Vox Romanica
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Francke Verlag Tübingen
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Kristol De StefaniOttavio Lurati, In Lombardia e in Ticino. Storia dei nomi di luogo, Firenze (Franco Cesati) 2004, 196 p. (Raccolta di studi di linguistica e letteratura dell’Istituto lombardo di scienze e lettere 6)
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Max Pfister
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- Fròta (417). Cf. Passardi 1994 30 e sfròta LSI 2: 564. - Fugiò, fus`ö (420, 433). Cf. Spiess 2001 31 . - Fulscèta (424). Corrisponde a sfulgitt (pl.) ‘scherzetti sleali’ usato nel mio dialetto della Collina d’Oro. - Gabinàt (435). Termine e usanze sono ancora vive nel Poschiavino (LSI 2: 596). - Garibòolt (443). Cf. il sinonimo bellinzonese bregoldìn sorto per metatesi dalla stessa base (VSI 2, 2: 919). - Gis`öl (465). Sulla Collina d’Oro è in uso la variante femminile gesòra per indicare gli oratori delle singole località di fronte a gesa la chiesa parrocchiale. - Gnèk (474). La ricca gamma di significati dati in LSI 2: 733 conferma la difficoltà di tradurre questo aggettivo. - Gnòk, gnök (475). Sembrano semplici varianti fonetiche, come avvalorano anche i significati molto simili di ‘goffo, stupido, che non capisce niente’ e ‘duro di comprendonio’. Non appaiono quindi giustificate le spiegazioni etimologiche diverse. - Gorgul (476). Cf. anche ted. Gurgel di stessa origine. - Grinta (484). Non sarà da collegare con svizz. ted. Grind ‘testa’ con valore spregiativo? cf. Meng 1986 32 . - Grisùu (484). Per nà in dal Canton Grison ‘diventar grigio’ v. anche LSI 2: 785. - Gröf (484). Cf. sgrüvi Foletti 1982 33 , grüvi LSI 2: 797. - Gualìif (487). Cf. LSI 2: 800. - Guastà (488). Attestato con lo stesso significato anche in LSI 2: 805. - Guastadésc (488). È anche di Bondo e Poschiavo (LSI 2: 805). - Guèrscia (489). Ampiamente diffuso anche nella Svizz. It. (LSI 2: 808). Le osservazione elencate non sono state sollevate per sminuire il valore indiscusso e indiscutibile dell’opera qui considerata, ma piuttosto per dimostrare quanto stimolante possa essere la consultazione del nostro dizionario per uno studioso che, dalla prospettiva di un mondo dialettale diverso, ma strettamente imparentato con quello da esso trattato, gli si avvicina con curiosità e massima attenzione. Federico Spiess ★ Ottavio Lurati, In Lombardia e in Ticino. Storia dei nomi di luogo, Firenze (Franco Cesati) 2004, 196 p. (Raccolta di studi di linguistica e letteratura dell’Istituto lombardo di scienze e lettere 6) «Quale la toponomastica vera? Non è tanto quella che praticano i linguisti, bensì quella posseduta dalla gente, quella che la gente vive, così come in larga misura l’hanno vissuta le generazioni passate» (7). Mit dieser Herausforderung an die Linguisten eröffnet Ottavio Lurati sein neuestes Buch, das onomastische Forschung, Sprachgeschichte und etymologische Interpretation geschickt verbindet und mit dem er vor allem methodisch neue Wege beschreibt. Schreibtischetymologien sind dem Verfasser ein Graus; Realproben, der direkte Kontakt mit den Informanten, das Verstehen ihrer Lebenswelt sind die Grundlagen von Lurati’s Feldforschungen. «In due giornate di inchiesta - che, in altre parole, vuol dire di vivo contatto con la gente - si raccolgono molti materiali» (149). 182 Besprechungen - Comptes rendus 30 Cf. N17: 126. 31 Cf. N14: 316. 32 H. Meng, Mundartwörterbuch der Landschaft Baden im Aargau, Baden 1986: 16, 58, 66. 33 Cf. N26: 138. Vollständigkeit hat der Verfasser nicht angestrebt: «fondamentale è, oggi, la rinuncia a un procedimento inventariante, meramente elencativo». Entscheidend sind für ihn erneuerte Forschungsansätze «nuovi metodi di approccio» (175). Tatsächlich haben wir es mit einem revolutionären Buch zu tun. Dies äußert sich bereits in den Kapitelüberschriften z. B. «Assurde, certe interpretazioni prelatine: i nomi in -ate» (99-120), oder «fino a quando i lombardi dovranno accontentarsi dell’approssimativo? » (145-56). Bei der Erklärung der Endung -ate (Acquate, Agliate, Gallarate, Linate, aber auch Morcote, etc.) legt sich Lurati gleich mit einer ganzen Reihe von bekannten Linguisten an: Flechia, Giandomenico Serra, Salvioni, Gamillscheg, Rohlfs, Giulia Petracco Siccardi. Das Erstaunliche dabei ist, dass Lurati Recht hat: Es gelingt ihm zu zeigen, dass -ate kein Ortsnamensuffix ist, das von vorromanischen Personennamen abgeleitet ist, sondern eine Schreibgewohnheit der vorwiegend mailändischen Kanzleien (tradizione cancelleresca), welche gesprochene Ortsnamenformen verschriftlicht haben, eine Umsetzung des code parlé in den code écrit. Es geht Lurati um nichts weniger als um die Zerstörung eines wissenschaftlichen Mythos: «proponiamo di eliminare un inutile (e fuorviante) mito etnico e scientifico» (100). Ebenso aufregend ist der Kampf Luratis gegen festgefahrene Lehrbuchmeinungen. Wer hätte gewagt die Etymologie Milano Mediolanum zu bezweifeln (93)? Auch der Ton des wissenschaftlichen Hinterfragens ist aufrüttelnd, beinahe aggressiv: «Che dire, sulla base del buon senso di un luogo che di punto in bianco viene chiamato ‘pianura di mezzo’? Che cosa vorrà mai dire? Che indicatività poteva mai avere per la gente chiamata a vivere in un’orizzontalità vasta, qual è la pianura del Po? Ben scarso. È un semantismo esile, che ha tutta l’aria di essere stato costruito a tavolino. Eppure da decenni, viene ripetuto (quasi un luogo comune). Milano? Ah, è il Mediolanum dei celto-latini». Für Lurati ist Mediolanum (seit Sueton belegt) eine der zahllosen hyperkorrekten Umsetzungen der Schreiber («una delle innumerevoli scritture ipercorrette cui indulgevano i notai», 93). Mirán/ Milán habe mit kelt. *lñnon ‘pianura’ nichts zu tun sondern gehöre zu den römischen -anum Namen wie Lugáno, Mezzáno, Lampugnáno, die in der Lombardei zu Dutzenden auftreten. Lurati geht von mairán ( macer + -ánu) maran/ miran ‘terreno arido’ aus. Es soll nicht bestritten werden, dass macer magro mairo häufig in der Toponymie Oberitaliens auftritt; eine Verbindung mit dem Prädialsuffix -anu wäre aber eigenartig, das Gleiche gilt für Meran, das normalerweise auf Marius + -anu zurückgeführt wird, da -anu als Adjektivableitung selten ist (RohlfsGramm. §1092). Die Nichtberücksichtigung der klassischen Belege von Mediolanum bei Tacitus, Plinius und Polybius und die Aufgabe der traditionellen Etymologie aus medio-lanum (keltisch *lñnon entsprechend lat. planum) scheint mir sehr gewagt, cf. DI s. Milano (im Druck). Am Beispiel Milano sehen wir die Gewichtung der Argumente in Lurati’s onomastischer Forschung: Die moderne gesprochene Form, die semantische Komponente, die urkundlichen Belege stehen nicht gleichberechtigt nebeneinander. Phonetik und Semantik haben ein stärkeres Gewicht als die historischen Belege, die beim Übergang von Mündlichkeit zur Schriftlichkeit vom Schreiber verändert werden konnten. Typisch für das Vorgehen Luratis ist auch das Beispiel Madésimo: Fermiamoci dapprima appunto su Madésimo. La riconduzione ad Amatissimu(s) è un tipico esempio di etimologia fatta a tavolino, adducendo la prima cosa che venga in mente e che abbia qualche somiglianza fonetica. Ma come era possibile che una valle dirupata con l’insediamento che le sta sopra, a 1560 metri di altitudine, venisse denominata da un presunto nome di proprietario? Erano zone, in origine, di terreni comunitari. E poi quel nome rarissimo! Come mai un Amatissimus (già di per sé inverosimile, al superlativo: non sono frequenti nomi così strutturati) poteva designare una zona alta sulle rocce, annidata nel cuore delle Alpi? Nomi di proprietari antichi compaiono (e con altra morfologia) nelle pianure, non qui, in montagna. Affermare una cosa simile è offendere il senso culturale della gente delle Alpi, che mai si sarebbe sognata di dare un nome simile a un territorio. Inverosimile il nome, inverosimile il superlativo, inverosimile la 183 Besprechungen - Comptes rendus fonetica, inverosimile l’atteggiamento denominativo. Un etimo che è stato fatto senza rendere conto dei dati fisici e geografici della valle (145). Im Kapitel Bibliografia fasst Lurati die für Italien zur Verfügung stehenden Grundlagen wie folgt zusammen: Per l’Italia disponiamo degli eccellenti studi di Giovan Battista Pellegrini, uno dei massimi studiosi in campo europeo: con interpretazioni spesso innovative. Un’utile sintesi delle ricerche condotte sin qui è costituita dal Dizionario di toponomastica 1990 (che adduce molti dati di fatto, rinunciando per altro programmaticamente a una interpretazione d’assieme). . . . Per la Lombardia e la Svizzera italiana il lavoro di Olivieri 1961 appare invecchiato: uno dei compiti urgenti della linguistica lombarda è quello di riscriverlo integralmente. Mantengono il loro alto interesse le ricerche di Carlo Salvioni (depurate da qualche corrività a conguagli formali con riconduzioni a voci estranee ai dialetti o lontane dalla mentalità condivisa). Per la Lombardia sono utilissimi i lavori di Stella (1992, 1994), così come quello di Mariarosa Cortesi 1988 (anche con ampi indici relativi alle comunità bergamasche). Per la Svizzera italiana è tuttora utile Gualzata 1924, che non sembra aver subito il peso degli anni. Luratis Arbeit ist 2004 erschienen und konnte deshalb den Dizionario toponomastico dei comuni svizzeri, realizzato a cura del Centro di dialettologia dell’Università di Neuchâtel sotto la direzione di Andres Kristol (Frauenfeld 2005) noch nicht berücksichtigen. In diesem neuen Grundlagenwerk sind die Tessiner Ortsnamen von Barbara Meroni bearbeitet. Bereits aufgenommen im DTS und akzeptiert sind folgende Etymologien von Ottavio Lurati: - p. 13 Coglio; Erstbeleg Cono (1182), DTS 250-51: « cune˘us ‘cuneo’: la parte di diritto intesa, in modo molto concreto, come un cuneo, come una parte che unendosi con altre dà un tutto, un’unità (i cunei risultano infatti dalla suddivisione di un unico blocco) (Lurati 1976: 97). Il cono corrispondeva, come il quartirolo, alla quarantesima parte della decima». Bei diesem Ortsnamen handelt es sich um einen Rechtsausdruck. Derartige Formen werden von Ottavio Lurati im Kapitel behandelt «Quando la legge diviene diritto vissuto» (63-74). - p. 29 Lavertezzo TI (Locarno); Erstbeleg: Laverteze (1327). DTS 513: «Per Lurati (1973: 320; 1976: 102; 2000: 29) e Lurati/ Pinana (1983: 28s.) il nome risale a vert$cem ‘vertice; cima, sommo (del corpo); sommità, vertice, culmine’, con agglutinazione della preposizione articolata, e significherebbe ‘al vertice, al punto di spartizione (di due fiumi)’. Valutazione, conclusione: La proposta di Lurati è linguisticamente convincente e motivata geograficamente: il paese si trova effettivamente all’incontro tra due corsi d’acqua. Il toponimo Lavertezzo risale probabilmente al tipo dialettale ticinese vertézz ‘vertice, punto di spartizione (di due fiumi)’ ( latino vert$cem ‘vortice; cima, sommo (del corpo); sommità, vertice, culmine)’ con agglutinazione della preposizione articolata ar, ara». Lavertezzo ist für Lurati ein Beispiel einer mittelalterlichen Umsetzung einer Dialektform in die Kanzleisprache. Es folgt eine Zusammenstellung jener Toponyma, die im DTS von Barbara Meroni nicht übernommen wurden mit der entsprechenden Begründung: - p. 16/ 34 Chironico, Erstbelege: Cuirono (1202), Curonico (1202). DTS 247: «Secondo Lurati (2002: 229) Chironico ( → Calonico) sarebbe il riflesso di una (terra) cùnön$ca, ovvero una ‘terra relativa ai canonici, all’istituzione ecclesiastica’, con dissimilazione di n-n in l-n, rotacismo di -lintervocalica e ‹armonizzazione vocalica›. I toponimi in -onicus ‘segnavano pertinenza, dipendenza giuridica’ e . . . sarebbero nomi ‘di ambito dotto’. Valutazione: . . . Troppo speculativa e foneticamente contestabile, anche la tesi di Lurati va scartata.» 184 Besprechungen - Comptes rendus - p. 25 Gentilino, Erstbeleg: Gentarino (1210), Gentalino (1270). DTS 383: «Secondo Lurati (2002: 231s.) Gentilino ‘con gentile non ha nulla a che fare’. Il nome apparterrebbe al campo semantico di pöpulu ‘popolo, popolazione, plebe’ e sarebbe così sonnesso a stanziamenti di persone: Gentilino significherebbe dunque ‘piccolo stanziamento di gente; piccolo nucleo abitato’ (cf. pure Lurati 2003: 28; estrapolando, latino gens, gentis ‘stirpe, razza, ceppo; gente; popolo, popolazione, nazione, gente’ con i suffissi aggettivali latini -ìlis dal valore collettivo e -ìnus dal valore diminutivo? ). Valutazione e spiegazione: La tesi di Lurati va respinta, in quanto il latino gens, gentis non ha lasciato nessuna traccia nella toponomastica. Il toponimo Gentilino potrebbe essere il riflesso del cognome Gentilin, Gentilino che risale molto probabilmente al cognomen latino Gentilis con aggiunta del suffisso latino -ìnus in funzione aggettivale. bm» - p. 28 Bellinzona. «Il nome di partenza è Berzona ‘località su una roccia’. Bellinzona è forma coniata in ambienti cancellereschi, è una trasformazione di Berzone (Lurati 1980) manipolando il nome orale Berzóna, che presso anziani parlanti si manteneva ancora nel 1980. Berzona da briganzona (dal prelatino brig- ‘roccia sprogente’; cf. Breganzona e Pregassona) veniva ricostruita e ‘nobilitata’, in rapporto al nome della fortezza, in Bellinzona. Si toglieva, in particolare, la ‘rustica’ r. Esiste per altro il toponimo Berzona sia in val Verzasca sia nell’Onsernone. Lí è mantenuta la forma dell’oralità. La forma Berzona, che, per designare il capoluogo del Cantone, circolava fino a ieri nell’oralità, ha una profondità di almeno otto secoli. Casi come questi suggeriscono una riflessione che può apparire paradossale: non enfatizziamo, in toponomastica, la prima attestazione (come si è soliti fare). Essa non è la verità, è solo la prima volta in cui un nome - nella fattispecie un toponimo - viene scritto. Ma, a monte, scorsero secoli e secoli di oralità, di cui il moderno toponomasta deve tener conto. Episodicità, insomma, spesso, della cosiddetta prima attestazione, che per di più riverbera un momento aurorale: vi è ancora incertezza nella scritturalizzazione e sussistono oscillazioni nella pratica grafica (scripta).» DTS 135s. werden die Argumente von Lurati 1979: 203s. und 1980: 109s. ausführlich besprochen und abgelehnt. Meroni kommt zum Schluss: «La proposta di Lurati è difficilmente compatibile con le prime forme documentarie, che sono del tipo Bilitionem, Bellitiona (secoli VI e VII). Conclusione: La base del toponimo Bellinzona è probabilmente da individuare nel gentilizio Belitius o Bellitio, di cui Bellitione rapresenterebbe il caso obliquo. Come numerosi altri nomi di luogo Bellinzona sarebbe dunque stato in origine un nome di podere del tipo *(fundus, praedium, villa) Bellitione, formato da un nome di persona senza aggiunta di un suffisso e con ellissi successiva dell’eventuale nome comune. Bellinzona potrebbe pure essere formato dal personale Belitius o Bellitio con aggiunta del suffisso -one, forse di origine celtica. Questo suffisso sembra aver assunto la stessa funzione del suffisso -ñnum con il quale in epoca latina si formavano nomi di poderi da quelli dei loro proprietari romani, con sottinteso il riferimento a un nome comune del tipo fundus, praedium, villa che indicava l’oggetto posseduto ( → Bissone TI, Semione TI). bm» Ausschlaggebend für die Ablehnung war also die Nichtberücksichtigung der beiden ältesten Belege Bilitionem (590) und Bellitiona (601); cf. die Bemerkung Lurati 29: «non enfatizziamo, in toponomastica, la prima attestazione (come si è soliti fare)». - p. 47 Pura TI (Lugano) «da paura e, dalla stessa base, Pura nel Malcantone (TI), villaggio che sta appunto sopra un profondo vallone». Lurati hat diese Erklärung aus DTL 450 übernommen. DTS 723: «La proposta di DTL pare poi inusuale dal punto di vista semantico. L’origine e il significato di Pura rimangono sconosciuti». - p. 139 Olivone TI (Blenio) Dialektform: rivö´y, Erstbelege: Alivoni (1193), Olivoni (1200). DTS 677: «Secondo Lurati (1976: 88s.) ‘Rivöi, l’esatto nome dialettale poi alterato in Olivone, risale alla voce riva ‘sponda, parete verticale di monte’ ( latino rìpa ‘riva, sponda, margine’, cf. Lurati 1977: 65 e 1985: 20). E corrisponderebbe così al dialettale riva ‘terre- 185 Besprechungen - Comptes rendus no a forte pendenza, terreno . . . con un discreto grado di pendenza, pendio’ (cf. Petrini 1989: 118, 1994: 75; RTT Faido, 43, 35; RTT Torre, 45). Valutazione e conclusione: Lurati fornisce una spiegazione incompleta basandosi unicamente sulla forma dialettale moderna, senza tener conto delle forme medievali (cf. Hensch 1995: 91). L’origine e il significato del toponimo Olivine rimangono pertanto oscuri». - p. 140 Someo TI (Vallemaggia) summariu ‘relativo alle cime’. Summade (807), Sumade (822-40) DTS 840: «Interpretazioni esistenti: Lurati (1976: 89) propone di far risalire il nome di luogo Someo a un latino summariu derivato dal superativo latino summus ‘sommo, il più alto, il più elevato’. La forma dialettale Sumè sarebbe stata italianizzata in Someo. Valutazione: L’ipotesi di Lurati non è compatibile con le forme documentarie più antiche. L’origine e il significato del toponimo Someo rimangono ignoti. bm» - p. 143 Vogorno TI (Locarno), Erstbelege: Vegorno (1234), Vegornio (1235). DTS 939: «Lurati/ Pinana (1983: 24) ritengono sostenibile sul piano teorico l’interpretazione di Salvioni [ viburnum ‘sterpo, arbusto’]. Piuttosto che per una origine vegetale Lurati (2000: 28) propende per un riferimento alla conformazione geografica, essendo le gole della zona a suo parere impressionanti. Partendo dalla forma dialettale Vogórn, Vegórn, egli fa risalire il toponimo a una base celtica *wabero ‘fiume’, alla quale è stato aggiunto il suffisso -orno, con il passaggio alle forme ipotetiche *vovorno o *voborno. Per appoggiare la sua teoria Lurati richiama molti nomi di luogo francesi aventi lo stesso radicale (Vabre, Tarn; La Vaure, Dordogne; ecc). Valutazione: La spiegazione di Lurati è poco convincente, sia dal punto di vista dell’evoluzione fonetica che da quello della morfologia storica. Conclusione: Dati i differenti tentativi di spiegazione poco convincenti, l’origine e il significato di Vogorno rimangono sconosciuti. bm» Die Gründe der Ablehnung beruhen selten auf semantischen Abwägungen, häufig dagegen ist die Zurückweisung wegen phonetischen Schwierigkeiten vor allem bei Nichtberücksichtigung der ältesten urkundlichen Belege. Gerade dieses Gewicht der historischen Erstbelege wird von Lurati bestritten. Die Verfasser des DTS konnten diese hier zu besprechende Arbeit noch nicht kennen. Ihre Kenntnis der Thesen von Lurati beruht auf dessen früheren Studien 1 . Meine Besprechung verfolgt drei Ziele: 1) die Würdigung der überaus anregenden und innovativen Arbeit von Ottavio Lurati; 2) Hinweise für die Equipe um Andres Kristol, die vermutlich bereits an einer Neuauflage des DTS arbeitet; 3) Hinweise für die Autoren des DT (Giuliano Gasca Queirazza, Carla Marcato, Giovan Battista Pellegrini, Giuliana Petracco Siccardi, Alda Rossebastiano), die ebenfalls an eine Neubearbeitung des bei UTET 1990 erschienenen Grundlagenwerkes denken werden. 186 Besprechungen - Comptes rendus 1 O. Lurati [Hubschmid, J. (1969)], «Die asko-/ usko- Suffixe und das Problem des Ligurischen», VRom 32/ 1: 317-21; O. Lurati, Dialetto e italiano regionale nelle Svizzera italiana, Lugano 1976; O. Lurati, «Origine di ‘Tamaro’», Folclore svizzero 67 (1977): 54-56; O. Lurati, «Dialetto e toponomastica della Vall’Onsernone», Cultura popolare e dialetto a Comologno nell’Onsernone, Losone 1985: 13-54; O. Lurati, «Vogorno come paese dei burroni: una nuova etimologia», Il nostro paese 254 (2000): 28-29; O. Lurati, «Ordinamenti giuridici e toponomastica. Verso una tipologia», in: M. Heyer- Boscardin (ed.), Wider das «finstere Mittelalter». Festschrift für Werner Meyer zum 65. Geburtstag, Basel (2002): 227-35; O. Lurati. «Le ‹lezioni› della toponomastica», Revista di Lugano 65/ 5(2002): 28-29; O. Lurati/ I. Pinana, Le parole di una valle. Dialetto, gergo e toponomastica della Val Verzasca, Lugano 1983. 1. Würdigung der Arbeit von Ottavio Lurati: Ottavio Lurati ist der gegenwärtig beste Kenner der Tessiner Onomastik, der mit diesem Werk die Resultate seiner jahrelangen Forschungen vorlegt. Zu den zahlreichen innovativen Vorschlägen Luratis folgen einige Anmerkungen: - p. 16 Dongio TI (Blenio): «Dial. Döisc, che, a nostro parere, procede da un derivato del latino dominus». Die Erstbelege Deuci (1188) und Deucio (1213) sprechen gegen ein Etymon dominus; cf. DTS 302: «l’origine e il significato del toponimo Dongio rimangono quindi oscuri.» - p. 25 Poviglio: ‘paese della media pianura emiliana, fra l’Enza ed il Crostolo’ «secondo noi da intendere come un diminutivo di populus.» Die Erstbelege in plebe Pupilli (1230), in plebe Pupilii sprechen zu Gunsten des lat. Personennamens Popilius (DO 515). - p. 29 Airolo TI (Leventina): «area, base dalla quale, con uscita -eolus, muove anche Airöö ‘Airolo’». Die frühesten Belege Oriolo (1210-58) und Oriollo (1225) weisen auf *oreolus *õrium für *õrum ‘ciglione’ hin, cf. DTS 80. - p. 45 Giubiasco TI (Bellinzona): «Giovedì, giovia, jovia: zona di convegno delle streghe nei giorni di giovedì; poi zona in cui le streghe provocavano alluvioni e straripamenti. Con questo gruppo, nonostante varie precedenti interpretazioni discordanti, va il n. l. ticinese Giubiasco, in sé la zona delle streghe e degli straripamenti da loro provocati.» Die Erstbelege Zibiassco (1195), cibiascum (1205) stützen diese Etymologie nicht. Wahrscheinlicher ist die Interpretation in DTS 390: «Il toponimo Giubiasco deriva probabilmente dal gentilizio latino Iovius, Iobius con aggiunta del suffisso -asco, di origine ligure e preso in prestito dal celtico e dal latino. Questo suffisso si combinava originariamente con nomi di persona celtici e romani ed esprimeva un rapporto di appartenenza.» - p. 69 Personico TI (Leventina), Erstbelege: Prexonego (1227), Prexonico (1257). Die Etymologie persona ‘membro del clero’ überzeugt weniger als Pers- + -onico, da -ònico ‘da gente di’ normalerweise an einen Personenname angefügt wird: «Secondo Lurati (2002: 230) il toponimo non sarebbe stato spiegato precedentemente e Personico sarebbe da connettere al sostantivo latino medievale persona ‘persona rivestita di una dignità ecclesiastica’ o ‘terreno che doveva decime ai preti per il loro sostentamento’, con il suffisso romanzo -ònico; *personico significherebbe così ‘relativo al clero’ o ‘terreno che produce decime che sono di spettanza del clero’. Questa proposta etimologica permetterebbe di attestare nell’Italia settentrionale il sostantivo latino medievale persona con il significato specifico di ‘figura ecclesiastica, persona appartenente al clero’, noto in diverse aree francesi» (cf. FEW VIII, 270s.). Tentativo di spiegazione: Personico è un toponimo prediale. Alla base del nome si avrebbe il gentilizio latino Persius o Priscius o il personale germanico Perso. A questo radicale si è aggiunto il suffisso romanzo -ònico ‘la gente di’. bm» - p. 153 Borgo Osio (BG), dial. Ös vosa avosa aquosa. Der Erstbeleg Osio (830) bereitet Schwierigkeiten, da eine Rückbildung aus einem Plural ös aquosu zur Karolingerzeit kaum anzunehmen ist. Überzeugender ist DT 461: «il toponimo potrebbe riflettere, secondo Olivieri 1961a, 393, il personale latino Ausius o Osius.» - p. 154 Senago (MI), dial. senágh, Senacum (877) longob. s(i)naida.Aus lautlichen Gründen (senágh) und angesichts des frühen -acum Beleges ziehe ich die Herleitung aus Sen(n)us + -acus vor, cf. DT 616. 2. Angaben, die bei einer Neubearbeitung des DTS Berücksichtung finden sollten: - p. 61 Soazza GR (Moesa), Erstbeleg: Soaza (1203). Die Erklärung von Lurati mittels soca ‘fune’ «con la funzione di bloccare l’accesso al passo» ist überzeugend. In DTS 838: «L’origine e il significato del toponimo Soazza rimangono ignoti.» 187 Besprechungen - Comptes rendus - p. 63-65 Giornico TI (Leventina): Die von Lurati neu aufgestellte und begründete Etymologie ist einleuchtend: giorno + ico [semidotto]‚ posto dove avvengono le giornate di giustizia. Auch die ältesten Belege Iornico (1202) und Zurnigo (1210-58ca.) lassen diese Deutung zu. Die These von Raschèr (1992) keltisch *iuris ‘montagna boscata’ + -iccu (DTS 389) erklärt inlautendes -nnicht. - p. 67 Locarno TI (Locarno) locus ‘il luogo per eccellenza, il centro amministrativo della zona’ + -erno/ -arno ‘nel senso di relativo a’ (dial. lögh). Möglicherweise sind die Erstbelege Leocarni (807 und 822-40) ‘modo grafico di rendere una o turbata’. In diesem Fall wäre eine vertretbare Etymologie für Locarno gefunden, cf. DTS 539: «Il nome Locarno non è stato spiegato in modo soddisfacente e la sua origine rimane incerta.» - p. 69 Lodrino TI (Riviera), Erstbelege: Ludrini (857), Ludrino (1193). Lurati stellt die Form zu mlat. aroderius (VSI 1,180) germ. alod ‘Lehen’ + -inus: ‘quasi alloderino’. Diese Interpretation ist überzeugender als diejenige von DTS 54: «Molto probabilmente esso è da ricondurre al nome di persona germanico Lotharius, molto frequente nell’Italia medievale (cf. RN III, 188s). Si tratterebbe dunque di un nome di luogo del tipo *(fundus) Lotharius formato da un nome di persona senza aggiunta di un suffisso e con ellissi del nome comune.» Lurati stellt verschiedentlich auch Etymologien in Frage, die bisher als sicher gedeutet angesehen werden, z. B.: - p. 79 Intragna TI (Locarno), Erstbelege: Intranea (1272), Intragnia (1335). Zur geographischen Lage schreibt Lurati 80: «Intragna era la località che stava in mezzo, esattamente come si verifica per l’Intragna della zona di Verbania e per l’Intragna locarnese, posta tra due valli», d. h. nicht inter amnia (DTS 464), sondern inter + -anea wie Intrasca inter (intra) + -asca, da amnis/ *amnia amnes nicht erhalten sind. - p. 84 Iseo TI (Lugano): Lurati stellt Iseo zusammen mit lago d’Iseo zu INSULA isla falso dim. isa Iseo ‘relativo all’isola’. Da der älteste Beleg für Iseo (ticinese) Comune de Yse (1335) und die dialektale Aussprache isé lauten, ist auch ein Zusammenhang mit Isone TI (Bellinzona) und Isella (frazione di Civate, CO) wahrscheinlich, cf. DTS 466: «Keller (1940a: 353) propone di avvicinare il toponimo Isone al nome di luogo Isella (frazione di Civate, CO), che sarebbe una sincope di Isolella (DTL 285). Si potrebbe così far risalire Isone al sostantivo latino insula ‘isola’ con aggiunta del suffisso accrescitivo italo-romanzo -õne. I toponimi che riflettono il termine isola «spesso sono località di fondovalle formate da depositi alluvionali o da terrazzi fluviali.» - p. 85 Tresa, Stresa stellt Lurati zu transire (TI Lugano) nel senso di ‘transito’. Im DTS 710 s. Ponte Tresa ist diese neue These noch nicht besprochen «La Tresa è un emissario del lago di Lugano e tributario del lago Maggiore. Il suo nome non è stato spiegato con certezza (cf. DTL 547)». Erstbelege: Tresiae Pontem (818), Ponte Tretia (875). - p. 90-92 Sempione: Lurati gibt als erster die überzeugende Etymologie summu planu, vgl. Erstbelege semplon (1235), semplun ib., zu -án -on vgl. Ganda Gondo (auf der Südseite des Simplonpasses, 1996 zerstört). Jedenfalls ist DTS 835 zu revidieren: s. Simplon VS (Brig): «Herkunft und Bedeutung des Namens Simplon bleiben beim gegenwärtigen Forschungsstand unklar.» - p. 136 Mendrisio TI (Mendrisio), Erstbeleg: Mendrici (793 und 847) mandris (n-anetimologica) madris ‘che appertiene alla madre, terreno che proviene per eredità dalla linea materna’, cf. DTS 588 wo nur die Herleitung aus *Minorícius erwähnt wird. 188 Besprechungen - Comptes rendus 3. Angaben, die bei einer Überarbeitung des DT von Nutzen sein können: - p. 14 Pombia nei pressi di Novara (terra) publica ( pobiga pobia con m anetimologica Pombia). Die Erstbelege sprechen gegen diese These, cf. DT 506: «È citata come Plumbia dall’Anonimo Ravennate. La documentazione a nostra disposizione, aperta con Plumbia (a. 1025, BSSS LXXVII, 16,27), in seguito spesso ripetuto, conferma l’ipotesi del Massia 1918°, 1-5, di una dipendenza da un derivato di plumbum, che può essere o, come da lui suggerito, il nome personale femminile *Plumbia, costruito in analogia ad Argentia, Auria, Ferria, o, come preferisce l’Olivieri 1965, 272, l’aggettivo plumbea, forse con riferimento al colore del terreno o di qualche particolare dell’ambiente circostante.» - p. 15 Bissone sul lago di Lugano Oblationes ‘offerte dovute alla chiesa’. Erstbeleg Blexuno (1000). DT 592: «forse rappresenta una forma alterata di un derivato da un personale latino *Blassius, cf. Bissone, Mi.» - p. 106 Abbiategrasso (MI) oblate ‘offerte per la chiesa’ und nicht Abius -ate (Flechia 1871,76, cf. DT 4). - p. 108 Cairate (Va) quadrato und nicht «è un derivato dal personale latino Carius (Schulze 1933, 114) con il suffisso -ate che indica appartenenza» (DT 113). - p. 108 Casnate con Bernate (Co): ‘posto piantato a castagni’ und nicht «derivato da un personale latino Cassinus . . . e con suffisso -ate» (DT 157). - p. 108 Casorate Primo (PV): dial. Casoraa (s sonora) a. it. casule ‘piccolo gruppo di case’ und nicht DT 158: «Rohlfs 1956, 147, che analizza il toponimo come un derivato da un personale antico Casurus (CIL XIII, 10010, 480) con il suffisso aggettivale -ate.» - p. 109 Fontanellate (PV): «Non da Fontanalata ‘fontana larga’ come pensava Olivieri in Miscellanea Serra, Napoli 1959, 294, bensì da leggere quale ‘fontanellato’, posto dove sgorgano molte sorgenti, posto di numerose risorgive». cf. DT 278 s. Fontanellato (Pr): «In dialetto funtanlè (DETI 219), il toponimo figura in documenti antichi anche come «Fontanalata», cf. RDAem. (Parma) a. 1299 «Ecclesia de Funtana lata» n. 4658. Vale dunque ‘fontana larga’ ed è analogo al nome toscano Fontelato (o Fonti-) di Casole Val d’Elsa (Olivieri 1959, 294). C. M.» - p. 109 Gallarate (VA): dial. Galaraa, Galeraa; Galarà (1476) Ghillarà, Ghellarà, aghellarà und nicht «Galerius con il suffisso -ate, che indica appartenenza» (DT 293). - p. 109 Gavirate (VA), dial. Gaviraa, Gavirate (sec. XII), Gavirago (1196) gavira ‘cateratta per bloccare l’acqua di un ruscello’ gava ‘ruscello’ und nicht «dipende da un personale latino Gaberius, attraverso un derivato non chiaro, data l’oscillazione dalle forme storiche» (DT 299s.). - p. 109 Gradate (Mi): Oggi Agrate graa ‘grata’ cratis und nicht «derivato in -ate dal nome personale latino Gratus, come propone Serra 1937, 523-24» (DT 11 s. Agrate Brianza Mi). Erstbelege: vico Gradate (745), loco Gratis (853). - p. 110 Limbiate (Mi), dial. limbiáa li(m)bia alluvies und nicht «proposta da Rohlfs 1956: 153, da un antico nome di persona di origine gallico *Limarus, *Limirus con il suffisso -ate, attraverso *Limbrate *Limblate» DT 354. - p. 111 Novate (Chiavenna, sulla Mera), dial. Novaa novale/ novatu(m) che è appena stato dissodato (Olivieri 1961: 379) und nicht «Serra 1931, 187 e Rohlfs 1956, 157 pensano piuttosto ad un’originaria formazione aggettivale in -ate, con un antico personale come Novus latino» DT 446 s. Novate Mezzola (So). - p. 111 Oligate, Uggiate longob. auja ‘terreno verde, acquoso’ olgiato ‘che ha la configurazione di una olgia’ und nicht «il toponimo è derivato, secondo Rohlfs 1956, 158 da un personale latino Ulvius, od Ulbius, con il suffisso -ate, con funzione aggettivale ad indicare appartenenza» DT 452 s. Olgiate Comasco (Co). 189 Besprechungen - Comptes rendus - p. 113 Renate Brianza (CO), dial. Renaa arenata ‘invaso dalla sabbia portata dal fiume straripato’ und nicht «è ricondotto da Rohlfs 1956, 160 ad un personale antico Rena o Renus, con il suffisso aggettivale -ñte che indica appartenenza» DT 534 s. Renate (MI). - p. 113 Segrate (MI) sagrato ‘terra consacrata’ und nicht «il toponimo è ricondotto da Rohlfs 1956, 163 ad un personale latino Securus, con il suffisso aggettivale -ñte» DT 615. - p. 114 Turate (VA), in dial. Turaa turris, torrato ‘luogo provvisto di torre’ und nicht «deriva dal gentilizio latino Turus o Tur(r)ius con il suffisso -ate, secondo Rohlfs 1956, 164» DT 672 s. Turate (Co). - p. 117 Vimercate (MI), Vicomercado (745) «era, propriamente, il vico dove si teneva il mercato». Die Bemerkung von Carla Marcato (DT 710) ist überflüssig: «La forma Vimercate con -e è dovuta ad analogia con la serie dei nomi lombardi uscenti in -ate.» - p. 145 Madésimo (SO), dial. ai Madésen mal-désa-en ‘zona di natura e di strada disagevole’ adjacens mit der Pluralbildung auf -en (vachen für vacche) und nicht wie in DT 368 steht: «è certamente aferesi del nome di persona Amatissimus (Olivieri 1961a, 316).» - p. 148 Chiavenna (SO), dial. Ciavéna Ciavenna Ciavenda Claudenda ‘zona che doveva essere chiusa dal punto di vista della strada, giuridicamente e event. anche militarmente doveva essere chiusa e sbarrata a chi non fosse autorizzato’, in DT 202 findet man: Clavenna (278, Itinerarium Antonini) «di origine incerta. Ritenuto un derivato da clavis ‘chiave’ (così anche Salvioni 1904, 11) per la sua posizione (chiave nel senso di ‘accesso, passaggio’ per i valichi alpini), è però più probabilmente da considerare nome antico, prelatino.» - p. 150 Piùro (SO) ted. Plurs, dial. piür pior preor pedror petrorio ‘posto di pietre’, DT 499: «ha un’etimologia incerta. Secondo Salvioni 1900, 87 il nome doveva invece, poco persuasivamente, essere accostato all’antica voce lombarda piuro ‘pianto’, con una motivazione non dissimile da quella che sta alla base di un toponimo del tipo Malanotte e simili.» - p. 170 Craveggia (NO) crovegia ‘corte d’alpe vecchia’ (cort vegia) und nicht *capricula DT 237. 4. Gesamtbeurteilung Die vorgelegte Studie von Ottavio Lurati ist die anregendste und bedeutendste toponomastische Arbeit eines einzelnen Forschers seit der Toponomastica italiana von Giovan Battisti Pellegrini (Mailand 1990, Hoepli). Das gesteckte Ziel «offrire quanto più possibile materiali interpretati in modo nuovo . . . Preme cercare strade nuove» ist Lurati bestens gelungen. Nachdenklich stimmt freilich, was der Verfasser zu Olivieri, Dizionario di toponomastica lombarda, Milano 1961, geschrieben hat (8): «Non era possibile condurre un esame esaustivo dei toponimi lombardi, esame che pur sarebbe utile visti certi scricchiolii metodologici del per altro meritevole lavoro di Olivieri 1961» oder ebenfalls zu Olivieri p. 14: «una ricerca purtroppo invecchiata, che occorre aggiornare, riscattando la toponomastica lombarda da certe lacune di metodo». Ottavio Lurati setzt die Tradition von Carlo Salvioni, M. Gualzata und Giovan Battista Pellegrini würdig fort und gibt dieser Forschungsrichtung neue Impulse. Kein anderer wäre besser in der Lage, die dringende Neubearbeitung des Grundlagenwerkes von Olivieri zu übernehmen oder ein derartiges Forschungsprojekt zu leiten und erfolgreich zu vollenden. Max Pfister ★ 190 Besprechungen - Comptes rendus
