eJournals Vox Romanica 68/1

Vox Romanica
vox
0042-899X
2941-0916
Francke Verlag Tübingen
Es handelt sich um einen Open-Access-Artikel, der unter den Bedingungen der Lizenz CC by 4.0 veröffentlicht wurde.http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/121
2009
681 Kristol De Stefani

Maria Cristina Temperini/Silvana Vassilli, Übersetzungskurs Deutsch-Italienisch. Mit Übungen zur Textanalyse, Hamburg (Helmut Buske) 2008, 107 p.

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2009
Gloria  Scarano
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Maria Cristina Temperini/ Silvana Vassilli, Übersetzungskurs Deutsch-Italienisch. Mit Übungen zur Textanalyse, Hamburg (Helmut Buske) 2008, 107 p. La pratica traduttiva, tema sempre attuale anche a causa delle difficoltà implicate nella sua realizzazione, viene argomentata nel lavoro di Maria Cristina Temperini e Silvana Vassilli al fine di integrare corsi di lingua destinati all’apprendimento dell’italiano da parte di germanofoni. Nel panorama già fitto di approfondimenti sulla traduzione l’originalità dell’opera risiede nell’interessante connubio di pratica e teoria, laddove la prassi traduttiva è concepita non solo come mero tentativo di rendere un brano il più simile possibile al testo di partenza, bensì come stimolo per sviluppare la capacità di comprensione dei testi, oltre che le competenze lessicali, morfosintattiche, stilistiche e interculturali. L’obiettivo generale è permettere a individui di lingua materna tedesca che abbiano già un buon livello di conoscenza della lingua italiana (livello identificabile in B2/ C1, secondo quella che è la classificazione del Quadro Comune Europeo di Riferimento per la Conoscenza Lingue) di affrontare (quasi) tutti gli aspetti implicati in articoli giornalistici e testi letterari. I diversi brani sono ordinati per difficoltà crescente, con testi inizialmente giornalistici (parte A) e poi prevalentemente a carattere letterario (parte B), in 10 unità, ciascuna delle quali verte su un oggetto specifico ed è a sua volta suddivisa in 7 fasi: elicitazione, per dedurre il tema ed «entrare in argomento» (fase A), sviluppo della capacità di comprensione dei testi (B), riflessione sul lessico e morfosintassi (C), prima versione in italiano (D), confronto e discussione (E), reimpiego, per migliorare le competenze lessicali e morfosintattiche (F), ampliamento e produzione libera (G). Proprio dall’esortazione a soffermarsi sul testo di partenza, operazione che si estende per ben 3 fasi e attraverso diversi esercizi, si ha la conferma che l’intento non è quello di rivolgersi a traduttori professionisti, ma di migliorare le competenze linguistiche e multiculturali di chi studia italiano come L2. Le richieste, ad esempio, di individuare tra le righe l’opinione dell’autore tedesco, di soffermarsi sull’enfasi di ciascun articolo o di suddividere il brano di partenza in più frammenti cui dare un titolo (sempre in tedesco) e in cui evidenziare le parole chiave, implicano che sono la comprensione delle sfumature e delle diverse possibilità stilistiche nonché l’individuazione dei punti focali ad essere perseguiti. Gli articoli proposti, provenienti da quotidiani tedeschi, sono confrontati con testi analoghi tratti da quotidiani italiani ed insieme sottoposti ad analisi contrastiva. Le autrici ricorrono a una simile tipologia testuale in quanto i pezzi giornalistici sono importanti sia per il contenuto, e dunque per le informazioni che forniscono, sia per la forma, che trae spunto dal parlato ma che al tempo stesso attinge a linguaggi specialistici differenti, contribuendo così ad un notevole arricchimento linguistico dello studente. Vorrei porre l’accento sull’immediata spendibilità di acquisizioni lessicali di questo tipo, dal momento che gli articoli di cronaca ricorrono generalmente al linguaggio della quotidianità, senza rincorrere quei particolari artifici stilistici ricercati invece da letteratura e poesia, che sono però poco usufruibili all’interno di scambi comunicativi di studenti di italiano L2. Sempre finalizzata all’allargamento del vocabolario è la presenza, in riferimento a 4 delle 10 unità, di testi aggiuntivi che forniscono più termini di paragone. Del linguaggio giornalistico vengono citati anche termini specialistici, come occhiello (3), e sottolineati i ruoli dei diversi elementi, uno su tutti quello dei titoli, più volte citati per la loro importante funzione di richiamare l’attenzione e indicati come ultimi elementi da tradurre. Le autrici non rifuggono poi dall’introdurre anglicismi, rispecchiando l’attuale situazione del linguaggio giornalistico, e non solo, italiano ed evitando pertanto di trincerarsi nell’apologia della purezza della lingua italiana; oltre ad anglicismi veri e propri e più o meno 272 Besprechungen - Comptes rendus acclimatati - hacker, pc, attachment, chewing gum - menzionano termini in un’accezione semantica più ampia del loro usuale significato (ad esempio baco per indicare un virus informatico, dall’inglese bug). D’altra parte gli anglicismi sono «comuni a tedesco e italiano perché espressioni di nuove tecniche o nuovi atteggiamenti culturali» 1 . È perfino impiegato il prestito di lusso refrain in luogo di ritornello: dopo «è il refrain di una famosa canzone degli anni ’50» si prosegue con « . . . ridicolizzava l’atteggiamento di sudditanza alle mode e way of life americani del Dopoguerra» (81), entrambi prestiti di cui si poteva forse fare a meno. Ciononostante Temperini e Vassilli incoraggiano anche alla traduzione dall’inglese: il consiglio lessicale, questo il nome di un approfondimento presente in tutte le unità, per E-Mail Programm è programma di posta elettronica (8), nonostante che e-mail sia largamente impiegato in italiano. Per restare in ambito informatico rimane qualche perplessità circa la presunta entrata di worm e verme nell’uso comune dell’italiano in luogo di virus informatico, come viene affermato dalle autrici (11 N3), perlomeno nel linguaggio dei non addetti ai lavori. Analogamente, a proposito di perplessità, non mi sembra che in einer Wohngemeinschaft leben possa trovare una corrispondenza in vivere sotto lo stesso tetto, non tanto a livello di riscontro di significato quanto piuttosto su un piano connotativo. Se è vero che non c’è una espressione italiana corrispondente o, più che altro, una parola per Wohngemeinschaft, molto usata in tutta l’area germanofona europea, è pur vero che forse pochi italiani, alla domanda con chi vivi? , risponderebbero vivo sotto lo stesso tetto di/ con altre due persone, mentre è più plausibile che dicano ho due coinquilini, condivido l’appartamento con due persone/ coinquilini, oppure ancora vivo/ convivo con altre due persone, nonostante il verbo, come specificano anche Temperini e Vassilli (86), «convivere in senso assoluto si riferisce a uomo e donna che fanno vita comune pur non essendo sposati» 2 . Le autrici chiariscono che Wohngemeinschaft può presentare qualche tranello nella traduzione, anche se il riferimento è perlopiù all’aggettivo comune, definito «equivalente italiano [di Wohngemeinschaft] connotato politicamente, quindi non utilizzabile in questo contesto» (86 N24). Le alternative proposte, oltre a convivo, probabilmente la più adatta, sono: vivo sotto lo stesso tetto, vivo insieme, coabito, oppure comunità residenziale o domestica o abitativa, queste ultime estremamente formali. «Difficilmente in due lingue diverse esistono formalizzazioni perfettamente equivalenti di significato, soprattutto se per significato intendiamo la denotazione, cioè il valore semantico generalizzato, e non la connotazione, il significato specifico in un testo» 3 . Simili espressioni rientrano nel novero di quei concetti fortemente legati a certe culture di riferimento; la coabitazione di persone adulte che lavorano è infatti in Italia un fenomeno molto più recente che altrove, e per questo particolarmente delicato nell’ambito della traduzione. Perché «è proprio nella mediazione di testi di lingue, il che significa culture, diverse, cioè nella traduzione, che emerge con forza questo aspetto culturale. Quante volte, leggendo un testo tradotto da una lingua straniera, ci si accorge che la traduzione frasale è ottima, ma l’effetto complessivo è straniante, perché si capisce che l’impianto del testo è culturalmente «altro» rispetto a quello corrente nel mondo rappresentato dalla lingua in cui il testo viene presentato dopo la traduzione? » 4 . In alcuni casi si 273 Besprechungen - Comptes rendus 1 S. Bosco Coletsos (ed.), Italiano e tedesco: un confronto, Torino 1997: 90. 2 Anche se propriamente uno dei significati di convivere (Tullio De Mauro, Il dizionario della lingua italiana per il terzo millennio, Milano 2000) è «vivere insieme come coppia pur non essendo sposati», laddove coppia ha un significato più ampio di quello raffigurato da Temperini e Vassilli, indipendente dal genere dei due componenti; «insieme costituito da due persone legate da un rapporto amoroso» è infatti la definizione di De Mauro. 3 S. Bosco Coletsos/ M. Costa (ed.), Italiano e tedesco: un confronto, Alessandria 2004: 86. 4 M. A. Cortelazzo, Italiano d’oggi, Padova 2000: 33. cerca forse eccessivamente di rendere nella traduzione l’informalità del tema trattato: penso a Frau, che si è scelto di tradurre con donna, ma anche con tipa, tizia (53 N5) giustificando la scelta con il tono colloquiale del testo. Similmente si scivola a volte sui localismi: Temperini e Vassilli traducono giustamente Kaugummi con gomma da masticare, ma le altre possibilità suonano scarsamente impiegate nel parlato giovanile (gomma americana), oppure diatopicamente marcate e quindi limitatamente comprensibili (ciccingomma e cicca, che in alcune zone d’Italia corrisponde a sigaretta) contrariamente all’affermazione che li vuole «altri termini molto usati dai giovani» (63 N31). Limitarsi a gomma, il solo di questi veramente molto usato e comprensibile ovunque, sarebbe stato forse più semplice per studenti tedescofoni. Tralasciati questi pochi termini particolarmente ostici, tutti i sinonimi/ le possibilità che le autrici si prodigano nel proporre ben si adattano al tipo e allo stile del brano di riferimento - ad esempio spacciandosi suggerito per camuffato da (11 N19) - e sono altresì corredati da spiegazioni ad hoc: «Meglio lasciare teutone [anziché tedesco come aggettivo per giovane] per mantenere la sfumatura scherzoso-ironica dell’autrice» (86 N9). Oltre alla crescente difficoltà dei testi che i discenti di italiano L2 si trovano ad affrontare, nelle alternative lessicali proposte loro si inserisce anche una maggiore ricercatezza (ha stigmatizzato l’uso troppo disinvolto 12) e vari «ribaltamenti sintattici» nelle frasi: attivo-passivo (si è incendiato-è stato distrutto dalle fiamme, 44 N4), proposizioni-complementi (perché si è usataa causa dell’uso, 12 N28), negazioni-perifrasi (non trovo una soluzione-il dilemma in cui mi trovo, 79 N22), complemento oggetto-soggetto (Mi descriva i ragazzi-I ragazzi com’erano? 62). Le molteplici possibilità presentano un unico rischio: quello di non spiegare dettagliatamente l’esatta espressione per la quale si propone una variante; se per sottoposta - in sono costantemente sottoposta a studi etnologici (86) - è consigliata l’alternativa oggetto, lo studente potrebbe pensare che la locuzione esatta sia oggetto a studi, poiché non viene specificato che deve avvenire la sostituzione della preposizione a con di. Gli esercizi preparatori costituiscono un’interessante modalità di verifica prima della stesura della traduzione; particolarmente utile un compito assegnato che richiede di collocare in altri ambiti termini incontrati nell’articolo e dunque riferiti ad argomenti specifici (è il caso di impronta: prima spiegato nell’ambito della polirematica i. digitale e poi ricollocata in i. del genio 34). Domandando allo studente di definire quali siano i contesti d’uso del termine, lo si invita inevitabilmente alla riflessione sulla non traducibilità letterale delle parole (ulteriore esempio è l’aggettivo übermütig, spesso utilizzato per descrivere le azioni e i modi d’essere di bambini scatenati nel gioco, scapestrati, che non trova una perfetta corrispondenza in italiano, 62). Non è solo il panorama lessicale ad essere esteso; ampio è anche il ventaglio di situazioni create per gli studenti affinché estrapolino il tema oggetto di ogni unità e lo inquadrino in un contesto leggermente diverso. Moltissimi gli esempi: dalle ipotetiche domande che si rivolgerebbero ad un pilota aeronautico, in riferimento ad un articolo che narra le vicende di un disastro aereo, alla trasformazione del testo originale in un copione per la sua rappresentazione teatrale, notevole è la quantità delle circostanze vagliate. Nella seconda parte del lavoro (B) le esercitazioni si fanno più specifiche e le domande cercano di approfondire maggiormente le conoscenze degli studenti, non limitandosi solo a stimolare la loro comprensione del testo ma mettendo alla prova anche capacità come l’individuazione della lunghezza delle frasi, il riconoscimento di un certo tipo di punteggiatura, l’osservazione del ritmo e richiedendo di mantenere nella traduzione la stessa diversità stilistica del testo di partenza. Un altro aspetto particolarmente utile che contraddistingue l’«Übersetzungskurs» rispetto ad altri manuali di traduzione è l’esortazione alla libera produzione a partire da elenchi di parole estratti dai brani analizzati. Per quanto non ci sia l’intenzione di affrontare riflessioni grammaticali, la valida carrellata di esempi consente allo studente di ripassare i tempi verbali e la morfosintassi, di eser- 274 Besprechungen - Comptes rendus citarsi sugli aspetti stilistici e di ampliare il vocabolario. Le «pillole» di grammatica fornite sostituiscono validamente noiose e ridondanti spiegazioni prettamente teoriche, qui evitate per far posto ad osservazioni brevi ma decisamente esplicative, anche nel campo minato dei dubbi di lingua: lo studente tedescofono apprezzerà una breve digressione sulla posizione prenominale o postnominale dell’aggettivo, così come le delucidazioni sulla posposizione del possessivo in espressioni cristallizzate dell’uso o brevi note sull’uso del futuro con valore suppositivo e non temporale. Il confronto fra la punteggiatura tedesca e quella italiana contribuisce poi a porre l’accento sulle differenze implicate da due lingue diverse, differenze che vanno mantenute; anche gli enunciati semplici e poco ambigui nella traduzione subiscono infatti delle mutazioni di valore, magari impercettibili per la maggior parte degli individui. Il principio alla base del processo traduttivo è dunque la transfunzionalizzazione 5 , che permette di mantenere l’omofunzionalità di un testo in un’altra cultura. Trasferire un messaggio da un idioma all’altro è quasi impossibile: semplicemente si può realizzare una certa equivalenza fra i due testi, tentando di mantenere invariati i significati, il registro linguistico e il genere di messaggio. Per facilitare l’avvicinamento alla nuova cultura 6 Temperini e Vassilli promuovono discussioni sulle qualità del modo di vivere italiano più apprezzate all’estero, stimolando così il confronto orale in un’ipotetica classe di lettori. Le autrici non rifuggono nemmeno dall’introdurre parentesi di approfondimento su termini tedeschi polifunzionali come nun, dabei, doch e ja, difficilmente ascrivibili ad una sola categoria grammaticale (generalmente avverbi, ma anche particelle, congiunzioni argomentative o semplici pleonasmi) e per questo apportatori di notevoli difficoltà alla prassi traduttiva; attraverso il suggerimento di più versioni d’impiego viene esaustivamente spiegato come trattarli e, soprattutto, tradurli. Uno dei punti forti di questo manuale consiste certamente nella varietà di esercizi, nonostante il numero contenuto di testi. La flessibilità mentale degli studenti è stimolata attraverso prove che li portano ad associazioni mentali per immagini prima ancora della lettura del brano e confronti fra testi e immagini, oltre che da paragoni fra le iniziali supposizioni pree le impressioni post-lettura. Si «scava nei personaggi» degli articoli, ci si identifica nei protagonisti della narrazione, si paragonano i proverbi italiani con i loro corrispondenti tedeschi, si affronta la non facile impresa della traduzione di racconti umoristici; nonostante non si rivolga a professionisti, l’«Übersetzungskurs» non si limita di certo ad avviare a una traduzione pedissequa. Il testo di Temperini e Vassilli si presenta come un corso traduttivo dal tedesco all’italiano, arricchito da esercizi per l’analisi testuale e destinato a studenti tedescofoni, ma in realtà poi fornisce molti spunti di riflessione sulla situazione attuale delle lingue tedesca ed italiana anche ai non addetti ai lavori. Gloria Scarano ★ 275 Besprechungen - Comptes rendus 5 G. Berruto, «Di qualche problema sociolinguistico della traduzione», Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari, Nuova serie VIII (XLV) (1988): 345-65. 6 Cf. J. Podeur (Jeux de traduction, Napoli 2008) per un approfondimento sulla traduzione delle immagini culturali.