eJournals Vox Romanica 69/1

Vox Romanica
vox
0042-899X
2941-0916
Francke Verlag Tübingen
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2010
691 Kristol De Stefani

Archivio dei nomi di luogo. Giumaglio, Bellinzona (Archivio di Stato) 2009, 132 p. Archivio dei nomi di luogo. Indemini, Bellinzona (Archivio di Stato) 2009, 171 p. Archivio dei nomi di luogo. Brontallo, Bellinzona (Archivio di Stato) 2009, 240 p.

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2010
Damiano  Robbiani
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Archivio dei nomi di luogo. Giumaglio, Bellinzona (Archivio di Stato) 2009, 132 p. Archivio dei nomi di luogo. Indemini, Bellinzona (Archivio di Stato) 2009, 171 p. Archivio dei nomi di luogo. Brontallo, Bellinzona (Archivio di Stato) 2009, 240 p. Nel corso del 2009, quattro nuovi comuni del Canton Ticino hanno beneficiato di un volume a loro dedicato nella collana Archivio dei nomi di luogo, diretta da Stefano Vassere (succeduto ad Andrea Ghiringhelli) e pubblicata dal servizio del Repertorio toponomastico ticinese (RTT) dell’Archivio di Stato. La collana ha preso avvio nel 2001, quasi vent’anni dopo la prima pubblicazione del RTT dedicata al comune di Faido (1982), e risponde all’urgenza di raccogliere in tempi brevi il patrimonio toponomastico custodito dagli ultimi rari informatori ancora legati a un mondo rurale radicato nel territorio locale. Allestito un primo inventario dei microtoponimi, comprendente la loro forma dialettale originale e la localizzazione esatta, sarà poi possibile riprendere la ricerca e approfondire l’analisi del materiale registrato in pubblicazioni più esaustive, come quelle proposte dalla collana principale del RTT. L’allestimento di questi repertori beneficia di una solida pietra angolare: durante il ventennio tra il 1964 e il 1984, l’università di Zurigo raccolse circa 60’000 toponimi di tutti i comuni del Canton Ticino. Il materiale è ripreso e perfezionato secondo i criteri utilizzati dal servizio del RTT ed è arricchito con il confronto e il complemento delle informazioni raccolte durante le ultime inchieste. Ogni volume dell’Archivio dei nomi di luogo segue uno schema tipografico e contenutistico ben definito, che ne agevola la consultazione. Il corpus toponomastico rispetta i criteri di edizione utilizzati dal servizio del RTT, presentati all’inizio di ogni volume. La grafia e il sistema d’esposizione adottati dai redattori offrono un facile accesso al materiale raccolto, senza trascurare la precisione delle informazioni trasmesse. Ogni toponimo è presentato con il suo nome, un numero di riferimento, la sua localizzazione - reperibile sulla carta geografica allegata tramite il numero di riferimento - e una breve descrizione del luogo designato. Un indice alfabetico agevola la consultazione del repertorio. I comuni recensiti sono brevemente presentati, prestando particolare attenzione ai dati linguistici - lingua madre degli abitanti, utilizzo del dialetto in famiglia e in ambito lavorativo - e geografici. Sono ugualmente esposte la storia del rilievo toponomastico nel comune e le fonti stampate consultate. I volumi della collana, oltre all’esposizione degli inventari toponomastici, offrono al lettore, grazie a contributi di collaboratori capaci, delle pagine introduttive di piacevole lettura costruite su testimonianze personali d’interesse microstorico e delle brevi riflessioni su capitoli scelti di accaduto locale. I testi sono arricchiti da un’abbondante iconografia fotografica. Dei quattro volumi pubblicati nel corso del 2009, sono qui recensiti quelli dedicati ai comuni di Giumaglio (n o 25), Indemini (n o 26) e Brontallo (n o 27), tutti aggregati in nuove entità comunali nel corso dell’ultimo decennio. Giumaglio, Sgiümái, nel distretto di Vallemaggia, è caratterizzato dalla forte percentuale di monolingui dialettofoni in famiglia: nel 2000 rappresentavano il 40,6 % della popolazione, contro la media cantonale del 14,7 %. La popolazione residente era di 210 abitanti il 31 dicembre 2003. Il volume, curato da Marino Cerini, Licia Scalet-Cerini e Fabiana Piezzi, contiene un contributo di Giorgio Cheda sulla storia della migrazione verso l’Australia e la California nella seconda metà del xix secolo, uno scritto di Bruno Donati sullo sfruttamento degli alpi di Giumaglio e un ultimo capitolo introduttivo sulle costruzioni sottoroccia di Aron Piezzi. Queste due ultime realtà rurali, quando le fonti scritte sono carenti e la memoria conserva tracce insufficienti, possono essere meglio comprese attraverso lo studio del territorio, delle strutture architettoniche conservate e anche grazie all’indagine toponimica. Il comune di Indemini, Indéman, ha pubblicato il proprio volume a cura di Urbano Pedroni, in un momento cruciale della sua storia: dal 24 aprile 2010, Indemini appartiene 268 Besprechungen - Comptes rendus ufficialmente al nuovo comune di Gambarogno. La ricerca toponomastica, di stretta storia locale, ha fornito l’occasione per proporre un discorso a forte impatto identitario senza cedere a facili chiusure e rimpianti nostalgici, ma con l’intento di rilanciarsi, coscienti della propria storia, verso la nuova sfida aggregazionale. Uno dei numerosi incarichi del redattore responsabile del RTT è di presiedere la Commissione cantonale di nomenclatura, interpellata dagli enti locali e dall’amministrazione cantonale in merito alla scelta dei nomi di comuni in aggregazione. Questo compito attesta un’utilità pratica e il ruolo della toponimia nella formazione di una coscienza identitaria. La popolazione residente a Indemini era di 44 abitanti il 31 dicembre 2007. Nel 2000, i monolingui dialettofoni erano il 16,2 % della popolazione. La situazione geografica del comune, l’unico della Valle Veddasca politicamente svizzero, ne fa allo stesso tempo un comune isolato, a sé, e un «crocevia delle genti», dove gli spostamenti e gli incontri erano frequenti. Queste specificità hanno lasciato numerose tracce nel dialetto locale che conta più tratti lessicali e fonetici che gli sono propri come, ad esempio, la palatalizzazione arretrata delle affricate ci e gi (es. ticc’, valécc’, g’ésa). L’ultimo volume presentato, a cura di Bruno Donati, interessa il comune di Brontallo, Brontáll, aggregato dal 2004 nel nuovo comune di Lavizzara. La popolazione residente era di 53 abitanti il 31 dicembre 2003. Nel 1990, i monolingui dialettofoni erano il 36,7% della popolazione. La stampa ticinese ha mostrato un particolare interesse per le scoperte dello storico Bruno Donati, il quale, approntando l’inventario dei nomi di luogo, ha riesumato un avvenimento storico di metà Ottocento, fissato dalla toponomastica ma divenuto frammentario ricordo a sapore di leggenda nella memoria collettiva. El sasc dala cadéna è un grande dosso roccioso separato dalla montagna da una profonda fenditura, che incombe sul villaggio di Brontallo. Le ricerche d’archivio hanno permesso di riscoprire i fatti occorsi nel periodo 1855-56, quando il masso cominciò a scivolare verso valle, minacciando la sicurezza del paese e destando la preoccupazione degli abitanti e la solidarietà dei convallerani, fino a provocare l’intervento del Governo cantonale. La roccia finalmente non rovinò a valle ma si fermò là, dove si trova ancora oggi, accuratamente sorvegliata tramite una stazione di misura posata in seguito a questi studi. La lettura di queste pubblicazioni conferma l’utilità del lavoro intrapreso dal servizio del Repertorio toponomastico ticinese dell’Archivio di Stato. Gli inventari, preziosa e solida base per approfondimenti futuri, sono resi accessibili e agilmente consultabili al ricercatore e al cultore di storia locale, mentre gli interessanti contributi vanno ad arricchire l’intento divulgativo della collana. Per lo storico e il linguista queste opere sono un invito a intraprendere una valorizzazione del corpus pubblicato; le ricerche sul patrimonio toponomastico locale o regionale, attraverso analisi linguistiche sincroniche e diacroniche e studi di storia del territorio alpino, saranno il frutto concreto di queste pubblicazioni fin d’ora valide e appassionanti. Damiano Robbiani ★ Sabina Canobbio/ Tullio Telmon (ed.), Atlante Linguistico ed Etnografico del Piemonte Occidentale - ALEPO. Vol. I/ ii. Il mondo vegetale: Erbacee, Torino (Priuli & Verlucca) 2007, 261 p., 48 cartes, 1 CD-Rom. L’ouvrage s’intègre dans un vaste projet éditorial ayant pour ambition la publication des résultats d’une enquête menée dans 42 localités du Piémont occidental. Les matériaux ont été recueillis par un grand nombre d’enquêteurs, auprès de plus de 200 témoins. Un questionnaire d’environ 6000 mots ciblait le vocabulaire de la vie et du travail traditionnels des Alpes. 269 Besprechungen - Comptes rendus