Vox Romanica
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Francke Verlag Tübingen
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Kristol De StefaniGiovanni Adamo/Valeria Della Valle, Innovazione lessicale e terminologie specialistiche, Firenze (L. S. Olschki) 2003, xii+258 p.
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Monica Ballerini
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si baserebbe sui fattori che la disciplina fissa come costitutivi dell’azione espressa dal verbo. L’analisi puntualizza infine la questione dei criteri di identificazione del lessico tecnico, e, in particolare, della «monoreferenzialità», tratto definitorio non sempre rispettato nell’uso, discusso in relazione alla distinzione tra termini tecnici a livello di sistema e a livello testuale (163). Lo studio dei contesti valenziali e extravalenziali di un gruppo di verbi interessanti sul piano diafasico, in quanto probabili portatori o di valori tecnici o di marche di registro (abdicare, acclarare, addivenire, adire, adombrare, offerire, affrancare, alienare, appalesarsi, appellare, argomentare, avocare, azionare), permette un produttivo confronto tra la documentazione lessicografica e le attestazioni del corpus. Se la ricchezza dei dati e la capillarità dell’analisi permettono di giungere ad una descrizione fine delle funzioni e del grado di tecnicità dei verbi, esse rivelano al contempo come funzione tecnica e valore stilistico non costituiscano alternative assolute e come il modello fondato sull’opposizione tra tecnicismo e marca di registro appaia «troppo semplice per una adeguata comprensione dei profili sintattici, semantici e pragmatici dei verbi giuridici» (239). Come nell’osservazione precedente, è l’autore stesso a puntualizzare aspetti problematici o parzialmente irrisolti dell’analisi: l’esigenza di limitare la «dispersività» dei dati ottenuti con gli strumenti della linguistica dei corpora; il problema dell’individuazione del livello linguistico «non-marcato» quale parametro di riferimento per la formulazione di ipotesi; l’istanza di differenziare l’analisi in riferimento ai diversi tipi testuali in modo più esplicito di quanto non sia fatto. Oltre a questi spunti per ulteriori ricerche, Capitoli di linguistica giuridica offre un punto di partenza imprescindibile per ogni indagine di tipo comparativo: l’analisi contrastiva, e la traduzione, basate sul confronto di come le stesse esigenze tecniche e comunicative si realizzino con mezzi linguistici diversi in lingue diverse (come la preferenza dell’inglese giuridico per la ripetizione lessicale rispetto alla ripresa anaforica - cf. G. Garzone, «Tradurre la convenzione internazionale», in: L. Schena et al. (ed.), Traduttori e giuristi a confronto, Bologna 2002: 61s.), hanno quale prerequisito descrizioni, come questa, minuziose sul piano qualitativo e quantitativo, sempre volte a passare dal livello della descrizione a quello, insidioso ma affascinante, dell’esplicazione. Jacqueline Visconti ★ Giovanni Adamo/ Valeria Della Valle, Innovazione lessicale e terminologie specialistiche, Firenze (L. S. Olschki) 2003, xii + 258 p. Il volume Innovazione lessicale e terminologie specialistiche, a cura di G. Adamo e V. Della Valle, raccoglie gli studi presentati all’omonimo convegno internazionale che si è tenuto a Roma nel giugno del 2002 presso l’Accademia dei Lincei. I contributi pubblicati sono quindici (1-251), preceduti dall’Introduzione (vii-viii) e dall’Indirizzo di saluto di I. Baldelli e di B. Osio (x-xii) e seguiti dall’indice dei nomi (253-58). Il convegno rappresenta un’ulteriore testimonianza dell’interesse manifestato negli ultimi decenni in ambito internazionale per la normazione terminologica, per lo studio delle formazioni neologiche e per la trattazione informatizzata dei materiali lessicali che ha portato ad una nuova forma di lessicografia, quella dei corpora e delle banche dati, in cui un universo aperto a modificazioni e aggiornamenti sostituisce il mondo chiuso dei dizionari cartacei. L’interesse di questa opera risiede nell’aver riunito insieme lessicografia e terminologia specialistica e nell’aver illustrato un’articolata produzione di materiali e di repertori che of- 196 Besprechungen - Comptes rendus fre un panorama ampio e variegato, ma anche organico, sulle linee guida della ricerca nei due settori. Essa sottolinea sia la complessità dell’analisi e della valutazione dell’innovazione lessicale nelle grandi lingue europee di cultura, sia la mancanza di una regolamentazione ordinata e ragionata delle attività di formazione, produzione e diffusione della terminologia, ed auspica una proficua collaborazione fra due figure tradizionalmente distinte, quella del lessicografo e quella del terminologo. Tale ricchezza di contenuti non rende possibile una recensione puntuale per cui ci siamo soffermati sugli studi che abbiamo ritenuto di particolare interesse e brevemente accennato ad altri, certamente non meno importanti. Il volume si apre con il contributo congiunto di F. Sabatini e G. T. Scarascia Mugnozza, Innovazioni lessicali nell’italiano d’oggi che nella sua sinteticità (1-5) fornisce una cornice all’opera. Gli autori si soffermano sull’innovazione lessicale dell’italiano esposta in modo particolarmente incontrollato al lessico scientifico e tecnico di provenienza estera, soprattutto inglese, un problema che coinvolge in varia misura tutte le lingue europee e che si inserisce nel quadro più generale della globalizzazione scientifica: le esigenze di comunicazione della comunità scientifica internazionale portano verso un appiattimento tendenziale del linguaggio. Se questo è vero, è vero anche, come osservano Adamo e Della Valle, che le diverse identità linguistiche e culturali europee si stanno integrando in una nuova società comune plurilingue. Dalla loro indagine sui neologismi dell’italiano emerge che alcuni prestiti integrali traggono giustificazione dalla loro settorialità, altri sono addirittura da preferire alle equivalenti forme italiane, perché quell’unico significante, uniforme per tutte le lingue europee, diviene rappresentativo di un valore sovranazionale. Gli autori rilevano inoltre una diffusione, seppur modesta, di prestiti provenienti da lingue diverse dall’inglese, importante attestazione del plurilinguismo europeo. Altre efficaci considerazioni riguardano le caratteristiche connesse alla pesante ricaduta del tecnicismo scientifico sulla lingua di uso comune. Quanto mai opportuno il richiamo di Sabatini e Scarascia Mugnozza a stabilire precisi criteri che guidino l’accettazione dei neologismi e delle voci tecnico-scientifiche nei vocabolari della lingua, sia per non alimentare la registrazione di neologismi effimeri, legati a situazioni contingenti, che vengono registrati mentre stanno uscendo dall’uso (o ne sono già usciti); sia perché è utile che i vocabolari accolgano soltanto la terminologia diffusa nell’uso comune, cioè quelle parole, che uscite dalla stretta cerchia di un ambiente specializzato, non sono estranee al parlante medio perché corrispondono ad aspetti usuali e diffusi nella vita moderna. Sarebbe stata utile una riflessione su come la lingua di uso comune si sia sempre alimentata dalle lingue speciali: il latino è ricco di metafore rurali, perché è il prodotto di un’epoca in cui la popolazione contadina predomina sugli strati sociali che non partecipano alle attività agricole, così il tecnicismo delle lingue europee moderne è l’inevitabile controparte linguistica del profondo sviluppo tecnologico che ha coinvolto la nostra società. Il contributo successivo di B. Quemada, À propos de l’aménagement de la néologie et de la terminologie françaises (7-18) ci proietta in ambito europeo, esaminando la situazione della neologia e della terminologia in Francia dal punto di vista della «Politique de la langue», una prospettiva particolarmente sensibile ad istanze forti di regolamentazione della lingua. Luca Serianni (Il lessico scientifico nei dizionari italiani dell’uso, 19-44) passa in rassegna i più recenti dizionari italiani, analizzando come siano stati accolti e lemmatizzati i tecnicismi settoriali, con particolare riguardo alla terminologia medica, di cui coglie la specificità, e pone le problematiche legate ad una definizione dei lemmi che rispetti i criteri di puntualità e di coerenza, con l’auspicio che nell’accogliere tecnicismi settoriali, insieme alla frequenza ed alla stabilità d’uso, i dizionari valutino anche la diffusione del lemma nella branca specialistica di appartenenza. 197 Besprechungen - Comptes rendus Lo studio di R. Gualdo (Sincronia e diacronia nella terminologia tecnico-scientifica: il caso della legislazione sull’ambiente, 45-82) è articolato in una parte teorica e in una parte esemplificativa. Nella prima si ribadisce l’urgenza di una standardizzazione terminologica, poiché i termini tecnici, anche quando appaiono univoci e ben codificati, in realtà presentano un certo grado di oscillazione e di ambiguità, a cui contribuisce significativamente la variazione polisemica generata dalla crescente attitudine all’interdisciplinarietà delle varie materie tecniche e scientifiche. E proprio nella prospettiva della standardizzazione dei termini, Gualdo mostra l’utilità che lo studioso assuma una prospettiva diacronica e diatopica, una novità nella ricerca terminologica istituzionalmente orientata al presente. Utilità che viene mostrata nella esemplificazione condotta su un piccolo corpus terminologico, generato dalla documentazione legislativa sull’ambiente prodotta dagli enti locali pugliesi dal 1993 al 2001. Da questa pur limitata indagine emerge che lo spettro terminologico usato in questa legislazione è composto da un insieme di lessico regionale (se non dialettale), burocratismi, tecnicismi giuridico-amministrativi, europeismi e internazionalismi, e che proprio attraverso l’analisi diacronica e diatopica dei termini si dà ragione della loro ambiguità o non univocità. Si conclude sottolineando come da questa consapevolezza linguistica potrebbe trarre vantaggio l’amministrazione, che per la prassi terminologica dovrebbe avvalersi della consulenza di terminologi e lessicologi. Nel contributo dal titolo L’Osservatorio neologico della lingua italiana: linee di tendenza nell’innovazione lessicale dell’italiano contemporaneo (83-106), G. Adamo e V. Della Valle espongono i primi dati di un progetto omonimo nato nel 1991. Partendo dallo spoglio di fonti scritte, costituite dai principali quotidiani e periodici nazionali e locali, si vuole documentare le formazioni neologiche non attestate nei grandi vocabolari pubblicati nell’ultimo decennio (il Volit, il Gradit, il Disc e l’ultima edizione dello Zingarelli) con lo scopo di delineare le linee di tendenza che guidano l’innovazione lessicale dell’italiano contemporaneo. Le parole nuove vengono analizzate in schede secondo i tre livelli tradizionali (morfologico, sintattico e semantico), con il tentativo di individuare quei neologismi che dal lessico giornalistico entreranno probabilmente nella lingua d’uso. La finalità dell’Osservatorio consiste nell’esame dei meccanismi di formazione delle parole; in particolare gli autori ci offrono un profilo della formazione nome + nome. Le forme composte da determinante + determinato, sequenza che l’italiano riproduce dall’inglese, costituiscono una conferma della nota influenza esercitata dalla lingua inglese sulla nostra, tra questi composti ci sono formazioni ibride (com’è il caso delle forme composte con baby e web, 92 N29) ma anche neologismi tutti italiani (di cui sono un esempio aromaterapia, bambinocentrico, cellulare-dipendenza, sabatofollia). In futuro sarà da vedere se altri formanti inglesi riusciranno a penetrare nel nostro sistema linguistico e a generare neologismi. I composti più produttivi nella sequenza determinato + determinante, tradizionale della lingua italiana, sono i sintagmi composti da allarme ed emergenza, uniti perlopiù a un altro nome in funzione aggettivale (così allarme attentati, allarme inquinamento, allarme petrolio o emergenza terrorismo, emergenza criminalità, emergenza acqua), formazioni che mostrano bene come l’ansia sia un contrassegno della nostra società. C. R. Pucci si dedica a La normativa terminologica: valenza teorica ed efficacia pragmatica (107-16), divide il contributo in due parti: una breve storia della teoria terminologica dal nominalismo epicureo al costituirsi della terminologia come disciplina, grazie ai lavori di Eugen Wüster, teorico della terminologia moderna e promotore dell’ISO (International Standard Organization for standardization); ed una seconda parte nella quale sottolinea l’importanza pragmatica della norma terminologica, come strumento scientifico di analisi linguistica in un determinato linguaggio speciale, richiamando l’attenzione sulla necessità di elaborare e diffondere norme terminologiche precise e multilingui. 198 Besprechungen - Comptes rendus Ancora sul tema della norma il contributo di R. Ravaglia, Iter di approvazione di una norma terminologica (117-22). L’autore richiama le fasi che costituiscono il processo normativo, ripercorrendo le principali norme ISO di riferimento per scrivere una norma terminologica e vede nell’unificazione della terminologia un mezzo per garantire la comunicazione plurilingue. G. Negrini, Analisi terminologica e strutturazione concettuale (123-37), partendo dalla univocità (la relazione fra forma e concetto è unica) e monoreferenzialità (un solo termine designa un oggetto) della terminologia, indaga il rapporto fra termini, concetti e organizzazione dei concetti. La prima parte (sezioni 2-4) presenta un quadro generale dei principi teorici, mentre la seconda (sezioni 5-6) descrive alcune proposte nate da una esperienza lavorativa. D. Pulitano, nell’articolo Strumenti informatici per la gestione dei dati terminologici (139- 51), illustra l’impiego, sempre più ineludibile, dell’informatica nella gestione dei dati terminologici. Una delle principali finalità della ricerca terminologica è la creazione di banche dati agili ed aggiornabili, un’esigenza a cui risponde il programma SSLMIT-TRAD, nato nel laboratorio terminologico della SSLMIT di Forlì e illustrato nel contributo di F. Bertaccini Il programma Sslmit-trad: le gestione e lo scambio di dati terminologici per traduttori e interpreti (153-68). Alla base del programma c’è una scheda terminologica multilingue spiegata dall’autore in modo puntuale e dettagliato sia nel contenuto che nella struttura. Due ci sembrano i caratteri rilevanti: la presenza di link che collegano sia le varie schede fra loro all’interno della banca dati, sia le schede a siti internet, (qualora la banca dati fosse resa accessibile via internet, dal momento che le schede sono redatte in formato HTML); e soprattutto la versatilità di queste schede, pensate per rispondere in modo efficace alle esigenze, pur così profondamente diverse, di specialisti, interpreti e traduttori. La scheda contiene inoltre categorie innovative quali l’illustrazione (importante per la terminologia medica) o la denominazione greca e latina (utile per chimica e biologia). Sebbene la scheda sia presentata nella sua complessità, per l’abbondanza delle informazioni che contiene, offre allo stesso tempo una consultazione agevole e veloce attraverso icone che permettono di navigare all’interno della scheda stessa. L’autore la pone come uno strumento innovativo e prezioso tanto per l’approfondito studio dello specialista, quanto per la rapida consultazione dell’interprete. Lo studio di M. T. Cabré, Teorías de la terminología: de la prescripción a la descriptión (169-87) traccia il quadro delle indagini sulle basi teoriche della terminologia svolte dall’I(stituto) U(niversatario di) L(inguistica) A(applicata) di Barcellona delineando le caratteristiche dalla Teoria Generale della Terminologia (TGT) di Eugen Wüster. La terminologia, così come Wüster l’aveva concepita, era un sistema di denominazione le cui unità avrebbero dovuto assicurare univocità all’interno di un settore specialistico, quindi garantire una comunicazione priva di ambiguità. Il limite di questa teoria è nella riduzione della terminologia al solo aspetto prescrittivo, che non permette di dare conto delle unità terminologiche nella realtà della loro produzione discorsiva. L’autrice espone in maniera approfondita e convincente le motivazioni che hanno guidato la formulazione della teoria di Wüster e conclude che il suo uso è valido solo per circoscritti ambiti tematici e situazioni comunicative con alto livello di specializzazione (come la comunicazione plurilingue internazionale fra specialisti). Il mutato panorama sociale, economico e tecnologico ha favorito la diffusione della conoscenza tecnico-scientifica e ha determinato nuovi scenari nella comunicazione specialistica di cui la TGT non riesce a dare ragione, perché non permette di descrivere le unità terminologiche «in vivo», cioè nel loro contesto pragmatico, e dunque è necessaria una nuova teoria terminologica di cui l’autrice espone i tratti caratterizzanti. La proposta è quella di formulare una teoria che sia descrittiva ed esplicativa, adeguata a rappresentare la caratte- 199 Besprechungen - Comptes rendus ristica di univocità del dato terminologico, e insieme la presenza della varietà nella situazione comunicativa «in vivo»; la teoria dovrebbe essere adatta a fornire risposte alle esigenze reali della comunicazione tra specialisti, e soprattutto tra specialisti e altri destinatari, e dovrebbe tener conto dell’appartenenza dei termini al linguaggio naturale, includendoli all’interno del lessico in un sistema che introduca nel paradigma descrittivo tratti cognitivi, semantici e pragmatici. M. Á. Vega Cernuda dedica il proprio studio, Traduzione e terminologia: qualcosa che non va (189-203), ai problemi che il traduttore incontra al momento di utilizzare gli strumenti messi a punto dalla terminologia, ed auspica che la scienza terminologica arrivi ad offrire al traduttore equivalenze esatte fra i concetti e i termini delle lingue messe a confronto, una uniformazione che però non deve favorire l’inglese, ma rispettare lo spirito di ogni lingua. Ancora a problemi legati al rapporto fra neologia e traduzione dedica il suo studio J. G. Palacios, Entre innovación léxica y diccionario de especialidad: el papel del traductor (225-40). Il contributo di J.-F. Sablayrolles, La néologie en français contemporain (205-24) pone l’importanza della neologia come fenomeno da studiare per se stesso ed offre una breve e schematica rassegna sui procedimenti di formazione dei neologismi nel francese contemporaneo, sui settori specialistici più produttivi e sui criteri con cui analizzare il problema della durata della novità fra entrata stabile nella lingua e sparizione. Lo studio di W. Pöckl, La circolazione della terminologia della psicanalisi nelle lingue romanze (241-51) che chiude l’opera, si occupa dei problemi terminologici legati al lessico della psicanalisi, comparando le traduzioni dei termini di Freud nelle varie lingue romanze. In particolare l’autore nota, soprattutto in italiano e spagnolo, una tendenziale duplicazione della terminologia psicanalitica: i due sinonimi, atto mancato e paraprassi in italiano ed acto fallido e parapraxis in spagnolo, sono motivati dalla traduzione rispettivamente del tedesco Fehlleistung e dell’inglese parapraxis, individuando l’origine di questo fenomeno nel passaggio alla supremazia inglese di una scienza psicanalitica nata da radici germanofone. Complessivamente il volume recensito appare come un’opera ricca di spunti, che riflette il forte e crescente interesse dei gruppi di ricerca, come quello udinese, sulle problematiche del metalinguaggio e della terminologia; sicuramente non mancheranno sviluppi ulteriori. Monica Ballerini ★ Carla Bazzanella, Linguistica e pragmatica del linguaggio. Un’introduzione, Roma-Bari (Laterza) 2005, iii + 236 p. (Biblioteca di Cultura Moderna 1176) Il nuovo libro di Carla Bazzanella integra in un unico volume di medie dimensioni un’introduzione agli approcci principali, le nozioni di base e la ricerca recente nell’ambito della pragmatica con un’introduzione sintetica alla linguistica. Si rivolge «principalmente agli studenti dei corsi universitari che intendono affrontare, all’interno di vari percorsi curricolari, lo studio della linguistica in una prospettiva pragmatica» (viii) - un manuale compatto, quindi, che risponde tra l’altro alle esigenze di un insegnamento modulare e interdisciplinare. La materia è esposta in un testo fluido, discorsivo, e pure molto denso, arricchito inoltre di approfondimenti in nota e di numerosi rinvii bibliografici, che «rispondono non solo ad un criterio di correttezza nel riconoscere le varie fonti, ma intendono incoraggiare, il più possibile, la lettura diretta dei testi» (viii). Il testo è accompagnato da un indice analitico che comprende ca. 1300 termini tecnici e denominazioni di lingue. 200 Besprechungen - Comptes rendus
