eJournals Vox Romanica 68/1

Vox Romanica
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0042-899X
2941-0916
Francke Verlag Tübingen
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2009
681 Kristol De Stefani

La progressione tematica rivisitata

121
2009
Angela  Ferrari
Anna-Maria  De Cesare
vox6810098
La progressione tematica rivisitata 1. Introduzione Questo contributo intende soffermarsi sul concetto di «progressione tematica» («thematic progression»), una nozione elaborata da František Daneš (cf. in particolare Daneš 1970, 1974) per definire un’importante conseguenza testuale, o macrosintattica, del fenomeno di ambito frasale noto come «prospettiva funzionale della frase», individuato e definito nell’ambito della Scuola di Praga a partire grosso modo dal 1930 1 . La rivisitazione del concetto di progressione tematica, oggi ben noto, mira ad approfondire la nostra comprensione del fenomeno, garantendone così anche una migliore utilizzabilità come strumento analitico nell’ambito della linguistica del testo. Dopo una parte introduttiva che ricorda, nelle sue grandi linee, la sostanza del concetto di «progressione tematica» (§2), metteremo in luce alcuni limiti di tale nozione, mostrando che entro la dimensione informativa del contenuto dell’Enunciato i fenomeni che ruotano attorno ai concetti di «Tematicità» (nel senso di aboutness), di Datità e di Dinamismo Comunicativo vanno tenuti rigorosamente distinti (§3). L’organizzazione informativa dell’Enunciato si compone di (almeno) tre livelli - il livello che ruota attorno alla nozione di aboutness e che si realizza con le funzioni informative di Topic e di Comment; il livello che definisce i diversi stati di attivazione interpretativa dell’informazione entro la Memoria Testuale; e il livello gerarchico-illocutivo, organizzato secondo la funzione illocutiva e testuale che l’Enunciato svolge nel messaggio in cui compare - ognuno dei quali, per la complessità che lo caratterizza, sarà descritto in modo indipendente (§4). L’ultima parte del lavoro (§5), dedicata all’organizzazione dei Topic nel testo (scritto), illustra in modo approfondito come la progressione del Topic nel Capoverso (o in una sua sottoparte) viene definita dall’associazione modulare tra il livello informativo Topic-Comment e il livello informativo di tipo gerarchico-illocutivo: il livello gerarchico-illocutivo decide quale Topic funge da Topic del- 1 Lo spostamento di attenzione della Scuola di Praga, di impronta funzionalista, dal livello fonologico al livello sintattico-informativo, lo si deve a Vilém Mathesius (M ATHESIUS 1939). Alla riflessione hanno poi contribuito - in un dialogo produttivo e serrato - molti altri studiosi tra i quali, appunto, Frantisek Daneš (D ANEŠ 1968, 1970, 1974), B ENEŠ 1959 e 1964, F IRBAS 1964, H ALLI - DAY 1967a/ b, S VOBODA 1968 ecc. Per una visione più completa delle ipotesi informative «praghesi», si vedano le bibliografie dei lavori raccolti nel volume curato da D ANEŠ 1974. Tra i lavori che hanno contribuito alla comprensione del fenomeno vanno menzionati quelli di D RESSLER 1972, 1978a/ b e DE B EAUGRANDE / D RESSLER 1981. In ambito italiano, si vedano poi i saggi raccolti in S TAMMERJOHANN 1986. Vox Romanica 68 (2009): 98-128 La progressione tematica rivisitata 99 l’Enunciato e definisce se il Topic dell’Enunciato va anche considerato come un Topic di livello superiore, i. e. di un gruppo omogeneo di Enunciati o di un Capoverso. 2. Il concetto di «progressione tematica» 2.1 Il concetto di «progressione tematica», come è noto, ruota attorno alle nozioni di Tema e di Rema (per cui si veda infra). Se il Tema dell’Enunciato è, con Firbas 1974, l’elemento semantico provvisto del minore Dinamismo Comunicativo e il Rema l’elemento provvisto del maggiore Dinamismo Comunicativo, allora alla sequenza di elementi rematici che caratterizza il testo va il compito di svilupparlo informativamente, mentre gli elementi tematici concorrono piuttosto ad assicurare la coesione del testo, garantendone così la continuità semantica. La progressione tematica - i. e. le successive scelte del Tema di ogni singolo Enunciato e il loro concatenamento - definisce in qualche modo lo «scheletro semantico» del testo, l’impalcatura che gli dà stabilità. Con le parole di Daneš 1974: 114: By this term [thematic progression] we mean the choice and ordering of utterances themes, their mutual concatenation and hierarchy, as well as their relationship to the hyperthemes of the superior text units (such as the paragraph, chapter, etc.), to the whole text, and to the situation. Thematic progression might be viewed as the skeleton of the plot. 2.2 Il fenomeno della progressione tematica - nato, come si diceva, dalla proiezione macrosintattica di fenomeni funzionali di tipo microsintattico - è stato immediatamente fatto proprio dalla linguistica del testo, la quale ha definito la sua presenza in un testo come un’importante condizione di coerenza testuale (Combettes 1988). Gli Enunciati che formano un testo coerente sono infatti tipicamente caratterizzati dalla presenza di contenuti tematici a basso Dinamismo Comunicativo che ancorano le informazioni comunicativamente più dinamiche al cotesto immediato e meno immediato (precedente ma anche successivo, cf. Givón 1983). Tipicamente, in un testo coerente il Tema di un Enunciato si connette con il cotesto precedente, legandosi ad esso in modo diretto - riproponendo un’informazione già data - o indiretto - per inferenza semantica o contestuale. Come indica Mortara Garavelli 1979 scegliendo un titolo quale «La continuità del discorso: la struttura tematica» (p. 93), la struttura tematica del testo diventa il sintomo della sua continuità, che a sua volta è importante ingrediente della testualità. Si pensi al testo seguente 2 : (1) 1. Come in un sogno stava d’innanzi a noi la casa. 2. Su la facciata rustica, per tutte le cornici, per tutte le sporgenze, lungo il gocciolatoio, sopra gli architravi, sotto i davanzali del- 2 In questo esempio, e negli esempi successivi, il grassetto indicherà gli elementi su cui verte la nostra analisi; è naturalmente nostra anche la numerazione degli Enunciati. Angela Ferrari / Anna-Maria De Cesare 100 le finestre, sotto le lastre dei balconi, tra le mensole, tra le bugne, dovunque le rondini avevano nidificato. 3. I nidi di creta innumerevoli, vecchi e nuovi, agglomerati come le cellette di un alveare lasciavano pochi intervalli liberi. 4. Su quegli intervalli e su le stecche delle persiane e su i ferri delle ringhiere gli escrementi biancheggiavano come spruzzi di calcina. 5. Benché chiusa e disabitata, la casa viveva. 6. [sogg. nullo = la casa] Viveva d’una vita irrequieta, allegra e tenera. 7. Le rondini fedeli l’avvolgevano dei loro voli, dei loro gridi, dei loro luccichii, di tutte le loro grazie e di tutte le loro tenerezze, senza posa. 8. Mentre gli stormi s’inseguivano per l’aria in caccia con la velocità delle saette, alternando i clamori, allontanandosi e riavvicinandosi in un attimo, radendo gli alberi, levandosi nel sole, gittando a tratti dalle macchie bianche un baleno, instancabili, ferveva dentro ai nidi e intorno ai nidi un’altra opera. (D’Annunzio, L’innocente, p. 155-56, es. tratto da Ferrari 1994: 58), in cui le informazioni in grassetto contribuiscono a legare i contenuti non tematici, o principali (quelli che non sono segnalati dal grassetto), a quelli precedenti: così, per esempio, attraverso la ripresa anaforica del sintagma nominale la casa, il soggetto sottinteso dell’Enunciato 6 assicura la continuità semantica con l’Enunciato precedente (e al tempo stesso con quello iniziale); lo stesso vale per il lungo contenuto in grassetto dell’Enunciato 8: esso permette di riallacciare l’informazione rematica dell’Enunciato, cioè ferveva dentro ai nidi e intorno ai nidi un’altra opera, al cotesto precedente, in particolare all’Enunciato 7. Si noti infatti come i contenuti dell’Enunciato 7 siano ripresi, attraverso variazioni nella forma linguistica, nella parte iniziale dell’Enunciato 8: le rondini fedeli → gli stormi; l’avvolgevano dei loro voli → s’inseguivano per l’aria in caccia con la velocità delle saette . . . allontanandosi e riavvicinandosi in un attimo; dei loro gridi → alternando i clamori; dei loro luccichii → gittando a tratti dalle macchie bianche un baleno; senza posa → instancabili. 2.3 Esistono diversi tipi di progressione tematica che in un testo, caratteristicamente, si alternano, si incrociano, si sovrappongono. Le distinzioni originali di Daneš 1974 - riprese tali e quali da Combettes 1988 - in Italia sono state leggermente variate sulla spinta dei primi interventi di Bice Mortara Garavelli (in particolare 1979). Basicamente (cf. Ferrari/ Zampese 2000), in funzione del tipo di unità informativa (Tema e/ o Rema) precedente che viene tematizzata, si riconoscono tre tipi di progressione tematica: 1. progressione con Tema «costante»: viene messo a Tema un Tema precedente; 2. progressione con Tema «lineare»: viene messo a Tema un Rema precedente; 3. progressione con «Tematizzazione di una coppia Tema+Rema» o «Tematizzazione di una sequenza di tali coppie». Tale tripartizione può essere specificata grazie a due ulteriori criteri 3 : 3 Nei lavori che affrontano il concetto di progressione tematica (cf. per esempio D ANEŠ 1970, 1974) viene riconosciuto un ulteriore criterio, legato al modo della tematizzazione: si parla di tematizzazione «dissociata» nel caso in cui il contenuto di un Tema, Rema ecc. viene tematizzato in più volte, via le sue sottocomponenti semantiche. La progressione tematica rivisitata 101 i. la natura della ripresa: possiamo avere cioè tematizzazione «diretta» quando il Tema, il Rema o la coppia Tema+Rema precedenti vengono ripresi tali e quali, dal punto di vista della loro sostanza semantico-referenziale, o tematizzazione «derivata», o «indiretta», quando il nuovo Tema si lega al cotesto passando per una derivazione semantico-lessicale, cotestuale o contestuale; ii. la distanza tra gli elementi connessi: si distingue così tra tematizzazione «a contatto», che si realizza tra due Enunciati spazialmente contigui, e tematizzazione «a distanza», realizzata tra due Enunciati non contigui; Vediamo un esempio che illustri i vari tipi di progressione tematica: (2) 1. Il microscopio permette di osservare oggetti molto piccoli, tanto piccoli da non essere visibili ad occhio nudo. 2. (sogg. nullo) È uno strumento che funziona così: 3. un primo gruppo di lenti, l’obbiettivo, ingrandisce l’oggetto da vedere; 4. un secondo gruppo di lenti, l’oculare, ingrandisce l’immagine creata dall’obbiettivo. 5. Il segreto del microscopio è dunque l’ingrandimento dell’ingrandimento. 6. Con il microscopio, (sogg. nullo) possiamo osservare le parti delle piante. 7. (sogg. nullo) Iniziamo con una pelle di cipolla: 8. essa infatti è sottile e si osserva con facilità. 9. Vista attraverso il microscopio, la pelle di cipolla appare formata di piccoli «mattoni» detti cellule. 10. Queste cellule sono simili ma non identiche: 11. alcune sono più lunghe e altre più larghe; 12. anche la forma varia, anche se assomiglia sempre molto a quella di un rettangolo. (es. tratto da Ferrari/ Zampese 2000: 354). Tra gli Enunciati 1 e 2, vi è una progressione a Tema costante: il Tema dell’Enunciato 2 riprende, attraverso il soggetto sottinteso, il sintagma nominale il microscopio dell’Enunciato precedente; tra gli Enunciati 7 e 8 vi è una progressione a Tema lineare: il Tema dell’Enunciato 8, essa, riprende il sintagma nominale una pelle di cipolla, che fa parte del Rema dell’Enunciato precedente. Un esempio di progressione che tematizza un’ampia unità testuale è invece dato in (3), in cui ciò incapsula tutto il contenuto dell’Enunciato precedente: (3) I raggi del sole che giungono sui monti sono più caldi dei raggi di sole che arrivano in pianura. Ciò è noto a tutti coloro che sono stati in montagna e che si sono scottati la pelle malgrado le temperature molto basse (es. tratto da Ferrari/ Zampese 2000: 345). 2.3.1 Il Tema di una Proposizione può anche legarsi cataforicamente a quello di una Proposizione che appartiene a un Enunciato successivo. Questo fenomeno si incontra caratteristicamente tra Enunciati che si realizzano all’interno del testo (basta considerare gli Enunciati 8 e 9 del testo (2)). Più raro è invece il caso in cui il primo Tema fa parte di un Enunciato che inaugura tutto un testo, come in (4), dove va notato che il pronome lui non ha un antecedente nel titolo dell’articolo: (4) Lui che fa il professore s’è ritrovato nella parte dell’alunno. Naturalmente un alunno speciale, sempre attento e preparato: esposizioni chiare e convincenti. La manovra economica sarà equa, i poveri pagheranno assai meno dei ricchi, ecco le misure a sostegno dell’occupazione . . . L’esame a Giuliano Amato s’è concluso a tarda ora nel gruppo par- Angela Ferrari / Anna-Maria De Cesare 102 lamentare socialista a Montecitorio. (La Repubblica, 24.02.1993, es. tratto da Mortara Garavelli 1993: 383). Esempi di questo tipo si incontrano con una certa frequenza nella prosa giornalistica, ragione per la quale sono considerati un vero e proprio stilema di questo tipo di scrittura (cf. Mortara Garavelli 1993: 384, che chiama il fenomeno in questione «catafora tematica»). 3. I limiti della progressione tematica praghese 3.1 Quando si provi ad applicare il concetto di progressione tematica a testi di una certa complessità e appartenenti a tipologie diverse da quelle espositiva o descrittiva, si fa immediatamente l’esperienza della sua insufficienza a definire la «felicità comunicativa» dei discorsi scritti. Il dato è stato osservato sin dall’inizio dallo stesso František Daneš che lo stenografa ricorrendo all’espressione «salto tematico». Questa espressione coglie il fatto che ci sono movimenti testuali in cui non sussiste una connessione dei Temi con il cotesto senza che, tuttavia, essi possano essere classificati come incoerenti, come non-testi. Il fatto è che, come è oramai chiaro nell’ambito delle più attuali analisi del discorso (cf. per esempio Roulet/ Filliettaz/ Grobet 2001, Ferrari 2004, Ferrari 2005, Ferrari et al. 2008), la struttura semantico-pragmatica dei testi è data dalla interazione di più dimensioni organizzative concettualmente indipendenti che interagiscono in modo modulare: ci sono spazi testuali in cui una dimensione - poniamo, quella logico-argomentativa - predomina sulle altre, rendendole inattive o secondarie - creando per esempio «vuoti tematici», come nella sequenza (5), in cui il legame di consecuzione è sufficiente a produrre coerenza testuale: (5) Piove. Non esco. È, quello visto qui sopra, un fenomeno interessante, da non sottovalutare, ma che non incide sulla validità e sulla applicabilità del concetto di progressione tematica nei termini in cui esso è stato originariamente definito. Semplicemente, esso mostra che la dimensione tematica non è che un singolo aspetto della strutturazione testuale. 3.2 Ma veniamo a un problema più sostanziale. In un suo articolo del 1986, riprodotto poi nella raccolta di saggi del 1988 a cui ci riferiamo, Maria-Elisabeth Conte constata la sovrapposizione nozionale seguente: Nell’ambito della Functional Sentence Perspective, tema e rema sono stati definiti sia sotto l’aspetto tematico («thematischer Aspekt»: tema è ciò su cui si comunica qualcosa; rema è ciò che sul tema si comunica), sia sotto l’aspetto contestuale («kontextueller Aspekt»: tema è ciò che è dato o noto, contestualmente o co-testualmente; rema è ciò che è nuovo). La progressione tematica rivisitata 103 Angela Ferrari e Anna-Maria De Cesare Questi due aspetti spesso (ma non sempre) vengono a coincidere. Per i suoi tipi di progressione tematica Daneš non ritiene necessario di tenerli distinti. (Conte 1988: 49). Quest’ultima osservazione è cruciale, in quanto, a ben guardare, coglie una delle più grosse fragilità della concezione praghese della progressione tematica, fragilità di cui fanno le spese la comprensione stessa del fenomeno e la sua utilizzabilità come strumento analitico nell’ambito della linguistica del testo. Il problema sta nel fatto che il punto di vista originario appiattisce - in realtà in modo ancora più acuto di quanto suggerisca Maria-Elisabeth Conte - entro uno stesso livello fenomeni che andrebbero tenuti distinti. Un conto è osservare come gli Enunciati di un testo scelgano l’entità attorno alla quale veicolano informazione; altro conto è esaminare lo statuto cognitivo, se Dato o meno, delle entità evocate nel testo; un altro conto ancora è valutare gli andamenti del Dinamismo Comunicativo che caratterizza le informazioni testuali. 3.3 Se si guarda alla storia praghese della Prospettiva funzionale della frase - il cui obiettivo consiste, come si è detto, nel definire il modo in cui le componenti semantiche della frase contribuiscono allo sviluppo comunicativo dell’atto linguistico -, non è difficile capire le ragioni di questo esito 4 . Nei lavori di Vilém Mathesius 1939, il primo ad aver affrontato i fenomeni qui in esame entro la Scuola di Praga, il Tema dell’Enunciato viene fatto coincidere con l’informazione che il contesto permette di etichettare come Data, e il Rema con l’informazione Nuova. Successivamente, Jan Firbas 1974 - alle prese con l’analisi di testi reali - sente l’esigenza di sganciare le associazioni Tema-Dato e Rema-Nuovo 5 . Secondo il suo punto di vista, in una prospettiva informativa le componenti semantiche di un Enunciato - più o meno raffinate in funzione delle esigenze dell’analista - si dispongono su una scala, determinata contestualmente, di Dinamismo Comunicativo (è suo il termine) crescente: sul gradino più basso vi è il Tema, che può essere Dato ma non lo è necessariamente, e sul gradino più alto vi è il Rema, che è tipicamente, ma non sempre, Nuovo. I contenuti tematici e rematici, se l’Enunciato è ricco, possono essere accompagnati da una o più componenti semantiche provviste di Dinamismo Comunicativo intermedio: il Resto del Tema, la Transizione, il Resto della Transizione, il Resto del Rema. Nei successivi lavori prodotti dalla Scuola di Praga, la separazione tra le coppie Dato-Nuovo e Tema-Rema (visti, questi ultimi, come apici contrapposti entro un continuum comunicativo) viene spesso dimenticata: questo perché si ragiona essenzialmente immaginando Enunciati e contesti molto semplici in cui quasi sem- 4 Il riassunto che se ne fa qui è drasticamente semplificato: non dà conto né delle esitazioni terminologiche iniziali né del costante emergere di punti di vista più sfumati. 5 In realtà, l’evoluzione dei diversi punti di vista nell’ambito dei lavori praghesi e degli studiosi che si sono rifatti al punto di vista praghese non è lineare, e le varie svolte teoriche, a seconda degli aspetti che si vogliono privilegiare, possono essere attribuite agli uni o agli altri: anche perché uno stesso autore spesso si muove a distanza di pochi mesi tra ipotesi contrastanti. Angela Ferrari / Anna-Maria De Cesare 104 pre il Tema è effettivamente anche Dato. La ricomposizione tra Tema-Dato e Rema-Nuovo diventa poi una realtà non più solo operativa nei lavori testuali di František Daneš: egli infatti usa la nozione di «progressione tematica» per definire la continuità semantica come un tratto costitutivo dei testi coerenti. A questa sovrapposizione se ne aggiunge poi una seconda. Tutti gli studiosi praghesi della sintassi dell’informazione - da Mathesius a Daneš, passando per Firbas - utilizzano come test per identificare il Tema di un Enunciato la saturazione della funzione proposizionale «ciò di cui si parla/ di cui parla l’Enunciato», con il risultato che nella vulgata il test finisce per diventare la sostanza definitoria stessa della proprietà funzionale di Tema. 3.4 Pur appartenendo tutti alla dimensione informativa del contenuto dell’Enunciato, i fenomeni che ruotano attorno ai concetti di «Tematicità» (nel senso di aboutness), di Datità e di Dinamismo Comunicativo vanno tenuti rigorosamente distinti, anche se tra alcune loro manifestazioni vi sono indubbie associazioni preferenziali. La differenziazione non è importante solo in quanto condizione necessaria per capire la sostanza e le forme dell’aspetto informativo dell’Enunciato, ma anche per penetrare in modo adeguato nel complesso campo della testualità. Bastano esempi brevi e semplici per mostrare che, nei testi coerenti, il fenomeno della continuità semantica - colto con la proprietà della Datità - (può) attraversa(re) tutti gli altri spazi informativi: l’entità di cui si parla, ciò che si dice attorno a essa, le Transizioni, le varie informazioni collaterali ecc. Così, il referente Dato indicato da lui nei due seguenti testi, nel primo caso è poco dinamico e indica ciò di cui si parla, nel secondo caso coincide con l’apice comunicativo dell’Enunciato. (6) *BM2: c’è [/ ] c’è la mamma di Pierino / dice / / va a comprammi mezzo chilo di maiale / / e / lui ci va / / (es. tratto da Cresti 2000, «Barzellette» 6 ) (7) *LCN: perché ci sono alcuni / per esempio / che sono ladri / / poi uno / si fa amico di questo tizio / che è ladro / / e dopo / coll’amicizia / diventa ladro anche lui / / (es. tratto da Cresti 2000, «Maestra»). In realtà siamo di fronte a (sotto-)livelli informativi eterogenei, che colgono aspetti profondamente diversi della testualità. Se è vero che un modello teorico non deve moltiplicare le sue entità, è altrettanto vero che l’economia dell’una o dell’altra non può essere fatta confondendo aspetti che vanno tenuti distinti e fatti interagire modularmente. 6 Nella trascrizione del parlato adottata in C RESTI 2000 il doppio slash indica un’unità tonale terminale di enunciato e lo slash semplice un’unità tonale non terminale, che delimita un’unità informativa. La progressione tematica rivisitata 105 4. I livelli dell’organizzazione informativa dell’Enunciato 7 Oltre a contenere una componente illocutiva, il significato comunicativo di un Enunciato, inteso come corrispettivo di un atto linguistico, comprende (almeno) una componente denotativa, volta a evocare lo stato di cose a cui il locutore fa riferimento. Così ad esempio, in un contesto in cui la si riferisce a porta, io a Giovanni Bianchi, e in cui il momento di riferimento coincide con il 31 marzo 2005 alle ore 10.30, il luogo di riferimento alla camera rivolta a est dell’appartamento al secondo piano della casa in via Maien 27 a Basilea in Svizzera, la componente denotativa del significato comunicativo dell’Enunciato: (8) L’ho aperta io, coincide con l’immagine mentale dello stato di cose secondo il quale Giovanni Bianchi ha aperto la porta della sua camera nel luogo menzionato alla data indicata. Tale significato denotativo possiede una sua organizzazione informativa, è cioè organizzato «in quanto messaggio» in funzione della sua relazione con il contesto e con l’interlocutore a cui è trasmesso: per esempio, nell’Enunciato (8) il referente di io viene presentato al destinatario come in rilievo rispetto alle altre informazioni. Come il significato comunicativo, di cui fa parte, l’organizzazione informativa di uno specifico Enunciato ha una natura sostanzialmente contestuale ma è in parte predeterminata dalla struttura linguistica (lessicale, morfologica, sintattica, intonativo-interpuntiva) scelta dal locutore. Così, se il pronome la non è capace fuori contesto di riferirsi a «quella specifica porta di quella specifica casa di via Maien . . .», in situazione normale esso non potrà comunque che designare un’entità convenzionalmente definita in italiano con un sostantivo femminile singolare su cui si può operare un’azione concettualizzabile come «aprire»; nello stesso modo, la posizione conclusiva e intonativamente integrata ed enfatica del pronome soggetto io impone la preminenza dell’agente 8 . L’organizzazione informativa dell’Enunciato è, come dicevamo, un sistema complesso, che si articola in più livelli 9 . Vanno riconosciuti almeno 10 : 7 Il contenuto di questa terza sezione è precisato e sviluppato in F ERRARI et al. 2008. 8 Per una precisazione della concezione dell’interpretazione semantica degli atti linguistici a cui nella sostanza facciamo riferimento, cf. da ultimo P ASCH et al. 2003. 9 La natura multilivellare dell’organizzazione informativa dell’Enunciato è oramai riconosciuta da molti. Per una chiara argomentazione in favore di una concezione multilivellare, cf. dapprima D ANEŠ 1964, 1974, 1989, H ALLIDAY 1967a/ b, 1985, poi L AMBRECHT 1994; in Italia questa concezione è sostenuta in particolare da L OMBARDI V ALLAURI 1996 e 2002. 10 Ai tre livelli menzionati ne vanno sicuramente aggiunti (almeno) due altri: il livello informativo che individua lo statuto - presenza, assenza, inferibilità - dei referenti testuali nella Memoria Enciclopedica (vs Testuale) e il livello informativo che si coglie con l’opposizione concettuale «posto»-«presupposto». Per una riflessione sul loro statuto informativo e sulla loro relazione con gli altri livelli, cf. in particolare A LLERTON 1978 e, in ambito italiano, L OMBARDI V ALLAURI 1996. Angela Ferrari / Anna-Maria De Cesare 106 a. il livello che ruota attorno alla nozione di aboutness e che si realizza con le funzioni informative di Topic 11 e di Comment; b. il livello che definisce i diversi stati di attivazione interpretativa dell’informazione entro la Memoria Testuale, che seguendo Chafe 1987, 1994 definiamo con le proprietà Attivo, Semi-Attivo, Non-Attivo; c. il livello gerarchico-illocutivo, organizzato secondo la funzione illocutiva e testuale che l’Enunciato svolge nel messaggio in cui compare, alle cui funzioni informative centrali (nello scritto) si può dare il nome di Nucleo, Quadro e Appendice. Ognuno di questi livelli coglie un importante e indipendente aspetto della strutturazione informativa dell’Enunciato, che si ripercuote nell’ambito dell’organizzazione testuale. 4.1 Il livello Topic-Comment Una Proposizione, intesa come immagine mentale di uno stato di cose reale, supposto o immaginato, evoca caratteristicamente uno o più «referenti testuali» 12 , cioè (con Andorno 2003: 27-68) «oggetti concettuali» caratterizzati da proprietà e/ o coinvolti in azioni, processi, stati. Dal punto di vista ontologico, tali oggetti concettuali sono tipicamente entità di primo grado (oggetti fisici: esseri umani, animali e oggetti), ma possono coincidere anche con entità di livello superiore (in particolare con quelle di secondo grado, che coincidono con gli eventi, i processi e gli stati di cose localizzati nel tempo e di cui si dice che «hanno luogo» e non che «esistono»; cf. Lyons 1980: 78), purché esse siano trattate dalla lingua - tipicamente attraverso la nominalizzazione sintagmatica - come referenti a cui vengono attribuite proprietà ecc.; così nell’Enunciato seguente, il sintagma complesso la partenza di Gianni, che esprime l’evento di partire da parte dell’individuo chiamato Gianni, viene trattato dalla lingua come una entità a cui si attribuisce la proprietà mi ha molto sorpresa: (9) La partenza di Gianni referente mi ha molto sorpresa. 11 Per indicare questo tipo di funzione informativa, al termine, oramai troppo polivalente, di Tema, preferiamo l’equivalente inglese Topic (dovuto, anche nella sostanza definitoria, a M A - THESIUS 1915 e ripreso poi in H OCKETT 1958): ci adeguiamo così a L AMBRECHT 1994 (a cui si deve l’analisi più completa e convincente di questo aspetto informativo), e alla terminologia sistematicamente adottata all’interno della prospettiva dell’analisi del discorso (in Germania, Francia, Inghilterra ecc.). Per considerazioni più approfondite sul problema terminologico, cf. F ERRARI 2004. 12 Ci sono Proposizioni che sono prive di referenti testuali: in particolare quando esse evocano uno stato di cose denotato da un verbo semanticamente «zero-valente»; così, per esempio, piovere (nel suo uso non metaforico) non coinvolge nessun referente testuale nel senso qui adottato. La progressione tematica rivisitata 107 4.1.1 Entro la Proposizione, un (uno o più) referente testuale svolge la funzione di Topic se, con i termini di Lambrecht: in a given situation the proposition is construed as being about this referent, i. e. as expressing information which is relevant to and which increases the addressee’s knowledge of this referent. (Lambrecht 1994: 131). Come suggerisce questa definizione, la relazione di aboutness che definisce il Topic non va intesa in senso generico (altrimenti riguarderebbe indistintamente tutti i referenti testuali convocati dalla Proposizione); essa si applica a un (uno o più) referente «comunicativamente speciale», cioè a quel referente di cui il contesto chiede, per ragioni di pertinenza comunicativa, un arricchimento semantico. Per esempio, nell’ultimo Enunciato del brano seguente solo i referenti testuali in rilievo hanno la funzione di Topic della Proposizione Semantica che li contiene; gli altri referenti testuali - chiosco delle bibite, il karaoke, la Coca-Cola - non sono Topic: (10) Un mondo arcaico di cui non c’è traccia in questa città. Nei giardini attorno alla cattedrale ortodossa che pare costruita da un pasticciere, schizzano bimbetti sui rollerblade e s’incontrano belle ragazze con passo da principesse, jeans attillati e zainetto in spalla. Al chiosco delle bibite un giovanotto col microfono in mano Topic fa il karaoke davanti a un televisore mentre tre ragazze Topic aspettano il loro turno con la Coca-Cola in mano. (Lisulb_Gio_Corr 13 ). Nel brano (11), il contesto tratta come «comunicativamente speciali» due referenti testuali in una stessa Proposizione: (11) Umberto cresce con la madre, che gestisce un negozio di oggetti usati, e con due zie, una delle quali, la zia Regina dalla «dolce anima di formica», gli sarà prodiga di attenzioni e di aiuti. A lei Topic1 , Saba Topic2 dedicherà affettuosamente le prose raccolte nel volume Ricordi-Racconti nel 1956. La sua carriera scolastica è piuttosto breve: frequenta il ginnasio e, soltanto per pochi mesi, l’Accademia di Commercio, abbandonata quasi subito per la necessità di trovare un lavoro (si impiega presso una casa di commercio triestina). (Lavezzi et al. 1992: 630); un Topic può anche essere costituito da più referenti testuali, come nell’esempio che segue: (12) Grazie alle immagini scattate dai satelliti americani e giapponesi e analizzate da Ron Blom del Jet Propulsion Laboratory della Nasa di Pasadena, in California, Elkins e i suoi collaboratori Topic avrebbero individuato i contorni indistinti di una grande città, finora sconosciuta, nascosta nella giungla. (Lisulb_Gio_Corr). 13 Il corpus Lisulb (Linguistica italiana sincronica delle Università di Losanna e di Basilea) è un corpus privato di circa 1 milione di parole elaborato nel progetto FNS N. P001-68675/ 1 intitolato La struttura informativa dell’enunciato scritto (in italiano contemporaneo non letterario). Cf. anche in fondo a questo lavoro, nella parte relativa alla fonte degli esempi usati. Angela Ferrari / Anna-Maria De Cesare 108 Il profilo referenziale e funzionale del Topic determina le sue manifestazioni linguistiche privilegiate: esso viene tipicamente espresso con un pronome personale legato o con un sintagma nominale o preposizionale collocato in posizione preverbale - nella frase canonica con il soggetto sintattico (anche fonologicamente nullo). Inoltre, il Topic si pone in modo naturale come il «point of departure of the message» (Halliday 1985: 38), e, sempre in modo naturale, è caratterizzato da una certa «evidenza» nel contesto comunicativo, evidenza che può - ma non deve necessariamente - coincidere con la Datità diretta o indiretta del suo contenuto (cf. infra). La «topicalità» di un referente testuale è tuttavia decisa in modo definitivo in base al contesto d’uso; il quale può scegliere come Topic il referente di un elemento semanticamente pieno in posizione postverbale integrata (tuttavia, più nel parlato che nello scritto) o, qualora la lingua ne designi più d’uno, selezionare tra i possibili Topic uno solo di essi 14 . 4.1.2 L’elemento semantico correlato funzionalmente al Topic è il Comment. In linea di massima, il Comment segue l’espressione del Topic e coincide con il predicato di una Proposizione; talvolta esso include anche elementi extranucleari della frase: (13) Un mondo arcaico di cui non c’è traccia in questa città. Nei giardini attorno alla cattedrale ortodossa che pare costruita da un pasticciere, schizzano bimbetti sui rollerblade e s’incontrano belle ragazze con passo da principesse, jeans attillati e zainetto in spalla. Al chiosco delle bibite un giovanotto col microfono in mano fa il karaoke davanti a un televisore Comment mentre tre ragazze aspettano il loro turno con la Coca-Cola in mano Comment . (Lisulb_Gio_Corr) (14) Umberto cresce con la madre, che gestisce un negozio di oggetti usati, e con due zie, una delle quali, la zia Regina dalla «dolce anima di formica», gli sarà prodiga di attenzioni e di aiuti. A lei, Saba dedicherà affettuosamente le prose raccolte nel volume Ricordi-Racconti nel 1956 Comment . (Lavezzi et al. 1992: 630). Le funzioni informative di Topic e di Comment non esauriscono necessariamente il contenuto di una Proposizione. Il Topic e il Comment possono essere completati anche da indicazioni «circostanziali»; così, negli Enunciati seguenti, i contenuti in grassetto che aprono l’Enunciato non fanno parte né del Topic né del Comment: (15) Nell’ultimo decennio, l’industria Topic si è sviluppata accanto al porto Comment . (es. tratto da Ferrari/ Zampese 2000: 335) 14 Come si argomenta in F ERRARI 2003, è probabile che, all’interno di questo sistema di interrelazioni tra forme linguistiche preferenziali e pressioni contestuali, nel paradigma di potenziali Topic di una Proposizione si disegni una scala di salienza. G IVÓN 1983: 22 riconosce vari tipi di associazioni preferenziali: vi è una gerarchia relativa al ruolo semantico che un referente svolge in un dato evento, in cui l’agente si costruisce più facilmente come Topic che il paziente, il termine, l’esperiente, ecc.; vi è anche una gerarchia relativa al ruolo sintattico dei referenti, in cui il soggetto ha più probabilità di essere promosso a Topic che l’oggetto diretto. La progressione tematica rivisitata 109 (16) Secondo l’Accademia della Crusca, la forma Museo dell’olivo Topic è preferita alla forma Museo dell’ulivo Comment : la parola ulivo è infatti sentita come regionale. (es. tratto da Ferrari/ Zampese 2000: 336) (17) Dato che aspettano un bambino, Michela e Luca Topic hanno deciso di cambiare casa Comment . (es. tratto da Ferrari/ Zampese 2000: 336). I contenuti che completano il Topic e il Comment non hanno necessariamente lo stesso statuto informativo. Basta, per accertarsene, considerare l’esempio (18), in cui tra il Topic (Roger Wright) e il Comment (insiste sulla [. . .] romanza) si interpongono varie altre informazioni che, anche restando a un livello intuitivo, e in assenza di punteggiatura tra il Topic e ciò che segue, si possono facilmente differenziare sia dal Topic e dal Comment sia le une rispetto alle altre; è chiaro, infatti, che l’informazione tra parentesi ha uno statuto informativo diverso da quello che caratterizza la gerundiale che segue (ma su questo aspetto, cf. §4.3.): (18) Roger Wright Topic (La periodizzazione del romanzo) ricordando il diverso situarsi nel tempo di tanti romanzi di natura diversa e i lunghi periodi di variabilità, e nonostante l’esistenza di alcuni noti riferimenti fondamentali, insiste sulla difficoltà del definire date spartiacque nell’evoluzione dal latino al romanzo e nella frammentazione romanza Comment . (Maraschio/ Poggi Salani 2000, p. i-ii). 4.1.3 Vi sono Proposizioni Semantiche non marcate a livello di struttura Topic- Comment, per le quali non è possibile, né pertinente, identificare contenuti che svolgono queste due funzioni informative. Si pensa qui alle frasi che la grammatica chiama globalmente «presentative» o «eventive» (Wandruszka 1982, Venier 2002), cioè alla frase costruita con un verbo zerovalente (Piove.), a quella aperta dalla formula c’è/ ci sono: (19) Ci sono però altri luoghi meno frequentati dalle nebbie, in cui l’accecamento non dipende dalle condizioni atmosferiche. Mercoledì scorso l’incontro di Coppa Italia fra Siena e Lazio ha rischiato grosso perché in avvio di partita i tifosi laziali hanno pensato bene di riempire di fumogeni lo stadio. (Lisulb_Gio_S24ore); alle costruzioni impersonali: (20) La Rai ha sempre avuto un’oscura relazione con i numeri. Ai tempi di Craxi si diceva che ogni tornata di nomine e di assunzioni era denominata dal prefisso 643111, dove ogni cifra definiva la quota di spettanza della Dc, del Pci, del Psi, dei partiti minori. Oggi invece si discute se un Consiglio d’amministrazione che ha perso i due quinti dell’organico dopo le dimissioni di Zanda e Donzelli avesse il diritto aritmetico e legale di procedere alle 14 nomine che ha effettuato. (Lisulb_Gio_S24ore); e alle frasi costruite con un verbo monovalente o plurivalente con soggetto posposto, come nel primo Enunciato del secondo Capoverso di (21), che contiene la forma passiva del verbo studiare: Angela Ferrari / Anna-Maria De Cesare 110 (21) A nostra conoscenza sono solo quattro gli studi riportati in letteratura relativi alle concentrazioni di tHcy nei bambini. Nello studio di Tonstad et al. è stata studiata la correlazione tra i livelli di tHcy, colesterolo e apolipoproteina B. (IJP 2001: 228). 4.2 Il livello della Datità I referenti testuali veicolati da una Proposizione Semantica si associano a diversi gradi di attivazione entro la Memoria Testuale a breve termine 15 (vs quella Enciclopedica) del destinatario; a loro volta, come si illustrerà in ciò che segue, i gradi di attivazione dei singoli referenti testuali hanno importanti conseguenze sulla forma e sulla sostanza del testo (sui tipi di gerarchizzazioni): da una parte, perché essi determinano in modo più o meno forte (a seconda per esempio della tipologia testuale considerata) la forma linguistica usata per codificare un dato referente, dall’altra perché dai diversi gradi di attivazione dei referenti testuali conseguono gradi diversi di salienza interpretativa entro l’Enunciato e il testo in cui compaiono. 4.2.1 A seconda dei lavori che si consultano, i gradi di attivazione di un referente testuale entro la Memoria di Lavoro possono essere due o tre. Nell’ipotesi più semplice, i gradi di salienza cognitiva dei referenti testuali sono colti sulla base delle proprietà «Dato» e «Nuovo», due concetti dicotomici teorizzati fin dai primi lavori della Scuola di Praga. Così, nell’esempio (22) il referente associato al pronome le è cognitivamente Dato, perché è già presente nel contesto linguistico precedente sotto forma del sintagma nominale pieno le passioni che sorgono dalla vanità, mentre è cognitivamente Nuovo nel primo Enunciato, poiché è il luogo del testo dove viene menzionato per la prima volta: (22) Vi sono poi le passioni che sorgono dalla vanità Nuovo . Le Dato ha molto ben descritte Stendhal. (es. tratto da Sornicola 1988: 179). La dicotomia Dato-Nuovo coglie in realtà solo due estremi di una scala che misura il valore cognitivo dei referenti testuali. I lavori di Chafe (cf. per esempio Chafe 1987, 1992, 1994; in ambito italiano si veda Lombardi Vallauri 1996) hanno infatti mostrato che fra «Dato» e «Nuovo» esiste (almeno) un gradino intermedio. 15 Con «Memoria Testuale» intendiamo operativamente quella parte della memoria in cui avviene la gestione del testo (cf. in particolare B ERRENDONNER 1983). La Memoria Testuale è alimentata da varie fonti, tra le quali gli Enunciati che costituiscono il testo, le inferenze prodotte a partire dalla loro enunciazione e dal loro contenuto proposizionale e la percezione di eventi extralinguistici pertinenti. Un referente testuale è saliente entro la Memoria Testuale quando fa parte della sua componente a breve termine (vs a medio termine). L’idea è che il contenuto della Memoria Testuale (o con altri termini «Discorsiva») sia diversamente disponibile per l’interpretante: esso si articola infatti in una componente a breve termine (Memoria di Lavoro) e una componente a medio termine. La progressione tematica rivisitata 111 Secondo la terminologia di Chafe, un referente testuale può trovarsi in tre possibili «stati di attivazione» entro la Memoria Discorsiva a breve termine dell’interpretante: i. un referente testuale è «Attivo» (o «Dato») quando è presente all’attenzione del destinatario, cioè quando è già stato evocato nel contesto linguistico precedente (Chafe 1987 usa l’espressione «currently lit up»); ii. un referente testuale è nello stato «Inattivo», o «Non-Attivo» (ovvero «Nuovo»), quando non fa parte del messaggio che è stato elaborato fino a quel momento; iii. un referente testuale è nello stato «Semi-Attivo», il terzo gradino teorizzato da Chafe (con il termine «accessible»), quando è facilmente ricavabile a partire dal contesto linguistico e/ o extralinguistico di cui fa parte. Un contenuto è o diventa Semi-Attivo in due modi: a) per attivazione: quando esso non è Dato esplicitamente nel contesto ma viene evocato entro uno schema interpretativo, cioè «entro il corredo di aspettative che sono collegate a un ente principale che è stato attivato» (Lombardi Vallauri 1996: 49); b) per disattivazione: quando, da uno stato «Attivo», in cui è presente all’attenzione del destinatario, passa attraverso un breve periodo di «semi-ricavabilità», prima di uscire dalla Memoria a breve termine del ricevente. La necessità di sganciare il livello della Datità, che si coglie attraverso gli stati di attivazione di un referente testuale - ovvero con le proprietà Attivo, Semi-Attivo, Inattivo -, da quello che ruota attorno alla nozione di aboutness, e si concretizza con le nozioni di Topic e Comment, ha una chiara giustificazione. È vero che il «preferred Topic» (nei termini di Lambrecht 1994) è tipicamente Attivo, come basta a mostrare la topicalità del pronome le dell’esempio (22) - riprodotto per comodità qui sotto con una nuova numerazione - che si identifica anaforicamente nel sintagma nominale le passioni che sorgono dalla vanità dell’Enunciato precedente: (23) Vi sono poi le passioni che sorgono dalla vanità. Le Topic-Dato ha molto ben descritte Stendhal. (op. cit.); è tuttavia altrettanto vero che il contenuto del Topic nel senso definito sopra può anche essere Nuovo (cf. Sornicola 1988: 179, Lambrecht 1994, Borreguero Zuloaga 2004, 2006). Basta infatti considerare il seguente incipit di articolo: (24) Francesco Zamproni Topic-Nuovo , 59 anni, pensionato di Casalpusterlengo, stava tornando a casa, quando ha perso il controllo della sua Fiat Uno che si è scontrata frontalmente con l’autotreno di Luca Pramazzoni, modenese di 32 anni. (Corriere della Sera, 16. 10. 1997, es. tratto da Zampese 2005: 212). 4.2.2 Il grado di attivazione entro la Memoria di Lavoro di un referente testuale è correlato alla forma linguistica scelta per convocarlo (cf. Givón 1983: 10s.; per Angela Ferrari / Anna-Maria De Cesare 112 una discussione analoga, si vedano anche D’Addio Colosimo 1988, Berretta 1986, 1990, Simone 1990 e Mortara Garavelli 1993). In questo ambito valgono infatti caratteristicamente le due seguenti realtà. Anzitutto, un referente difficile da recuperare nel contesto - per esempio perché si trova in uno stato di attivazione Semi-Attivo o, nei contesti in cui la ripresa avviene a contatto con l’antecedente, perché può essere confuso con altri referenti - viene denotato da una forma linguistica forte; così in (25) l’impiego del sintagma nominale lessicale l’isola si spiega appunto sulla base di questi due dati: il referente l’isola viene verbalizzato con una forma lessicale da una parte perché il suo antecedente (una piccola isola, attivato nel primo Enunciato del testo) non è direttamente a contatto - abbiamo dunque a che fare con un referente cognitivamente Semi-Attivo per disattivazione - e dall’altra perché una forma di ripresa più debole (per esempio il pronome essa) rischierebbe di portare chi legge a vedere una coreferenza con roccia, il sintagma a contatto caratterizzato dalle stesse proprietà morfo-sintattiche del sintagma che si riferisce a isola: (25) 1. In mezzo al mare c’era una piccola isola che da migliaia di anni resisteva ai venti e alle tempeste che flagellavano le sue coste. 2. Qui stavano di casa Gaia e gli altri topolini di roccia. 3. L’isola, con la sua imponente montagna, significava tutto per i topolini: 4. era la loro casa, li proteggeva e li nutriva. (es. adattato da Ferrari 2003: 39). In secondo luogo, un referente facilmente recuperabile nel cotesto, cioè Attivo nella Memoria Testuale elaborata fino a quel punto dal destinatario, sarà meno pesante dal punto di vista formale: sarà tipicamente ripreso da una forma pronominale (personale, dimostrativa) (come in (26)) o dalla semplice marca di accordo del soggetto sul verbo (27): (26) . . . la sanità in Italia è quasi la migliore; di essa è competente il sistema sanitario; ergo questo sistema è quasi il migliore al mondo. (Lisulb_Gio_S24ore). (27) Ma che snob questi extraterrestri. Per farsi notare (sogg. nullo = questi extraterrestri) tendono a lasciare i propri messaggi sempre nella vellutata campagna del Kent, o comunque in Inghilterra. (Lisulb_Gio_S24ore). In base alla correlazione tra recuperabilità di un referente nel contesto da una parte, e forma linguistica che lo codifica dall’altra, Givón 1983 propone la scala data al punto (28) (le cui componenti, più o meno discutibili, sono riprese da Berretta 1986: 49-50): (28) [continuità referenziale massima] anafora zero marca di accordo sul verbo e pronomi atoni pronome tonico (personale e dimostrativo) sintagma nominale dislocato a destra sintagma nominale definito semplice sintagma nominale dislocato a sinistra frase scissa [continuità referenziale minima]. La progressione tematica rivisitata 113 Si tratta di uno schema che presenta le forme di codificazione di un referente in un continuum solo approssimativo. È chiaro, infatti, che questo particolare «iconismo sintattico», tra la recuperabilità di un referente testuale e la sua forma di ripresa, non è perfetto - vi sono referenti testuali Attivi che sono espressi con un sintagma nominale pieno e si trovano casi in cui un referente testuale Non-Attivo viene evocato con una forma esile sia da un punto di vista del significante che del significato - e va quindi misurato caso per caso, in particolare alla luce del tipo di testo che si analizza: si pensi alle differenze che esistono in questo ambito tra scritto e parlato, oltre a quelle esistenti tra le diverse tipologie di testi scritti, in primis tra quelli scritti per un pubblico di esperti e quelli divulgativi. Così, negli articoli del mensile dueparole, un giornale di facile lettura scritto per un pubblico di «persone che hanno bisogno di testi informativi molto leggibili e comprensibili» (si cita qui dalla pagina di presentazione del sito internet del giornale), una scelta caratteristica consiste nel codificare un referente topicale Attivo, che rimane costante nel testo, con un sintagma nominale pieno che ha la stessa intensione del sintagma nominale usato per la sua prima menzione; come esempio, si veda il brano (29), in particolare gli Enunciati 2 e 3 (la numerazione è nostra), in cui la scelta di codificare il referente il nuovo papa con il sintagma nominale Joseph Ratzinger non dipende dalla recuperabilità del Topic nel cotesto precedente, quanto piuttosto dalla leggibilità e chiarezza che chi scrive cerca di conferire al testo: (29) 1. Il nuovo papa è il cardinale tedesco Joseph Ratzinger. 2. Come papa, Joseph Ratzinger ha scelto il nome di Benedetto XVI. 3. Joseph Ratzinger è nato in Germania, a Marktl am Inn, vicino Passau, il 16 aprile 1927. (dueparole, aprile-maggio 2005, anno IV, numero II: 1). 4.2.3 Dai diversi gradi di attivazione entro la Memoria a breve termine dei referenti testuali discende una loro diversa salienza interpretativa. Vi è in particolare una correlazione tra Novità e salienza (o prominenza) testuale: più un referente è Nuovo più tende a essere saliente, in quanto contribuisce alla costruzione del messaggio e a produrre inferenze interpretative; viceversa, più un referente è Attivo meno è saliente, perché la sua funzione sarà tipicamente quella di ancorare un’informazione al cotesto precedente. Così, nelle due Proposizioni che chiudono l’esempio seguente: (30) L’omocisteina è in parte rimetilata a metionina attraverso due possibili vie metaboliche: la prima, attiva nel fegato e solo parzialmente conosciuta, utilizza la betaina come donatrice di metili: la seconda e più importante via di rimetilazione coinvolge l’enzima metionina sintetasi. Questo enzima richiede una cobalamina (vitamina B12) come gruppo prostetico. Tale cobalamina accetta un gruppo metilico dal metil-tetraidrofolato, per riconvertire l’omocisteina in metionina. (IJP 2001: 226-27), a essere saliente sono i contenuti richiede una cobalamina come gruppo prostetico e accetta un gruppo metilico dal metil-tetraidrofolato, mentre le entità topicali, que- Angela Ferrari / Anna-Maria De Cesare 114 sto enzima e tale cobalamina, riprendono un’entità dell’Enunciato precedente (rispettivamente l’enzima metionina sintetasi e una cobalamina), assicurando al testo coesione e progressione graduale dell’informazione entro il testo. 4.3 Il livello gerarchico-illocutivo 4.3.1 Nel formulare un Enunciato con intenzioni comunicative, si compie un atto illocutivo, e contemporaneamente, se l’Enunciato si inserisce in un cotesto, un atto di composizione testuale (quale ad esempio un atto di spiegazione, di esemplificazione, di concessione, di riformulazione ecc.). Rispetto a questa doppia funzione, non tutte le informazioni veicolate hanno la stessa pertinenza, lo stesso rilievo (o dinamismo) comunicativo. Vi sono informazioni più direttamente legate allo scopo illocutivo e testuale della enunciazione, le quali vengono a costituire un’unità a cui si può dare - utilizzando la terminologia di Blanche-Benveniste et al. 1990 - il nome di Nucleo 16 . Per esempio, la coppia di Enunciati seguenti è caratterizzata dai Nuclei in rilievo, che fondano il legame concessivo indicato da eppure: (31) / / / Leggendo qualche anno fa il bel libro di Rosetta Loy, / La parola ebreo, / mi sono reso conto che questa parola mi era stata estranea assai a lungo nell’infanzia. / Nucleo / / / Eppure / Napoli aveva avuto e ancora aveva una comunità ebraica non piccola, / Nucleo non irrilevante socialmente, / a cominciare dagli avvocati Foà, presso cui era Giovane di Studio il neolaureato Giovanni Leone. / / (De Mauro 2006: 103) 17 . Un Nucleo informativo è necessario e sufficiente a costituire un Enunciato. Normalmente - quando cioè non si scelga uno style coupé - esso è tuttavia accompagnato da altri tipi di Unità informativa, che rispetto al Nucleo occupano una posizione di sfondo informativo. A tali Unità, che sono dunque facoltative e che sono reiterabili, si può dare il nome - scegliendo quelle più rappresentate nello scritto - di Quadro e di Appendice. 4.3.2 L’Unità di Quadro indica in generale l’ambito denotativo di pertinenza del Nucleo, che precede linearmente. Il Quadro può essere localmente funzionale all’interpretazione denotativa del Nucleo. In questo caso, esso indica le circostanze (spaziali, temporali, modali ecc.) della sua denotazione, come in: 16 Per un approfondimento di questo aspetto gerarchico-illocutivo dell’organizzazione informativa dell’Enunciato - per capirne le matrici profonde, l’originalità rispetto a esse, le scelte terminologiche, le diverse modulazioni - cf. F ERRARI 2005: 15-52, e le indicazioni bibliografiche ivi proposte. 17 D’ora in poi - adottando la scelta di C RESTI 2000, che per prima in Italia ha approfondito questo aspetto dell’organizzazione informativa dell’Enunciato -, nell’ambito dell’analisi gerarchico-illocutiva dell’Enunciato, la doppia sbarra obliqua (/ / ) indica un confine di Enunciato e la sbarra obliqua semplice (/ ) un confine di unità informativa. Tali indicazioni non verranno date sistematicamente, ma solo in quei punti in cui lo chiedono le analisi in fieri. La progressione tematica rivisitata 115 (32) / / / Leggendo qualche anno fa il bel libro di Rosetta Loy, / Quadro La parola ebreo, / mi sono reso conto che questa parola mi era stata estranea assai a lungo nell’infanzia. / / (op. cit.); ne limita o accresce gli effetti di «implicatura», come in (33), in cui l’indicazione causale conduce a leggere tutto l’articolo di cronaca sullo sfondo della colpevolezza del conducente: (33) / / / Forse per un sorpasso azzardato, / Quadro l’Alfa Romeo 145 guidata da Alessandro Granata [. . .] ha urtato la Renault Clio [. . .] / / (Corriere della Sera, es. tratto da Zampese 2004: 175); ne mette in rilievo il Topic (cf. più in dettaglio §5): (34) / / / Per Toce, / Quadro le manette sono invece scattate mercoledì scorso. / / (op. cit.); ne esplicita aspetti illocutivi quali ad esempio la fonte discorsiva: (35) / / / Secondo i carabinieri, / Quadro si è trattato di una rapina su commissione. / / (op. cit.). Accanto a una giustificazione «locale», il Quadro può avere anche una giustificazione più globale. Il suo contenuto viene scelto allora, anaforicamente, per creare l’anello semantico che garantisce/ esplicita/ sottolinea la coerenza con il cotesto precedente; si pensi alla perdita di «naturalezza» nella connessione tra Enunciati che risulterebbe dalla cancellazione del Quadro per questo in (36), che serve a esplicitare il legame logico tra il contenuto principale, i prigionieri hanno sfondato la porta, e l’Enunciato precedente: (36) a. Non li hanno però legati: / / / per questo, / Quadro intorno alle tre, a forza di spallate / i prigionieri hanno sfondato la porta. / / (Corriere della Sera, es. tratto da Zampese 2004: 176) b. Non li hanno però legati: / / intorno alle tre, a forza di spallate / i prigionieri hanno sfondato la porta. / / . Il contenuto del Quadro può servire, questa volta cataforicamente, ad aprire «spazi» semantici che danno unità al cotesto successivo. Per esempio, nel testo seguente, il sintagma-Quadro All’epoca in cui risalgono i miei primi ricordi di lei dà la prospettiva di interpretazione della lunga descrizione che segue: (37) / / / All’epoca in cui risalgono i miei primi ricordi di lei [mia madre], / Quadro era, anche con parametri del tempo, una donna ancora giovane, trentottenne. / / Aveva una carnagione bianco-latte e lunghi capelli rosso scuro. Mi pareva bellissima. Dopo essersi lavata, rivestita da un accappatoio candido pettinava la lunga chioma, che le ricadeva davanti al viso. [. . .] (De Mauro 2006: 103). L’Unità di Appendice, anch’essa reiterabile, completa il Nucleo o il Quadro, rispetto ai quali può trovarsi in posizione inserita o immediatamente successiva. Dal Angela Ferrari / Anna-Maria De Cesare 116 punto di vista locale, essa può essere sfruttata per ripetere informazioni (anche complesse) Attive, o per riattivare informazioni Semi-attive: (38) Alla fine della giornata [un maestro di sci] mi consiglia di tornare più spesso in quel paese perché, secondo lui, le settimane bianche sono un osservatorio inconsueto per chi vuole analizzare meglio le famiglie al loro interno. [. . .] / / / Aveva proprio ragione quel maestro di sci, / le vacanze sono un buon punto di osservazione: / Appendice / / guardavo quei genitori così sicuri e sprezzanti, sempre di fretta . . . (es. tratto da Ferrari 2006: 66-67). Quando è costituita da informazioni Non-Attive (o quasi), l’Appendice permette al locutore di precisare il senso delle sue parole nel contesto della sua enunciazione: (39) Il raggiungimento dello scopo viene sventolato mostrando i simboli che la nostra comunità ha evidentemente imposto come emblemi del successo: potere, soldi, sfoggio del superfluo, arroganza, violenza. / / È così che molti bambini vorrebbero la figura del genitore, / del maestro di vita? / Appendice / / (es. tratto da Ferrari 2006: 67); o semplicemente di aggiungere informazione, pertinente ma sprovvista di «vitalità» testuale, cioè incapace di imporsi nel cotesto successivo come cornice semantica di riferimento, e di creare una vera e propria connessione con il cotesto precedente 18 . Benché le Unità di Quadro e di Appendice appartengano entrambe allo sfondo informativo dell’Enunciato e possano essere saturate dagli stessi contenuti semantici, l’apporto che esse danno alla testualità è profondamente diverso, come mostra il fatto che il passaggio da un valore informativo all’altro può incidere sulla coerenza del testo (cf. Ferrari 2003, 2004, 2006). Per esempio, in un caso come il seguente, improntato sul confronto tra l’italiano e le altre lingue: (40) Oggi sappiamo che la fissità dell’italiano è stata alquanto sopravvalutata. Non vi è dubbio, infatti, che anch’esso sia mutato nel corso del tempo; / / / rispetto alle altre lingue, / Quadro però, questo mutamento è stato per secoli più contenuto (o meno avvertibile), / / tanto che sembra avvenuto quasi di colpo dalla fine dell’Ottocento, dopo il raggiungimento dell’unità nazionale, fino al duemila, l’epoca dell’informatica e della multimedialità. (es. tratto da Ferrari 2006: 74), la scelta di evocare il paragone in Quadro risulta più adeguata di quella di inserirlo in Appendice, che ne fa una precisazione accessoria dal punto di vista argomentativo: (41) Oggi sappiamo che la fissità dell’italiano è stata alquanto sopravvalutata. Non vi è dubbio, infatti, che anch’esso sia mutato nel corso del tempo; / / / questo mutamento, / rispet- 18 Per un approfondimento della concezione qui assunta (e un confronto con altre concezioni), cf. F ERRARI 2006 e le indicazioni bibliografiche ivi proposte. L’Unità di Appendice non va confusa con l’Unità di Inciso, che ha indipendenza illocutiva e crea un piano autonomo di testualità (cf. C IGNETTI 2004). La progressione tematica rivisitata 117 to alle altre lingue, / Appendice è stato però per secoli più contenuto (o meno avvertibile), / / tanto che sembra avvenuto quasi di colpo dalla fine dell’Ottocento, dopo il raggiungimento dell’unità nazionale, fino al duemila, l’epoca dell’informatica e della multimedialità. 19 4.4 L’organizzazione informativa dell’Enunciato comprende dunque (almeno) tre livelli concettualmente distinti: il livello Topic-Comment; il livello che coglie il grado di attivazione dei referenti testuali entro la Memoria Testuale a breve termine dell’interpretante; il livello gerarchico-illocutivo. Ognuno di questi livelli ha una sua specifica proiezione entro il testo, che delinea un aspetto autonomo della sua coerenza semantico-pragmatica e della sua coesione e forma «superficiale». Così, l’articolazione Topic-Comment disegna l’evoluzione del testo relativamente alla scelta dei suoi successivi «argomenti», controllando in particolare l’ordine dei costituenti argomentali rispetto al predicato della frase e in parte anche il contrasto tra scelte pronominali e scelte lessicali. Lo statuto cognitivo dei referenti testuali individua la continuità referenziale del testo, e definisce in parte le modalità dell’espressione linguistica dei sintagmi tra ricchezza e esilità semantica (forme lessicali intensionalmente «pesanti», con contenuto generico, povero ecc.). Il livello gerarchico-illocutivo definisce l’architettura del contenuto testuale tra «sfondi» e «primi piani», determinando soprattutto la distribuzione degli elementi circostanziali e imponendo alcune scelte interpuntive. Ora, mantenere ben distinte queste tre dimensioni informative della testualità permette di costruire una definizione di «progressione tematica» più rigorosa, e davvero adeguata per penetrare nella complessità semantico-pragmatica dell’architettura testuale. In generale vale che il fenomeno della «progressione tematica» riguardi specificamente l’organizzazione dei contenuti testuali relativamente alla scelta dei successivi Topic, di modo che sarebbe più adeguato parlare di «progressione del Topic». Poiché la testualità è modulare, tale successione dialoga tuttavia con le altre dimensioni dell’organizzazione del testo, a loro volta legate ad altri moduli testuali. Più precisamente (ma parzialmente), la progressione del Topic interagisce con la strutturazione gerarchico-illocutiva dell’Enunciato, che sceglie, tra i Topic resi disponibili da ogni Proposizione Semantica, quei Topic che hanno, via via, un maggiore rilievo dentro il testo. 19 Come si sarà notato, è questo - quello gerarchico-illocutivo - il livello informativo che più si avvicina a quello còlto da Jan Firbas con il concetto di Dinamismo Comunicativo. Il Nucleo coincide con l’informazione massimamente dinamica, il Rema, e le altre Unità sono l’esplicitazione in termini testuali delle proprietà di «Tema», «Resto del Tema», «Transizione» ecc. Angela Ferrari / Anna-Maria De Cesare 118 5. L’organizzazione dei Topic nel testo 5.1 Definiti rigorosamente in termini di aboutness, i Topic delle Proposizioni Semantiche che costruiscono il testo vanno a inserirsi in un sistema a più gradini, già delineato nelle prime fasi della linguistica del testo da Van Dijk 1977. L’idea - molto intuitiva e molto antica - è che un testo possa essere considerato come l’espansione semantico-pragmatica di un Topic (o Tema) di fondo (o centrale), espansione che si concretizza grazie allo sviluppo di Topic di livello inferiore, fino ad arrivare ai Topic delle Proposizioni Semantiche (nel senso definito nel §4.1). In questo modo, si ottiene dunque uno schema ad albero rovesciato, il cui tronco è costituito dal Topic di fondo e i cui Topic di livello inferiore si distribuiscono nei rami via via più «nuovi» dell’albero. Tale schema rappresenta l’organizzazione globale dei Topic del testo. All’interno di questo quadro, con «progressione del Topic» si intende il modo in cui in una porzione di testo unitaria si susseguono linearmente i Topic ai diversi livelli: ci sarà così la progressione dei Topic dei capitoli all’interno di un libro, quella dei Topic dei paragrafi all’interno di un capitolo, dei Topic dei Capoversi all’interno di un paragrafo, e via scendendo. Quando ci si riferisce - come si è fatto nell’ambito della Scuola di Praga - al Capoverso o a una sottoporzione unitaria di esso, la dimensione pertinente di analisi coincide con l’Enunciato. Il concetto di «progressione tematica» sviluppato da František Daneš riguarda (parzialmente: cf. sopra) dunque la sequenza dei Topic negli Enunciati: per esempio, una progressione tematica è costante quando due o più Enunciati contigui presentano lo stesso Topic. Per individuare la progressione tematica di un Capoverso (e valutarla nella sua interazione con le altre dimensioni testuali), occorre quindi definire i modi in cui si distribuiscono i Topic dei successivi Enunciati, e non genericamente la proprietà della Datità e/ o dello sfondo informativo (cf. §4.2 e 4.3). Tuttavia, nella sua definizione minimale, l’ambito di identificazione del Topic è la Proposizione Semantica: e, come abbiamo detto, un Enunciato può naturalmente essere costituito da più di una Proposizione. È qui che entra in gioco l’interazione tra il livello Topic-Comment e il livello gerarchicoillocutivo. In due modi: anzitutto, il livello gerarchico-illocutivo decide quale/ i tra i Topic resi disponibili dalle Proposizioni che formano l’Enunciato è/ sono quello/ i che funge/ fungono da Topic dell’Enunciato; in secondo luogo, il livello gerarchicoillocutivo definisce se il Topic dell’Enunciato va anche considerato come un Topic di livello superiore, i. e. di un gruppo omogeneo di Enunciati o di un Capoverso. 5.2 Il Topic dell’Enunciato coincide con il Topic associato alla Predicazione Semantica principale che trova posto nel Nucleo informativo. Così, nell’esempio seguente, è Maria il Topic dell’Enunciato (e non Carlo, che costituisce il Topic di una Proposizione secondaria): (42) / / / Maria Topic mi ha detto che Carlo non ha capito nulla. / Nucleo / / . La progressione tematica rivisitata 119 Tale Topic, definito dalle condizioni linguistiche di precedenza e, eventualmente, di pronominalità viste sopra (§4.1), può essere o linearizzato all’interno del Nucleo - e allora il Nucleo informativo contiene il Topic e il Comment, come in (42) e (43): (43) / / / L’oralità Topic è dunque un elemento costitutivo della testualità fiabesca Comment , / Nucleo che tende a preservarsi anche nelle riscritture, / Appendice sia come spontaneo riflesso della fonte, / Appendice sia come cosciente adesione dei raccoglitori al tono popolare dell’originale / Appendice / / (Ricci 2006: 269); - o manifestarsi nell’Unità di Quadro, nel qual caso è seguito da un Nucleo predicativo, saturato dall’Unità informativa di Comment: (44) Ieri mattina, patenti e carte d’identità dei 32 avventori rapinati sono state ritrovate a Milano, in una cassetta della posta. / / / Dei malviventi Topic , / Quadro invece, / non c’è traccia- Comment . / Nucleo / / (es. tratto da Zampese 2005: 209). Vi sono però anche casi più complessi, in cui un Enunciato contiene due Topic principali (di Enunciato): il primo si colloca nell’Unità di Quadro, il secondo nell’Unità di Nucleo; per un esempio si veda di nuovo il brano proposto al punto (34), che si riproduce qui sotto con una nuova numerazione: (45) / / / Per Toce Topic1 , / Quadro le manette Topic2 sono invece scattate mercoledì scorso. / Nucleo / / (es. tratto da Zampese 2005: 209). In casi come questi, il Comment del primo Topic coincide con l’informazione veicolata dall’intero Nucleo (46), mentre il Comment del secondo Topic corrisponde alla predicazione centrale della proposizione realizzata nel Nucleo (47): (46) / / / Per Toce Topic1 , / Quadro le manette sono invece scattate mercoledì scorso Comment1 . / Nucleo / / (47) / / / Per Toce, / Quadro le manette Topic2 sono invece scattate mercoledì scorso Comment2 . / Nucleo / / . I Topic in Quadro possono presentarsi sotto forma di sintagma referenziale dislocato a sinistra, come nell’esempio (44), di referente testuale circostanziale introdotto da espressioni del tipo «quanto a x», «riguardo a x», «in relazione a x», «a proposito di x», cioè di espressioni che evocano una o più entità coinvolte nell’evento a cui si riferisce il Nucleo: (48) / / / Quanto a Luisa Topic , / Quadro non mi ha ancora risposto Comment / Nucleo / / ; o ancora di soggetto sintattico in posizione preverbale: (49) . . . la distribuzione dei segni di punteggiatura è . . . indizio dell’attività del soggetto quando pianifica e dispone linearmente la rappresentazione «prediscorsiva» a cui vuole dare forma . . ., e ordina il suo testo e ne rende visibile le articolazioni in modo da facilitare il Angela Ferrari / Anna-Maria De Cesare 120 lavoro del lettore. / / / La punteggiatura Topic , / Quadro dunque, / è «traccia dei processi di pianificazione» e guida la lettura Comment . . . / Nucleo / / (es. tratto da Ferrari 2005: 197). Naturalmente, al di là del fatto che possono svolgere la funzione di Topic in Quadro, le forme linguistiche elencate sopra - i. e. costituente dislocato, referente introdotto da espressioni speciali, soggetto sintattico - non sono equivalenti, e dunque interscambiabili. Innanzitutto perché vi sono tra di esse importanti differenze di registro: mentre sono tipiche dello scritto-scritto espressioni quali «per quanto riguarda x», nel parlato-parlato è invece più diffuso il costrutto marcato della dislocazione a sinistra o del «tema sospeso» (nello scritto un costituente dislocato tende invece a essere linearizzato nel Nucleo informativo, cf. Ferrari 2003). Le forme linguistiche che realizzano la funzione di Topic si distinguono anche per la loro diversa efficacia nell’imporre un Topic autonomo, sganciato dal Nucleo: così, se espressioni come «quanto a x», quando aprono l’Enunciato, impongono de facto la presenza di un Topic in Quadro, è invece più delicato, perché vi entrano dati di natura contestuale, decidere se un soggetto sintattico in posizione preverbale saturi un Quadro o se esso sia linearizzato nel Nucleo informativo dell’Enunciato. In generale vale comunque che quando un soggetto topicale è separato dal suo Comment da un contenuto calato in un’Unità informativa di sfondo, di Appendice, come in (49), esso formi anche un Quadro autonomo. 5.2.1 Quanto affermato in precedenza significa che i Topic secondari eventualmente presenti nei Quadri e nelle Appendici, inseriti cioè nelle Proposizioni con funzione informativa di Quadro o di Appendice, non sono direttamente coinvolti nell’organizzazione Topicale primaria del Capoverso; per esempio, la seguente coppia di Enunciati fittizi: (50) / / / Maria Topic ha un pessimo carattere. / Nucleo / / / Quando la situazione Topic si fa difficile, / Quadro [sogg. nullo] Topic non riesce mai, / Nucleomalgrado Carlo Topic tenti pazientemente di mediare, / Appendice a mantenere la calma. / -Nucleo / / , procede mantenendo costante il Topic Maria, a cui si attribuisce dapprima una valutazione negativa, giustificandola in un secondo momento con l’evocazione di un suo comportamento rappresentativo; invece, il Topic del Quadro (la situazione) e il Topic dell’Appendice (Carlo) non sono direttamente coinvolti nella progressione Topicale del testo. Ricondurre il fenomeno della «progressione tematica» agli spazi informativamente nucleari del testo non significa tuttavia affermare che le informazioni di sfondo (e qui, naturalmente, non parliamo del caso in cui il Topic satura da solo un Quadro) siano estranee a questo tipo di organizzazione testuale. Innanzittutto, l’Unità di Quadro può contribuire a individuare il Topic dell’Enunciato. Si pensi al caso in cui una Proposizione Semantica nucleare - compatibile sia con una lettura eventiva sia con una lettura informativamente articolata in Topic-Comment - costituisce l’incipit assoluto di testo, come in: La progressione tematica rivisitata 121 (51) / / / Sbarbaro ebbe una vita schiva e priva di eventi esterni significativi, / Nucleo tutta trascorsa nella sua Liguria. / Appendice / / (adattato da Lavezzi et al. 1992: 524). La presenza di una Proposizione in Quadro che ha il referente Sbarbaro come Topic tende a privilegiare un’articolazione Topic-Comment (in cui Sbarbaro è Topic) anche per quanto riguarda la Proposizione collocata nel Nucleo: (52) / / / Nato [= Sbarbaro Topic ] a Santa Margherita Ligure (in provincia di Genova) nel 1888, / Quadro Sbarbaro Topic ebbe una vita schiva e priva di eventi esterni significativi, / Nucleo tutta trascorsa nella sua Liguria. / Appendice / / (Lavezzi et al. 1992: 524). In generale, vale in effetti che se una Proposizione nucleare è preceduta da una clausola in Quadro articolata in Topic-Comment e se tale Topic è coreferente con il primo elemento della clausola nucleare, vi sono buone probabilità che sia topicale anche quest’ultimo. Questo perché, attraverso il Quadro, viene a crearsi un «effetto presupposizionale» che fa del primo argomento della Proposizione iniziale ciò di cui parla l’Enunciato in toto. Anche l’Appendice - funzionalizzata, in una delle sue manifestazioni più tipiche, all’arricchimento della descrizione intensionale dei referenti testuali - può essere un tassello testuale interpretativamente decisivo, in quanto per esempio esplicita - ricorda o anche comunica ex novo - la ragione per la quale un particolare Topic trova posto in modo coerente nel Movimento Testuale complessivo in fieri. Pensiamo all’esempio seguente: (53) Nuovo colpo di scena nella partita per la privatizzazione di Alitalia. / / / Berardino Libonati Topic , / Quadro il presidente di garanzia incaricato di traghettare la compagnia verso la vendita in occasione dell’asta al Tesoro, / Appendice ha dato ieri le dimissioni. / Nucleo / / Al suo posto, con poteri molto più ampi, arriverà Maurizio Prato . . . (es. tratto da Ferrari in stampa); o all’Enunciato (54), collocato a seguito di un Capoverso centrato attorno al referente Milone: (54) / / / In quella gazzarra / Quadro1 Cicerone Topic , / Quadro2 difensore di Milone, / Appendice parlò poco e male. / Nucleo / / (es. tratto da Ferrari 2006: 71). Nei casi in cui l’Appendice richiami un referente testuale senza accrescerne la semantica intensionale, la sua funzione testuale consiste allora nel rendere la continuità topicale del testo comunicativamente più trasparente. Il che può verificarsi sia quando il sintagma referenziale esaurisce l’Appendice, sia quando esso si manifesta come componente di un contenuto proposizionale più ampio. Si pensi al caso seguente, in cui un referente lessicale pieno in Appendice è collocato a seguito di una sequenza di Enunciati che si riferiscono alla protagonista con forme denotative semanticamente esili (il soggetto nullo del verbo dice), nella quale interviene anche un altro referente (il marito): Angela Ferrari / Anna-Maria De Cesare 122 (55) L’odore è buono. Come in ogni casa del mondo, dove c’è una famiglia e un pranzo nel giorno di festa. Il vapore che sale dalla pentola dello stufato di maiale con l’aglio e le cipolle è denso e profumato e Iuliana - Iuliana Dumea è venuta a Roma dalla contea di Piatra Neamt, Romania, quattro anni fa, in settembre - ne è fiera. Sorride e si stringe sulle spalle lo scialletto di lana. Fuori piove. Vuole preparare un caffè tanto per levarsi di dosso l’umidità. Iuliana racconta di sé senza disperazione, quasi orgogliosa della sua rassegnazione a una vita aspra, della sua capacità di sopportarla con dignità. [sogg. nullo Topic ] Dice del suo lavoro di badante a Cerveteri, 650 euro al mese, un posto fisso, un letto caldo per sei giorni la settimana e la famiglia che l’ospita la rispetta e ha fiducia in lei. [sogg. nullo Topic ] Dice della figlia Andrea, arrivata in Italia che sono sette giorni . . . Del marito muratore che guadagna 40 euro a giornata, anche 50, quando è fortunato a trovarlo e, se Dio vuole, quest’anno la fortuna non lo ha mai abbandonato. / / [sogg. nullo Topic ] Dice / Iuliana, / Appendice delle sue preoccupazioni, ma anche della sua speranza di una vita regolare, del desiderio di trovare una casa . . . / / (La Repubblica, 2.11.2007). Ripetere con un sintagma lessicale pieno in Appendice un Topic permette di assicurarsi della sua corretta interpretazione referenziale evitando una dinamizzazione informativa indesiderata. In una scrittura che, come quella italiana, tende per tradizione retorica a evitare la ripetizione, riproporre un contenuto Attivo o Semi- Attivo con un sintagma nominale pieno in Appendice permette infatti di attribuirgli un peso informativo minore rispetto alla sua collocazione nelle Unità di Nucleo o di Quadro. 5.3 Abbiamo detto che il Topic dell’Enunciato è il Topic associato al Nucleo, integrato o meno. Se il grado di integrazione non ha effetti sulla progressione tematica definita qui sopra, esso ha conseguenze a un livello più globale. Rispetto a un Topic linearizzato nel Nucleo, un Topic in Quadro svolge infatti più naturalmente funzioni testuali di ampio raggio. 5.3.1 Un primo tipo di contributo offerto dal Topic in Quadro all’organizzazione tematica del testo va collocato sotto il segno della continuità semantico-referenziale: il Quadro interviene a gestire la connessione topicale con il cotesto precedente di quegli Enunciati il cui Nucleo è informativamente eventivo o presentativo, e dunque sprovvisto di un suo specifico Topic a base sintattico-semantica. Tale sostegno alla continuità topicale del testo può verificarsi sia nei casi in cui il Quadro è esaurito dall’elemento che esplicita il collegamento referenziale, come in: (56) L’utilizzazione della voce, infine, permette di veicolare il significato complessivo del messaggio anche grazie al volume, al tono, all’intonazione, al ritmo, che nel parlato più spontaneo e informale è spesso sostenuto, con conseguenti fenomeni di «allegro». / / / Tra questi Topic / Quadro segnaliamo l’aferesi, / Nucleo cioè la caduta ad inizio di parola, di una vocale, specie prima di un nesso nasale + consonante (’nsomma ‘insomma’, ’nvece ‘invece’) . . . / / (D’Achille 2003: 166), sia nei casi in cui il riempimento del Quadro è proposizionale e il referente di connessione viene estratto da essa, come in (57), dove il Topic dell’ultimo Quadro, cioè La progressione tematica rivisitata 123 Croce, mantiene la continuità referenziale e il legame con il macro-Topic in un Enunciato la cui natura è fondamentalmente presentativa, come mostra l’apertura del Nucleo con ecco: (57) / / Essendo descrittiva e caratterizzante, la critica crociana Topic comporta anzitutto, o almeno in un primo tempo, un continuo cedere la parola all’autore, vale a dire grande abbondanza di citazioni molto ben manovrate, sfiorando quello che si potrebbe chiamare un racconto che ha per protagonisti gli autori. / / E secondariamente [la critica crociana- Topic comporta] una grande attenzione alle psicologie e dunque ai personaggi. / / / E poiché per Croce Topic non si tratta soltanto di individuare ma di inserire con un gesto largo in categorie, / Quadro ecco gli insistenti paragoni tra testi lontani e allotrii: / Nucleo / / . . . (Mengaldo 1998: 14-15). Questa tipologia di contributo offerto dal Quadro all’organizzazione Topicale del testo è preziosa: in queste sue manifestazioni, il Quadro permette infatti di risolvere il «problema informativo-testuale» di quelle connessioni logiche - tipicamente l’illustrazione, l’esemplificazione, la consecuzione - che si trovano a dover applicare, all’interno di uno stesso ambito referenziale, continuità topicale e dinamizzazione informativa. 5.3.2 Il Topic in Quadro - e questo è un suo secondo contributo importante alla progressione tematica del testo - può svolgere una vera e propria funzione strutturante. In particolare, quando è esaurito da un elemento referenziale, esso diviene lo spazio informativo ideale per segnalare la macro-articolazione topicale dei Capoversi. Attraverso il Quadro, si definiscono cioè - «iconicamente» data la sua collocazione incipitaria - il referente che va considerato come il macro-Topic del Capoverso e nel contempo i legami referenziali con il cotesto precedente, e dunque la coerenza topicale dell’intero testo; basti pensare al brano seguente: (58) Chi dice che la nostra lingua è stata guastata dagli eccessivi innesti di anglicismi si sbaglia di grosso. Luoghi comuni. Sì, va bene, qualche prestito è inevitabile in tempi ad alto tasso tecnologico. Ma la lingua italiana è essenzialmente una lingua conservativa, refrattaria ai cambiamenti. È quanto sostiene Luca Serianni, autore di una Garzantina sulla grammatica e la sintassi dell’italiano che riprende un volume uscito dieci anni fa per la Utet e che sarà in libreria fra qualche giorno (pagine 609, lire 42.000). / / / A Serianni Topic , / Quadro che insegna Storia della lingua all’Università di Roma, / Appendice non piacciono per nulla i continui lamenti sulla corruzione dell’italiano: / Nucleo / / «Quel che fa testo è l’uso reale. . . . / / Insomma, diciamo che per allestire una grammatica bisogna tener conto del livello medio, quello, per intenderci, di un buon articolo di giornale, né troppo elevato né troppo basso o familiare». / / / / / A proposito di giornali Topic , / Quadro Serianni insiste sulla tendenza conservativa: / Nucleo / / . . . (Corriere della Sera, 18. 9. 1997). È chiaro, comunque, che anche un Topic linearizzato nel Nucleo può coincidere con un Topic di livello superiore. Questo caso, lo si è visto in vari esempi (cf. (55)), si verifica quando il Topic di Enunciato che trova posto nel Nucleo viene ripreso Angela Ferrari / Anna-Maria De Cesare 124 in uno o più Enunciati successivi del testo, quando si verifica cioè una progressione con Topic costante. A differenza del Topic proposto in Quadro, tuttavia, per essere promosso a macro-argomento di testo, un Topic in Nucleo deve essere ripetuto, anche solo sotto forma di soggetto sottinteso, in ogni proposizione nucleare del testo. La funzione testuale di «creatore» di spazi mentali che viene a svolgere un referente topicale posto nell’Unità di Quadro rappresenta un prezioso dispositivo di strutturazione del testo, sfruttato in particolare per guidare il lettore nel riconoscimento di sezioni testuali con macro-Topic indipendenti, spesso legati a un Topic di livello superiore (di paragrafo). Si pensi per esempio alla funzione di espressioni come quanto a in sezioni di testo nelle quali non si verifica un parallelismo tra Capoverso e Topic: (59) 1.2.3. Passando alla sintassi, possiamo individuare principalmente tre ambiti nei quali si avverte differenza tra il parlato e lo scritto standard: la sintassi del periodo, fenomeni concernenti l’ordine dei costituenti frasali, e fenomeni riguardanti l’effetto della ridotta gittata di pianificazione sulla coesione sintattica delle frasi. / / / Quanto al primo punto Topic , / Quadro c’è ampio accordo fra gli studiosi sul fatto che il parlato preferisca la paratassi all’ipotassi: / Nucleo / / . . . Inoltre, la realizzazione dei nessi di subordinazione (e coordinazione) è affidata a una gamma minore di forme e congiunzioni rispetto alle possibilità dello scritto standard, ciascuna delle quali avrà una frequenza relativa più alta: . . . Meritano infine un rapido cenno, in tema di strutture frasali ricorrenti nel parlato, due costrutti tipici. . . . / / / Quanto a fenomeni relativi all’ordine dei costituenti Topic , / Quadro è rilevante la presenza di frasi segmentate di vario genere, / Nucleo aventi in comune la funzione di sottolineare l’articolazione tema/ rema e di marcare la struttura informativa della frase. / Appendice / / . . . Un terzo carattere evidente della sintassi nei testi parlati è dato dalla ricorrenza di strutture sintattiche interrotte: . . . (Berruto 2003: 47-8). 5.3.3 A livello testuale, la collocazione di un referente topicale nel Quadro informativo si giustifica anche in un altro modo. Oltre a imporre un macro-argomento denotativo, il Topic in Quadro può contenere la fonte enunciativa di uno o più Enunciati. Si veda l’esempio seguente, in cui il referente Serianni coincide con la sorgente enunciativa di tutti gli Enunciati del Capoverso: (60) / / / A Serianni Topic , / Quadro che insegna Storia della lingua all’Università di Roma, / Appendice non piacciono per nulla i continui lamenti sulla corruzione dell’italiano: / Nucleo / / «Quel che fa testo è l’uso reale. / / Ovviamente non si tratta di accogliere tutto liberamente, / / ci sono consuetudini del linguaggio familiare che non possono diventare norma; / / così come non devono dettar legge le forme auliche o letterarie. / / Non voglio dire che per la grammatica vale solo la maggioranza; / / però se una forma che prima non veniva accolta si diffonde e si generalizza è necessario prenderne atto nel consigliare l’utente. / / Insomma, diciamo che per allestire una grammatica bisogna tener conto del livello medio, quello, per intenderci, di un buon articolo di giornale, né troppo elevato né troppo basso o familiare». / / (Corriere della Sera, 18.9.1997). La progressione tematica rivisitata 125 6. Conclusione Secondo il punto di vista originale della Scuola di Praga, il fenomeno della «progressione tematica» ruota attorno al concetto di Topic, definito in termini di elemento Dato, provvisto del minor grado di Dinamismo Comunicativo. In questo lavoro abbiamo mostrato che tale definizione non è tuttavia adeguata perché appiattisce entro uno stesso livello concetti informativi che vanno tenuti rigorosamente distinti. Una definizione adeguata del fenomeno di progressione tematica deve dunque partire da una chiara distinzione dei concetti di Topic, di Datità e di Dinamismo Comunicativo e dei livelli informativi a cui appartengono. Infatti, un conto è osservare come gli Enunciati di un testo scelgano l’entità attorno alla quale veicolano informazione (il Topic); altro conto è esaminare lo statuto cognitivo, se Dato o meno, delle entità evocate nel testo; un altro conto ancora è valutare gli andamenti del Dinamismo Comunicativo che caratterizza le informazioni testuali. Fissati i livelli della struttura informativa dell’Enunciato si è poi in grado di determinare i modi del loro coinvolgimento nel fenomeno complesso della progressione tematica: tale fenomeno riguarda strettamente entità del tipo «referenti testuali» e riguarda rigorosamente la proprietà dell’aboutness. Il Dinamismo comunicativo-illocutivo entra in gioco per selezionare, tra i disponibili, i Topic pertinenti, che sostengono l’organizzazione Topicale del Capoverso. La Datità coglie uno dei modi in cui tale organizzazione può concorrere a definire la testualità di una sequenza di Enunciati. In questo lavoro abbiamo visto in modo approfondito che la progressione del Topic nel Capoverso (o in una sua sottoparte) viene definita dall’associazione modulare tra il livello informativo Topic-Comment e il livello informativo di tipo gerarchico-illocutivo. Data una sequenza testuale semantico-pragmaticamente unitaria, essa proietta grazie a indicazioni in parte linguistiche in parte contestuali (i) una sequenza di referenti testuali con funzione di Topic, definiti ognuno nell’ambito della Proposizione; e (ii) una sequenza di Enunciati illocutivamente fondati, gerarchicamente organizzati al loro interno in Unità informative di Nucleo e - facoltativamente - di Quadro e di Appendice. L’organizzazione Topicale del testo seleziona tra i Topic disponibili quelli che sono legati alla sequenza dei Nuclei informativi, o essendone parte integrante - Nucleo proposizionale - o essendo dislocati nel Quadro - Nucleo predicativo. Il fenomeno della progressione tematica è dunque, con i termini di Eddy Roulet (cf. Roulet 1999, Roulet/ Filliettaz/ Grobet 2001), una «forma di organizzazione testuale complessa». Globalmente questo lavoro, dedicato soprattutto all’interazione dei livelli informativi Topic-Comment e gerarchico-illocutivo che fondano l’Enunciato, ci ha permesso di capire meglio il fenomeno complesso della progressione tematica. Naturalmente rimangono altri aspetti da approfondire. Bisogna per esempio precisare in che modo la progressione dei Topic dialoghi con il livello informativo della Angela Ferrari / Anna-Maria De Cesare 126 Datità e in che modo essa sia in sintonia con le (coerente rispetto alle) altre dimensioni dell’organizzazione del testo, quella logico-argomentativa, quella composizionale, ecc. Basilea Angela Ferrari / Anna-Maria De Cesare Bibliografia Allerton, D. 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