano di esser messi particolarmente in risalto per la loro rilevanza etimologica, che supera di gran lunga il nostro piccolo campo di attività. Si tratta da un lato di bonamán augurio e strenna di capodanno , dove Rosanna Zeli è riuscita a dimostrare con argomenti convincenti che alla base del termine non sta, come si riteneva comunemente, bona manus buona mano , bensì bona mane buon mattino , e dall’altro di barba zio , dove ha difeso con prove altrettanto chiare e lampanti la provenienza del termine dal longobardo barbas già proposta da Bruckner e poi ripresa e sostenuta da Jud, di fronte alla spiegazione troppo banale proposta da molti che volevano far derivare barba zio da barba peli del mento . Non sono inoltre da dimenticare gli articoli di carattere enciclopedico, ai quali Rosanna Zeli si dedicava con particolare impegno. Sono da citare fra l’altro barca barca , barlòtt tregenda , bidüü burro , bügada bucato , cá casa , canov canapa , oltre a bosch bosco , che può esser considerato a giusta ragione una vera e propria monografia della silvicoltura nella Svizzera italiana. Tutti gli aspetti storici, giuridici, economici, ergologici e folclorici che concernono il bosco vi sono trattati con ampia documentazione. La trattazione del lemma brica, elemento rafforzativo di negazione, manifesta invece l’interesse di Rosanna Zeli per la ricerca nel campo della sintassi, che si rivela in modo più marcato nel suo articolo nella Vox Romanica «Spunti per lo studio della negazione nei dialetti del Ticino e del Moesano». Come dimostra l’articolo citato, l’intensa attività redazionale non impedì Rosanna Zeli di partecipare anche all’esterno dell’istituto ai lavori di ricerca nell’ambito della dialettologia. Dobbiamo così a lei la parte linguistica dell’opera monumentale «La casa rurale nel Canton Ticino» e contributi spesso molto spiritosi a diverse miscellanee e riviste. Citiamo ad esempio la sua collaborazione alla Vox Romanica, nella quale pubblicò anche lo studio «Di barba zio e di alcuni nomi del ginepro : osservazioni su due recenti articoli». In altre pubblicazioni apparvero fra l’altro: «Dalla laguna al supermercato», «La Gotthardbahn nella Sonnenstube: gli alemannismi nella vita quotidiana del Ticino di ieri e di oggi», «Pöstu! . . . Appunti sulle formule d’imprecazione nei dialetti della Svizzera italiana». Importante rimane soprattutto la sua attività nella Società svizzera per le tradizioni popolari, del cui Bollettino fu redattrice dal 1979 fino alla morte, contribuendo personalmente alla pubblicazione con non pochi articoli e moltissime recensioni. Dal 1992 al 1997 Rosanna Zeli come coronamento della sua attività scientifica ebbe l’onore e la grave responsabilità di dirigere il Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana, opera alla quale ha dedicato tutta la vita. 375 Rosanna Zeli (1935-1999) Purtroppo gli inizi di una grave malattia non le hanno concesso di godere a lungo della ben meritata quiescenza e di realizzare, liberata dall’impegno del lavoro redazionale, ulteriori lavori di ricerca. La sua fedeltà a un’opera scelta una volta per sempre rimarrà un esempio per tutti. Montagnola Federico Spiess Bibliografia scientifica di Rosanna Zeli 1. Terminologia domestica e rurale della valle Cannobina (Novara), Bellinzona 1967 2. «Spunti per lo studio della negazione nei dialetti del Ticino e del Moesano», VRom. 27 (1968): 289-98 3. «Rügin e i gerghi . . . », Corriere del Ticino 29. 9. 1972 4. «A proposito di un’iscrizione murale di Soazza», Folclore svizzero 64 (1974): 21s. 5. «Il dialetto di Bellinzona e i suoi rapporti con il dialetto milanese», in: G. Chiesi (ed.), Pagine bellinzonesi. Cenni storici, studi e ricerche in occasione del centenario di Bellinzona capitale stabile del Cantone Ticino. 1878-1978, Bellinzona 1978: 197-210 6. «A proposito delle forme doc. daxa e strolzia», in: Materiali e documenti ticinesi 1978: 600-01, 685-87 7. «Il mercato di Bellinzona», Folclore svizzero 69 (1979): 84-95 8. «Vivono morendo. Quattro domande a una redattrice del VSI», Bloc Notes 2/ 3 (1980): 43-53 9. «Radici e innesti», in: L’Almanacco 1983, Bellinzona 1982: 67-73 10. «Il dizionario dialettale di fronte al problema posto dal lessico settoriale e generazionale. Il caso del VIS», in: O. Lurati/ H. Stricker (ed.), Die schweizerischen Wörterbücher. Beiträge zu ihrer wissenschaftlichen und kulturellen Bedeutung, 4. Kolloquium der Schweiz. Geisteswissenschaftlichen Gesellschaft, Freiburg (FR) 1982: 63-74 11. «Echi di un articolo», Folclore svizzero 72 (1982): 14-16 12. «Note all’articolo di Teresina Rosselli: Il tramonto di un secolo e l’aurora di un altro», Folclore svizzero 72 (1982): 45-48 13. «La casa: parole e cose», in: M. Gschwend (ed.), La casa rurale nel Canton Ticino. Forme di casa, insediamenti, vol. 2, Basilea 1982: 123-37 14. «Il Vocabolario dei dialetti alla luce del fascicolo 30», Politica Nuova 21. 1. 1983 15. « Cum sa fa a fà ròba? Roba . . . a . . . risponde l’eco», Politica Nuova 1. 4. 1983 16. *F. Binda, I vecchi e la montagna, Locarno 1983; «Una vita da ladri da nessuno rimpianta», Politica Nuova 17. 6. 1983 17. *M. Vicari (ed.), Dialetti svizzeri: dischi e testi dialettali editi dall’Archivio fonografico dell’Università di Zurigo, vol. 3: Dialetti della Svizzera italiana, fasc. 6: Malcantone (Cantone Ticino); Folclore svizzero 73 (1983): 28s. 18. «El so oden al verbava in sedes. I magnani della Val Colla e della Val Cavargna e il loro gergo», in: Radiotelescuola della Svizzera Italiana, 1983/ 6 (Telescuola B/ Bolletino per i docenti) 19. «Prefazione», in: F. Binda, I vecchi e la montagna. La raccolta del fieno selvatico e l’impianto dei fili a sbalzo in Val Verzasca nella narrazione dei protagonisti, Locarno 1983: 9-11 20. *F. Binda, I vecchi e la montagna, Locarno 1983; Folclore svizzero 73 (1983): 45 21. «Mutamenti. L’evoluzione e la lacerazione», Quaderni Regionali 3 (1983): 91-102 22. «Dalla laguna al supermercato: itinerari semantici», in: G. Holtus (ed.), Linguistica e dialettologia veneta. Studi offerti a Manlio Cortelazzo dai colleghi stranieri, Tübingen 1983: 283-89 23. «Problemi . . . A proposito della famiglia di {bròcco}, {bròcca} ramo », in: R. Martinoni/ V. Raschèr (ed.), Problemi linguistici nel mondo alpino. Ticino - Grigioni - Italia, Atti del Convegno di studi in onore di Konrad Huber (Robiei, 4-5 luglio 1982), Napoli 1983: 186-97 24. «Parole vecchie, parole nuove del mondo rurale», Politica Nuova 10. 2. 1984 25. «Il Ticino dei baliaggi tra pregiudizio e realtà (traduzione delle lettere di K. V. von Bonstetten)», Politica Nuova 8.6.1984 376 Federico Spiess 377 Rosanna Zeli (1935-1999) 26. «Tra le parole di una valle e vocabolario dei dialetti», Politica Nuova 30. 3. 1984 27. «Parole come specchio di una realtà», Politica Nuova 6. 4. 1984 28. «La Commissione cantonale di nomenclatura», Fogli 4 (1984): 11-14 29. «Caratterizzazione italiana ed elvetica del folclore ticinese», in: E. Schüle (ed.), Par-dessus les frontières linguistiques. Actes de la réunion de Waldegg (Soleure) (28-29 octobre 1982), Basilea 1984: 39-58 30. «Dialetto alla radio, dialetto alla televisione», in Microantenna (RTSI) 1 (1985): 16s. 31. *V. F. Raschèr/ M. Frasa (ed.), Repertorio toponomastico ticinese: I nomi di luogo dei comuni del Canton Ticino, fasc. 3: Comano, Zurigo/ Bellinzona 1984; Folclore svizzero 75 (1985): 15s. 32. *Cultura popolare e dialetto a Comologno nell’Onsernone; Folclore svizzero 75 (1985): 128 33. «Prefazione», in: A. Sandrini, Boschi, boscaioli e fili a sbalzo, Locarno 1985: 9-12 34. *A. Sandrini, Boschi, boscaioli e fili a sbalzo, Locarno 1985; «Il mondo dei boscaioli. Storia recente di una lunga fatica», Corriere del Ticino 6. 12. 1985 35. «Primi d’agosto in Leventina», Folclore svizzero 75 (1985): 59-63 36. «Begna na lá göpp s’a s vo vigní indré göpp. Cultura popolare e dialetto a Comologno nell’Onsernone», La Voce Onsernonese 83 (1985): 1s. 37. «L’áu u mangia l’üga e l biádi’ g´ u la pelüga. Cultura popolare e dialetto a Comologno nell’Onsernone (2a parte)», La Voce Onsernonese 84 (1985): 2 38. «Di barba zio e di alcuni nomi del ginepro : osservazioni su due recenti articoli», VRom. 44 (1985): 87-104 39. «La Svizzera italiana di Hans Rudolf Schinz. Un importante evento editoriale del 1985», Politica Nuova 24. 1. 1986 40. *G. Quadri, Ra scherpa fòra di scaff, Lugano/ Pregassona 1985; Verifiche 1 (1986): 15s. 41. «Bellinzona ieri, Bellinzona oggi», Folclore svizzero 76 (1986): 17-31 42. «Dei luoghi e dei loro nomi: appunti sulla toponomastica del Mendrisiotto», in: Mendrisiotto: sguardi e pensieri, Caneggio 1986: 235-50 43. «Barriere . . .? », in: R. Ratti/ M. Badan (ed.), Identità in cammino, Locarno 1986: 103-14 44. «Questione sulla dialettologia», Bloc Notes 14 (1986): 69-77 45. «Il bosco nella Svizzera italiana: appunti storico-giuridici» in: Per un museo dell’agricoltura in Piemonte, vol. 5: Il bosco e il legno. Atti del Convegno di studio nel decennale di fondazione dell’Associazione (Torino, 24 ottobre 1987), Torino 1987: 73-107 46. *F. Lurà, Il dialetto del Mendrisiotto, Mendrisio 1987; «Un libro dei primati ma non è il Guinnes», Politica Nuova 11. 9. 1987 47. *F. Lurà, Il dialetto del Mendrisiotto, Mendrisio 1987; La Scuola 11s. (1987): 289-91 48. «Pöstu! . . . 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Buzzi (ed.), Atlante dell’edilizia rurale in Ticino. Locarnese, Bellinzonese, Riviera, Lugano/ Trevano (in preparazione)