eJournals Vox Romanica 64/1

Vox Romanica
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0042-899X
2941-0916
Francke Verlag Tübingen
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2005
641 Kristol De Stefani

«Intavulare». Tavole di canzonieri romanzi: I. Canzonieri provenzali, 2. Bibliothèque nationale de France I (fr. 854), K (fr. I12473), ed. Walter Meliga, Modena (Mucchi Editore) 2001, xvi + 380 p. («Intavulare» 1)

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2005
Paola  Allegretti
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«Intavulare». Tavole di canzonieri romanzi: I. Canzonieri provenzali, 2. Bibliothèque nationale de France I (fr. 854), K (fr. I12473), ed. Walter Meliga, Modena (Mucchi Editore) 2001, xvi + 380 p. («Intavulare» 1) Esce, per le cure di Walter Meliga, il secondo volume della serie provenzale della collana Intavulare 1 dedicato ai canzonieri I (Paris B. N. f. fr. 854) e K (Paris B. N. f. fr. I12473). La situazione di quasi gemellarietà dei due codici e la presenza delle tavole antiche impongono un ampliamento della struttura descrittiva consueta per la collana, e l’opera risulta così articolata: dopo A. Roncaglia, Presentazione (vii-viii), e A. Ferrari, Introduzione (ix-xvi), si trovano le Istruzioni per l’uso (1-14), Premessa (15-16), Opere citate in forma abbreviata (17-22), Istruzioni particolari (23-37). Segue la divisione in: Canzoniere provenzale I (Paris B. N. f. fr. 854). Descrizione (39-64), Bibliografia (65-66), i a. Canzoniere provenzale I. Indice dei componimenti secondo la tavola antica (per ordine di presenza) (67-118), i bis a. Canzoniere provenzale I. Indice dei trovatori secondo la tavola antica (119-26), e Canzoniere provenzale K (Paris B. N. f. fr. 12473). Descrizione (127-52), Bibliografia (152-53), i b. Canzoniere provenzale K. Indice dei componimenti secondo la tavola antica (per ordine di presenza) (155-206), i bis b. Indice dei trovatori secondo la tavola antica (207-14), ii. Canzonieri IK. Indice sommario dei trovatori (per ordine di presenza) (215-44), iii. Canzonieri provenzali IK. Indice alfabetico dei trovatori (245-91), iv. Canzonieri provenzali IK. Indice incipitario alfabetico (293-319), v. Canzonieri provenzali IK. Indice delle vidas e delle razos (per ordine alfabetico dei trovatori) (321-26), Sommario (327), Elenco delle figure (329), e infine le 49 tavole delle Figure (331-79). Dunque per ogni canzoniere ben sei indici, quattro comuni, predisposti per facilitare l’osservazione della stretta «parentela» tra IK (15), e due indici individuali, ma forniti di tutti gli elementi per il riscontro reciproco. La ricchezza dei dati è confermata e impreziosita, nel dettaglio, dall’indubitabile utilità delle note di chiusura (113-18 e 203-5), che chiariscono, per tutte le lezioni particolari, le caratteristiche linguistiche, discusse anche sulla base di collazioni con la tradizione manoscritta totale dei singoli testi. Per molte puntualizzazioni si potrebbe ben dire che la presente opera non è solo monografica, ma anche manualistica. Risalta poi subito, accanto all’esaustività delle informazioni, anche l’impianto teorico del lavoro, nelle numerose pagine di istruzioni supplementari per l’uso (15-37). I canzonieri provenzali I e K sono due manoscritti pergamenacei, probabilmente allestiti in uno scriptorium del Veneto (tra Padova e Venezia), di grande formato e di accurata fattura (I contiene 92 miniature (50), K 87 miniature (138)), che possono essere fatti risalire a un periodo compreso tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo (41 e 129). Il terminus post quem, almeno per il solo canzoniere I, è determinato dalla presenza di cinque componimenti (di cui due unica di I) sulla guerra franco-aragonese del 1285, non trasmessi da K. L’importanza dei due manoscritti per lo studio della lirica trobadorica risiede nell’ampio repertorio di testi che tramandano (I 865 pezzi, K 856 pezzi), e anche nelle coordinate culturali della cosiddetta «Storia esterna» (52s. e 139-43). Più nota quella del canzoniere K, che è stato ampiamente postillato e studiato da possessori del calibro di Pietro Bembo (140) ed è stato sintomaticamente nobilitato, a fine del XVI secolo, di una presunta appartenenza al Petrarca (nota autografa di Fulvio Orsini, 1600, ultimo proprietario privato del manoscritto, 139). Bisogna sottolineare il grande valore materiale dei due manufatti perché è un parametro per l’importanza dei testi trascritti ben evidente agli occhi degli studiosi antichi: basti la testimonianza di Dante Alighieri che, nel trattato De vulgari eloquentia, argomenta l’eccellenza della canzone sulle altre forme poetiche volgari anche proprio dall’essere «tenuta più cara, con maggior riguardo», ovvero «conservata sontuosamente», come risulta evi- 354 Besprechungen - Comptes rendus 1 Cf. la recensione dei precedenti volumi in VRom. 60 (2001): 261-72. dente a chi può ammirare i preziosi manoscritti: «Preterea: que nobilissima sunt carissime conservantur; sed inter ea que cantata sunt, cantiones carissime conservantur, ut constat visitantibus libros: ergo cantiones nobilissime sunt, et per consequens modus earum nobilissimus est.» (De vulg. eloq. II iii, 7). Fatta la tara alla deduzione troppo consequenzialmente scolastica tra nobiltà, gerarchica e astratta, e corrispondente splendore, formale e materiale, resta che proprio sui cimeli degli studi provenzali del XVI secolo si cimenta con successo il progetto di Anna Ferrari, che tanto deve ai provenzalisti illustri del Cinquecento. Entrambi i canzonieri sono suddivisi in tre sezioni fascicolarmente autonome che applicano al materiale trobadorico una distinzione gerarchica per generi poetici: al primo posto appunto le canzoni (I nei fascicoli i-xviii, f. 11-151, K nei fascicoli i-xvii, f. 1-135), poi le tenzoni (I nel fascicolo xix, f. 152-63, K nel fascicolo xviii, f. 138-48), e infine i sirventesi (I nei fascicoli xx-xxiii, f. 164-99, K nei fascicoli xix-xxiii, f. 149-88: 53 e 144). Precedono, anch’esse fascicolarmente autonome, una serie di tavole antiche, che dànno conto della tripartizione e del contenuto (per testi e autori) di entrambi i manoscritti (I figure 1-16: 331-46 - si corregga in «f. 3v» l’indicazione di 335 -, e K figure 25-40: 355-70). Potrà sembrare paradossale, ma un primo risultato del lavoro del Meliga è aver risolto definitivamente le discordanti indicazioni degli studiosi precedenti circa numero di carte, numero di autori e numero dei testi (43, 50 e 130, 147), a riprova di come la descrizione non sia un’operazione banale ma anzi rilevantissima e basilare per ogni successiva ipotesi, e l’evidenza sia bisognosa spesso di dettagliate messe a fuoco. Anche la disposizione dei testi nel corpo del canzoniere è identica: nella successione delle unità di autori abbiamo la vida in inchiostro rosso, con grande iniziale di colore blu, il primo testo dell’autore con miniatura nella grande lettera iniziale, i testi successivi con grande iniziale a colori alterni (blu e rosso); i testi sono poi preceduti dalle indicazioni, in inchiostro rosso, del nome dell’autore e del numero romano di successione che identifica tutti i testi di un fascicolo (56 e 137s.). Quest’ultimo elemento numerico si diversifica nei due canzonieri. Infatti, nel primo quaternus (tale anche per la consistenza fascicolare) di I, che ha pagine a due colonne con una media di 46 linee di scrittura (47), entrano 33 testi, invece nel primo quaterno di K, le cui colonne contengono sempre 50 linee di scrittura (136), i testi copiati sono 35. La differenza si incrementa ulteriormente nel prosieguo. Si ha così tra i due manoscritti e tra le rispettive tavole antiche diversità nella sola numerazione rubricata dei singoli testi, numerazione progressiva e chiusa all’interno di ogni fascicolo. Altra caratteristica comune, ogni manoscritto è copiato da un’unica mano, dall’inizio alla fine (tranne un bifolio, quattro carte, di I per cui si veda la discussione delle ipotesi al riguardo 48s.): lavoro imponente, formalizzato alla perfezione, in cui si rilevano solo dei verisimili cambi di penna. Dunque di uno stesso scriptorium ci restano due canzonieri, prodotti che una serie di indizi lascia supporre non contemporanei (51, 61, 138 e 151), con le stesse caratteristiche (di gran pregio) nell’impaginazione, nella disposizione e nell’ornamento dei testi: «Com’è noto infatti, con IK ci troviamo di fronte a due canzonieri di straordinaria affinità nelle procedure di costituzione e di allestimento nonché soprattutto nell’ordine e nella lezione dei componimenti raccolti . . . affinità tale da farli considerare come veri e propri ‹canzonieri gemelli›, dipendenti da un modello comune molto vicino.» (15). Di tale antigrafo, siglato già da Gröber k, la ricerca di Meliga misura la modificazione nel tempo: «Rispetto al suo ‹gemello› K, il canzoniere I contiene 11 componimenti in più . . . Questa constatazione, banale ma ineludibile (da abbinare a quanto già osservato a proposito delle miniature), impedisce di vedere in IK il lavoro di due copisti che, come ritiene Avalle, . . . hanno lavorato ‹di conserva› dal momento che, se il modello k fosse stato riprodotto contemporaneamente, non si spiegherebbero le differenze - certo modeste rispetto all’intero corpo dei canzonieri e tuttavia presenti - sopra elencate. Semmai, il fatto che anche K - il ‹gemello› più 355 Besprechungen - Comptes rendus antico, almeno a termini di critica interna - contenga almeno un componimento in più di I consiglia di interpretare la breve distanza che separa i due codici non semplicemente nei termini dell’anteriorità o posteriorità dell’uno rispetto all’altro, determinata dall’arricchimento nel tempo del modello comune, ma anche in quelli di una minima ‹mobilità› dello stesso.» (61). La «mobilità dell’antigrafo» è una delle ipotesi più interessanti e provocanti nell’àmbito della storia della tradizione manoscritta, e IK permettono di individuarne un modello particolare, con un aggiornamento storico (i sirventesi del 1285), e con l’arrivo (o la diversa considerazione) della produzione due trovatori, Blacasset e Sordello. Qualcosa però, tra i ricchissimi dati forniti da questo volume di Intavulare, si potrebbe ancora analizzare in prospettiva differenziale, come contributo particolare di questa recensione alle ricerche intorno a k. Mettiamo subito a profitto una delle aggiunte più interessanti all’impianto standardizzato del progetto introdotte da Meliga nelle sezioni i a. e i b. Indice dei componimenti, e cioè la colonna 4 che « . . . contiene le varianti degli incipit secondo la forma che presentano nel corpo dei canzonieri.» (26), muovendoci secondo una direttiva di ricerca già fornita dallo stesso studioso in uno dei suoi primi interventi sulle relazioni tra i canzonieri IK: « . . . la comparazione delle lezioni viene in molti casi assorbita dall’analisi scriptologica e la collatio in sostanza si ridurrà a elementi minimi, tuttavia non è da trascurare l’apporto di conoscenza che potrà fornire uno studio microfilologico (se mi si passa il termine) delle divergenze non formali, anche se irrilevanti dal punto di vista ecdotico.» 2 . Immaginiamo il seguente esercizio. Si prendano dunque i due Indici dei componimenti (i a. (67-118) per I e i b. (155-206) per K), che contengono gli incipit secondo forma e misura delle tavole antiche, e si osservino le varianti degli incipit nel testo del canzoniere (appunto la colonna 4 (26s.)). Avremo così sottocchio la lezione della tavola del canzoniere I (= IT ) e della tavola del canzoniere K (= KT ), e le altre due del canzoniere I (= IM ) e del canzoniere K (= KM ). Nei casi in cui non c’è divergenza tra un canzoniere e la sua tavola ci serviremo dell’indicazione I o, rispettivamente, K. Che tipo di accoppiamenti ricorrenti si dànno tra le quattro trascrizioni registrate? Quali sono gli elementi di concordanza? Quante volte, nel caso di non coincidenza grafica o del taglio incipitario tra tavola e manoscritto, si ha invece coincidenza con la tavola e/ o il manoscritto del codice gemello? Cercheremo poi anche di misurare l’entità delle concordanze: IT = KT ; IT = KM ; IT = K; IM = KT ; IM = KM ; IM = K; KT = I; KM = I. Avendo lavorato sulla tavola di I (= IT (69-112)), i risultati sono riferiti a questa base, che del sistema KT / KM / IT / IM è l’elemento più tardo (cf. 42 e 45). Uno stesso numero d’ordine, che indica i testi, qui secondo le presenze in I (colonna 1 (3 e 22)), può essere ripetuto in un raggruppamento diverso: non vengono prese in conto le varianti isolate, essendo lo scopo del presente sondaggio quello di stabilire il tipo di connessione tra le quattro operazioni di copia (due per copista) in uno stesso atelier scrittorio. Prima di tutto, trattandosi di tavole di indice, registriamo la misura dell’incipit, che Meliga rileva sistematicamente (introducendo il segno di barra obliqua \ (24)) e che è evidente nei due manoscritti grazie all’uso del punto metrico in fine di verso e della maiuscola per l’iniziale del verso seguente. Nell’indicazione della misura incipitaria si hanno le seguenti variazioni, che registrano l’attribuzione di un segmento più lungo per i testi (numerazione di I, tranne che per KT ): - KT 17, 21, 29, 31(+ IT ), 32, 33, 35, 37 (+ IT ), 40, 41, 45, 60, 61, 129 (+ IT ), 132 (+ IT ), 239, 395, 489, 495, 611, 615: il fenomeno riguarda 21 incipit, 4 condivisi anche da IT . 356 Besprechungen - Comptes rendus 2 W. Meliga, «I canzonieri trobadorici I e K», in: S. Guida/ F. Latella (ed.), La filologia romanza e i codici, vol. 1, Messina 1993: 57-70. - K 41, 56 (+ IM ), 114 (+ IM ), 162, 237 (+ IM ), 239, 297 (+ IM ), 328, 383 (+ IM ), 395, 488, 490, 533, 554 (+ IM ), 559, 611, 618, 623, 628, 643 (+ IM ), 668 (+ IM ), 709, 722 (+ IM ), 719, 733 (+ IM ), 745 (+ IM ), 755 (+ IM ), 854 (+ IM ): il fenomeno riguarda 28 incipit, 13 dei quali condivisi anche da IM . - KM + IM 334, 743, 750, 782, 797, 811, 812: per un totale di 7 incipit. - KM + I 371, 382, 384, 452, 489, 542, 577, 675, 728, 830, 837, 849: per un totale di 12 incipit. - IK 622, 631, 696, 711, 727, 757, 803: 7 incipit. - I 359: 1 incipit. La disposizione dei dati indica che il fenomeno è diffuso ovunque (non si potrebbe cioè legare simpliciter ad una componente identificabile con un autore o un gruppo di testi). I 49 incipit più lunghi di KT , 28 dei quali condivisi da IM , 4 da IT , dipendono dalla ridotta misura sillabica del primo verso di tali testi, che viene così allungato con iniziativa individuale per ragioni di estetica di colonna, una sorta di letto di Procuste che determina invece il taglio per l’incipit di 577. Tale volontà di rifinire è evidente anche nel caso del testo I 548 = K 545 dove il solo KT non fa comparire uno spazio bianco di misura 2-3 caratteri in mezzo all’incipit, spazio bianco invece visibile in KM I. Il verso incipitario (BdT 457,22 Na Maria es gent’ e plazenteira) non è però ipometro, e forse la falsa indicazione si può connettere all’oscillazione dei testimoni tra «de Mons es», che è il segmento appunto seguito dallo spazio bianco, e «es gent e»: k conserva l’elemento onomastico, che è a prima vista difficilior, ma che potrebbe essere una annotazione esplicativa (interlineare o con richiamo), che si incunea in una dittologia aggettivale (originale, quindi) nel primo verso di queste coblas di Uc de San Circ. Anche i 7 incipit crescenti, condivisi da IK in ogni trascrizione, obbediscono a un allungamento della misura sillabica. Viene poi il corpo del canzoniere K, che contiene 47 incipit allungati, di essi solo 28 restano così lunghi anche nella tavola d’indice del canzoniere, mentre ben 32 sono della stessa misura crescente nel corpo dell’altro canzoniere I ( IM ), la cui tavola ne mantiene lunghi solo 12. Consideriamo un caso emblematico, l’incipit di I 728 = K 719 per il quale leggiamo KT «Tals cuida.\aver filh de sa sposa.» (nella tavola c’è «cuidau.» con «u» espunto: segno di un’aferesi «cuid’aver» tra v. 1 e v. 2? ), KM «Tals cuida\aver.», I «Tals cuida\aver.». Sembra che: KT sistema il taglio degli incipit per suo conto, preoccupandosi solo dei condizionamenti spaziali della riga da riempire, per questo, nonostante sia l’unica delle tre testimonianze ad avere il punto metrico nella posizione giusta «cuida.», continua la trascrizione di quanto testo abbisogna. In tutti i casi in cui KT si isola con incipit più lungo, nel corpo del canzoniere ci sono punto metrico e maiuscola al v. 2. La trascrizione di I è (si vedrà, al solito) accomunata con KM dall’errore nella misura del verso. Messe quindi da parte le innovazioni di KT , ecco due considerazioni: non essendoci (tranne 359) incipit lunghi che non siano in KM , la posizione del punto metrico e della connessa maiuscola di inizio verso 2 in tutti i testi considerati deriva dal modello (per il corpo del canzoniere) presente nello scriptorium (k), nei confronti del quale si mostra abbastanza fedele anche IM . Si tratta del primo verso dei testi da copiare e non ci sono quindi possibilità (se non onerose) di correggere (accorciare) la misura sillabica sulla base dello schema metrico della strofa; si tratta poi anche di una trascrizione a piena colonna di scrittura ed è molto probabile che la misura della riga condizioni positivamente il mantenimento dell’infrazione. La seconda considerazione riguarda la tavola di I ( IT ) che ha solo 24 porzioni più lunghe del dovuto, non innova mai individualmente (essendo forse già state esperite dalle altre tre trascrizioni tutte le possibilità di allungamento, determinate dai versi corti o altro), e riduce il fenomeno rispetto ai 76 casi individuati sopra, correggendo, sorprendentemente bisogna dire, 20 volte rispetto al corpo del manoscritto. Tale tavola ( IT ) non registra quattro componimenti del canzoniere I (cf. i numeri 29, 101, 163, 358). Quattro lacune dunque, rispetto a IM 357 Besprechungen - Comptes rendus e K, che non presentano un elemento comune di denominazione, né per la posizione nel fascicolo, né per quella nella rispettiva sezione di autore nel manoscritto, né per la posizione nelle colonne della stessa tavola d’indice. Quattro lacune che, non riconducibili, per quanto sopra, meccanicamente al livello della testimonianza che abbiamo sotto gli occhi, forse individuano per IT un modello di tavola d’indice, portatore delle innovazioni. Ecco poi gli elementi varianti nella collazione delle trascrizioni e i raggruppamenti che vengono fuori: it = kt «rossignol» 46, «Qan» 68, «rossignols» 81, «que.l rossignols» 88, «suffert» 96, «rossignolet» 105, «cel» 158, «ensegnamenz» 161, «trob» 186, «ve» 188, «pois» 212, «vermeils» 238, «Ben» 251, «cuidar» 285, «Uns» 333, «espia» 411, «Pois» 495, «Pois» 610, «cansos» 638, «ioc» 653, «Blancatz» 676, «senblan» 687, «Azemars» 689, «Gauselin» 700, «plaing» 722, «dig» 784, «Rassa» 790, «suoill» 803, «lassarai» 805: i contatti riguardano 29 incipit. it = km «qant» 55, «sofrir» 118, «temp» 140, «iel» 150, «sofrir» 180, «vez» 187, «sabez» 225, «abelis» 308, «cugiei» 348: i contatti riguardano 9 incipit. it = K «flors» 4, «sentis» 49, «pizans» 149, «faillensa» 232, «Douz» 243, «forsa» 259, «enqueren» 263, «cerqan» 276, «saison» 277, «gaug» 288, «conoisser» 294, «candella» 323, «mair’ e» 360, «faig» 366, «puosc . . . cansos» 422, «Domna» 441, «entendensa» 601, «q’a» 636, «Felitz» 661, «Geire» 769, «Domna» 787, «qan» 817: i contatti riguardano 22 incipit. im = kt «quant» 55, «soffrir» 118, «soffrir» 180, «vetz» 187, «sabetz» 225, «abellis» 308, «cugei» 348, «sainta» 362, «espiia» 411, «Gauselins» 653, «Gauselins» 655, «Engleterra» 783: i contatti riguardano 12 incipit. im = km «Quan» 68, «que rosignols» 88, «sufert» 96, «semblan» 98, «Cant» 100, «cans» 103, «rosignolet» 105, «can» 114, «sel» 158, «trop» 186, «vi» 188, «puois» 212, «vermeills» 238, «Be» 251, «cuidatz» 285, «Us» 333, «clartatz» 345, «Puois» 495, «fert» 569, «zantat» 581, «seingnoratge» 584, «Puois» 610, «chansos» 638, «iocs» 653, «semblan» 687, «En Nazemars» 689, «planh» 722, «dich» 784, «Raissa» 790, «suoil» 803, «laissarai» 805, «Era» 859: i contatti riguardano 32 incipit. im = K «chan» 11, «puosc» 13, «brancals» 39, «fretz e la» 48, «quant . . . reverdiziz» 59, «chansos» 69, «cugei» 90, «gaires» 91, «salvatge» 105, «Tut» 112, «es» 121, «grazitz» 125, «Proensa» 130, «onratz» 138, «e.ll» 165, «aiso» 190, «entramis . . . volentiers» 197, «Cora» 206, «raison» 213, «afan» 227, «affan» 231, «Puois» 248, «es» 253, «Puois . . . disetz» 261, «sellui» 276, «cugei» 289, «eu» 302, «domna» 312, «puosc» 315, «Pos» 331, «frains» 332, «broils» 335, «Atressi» 338, «Be.m» 342, «quant» 397, «locs» 413, «sabes» 415, «fueill» 420, «puois» 431, «grant» 437, «fatz» 451, «Puois» 452, «miei» 459, «Be.m . . . s’esser» 466, «Emperaire» 502, «presatz» 528, «Gent . . . miei» 542, «cellui» 567, «mals» 577, «nuills» 588, «freg» 600, «conssirer» 606, «Puois» 612, «Pos» 626, «Assatz» 629, «Puois» 633, «Anpere» 643, «cum» 645, «Albertetz» 656, «Maigret» 662, «pensamen» 686, «ie.us» 700, «Razons» 712, «iors» 732, «luec» 752, «poc» 774, «Puois . . . barons» 779, «pels» 781, «avetz entendutz» 781, «Puois» 782, «Puois» 783, «oimais» 786, «fetz» 791, «se.n» 793, «coza» 826, «Iuglars» 835, «voluntat» 840, «trop» 847, «cant» 848, «marimenz» 862: i contatti riguardano 80 incipit. kt = I «quant» 5, «Quan» 63, «qu’eu» 64, «qu’eu» 72, «qu’eu» 84, «affan» 96, «onratz» 99, «solatz» 100, «critz» 103, «que.m» 104, «coratge» 113, «chantan» 117, «chantar» 136, «chantar» 143, «que» 174, «ne» 189, «chan» 194, «que» 209, «suoill» 213, «Atressi» 214, «Totz» 216, «sui . . . apercebutz» 218, «chantar» 220, «chansos» 255, «Aissi» 276, «pot» 280, «que.m» 281, «chan» 296, «premeiramen» 312, «soffrir» 324, «petitz» 330, «com» 337, «aquest» 361, «Quan» 366, «non» 367, «luoc» 370, «En- 358 Besprechungen - Comptes rendus quer» 380, «obs» 415, «Assatz» 421, «mantas» 439, «leugier» 463, «pogues» 474, «comensa» 488, «Seingner n’Audric» 490, «faillitz» 495, «Assatz» 504, «en» 514, «Quan» 515, «qu’eu» 545, «qu’eu» 563, «Destreitz» 574, «conoissenza» 579, «L’autrier» 585, «aquist» 586a, «qu’eu» 607, «que» 611, «sempr’» 624, «Aissi . . . latz» 631, «Aissi» 640, «Raison» 641, «trassaillir» 666, «artage» 690, «voill» 695, «Bacalaria» 696, «qu’eu» 712, «qu’eu» 723, «voill» 731, «voill» 735, «qu’es» 754, «qu’en» 777, «Blancatz» 811, «chansos» 819, «mieu» 837, «malvatz» 841, «aug» 848, «segle» 863, «rei» 864, «faig» 865: i contatti riguardano 78 incipit. km = I «que.ill» 1, «Quan» 20, «Can . . . fueil» 26, «soutils» 35, «malvas» 38, «e rrama» 39, «m’aten» 41, «baissils» 43, «dretz» 47, «pos» 53, «fora oimais . . . dretz» 56, «bels» 61, «seingnor» 66, «consirer» 70, «soleill» 83, «Lanquan . . . miei» 86, «bruoilla» 87, «Be.m» 90, «Mout . . . poinat» 102, «conserier» 110, «oimais» 111, «que» 112, «canson» 118, «amia . . . franca» 122, «an . . . dig» 124, «quant» 133, «paubriera» 138, «cantar» 144, «tezaur» 147, «seingner s’agues» 148, «enseingnamenz» 155, «Aissi» 157, «Razos» 162, «cossir» 165, «me . . . faison» 166, «d’amor» 167, «seingnor» 170, «Eissamenz» 172, «mezeusa» 176, «alques» 186, «fezes» 196, «conserier» 205, «mi» 208, «aveingna» 209, «peccat» 219, «an» 221, «abellis» 223, «chansos» 233, «conosc raso» 234, «ieu . . . m’a» 244, «do.l» 245, «fueills» 246, «temps» 247, «S’ieu» 250, «temps . . . avutz» 257, «sap» 260, «totz» 266, «sil» 268, «que» 269, «que» 276, «iauzen» 281, «reingna» 282, «a» 292, «que» 303, «temps» 311, «seingnor» 316, «Vas» 317, «celui . . . seingnor» 327, «chan qu’au» 329, «com . . . qu’es» 330, «liuerim» 332, «amors» 336, «gardar» 342, «fera» 346, «vei» 369, «Er» 374, «c’om» 376, «Mout» 385, «lassarai» 398, «aut . . . pueiatz» 399, «cel» 400, «adreg» 407, «temps» 409, «temps» 412, «Can» 428, «premeiramen» 438, «guisas» 439, «quar» 456, «que» 464, «que.m» 469, «reingna» 478, «temps s’aizina» 486, «ai» 494, «que» 503, «revirola» 505, «ivernaill» 507, «Pois» 511, «Lanquan» 514, «dou» 523, «plazenz» 526, «temps» 535, «sos» 538, «Nuilla . . . mestier» 543, «temps» 549, «loniamen» 553, «sufrent» 566, «temps» 569, «apoderatz» 588, «que» 592, «temps» 600, «seingner» 603, «chantar» 607, «tal» 611, «m’es» 612, «Entre» 630, «temps» 634, «combatedor» 639, «platz» 658, «seingner» 664, «Seingner» 665, «Seingner . . . esciensa» 670, «Seingner . . . pretz» 671, «Seingn’en» 675, «E vostr’ ais» 682, «en» 686, «cen» 688, «qui» 713, «Per» 718, «aquest» 727, «que» 736, «Tartarassa» 737, «Seingner» 742, «Aquesta» 744, «Autressi» 748, «Seingner» 763, «Ara . . . quals» 766, «affan» 769, «temps . . . sazon» 779, «segle» 809, «ivernz» 817, «francamen» 818, «Comunals» 824, «mouton» 826, «seingnoril» 841, «D’un» 845, «adreitz . . . abril» 851, «si» 859, «que.m» 861, «membra» 863, «temps que.l» 864: i contatti riguardano 150 incipit. Dunque il numero di incipit con tratti grafici non condivisi da almeno una delle quattro copie che costituiscono il sistema canzonieri + tavole varia notevolmente. All’ingrosso: negli incipit la tavola di K è concorde con l’altro canzoniere o sue parti, contro KM , per 120 incipit; KM è concorde con I, o sue parti, contro KT per 191 incipit; la tavola di I è concorde con K, o sue parti, per 60 incipit (tra le quali lezioni c’è anche un errore, cf. 769); IM è concorde con K, o sue parti, per 124 incipit. Il canzoniere K risulta in questo modo quello le cui parti sono più divergenti, si potrebbe dire che la sua tavola sia più innovativa o autonoma rispetto alla lezione del corpo del manoscritto. Sembra però opportuno classificare distintamente: gli errori IT =K 769; IM = KM 569 (cf. 116: N 47); IM = K: 643 (cf. 116: N 53); KT = I 837 (cf. 118: N 72); KM = I 332 (cf. 115: N 23); le lezioni corrette IM = K 253 (cf. 114: N 19). Per 523 KM I è incerto l’errore oppure un fenomeno di «arrondissement» di probabile origine italiana (cf. 116: N 44). Ci sono poi le parole ricorrenti IT = KT 46, 81, 88, 105 «rossignol*», 212, 495, 610 «pois»; IT = KM 118, 180 «sofrir»; IT =K 441, 787 «domna»; IM = KT 118, 180 «soffrir»; IM = KM 212, 495, 610 «puois»; 100, 103, 114 «cant*»; IM = K 248, 261, 431, 452, 612, 633, 779, 782, 783 «puois»; 11, 69 «chan»; KT = I 64, 72, 84, 545, 563, 607, 712, 723 «qu’eu»; 117, 136, 143, 194, 220, 255, 296, 819 «chant*»; KM = I 66, 148, 170, 316, 327, 603, 664, 665, 670, 671, 675, 742, 763, 841 «seingn*»; 247, 257, 311, 409, 412, 486, 535, 569, 600, 634, 779, 864 «temps»; 47, 56 «dretz»; 118, 144 «canson»; 233, 329, 607 «chanson». A questo punto si potrebbe porre la questione dei grafemi. Uno degli aspetti problematici dei sistemi grafici dei manoscritti trobadorici è infatti l’assenza di omogeneità grafemi- 359 Besprechungen - Comptes rendus ca. Bisogna prendere atto di una tolleranza o equipollenza ortografica che non appartiene più alla nostra mentalità, ma bisogna soprattutto appurare se la variazione dei tratti grafemici sia riconducibile a piani recensionali o stratigrafici differenziabili. Proviamo dunque a descrivere plausibilmente alcuni elementi della precedente campionatura in cui, si ricordi, abbiamo una unica mano per KM e KT (= K) e una unica mano, e diversa, per IM e IT (= I), e una probabile separazione cronologica tra le due operazioni di copia. Prendiamo in esame quegli incipit che nell’elenco precedente compaiono in gruppi diversi. Ecco l’incipit di 96 «suffert» ITKT «sufert» IMKM «affan» KT I rispetto al quale le doppie si sistemano in maniera incrociata in quello di 118 «sofrir» ITKM «soffrir» IMKT «canson» KM I, e poi 769 «Geire» IT K (errore) «affan» KM I, mentre legato alla presenza di KM è in 100 «Cant» IMKM («solatz» KT I) confermato da 103 «cans» IMKM («critz» KT I). Oppure 415 «sabes» IM K «obs» KT I: qui con IM K siamo di fronte ad un probabile italianismo (cf. 115: N 32). Vediamo anche cosa si può legare alle varianti dell’incipit di 495 «Pois» ITKT «Puois» IMKM «fallitz» KT I: 612 «Puois» IM K «m’es» KM I, 779 «Puois . . . barons» IM K «temps . . . sazon» KM I, 569 («fert» IMKM errore) «temps» KM I, 864 «rei» KT I «temps que.l» KM I, 600 «freg» IM K «temps» KM I. Questo tipo di casistica incrociata contiene anche: 105 «rossignolet» ITKT «rosignolet» IMKM «salvatge» IM K; 186 «trob» ITKT «trop» IMKM «alques» KM I; 700 «Gauselin» ITKT «ie.us» IM K; 653 «ioc» ITKT «iocs» IMKM «Gaucelins» IMKT ; 276 «Aissi» KT I «cerqan» IT K «que» KM I «sellui» IM K; 366 «faig» IT K «Quan» KT I; 817 «qan» IT K «ivernz» KM I; 332 «frains» IM K «liuerim» KM I; 165 «e.ll» IM K «cossir» KM I; 859 «Era» IMKM «si» KM I; 90 «cugei» IM K «Be.m» KM I; 138 «onratz» IM K «paubriera» KM I; 39 «brancals» IM K «e rrama» KM I; 112 «Tut» IM K «que» KM I; 213 «raison» IM K «suoill» KT I accanto all’incipit di 712 con «Razons» IM K e «qu’eu» che si è visto costante di KT I; 312 «domna» IM K «premeiramen» KT I; 342 «Be.m» IM K «gardar» KM I; 588 «nuills» IM K «apoderatz» KM I; 686 «pensamen» IM K «en» KM I; 848 «cant» IM K «aug» KT I; 863 «segle» KT I «membra» KM I. Non sembra economico supporre che per questi incipit i due copisti, o meglio il copista della tavola d’indice di K e il copista di I, che è l’operatore recenziore dello scriptorium, abbiano vagato su modelli differenti oppure abbiano scelto tra varianti -ss- -s-, quqc-, -oi -uoi, -s- -z-, -c- -s-, cchcompresenti (e anche in maniera diversa da come avevano fatto poco prima nel corpo del canzoniere). Bisognerebbe quindi saggiare quali elementi grafemici siano predicabili di poligenesi, possano dipendere da libera coincidenza. La questione, che si complica per i nomi propri, è forse indecidibile a caso singolo. Ad esempio per incipit come 125 dove abbiamo «grasitz» in IT contro «grazitz» in IM K: l’indipendenza grafemica di IT dal modello comune fa affiorare consuetudini linguistiche (o meglio scrittorie) del copista, che si prende delle libertà in una parte terminale del lavoro (analogamente a quanto risulterebbe dal taglio del verso incipitario)? Ci si può infine domandare come venissero approntate le tavole. L’elenco di autori e incipit esiste come modello a sé stante, parallelo al modello per il corpo del canzoniere: lo dimostrano gli errori comuni alle tavole individuati dal Meliga, la stessa tipologia fissa nell’impaginazione dell’indice. La vicinanza grafemica tra il corpo del canzoniere K (= KM ) e il canzoniere I, che è l’altro modo di leggere il totale di 191 concordanze (e i quattro errori 769, 569, 643, 332), può individuare qualcosa di questo k deperditus e forse non sontuoso al pari dei nostri manoscritti. È plausibile comunque che il controllo sul canzoniere appena copiato venisse fatto solo al momento della rubricatura della tavola d’indice, cioè dell’apposizione in inchiostro rosso (cf. I: 63, K: 150), sui margini esterni delle due colonne, a destra e a sinistra della specchiattura, del numero d’ordine dei singoli pezzi nei fascicoli del manoscritto. Anzi questo controllo sul corpo del volume si può supporre limitato ai soli punti di cambio fascicolo, in corrispondenza dell’indicazione, nella tavola, per il primo pezzo di ogni fascicolo: «j. I/ secundum/ iii/ iv/ . . ./ q». Una volta posto tale numero con il controllo della prima carta del fascicolo in questione, la numerazione progressiva era automatica (ne fanno fede gli errori della tavola di I per i numeri 29, 101, 163, 358, presenti in IM , non registrati 360 Besprechungen - Comptes rendus in IT senza che vi siano lacune nella numerazione progressiva dei testi). Anche innovazioni come quella che c’è in IT «Ben» contro «Gent» per l’incipit del testo I 542 = K 539, primo testo della sezione di Uc de San Circ quindi ornato di miniatura nella lettera iniziale (in IM anche ultimo testo del fascicolo xv), deriva dalla sequenzialità delle tappe di allestimento. Necessità di non sgualcire il lavoro, parti rubricate che si devono asciugare: il volume non si può sfogliare avanti indietro, indietro avanti con impazienza (e rabdomanzia) pascoliana. Paola Allegretti ★ Lucia Lazzerini, Letteratura medievale in lingua d’oc, Modena (Mucchi), 2001. 296 p. (Studi, testi, manuali Nuova serie 2; «Subsidia» al «Corpus des troubadours» Nuova serie 3) Sobrement intitulé Letteratura medievale in lingua d’oc, le manuel de Lucia Lazzerini offre, en un peu moins de trois cents pages, un panorama clair et informé de la production littéraire en langue occitane du Moyen Age. Si le livre est conçu comme une introduction, la présentation en est rigoureusement «universitaire», le manuel s’adressant avant tout à ceux qui peuvent rencontrer, dans les maquettes de leurs facultés, un cours de littérature occitane. Ce n’est donc pas un ouvrage de vulgarisation «grand public» comme il en sort de temps à autre en France, mais un manuel qui s’inscrit, pour dire les choses clairement, dans un cursus de filologia romanza. Le livre intéressera toutefois aussi des lecteurs en dehors de l’Italie, car il comble une vraie lacune dans le paysage éditorial actuel: si l’on dispose, en effet, de plusieurs bons manuels traitant des troubadours, il n’existe aucune publication récente visant à faire le tour de l’ensemble de la littérature occitane médiévale. Avec 23 euros, le prix est suffisamment raisonnable pour attirer à la fois chercheurs et étudiants et l’on ne prend aucun risque en affirmant que les deux catégories en tireront profit, pas de la même façon et, pour ce qui concerne les néophytes, pas sans faire quelques efforts, mais, sans aucun doute, avec bénéfice. C’est dire que le livre est une réussite. Il contient, après un court préambule, neuf chapitres thématiques qui oscillent pour la plupart entre vingt et quarante pages, sauf le dernier, peut-être un peu court, qui est consacré à la production dramatique et qui n’en compte que trois. Ces chapitres se suivent, autant que faire se peut, dans l’ordre chronologique et abordent ainsi, l’une après l’autre, toutes les grandes thématiques de la littérature occitane. En voici la liste: 1. Le origini (11- 42) qui comporte une présentation d’un certain nombre de textes qui sont, de fait, quelquesuns des premiers monuments en langue romane: les formules magiques du manuscrit de Clermont-Ferrand, les Passions d’Augsburg et de Clermont-Ferrand, l’Aube bilingue de Fleury, l’hymne de Saint-Martial de Limoges, le Sponsus, les deux strophes vernaculaires récemment découvertes dans le Harley 2750, le Boeci, la Chanson de Sainte Foi et le fragment de l’Alexandre. Les présentations sont prudentes sans être neutres et sont faites avec une indéniable compétence. Les questions soulevées par ces premiers documents resteront toutefois nombreuses, même après la lecture des notices de Lucia Lazzerini, tant ces textes relèvent de l’hapax, mal rattachables à des traditions vernaculaires encore embryonnaires ou reliés de manière souterraine à la culture cléricale, populaire, voire, pour certains, musulmane. Pour ces textes très anciens, la situation est particulièrement épineuse puisqu’il ne s’agit pas seulement de savoir devant quel horizon littéraire il faut les situer, mais aussi comment les comprendre au premier degré. Pour certains de ces textes, la critique a proposé des interprétations incompatibles, qui correspondent en fait à des divergences dans la compréhension de la lettre même. Comme il s’agit des tout premiers documents en langue romane, on manque de points de repère, si bien que l’on se demande si Lucia Lazzerini n’aurait 361 Besprechungen - Comptes rendus