eJournals Vox Romanica 64/1

Vox Romanica
vox
0042-899X
2941-0916
Francke Verlag Tübingen
Es handelt sich um einen Open-Access-Artikel, der unter den Bedingungen der Lizenz CC by 4.0 veröffentlicht wurde.http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/121
2005
641 Kristol De Stefani

Corinne Rossari/Anne Beaulieu-Masson/Corina Cojocariu/Anna Razgouliaeva, Autour des connecteurs. Réflexions sur l’énonciation et la porte, Berne (Peter Lang) 2004, 255 p.

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2005
Letizia  Lala
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férentes expressions sont classées sous des «étiquettes sémantiques» comme acceptation, accord, admiration, allusion, etc. Ces étiquettes sont reportées avec les expressions correspondantes dans un registre (323-46), ce qui permet de retrouver une expression que l’on cherche. Quant à l’«analyse contrastive français-italien» que l’on nous annonce dans le sous-titre, elle se réduit à la traduction des expressions en italien. C’est encore une fois un détail utile, mais que l’on aurait pu annoncer moins pompeusement. A part ces réserves, le dictionnaire que nous annonçons ici est un instrument de travail hautement valable, et qui rendra surtout service aux apprenants avancés. Jakob Wüest ★ Corinne Rossari/ Anne Beaulieu-Masson/ Corina Cojocariu/ Anna Razgouliaeva, Autour des connecteurs. Réflexions sur l’énonciation et la porte, Berne (Peter Lang) 2004, 255 p. Uscito recentemente sotto la firma di C. Rossari e del suo gruppo di ricerca, composto da A. Beaulieu-Masson, C. Cojocariu e A. Razgouliaeva, questo volume mostra aspetti di indubbio interesse grazie soprattutto alla metodologia con la quale si sviluppa il complesso programma di studio che è all’origine dell’opera. Obiettivo dichiarato del libro è quello di mostrare come in francese i connettivi intervengano nelle varie dimensioni inerenti all’enunciazione e come, a loro volta, esse influenzino le possibilità di impiego di questi demarcatori. L’opera si pone al centro di un più vasto progetto di ricerca che ha come ambizione quella di giungere all’elaborazione di una tipologia semantica delle formule del francese che agiscono come connettivi, e di una classificazione dei loro utilizzi. In alternativa alle più tradizionali analisi, fondate su un solo tipo di criteri funzionali (a seconda delle varie scuole: semantico-pragmatici, strettamente pragmatici, cognitivi o basati sul principio di coerenza), questa ricerca propone di sviluppare un modello che poggi su basi formali, e non unicamente funzionali. Le formule connettive sono pertanto studiate grazie alla considerazione di parametri quali la posizione sintattica, la natura semantica degli elementi collegati e il loro statuto di verità, l’ordine temporale, la forza della connessione. Uno sguardo incrociato di questo genere permette di precisare le condizioni che consentono, o al contrario impediscono, l’utilizzo dei singoli connettivi in un determinato significato, e di arrivare a meglio rappresentare il genere di contribuzione semantica da essi veicolato. È per esempio ciò che avviene per donc, a cui è dedicata un’attenta analisi delle possibilità di impiego in combinazione con una domanda globale (81-91). Partendo dall’osservazione minuziosa delle modalità e dei limiti di utilizzo di donc nell’ambito dell’interrogativa globale, in funzione di conclusione o di premessa, si arriva a mostrare un suo tratto definitorio fondamentale, e cioè come esso sia un connettivo che necessita, sia a destra che a sinistra, di un enunciato che richiede all’interlocutore la ricostruzione inferenziale di un’asserzione. Si osserva infatti che la combinabilità con una domanda globale è naturale, in quanto premessa, solo quando questa riprende un’asserzione del destinatario, senza essere quindi provvista di una marca morfologica di interrogazione; oppure (ed è il suo utilizzo più naturale) quando la domanda è in forma negativa. Ora, in entrambi i casi, chi pone la domanda sembra attribuire all’interlocutore il compito di recuperare inferenzialmente un contenuto sottostante ad essa. Utile poi l’idea di concludere il volume chiarendo alcuni concetti, decisivi per una corretta comprensione dell’opera, ma non sempre di facile accesso (243-47). Si è così voluto sottolineare aspetti importanti della semantica dinamica che modellizza i risultati della 344 Besprechungen - Comptes rendus ricerca quali la nozione di mise à jour, più volte utilizzata all’interno del volume e fondamentale per esempio per l’analisi di donc, di cui si è appena detto 1 . Tale concetto presuppone che gli interlocutori, dialogando, costruiscano uno stato di informazione comune (common ground), e che a ognuno di loro appartenga poi anche un bagaglio di conoscenze individuale. Ogni operazione di mise à jour effettuata all’interno di un contesto dialogico è quindi valutata come prodotto di un singolo interlocutore e riflesso del suo patrimonio di sapere. Una mise à jour «fallisce» quando porta a conclusioni assurde, altrimenti viene giudicata «riuscita». Ma veniamo all’organizzazione del volume. Lo studio si costituisce di due sezioni: la prima si occupa fondamentalmente delle concatenazioni «monologiche», mentre la seconda approfondisce le concatenazioni «dialogiche». Le due parti sono suddivise, in quattro capitoli 2 la prima, e due 3 la seconda. In ognuno dei capitoli si procede all’analisi di una particolare interazione tra formule di connessione e lessico. Le due sezioni sono seguite da un Annexe 4 . Nella prima sezione, si affrontano aspetti fondamentali dello studio riguardanti l’ambito enunciativo e la portata. Si approfondiscono così le interazioni tra connettivi e differenti forme d’asserzione modale, le possibilità di impiego delle formule di connessione entro un particolare ambito discorsivo, per indirizzare infine l’analisi verso problemi di portata. Il primo capitolo analizza le concatenazioni tra connettivi e avverbi utilizzati per esprimere l’Atteggiamento, vale a dire la componente del significato linguistico relativa alla valutazione del locutore sul contenuto proposizionale dell’enunciato. Così, dopo aver fissato alcuni punti sulle origini di questa nozione, l’autrice passa in rassegna e osserva una serie di formule lessicali adatte a codificarla, dedicando infine una riflessione al caso in cui un connettivo evocante la causalità si lega a una proposizione il cui Atteggiamento esprime una convinzione. Il secondo capitolo sviluppa invece la questione dei connettivi che agiscono sulle domande totali, analizzandone le possibilità di impiego. Dopo una prima parte dedicata alla descrizione delle principali caratteristiche semantico-pragmatiche legate a questo tipo di interrogative, si passa poi allo studio di tre particolari concatenazioni: quando la domanda serva da premessa o conclusione a donc; quando essa sia giustificata da un’asserzione con parce que; quando infine sia ripresa utilizzando un connettivo come cela dit. L’obiettivo è quello di identificare le entità che i connettivi eleggono come argomento all’atto di introdurre o di legarsi a una domanda globale, per arrivare così a stabilire i tratti che possono essere associati a enunciati e marche di connessione. Passando poi a problemi di portata, il terzo capitolo consiste in uno studio approfondito di tre connettivi solitamente definiti «enunciativi»: à ce propos, à propos, au fait. Si arriva così a mostrare limiti e potenzialità d’uso delle tre formule e ad affermare che esse non si limitano a rappresentare semplici marche enunciative, ma piuttosto elementi che si riallacciano a un precedente discorsivo al cui contenuto esse poi fanno, in un modo o nell’altro, riferimento. Nel quarto capitolo, l’obiettivo, raggiunto, è quello di mostrare come il problema della portata semantica dei connettivi si complichi quando essi si combinano tra loro. In particolare, ci si sofferma ad analizzare l’accostamento di mais con i connettivi di revisione enfin e 345 Besprechungen - Comptes rendus 1 Per C. Rossari donc segnala «une relation de garantie entre des opérations de mises a jour» (88). 2 Redatti da: C. Rossari, il primo (ad eccezione della parte intitolata L’expression adverbiale des attitudes a cura di C. Cojocariu) e il secondo (ad eccezione della parte intitolata Que sait-on sur les questions totales a cura di A. Razgouliaeva); da A. Beaulieu-Masson, il terzo; da A. Razgouliaeva, il quarto. 3 Redatti, rispettivamente, da C. Cojocariu e A. Razgouliaeva. 4 Redatto da A. Beaulieu-Masson. de toute façon, arrivando a provare come alle due locuzioni così ottenute appartengano utilizzi impossibili fuori dalla combinazione, e distinti per le due formule. Come abbiamo già accennato, nella seconda parte della ricerca si passa da un punto di vista monologico a un punto di vista dialogico, osservando in particolare le concatenazioni attraverso le quali il locutore esprime il proprio accordo o il proprio disaccordo. Dei due capitoli di cui si compone questa parte (quinto e sesto del libro), il primo passa in rassegna sei formule aventi in comune la proprietà di convalidare il punto di vista espresso dall’interlocutore: oui, effectivement, en effet, d’accord, soit, certes. Per l’analisi di queste espressioni ci si avvale dell’osservazione di tre configurazioni dialogiche - le interrogative totali, le richieste di fare, le asserzioni portanti su un avvenimento o un giudizio - ottenendo così una classificazione degli utilizzi dei sei avverbi in funzione degli atti ai quali essi rispondono, classificazione che rende conto di compatibilità e incompatibilità d’utilizzo. Nell’ultimo capitolo, si tratta invece dell’espressione di disaccordo realizzata da mais. Nello specifico, si esaminano gli utilizzi di questo connettivo quando esso sia posto all’inizio di enunciati che rappresentino la reazione a tre tipi di atto discorsivo: asserzione, ordine, domanda. Si ottiene così la possibilità di mostrare le entità di senso implicitamente chiamate in causa, nei tre casi, dall’opposizione espressa con mais. Al lettore che entra in contatto con il libro appare chiaro immediatamente come questo sia il frutto di un approfondito lavoro di ricerca, e in effetti, in quanto tale, esso si rivela opera di complessa lettura. Il suo merito principale è di riuscire a proporre un nuovo metodo di analisi e classificazione dei connettivi. Questo approccio, basato sulla ricerca delle proprietà formali su cui si fonda l’appartenenza di talune formule linguistiche alla classe dei connettivi, ha il merito di permettere di combinare parametri d’osservazione di tipo diverso, autorizzando così una grande flessibilità di descrizione e l’integrazione tra loro di dimensioni tenute tradizionalmente distinte. Letizia Lala ★ Joël Gapany, Formes et fonctions des relatives en français. Étude syntaxique et sémantique, Berne, etc. (Lang) 2004, xi + 206 p. (Sciences pour la communication 73) J. Gapany présente avec cet ouvrage la version publiée de sa thèse doctorale, soutenue à l’Université de Fribourg en 2002, dont le titre rend explicitement compte des objectifs visés. Si la question d’un classement «systématique et raisonné» des relatives a été traitée en long et en large par les grammairiens traditionnels, il ne faudrait pas croire que cet ouvrage est une banale compilation des travaux disponibles. Dans cette monographie, l’auteur ne se contente pas seulement de «mettre un peu d’ordre dans l’abondante littérature traitant des relatives» (chap. I), il réexamine sous un jour nouveau 1 «les propriétés constitutives d’une catégorie qui semble s’imposer d’elle-même» (chap. II et III). Nous revenons ici sur les trois ou quatre principes fondamentaux qui contribuent à l’originalité de son travail. D’abord, J. Gapany s’inscrit dans la lignée des rares linguistes qui se sont intéressés aux propositions relatives «atypiques» ou «non standards» (le livre que je te parle, l’outil que j’ai besoin (111)) 2 , considérées comme «peu prestigieuses», sanctionnées par la norme et de ce 346 Besprechungen - Comptes rendus 1 À la lumière des travaux d’A. Berrendonner, qui a dirigé cette thèse. On se reportera à la bibliographie complète dressée par l’auteur pour un aperçu des références. 2 Citons parmi les incontournables: F. Gadet, «Les relatives non standard en français parlé: le système et l’usage» Études romanes 34 (1995): 141-62, H. Frei, La grammaire des fautes, Genève/ Paris 1929 et J. Damourette/ E. Pichon, Des mots à la pensée. Essai de grammaire de la langue française, Paris 1911-39.