Vox Romanica
vox
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Francke Verlag Tübingen
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2007
661
Kristol De StefaniLe funzioni del passivo agentivo
121
2007
Anna-Maria De Cesare
vox6610032
Le funzioni del passivo agentivo Tra sintassi, semantica e testualità 1. Introduzione Nell’ambito degli studi di linguistica italiana, le analisi relative alla costruzione passiva non mancano e nemmeno le prospettive scelte per affrontare il fenomeno: la frase passiva è stata analizzata sia concentrandosi sull’italiano antico (cf. per esempio Bertucelli Papi 1980; Salvi 2002; Pieroni 2003) sia sull’italiano contemporaneo; di questa struttura, poi, sono stati descritti aspetti grammatico-lessicali, tra i quali ad esempio la scelta dell’ausiliare (Herczeg 1966; Leone 1966; Lo Cascio 1968; Van Molle-Marechal 1974; Salvi 1988: 87s.) e la formazione del passivo con verbi intransitivi e/ o inaccusativi (La Fauci 1985a/ b; Fabbri 1992; Vanvolsem 1995), sociolinguistici, interrogando il parametro diamesico, diatopico e diastratico (Cresti 1999 e i lavori di Carla Bazzanella menzionati nella presente bibliografia 1 ), tipologici o contrastivi (Siewierska 1984; Mänttäri 2001; Sansò 2003, 2006), psicolinguistici e pertinenti alla didattica (Bertucelli Papi 1982; Bazzanella 1988; Gasparini 1992; Gianino 2004) e infine funzionali e testuali (cf. già Cinque 1976 e poi Salvi 1988: 96-98; ma soprattutto Bazzanella 1990, 1991a/ b, 1994, 1995, Mänttäri 2003 e Sansò 2003). Se si è scelto di ritornare ancora una volta sul costrutto passivo è perché, nel ricco quadro teorico-descrittivo che consegue dall’ampia bibliografia menzionata, manca ancora una spiegazione ragionata della o delle funzioni che svolge il cosiddetto «passivo agentivo», vale a dire la costruzione passiva in cui l’agente viene espresso sotto forma di complemento preposizionale, come in (1) (in questo, come negli esempi successivi, l’agente viene messo in rilievo con il grassetto): (1) I gioielli sono stati realizzati dalle più importanti ditte italiane. 1 Secondo Berretta 1995: 143 il passivo è generalmente poco usato in italiano: quando appare, lo si trova piuttosto nelle varietà formali (testi scientifici, burocratici) che nelle varietà medie o nel parlato. Questo sarebbe dovuto al fatto che nei testi scritti, più facilmente che nel parlato, ad essere soggetto di discorso (e più propriamente, come vedremo nel §3.2, Topic) sono spesso referenti non umani. La scarsa presenza di passivo nel parlato si spiega anche sulla base della complessità morfosintattica di questa struttura e della difficoltà a passivizzare frasi con agente di prima e seconda persona (come in: i libri sono stati ordinati da me); per questi motivi, nel parlato (cf. i dati di Cresti 1999) è preferito il costrutto alternativo che è la dislocazione a sinistra (i libri, li ho ordinati io). Va notato comunque che complementi d’agente di prima e seconda persona si trovano in varietà medie (cf. i libri ordinati da me, con riduzione dell’ausiliare) e in varietà più alte (la ricerca da me condotta). Vox Romanica 66 (2007): 32-59 Le funzioni del passivo agentivo Ora, l’assenza di spiegazione approfondita sul fenomeno non può giustificarsi, come si potrebbe di primo acchito pensare, alla luce della bassa frequenza di strutture come (1): infatti, secondo i risultati di un ampio spoglio di dati linguistici effettuato da Carla Bazzanella (cf. Bazzanella 1991 e 1994: 136 per la presentazione del suo corpus, che consta di 441 occorrenze di passivo «personale» 2 ), 32.5 % delle frasi passive realizzano l’agente 3 . Se questo dato conferma le nostre attese sulla frase passiva, in particolare il fatto che essa serve in primis a rimuovere il sintagma con il ruolo di agente, esso ci indica anche che l’espressione dell’agente non è un dato per niente marginale e trascurabile. Alla luce di quanto si è detto, lo scopo del lavoro consisterà dunque nello spiegare, in un confronto più o meno serrato con la frase attiva che allinea soggetto verbo e oggetto (ovvero: le più importanti ditte italiane hanno realizzato i gioielli), le ragioni sintattiche, semantiche e pragmatiche (informative e testuali) che sottostanno all’uso del passivo agentivo nei testi scritti 4 . Più precisamente, per arrivare a una comprensione complessiva del fenomeno, il lavoro si articola nel modo seguente: dopo una breve descrizione delle specificità grammaticali del passivo agentivo, in particolare del complemento preposizionale (§2.), si presenteranno, sotto forma più o meno elaborata e definitiva, le ragioni che motivano l’impiego del passivo con e senza cancellazione dell’agente (§3.); ci si soffermerà poi in modo più puntuale sull’impiego del passivo senza cancellazione dell’agente, con l’intento di verificare e approfondire le ipotesi che sono state formulate nella letteratura sull’argomento: in un primo momento, per determinare i valori sintattico-informativi dell’agente realizzato da tale struttura (§4.), in un secondo momento, per riflettere sugli sfruttamenti semantico-pragmatici del passivo agentivo (§5.). Infine, ritornando sulla 33 2 Come è noto, in italiano esistono diverse forme di frasi passive: accanto al passivo personale (o perifrastico, cf. Sansò 2003), illustrato in (1), troviamo il passivo impersonale, aperto dal pronome si (sul quale cf. per esempio Manzini 1986 e Cinque 1988). Più precisamente, esiste il cosiddetto «si passivante» o «si passivo» (Salvi 1988: 102), che si premette alla voce attiva dei verbi transitivi (Dardano/ Trifone 1997: 297), che viene considerato come un «semplice segno della passività del verbo» (Salvi 1988: 103) e che non coincide dunque con il soggetto (il soggetto coincide con un sintagma nominale che può seguire o precedere il «si + verbo»; cf. Salvi 1988: 102): all’improvviso si sentì (= fu sentita) una voce (Sensini 1988: 144). Vi è poi il «si impersonale» (che è in parziale sovrapposizione con il «si passivante»), che funge invece da soggetto della costruzione in cui viene impiegato: in campagna, si va (= la gente va) a dormire presto (Sensini 1988: 145). 3 Sempre secondo i dati di Carla Bazzanella, nello scritto vi sarebbero più frasi con cancellazione dell’agente che nel parlato (rispettivamente 75 % e 65 %; e addirittura 50 % nel parlato radiofonico). Questo dato, sorprendente, non è condiviso da tutti (cf. Berretta 1995). Chiede quindi di essere verificato in modo più puntuale. 4 I dati presentati in questo lavoro si basano su un corpus di 100 occorrenze di passivi agentivi: più precisamente, 43 occorrenze sono tratte da testi scientifici (dal sottocorpus Saggi di linguistica (abbreviato Sag_Ling) del Lisulb, un corpus privato delle Università di Losanna e di Basilea, e dalla rivista Italian Journal of Pediatrics), 34 da testi giuridici (dalla Costituzione italiana: Iur_Cost_It) e 22 da testi giornalistici (dal Corriere della Sera (Gio_Corr) e dal Sole 24 ore (S24H) del Lisulb). Anna-Maria De Cesare 34 domanda che motiva questo studio, si renderà conto delle ragioni che motivano il passivo agentivo confrontando tale struttura sintattica con la frase attiva (§6.). Il dato significativo che emerge globalmente da questo lavoro è il seguente: il passivo agentivo, illustrato al punto (1), è una struttura sintattica poco marcata. Essa, infatti, non è marcata né a livello sintattico né a livello informativo, ed è poco marcata anche per quanto riguarda il livello testuale, almeno per quello che concerne il vincolo che l’espressione dell’agente pone sul testo successivo. Queste caratteristiche si spiegano in parte con il valore associato all’agente stesso: esso è dotato di una salienza che si spiega piuttosto in termini semantico-denotativi che non pragmatico-testuali. 2. Dalla diatesi attiva alla diatesi passiva Nella Grande grammatica italiana di consultazione, la costruzione passiva viene descritta nei termini seguenti: Per costruzione passiva intendiamo una struttura in cui il compl[emento] oggetto di un verbo transitivo 5 assume le funzioni di soggetto, mentre il soggetto del verbo scompare o diventa un compl[emento] preposizionale (compl[emento] d’agente); la forma verbale stessa viene sostituita da una forma composta di un ausiliare (essere, venire, andare) 6 e dal participio passato del verbo stesso. (Salvi 1988: 85) Illustrano tutto ciò gli esempi (2) a (4): (2) Giovanni ha arrestato il ladro. → frase attiva (3) Il ladro è stato arrestato. → frase passiva senza complemento di agente 7 (4) Il ladro è stato arrestato da Giovanni. → frase passiva con complemento di agente 5 Sulla formazione del passivo con verbi intransitivi, di cui alcuni esempi sono ottemperare, ovviare, rimediare, ubbidire (cf. il maestro è ubbidito dagli alunni), rinvio a La Fauci 1985, Salvi 1988: 96 e Dardano/ Trifone 1997: 329. Si noti, inoltre, che non tutti i verbi transitivi possono formare il passivo personale: tale costruzione non è possibile, per esempio, con il verbo avere e con il verbo concernere (per una spiegazione di questo fenomeno, cf. Sansò 2003 e qui al §2.1.2.). 6 Si noti che il passivo personale può avere anche una forma ridotta, in cui viene a mancare l’ausiliare: Il ladro arrestato da Giovanni (in questo caso, il participio è usato come aggettivo, e la forma sostituisce funzionalmente una relativa passiva). 7 In alcuni casi, laddove il verbo essere sia seguito da un participio passato, si può avere una struttura sintattica ambigua, che può essere interpretata sia come costruzione passiva con essere (interpretazione i di (a)) sia come costruzione «essere + aggettivo» (interpretazione ii di (a)); in questi casi, l’espressione del complemento preposizionale (cf. (b)) impone l’interpretazione passiva (cf. Salvi 1988: 87-88): (a) La porta è chiusa. (Salvi 1988: 87) i. passivo di Chiude/ ono la porta → descrizione di un’azione ii. «la porta si trova in uno stato di chiusura» → descrizione di uno stato/ azione compiuta (b) La porta è chiusa da Giovanni. Le funzioni del passivo agentivo Le frasi (2) e (4) esprimono lo stesso contenuto proposizionale («semantico» o «grammaticale»); ciò che le distingue è «la presentazione e la messa in rilievo dei segmenti sintattici» (Serianni 2006: 90). Infatti, se nella frase passiva rimangono invariati i ruoli semantici degli argomenti coinvolti (cf. Graffi 1994: 230-31; Salvi/ Vanelli 2004: 43), in quanto l’argomento il ladro rimane il paziente e Giovanni rimane l’agente della struttura, rispetto alla costruzione attiva: a. il passivo ha un numero ridotto di argomenti: l’attante corrispondente al soggetto della frase attiva (Giovanni in (2)), secondo Salvi/ Vanelli 2004: 68, non fa parte della valenza del verbo (arrestare in (4)) ma coincide con un elemento extranucleare; b. uno degli argomenti rimasti, nella fattispecie l’oggetto diretto della frase attiva (il ladro), ha cambiato funzione grammaticale: è diventato soggetto. Come vedremo nei §3-4, tra la frase attiva e la frase passiva vi sono anche differenze a livello di struttura informativa: nella trasformazione di (2) a (4) (ma anche a (3)) sono cambiati i referenti che svolgono le funzioni di topic e di fuoco. 2.1 Proprietà sintattico-semantiche del complemento di agente 2.1.1 Come già accennato, quando nella frase passiva viene espresso l’agente, abbiamo a che fare con un elemento extranucleare, estraneo alla valenza del verbo 8 ; più precisamente, si tratta di un complemento preposizionale (d’ora in poi CP) introdotto dalla preposizione da (Salvi/ Vanelli 2004: 68): (5) Alcuni bambini vengono lodati da Piero. Il valore extranucleare del CP sembra giustificarsi soprattutto in base alla sua non obbligatorietà nella struttura sintattica di frase. Gli esempi (6) mostrano infatti che rispetto a un tipico elemento extranucleare, o circostanziale, come ogni giorno (7), la posizione del CP è meno libera: (6) a. Alcuni bambini vengono lodati da Piero b. ? ? ? Da Piero alcuni bambini vengono lodati c. ? ? Alcuni bambini, da Piero, vengono lodati (7) a. Alcuni bambini vengono lodati ogni giorno b. Ogni giorno alcuni bambini vengono lodati c. ? Alcuni bambini, ogni giorno, vengono lodati 2.1.2 Da un punto di vista semantico, il referente evocato dal CP può essere sia animato (cf. di nuovo (5)), e in questo caso viene chiamato complemento di agente, 35 8 Nella struttura sintagmatica ad albero modellizzata dai generativisti, tale argomento si attacca al SV e non al «V barra» (cf. Graffi 1994: 232). Anna-Maria De Cesare 36 che inanimato (come in (8)), e viene allora etichettato complemento di causa efficiente: (5) Alcuni bambini vengono lodati da Piero. (8) La casa fu distrutta da una frana (Salvi/ Vanelli 2004: 43) Per quanto riguarda poi il ruolo semantico del CP, esso può essere di due tipi: di agente (come negli esempi visti finora) ma anche di esperiente (9) (in ciò che segue, tuttavia, parleremo sempre di agente o di CP agentivo): (9) Maria fu vista da Giovanni (Salvi/ Vanelli 2004: 43) Gli esempi (10)-(12) mostrano che la costruzione passiva non è possibile con quei verbi transitivi il cui soggetto non abbia il ruolo di agente o di esperiente, come avere (il cui soggetto ha il ruolo di possessore), contenere (il cui soggetto indica un luogo), concernere, riguardare, preoccupare, sorprendere (con i quali il soggetto ha il ruolo di oggetto) ecc. (Salvi/ Vanelli 2004: 71): (10) *Il libro è avuto da Piero (Salvi/ Vanelli 2004: 71) (11) *Il veleno è contenuto dalla bottiglia (Salvi/ Vanelli 2004: 71) (12) *Piero è riguardato da questo decreto. (Salvi/ Vanelli 2004: 71) 2.2 Marcatezza del costrutto passivo Se si considera l’ordine lineare dei costituenti della costruzione passiva, si deve riconoscere che questa struttura sintattica coincide con una frase non marcata 9 : da un punto di vista formale, in effetti, la frase passiva (almeno negli esempi visti finora) presenta l’ordine canonico dei costituenti, ovvero allinea soggetto, verbo e, eventualmente, complementi (nucleari: il complemento di oggetto indiretto e/ o extranucleari: il complemento di agente/ di causa efficiente, ma anche i circostanziali veri e propri) 10 . Eppure, certi autori (tra i quali Carla Bazzanella, cf. Bazzanella 1994: 134), considerano la frase passiva una «struttura frasale marcata», al pari della frase scissa (è il ladro che Giovanni ha arrestato), della frase con dislocazione (il ladro, lo ha arrestato Giovanni) e della frase con la cosiddetta topicalizzazione o rematizzazione a sinistra (il ladro, ha arrestato Giovanni). La ragione di tale interpretazione va sicuramente ricondotta a un criterio pragmatico: al 9 Nella Grande grammatica italiana di consultazione, il passivo è descritto nel capitolo dedicato appunto alla frase semplice (cf. Salvi 1988) e non in quello intitolato «L’ordine degli elementi della frase e le costruzioni marcate»; idem nella Nuova grammatica italiana di Salvi/ Vanelli 2004. 10 Va notato che la frase passiva può anche presentare il soggetto in posizione postverbale (è stato arrestato il ladro, per cui si veda per esempio Sansò 2003). In questo lavoro ci concentriamo tuttavia essenzialmente sulla frase passiva di tipo SVO. Le funzioni del passivo agentivo pari per esempio della struttura con dislocazione a sinistra, alla quale viene del resto identificata a livello funzionale (cf. Berretta 1995: 143; Cresti 1999), il costrutto passivo si presenta come un dispositivo linguistico che svolge precise funzioni nella strutturazione del testo (così anche in Andorno 2003: 91). Alla luce di quanto si è detto nei paragrafi precedenti, si può comunque affermare che la costruzione passiva ha questo di marcato: in essa viene a saltare l’associazione preferenziale che esiste tra la funzione sintattica di soggetto e il ruolo semantico di agente (e anche, come vedremo più in là, quella tra il ruolo semantico di agente e la funzione pragmatica di Topic). Nella frase passiva, infatti, l’argomento con il ruolo sintattico di soggetto ha (tipicamente) il ruolo semantico di paziente. Si tratta quindi di una marcatezza che si esprime a livello sintattico-semantico. 3. Le ragioni del passivo con e senza cancellazione dell’agente In ciò che segue si vuole spiegare le ragioni sintattiche, semantiche e pragmaticotestuali per le quali si usa il costrutto passivo alla luce del «destino» del soggettoagente della corrispondente frase attiva. Due saranno le domande alle quali daremo una risposta più o meno elaborata e definitiva: perché l’agente è eliminato? e perché l’agente viene espresso sotto forma di CP? 3.1 Perché l’agente è eliminato? Poiché la frase passiva serve in primis alla eliminazione del soggetto-agente della frase attiva (per cui cf. i dati quantitativi menzionati in apertura del lavoro), si considera che la funzione principale di questa struttura consista nel togliere importanza all’agente 11 . Ora, i motivi della cancellazione dell’agente sono vari, e ben noti da tempo (cf. già Jespersen 1924). Essi dipendono in particolare dalla tipologia testuale nella quale si realizza il costrutto passivo: è chiaro, infatti, che i motivi per cui si elimina l’agente non sono gli stessi nell’ambito di un testo parlato o di un testo scritto, e all’interno di quest’ultimo, di un testo giornalistico, un testo tecnico-scientifico, un testo burocratico ecc. (cf. Cresti 1999; e i lavori di Carla Bazzanella menzionati nella presente bibliografia). 3.1.1 Alla cancellazione dell’agente sottostanno in primis un gruppo di motivi di ordine semantico-pragmatico; nella frase passiva si elimina l’agente quando il referente che codifica non è noto, non è rilevante oppure ancora quando è evidente 37 11 Nella letteratura sull’argomento, si parla anche di oscuramento, rimozione, demozione o impersonalizzazione dell’agente; queste etichette non sono tuttavia equivalenti: per esempio, esse non indicano necessariamente che l’agente è cancellato nella costruzione passiva. Per evitare possibili fraintendimenti, in questo lavoro parlerò di espressione/ non espressione o cancellazione dell’agente. Anna-Maria De Cesare 38 nel contesto di enunciazione (13a-c); l’agente viene volontariamente sottacciuto anche per motivi di politeness (13d-e) e/ o di oggettività e modestia (si pensi all’impiego del passivo nei testi scientifici) (13f): (13) a. Le stanze vanno pulite settimanalmente ( → dagli occupanti, dagli impiegati ecc.) (Salvi/ Vanelli 2004: 71) b. Ieri mi è stato chiesto se ero già pensionato ( → da uno che farebbe meglio a pensare prima di parlare) (ibid., p. 72) c. Oggi mi è stata recapitata questa lettera ( → dal postino) (ibid., p. 72) d. I passeggeri sono pregati di non fumare ( → da Trenitalia). (Bazzanella 1995: 252) e. Sono stato informato che hai sparlato di me ( → da un conoscente comune) (Salvi/ Vanelli 2004: 72) f. In questa relazione verrà esaminato un campione di nomi deverbali ( → da me) (Bazzanella 1991: 375) Come si sarà notato, ogni esempio del punto (13) può essere spiegato con più di un criterio o con un criterio in parte diverso: per esempio, la vaghezza che consegue dalla cancellazione dell’agente in (13d) potrebbe essere sfruttata per conferire maggiore autorità alla entità che formula la richiesta: si potrebbe infatti pensare che la richiesta emani da un’autorità superiore, quale per esempio la legge. È chiaro, poi, che quelli che abbiamo indicato sono solo alcuni dei motivi per cui si cancella l’agente. La cancellazione dell’agente può anche essere sfruttata per nascondere volontariamente l’agente, e quindi a rigore per manipolare la verità dei fatti. È questo l’impiego del passivo che viene fatto per esempio da George Orwell nel suo romanzo Animal Farm, dove con il progredire del romanzo aumentano i passivi senza agente, in particolare quelli che hanno la funzione di indicare una decisione presa da tutti gli animali laddove chi decide è in realtà un gruppo più ristretto: sono solo i maiali e in particolare il loro capo (riprendo qui i dati proposti in Bazzanella 1995). 3.1.2 A questo paradigma di motivi semantico-pragmatici se ne aggiungono altri, di tipo pragmatico-retorico: l’eliminazione dell’agente può essere usata per esempio per ritardare l’identificazione di un dato referente testuale; si crea così un effetto di suspense che viene sfruttato volentieri nella stampa. Per un esempio, si veda il brano seguente, dove l’agente soppresso nei due primi enunciati che codificano una frase passiva (di cui abbiamo messo in rilievo il verbo con il corsivo) viene espresso nell’ultimo enunciato, sotto forma del sintagma nominale soggetto il regime di Pechino: (14) Un assassinio è stato commesso nella capitale cinese. La grande ondata democratica è stata soffocata nel sangue. . . . mai quei ragazzi hanno ferito o ucciso. Il regime di Pechino sì, ha impugnato le armi, ha sparato e ucciso. (L’Unità, in Bazzanella 1991: 376) 3.1.3 Alla cancellazione dell’agente, e più precisamente alla sua demozione 12 , cioè al «fatto che l’agente venga tolto dalla prima posizione, spostato dopo il verbo, e 12 Il concetto di demozione risale ai lavori generativisti (cf. Permutter/ Postal 1977) e viene talvolta ripreso anche in ambito pragmatico-funzionalista (cf. Siewierska 1984 e Shibatani 1988). Le funzioni del passivo agentivo morfologizzato come complemento indiretto, se non del tutto cancellato» (Bazzanella 1995: 252), sottostanno infine anche motivi di ordine sintattico e informativo-testuale. Come è stato ampiamente discusso e illustrato nella letteratura sull’argomento, si ritiene infatti che la funzione principale della demozione dell’agente consista nel far assumere al complemento oggetto di un verbo transitivo le funzioni di soggetto sintattico e di topic semantico (cf. Salvi 1988: 96; Dardano/ Trifone 1997: 329-30; Bazzanella 1994: 137). In altri termini, la frase passiva permette di «topicalizzare», qui nel senso di portare a topic, cioè di porre come «ciò di cui si parla» un costituente diverso dall’agente (cf. tra gli altri Cinque 1976; Salvi 1988: 96; Bazzanella 1991, 1994; Berretta 1995: 143; Sansò 2003: 48s.), secondo lo schema: (15) [Giovanni soggetto/ agente ] Topic [ha arrestato il ladro oggetto/ paziente ] Comment → [Il ladro soggetto/ paziente ] Topic [è stato arrestato (da Giovanni) complemento di agente ] Comment In un secondo tempo, la demozione dell’agente e la promozione dell’oggetto della frase attiva a soggetto-topic della struttura frasale possono essere sfruttate a livello testuale: in primo luogo per creare, mantenere e/ o rafforzare la coesione del testo che si sta costruendo (cf. di nuovo Cinque 1976; Givòn 1983: 23; Bazzanella 1991, 1994; Sansò 2003: 152; Dardano/ Trifone 1997: 330). Secondo i dati di Carla Bazzanella (cf. Bazzanella 1991a: 378), nella frase passiva la continuità referenziale che permette la messa a topic dell’oggetto della corrispondente frase attiva avviene nel 64 % dei casi. Il mantenimento della continuità referenziale si rivela utile soprattutto per creare coesione testuale tra due enunciati contigui, come in (16) e (17), che presentano un esempio di frase passiva rispettivamente con e senza cancellazione dell’agente: (16) Nel 1932 la polizia aveva assoldato un certo Bettoni allo scopo di raccogliere notizie sulle attività clandestine. Questo Bettoni fu poi trovato morto nei dintorni di Porta Ticino nell’estate del 1935. (Salvi 1988: 97) (17) Indubbiamente, come nei primi anni Sessanta, potranno nascere romanzi di serie fortemente commerciali o, ancor peggio, incoraggiati e finanziati dai servizi segreti. Accadde negli Stati Uniti con Nick Carter. Sotto questo nome si nascondeva un gruppo di scrittori che lavoravano in un vasto open space in piena Madison Avenue. [ø = questo gruppo di scrittori] Venivano briefed da agenti operativi della Cia dislocati in vari Paesi dell’Est, e loro ci cucivano attorno vicende veloci, di pronto consumo, con forte connotazione antisovietica. Una semplice operazione politica. D’altra parte, il romanzo di spionaggio è politica. (Lisulb_S24H_Contr). Gli esempi proposti mostrano che tra il topic della frase passiva e il contenuto dell’enunciato precedente ci può essere progressione «a topic lineare»: in questo caso il referente testuale che funge da topic nella frase passiva (rispettivamente questo Bettoni e il soggetto sottinteso che coincide con il sintagma nominale questo gruppo di scrittori) riprende un referente testuale che si realizza nel Comment dell’enunciato precedente. 39 Anna-Maria De Cesare 40 Tra il topic della frase passiva e il contenuto dell’enunciato precedente ci può però anche essere progressione «a topic costante», il tipo di progressione che si realizza quando un referente testuale che funge da topic riprende un referente che era già presentato come topic nell’enunciato precedente; è questo il tipo di progressione che abbiamo in (18), dove il topic sottinteso dell’ultimo enunciato del secondo capoverso coincide con il topic dell’enunciato precedente, cioè con il pronome essa, che prende la sua referenza nel sintagma la residenza e sede dei fondatori della «Cooperativa vegetariana Monte Verità»: (18) Il Museo Casa Anatta al Monte Verità fu la residenza e sede dei fondatori della «Cooperativa vegetariana Monte Verità». Essa fu restaurata nel 1980. Nell’aprile 1981 [ø = la residenza e sede dei fondatori della «Cooperativa vegetariana Monte Verità»] fu adibita a museo permanente sulla storia del Monte Verità e [ø = la residenza e sede dei fondatori della «Cooperativa vegetariana Monte Verità»] aperta al pubblico quale sintesi dell’esposizione che, dal 1978 al 1980, fu portata con grande successo da Ascona a Zurigo, Berlino, Vienna e Monaco (da un foglio informativo sul Monte Verità). 3.2 Perché l’agente viene espresso sotto forma di complemento preposizionale? Rispetto al quesito precedente (perché l’agente viene eliminato? ), la domanda posta nel titolo di questo paragrafo non ha ancora ricevuto, secondo me, una risposta abbastanza approfondita e ragionata. Per quanto riguarda il livello testuale, si è detto - ma senza cercare di verificarlo in modo puntuale, guardando al testo che segue l’enunciato con la frase passiva - che l’espressione dell’agente contribuisce alla coesione del testo, in quanto diventa il topic di un enunciato successivo: La coesione anaforica costruita dalla continuità di topic (presente nella maggioranza delle occorrenze del passivo) può essere accompagnata anche dalla coesione cataforica costruita in base all’agente demosso, che diventa successivamente topic. (Bazzanella 1994: 138; il grassetto è mio) Peraltro, dell’agente espresso non si conoscono bene neanche le proprietà sintattico-pragmatiche, vale a dire la posizione che occupa nella costruzione passiva e i suoi valori informativi. Su quest’ultimo aspetto, esistono addirittura opinioni divergenti. Per alcuni (cf. Bazzanella 1994: 136; Dardano/ Trifone 1997: 330) l’agente è informativamente secondario: rispetto al paziente (soggetto e Topic della frase passiva), si situa cioè sullo sfondo dell’enunciato. Va notato che l’agente è considerato come defocalizzato non solo quando è cancellato ma anche quando viene mantenuto e «morfologizzato come complemento indiretto» (Bazzanella 1994: 136; Dardano/ Trifone 1997: 330). Secondo un altro punto di vista, invece, l’agente della costruzione passiva coincide con il fuoco (o focus) della frase: Le funzioni del passivo agentivo The passive is seen as a topicalizing construction for it places a non-agentive NP in unmarked subject-topic position. The agentive passive simultaneously locates the agent in the focal position of the clause. The agentive passive thus fulfils two functions, a topicalizing and a focusing one (Siewierska 1984: 222; il grassetto è mio). Questo punto di vista è condiviso da altri autori, che usano per esprimerlo termini affini a quello di Fuoco: limitandoci agli studi di italianistica, si è detto che il CP serve a presentare l’agente come nuovo (Salvi 1988), che ha funzione rematica (Salvi/ Vanelli 2004: 72), cioè che corrisponde all’informazione da trasmettere (cf. Salvi/ Vanelli 2004: 33), oppure ancora che esso serve a mettere in evidenza chi ha compiuto l’azione (Ferrari/ Zampese 2000): (19) Ho scoperto che il libro è stato scritto proprio da Michela. Ha fatto davvero un gran lavoro! (Ferrari/ Zampese 2000: 100). Alla luce di quanto si è detto in questo paragrafo risulta dunque che per spiegare l’impiego del passivo agentivo, in particolare la funzione svolta dall’agente, sono due i livelli che vanno interrogati: il livello della struttura sintattico-informativa dell’enunciato (§4.), al quale si deve determinare la posizione e lo statuto o i possibili statuti informativi dell’agente (esso coincide con lo sfondo o con il fuoco dell’enunciato? ); e il livello testuale (§5.), in base al quale, a partire dalla descrizione della funzione del passivo agentivo proposta da Carla Bazzanella, bisogna determinare secondo quali modalità l’agente serve a creare un nuovo topic, in particolare in quali Unità testuali avviene la «topicalizzazione» del referente evocato dal CP agentivo. Una analisi quantitativa permetterà inoltre di determinare quanto sia importante il movimento «topicalizzante-coesivo» che, secondo Carla Bazzanella, può attuarsi nel testo che segue un passivo agentivo. 4. Valori sintattico-informativi dell’agente di una frase passiva 4.1 L’agente come fuoco informativo dell’enunciato 4.1.1 I motivi che inducono a pensare che, rispetto a (2), che si ripropone per comodità qui sotto, in cui viene codificato come sintagma nominale soggetto, il referente testuale Giovanni in (4): (2) Giovanni ha arrestato il ladro. (4) Il ladro è stato arrestato da Giovanni. coincida con il fuoco dell’enunciato sono vari. Vi è innanzitutto una motivazione di ordine sintattico-informativo, che riguarda l’ordine dei costituenti e il loro rispettivo grado di dinamismo comunicativo (per dirla con i termini introdotti da Firbas, cf. per esempio Firbas 1992): prima di tutto, rispetto a (2), in (4) l’agente 41 Anna-Maria De Cesare 42 occupa la posizione finale di frase (di «End-Focus», secondo la terminologia proposta da Quirk et al. 1985), una posizione alla quale si associa tipicamente il massimo grado di dinamismo informativo. A questa, si affianca poi una motivazione di ordine informativo-testuale: in (4) il referente Giovanni si realizza nell’unità testuale principale dell’enunciato, ovvero nell’unità di nucleo informativo, secondo la modellizzazione seguente: (4i) / / Il ladro è stato arrestato da Giovanni./ / Nucleo Il nucleo informativo dell’enunciato si definisce globalmente (seguendo Ferrari 2005) come unità testuale necessaria e sufficiente dell’enunciato; la sua funzione sta nel definire l’atto illocutivo (di asserzione, domanda ecc.) e l’atto di composizione testuale (di motivazione, consecuzione, esemplificazione ecc.) globalmente effettuati dall’enunciato in cui compare. Così, sulla base di un esempio contestualizzato di passivo agentivo, realizzato nel primo enunciato del secondo capoverso di (20), il nucleo informativo, saturato dalla frase passiva le proposizioni vengono veicolate formalmente da frasi, sta in un rapporto di aggiunta-specificazione con ciò che viene espresso nel cotesto precedente; si noti poi che in questo esempio il nucleo informativo viene arricchito da altre unità testuali, che contengono materiale linguistico situato sullo sfondo dell’enunciato (cf. il contenuto che apre l’enunciato (A loro volta), quello veicolato dalle due relative appositive e la parte posta in inciso, tra parentesi tonde): (20) 3.1. Concetti e stati di cose Semplificando, e in un’ottica da prima puramente linguistica, le «cose che vengono dette» sono di due tipi: esse sono o «concetti» o «stati di cose espressi linguisticamente», cioè, più precisamente, «descrizioni linguistiche di stati di cose pensabili» - «proposizioni» insomma, come anche diremo. Concetti e proposizioni, quindi. I concetti, espressi lessicalmente da sostantivi . . . / / A loro volta,/ le proposizioni,/ che descrivono come si è detto stati di cose più o meno complessi (del mondo fisico, o dei pensieri, o delle sensazioni, e in particolare atteggiamenti mentali di chi scrive nei confronti di altro, come Io non sono d’accordo, A me non piace, ecc.),/ vengono veicolate formalmente da frasi,/ Nucleo che sono dal punto di vista semantico predicazioni applicate a concetti/ ./ / 13 (Lisulb_Sag_Ling) Nel passivo agentivo, l’agente espresso sotto forma di CP (in (4i) Giovanni, in (20) da frasi) viene così a coincidere con l’ultimo costituente dell’unità principale dell’enunciato, ovvero con l’ultimo costituente del primo piano (quello più dinamico) dell’enunciato. 4.1.2 Ora, dato che l’agente della frase passiva si definisce sintatticamente come elemento extranucleare e dato anche che occupa l’ultima posizione del nucleo informativo dell’enunciato, ci si può chiedere se queste proprietà portano a fare 13 Segundo una prassi ormai largamente in uso, la doppia sbarra indica un confine die enunciato e la sbarra semplice un confine inferiore, di unità informativa (cf. Ferrari 2005). Le funzioni del passivo agentivo 43 dell’agente un fuoco ristretto, vale a dire un fuoco che si estende al solo CP della frase passiva (cf. per esempio Janz/ Zancanaro Rubath 1991: 187). Il «test della domanda», che viene tradizionalmente impiegato per determinare l’estensione e la posizione del fuoco all’interno di una struttura frasale, ci permette subito di rispondere che le cose non stanno così; infatti, a seconda del contesto, nella fattispecie della domanda formulata nel cotesto precedente, una stessa frase passiva (qui (4)) può associarsi a strutture informative che presentano fuochi informativi diversi: così mentre il fuoco di (4a) coincide con il solo agente, in (4b) il fuoco copre il verbo e il CP agentivo e in (4c) si estende a tutto il contenuto della frase passiva: (4) Il ladro è stato arrestato da Giovanni. (4a) A: Da chi è stato arrestato il ladro? B: Il ladro è stato arrestato {da Giovanni} Fuoco (4b) A: Cos’è successo al ladro? B: Il ladro {è stato arrestato da Giovanni} Fuoco (4c) A: Cos’è successo? B: {Il ladro è stato arrestato da Giovanni} Fuoco Le coppie domanda-risposta date in (4d) e (4e) ci indicano inoltre che il fuoco di (4) deve necessariamente includere il CP agentivo finale (in un contesto in cui le risposte di B sono pronunciate senza soluzione di continuità intonativa): (4d) A: Chi è stato arrestato da Giovanni? B: *{Il ladro} Fuoco è stato arrestato da Giovanni (4e) A: Cosa è stato fatto da Giovanni? B: *{Il ladro è stato arrestato} Fuoco da Giovanni Dai dati precedenti si conclude che il passivo agentivo non corrisponde a una struttura sintattica che codifica linguisticamente il fuoco informativo dell’enunciato (come è invece il caso della frase pseudoscissa, di cui un esempio è Ad aver arrestato il ladro è stato Giovanni, per cui cf. De Cesare 2005). In altri termini, al pari della corrispondente frase SVO con diatesi attiva (Giovanni ha arrestato il ladro), la struttura focale del passivo agentivo è sottospecificata e tributaria del coe contesto enunciativo 14 . 4.1.3 Va ancora notato che la struttura informativa associata alla frase passiva data in (4), che riportiamo sotto (4i): (4) Il ladro è stato arrestato da Giovanni. (4i) / / Il ladro è stato arrestato da Giovanni./ / Nucleo 14 Si noti però che tra frase attiva e frase passiva non marcata vi è comunque una differenza fondamentale: nella frase attiva non marcata l’agente è sempre esterno al fuoco (salvo nell’interpretazione presentativa); nella passiva, invece, è sempre interno. Anna-Maria De Cesare 44 non è l’unica possibile. La struttura passiva del punto (4) potrebbe anche realizzarsi in due unità informative distinte, secondo lo schema «nucleo/ appendice», cioè secondo un andamento informativo in cui il contenuto del nucleo dell’enunciato è seguito, e integrato, da un’unità informativa che contiene del materiale collocato sullo sfondo dell’enunciato: (4ii) / / Il ladro è stato arrestato/ Nucleo da Giovanni/ Appendice ./ / La struttura informativa associata alla frase passiva data in (4ii) si realizza per esempio quando la semantica del verbo arrestare entra in contrasto con quella di un altro verbo, come uccidere in (21) (il maiuscoletto indica appunto enfasi contrastiva sul verbo); in questo caso, si noterà, il fuoco dell’enunciato è portato dal solo participio passato arrestato 15 : (21) A: Il ladro è stato ucciso da Giovanni B: No / / Il ladro è stato {arrestato} Fuoco / Nucleo da Giovanni/ Appendice / / Ora, anche se teoricamente possibile, è interessante notare che nel nostro corpus di frasi passive scritte la struttura informativa data al punto (4ii) non è rappresentata. Tale assenza si spiega sicuramente con il fatto che la realizzazione del passivo agentivo secondo le modalità spiegate per rendere conto dell’esempio (21) si fonda su un contesto linguistico fortemente refutativo, molto più tipico del parlato che dello scritto. 4.2 Altri valori informativi dell’agente In termini informativi, il CP agentivo non coincide necessariamente con l’apice del nucleo informativo dell’enunciato: all’interno del primo piano dell’enunciato, esso può anche associarsi a un dinamismo comunicativo più basso. Inoltre, esso può saturare spazi testuali che si situano sullo sfondo del primo piano dell’enunciato. 4.2.1 Quando l’agente di una frase passiva è seguito da uno o più costituenti frasali (argomenti interni del verbo e/ o elementi circostanziali), e quando l’ordine dell’agente e dei costituenti che seguono non è dettato da ragioni di peso fono-sintattico, il sintagma che porta il massimo grado di dinamismo comunicativo non è il CP agentivo ma il costituente che chiude il nucleo informativo. Per accertarsene 15 Sulla base di quanto afferma Cresti 2002, si potrebbe anche pensare che questo esempio si realizzi in un’unica unità intonativo-informativa, secondo lo schema / / Il ladro è stato {arrestato} Fuoco da Giovanni/ / Nucleo . In questa interpretazione, l’agente sarebbe dunque da valutare come «una coda tonale del nucleo precedente, come parte opzionale . . . di una stessa unità tonale, con la formazione di un pattern semplice composto solo da un’unità root». Le funzioni del passivo agentivo 45 basta considerare i due esempi seguenti, dove il fuoco dell’unità testuale principale (del nucleo) coincide rispettivamente con i sintagmi «nel De Nobilitate Legum ac Medicine di Coluccio Salutati» e «tre principali aree sintomatologiche» e non con l’agente da John Lennard e dal DSM-IV e dall’ICD-10: (22) Nella puntuazione greca e latina, infatti, non è identificabile alcun simbolo corrispondente alla parentesi tonda dell’ortografia contemporanea./ / La prima attestazione della nota di parentesi,/ sebbene non sia ancora di forma semicircolare,/ è individuata da John Lennard (1991) {nel De Nobilitate Legum ac Medicine di Coluccio Salutati} Fuoco ,/ Nucleo edito nel 1399./ / (Lisulb_Sag_Ling) (23) Introduzione / / L’autismo viene definito dal DSM-IV e dall’ICD-10 16 attraverso il ricorso a {tre principali aree sintomatologiche} Fuoco : / / Nucleo compromissione nell’interazione sociale; compromissione nella comunicazione; presenza di comportamenti ripetitivi e stereotipati (APA, 1994). (Italian Journal of Pediatrics, 27, 2001, p. 243) In (22) e (23) non è quindi possibile invertire l’ordine dei costituenti postverbali senza sconvolgere anche la struttura informativa, in particolare la posizione del fuoco dell’enunciato; in posizione finale il CP agentivo torna a diventare il costituente con il massimo grado di dinamismo comunicativo del nucleo dell’enunciato: (24) Nella puntuazione greca e latina, infatti, non è identificabile alcun simbolo corrispondente alla parentesi tonda dell’ortografia contemporanea./ / La prima attestazione della nota di parentesi,/ sebbene non sia ancora di forma semicircolare,/ è individuata nel De Nobilitate Legum ac Medicine di Coluccio Salutati,/ edito nel 1399,/ {da John Lennard} Fuoco (1991)./ / Nucleo (25) Introduzione / / L’autismo viene definito attraverso il ricorso a tre principali aree sintomatologiche {dal DSM-IV e dall’ICD-10} Fuoco : / / Nucleo Come mostrano le versioni manipolate date ai punti (24) e (25), lo sconvolgimento dei valori sintattico-informativi dei costituenti può poi provocare delle incongruenze sia a livello informativo che di costruzione del testo: in (24) si crea uno scarto tra l’informazione che dovrebbe portare il fuoco dell’enunciato, vale a dire il testo dove si incontra la prima attestazione della parentesi (il «De Nobilitate Legum ac Medicine di Coluccio Salutati»), e il costituente effettivamente dotato di maggiore dinamismo informativo, cioè da John Lennard, che coincide con la persona che ha individuato (nel 1991) la prima attestazione della parentesi. Difficile può anche essere, a livello testuale, la concatenazione dell’enunciato che contiene il passivo agentivo con il testo successivo: è questo il motivo che spiega la difficile 16 Si tratta qui di due abbreviazioni: DSM-IV = Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Milano, Masson 1996; ICD-10 = Decima revisione della classificazione internazionale delle sindromi e dei disturbi psichici e comportamentali, Milano, Masson 1994. Anna-Maria De Cesare 46 accettabilità di (26), dove l’elenco del secondo enunciato non si realizza più a contatto con il costituente che specifica (a tre principali aree sintomatologiche): (26) Introduzione / / ? ? ? L’autismo viene definito attraverso il ricorso a tre principali aree sintomatologiche {dal DSM-IV e dall’ICD-10} Fuoco : / / Nucleo compromissione nell’interazione sociale; compromissione nella comunicazione; presenza di comportamenti ripetitivi e stereotipati (APA, 1994). 4.2.2 L’agente di una frase passiva può anche occupare da solo una unità testuale che si situa sullo sfondo del contenuto informativo posto al primo piano dell’enunciato. Si veda l’esempio (27), e in modo forse ancora più trasparente (28), dove il CP agentivo si colloca prima del predicato verbale e satura una unità informativa di quadro, l’unità definita «da una relazione di precedenza lineare rispetto al nucleo», volta a «riesplicitare o introdurre ex novo il campo semantico-concettuale in cui si pertinentizzano e si definiscono i valori denotativo, illocutivo e/ o testuale dell’informazione nucleare» (Ferrari 2005: 33): (27) Il X Convegno della API si concluderà in serata./ / Dai congressisti/ Quadro(? ) sono stati particolarmente trattati i problemi economici e finanziari del momento/ Nucleo ./ / (da Bazzanella 1991a: 377 sulla base di Siewierska 1984: 226) (28) La Pivano non è una colf Qual è il compito della politica? Nel lontano ‘46, parlando a New York, Albert Camus diede una risposta fulminante. La politica, disse, deve tenerci in ordine la cucina. Al resto - al bene, al bello, al vero: alle cose per cui vale la pena di vivere - provvediamo noi, e anche personalmente. Torna in mente, quest’opinione d’un premio Nobel che non mancò d’engagement, a proposito d’una notizia recente./ / Da un gruppo di intellettuali,/ Quadro uomini e donne di spettacolo e personaggi vari,/ Appendice riuniti a Roma per festeggiarla,/ Appendice è stato proposto che Fernanda Pivano sia nominata senatore a vita/ Nucleo . I motivi, evidenti, stanno in una lunga, intensa opera al servizio della cultura, della sensibilità, dell’intelligenza. (Lisulb_Gio_S24H_contr). Il brano seguente comporta un caso molto simile: in (29) il contenuto da parte degli allievi (agente della forma verbale ad essere intesi) satura però un’unità informativa di appendice; in questo esempio, l’agente espresso viene così ad arricchire, precisare il contenuto che occupa il primo piano informativo dell’enunciato (ovvero: Osserverei subito che i fattori di visibilità del multiculturalismo elencati nel primo paragrafo si prestano facilmente ad essere intesi come processi d’incremento dello stesso multiculturalismo): (29) / / Osserverei subito che i fattori di visibilità del multiculturalismo elencati nel primo paragrafo si prestano facilmente,/ da parte degli allievi,/ Appendice ad essere intesi come processi d’incremento dello stesso multiculturalismo,/ Nucleo di maniera che la risposta alla prima domanda del secondo paragrafo, bell’e pronta, abbisogna solo di qualche espansione, verbale più che concettuale./ / (Lisulb_Sag_Ling) Le funzioni del passivo agentivo 47 Si veda infine l’esempio (30), dove l’agente Baldacci occupa una posizione postverbale e satura un’unità testuale di inciso; si noti che in questo caso l’agente viene realizzato senza la preposizione da, che caratteristicamente lo introduce, il che sembra provocare un ulteriore smussamento del rilievo testuale che spetta normalmente al referente evocato dall’agente di un passivo agentivo 17 : (30) È stato rilevato giustamente (Baldacci) che se Tozzi, scomparso prematuramente prima dei quarant’anni, avesse avuto tempo di lavorare ad altri romanzi come in parte fece lasciandone uno completo ma in forma non definitiva (Gli egoisti), forse si sarebbe adeguato del tutto alla parabola disegnata per lui dal suo illustre ma un po’ tirannico protettore, Giuseppe Antonio Borgese, finendo con il fornirci alla fine ottimi romanzi veristi di maniera. (C. Martignoni, in Lavezzi et al. 1992: Testi nella storia. La letteratura italiana dalle Origini al Novecento, vol. 4, Il Novecento, p. 329) 4.3 L’agente come fuoco o sfondo: dati quantitativi Su 100 occorrenze di frasi passive, tratte da testi scritti, che realizzano l’agente, 88 di esse si trovano interamente nell’unità informativa principale dell’enunciato, il nucleo. All’interno del nucleo, poi, l’agente occupa di solito la posizione finale (67 % dei casi), ma può anche - come abbiamo visto sulla base degli esempi (22)- (23) - occupare una posizione interna integrata (21 %). Va ancora notato che nei 12 casi rimanenti, l’agente occupa da solo (cf. esempi 27-30), oppure insieme al resto della frase passiva, un’unità informativa di secondo piano. I dati del Grafico 1 visualizzano i risultati della nostra analisi corpus driven: 17 Ancora più sullo sfondo del testo è il complemento di agente specificato in nota: è il caso nel brano seguente: «Dal punto di vista informativo, il paratesto nel suo complesso ha la funzione fondamentale di contenere gli elementi essenziali dell’articolo, non tanto . . ., quanto piuttosto nel sopratitolo o nel sottotitolo e . . . nel vario corredo esterno al pezzo, a costituire quella che è stata definita la dispozione a stella 15 dei contenuti informativi» (da Bonomi 2003: 139). Nella nota 15 si specifica poi appunto chi è l’autore dell’espressione disposizione a stella: «Cf. Dardano (1994).» Nucleare (non finale), 21% Non nucleare, 12% Nucleare (finale), 67% Grafico 1: Posizione e valore informativo dell’agente di una frase passiva all’interno dell’enunciato Anna-Maria De Cesare 48 Da questi dati si ricava dunque che la posizione e il valore informativo dell’agente di una frase passiva (almeno nello scritto e nelle tipologie testuali considerate) sono abbastanza omogenei: in linea con quello che è stato proposto (cf. §3.2.), l’agente coincide con l’ultimo costituente del nucleo, ovvero con il sintagma più informativo del primo piano dell’enunciato.Al tempo stesso, i risultati del Grafico 1 mostrano però anche che non per forza l’agente è focale all’interno della frase passiva. Va comunque notato che i risultati ottenuti possono essere influenzati anche dalla struttura informativa degli enunciati che compongono i diversi tipi di testo che fondano il nostro corpus: nella Costituzione italiana e nei testi scientifici, in particolare nella rivista Italian Journal of Pediatrics, gli enunciati tendono a codificare il solo nucleo informativo. 5. Sfruttamenti semantico-pragmatici dell’agente di una frase passiva Veniamo ora ai possibili modi di sfruttare l’agente in una frase passiva. Come abbiamo accennato, nella letteratura sull’argomento si ritiene che l’agente venga tipicamente usato per porre a topic un nuovo referente nel testo successivo; infatti: Ciò che motiva il passivo senza cancellazione dell’agente è il fatto che entrambi i costituenti, sia l’oggetto focalizzato che l’agente demosso, nelle loro posizioni [cioè rispettivamente in posizione iniziale e in posizione finale del costrutto passivo] servono come meccanismi di coesione, l’uno rispetto al testo precedente, l’altro a quello seguente. (Bazzanella 1991: 378; il grassetto è mio). La coesione anaforica costruita dalla continuità di topic (presente nella maggioranza delle occorrenze del passivo) può essere accompagnata anche dalla coesione cataforica costruita in base all’agente demosso, che diventa successivamente topic. (Bazzanella 1994: 138; il grassetto è nostro) In ciò che segue, guardando in primis ai casi in cui l’agente della frase passiva occupa la posizione finale del nucleo informativo dell’enunciato, si vuole verificare e approfondire le affermazioni di Bazzanella identificando da un lato gli spazi testuali in cui avviene la messa a topic del referente evocato dal CP agentivo e d’altro lato la frequenza dei vari movimenti testuali; alla luce dei dati raccolti, si potrà poi determinare quanto sia tipico nell’impiego del passivo agentivo il movimento testuale di «topicalizzazione». 5.1 Tipi di prosecuzione del testo dopo il passivo agentivo 5.1.1 Il referente convocato dall’agente di una frase passiva può essere ripreso con la funzione di topic in una unità informativa che appartiene allo stesso enunciato in cui compare il passivo agentivo; i due brani seguenti mostrano che l’unità Le funzioni del passivo agentivo 49 informativa in cui avviene il movimento di «topicalizzazione» (di «messa a topic») dell’agente può seguire immediatamente o meno quella che ospita la frase passiva (da notare che negli esempi dati abbiamo rilevato con il corsivo l’elemento che riprende anaforicamente il referente dell’agente): (31) Sperava che già fosse riuscito a fuggire inosservato . . . l’avvertirono che era stato visto dagli Austriaci, i quali Topic gli tiravano addosso dalla sommità dell’altura (De Amicis 1972, in Cresti 1999: 168) (32) Il 5 luglio del 1984 fu scoperto in una cassa all’aeroporto di Stansead [sic] un ex ministro nigeriano, Umara Dikko, ricercato dal nuovo governo di Lagos per corruzione; era stato drogato da due israeliani, uno dei quali un anestesista (oggi entrambi in carcere), i quali Topic contavano di accompagnarlo in Nigeria. (Espresso, in Bazzanella 1991a: 378). Il referente testuale evocato dall’agente di una frase passiva può anche essere ripreso e messo a topic in un enunciato seguente la comparsa della struttura passiva; si vedano (33) e (34): (33) / / Ho scoperto che il libro è stato scritto proprio da Michela./ / [ø = Michela] Topic Ha fatto davvero un gran lavoro! / / (Ferrari/ Zampese 2000: 100). (34) Pavarotti e la sua collega hanno lavorato direttamente sui manoscritti pucciniani, accertando l’autentica scrittura musicale e persino l’originaria stesura del libretto. Perciò sono intervenuti sulla partitura e, nello stesso tempo, sul testo. Era giocoforza modificare qualcosa, poiché all’esigenza filologica di autenticità si univa quella di attualizzare l’opera pucciniana: occorre spazzare via, con tutto il rispetto per il Maestro, ciò che è ormai obsoleto. Un esempio: l’aria «Nessun dorma» poneva difficoltà di passaggio tonale a «tramontate stelle», poiché Puccini, sempre con tutto il rispetto, aveva trovato una modulazione armonica un po’ debole./ / Una soluzione eccellente è stata trovata da Ian Gillian dei Deep Purple,/ la cui competenza in polifonia e contrappunto è indubbia: / / all’approssimarsi di quel passaggio [ø = Ian Gillian] Topic ha emesso «deliziosamente» suoni paragonabili a una «baruffa tra felini»: / / una soluzione audace, di quelle capaci di svecchiare la routine operistica, e, ci sembra, più vicina agli intendimenti di Puccini di quanto non si pensi, e forse la fusione di «nessun dorma» e del corale polifonico «Pazza idea» di Patty Pravo migliorerebbe ulteriormente l’effetto. (Lisulb_S24H_Contr) 5.1.2 Il referente evocato dall’agente di una frase passiva può anche non essere ripreso nel testo successivo. In alcuni casi l’assenza di ripresa è semplicemente dovuta al fatto che il testo si conclude dopo l’enunciato che codifica la struttura passiva. Ma lo stesso fenomeno si verifica nei casi in cui il testo non si chiude con l’enunciato che ospita il passivo agentivo; è così per esempio in (35), dove il referente una interazione complessa di fattori linguistici, contestuali, cognitivi, culturali ecc. non viene ripreso negli enunciati successivi; il topic dell’enunciato che segue la frase passiva coincide invece con il soggetto sottinteso la coerenza di un testo, soggetto che era del resto già topic dei due enunciati precedenti (incluso quello che codifica il passivo agentivo): Anna-Maria De Cesare 50 (35) / / Il testo è un’unità linguistica di natura diversa rispetto alla frase, è un intrecciarsi di significati espliciti e impliciti; / / e la sua coerenza Topic non può essere definita come cumulo di proprietà linguistiche (cf. ad esempio Conte 1999)./ / La coerenza di un testo Topic è data da una interazione complessa di fattori linguistici, contestuali, cognitivi, culturali ecc.; / / e in realtà, più che una proprietà a parte obiecti, [ø = la coerenza di un testo Topic ] è una proprietà a parte subiecti: un presupposto col quale il lettore si avvicina al testo e che vale nel contempo come principio di guida interpretativa. (Lisulb_Sag_Ling) 5.1.3 A questo punto, per rendersi conto della frequenza con cui avviene la «topicalizzazione» dell’agente di una frase passiva nel testo successivo, è utile integrare il nostro discorso con alcuni dati quantitativi. Lo spoglio di 100 passivi agentivi ci indica che la ripresa successiva sotto forma di topic dell’agente della frase passiva è abbastanza marginale. Più precisamente, si verifica il dato seguente: su 67 occorrenze di CP agentivi che si collocano alla fine del nucleo informativo dell’enunciato, ve ne sono 50 (ovvero il 75 % dei casi) che non sono affatto ripresi nel testo successivo 18 ; il Grafico 2 integra ulteriormente questo dato. Da questo Grafico si ricava in particolare che, quando avviene, la ripresa sotto forma di topic del referente convocato dal CP agentivo si attua in primis nell’ambito dello stesso enunciato (cf. del resto l’esempio proposto dalla stessa Bazzanella 1991a: 378 (32)). Si tratta dunque di una ripresa «locale», in quanto avviene in uno spazio testuale circoscritto, che non supera generalmente il confine di enunciato. 18 Risultati analoghi, ma ancora più polarizzati, si trovano in Cresti 1999: 168: secondo i suoi dati la funzione di coesione a destra del complemento di agente si verifica solo nel 2 % dei testi di saggistica, 1 % dei testi di narrativa e in nessun caso nel suo corpus di testi orali. Grafico 2: L’agente di una frase passiva nella prosecuzione del testo (su 67 occ.) Ripresa in enunciato seguente (6 occ.), 9% Ripresa in unità informativa seguente (11 occ.), 16% Assenza di ripresa (50 occ.), 75% Questi dati indicano dunque globalmente che non si può considerare il movimento di messa a topic del referente evocato dall’agente come tipico dell’espressione del CP agentivo alla fine del nucleo informativo dell’enunciato. La sua messa a topic nel testo successivo è in realtà solo un corollario della struttura sintattica proiettata dall’intera frase passiva. Più precisamente, se vi sono casi di ripresa, sotto forma di topic, del referente convocato dal CP agentivo, e quindi - come osser- Le funzioni del passivo agentivo 51 va Carla Bazzanella - se l’agente permette di creare coesione con il testo successivo, ciò non dipende tanto dal fatto che l’agente sia demosso quanto dalla posizione che il referente di tale sintagma occupa all’interno della costruzione passiva e all’interno dell’enunciato: collocato alla fine del primo piano informativo (cf. §4.1.), il referente del CP agentivo si presenta come un buon (perché più semplice) candidato alla ripresa successiva con funzione di topic. E ciò, come è noto, in modo del tutto identico alla ripresa e messa a topic, in un enunciato seguente o solo in una unità informativa successiva, di un costituente che chiude una costruzione con diatesi attiva del verbo (sintagma nominale che funge da oggetto; sintagma preposizionale con il ruolo di complemento oggetto indiretto ecc.); per un esempio, si veda la progressione topicale degli enunciati 3 e 4 del brano (36), in cui l’oggetto l’interattività della frase canonica (SVO) con diatesi attiva gli utenti di Internet preferiscono generalmente l’interattività diventa appunto il topic dell’enunciato seguente (come sappiamo, la ripresa può essere effettuata anche mediante forme linguistiche più esili: pronome o soggetto sottinteso): (36) A distanza di pochi mesi la previsione di Wired si è però dimostrata sbagliata o comunque molto avventata. Per almeno due buone ragioni: / / innanzitutto gli utenti di Internet, a differenza del pubblico televisivo, preferiscono generalmente l’interattività./ / Enunciato 3 L’interattività Topic , sembra infatti essere la modalità ineliminabile degli internauti per partecipare alla vita della rete: / / Enunciato 4 posta elettronica, newsgroup, servizi chat e molte ricerche di informazioni richiederanno sempre una modalità interattiva. (Lisulb_Gio_Corr; corsivo nostro). Detto questo, dobbiamo ritornare sulla domanda posta nel titolo del §3.2. e chiederci di nuovo quali sono i motivi per cui esiste una struttura sintattica come il passivo agentivo. 6. Le ragioni del passivo agentivo 6.1 Perché l’agente viene espresso? Alla luce degli esempi di struttura passiva visti finora, come di quelli contenuti nel nostro corpus, ci sembra di poter dire che ciò che motiva l’espressione dell’agente non si spiega in termini di salienza pragmatico-testuale ma di salienza semanticodenotativa: l’agente individua infatti un referente denotativamente importante nella descrizione dello stato di cose evocato. Lo mostra ancora una volta l’esempio supplementare dato al punto (37), nel quale non vi è nessuna ripresa del referente convocato dall’agente (dalle forze dell’ordine e dai volontari) nel testo successivo. Questa spiegazione è in linea con il fatto che negli esempi come (37), il CP agentivo non è dotato di una salienza informativa particolarmente marcata, cioè non porta da solo il fuoco di frase: in (37) il contesto precedente l’enunciato che codifica la frase passiva porterebbe a interpretare come focale (almeno) il predi- Anna-Maria De Cesare 52 cato verbale e gli argomenti ad esso associati, cioè è tenuta giorno e notte sotto controllo dalle forze dell’ordine e dai volontari. (37) L’annuncio ufficiale della scoperta è stato dato nei giorni scorsi. A luglio dovrebbero cominciare gli scavi preliminari. Mancano ancora il benestare della Sovrintendenza archeologica e soprattutto i finanziamenti. Sembra però che ci sia qualche sponsor disposto ad accollarsi la spesa di 20 milioni per le due settimane di scavo./ / Intanto la zona è tenuta giorno e notte sotto controllo dalle forze dell’ordine e dai volontari./ / Ma Cornate riserva anche altre importanti sorprese archeologiche. La scorsa settimana, infatti, il professor Brogiolo ha svelato interessanti novità sulla chiesa della Madonna della Rocchetta, un monasterium fatto costruire secondo la tradizione nel 1389. Lo studioso ha trovato in realtà materiale e ceramiche del V-VI secolo: il nucleo originario potrebbe risalire perciò all’epoca tardo-antica. [fine testo] (Lisulb_Corr). Ora, va da sé che la salienza semantico-denotativa associata all’agente non si spiega con un unico fattore: piuttosto, essa è motivata da criteri diversi, che variano da occorrenza a occorrenza. La salienza denotativa associata all’agente può per esempio essere legata al fatto che il CP agentivo introduce nel testo un nuovo referente. In un testo i cui enunciati codificano (o tendono a codificare) delle costruzioni passive prive di agente (perché la sua referenza è ovvia oppure perché esso è già stato menzionato prima), l’espressione del CP agentivo può avere la funzione di introdurre una variatio di agente; è così nel brano (38), nel quale abbiamo evidenziato la comparsa delle forme passive con il corsivo (si noti che sono tutti passivi che presentano il soggetto in posizione postverbale), in cui nei primi enunciati del capoverso l’agente è sottinteso e coincide con gli autori del testo, mentre nel terzultimo enunciato l’agente è espresso e viene a corrispondere con il nuovo referente i genitori: (38) / / Per la valutazione della postura linguo-labiale in ogni singolo paziente erano considerati il tono muscolare delle labbra (ipotonia, ipertonia), l’atteggiamento posturale (procheilia, retrocheilia) ed il contatto labiale (labbra combacianti o non combacianti)./ / Nella postura linguale erano considerati il tono della lingua ed il suo atteggiamento./ / La lingua assume una postura corretta quando si appoggia sulle rughe palatine, favorendo la respirazione nasale./ / Veniva valutata la deglutizione, definita atipica in caso di postura scorretta della lingua durante l’atto deglutitorio, cioè la lingua non si pone sulle rughe palatine, bensì contro gli incisivi superiori, contro gli incisivi inferiori o si interpone tra le arcate dentarie./ / Al termine della I e della II valutazione veniva compilato dai genitori un questionario formulato dalla terapista./ / Il questionario conteneva 12 domande riguardanti la respirazione diurna e notturna. Tale questionario rappresentava in alcune domande una ripetizione di quello compilato presso l’ambulatorio del sonno, ma aveva il significato di verificare la validità di ciascuno dei dati. (M. P. Villa et al., Italian Journal of Pediatrics, 2001, 27, p. 231) Il referente convocato dall’agente può essere denotativamente importante anche perché coincide con un elemento saliente all’interno di un passo descrittivo. Nel testo che segue, per esempio, il referente evocato dal CP agentivo, vale a dire i metalli accumulati in una fonderia databile intorno al V o VI secolo, rappresenta un Le funzioni del passivo agentivo 53 indizio cruciale nell’indagine condotta da Mario Parma, alla ricerca di prove che la cittadina Cornate D’Adda celi resti di un passato glorioso; del resto un sintomo della centralità del referente convocato dall’agente è il fatto che esso viene ripreso nel testo successivo (nel capoverso che segue). (39) CORNATE D’ADDA - Da solo ha scoperto un insediamento romano del VI secolo dopo Cristo. Ezio Parma, caparbio imprenditore innamorato della sua Cornate, era convinto da anni che la sua terra celasse reperti di un passato antico e glorioso. Ma bisognava dimostrarlo. Lo scorso anno ha preso la grande decisione: con l’appoggio del sindaco Mario Parma è andato a bussare alle porte di archeologi e studiosi di fama e si è fatto spiegare cosa fare. La strada era una sola: servivano rilievi aerei per mostrare anomalie nel terreno, indizio probabile di reperti nascosti sotto terra. Detto, fatto: Parma ha sorvolato la zona con l’aereo di un amico pilota e i risultati non hanno tardato ad arrivare. Vicino a Villa Paradiso, una località non distante dal paese, ha individuato una grande fascia di terreno di colore rossobruno. Chiamato sul posto, il professor Francesco Brogiolo, docente di Archeologia medioevale all’università di Padova, ha confermato le speranze: la macchia è stata prodotta dai metalli accumulati in una fonderia databile intorno al V o VI secolo. Quasi sicuramente, a poche decine di centimetri dalla superficie, si celano i resti di una villa rustica tardo-romana. E il campo d’indagine, se gli scavi preliminari confermeranno le ipotesi, potrebbe farsi quanto mai interessante: è la prima volta infatti che si studiano complessi di questo tipo in Lombardia. Bisognerà scoprire da dove venivano i metalli, che strade seguissero, a chi fossero venduti. (Lisulb_Corr). 6.2 Perché l’agente viene espresso in posizione finale? Come abbiamo visto in precedenza, la posizione finale dell’agente nella struttura passiva non si spiega tanto in termini di focalizzazione di questo costituente (anche se esso fa parte del comment/ rema della struttura: ma per noi, comment e focus sono due concetti diversi). La ragione per cui tale costituente occupa una posizione finale nel costrutto è piuttosto da ascrivere a una combinazione di due altri fattori. Innanzitutto un fattore prettamente sintattico: il costituente con il ruolo di agente, demosso nella struttura frasale di base, viene ad occupare una posizione sintatticamente libera, che è appunto quella finale. Questo spostamento dipende a sua volta da un altro fattore, di ordine semantico-informativo: alla luce di quanto abbiamo esposto nel §3.1., il referente associato all’agente viene mosso dalla prima posizione della frase, e più precisamente «detopicalizzato», perché lo spazio riservato al costituente sintattico che funge da topic deve - per i motivi di coesione testuale di cui si è detto - essere occupato da un altro elemento. Tale elemento coincide generalmente con il costituente che nella corrispondente frase attiva svolge la funzione di oggetto-paziente.A questo va tuttavia ancora aggiunto che la funzione di topic può anche non essere ascritta a nessun altro elemento sintattico. In questo caso abbiamo a che fare con strutture presentative impalcate su una frase passiva. Anna-Maria De Cesare 54 La spiegazione, appena tracciata, della posizione dell’agente nella frase passiva può essere facilmente comprovata da una minima manipolazione di esempi di frasi passive, spostando l’agente dall’ultima alla prima posizione sintattica del costrutto. Come illustra la nuova versione di (39): (39 ) . . . La strada era una sola: servivano rilievi aerei per mostrare anomalie nel terreno, indizio probabile di reperti nascosti sotto terra. Detto, fatto: Parma ha sorvolato la zona con l’aereo di un amico pilota e i risultati non hanno tardato ad arrivare. Vicino a Villa Paradiso, una località non distante dal paese, ha individuato una grande fascia di terreno di colore rossobruno. Chiamato sul posto, il professor Francesco Brogiolo, docente di Archeologia medioevale all’università di Padova, ha confermato le speranze: i metalli accumulati in una fonderia databile intorno al V o VI secolo hanno prodotto la macchia. Quasi sicuramente, a poche decine di centimetri dalla superficie, si celano i resti di una villa rustica tardo-romana. in questo caso l’agente i metalli accumulati in una fonderia databile intorno al V o VI secolo viene necessariamente a coincidere con il soggetto/ topic della struttura frasale, il che crea un testo incoerente dal punto di vista della progressione tematica perché dà per presupposto il referente di un costituente sintattico di cui ancora non si è parlato. 6.3 Il passivo agentivo. Tra sintassi, semantica e testualità Per illustrare le varie ragioni che motivano l’impiego del passivo agentivo si veda, come caso esemplare, il testo proposto al punto (40), che riproduce l’Articolo 36 della Costituzione italiana (l’Articolo fa parte della sezione che regola i Rapporti economici). Di questo testo ci interessa in particolare il secondo comma, che presenta appunto un passivo agentivo: (40) Articolo 36 Il lavoratore Topic ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa Topic è stabilita dalla legge. Il lavoratore Topic ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi. (Lisulb_Iur_Cost_It; corsivo mio) Ora, se l’espressione dell’agente dalla legge si spiega facilmente con il fatto che tale sintagma codifica un elemento denotativamente importante nello stato di cose che si sta evocando (si noti che in questo esempio la sua cancellazione non sembra neanche possibile), l’espressione dell’agente in posizione finale di frase si spiega in modo più sottile, alla luce di un confronto con la versione manipolata data al punto (41); si tratta di una versione del tutto accettabile e di primo acchito interscambiabile con (40), nella quale il secondo comma presenta il referente la legge come soggetto/ Topic di una frase con diatesi attiva: Le funzioni del passivo agentivo 55 (41) Articolo 36 Il lavoratore Topic ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La legge Topic stabilisce la durata massima della giornata lavorativa. Il lavoratore Topic ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi. Tra (40) e (41) c’è tuttavia una differenza importante: il testo del punto (41) non presenta la forte coesione che si innesca a partire dalla continuità topicale (la Topic continuity nei termini di Givòn 1983) delle tre parti dell’Articolo originale: è solo nella versione con il passivo agentivo, quando cioè l’agente si sposta in posizione finale di frase (è demosso), che il testo presenta una connessione dei temi, legati al referente lavoratore. Ancora una volta, quindi, il movimento di messa a topic di un costituente diverso dall’agente è sfruttato a livello testuale per strutturare il discorso. Tale sfruttamento testuale è del resto tipico dei testi formali (legislativi, tecnico-scientifici), che tendono a mantenere ferma l’attenzione su uno stesso argomento, cioè a non presentare salti tematici. 7. Osservazioni conclusive I dati presentati in questo lavoro permettono innanzitutto di confermare e di spiegare in modo più approfondito il fatto che, come è stato rilevato da vari autori, l’agente sintatticamente realizzato di una frase passiva è dotato di una certa salienza. Tale salienza si spiega soprattutto a livello semantico-denotativo: l’agente di una frase passiva è un referente denotativamente importante, che si sceglie di esprimere. Dall’analisi presentata in questo lavoro emerge anche il dato significativo seguente: a differenza di ciò che si è detto, e che di primo acchito si potrebbe pensare, la salienza pragmatico-informativa associata all’agente di una frase passiva è contenuta, in quanto il CP agentivo non ricopre generalmente da solo la funzione di fuoco dell’enunciato o non la ricopre affatto (l’agente, come abbiamo visto, può anche presentarsi come informazione di sfondo). La salienza del referente evocato dal CP agentivo può dirsi contenuta anche a livello di costruzione del testo, e più precisamente a livello della sua organizzazione topicale. Dai nostri dati risulta infatti che la ripresa dell’agente sotto forma di topic è relativamente poco frequente: essa si verifica in 25 % dei casi. Inoltre, quando vi è ripresa, essa si verifica generalmente all’interno dello stesso enunciato che codifica la frase passiva (in un’unità informativa secondaria). Da tutto questo risulta dunque che l’agente di una frase passiva introduce nel discorso, in particolare nel capoverso in cui viene evocato, un referente testuale secondario. Il mantenimento a brevissimo raggio del referente evocato dall’agente si verifica peraltro anche quando esso viene ripreso in un enunciato successivo (cf. l’esempio (34), in cui il referente Ian Gillian dei Deep Purple viene evocato sotto forma di Anna-Maria De Cesare 56 CP agentivo, promosso a topic dell’enunciato seguente ma subito dopo abbandonato). La contenuta salienza testuale del referente convocato dall’agente di una frase passiva potrebbe spiegarsi con il fatto che il CP agentivo è associato a una salienza pragmatico-informativa anch’essa contenuta. Abbiamo visto, infatti, che nel passivo agentivo l’agente non viene generalmente associato a un fuoco «forte», ovvero a un fuoco ristretto al solo CP, ma che il fuoco di tale struttura sintattica include spesso (almeno) anche il verbo della frase. La salienza informativotestuale debole associata all’agente della frase passiva si distingue quindi nettamente dalla salienza che caratterizza il costituente «scisso» di varie strutture sintatticamente marcate, quali la frase scissa (per cui si veda Roggia 2006), la frase pseudoscissa (De Cesare 2005) e la frase presentativa (De Cesare 2006 e 2007). Dagli studi citati emerge in modo chiaro che tali strutture sintattiche si contraddistinguono per il fatto che, a livello informativo, creano (quasi) sempre un fuoco ristretto sul costituente scisso, e che a livello testuale, il referente evocato da questo costituente è importante, in quanto viene ripreso nel discorso successivo non tanto in una unità informativa che segue la codificazione di tali strutture quanto in uno o più enunciati seguenti, che possono anche appartenere a capoversi diversi. A livello teorico, l’ipotesi è dunque la seguente: esiste una correlazione forte tra il grado di salienza con il quale si presenta un dato costituente linguistico (la sua «salienza formale») e la sua salienza nel discorso (la sua «salienza informativotestuale»). Il secondo tipo di salienza può essere misurato, come abbiamo fatto in questo lavoro, a livello della organizzazione topicale del testo, in base alla continuità che un dato referente presenta all’interno del contenuto del discorso: un referente poco marcato a livello del sistema lingua (= fuoco debole, non marcato), quale è l’agente di un passivo agentivo, non vincola in modo particolare il testo successivo; viceversa, un fuoco molto marcato a livello del sistema lingua (= fuoco forte), quale si presenta il costituente «scisso» delle frasi marcate menzionate, vincola fortemente il testo successivo: come abbiamo avuto modo di verificare in vari studi precedenti, il referente evocato da un sintagma fortemente messo in rilievo tenderà a diventare un referente importante, che resta cioè attivo in un’ampia porzione di testo. Ritornando alla frase passiva, secondo Sansò 2003: 103 è il soggetto di tale struttura (soprattutto quando esso veicola un’informazione cognitivamente nuova) che vincola il discorso successivo 19 , cioè che mantiene la sua referenza nel testo. Sansò 19 Secondo Sansò, neanche la frase passiva che presenta il soggetto in posizione postverbale è usata per introdurre un nuovo Topic. La frase passiva VS svolgerebbe dunque una funzione prettamente eventiva. Questo dato, che va però ancora verificato, sarebbe molto significativo in quanto la frase VS con diatesi attiva può svolgere una funzione sia eventiva (Cosa è successo? È arrivata una lettera anonima) sia presentativa (Che cosa è arrivato? È arrivata una lettera anonima, con fuoco unicamente sul soggetto posposto). Le funzioni del passivo agentivo 57 illustra questa osservazione con l’esempio (42), che riproduce l’incipit di un articolo di giornale, in cui il soggetto della frase passiva una donna e il suo convivente di molti anni più giovane viene ripreso sotto forma di topic nei due enunciati che seguono: (42) Poco più di tre anni fa, a fine settembre, Macomer salì involontariamente alla ribalta per una vicenda di pedofilia e filmini a luci rosse che di recente ha avuto una prima definizione in tribunale. Una donna, quarantenne, e il suo convivente di molti anni più giovane, furono arrestati nel 1996 con l’accusa di atti sessuali nei confronti di minori. I due Topic , che si proclamarono sempre innocenti, rimasero in carcere per circa un anno, poi [ø = i due] Topic furono rimessi in libertà in attesa del processo. [ø = i due] Topic Rientrarono a Macomer dove vivono ancora insieme. (La Repubblica, 11. 12. 1999, in Sansò 2003: 103) Questo punto rimane comunque ancora da verificare e approfondire. Come rimane da approfondire il ruolo che gioca la frase passiva nell’organizzazione logicoargomentativa del testo: Sansò 2003 suggerisce ad esempio che, a differenza della frase passiva con soggetto postverbale, la frase passiva con ordine delle parole SVO ed espressione dell’agente serva a veicolare movimenti testuali nucleari, ovvero dominanti nell’architettura logica del testo; da approfondire rimane inoltre anche la correlazione che esiste tra l’impiego di una frase passiva e la sua comparsa in particolari tipologie testuali: certi autori, tra i quali Cresti 1999: 170, osservano che la costruzione passiva (con o senza espressione dell’agente) ricorre in parti narrative piuttosto che in brani descrittivi del testo. Losanna e Basilea Anna-Maria De Cesare Bibliografia Andorno, C. 2003: Linguistica testuale. 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