Vox Romanica
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Francke Verlag Tübingen
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2004
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Kristol De StefaniMassimo Vedovelli, Guida all’italiano per stranieri. La prospettiva del Quadro comune europeo per le lingue, Roma (Carocci) 2002, 244 p. ; Massimo Vedovelli,L’italiano degli stranieri. Storia, attualità e prospettive, con Prefazione di Tullio De Mauro, Roma (Carocci) 2002, 226 p.
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2004
M.C. Castellani
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come d’altronde le osservazioni concernenti le parti precedenti dell’opera, non intendono minimamente sminuire il valore dei risultati della ricerca della nostra autrice. Essi desiderano al contrario dimostrare quanto stimolante possa esserne la lettura per chi si avvicina da altre aree dialettali attigue a questa descrizione del dialetto di Casale Corte Cerro. Il suo grande merito rimane il fatto di essere il primo sassolino del mosaico costituito dai dialetti fra Toce e Sesia, che auspicabili ulteriori studi monografici altrettanto accurati dovranno completare. F. Spiess ★ Massimo Vedovelli, Guida all’italiano per stranieri. La prospettiva del Quadro comune europeo per le lingue, Roma (Carocci) 2002, 244 p. Massimo Vedovelli, L’italiano degli stranieri. Storia, attualità e prospettive, con Prefazione di Tullio De Mauro, Roma (Carocci) 2002, 226 p. Nel 1917 vengono istituiti per la prima volta in Italia, a Siena, corsi di italiano. Era la prima volta che ciò accadeva entro i confini dello Stato unitario. Da quella data, sottolinea l’Autore, la diffusione della nostra lingua fra gli stranieri appare profondamente cambiata. E da quella data prendono spunto le considerazioni di sfondo di Massimo Vedovelli, che introducono i volumi L’italiano degli stranieri, e Guida all’italiano degli stranieri, curati per i tipi di Carocci, e stampati nello stesso anno 2002. Il lucido e attento esame, fatto dall’Autore, delle linee storiche dell’insegnamento dell’italiano L2 e dell’emigrazione italiana all’estero, e delle sue vie per la diffusione della nostra lingua, precede la puntuale descrizione della situazione attuale, condizionata dai movimenti migratori che, in uno scenario mondiale, hanno interessato anche l’Italia. Tale nuova situazione ha fatto sì che l’Italia si sia trasformata da sorgente a punto di arrivo di migrazioni e che la nostra lingua si sia inserita nel circuito degli idiomi appresi da stranieri migranti. La nuova situazione, descritta con una vasta disanima di ricerche, di indagini conoscitive, di progetti e di prospettive di studio, viene obiettivamente connotata dallo stesso Autore della necessaria non completezza, in quanto universo di fenomeni che non coinvolge solo la lingua, ma vede questa, giustamente, intrecciarsi in una fitta rete di rapporti con dimensioni non solo linguistiche e culturali ma socio-economiche, di immagine del nostro paese all’estero. Quale che sia la prospettiva adottata - afferma Massimo Vedovelli, nelle introduzioni ai due volumi recensiti - l’analisi del contatto fra il nostro paese e gli stranieri «vede la lingua collocata in una posizione centrale, il più delle volte nei termini problematici della sua capacità di rendere possibili i contatti e stabilire ponti per scambi di persone, idee e beni.» (17). Il progetto dell’ Italiano degli stranieri mira quindi a due obiettivi generali: descrivere la condizione dell’italiano L2 nel mondo e in Italia e evidenziare i mutamenti dello spazio linguistico italiano come conseguenza dei fenomeni migratori. Il volume Guida all’italiano per stranieri completa il quadro tracciato dal già citato volume. La vastità dei fenomeni osservati in quest’ultimo obbliga infatti a confini che il volume Guida all’italiano per stranieri integra, nel delineare un quadro coerente di ricostruzione della situazione dell’italiano diffuso fra stranieri. Nella Guida, infatti, la condizione della nostra lingua viene affrontata in quanto parte di un sistema di processi di apprendimento e di insegnamento, con particolare attenzione ai modelli teorico-metodologici di tali processi. Essa mira a costruire un quadro interpretativo dei problemi della glottodidattica dell’italiano L2, in rapporto alle più recenti linee di politica linguistica sancite a livello europeo. 307 Besprechungen - Comptes rendus Un fatto recente viene a caratterizzare, infatti, la condizione dell’italiano diffuso fra stranieri: la politica linguistica europea, elaborata dal Consiglio d’Europa e formalizzata in una serie di documenti che hanno contribuito dagli anni Settanta in poi a innovare la metodologia dell’insegnamento linguistico. Nel volume viene data risposta all’esigenza di riportare a unità interpretativa una pluralità di fatti e processi che, proprio per la loro complessità, rischierebbero di non far trasparire le loro stesse linee fondanti. Nella Guida, che non è un manuale generale di glottodidattica - e l’Autore stesso lo afferma nella già citata introduzione - vengono esplicitati, in modo innovativo ed efficace, alcuni elementi che rendono la situazione dell’italiano L2 originale in aspetti fondanti della propria identità in rapporto alle altre lingue a grande diffusione internazionale. Il filo conduttore del lavoro è proprio l’analisi dei problemi legati alla specificità della situazione dell’italiano L2. Se nell’Italiano degli stranieri, il focus è - come si diceva - nella ricostruzione delle linee storiche dell’insegnamento dell’italiano L2, per quanto riguarda i modelli glottodidattici e il loro confronto con la situazione di una lingua che era principalmente scritta e letteraria, il volume Guida ha come oggetto principale di studio il sistematico confronto della situazione dell’italiano L2 con ciò che è affermato nel documento elaborato a partire dal 1996 dal Consiglio d’Europa ed intitolato nella recente traduzione italiana Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione. La Guida si fonda quindi sulle conclusioni dell’Italiano degli stranieri, dove si evidenziavano le radici storiche di molte questioni che ancora oggi segnano le condizioni della nostra lingua diffusa tra stranieri: una base storica, quindi, offerta al lettore, per interpretare correttamente la proposta innovativa contenuta nella Guida. Per quanto riguarda la tipologia di lettori, oltre alle categorie alle quali tali studi sono comunemente rivolti (studiosi, studenti universitari, insegnanti e quelli che in italianoeuropeo vengono definiti i «decisori»), mi sia consentito evidenziare un particolare tipo di lettore-insegnante, con il quale la lettura dei due volumi è avvenuta, per trarne linfa scientifica, nell’ambito di ricerche a breve termine per la preparazione di materiali: gli insegnanti nei corsi per stranieri adulti. L’Autore stesso parla di «spirito di servizio», che lo ispira nel trattare l’argomento per contribuire ad applicare la prospettiva europea anche all’italiano L2, esplicitandone i termini agli operatori del settore. In questo senso, anche nella personale esperienza di chi scrive, in particolare nei citati gruppi di lavoro con insegnanti dei CTP (Centri Territoriali Permanenti per l’educazione degli adulti), che operano in corsi di italiano a studenti adulti stranieri, la lettura della Guida, integrata dalla conoscenza di scenario del volume Italiano per stranieri, si è rivelata particolarmente utile. In tali strutture educative, che assumono sempre più il ruolo di luoghi privilegiati nel veicolare (e recepire) un modello di italiano, con l’esplicitazione (o meno) del relativo repertorio, in una dinamica che coinvolge sia lo spazio linguistico del migrante sia quello del docente, la prospettiva dei due libri in oggetto appare particolarmente affascinante. I dati riguardanti tale prospettiva innescano pertanto un confronto con altre realtà di immigrazione, ma inducono a stabilire parametri specifici della realtà italiana, in primis la necessità della ridefinizione dello spazio linguistico, fino a una più ampia serie di cambiamenti sociali ed educativi. Oltre, infatti, alla disanima di alcuni punti centrali del documento europeo di politica linguistica e alla valutazione dei loro valori implicativi sulla condizione dell’apprendimento-insegnamento dell’italiano L2, nella Guida, viene sviluppata un’utile sezione, maggiormente orientata all’applicazione didattica, in termini di risposte operative, completata poi da bibliografia e sitografia sul tema. Un altro aspetto si vorrebbe fosse preso in dovuta considerazione: la corposità del materiale trattato e lo spessore scientifico non impediscono all’Autore di trattare il denso oggetto del suo studio in modo chiaro ed efficace. A tale proposito, Tullio De Mauro, nella Prefazione all’Italiano per stranieri, si riferisce alla «lucidità analitica delle pagine, alla sobrietà dello stile.» (13). 308 Besprechungen - Comptes rendus Se è consentito, si vorrebbe riprendere, inoltre, per concludere senza inutili ulteriori commenti, sempre dalla Prefazione di Tullio De Mauro all’Italiano per stranieri, alcune autorevoli parole che probabilmente spiegheranno, a chi non conosce personalmente l’Autore, l’humus da cui proprio tale efficacia nasce. De Mauro riconosce infatti nel lavoro di Massimo Vedovelli la presenza di «una fredda passione civile per capire le sorti della nostra lingua, per la concreta vita di chi nativo si è aperto la strada a parlarla e di chi straniero la ha appresa e la apprende.» (13). M. C. Castellani ★ Blanc la Goutte, poète de Grenoble, Œuvres complètes. Présentées et traduites par Gunhild Hoyer & Gaston Tuaillon. Grenoble (Centre alpin et rhodanien d’ethnologie) 2003, 189 p. (Le Monde alpin et rhodanien 2002/ 4). Tout un pan de la civilisation régionale risque de sombrer dans l’oubli par manque de connaissances dialectales du lecteur moderne. Nous voulons parler de la littérature en patois, laquelle a bien souvent atteint un niveau hautement appréciable de sorte que de nos jours encore on a plaisir à la parcourir. Car malgré les dénigrements habituels des éditeurs modernes de ce genre de textes, qui condamnent parfois leur objet d’étude comme «dépourvu de toute valeur littéraire» 1 , les ouvrages dialectaux demandent à être découverts et à être situés à leur niveau réel, que ce soit du point de vue culturel, littéraire, folklorique ou historique. Il s’agit donc de rendre accessibles les textes dialectaux par des éditions fiables accompagnées de traductions. L’auteur grenoblois Blanc, surnommé La Goutte à cause d’une infirmité, a atteint sinon la gloire du moins une certaine notoriété régionale dès le XVIII e siècle et celle-ci ne s’est jamais démentie jusque dans la seconde moitié du XX e siècle. Il a eu un public appréciateur dès la parution de son premier poème, en 1729. D’après le témoignage d’un chanoine de 1733, un personnage important comptait parmi ses lecteurs, probablement l’évêque de Grenoble lui-même, qui était en même temps le prince séculaire de sa cité (10). D’assez nombreuses rééditions témoignent du reste de sa popularité. Dans sa préface à celle de 1860, George Sand parle de «ce petit monde de province du siècle dernier, grouillant de couleur sous la plume rieuse et légère de Blanc la Goutte» et elle résume son jugement dans la phrase: «Il y a du Balzac dans ce bonhomme» (97). Cette excellente tradition grenobloise méritait donc d’être remise en valeur par une nouvelle édition. C’est ce que se sont attachés à faire les deux chercheurs, dialectologues de profession. Gaston Tuaillon s’est occupé des 560 alexandrins du Grenoblo malhérou «Grenoble malheureux», G. Hoyer des trois autres poèmes, lesquels totalisent 782 alexandrins. G. Tuaillon a tiré texte et traduction de ses cours universitaires de dialectologie tandis que G. Hoyer, son élève, a puisé dans sa thèse de 1993 (8) 2 . On imaginera facilement tout le travail de mise à jour et de révision que cela a impliqué, d’autant plus que les éditeurs se sont efforcés d’aboutir à une traduction non seulement fidèle mais «qui peut supporter une lecture courante» (59). L’identité du poète Blanc la Goutte pose un gros problème. Il ne se nomme que dans la dernière ligne de son dernier poème, qui date de 1741: «Blanc dit la Goutta de placi Cla- 309 Besprechungen - Comptes rendus 1 Un tel mépris n’est pas courant partout. Ainsi, la littérature dialectale jouit d’une haute estime en Allemagne à la suite des prises de position vigoureuses de Goethe en faveur d’auteurs comme J. P. Hebel (alémanique) ou G. D. Arnold (strasbourgeois). 2 G. Hoyer, Textes en dialecte dauphinois: établissement du texte, traduction et analyses linguistiques (Grenoble III) 1993.
