eJournals Vox Romanica 70/1

Vox Romanica
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2941-0916
Francke Verlag Tübingen
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2011
701 Kristol De Stefani

Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze

121
2011
Paolo  Ramat
Federica  Da Milano
vox7010001
Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze* Premessa Esiste su gerundi e forme affini - non solo nella tradizione latino-romanza - una vastissima letteratura (cf. la bibliografia, pur non esaustiva, in fondo a questo contributo). Manca comunque a tutt’oggi un quadro d’insieme che tratti comparativamente delle varie lingue romanze (qui tentativamente riassunto nella tabella finale). In ciò che segue intendiamo occuparci del gerundio e gerundivo latini nelle loro funzioni originarie e nella loro evoluzione verso i costrutti romanzi. Data l’ampiezza del tema, da trattarsi necessariamente in diacronia e in sincronia, di norma saranno prese in considerazione solo le varietà standard delle singole lingue romanze, salvo casi particolarmente significativi di varianti substandard e dialettali. Le estese citazioni dalle grammatiche standard delle lingue romanze possono sembrare ovvie, ma intendono fornire gli elementi basici su cui si fondano le nostre considerazioni. In frasi come ad hospitium cuiusdam pauperis divertunt mansionis postulando necessitatem (Greg. Tur. G. mart. 48) - qui riportata come es. [33] -, o Finalmente la notte di venerdie sancto, non potendo più sostenere [‘difendere’] il castello, abandonaro il castello e fugirono fuori (Cron. fior. r. 28-9), es. [89a], è chiaro che postulando, potendo equivalgono a una frase subordinata con funzione modale (o finale) e, rispettivamente causale (o temporale). Le forme gerundiali rappresentano assai spesso una Satzreduktion. Una considerazione preliminare: secondo Kortmann 1998: 507-9 le lingue dello Standard Average European (SAE) usano prevalentemente frasi dipendenti di modo finito, con un alto numero di avverbi subordinanti posti all’inizio della dipendente (es. poiché, quando, se, ecc.). L’ampio uso del gerundio che, come vedremo, è diffuso in tutte le lingue romanze (e oltre: basti pensare alle forme in -ing dell’inglese) va dunque in controtendenza. Ciò è dovuto alla comodità di usare una forma sintetica polifunzionale: per riprendere i tre avverbi ora citati (poiché, quando, se) sia la subordinata causale, sia quella temporale, sia quella ipotetica possono essere espresse con forme di gerundio, come risulterà chiaro dagli esempi più sotto citati (cf. il punto 5 delle conclusioni generali). Nelle forme gerundiali possono confluire anche forme del participio presente: «Synchronically speaking, this form [i. e. fr. -ant] represents the merger of three separate elements in Latin: the gerundive, the gerund and the present participle» (Harris/ Vincent 1988: 234); «confluencia de dos formas latinas: el gerundio en * La premessa e le conclusioni sono state scritte da F. D. e P. R. I paragrafi §5, 6, 7, 8, 9, 10 da F. D. e i paragrafi §1, 2, 3, 4, 11 da P. R. Gli Autori ringraziano per i preziosi suggerimenti i due anonimi revisori. Ogni inesattezza ed errore rimasti sono da ascrivere agli autori. Vox Romanica 70 (2011): 1-46 Paolo Ramat/ Federica Da Milano caso ablativo y el participio de presente» (Bosque/ Demonte 1999/ 2: 3453). Ernout/ Thomas 1989: 262s. giudicano la forma latina in -ndus come «caractérisé[e] par un suffixe -end-, parallèle au suffixe -ent du participe présent». Si noti anche che la Sintassi del portoghese brasiliano parlato (Earl 1989) chiama present participles le forme in -ndo (come in n-o está podendo dar atenç-o aos filhos). Siamo in presenza di «superficial identical forms from differing underlying structures» (Abraham 2006: 1), la cui funzione in origine coincideva solo parzialmente. Possiamo dire che la coincidenza dà luogo a una sottospecificazione categoriale, nel senso che nelle lingue romanze spesso non si distingue sul piano formale tra participi (PTC) usati con funzione aggettivale e gerundi (GER) o gerundivi (GERV) 1 (cf. §4). Anche là dove la differenza formale sussiste i valori semantici coincidono o sono molto vicini: fr. Sur les collines environnant Gérondif la ville j’ai vu les feuilles tremblantes ADJ (cf. Harris 1978: 200s.), dove sia environnant che tremblantes possono essere parafrasati da una frase relativa. Ciò vale anche per [1a-c] dall’italiano, dove le proposizioni gerundive guerreggiando col padre, dormendo e forte lamentando, possono essere parafrasate che faceva guerra con il padre, che dormiva e che si lamentava fortemente: [1a] Leggesi della bontà [virtù] del re giovane guerreggiando col padre per lo consiglio di Beltrame dal Bornio: lo quale Beltrame si vantò ch’elli avea più senno che niuno altro (Novell., 18, r. 3-5); [1b] Allegro mi sembrava Amor tenendo/ meo core in mano, e ne le braccia avea/ madonna [la mia donna] involta in un drappo dormendo./ Poi la svegliava (Dante V. nuov., cap. 3, par. 12, v. 9-12); [1c] . . . sì vi trovò una donna in pianto, scapigliata e scinta, forte lamentando, la quale era molto sconsolata e piangea uno suo caro marito lo quale era morto lo [in quel] giorno (Novell., 59, r. 14-7). A differenza di altre tradizioni linguistiche che, come il giapponese o il coreano, possiedono forme diverse per esprimere vari tipi di relazione circostanziale, nelle lingue romanze GER ha un contenuto notevolmente vago, le cui funzioni debbono di volta in volta essere inferite dal contesto. Così, nei seguenti esempi spagnoli, i valori sono rispettivamente modale [2a] e temporale [2b]: [2a] el niño se devertió rompiendo los libros [2b] El rrey estando en Valladolid, vinieronle cartas de Vasco Perez de Meyra (Cr.A. XI, II, 22) Si possono avere anche costrutti esprimenti valori (epistemici) di vera e propria probabilità, come in [3]: 2 1 Per la definizione di queste forme cf. anche l’inizio di §3. Sulle differenze terminologiche nelle varie tradizioni grammaticali romanze cf. soprattutto N16. Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze [3] rum. va fi venind ‘he’ll be coming (I imagine)’ (Mallinson 1988: 408). Vedremo in séguito (§5) l’elenco dei valori che GER può assumere nelle varie lingue romanze. Un ulteriore uso di GER è rappresentato infine nell’italiano antico da frasi come [4] in cui GER si accompagna a verbi di percezione (in italiano moderno si avrebbe l’infinito): [4] ‘Summae Deus clementïae’ nel seno/ al grande ardore allora udi’ cantando . . . (Dante Purg. XXV, v. 121-22: oggi sarebbe udii cantare). Più in generale, si può dire per i gerundi romanzi ciò che afferma Huber 1986: 210s. per il portoghese in particolare: «A maior parte das vezes o gerúndio serve para reduzir oraçôes subordinadas: por ex. E veendo Paununcio a santa vida do abade, nunca se partia d’aquel moesteiro (Euf. 358)». 1. Usi romanzi del GER/ GERV differenti I costrutti romanzi mostrano fra loro notevoli differenze di usi sintattici e funzioni semantiche: [5] sard. . . . a vvistu pind ę ndi . . . un filu (es. da Loi Corvetto 1983: 158) e [5bis] it. regionale sardo ha visto pendendo un filo vs. it. *ha visto pendendo un filo; [6] rum. Peter nu aude copiii i cântînd i vs. it. *P. non sente i bambini i cantando i [7] sp. lo i vimos comiendo i en un restaurante vs. it. *lo i vedemmo mangiando i in un ristorante; [8] fr. Elle m i ’a vu sortant i du cinéma vs. it. *lei mi i ha visto uscendo i dal cinema (cf. Ramat 1996: 843). Per marcare la non coreferenzialità col soggetto in italiano è obbligatorio l’uso dell’INF: lei mi ha visto uscire dal cinema 2 . Così pure in occitanico: vei son paire a venir 3 . 3 2 Ovvero una frase introdotta da COMP: lei ha visto Giovanni i che usciva i dal cinema. 3 Questi esempi mostrano che in francese e spagnolo (e così pure in catalano, rumeno e retoromancio) l’attante delle forme gerundive può essere diverso da quello del verbo principale (different subject: DS), come invece - salvo il caso, stilisticamente molto marcato, del cosiddetto gerundio assoluto - non può essere in italiano (same subject: SS). Cf. König/ van der Auwera 1990: 338s. In sardo tali forme possono essere sia SS, sia DS: cf. Cuzzolin 2005: 181s. Come vedremo più avanti, anche nell’italiano antico poteva trovarsi DS. Al di là delle distinzioni idiolinguistiche tra SS e DS, in generale si può dunque dire, con riferimento agli esempi [5]-[9] e a quelli che vedremo in séguito, che la funzione prima di queste forme è quella di marcare una situazione cooccorrente con quella espressa dal verbo principale. Paolo Ramat/ Federica Da Milano [9] sp. el niño se devertió rompiendo los libros vs. fr. *l’enfant s’amusa rompant les livres (bisogna dire en rompant); [10] fr. rue passante (‘street where many pass’, Harris/ Vincent 1988: 235); stationnement payant vs. it. *via passante, *parcheggio pagante; [11] sp. agua hirviendo, sard. s’abba buddinde, rum. leb ă da murind ă (secondo Spitzer 1927 un calco dal francese le cygne mourant); ma it. acqua bollente, cigno morente con un PTC. Senza voler ora affrontare la complessa questione dei corpora di testi paralleli, un semplice confronto fra tre brani tratti dalla saga di Harry Potter mostrerà come le forme in -ing dell’originale inglese vengono tradotte con strategie diverse nelle lingue romanze: [A] «There’s more in the frying pan, sweetums», said Aunt Petunia, turning misty eyes on her massive son. (Rowl. H.P. chamb. p. 7) fr. Il n’y en a dans la poêle, mon trésor adoré, dit la tante Pétunia en tournant un regard embué vers son énorme fils. (Rowl. H.P. chambr. p. 6) it. «Ce n’è tanto nella padella, tesoruccio» disse zia Petunia, posando uno sguardo tenero sul suo grasso figliolo. (H.P. camer. p. 5) port. Há mais na frigideira, fofinho - disse a tia Petúnia, lançando um olhar vago ao seu filho compacto. (H.P. câm. p. 9) sp. Queda más en la sartén, ricura - dijo tía Petunia, volviendo los ojos a su robusto hijo. (H.P. cám. p. 9) cat. N’hi ha més a la paella, rei - va dir la tieta Petúnia mirant-se el seu immens fill amb ulls plorosos. (H.P. cambr. p. 7) [B] Mr. Dursley jumped to his feet, veins throbbing in his temples. (Rowl. H.P. chamb. p. 8) fr. Quant à Mr. Dursley, il se leva d’un bond, les veines de ses tempes battant sous l’effet de la fureur. (H.P. chambr. p. 6) it. il signor Dursley balzò in piedi con le vene delle tempie che gli pulsavano. (H.P. camer. p. 6) port. Mr. Dursley pôs-se de pé com as veias das têmporas dilatadas. (H.P. câm. p. 10) sp. y el señor Dursley se puso de pie de un salto, con las venas de las sienese palpitándole. (H.P. cám. p. 10) cat. el senyor Dursley es va alçar d’un bot i el pols li va començar a bategar. (H.P. cambr. p. 8) [C] Uncle Vernon sat back down, breathing like a rhinoceros and watching Harry closely out of the corners of his small, sharp eyes. (Rowl. H.P. chamb. p. 8-9) fr. L’oncle Vernon se rassit en soufflant comme un rhinoceros prêt à charger et surveilla attentivement Harry du coin de ses petits yeux perçants. (H.P. chambr. p. 7) it. Zio Vernon tornò a sedersi, ansimando come un rinoceronte sfiatato e guardando Harry di traverso con i suoi occhietti penetranti. (H.P. camer. p. 7) port. O tio Vernon voltou a sentar-se, respirando como un rinoceronte exausto e observando Harry de perto pelo canto dos seus olhos pequeninos e penetrantes (H.P. câm. p. 10) sp. Tío Vernon volvió a sentarse, resoplando como un rinoceronte al que le faltara el aire y vigilando estrechamente a Harry por el rabillo de sus ojos pequeños y penetrantes (H.P. cám. p. 10) cat. El tiet Vernon es va tornar a asseure, respirant com si fos un rinoceront que s’ha quedat sense alè i observant el Harry de prop pel filet dels seus ulls petits i penetrants (H.P. cambr. p. 8) 4 Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze La nostra intenzione è di studiare in questa ricerca dal punto di vista funzionale e anche in prospettiva diacronica tali differenze. Ad es. oggi l’italiano non ammette più un costrutto come: [12] . . . sì vi trovò una donna in pianto, scapigliata e scinta, forte lamentando, la quale era molto sconsolata e piangea uno suo caro marito lo quale era morto lo [in quel] giorno. (Novell., 59, r. 14-7) che altrove invece è ancora ammesso, ad es. in spagnolo: [13] Vimos a María besándose con un hombre. 2. La converbialità Le forme nominali lat. in -Vndum, -Vndi, -Vndo (GER, sostantivo neutro; V = vocale), quelle aggettivali flesse in -Vndus, -Vndae, -Vndarum ecc. (GERV) e taluni usi dei participi in -Vnte(m) sono state sovente considerate da un punto di vista interlinguistico come facenti parte del più vasto insieme dei converbi, i quali spesso servono a connettere in posizione sintatticamente subordinata due o più lessemi verbali. Tuttavia, osservando ad es. i costrutti del sardo e del rumeno visti sopra, la definizione di Haspelmath 1995: 3, diventata pressoché canonica («a non-finite verb form whose main function is to mark adverbial subordination»), risulta essere troppo restrittiva, se vogliamo continuare a considerare GER e GERV come forme converbiali. Negli esempi sardo [5] e rumeno [6] pind ę ndi e, rispettivamente, cântînd hanno valore di frase complemento, tutt’altro che avverbiale. Così era già in latino: [14] Video pueros ludentes [15] Plancinam . . .Augusta monuit . . .Agrippinam insectandi (Tac. Ann. 2, 43, cit. in Ernout/ Thomas 1989: 268) dove insectandi è il complemento di monuit, necessario perché la frase sia grammaticalmente corretta. In questo senso risulta inadeguata anche la definizione avanzata da Nedjalkov 1995: 97: «As a first approximation, we can define a converb as a verb form which depends syntactically on another verb form, but is not its syntactic actant, i. e., does not realise its semantic valencies». In realtà nell’esempio tacitiano come in quelli sardo e rumeno il converbo è una valenza necessaria. Lasciamo quindi da parte se GER e GERV nonché PTC siano da annoverarsi tra i converbi (in fondo è una questione di definire cosa esattamente si intende con converbio) e concentriamoci piuttosto sulle forme latine e romanze oggetto della presente ricerca 4 . 5 4 Sulla problematicità della nozione di converbio come categoria interlinguisticamente valida, cf. Zúñiga 1998. Paolo Ramat/ Federica Da Milano Del pari non ci occuperemo di quei PTC che hanno assunto pieno valore sostantivale, con un processo completo di transcategorizzazione, tipo it. cantante, calmante, amante, ecc. (ma vedi per contro fr. café chantant come stationnement payant di [10], vs. it. *caffè cantante! ): il contesto sintattico in cui compaiono questi ex-participi è totalmente altro. E a maggior ragione non tratteremo qui delle forme participiali completamente lessicalizzate, la cui etimologia è ormai irriconoscibile, tipo pendant, sergent ( lat. serviente(m)). 3. La comune base latina Partiamo dalla constatazione che GER/ GERV, PTC, AcI e infiniti in genere sono strutture nominali che rappresentano un’alternativa alla subordinazione di modo finito (cf. Calboli 1990: 279; Pinkster 1984: 94s.; Ramat 2005: 136s.). La natura verbale del GER si nota quando è accompagnato da un modificatore: ars bene amandi (impossibile un *ars boni amandi con accordo dell’aggettivo). Tuttavia GER è a buon diritto considerato la declinazione dell’infinito, avente funzione nominale: aptus pugnando DAT , studium pugnandi GEN , ecc. Come è noto, GERV si distingue da GER per il fatto di apparire in posizione aggettivale in un sintagma nominale (SN): [16] vulnera [[in] PREP [oppugnando oppido] SN ] SP acceperat [16bis] specie defendendae provinciae ob imminentes Suebos ceterum ut avellerentur castris (Tac. Ann. 1, 44) dove si noterà la funzione di complemento obbligatorio del SN nel costrutto col GERV (specie da solo non darebbe senso alla frase). In questa funzione aggettivale GERV può apparire anche in una predicazione nominale: Carthago delenda [scil. est]. Si noti inoltre nei successivi es. [17] e [18] il valore di astratto verbale del GER, con funzione di vero e proprio nomen actionis, come tale non legato ad una determinazione temporale. La sua natura verbale permette a GER di governare un caso, ad es. il genitivo oggettivo: d’altro canto potestas reiecendi iudicum di [17] equivale a potestas reiectionis iudicum cioè ad un astratto nominale: [17] reiciendi iudicum GEN potestas (Cic. Verr. 2,77) [18] cupidus videndi urbem ACC Equivalenti a [18] sono il costrutto GERV cupidus videndae urbis GEN e il più raro cupidus urbis videndi GER letter. ‘desideroso del vedere della città’, «sans doute la plus ancienne [construction]» (Ernout/ Thomas 1989: 268). Un costrutto come cupiditas [pueri tuendi] [SN.GEN] ‘il desiderio della vista del ragazzo di vedere il ragazzo’, con - appunto - pueri quale genitivo oggettivo, ha fatto sì che GER e GERV fossero formalmente identici (salvo al nominativo, dove 6 Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze GER è solamente neutro) e tuendi sia stato inteso come forma aggettivale concordante in genere numero e caso con pueri in un sintagma nominale di cui pueri costituisce la testa (cf. Baldi 2002: 407). Il parallelismo tra costruzioni con GER e GERV si mostra anche nell’uso impersonale di GER in frase nominale: nunc est bibendum, omologo al già ricordato Carthago delenda, mentre: [19] nunc pede libero pulsanda tellus che immediatamente segue nel verso oraziano [Hor. C. I, 37: v. 1-2] è una forma di GERV concordata con tellus, soggetto (SUBJ) di una frase passiva ad agente indefinito 5 . Comunque ai nostri fini è scarsamente rilevante la discussione circa l’origine delle forme in -Vnddel GER e del GERV e quale delle due forme sia da considerarsi più antica, data la loro oggettiva confluenza, anche dal punto di vista semantico 6 . GER e GERV esprimono fondamentalmente possibilità/ necessità di un evento che deve ancora realizzarsi, che costituisce lo scopo: [20] mihi . . . lucis das tuendi [GER.GENIT.] copiam [ACC] (Plaut. Capt. 1008) E si vedano per il valore di necessità, scopo, soprattutto le costruzioni del tipo: [21] pontem faciendum [GER o GERV? ] curavit dove, ancora una volta, la forma latina può essere tradotta con un nomen actionis: ‘curò la costruzione del ponte’, come nel precedente es. [16] in oppugnando oppido: ‘nell’assalto alla città’; e ancora [22] decemviri sacris faciundis [23] Aegyptum proficiscitur cognoscendae antiquitatis (Tac. Ann. 2, 59). Dal punto di vista indoeuropeo, ciò è riconducibile, come nel caso dei costrutti assoluti, alla scarsezza di frasi subordinate introdotte da appositi elementi subordinanti. La parola, dotata di marche funzionali che ne individuano il ruolo sintattico nella frase, ha una sua forte autonomia: i magistrati preposti al conio delle monete si chiamavano IIIviri aere argento auro flando feriundo, dove si noterà l’accordo di 7 5 Il GER impersonale, raro nel latino letterario, tende ad espandersi nel latino tardo ed è già attestato nei graffiti pompeiani: i. minimum malum fit contemnendo maximum, CIL IV 2069 Sempre per sottolineare il parallelismo tra costrutti con GER e PTC citiamo poi un esempio (tardo) di PTC ABS IMPERS: ii. Et facta est non modica turbatio, sperantes esse eum mortuum, Hist. Alex. Magni (X sec.) I, 24. 6 A questo proposito cf. Woodcock 1985 [ 1959]: 159. Paolo Ramat/ Federica Da Milano tipo aggettivale delle forme verbali (GERV) con i sostantivi che ne costituiscono logicamente l’oggetto. Lo stesso dicasi per decemviri legibus scribundis DAT/ ABL ‘i decemviri per le leggi da scrivere’ cioè ‘i decemviri che debbono scrivere le leggi’, dove decemviri si comporta come un nome relazionale, tipo presidente, comandante che implicano una specificazione (di che cosa uno è presidente, comandante). Al valore di astratto verbale del GER, con funzione di vero e proprio nomen actionis visto in [17] e [18], si affianca quello di circostanziale, equivalente ad una frase subordinata come in [16]: ‘. . . mentre assaliva la città’, o addirittura ad un costrutto assoluto come in [26]. Il valore circostanziale - che fornisce informazione aggiuntiva di tipo converbiale - diventa poi frequente nel latino tardo in costrutti del tipo: [24a] Angeli canendo eum deferunt in excelsum (Greg.Tur. Mart. I, 4) [24b] mulieres . . . similiter et viri . . . plangendo prosequebantur (Greg.Tur. V. patr. 685, 3) Le frasi hanno senso compiuto e sono sintatticamente corrette anche togliendo i GER. Da un punto di vista generale è importante notare che queste forme di GER circostanziale possono essere tanto participant-oriented ( canentes angeli) quanto event-oriented ( canentes deferunt) 7 . Questa proprietà sarà mantenuta, come vedremo, nelle forme participiali o gerundiali delle lingue romanze (cf. la citazione da Creissels in N16). Tali costrutti sono già nella Peregrinatio Ætheriae (IV sec.): [25a] transiens mare perveni Constantinopolim (Aeth. 23,8); [25b] omnia loca quae filii Israhel tetigerant eundo vel redeundo ad montem (Aeth. 5.11; cf. Cuzzolin 2005: 177). E poi, nell’esempio seguente: [26] Multi orantes non exaudiuntur providendo illis Deus meliora quam petunt [per providente Deo], (Isid. Sent. 3,7,26) il PTC concordato col SUBJ può essere equivalente ad una relativa restrittiva: ‘molti di coloro che pregano’, mentre in [27] il GER ha valore assoluto 8 : [27] manducando meus filius panem [per manducante meo filio]. 8 7 Cf. van der Auwera/ Malchukov 2005 i quali (p. 411) portano l’esempio dei PTC neerlandesi: Georges heeft het feestje woedend verlaten ‘George has the party angry/ angrily left’ dove woedend (lett. ‘furente’) «simply does not distinguish between adverbs of manner and adjectives». 8 Sui costrutti gerundiali assoluti con SUBJ al nominativo nel latino tardo e protoromanzo si veda la documentazione in Dinale 1997: 188s. Ad.es.: Taliter ille NOM iurando omnis populus DS flevit Persarum, Hist. Alex. Magni, II, 21. Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze [25b], [26] e [27] riflettono la tendenza del latino volgare a sostituire i participi in funzione non aggettivale con il gerundio ablativo, per cui si veda: Whereas the Indo-European origin of this form is difficult to establish . . . from the historical point of view the origin of the Romance gerund can be presumably traced back to the gerundium of Latin, and more precisely to the ablative case of the gerundium (Maraldi 1994). It must be noticed, however, that in some Romance languages the gerund and the present participle merged together quite early, very often making it impossible to disentangle the origin of the different forms, i. e. whether they derive from an original gerund or a present participle (Iliescu/ Mourin 1991: 231-45). Obviously, the interchangeability and the eventual merging of the forms was possible because they were very close to one another not only from a formal, but also functional viewpoint (Cuzzolin 2005: 177). Dal punto di vista funzionale entrambi GER/ GERV e PTC possono esprimere un circostanziale, non argomentale (per una trattazione degli esiti nelle varie lingue romanze cf. §4; il nostro gerundio italiano si attaglia a tradurre tutti gli esempi seguenti); da un lato: [28] sum defessus quaeritando (Plaut. Amph. 1014) (cf. infatti in Plaut. Epid. 197 sum defessus quaerere INF ) e il già citato: [16] . . . vulneribus, quae in oppugnando oppido [N.B: non oppidum ACCUS ] acceperat (Nepos V. ill., 7, 5) ‘aveva ricevuto ferite nell’assalire la città’ (lett. ‘nella città da assalire nell’assalto NOM.ACT. della città/ assalendo la città’); dall’altro: [29] Rubos fessi pervenimus utpote longum carpentes iter (Hor. C. I,V,93) [30] Sp. Maelium novis rebus studentem manu sua occidit (Cic. Catil. 1,3) che opportunamente affianca due esempi dalla Peregrinatio già citata: [31] omnia loca, quae filii Israhel tetigerant eundo GER vel redeundo GER ad montem (Aeth. 5.11) [32] omnia loca, quae filii Israhel exeuntes PTC de Ramesse tetigerant euntes PTC (ibid., 7.1). Per questi casi si veda Cuzzolin 2005: 177: The merging can be traced as far back as Late Latin 9 : beside some familiar examples from Gregory of Tours (6 th century CE), traditionally quoted in handbooks, even clearer evidence can already be found at least a couple of centuries earlier. 9 9 Ma già in Vitruvio (I sec. a. C.) troviamo affiancati nello stesso contesto PTC e GER: recipientes humorem turgescunt, deinde secciscendo contrahuntur, De arch. 2,8,32. Sul progressivo diffondersi nel latino tardo e nel protoromanzo delle forme di GER a scapito del PTC cf. Dinale 1997, cap. 9, la quale tuttavia contesta la tesi di una coalescenza fonetica tra GER e PTC. Paolo Ramat/ Federica Da Milano A questo punto le forme GER/ GERV e PTC possono esprimere circostanziali di causa, modo, strumento, scopo, tutte le funzioni che gerundi e participi potranno assumere nelle lingue romanze (cf. §5): [33] ad hospitium cuiusdam pauperis divertunt mansionis postulando necessitatem (Greg. Tur. Sat. 47) (cf. Kooreman 1989) [34] adveniente vero die, celebrata nuptiarum sollemnitate, in uno strato ex more locantur (Greg. Tur. Franc. I,47,32,12). E ancora: [35] Talia cum magnu fletu iactanti, commotus pietate iuvenis ait: etc. (Greg. Tur. Franc. I 47,31,4). Si tratta evidentemente di un costrutto di tipo assoluto ablativale (ancorché con una desinenza -i) 10 , contenente però un PTC presente, che, sia formalmente sia semanticamente, può avvicinarsi a un GERV: ‘ripetendo [scil. la conversa] tali parole con gran pianto, egli, commosso dalla devozione della giovane, dice: etc.’ 11 . Ma non troviamo solo esempi in ablativo. Si cf.: [36] Illud etiam placuit propter eos, qui adpropinquantem finem mundi disperant ut . . . explanitur aperte, quanti ab exordio mundi sint anni (Greg. Tur. Franc. I,3,15) dove forse si può pensare alla ben nota confusione tra accusativo e ablativo a causa della debolezza della nasale finale (cioè finem per fine): il che porterebbe l’accusativo non già ad essere l’oggetto di disperant, che introduce piuttosto come verbo intrans. l’ut seguente, bensì a coincidere con un ablativo (‘avvicinandosi la fine del mondo’). Se poi è accettabile la lettura: [37] sol ruente nox clauditur (Greg. Tur. Franc. I 48, 33, 4-5) ‘correndo il sole, la notte si distende’ (cf. Greco 2005: 58), avremmo addirittura un nominativo seguito da un PTC in ablativo, con un costrutto ormai tipicamente romanzo 12 . In conclusione, i due costrutti - GER/ GERV 10 10 Cf. su ciò la discussione in Greco 2005: 56. 11 L’esame del I libro della Franc. condotta da Greco 2005: 8 produce il seguente risultato circa le costruzioni participiali (in totale 286) come usitatissimo mezzo per la subordinazione frasale: PTC Congiunti 174 (= 60,84 %); Costruz. Assolute 100 (= 34,96 %); Accus. cum PTC 7 (= 2,45 %); post + PTC (tipo post conditam urbem) 5 (= 1.75 %). 12 Non mancano nemmeno esempi di nominativo assoluto, come: «Resurgens autem Dominus, per quadraginta dies cum discipolis de regno Dei disputans, videntibus illis in nube susceptus evectusque in caelis, ad Patris dexteram resedet gloriosus» (Greg. Tur. Franc. I 24, 19, 3-5). Tuttavia, per il nostro assunto di coincidenza formale e funzionale delle costruzioni participiali e di GER/ GERV, ribadito subito qui sotto, i PTC al nomin.sing. sono meno apprezzabili, proprio a causa della mancanza in essi del nesso -Vntche avvicina i participi a gerundi e gerundivi. Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze e PTC - risultano di fatto, nel latino tardo, sempre più funzionalmente interscambiabili, anche per quella coincidenza formale di cui si è detto all’inizio. Non deve quindi far meraviglia se in alcune lingue romanze - come il sardo - il PTC rappresenta solo un relitto (cf. su molente ‘l’asino’: N24) e anche la sua funzione attributiva è stata assunta dal GER. Ciò che ha contribuito al mantenimento del participio presente in latino è, secondo Goelzer 1909, la sua diffusione nel latino ecclesiastico. Secondo Bayard 1902, infatti, l’uso del participio in Cipriano è soprattutto evidente quando l’autore presenta citazioni scritturali. In particolare, il participio non è mai sostituito da un gerundio: non *monet dicendo, ma monet dicens. L’estensione sempre maggiore del participio presente si constata anche nelle opere di san Gerolamo, «le représentant le plus remarquable de cette langue latine chrétienne que parla l’Europe savante du moyen âge» (Goelzer 1909: 299). È soprattutto a causa del valore di sostantivo che viene attribuito al participio presente che ci si allontana dall’uso classico: celantes, dormientibus, exeuntes, male habentes, peregrinantes, servientium Deo, videntes, poenitens, desperans, videntem, ecc. 13 Goelzer 1909: 301 sostiene che la seule différence qui distingue (ici) l’usage des écrivains de la décadence de celui des anciens auteurs - mais c’est une différence capitale - c’est que les premiers recherchent la construction participiale presque aussi délibérément que les Grecs, alors que les autres ne semblent l’employer qu’à regret. In particolare per il francese si veda quanto afferma Weerenbeck 1927: 32: Bien que, d’une part, la tendance populaire à faire entrer ou rentrer le participium praesens dans la catégorie des simples adjectifs fût déjà la même en latin qu’actuellement en français, nous verrons que, d’autre part, le participium praesens s’est pourtant maintenu. Le costruzioni perifrastiche, del tipo stat/ venit/ it cantans (o cantando) che avranno grande diffusione nelle lingue romanze sono ignote al latino classico e rare nel latino postclassico: stetit cunctando in Ammiano Marcellino, stellas ire trahendo comas in Fortunato. Sono più frequenti nel latino cristiano: ibat proficiens atque succrescens in Gen. 26,13, inde conscendens venit ad habitatores Dabir in Josue 15.15 (cf. Giacalone Ramat 1995: 183; Brianti 2000: 98). Sono abbastanza frequenti nella Hist. Alex. Magni (X sec.): iste, qui sic pugnando vadit, adiungitur in virtute et victoria sua (II,7); quare vadis discorrendo et facendo tanta ac talia? (III,6). Anche se Dietrich 1973 sostiene che i costrutti romanzi risalgono al lat. cristiano - e in ultima analisi al greco neotestamentario -, la loro diffusione è un tratto caratteristico, proprio delle lingue romanze (Giacalone Ramat 1995: 183s.). 11 13 Cf. ad es. Cum . . . persequentes falleret (Avit, V, 257); In ignoto minor est peccante reatus (Avit, VI, 268). Paolo Ramat/ Federica Da Milano 4. Gerundio/ gerundivo e participio: confluenza e/ o distinzione In francese, nelle forme in -ant si è verificata, come in provenzale e catalano, la convergenza di GER, GERV e PTC presente, onde, prima dell’intervento normativo dell’Académie (cf. più sotto), è difficile vedere quale può essere precisamente l’antefatto latino di ciascun esempio: [38a] Mais ne soiés ja de rien redotant PTC letter. Ma non siate già di niente temente, cioè ‘Non temete niente’ 14 [38b] Veant GER toz ses barons se done la dame a monseignor Yvein (Ch. Yv. 2150) letter. Vedendo tutti i suoi baroni . . ., cioè ‘sotto gli occhi di tutti i suoi baroni’. [38b] rappresenta un circostanziale che probabilmente sarebbe in latino un Videntes omnes eius barones . . .; mentre a: [39] Le seigneur del chastel meïsme apele oiant toz (Ch. Yv. 4029) l’italiano risponde senza dubbio con un GER ‘. . . udendo tutti’; mentre l’esempio seguente: [40] L’autre ne l’avoit desconfit dedans le soleil couchant (J. Bue. Jouv.) probabilmente corrisponderebbe al latino: ante solis occasum (cf. Picoche/ Marchello-Nizia 1991: 311). [I]l y a eu de nombreuses substitutions d’un gerundium à un participe présent en latin . . . Dans les cas où le latin, surtout le latin postérieur, présente un gerundium, on est autorisé à voir dans un gerundium italien ou espagnol, par example, et de même, en français, dans une forme invariable en -ant, le reste d’un gerundium latin (Weerenbeck 1927: 70). Ma la forma non è sufficiente per parlare di un gerundio. Si tratta sempre di forme non flesse, sia per quanto riguarda le forme in -ant che hanno un valore parzialmente o interamente aggettivale, sia quelle che hanno valore verbale 15 . Si può affermare in conclusione che un participio, sempre invariabile nella Chanson de Roland, non prova che, come valore sintattico, sia diventato un gerundio. La grammatica di Wilmet 1998: 297 non distingue tra le due forme, ma le tratta insieme sotto l’etichetta di participe 1: «Le syntagme prépositionnel à valeur de complément circonstanciel nommé ‹gérondif› devient simplement un ‹participe présent précédé de la préposition en›». Già il latino conosce del resto il costrutto di in + GER (cf. esempi [50] e [51] e tabella 1). 12 14 Una differenza rimane tuttavia quando il PTC presente si flette e si accorda col sostantivo cui si riferisce: Ele estoit son pere cremanz (non: cremant), H. R. V. pal. 222; cf. Menard 1976: 169s. 15 Esempi di participi non flessi dalla Chanson de Roland (testo di Oxford): E priet Deu qu’as anmes seit guarant (2518); Se Mahumet me vuelt estre guarant (868); Grandonie fut e prozdom et vaillant/ E vertuus e vassal cumbatant (1636-37). Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze Togeby 1983: 56 scrive che participio e gerundio «sont prédestinés à être complément adverbial, et la différence entre eux n’est pas grande, ni sur le plan de la construction, ni sur celui du sens». Høyer 2003 sostiene con Halmøy 1981 il parere di Bonnard GLLF: 2221: «On est en droit de distinguer par la forme, comme on est forcé de le faire par la fonction, le gérondif en sortant du participe présent sortant» 16 . Ricordiamo che il costrutto, preceduto o meno da preposizione, serve essenzialmente a segnalare un’azione che accade simultaneamente rispetto a quella codificata dal verbo principale. Ma può rappresentare anche la necessaria frase complemento: il eust grant paor de la teste perdant (es. da Vossler, s.d.: 123; qui come es. [109]). Forse la frase francese potrebbe essere un calco da un latino perdendi caput. Il gerundio e il participio presente condividono con l’aggettivo la capacità di adottare un ruolo sostantivato. Uno stadio intermedio è rappresentato dalle locuzioni en estant e en seant che, sebbene ancora caratterizzate da una certa forza 13 16 Cf. Larousse, Dictionnaire du français contemporain, éd. 1980, s. gérondif «En français forme en -ant du verbe, précédé de la préposition en; en latin, forme verbale à valeur de substantif». Sul vasto problema delle definizioni delle forme del verbo, che non possiamo qui discutere in extenso, ci limitiamo a riportare da Creissels 2004: ch. 6 quanto segue: «L’étiquetage des formes verbales dépendantes, et notamment des formes verbales non finies, est une question délicate, et pour tout dire extrêmement confuse. Une raison majeure pour laquelle il est souvent impossible de régler cette question de terminologie de façon tout à fait satisfaisante est qu’on trouve dans beaucoup de langues des formes verbales dépendantes que leurs caractéristiques tant morphologiques que syntaxiques ne permettent pas de ramener à l’un des types répertoriés dans les grammaires traditionnelles (subjonctifs, infinitifs, gérondifs ou participes) . . . Il est rare que les formes verbales non finies soient totalement spécialisées dans un type bien précis de construction phrastique complexe: elles sont le plus souvent plurifonctionnelles, comme l’illustre le ‹participe présent› du français, qu’on rencontre à la fois dans des constructions où on peut reconnaître une subordination de type relatif (a) et dans d’autres où on peut reconnaître une subordination de type circonstanciel (b): les voyageurs ayant pris ce train l’ont tous trouvé très confortable Jean ayant pris le train, nous pouvons utiliser sa voiture La seule conclusion possible dans une perspective contrastive et typologique est que les formes verbales dépendantes constituent un domaine où il faut être particulièrement méfiant envers les pratiques terminologiques, si on veut réellement faire apparaître en quoi les systèmes de langues différentes se ressemblent ou au contraire divergent: les mêmes étiquettes s’appliquent d’une tradition à l’autre à des formes ayant des caractéristiques très différentes . . . Le terme de gérondif est le troisième terme (à côté d’infinitif et de participe) dont nous avons hérité de la grammaire traditionnelle pour classer les formes verbales non finies . . . Pour gérondif . . . il règne déjà une telle confusion au niveau de l’usage traditionnel de ce terme qu’il ne serait pas raisonnable d’en proposer une définition applicable à la description de langues où l’usage de ce terme n’est pas déjà ancré». Circa la plurifunzionalità di forme verbali non finite - come i nostri GER/ GERV/ PTC -, fuori dall’àmbito romanzo ci limitiamo a ricordare il mangarayi che usa una «generalized subordinate clause» per tutte le funzioni subordinate eccetto che per quella predicativa (cf.van der Auwera/ Malchukov 2005: 414) e il basco che ha un PTC in -ta con funzione sia predicativa, sia avverbiale, sia di predicazione secondaria («depictive» del tipo «George bought the carrots fresh»; ibid. 416). Paolo Ramat/ Federica Da Milano verbale, possono essere modificate da un aggettivo possessivo. Pur se è possibile che en estant enfatizzi l’aspetto verbale dell’espressione, mentre en son estant l’aspetto nominale, la differenza tra i due è sottile. Si veda: [41] isnelement est en estant levé (Nîm. 1372); [42] en estant c’est dreciez del lit (M. F. Gu. 362); [43] il ne se puet tenir en estant (Quest. 87.27) vs. [44] li rois Yons se dresce en son estant (Art. 104.5); [45] quant levé sont en lor estant (Montreuil 1029); [46] Lancelot se leva en son seant (Quest. 61.7). Vivant è usato in costruzioni con la preposizione a e un determinante possessivo: [47] vuelt que prenget moillier a son vivant (Alex. 39). Dormant è molto ambiguo tra una lettura verbale en dormant ‘while sleeping’ e una lettura nominale en mon dormant ‘during my sleep’: [48] En dormant a veü celi por cui ses cuers muert (Inc. 2466) vs. [49] vi un songe en mon dormant (Rose 26). Importante ricordare qui che in + GER è già latino; cf. [50] multum in cogitando dolorem indipiscor (Plaut. Tri. 224); [51] industria in agendo (Cic. Pomp. 29). Interessante lo sviluppo che si è avuto in catalano: la preposizione en può formare con INF costrutti con valore avverbiale di anteriorità, causalità, come in portoghese (cf. es. [128]), mentre nelle altre lingue romanze tali valori vengono espressi preferibilmente con GER semplice: [52] En entrar jo, tots s’alçaren [53] En veure’ls tan pobres, hom s’admirava que poguessin fer el que feien 17 . Tornando al francese, l’aggettivo verbale e il participio presente sono stati distinti nel 1679 dall’Académie française, che ha stabilito che il participio fosse invariabile.Aggettivo verbale e participio presente si distinguerebbero dunque a livello formale (aggettivo verbale variabile vs. participio invariabile) e a livello funzionale (l’aggettivo esprime una «qualité ou un état durable», mentre il participio indica una «action passagère»). Ma fino al XIX secolo gli scrittori continuano ad accor- 14 17 La costruzione en + INF è equivalente a quan + verbo flesso. Si tratta di una costruzione piuttosto letteraria; una alternativa è costituita dal costrutto al + INF (considerata non-standard). Nella lingua standard, questi usi temporali sono gli unici casi in cui un infinito può essere preceduto dalla preposizione en. Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze dare il participio presente: la veuve d’Hector pleurante à vos genoux (Rac. Andr.). Alcune espressioni giuridiche testimoniano tuttora l’antica variabilità del participio presente: les ayants droit, toute affaires cessantes. Si considerino inoltre le espressioni odierne come billets payants, couleur voyante (e l’es. [10]). Riassumendo quindi i punti essenziali relativamente al francese: - il ‘gérondif’ e il participio presente hanno caratteristiche verbali comuni; - terminano sempre in -ant; - il primo è invariabile e obbligatoriamente preceduto da en. Esprime la simultaneità temporale. La preposizione en può essere rinforzata dall’avverbio tout, soprattutto quando il gérondif esprime un’opposizione: tout en étant dévot, on n’en est pas moins homme; - il PTC presente può essere flesso accordandosi col sostantivo cui si riferisce; - il «gérondif» ha gli stessi valori aspettuali e temporali del participio presente: esso indica un processo in corso di realizzazione, simultaneo al processo espresso dal verbo principale (Il travaille en chantant). Ripetiamo infine che la differenza funzionale tra gerundio e participio presente non è sempre nettamente evidente: «quand le participe est apposé au sujet, il jouit d’une relative mobilité et prends des valeurs circonstancielles semblables à celles du gérondif (temps et cause notamment)» (Riegel/ Pellat/ Rioul 2006: 342). Anche in spagnolo la distinzione tra GER e PTC viene meno: le descrizioni dello spagnolo confermano abbondantemente quanto abbiamo osservato nel §0; Bosque/ Demonte 1999/ 2: 3453-54: . . . el origen híbrido de esta forma no finita del verbo, procedente de la confluencia de dos formas latinas: el gerundio en caso ablativo y el participio de presente. De la primera deriva la forma del gerundio castellano y su valor adverbial como un modificador verbal que expresa el medio o manera en que se realiza la acción denotada por el verbo principal, como en la oración Ganó un millón de pesetas apostando. De la segunda procede el valor predicativo del gerundio cuando aparece en frases como Vimos a María besándose con un hombre. Según Muñío (1995: 12), la sustitución del participio de presente por el ablativo de gerundio se da ya en castellano desde sus origenes, e incluso en el propio latín tardío se puede observar cómo algunas de las funciones del participio de presente habían pasado ya al gerundio [cf. il §3] 18 . 15 18 «Por lo que se refiere a este participio de presente, o de simultaneidad, es evidente su retroceso y pérdida de carga verbal en las lenguas romances (frente a la que tenía en el latín clásico y también en el latín tardío), sustituído cada vez más dedicadamente, en unos casos, por la forma ablativa del gerundio y, en otros, por proposiciones explícitas de relativo, condicionales, etc. La realidad es que, mientras en el español la desaparición de este participio, con valor de tal, es antigua (y prácticamente definitiva, lo mismo en la lengua hablada que en la escrita, a pesar de esporádicas repariciones cultistas), en el italiano (me refiero a la lengua escrita) tiene aun hoy día plena vigencia, no sólo en su función predicativo-proposicional. Ya el mismo Antonio de Nebrija, en su Gramática castellana (1492): ‹el castellano apena siente el participio del presente y del venidero, aunque algunos de los varones doctos introduxieron del latín algunos dellos›». (Murga 1978: 353). La distinzione tra le forme di PTC e GER in catalano si mantenne invece sino al XIII secolo. Paolo Ramat/ Federica Da Milano Sobre la evolución del gerundio español, véanse también Bassols 1983: 390, Lyer 1932, 1934 y De los Mozos 1973, 1974. Nei testi più antichi il GER in -ndo mostra grande molteplicità di funzioni, assumendo anche quelle che, specie nel latino tardo, potevano essere espresse - come abbiamo visto nel §3 - dal PTC presente. Quest’ultimo, invece, prende sempre più valore aggettivale 19 . Tuttavia, poi, i grammatici stigmatizzarono fortemente e ridussero l’uso del GER. Cabe señalar que algunos de los usos del gerundio considerados incorrectos (el llamado gerundio adjetivo) muestran ciertas características del participio de presente latino. Recordemos que en el español actual - a diferencia del francés - no hay participio de presente y que el significado verbal activo a él asociado se expresa de forma productiva hoy a través de una oración de relativo y también, en ciertos contextos, por el gerundio, como indica la alternancia de ambas formas en la secuencia Médicos que vacilan. Niños naciendo [Ángel M.a de Lera, Las últimas banderas, citado en De Bruyne 1993: 486]. En cambio, otras lenguas romances, como el italiano, sólo disponen de la relativa para denotar el valor señalado (Bosque/ Demonte 1999/ 2: 453-54). Las traducciones romances de textos bíblicos realizadas en el siglo XIII obligaron a sus autores a buscar soluciones, en una lengua de uso casi exclusivamente oral, a construcciones sintácticas complejas propias del latín escrito culto. Entre ellas estaban las de participio presente, forma que ha desaparecido prácticamente en castellano, aunque se conservó en otras lenguas romances (Sanchis Calvo 2004: 189). Secondo Meilán García 1991, il participio presente in castigliano sarebbe scomparso dopo un periodo di coesistenza con il gerundio. Ecco alcuni esempi dalla traduzione biblica (Biblia I,I,8): - con riferimento al soggetto: «Fablante fable» (I R. 4.4); «Faillar te han tres ombres que subran a Dios en Betthel, l’uno levant tres cabritos, e el otro tres tortas de pan e el otro un orco de vino» (I R. 10.13), - riferito all’oggetto diretto: «Vi dios salientes de tierra» (I R. 28.13). Spesso le forme originarie di participio presente sono tradotte con un gerundio; predominano i casi in cui l’antico participio si riferisce al soggetto: «Fueron a los campos, destruyendo et estragando las vynnas et follando las uvas» (Jc. 9.27); «Mató muchos mas, el muriendo, que no avia muerto dante» (Jc. 16.30). Tuttavia il gerundio appare anche in riferimento all’oggetto diretto: «Metio lo delant el rey Saul, teniendo en su mano la cabeça del philisteo» (I R. 17.57). I casi più frequenti sono quelli in cui il verbo principale è fallar o un verbo di percezione: «Fallaron a Saul jaziendo e durmiendo en su tienda» (I R. 26.7); «Micol, fija de Saul, cato por la finiestra e vio a David cantando et baillando delante Dios» (II R. 6.16). 16 19 Muñío Valverde 1995: 12 cita dalle Glosas Emilianenses y Silenses (XI sec.) esempi come ignorans glossato con non sapiendo, absente marito suo con luenge stando, ecc. Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze Il participio latino viene tradotto in modi molto diversi; per esempio, con una subordinata avverbiale. Nella maggior parte dei casi, la subordinata si riferisce al soggetto, è temporale ed è introdotta da quando: «Quando vio Gedeon que angel de Dios era, dixo . . .» (Jc. 6.22). Vi sono poi molte traduzioni del participio con una frase coordinata: «Tomaron dos vacas paridas et junieron las al carro» (I R. 6.10). È interessante osservare che nell’es. già citato agua hirviendo, tratto da un autore messicano contemporaneo, Fernando del Paso, si ha chiaramente un «gerundio adjetivo» (il PTC, ormai usato come aggettivo, sarebbe hirviente) 20 . Già nei testi medievali si incontrano frequentemente gerundi che in latino sarebbero apparsi come participi o come frasi dipendenti (cf. N9 e la precedente citazione da Bosque/ Demonte): [54] tomola i el demonio a la Missa estando i (Abrev. I, 661), [55] e mataron lo i los christianos estando i seguro e non se guardando i dellos (Cr.A.XI, II, 288), un costrutto che, come vedremo, non è ammesso nell’italiano moderno ma è ancora vitale nell’italiano antico (cf. es. [197]), nonché in sardo. Nello spagnolo medievale 21 il SUBJ del GER è molto spesso lo stesso del verbo di modo finito (SS), specialmente coi «verba dicendi»: [56] E el rey don García estaua esforçando a los suyos diziendoles : . . . (Cr. Gral. II, 501). Ma certamente non mancano casi di DS, col gerundio anteposto o posposto al verbo di modo finito: [57] Et padre et fijo auiendo su desacuerdo entressi, sopieronlo luego los moros (Cr. Gral. II, 543), [58] Este rey don Pedro fue a Roma, seyendo apostóligo Inocencio el tercero (Cr. Gral. II, 479). Ma, come in italiano, il GER può riferirsi anche ad un SUBJ impersonale: [59] Meior es perder faziendo derecho, que ganar por fazer tuerto (Luc. p. 100). La modalità espressa dal GER può essere messa in focus all’inizio della frase: [60] Llorando de los ojos [. . .], assis parten unos d’otros (id., 374s.). 17 20 A proposito di gerundi/ aggettivi in spagnolo (non solo messicano), Raffele Simone gentilmente ci segnala il seguente esempio, con clitico, dal País del 29/ 06/ 09: «Se despertó con un fusil apuntándole». 21 Per i cui esempi ci siamo basati sostanzialmente sul testo di Muñío Valverde 1995. Paolo Ramat/ Federica Da Milano Anche in portoghese le forme di GER e PTC tendono a confondersi: O portugués conservou, portanto, o ablativo latino do gerúndio. «? Este caso alargou a pouco e pouco o seu domínio à custa do part. pres.»? (Diez, Gramm. der roman. Sprachen, 3 Bde.; Bonn 1870-1882 5 ) (Huber 1986: 210s.). Nel periodo classico (XVI e XVII sec.) «o participio presente . . . mantém-se todavía com o seu valor latino e, assim, por exemplo, escreve Garcia da Orta nos seus Colóquios dos Simples (1563), estante em Goa por estando em Goa, embora bem depressa este participio ceda jà o seu lugar ao gerúndio» (Vázquez Cuesta/ Mendes da Luz 1980: 200). Anche in catalano si ha una confusione sia formale che funzionale tra GER e PTC: el llatí vulgar conservà, al costat del gerundi, un adjectiu verbal, el participi present. Aquesta situació es mantenia encara en el català literari medieval, on el gerundi tenia una funció adverbial i el participi present una d’adjectiva, fet que era constatable en la invariabilitat pel que fa al nombre en el primer cas i la concordança en el segon. [N26: Hi avia, a més, una distinció fonologica entre aquestes dues formes, si més no fin al siglo xiii, ya que en els documents d’aquesta època el gerundi acaba en -n i el participi present en -nt. . . . Ara bé, la gran semblança fonética entre el gerundi i el participi present, ajudada per la semblança funcional, acabà integrant totes dues funcions en una sola forma acabada en -nt. Possiblement aquest fet contribuí a fer desaparèixer la funció adjectiva que tenia aquesta forma] (Duarte i Montserrat/ Alsina i Keith 1986/ II: 26) 22 . Tuttavia, la differenza esistente tra PTC e GER può essere apprezzata attraverso l’osservazione dei seguenti esempi: [61] Porta aigua bullent (PTC) [62] L’aigua està bullint (GER) [63] La Bella Dorment (PTC) [64] Si estan dormint, no els molesteu (GER). Dols/ Wheeler/ Yates 1999: 416-17 notano che forme inglesi in -ing non dovrebbero esser tradotte in catalano con GER: «‘an appendix supplying more documentation’ should not be translated with the gerund (*un apèndix fornint més documentació) but rather with a relative clause: un apèndix que forneix/ fornia més documentació». Per quanto riguarda l’italiano, nonostante esempi di lettura ambigua dell’italiano antico, esso mantiene tuttoggi la distinzione di forma tra GER e PTC. Nell’italiano antico (cf. la ricca esemplificazione in Egerland 2010) alcuni costrutti del participio presente, come negli es. [65a-d], sono certamente un calco dell’ablativo assoluto latino: 18 22 Però nella III coniugaz. il PTC è in -ent e il GER in -int (finent vs. finint). Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze [65a] In calen di maggio, levante il sole in Tauro (Cron. fior. 84.01), [65b] E prima il prolago, parlante Filosofia al figliuolo (Giamb. Tratt. 123.2), [65c] Di questo si parlerà altrove più compiutamente in uno libello ch’io intendo di fare, Dio concedente, di Volgare Eloquenza (Dante Conv. I.5.22), [65d] nel quale aguato, andanti i Romani senza farsi davanti riguardare i cammini, essendo incappati, da duemila armati furono uccisi. . . (Deca terza di Tito Livio, 7.26.239.10). Analogamente, sulla base di questi esempi e di molti altri che si potrebbero addurre, sembra preferibile pensare a un calco dell’ablativo assoluto anche per [65e], dove in teoria me potrebbe essere anche accusativo, se si interpreta la frase come ‘la ragione conduce me, che ho pensato a lungo . . .’: [65e] Et così me lungamente pensante la ragione stessa mi mena in questa fermissima sentenza, che sapienzia sanza eloquenzia sia poco (Brun. Lat. Rett. 14.8). Il SUBJ del participio è rappresentato dalla forma pronominale obliqua me, corrispondente alla forma ablativale latina me. I PTC che compaiono nelle frasi [66a-c] sono probabilmente il mero risultato della pratica di trascrizione: forme gerundive settentrionali o gallo-romanze in -nt sono state erroneamente interpretate dal trascrittore toscaneggiante come forme di participio: dicente, veggente, considerante (cf. Dinale 1997: vii e 131): [66a] Allora lo re di ciò si maravigliò molto, dicente: «Che cos’ a tirannìa è bellore di donna! » (Novell. 013,159.7), [66b] e, veggente tutta la gente, la si spogliò e pregò Merlino che la prendesse (Novell. 025, 190.13), [66c] Considerante tutte le soprascritte cose, e’ dissero . . . (Novell. 061, 260.6). Una confusione di forme participiali e di gerundio viene confermata da casi come [67], dove si incontra uno strano -nto: [67] Ché, udento centomilia genti, venne un truono da cielo; et andonne con lui in abisso (Novell. 017, 163.10). Continuando questa panoramica circa identità o distinzione tra GER e PTC ricordiamo che le forme gerundiali del sardo sono -ndi, e -nde 23 (variante campidanese anche -ndu), etimologicamente dei participi latini: si veda s’abba buddinde 19 23 Forma preferita nei testi antichi; cf. Blasco Ferrer 1984: 106. La forma in -nde fonologicamente non può derivare dalle forme latine in -nd ō , anche se funzionalmente essa corrisponde ad un gerundio circostanziale in italiano: i. Caminande in su padente, appo visto un’iscujátulu ‘camminando nel bosco ho visto uno scoiattolo’; ovvero, anche con inversione, ii. appo visto un’iscujátulu, caminande in su padente (es. da Jones 1993: 285). Paolo Ramat/ Federica Da Milano ‘l’acqua bollente’. Come in francese, spagnolo, portoghese, rumeno GER e PTC presente sono confluiti in un’unica forma (cf. §0) 24 . In rumeno, invece, il gerundio di un piccolo numero di verbi è diventato aggettivo qualificativo e, di conseguenza, declinabile: crescînd ‘crescente’; suferínd ‘sofferente’; tremurînd ‘tremante’. Atunci cînd [‘quando’] are valoare de adjectiv, gerunziul poate avea forme diferite [‘differenti’] dup ă [‘secondo’] gen. ş i num ă r. Zgîrietur ă . . . sîngerînd ă [‘taglio sanguinante’] Mîinile tremurînde [‘le mani tremanti’] Gerunziul cu valoare de adjectiv s-a r ǎ spîndit în limba literar ǎ a secolului al XIX-lea. În secolul al XX-lea întrebuin ţ area [‘l’uso’] lui a sc ǎ zut [‘diminuito’], în limba actual ă îns ǎ sînt frecvente construc ţ iile ca: ordine crescînd ă (AA.VV. 1966: §260). 5. Valori circostanziali Le funzioni della proposizione subordinata al gerundio in italiano antico sono in larga parte le stesse dell’italiano moderno (cf. Renzi/ Salvi 1991/ 2: X.1.2). I principali valori, non sempre facilmente distinguibili fuori contesto (come anche nell’italiano moderno 25 ), sono: i) temporale: [68] lat. Redirent mature ad candelas cum clericis et monachis dicendo psalmos (Aeth. 15, 5; o si tratta forse di un modale? ) [69] it. a. e passato in Rimaniansia [Asia Minore], passando uno picciolo fiume, dentro v’afoghoe, che ssi chiamava Ferro (Cron. fior. p. 109, rr. 28-30) 26 . [70] ant. fr. Tout en marchant, il me racontait son histoire 20 24 «Un resto dell’antico participio presente è BESTIA MOLENTE ‘animale che muove la mola’, onde per sostantivizzazione/ molènte/ ‘asino’; altri participi lessicalizzati già negli StSS [Statuti della Repubbl. Sassarese] sono discente ‘apprendista’ e levante», Blasco Ferrer 1984: 106 (cf. in italiano cantante, calmante etc., già ricordati sopra: §2). 25 Interessante in questo contesto il fatto che negli apprendenti di italiano come L2 il gerundio di frase (sentence gerund) sia appreso per ultimo, dopo il gerundio di predicato (predicate gerund) e ancora dopo il gerundio perifrastico (progressive periphrasis, del tipo stava mangiando), che è il primo ad apparire. Ciò è probabilmente riconducibile appunto alla molteplicità di funzioni - cioè alla scarsa chiarezza diagrammatica di GER, che pure è forma facile da apprendere dal punto di vista morfologico: -a-ndo; -e-ndo. Cf. su ciò Giacalone Ramat 2003: 207-12. 26 Valore chiaramente temporale hanno poi quei GER che nelle cronache forniscono le coordinate storico-politiche, secondo uno stilema già proprio degli ablativi assoluti latini (cf. Dinale 1997: 108): Mccxxij anni. Essendo podestà di Firenze messer Ugho Grigorii di Roma, grande guerra si cominciò tra li Pisani e li Fiorentini (Testi fiorent. 121: 25-7), come ad es. Is [scil. Orgetorix], M. Messalla et M. Pupio Pisone consulibus, . . . coniurationem nobilitatis fecit (Caes. De bell. gall. I,2.1). Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze [71] ant. prov. En pregan dieu per nostre salvamen, nos prestares vostre dolz adjutory (Bertrand de Roaix 408, 9; o si tratta forse di un GER di mezzo? ) [72] sp. [86] El rrey estando en Valladolid, vinieronle cartas de Vasco Perez de Meyra (Cr.A. XI, II, 22) 27 , [73] cat. Ho he fet (tot/ bo i) cantant [74] port. O Zé encontrou a soluçao para o problema passeando pela cidade [75] rum. (161) Venind ciobanii ş i v ă zînd toate astea, se mirar ă (da AA.VV. 1966: §221) ‘I pastori arrivando e vedendo tutte queste cose si meravigliarono’, ovvero ‘Quando i pastori giunsero e videro tutte queste cose . . .’ ii) di mezzo: [76] lat. Hominis mens discendo alitur et cogitando (Cic. De off. 1, 105) [77a] it. a. La Scrittura dice, che Moises sì vinse Amalech e tutta sua oste [‘esercito’], non per battaglia, ma per sante orazioni; che, come dice santo Paulo, più vale e puote un santo uomo orando, che molte migliaia di peccatori combattendo (Zucchero, Esp. Pater., p. 87 r. 6-8). [77b] it. a. Morendo il Segnore uccise la morte in noi e in sé: in noi la morte de la colpa e quella del ninferno, in sé pur la naturale; e risucitando riparò [ristabilì] la vita de la grazia e de la gloria. (Giord. da Pisa Quar. fior. r. 59-61). [78] ant. fr. Ma douleur veil alegier en chantant (Chansons sat. 7, 1) [79] cat. podeu obtenir més informació escrivint-nos o trucant-nos per telèfoni. [80] port. Os ladrões arrombaram a porta usando um martelo iii) di modo: [81] lat. Alia animalia gradendo, alia serpendo, ad pastum accedunt, alia volando alia nando (Cic. Nat. deor. 2, 122) [82a] it. a. È [egli (Amore)] trasse poi de li occhi tuo’ sospiri,/ i qua’ me saettò nel cor sì forte,/ ch’i’ mi partì’ sbigotito fuggendo (Cavalc. 21, v. 9-11), [82b] it. a. . . . m’addormentai come un pargoletto battuto lagrimando (Dante V. nuov. cap. 12, par. 2). [83] ant. fr. Asez est mielz que moerjum cumbatant (Ch. Rol. 1518) [84] sp. E escapó fuyendo sobre .i. cavallo (Fazienda) [85] cat. (modale/ strumentale) Ho va resoldre consultant l’arxiu [86] port. E jurou Eliezer, teendo a m-o so [= sob] a perna de Abraam (Crest. 69) [87] rum. Privea zîmbind la cazna lor (Slavici) iv) causale: [88] lat. Lumbi sedendo, oculi spectando dolent (Plaut. Men. 882) [89a] it. a. Finalmente la notte di venerdie sancto, non potendo più sostenere [difendere] il castello, abandonaro il castello e fugirono fuori (Cron. fior., p. 130, r. 28-29), [89b] it. a. In gioi [‘gioia’] cangiate meo greve tormento,/ gentil donna giuconda,/ non vi deggia piacer ch’eo mora amando (Dante Maian. Rime 40, v. 5-7). [90] sp. . . . quiero que sepades que en grant peligro beuimos todos con este señor, non hauiendo duelo nin piedat de nos (Zifar, p. 327) [91] cat. Excellint sobretot en el camp dels esports pijos, . . . ben poques adhesions s’hi trobaran [92] port. E quando vyo as querella d’aquellas gentes, doendo-se d’elles (sic! ), foy-se pera alló (TA 56) 21 27 «Esta construcción, muy habitual en los textos medievales, ha desaparecido del castellano moderno», Muñío Valverde 1995: 185. Paolo Ramat/ Federica Da Milano [93] rum. Iáta ce am socotít eu auscultîndu-v ă (Rebreanu) [94] sard. Vidende ki Maria non bi fit, minke so andatu v) condizionale, come protasi di periodo ipotetico (cf. es. Cantando lui, non voglio cantare io) [95] lat. . . . ueros esse putes ramos et non fallare putando (Ov. Met. 11, 83) [96a] it. a. Veramente di ciò non faccia alcuno consciença [problema di coscienza], a ciò che [affinché] fallando [se sbaglia] non gli possa essere rimputato a colpa (Orsam. p. 670, r. 22-23), [96b] it. a. Onde l’uomo, avendo male ne l’occhio, talora sarà detto guercio, talora gualercio, talora vòcolo, talora cieco (Giord. da Pisa, Quar. fior. p. 221, r. 13-15). [97] fr. En vous dépêchant, vous serez à l’heure [98] cat. Tenint diners, no hi ha problema [99] port. Esto se poderia bem fazer avendo chaves contrafeitas pera abrir as portas (TA 77) [100] rum. tr ă ind ş i nemurind ă i s ă vezi cìne sînt eu [da AA.VV. 1966: §665] ‘se vivi e non muori, vedrai chi sono io’: SS; [101] sard. Fakéndelu gai, non bi risessis vi) concessivo: [102] lat. Ethnici non credendo credunt, at haeretici credendo non credunt (Tert. Car. Chr. 15) [103a] it. a. Figliuol mio, forte mi maraviglio che, essendo tu uomo, fai reggimenti [comportamenti] bestiali (Giamb. Libro, cap. 2, par. 1), [103b] it. a. Giunto in Firenze, honorevolemente fue ricevuto; predicando pace e volendo dar pace, non lli fue creduto (Cron. fior. p. 150, r. 31-33), [103c] it. a. Ma ancora questo fine hae un altro fine, cioè: perché fo io il coltello? Perché tagli, uccida. E però avendo forma di coltello non basterebbe, ché potrebbe avere corta manica a quello ch’io il voglio (Giord. da Pisa, Quar. fior. p. 77, r. 185-188) [104] fr. Tout en étant très riche, il vit très simpliment [105] cat. Essent tan intelligent, no és capaç de fer-se el dinar [106] port. A rraposa queria meter a cabeça dentro e nom podia e andava lambendo d’arredor; e lambendo nom lhe prestava nada [107] rum. chiar îngrijindu-se la cei mai buni medici, nu se mai putea vindeca (da AA.VV.1966: §668) ‘pur curandosi presso i migliori medici, non poteva più guarire’ Il rapporto temporale fra i due eventi, quello della principale e quello della gerundiva, è aperto a variazioni (cf. qui sotto alla N28). La funzione, il contesto o il rapporto logico fra le due predicazioni possono creare le premesse per interpretazioni diverse: la proposizione gerundiva espressa al gerundio semplice, come nella maggior parte degli esempi precedenti, indica prevalentemente un evento o uno stato contemporaneo all’evento espresso dalla proposizione principale, così come avviene ancora nell’italiano moderno 28 . Né è escluso un implicito riferimento al 22 28 E quindi può essere facilmente sostituita da una frase coordinata: i. Mi parve che l’abate fosse soddisfatto di poter terminare quella conversazione tornando al suo problema (Eco Rosa) dove potremmo senz’altro trovare: ii. . . . e tornare al suo problema. Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze futuro, quando GER è usato come protasi di un periodo ipotetico (Cantamdo lui, non voglio cantare io). Il gerundio composto denota nella forma attiva un evento che si è concluso prima della principale [108a], e nella passiva, invece, uno stato risultante dall’evento passato [108b]: [108a] tantosto si partì di Roma, e fuggì a Siena la Veglia, avendo già distructa la città Leonina e ‘l Campidoglio (Cron. fior. p. 88-89, r. 34-1), [108b] In questo tempo nella città di Mirra, essendo già distructa, da’ cictadini della città di Bari l’ossa del beato sancto Niccolaio furono traslatate (Cron. fior. p. 90, r. 8-10). Il gerundio latino era la norma dopo alcune preposizioni (cf. es. [16]). Questo uso acquista popolarità nel latino tardo, particolarmente nell’area gallo-romanza. L’antico francese usa una serie di preposizioni con il gerundio, anche quando - come abbiamo già visto - ha la funzione di frase complemento: [109] ains le manace de la teste perdant (Cambrai 4070). E poi [110] ne se falront dusqu’as membres perdant (Ogier Dan. 5424); [111] n’i ad cheval ki puisset ester en estant, ki herbe voelt, il la prent en gisant (Ch. Rol. 2522); [112] servi vos ai par mes armes portant (Cambrai 682). Diversamente che in italiano moderno, in italiano antico il gerundio può essere introdotto dalle preposizioni in, con e per. La più comune è la costruzione con in, di tradizione già latina 29 , che presenta le seguenti differenze rispetto alla gerundiva senza preposizione: 23 così come hanno alcune traduzioni, anche in lingue romanze: iii. spagn. . . .y volver a su problema. Cf. anche (dal «corpus Eco» della tesi di Dottorato di Maddalena Menchi): iv. ted. . . . und auf sein Problem kommen zu können v. ingl. . . . and return to his problem vi. dan. . . . og vende tilbage til sin problem. Per quello che riguarda le relazioni temporali e modali, vi sono fondamentalmente quattro tipi principali di gerundio (nell’italiano contemporaneo, come in gran parte anche altrove): - ger. semplice: Franco lavora cantando (Gleichzeitigkeit mit dem Hauptsatz) - ger. composto : Avendo cantato Franco lavora (Vorzeitigkeit) - ger. assoluto: Cantando lui, non voglio cantare io (DS) - ger. progressivo, con verbi di moto e di stato («semi-AUX», lungo un processo di grammaticalizzazione; cf. Giacalone Ramat 1995: 170-76): Franco sta correndo; Franco va dicendo che . . .; Franco viene ripetendo che . . . (quest’ultimo oggi piuttosto raro). 29 Cf. gli es. [50] e [51]: multum in cogitando dolorem indipiscor (Plaut. Tri. 224); industria in agendo (Cic. Pomp. 29). Paolo Ramat/ Federica Da Milano i. la gerundiva introdotta da in non contiene mai una forma composta; abbiamo dunque in ragionando ma non per es. *in avendo ragionato; ii. il SUBJ non viene reso esplicito; accanto a in cantando non abbiamo *in cantando noi; iii. la gerundiva preposizionale non può venir negata; cosicché accanto a in rispondendo non abbiamo *in non rispondendo. La gerundiva introdotta da in può avere diverse interpretazioni. In [113] è di mezzo, in [114] è causale, in [115] ha piuttosto valore temporale: [113] e di ciò era questione tra lloro, e perciò conviene recare argomenti in ragionando per mostrare che nne dee essere (Brun. Lat. Rett. p. 129, r. 13-15), [114] Rimmembranza, madonna, si convene / da voi aver di me, vostro servente, / a ciò ch’io non perisca in voi amando (Dav. Rime 39, v. 23-25), [115] «Questa gente che preme a noi è molta, / e vegnonti a pregar», disse ’l poeta: / «però pur va, e in andando ascolta» (Dante Purg. V, 43-45). Se la preposizione è per, il gerundio viene interpretato in senso strumentale, [116a] o finale [116b]: [116a] Il Signore di tutta la grazia n’ha chiamati ne la sua gloria eternale, per sofferendo nel nome di Cristo poca cosa (Giamb. Libro cap. 8, par. 7), [116b] se ferisse l’un l’altro u manomettesse se no’ per sé difendendo, sia tenuto a pagare . . . (Breve di Montieri [1219],16) 30 . Il costrutto con en+GER, già latino e frequentissimo in francese 31 , si incontra anche in spagnolo con valori circostanziali molteplici: [117] En viajando se olvidan las preocupaciones; [118] En acabando de comer, saldremos; [119] En confesando tu culpa, te perdonerá. In [117] il GER esprime contemporaneità con la principale; in [118] anteriorità; in [119] si riferisce a un futuro (anteriore: ‘se avrai confessato la tua colpa . . .’). Si osservino ora gli esempi seguenti i quali confermano i molteplici valori che GER (qui preceduto da en) può assumere: [120] Ca segund cuentan las estorias el fizo aquestos uiessos en andando por Espanna (Cr.Gral. I, 94); [121] et en saliendo ellos por la puerta de su palacio llego donna Vrraca (Cr.Gral. II, 516); 24 30 Dinale (1997: 119) ricorda anche un esempio di a+GER dai Testi Pratesi: tolse la detta a llavorando, calco sintattico di ad laborandum, ‘per lavorarla’. 31 Sulla discussione se en+GER in spagnolo sia continuazione di in+GER latino, ovvero una neoformazione romanza - discussione non particolarmente rilevante ai nostri fini - si veda Muñío Valverde 1995: 124-31. Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze [122] e matol vno de los suyos en durmiendo (Abreviada, p. 661); [123] començaron los obispos a querellarse le ell uno dell otro de los tuertos que se fazien en seyendo vezinos (Cr.Gral. I, 191, con valore concessivo). Gli esempi [124]-[129] mostrano come anche in portoghese GER sia polifunzionale, usato tanto da solo che con em 32 : [124] Em dizendo a verdade o homem nom pode ser reprehendido e dizendo a mentira pode aver vergonça (Fab. 28); (cf. anche es. [114]). Come si vede da questo esempio, il valore temporale si trasforma spesso in condizionale (cf. ted. wann = wenn; cf. Huber 1986: 301s.): [125] Nós sempre sosteemos grande afam em andando de cá e de llá em muitos trabalhos (Fab. 41). Il GER modale lo si trova in [126]; [126] E jurou Eliezer, teendo a mâo so (= sob) a perna de Abraam (Crest. 69). Nella sua intrinseca polisemia, già più volte ricordata, GER può assumere anche valore causale: [127 [= 92]] E quando vyo as querella d’aquellas gentes, doendo-se d’elles (sic! ), foy-se pera alló (TA 56) ; cf. Huber 1986: 307. Sempre con valore causale da notare il costrutto con em+INF: [128] Cativo sodes em eu viver com que vivo (C. Denis 2237) : ‘Sois infeliz porque tenho de viver com aquele com que vivo’, Huber 1986: 307. GER con valore concessivo è attestato in casi come [129]: [129 [= 106]] a rraposa [la volpe] queria meter a cabeça dentro e nom podia e andava lambendo d’arredor [d’intorno]; e lambendo nom lhe prestava nada [e pur leccando non le serviva a niente] (Fab. 19; Huber 1986: 317). 25 32 «A volte il gerundio appare rinforzato dalla preposiz. em in una frase temporale sinonimo di mal+congiuntivo (corrispondente all’ital. ‘appena’): Em acabando o artigo telefono-te; Ela prometeu que, em chegando a casa, nos telefonava» (Abreu/ Benamor Murteira 1994: 90). Em+GER può equivalere a enquanto temporale durativo: Em sendo novos, n-o há tristeza que dure, cf. Vázquez Cuesta/ Mendes da Luz 1980: 535s. Paolo Ramat/ Federica Da Milano 6. Gerundio con verbi di percezione In latino, la forma verbale non finita utilizzata con i verbi di percezione è il PTC: Video pueros ludentes. In francese, con tali verbi si trova il gerundio, preceduto o meno da preposizione, spesso in alternanza con INF: [130] on n’i oïst pas Dieu tounant (Escoufle 8281) vs. [131] l’en n’oïst pas Deu toner (Ch. Yv. 2352); [132] iluec vi ta feme gisant (Fabliaux 10.490) vs. [133] ilueques vi gesir ta feme (ibid. 10.484). L’alternanza di GER e INF - che conferma la polifunzionalità del GER - 33 non è una particolarità solo del francese. Già abbiamo visto per l’italiano l’es. dantesco udi’ cantando [78]. Nel periodo pre-classico del portoghese (1350 o 1385 [batalha de Aljubarrota] - 1540 [pubblicazione della Gramática da língoa portuguesa di Ferñao de Oliveira]) s’incontra «[o] gerúndio em casos que hoje exigem o infinito precedido das preposições a, de ou sem (sem saindo, hoje sem sair, non cessam chorando hoje n-o cessam de chorar)» (Vázquez Cuesta/ Mendes da Luz 1980: 189). In generale, il SUBJ del gerundio è identico a quello del verbo principale [SS] ed è lasciato formalmente inespresso. Non è raro, tuttavia, che il gerundio sia meno strettamente collegato al verbo principale, ma sia spesso legato all’oggetto diretto, specialmente, ma non solo, con il verbo trover: [134] truevent dormant le chevalier (M. F. Bisc. 299), [135] a la porte del palais troverent seant la pucele (Montreuil 6239): [DS]; [136] plus de trois cenz en ont ocis, car an dormant les ont sorpris (Enéas 5048) L’accordo ne rivela chiaramente la natura aggettivale, che non è ancora fissata in casi come [135]. In [136], invece, en/ an dormant, formula che ricorre frequentemente nei testi (cf. [48], [49]), ritiene ancora più della natura verbale, pur esprimendo anch’esso un circostanziale. Occorre sottolineare il fatto che tale costruzione è ancora utilizzata in francese moderno, come nell’es. [8], qui ripetuto: [8] Elle m i ’a vu sortant i du cinéma, mentre in altre lingue romanze tale lettura non è consentita. L’uso del gerundio in luogo dell’infinito si incontra anche con il fattitivo (o «verbo supporto») faire: faire entendant vs. faire entendre e dopo il dimostrativo ez (fr. mod. voici): [137] es vos venant les chevaliers (Inc. 549). 26 33 Spesso in successione diacronica: GER → INF. Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze In italiano antico, coi verbi di percezione (‘sentire’, ‘vedere’ et sim.) il GER può avere la funzione di frase complemento: [138a] e vede la tempesta sormontando [cioè ‘crescere’] e non si turba (Chiaro Davanzati, cit. in Cuzzolin 2005: 183), [138a] E vidi spirti per la fiamma andando (Dante Purg. XXV, 124), mentre in italiano moderno tale costrutto si mantiene soltanto in alcuni dialetti meridionali (cf. N36). In spagnolo, catalano, portoghese, rumeno e sardo, al contrario, il costrutto è ancora in uso: [139] sp. antico: Micol . . . vio a David cantando et baillando delante Dios (II R. 6.16) [140] sp. moderno: Lo i vimos comiendo i en un restaurante [141] port.: O Zé ouviu o Paulo i cantando i [142] rum.: Pe respectabila madam Trahanache am v ă zut-o ie ş ind de la Ca ţ avencu (da AA.VV. 1966: §221) ‘La rispettabile signora Tr. l’ho vista uscire (= che usciva) dalla Ca ţ ’. È da ricordare che il rumeno condivide, almeno in parte, la crisi dell’INF, propria delle lingue balcaniche, per cui l’uso di GER è largamente diffuso: [143a] l’am v ă zut pe Radu venind spre ora ş lett. ‘l’ho visto a Radu venendo verso la città’, cioè ‘ho visto R. venire verso . . .’ : DS [143b] i-am auzít vorbínd déspre el ‘li ho sentiti parlare di lui’: DS. Anche il sardo, a differenza del tendenziale sviluppo ricordato più sopra (GER → INF), mantiene una larga diffusione di costrutti gerundiali con funzioni circostanziali diverse: condizionale, causale, temporale. Ma in sardo l’uso del GER non si limita a circostanziali, eliminabili senza che il senso della frase sia modificato (p.es. appo visto un’iscujátulu [cf. N23]), bensì - come abbiamo visto - esso può costituire, specialmente dopo verbi di percezione come ‘vedere’ o ‘sentire’, il necessario complemento del verbo di modo finito, come nell’es. [5] che qui ripetiamo per comodità: [5] A vvistu pind ę ndi un filu [144] Juanne at vistu su trenu arrivande, ma *Juanne at vistu su trenu arrivare. Come sostiene Jones 1993: 286 «perception verbs like vídere and intèndere 34 do not allow infinitival complements of the sort found in other Romance languages and English (e.g. we do not have *Juanne at vistu su trenu arrivare)» - ma solo «Juan- 27 34 A questi va aggiunto un altro verbo di percezione, párrere: Efisio paret arruendi ‘E. sembra cadere/ che cada’. Paolo Ramat/ Federica Da Milano ne at vistu su trenu arrivande» (cf. Wagner 1950 [1997]: 352, che rammenta i paralleli costrutti rumeni e retoromanci) 35 . Vi può essere ambiguità tra DS e SS, che si risolve spesso mediante una ripresa pronominale: [145] logud. L’apu bidu currende (a isse) ‘L’ho i visto che correva j ’ (DS) e [146] L’apu bidu currende ‘L’ho i visto correndo i ’ (SS) (Blasco Ferrer 1986: 164) 36 . Anche in catalano, con i verbi di percezione, vi può essere ambiguità nell’interpretazione del soggetto di GER: ad es. la frase L’Enric trobà la Maria cantant può essere tradotto sia ‘Enrico trovò Maria i che i cantava’ sia ‘Mentre stava cantando j Enrico j trovò Maria’. Interessante un esempio di traduzione parallela di uno stesso passo evangelico: [147] franc.: Heureux ce serviteur que son maître trouvera faisant ainsi quand il arrivera (Mt 24, 46) [148] it.: Beato quel servitore, il quale il suo signore, quando egli verrà, troverà facendo così (Mt 24, 46) [149] sp.: Bienaventura do aquel siervo, al cual, cuando su Señor viniere, le hallare haciendo asi (Mt 24, 46) [150] port.: Bienaventura do aquelle siervo, ao qual, quando seu Senhor vier, o achar fazendo assim (Mt 24, 46) [151] rum.: Fericit ŭ este servul ŭ acela, pre care, venind ŭ dominul ŭ se ŭ , ‘l ŭ va afla facênd ŭ a ş a (Mt 24, 46). 7. Le costruzioni perifrastiche Come accennato al §3, le costruzioni perifrastiche, che come vedremo più sotto avranno grande diffusione nelle lingue romanze (sconosciute, tra le lingue romanze, al solo francese moderno, che usa perifrasi come être en train de+INF: cf. più ol- 28 35 Tuttavia, come ci fa notare Ignazio Putzu, in logudorese antico la forma ACC+INF è presente (forse un italianismo? ). Nel campidanese odierno si può dire tranquillamente: «t’appu biu lompi INF » ’ti ho visto arrivare’ e anche: «t’appu biu lompi de cursa». Inoltre, se c’è un circostanziale in GER, è obbligatorio porre il verbo principale all’INF: «t’appu biu lompi i currendi i » ‘ti ho visto arrivare correndo’ e non: *«t’appu biu lumpendi currendi». 36 Da notare che l’uso di GER come frase complemento, che abbiamo già visto possibile nell’italiano antico (cf. es. [138a, b]), si incontra oltre che in sardo, in vari dialetti italiani: p.es. calabr. U i dassai k mangiando i ‘lo lasciai che mangiava’. La diffusione del costrutto anche nell’italo-romanzo ne testimonia l’antichità. Infine, vi sono in sardo forme gerundiali che possono assumere valore avverbiale, come certi PTC tipo it. durante, fr. pendant, i quali, avendo subìto transcategorizzazione, non rientrano nel nostro quadro: l’as a fagher coitende (coitare ‘fare in fretta’) ‘lo devi fare in fretta’ (Corda 1994: 82). Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze tre), sono ignote al latino classico e rare nel latino postclassico. Oltre agli esempi riportati in §3, si veda un esempio di latino di epoca merovingia: [152] (Ut missi sive comites illorum) missos transmittunt contra illos qui mentiendo vadunt, ut eos convincant I testi antichi spagnoli (come anche quelli italiani, portoghesi) non mostrano differenze significative con l’uso attuale (pur se non sempre è facile stabilire se si tratta di GER perifrastico): [153] El que yva fuyendo con mui grand pavor (Milagros, 381 a); [154] e fueron corriendo a rrienda suelta de los cauallos (Cr.A. XI, II, 233); [155] e anduvieron diziendo por la villa: Rrey avemos (Cr.A. XI, I,409); [156] E en esto venian volando el grifo é las dos águilas (Ultramar, p. 91); [157] tornose . . . para Cuellar, a donde le estauan esperando la rreyna doña Costança e el infante (Cr.A. XI, I, 288). Siamo in presenza di un classico caso di grammaticalizzazione, secondo il ben noto esempio di I’m going to the market I’m going to buy a book I’m going to marry, con progressiva desemantizzazione del verbo di modo finito (cf. Hopper/ Traugott 1993: 61): fueron corriendo in [154] potrebbe esser sostituito da corrieron senza mutamento di significato. Incontreremo lo stesso fenomeno di graduale grammaticalizzazione nelle altre lingue romanze (ad eccezione, si è detto, del francese), in particolare coi verbi di movimento; cf. il già cit. es. lat. ibat proficiens (§3) 37 . Si dànno anche casi in cui si affiancano costrutti di GER assoluti e forme in -ndo precedute da AUX: [158] De los sos ojos tan fuertemientre llorando/ tornava la cabeça i estávalos catando (Cid, 1-2) Per le costruzioni di AUX + -ndo, molto frequenti nello spagnolo odierno, si è pensato che la progressiva grammaticalizzazione inizi con valori locativi (ahí estoy en la casa haciendo el quehacer) passando poi a valori aspettuali (progressivi: usted está pensando; la semilla va creciendo; abituali: ella estaba viviendo allí), fino al tipo me voy andando de aquí hasta allá (cf. Torres Cacoullos 1999) 38 . 29 37 Per gli antefatti greci e latini delle forme perifrastiche si veda l’accurata analisi di Amenta 2003. 38 Ma anche altri verbi non di moto come seer, nato dalla fusione di esse e sedere, fincar ‘conficcare’ ( lat. *figicare), yacer, durar potevano trovarsi in costrutti perifrastici con GER. Altri costrutti perifrastici si possono trovare in diverse varietà dello spagnolo: «In Ecuadorian Spanish numerous innovations are found. One of these innovations is the use of the Spanish verb dar ‘to give’ in combination with the gerund. Examples (1) and (2) illustrate the use of the combination dar + gerund: Paolo Ramat/ Federica Da Milano In generale è da osservare che l’uso di tali perifrasi è molto simile a quanto si riscontra in italiano, come vedremo più sotto: un valore di azione progressiva o stato durativo in cui il verbo di modo finito (stare, andare, ecc.) funge da AUX, fortemente desemantizzato, che dà le informazioni grammaticali di tempo, modo/ aspetto, numero, persona, mentre la vera informazione lessicale si trova nel gerundio - con una netta inversione rispetto al tipo latino ‘castigat ridendo mores’, dove il GER è un circostanziale di modo, un’informazione aggiuntiva. Abbiamo quindi desemantizzazione e decategorizzazione dei verbi di moto, cioè le prime due fasi del processo di grammaticalizzazione. Forse il passaggio può scorgersi in costrutti in cui un verbo di moto si accompagna ad un GER di altro verbo di moto che ne specifica la modalità, del tipo: [159] Afevos doña Ximena con sus fijas do va llegando (Cid 262) (cf. Torres Cacoullos 1999: 35). L’italiano antico presentava già un largo uso di tali costrutti. L’AUX andare in origine indica movimento reale: [160] andrà per la città e per lo contado uccidendo et rubando et ardendo amico et nemico (Fra’ Guidotto, Mcr. 57, 122) per poi indicare lo svolgimento di un’azione in un arco temporale: [161] Cantando aivo/ . . . vo sfugiendo/ . . . (Giacomo da Lentino, MCr. 26, V, 190) [162] E pur conven che l’alta umiltà mia/ vad’a forza l’orgoglio vostro abbassando . . . (Guitt. son. X, 12) Anche il verbo essere è usato in funzione di AUX, con un valore equivalente al verbo semplice, analogamente a quanto si verifica in logudorese (cf. più oltre): [163] Le man me son lavando: [ ≈ mi lavo]/ Il sangue de questo homo no volio esse colpando! (Bonv. Tre Scritt. 961) 30 (1) Da-me llama-ndo un taxi. Give-1SG: IO call-GER a taxi ‘Please, call a taxi for me.’ (2) La María me va a dar hacie-ndo la manilla. The Mary 1SG: IO go to give make-GER the bracelet ‘Mary is going to make the bracelet for me.’ . . . Verbal periphrases consisting of an auxiliary and a gerund are frequently used in Ecuadorian Spanish and sometimes in other parts of the Andean region as well» (Bruil 2008: 1). Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze Stare+ GER assume un valore durativo: [164] stetti molt’anni libertà sognando (Petr. Tr.) Anche l’AUX venire viene utilizzato nelle costruzioni perifrastiche: [165] venia gridando (Dante Purg. V, 46) Nel portoghese antico incontriamo costrutti perifrastici con verbi semi-AUX come estar, andar, ir, vir, acabar, continuar, tornar, voltar, seer, ficar ( lat. *figicare, cf. sopra per lo spagnolo), ecc. Cf. p.es.: [166] Paununcio andava catando algûu homê santo (Euf. 357); [167] Sempre andou buscando os hermos (TA 64) . . .; [168] Pela ribeíra do rio cantando ía dona-virgo (CV 757) . . .; [169] Seve chorando (CD 1660); [170] Per esta guísa o leom ficou chorando (Fab. 16). Nel portoghese moderno il GER lo si incontra assai spesso in costruzioni perifrastiche indicanti continuità o realizzazione graduale di un’attività: [171] Estou escrevendo uma carta [172] Ela ainda [ancora] està dormendo [173] E assim se ia consumindo toda a sua fortuna [174] Venho trabalhando nisto desde o Verâo (Ess. da Vázquez Cuesta/ Mendes da Luz 1980: 431). Ovvero (nel portoghese lusitano): [175] Estou a escrever uma carta [176] (Eu) estou a estudiar a liç-o 39 . 31 39 «Muitas das peculiaridades do ‹estilo› brasileiro ficam explicadas como arcaísmos . . . o prédomínio do gerúndio sobre o infinito precedido da preposiç-o a - proprio da língua literária brasileira (andava penando por andava a penar - . . . persiste ainda hoje na linguagem popular de diferentes regiões de Portugal», Vázquez Cuesta/ Mendes da Luz 1980: 221). Una particolarità degna di nota si trova nel portoghese brasiliano: «O gerúndio reforçado do tipo falá-falano (por falando), corrê-correno (por correndo) é também frequente na língua popular» (Vázquez Cuesta/ Mendes da Luz 1980: 133). «O gerúndio reduplicado (buscá-buscano ‘buscando’), bastante frequente na língua popular e sobretudo na linguagem caipira, podemos encontrá-lo já nos escritores do século XVII, assím como em francés antigo, espanhol e provençal» (Vázquez Cuesta/ Mendes da Luz 1980: 214). Galmés de Fuentes (1996: 233) ascrive ad un arabismo sintattico e stilistico le costruzioni del tipo burla burlando, presenti in antico spagnolo, particolarmente nella lingua popolare, ma successivamente scomparse. Paolo Ramat/ Federica Da Milano In catalano la principale funzione espressa da GER è di carattere temporale, soprattutto quando sono coinvolti i verbi ser e estar 40 : [177] Estant a Roma podrem visitar el Coliseu E anche in catalano GER si trova - come nelle altre lingue romanze - in costrutti perifrastici coi verbi tipo estar, anar per esprimere valore aspettuale durativo e progressivo: [178] La Maria? Està pentinant-se (ovvero s’està pentinant) [179] Els preus van apujant-se (ovvero es van apujant) (Fabra 1986: 89) Per contro, nel logudorese le forme perifrastiche (AUX+GER) non sembrano opporsi a quelle semplici: ‘cascat’ e ‘est caschende’ valgono entrambi ‘sbadiglia’, ‘tronat’ e ‘istat tronende’ valgono entrambi ‘tuona’; cf. Corda 1994: 82 (probabilmente ciò avviene in dipendenza della semantica del verbo, poiché in frasi del tipo ‘so finende su trabagliu’ ‘sto finendo il lavoro’ la forma perifrastica esprime l’imminenza dell’azione) 41 . Come in altri costrutti interrogativi, l’ordine lineare può essere invertito anche in presenza di forme perifrastiche: «cantande ses? », come «cantare keres? » ‘Vuoi cantare? ’, «Cantatu as? » ‘Hai cantato? ’. Gli ausiliari del sardo sono gli stessi delle altre lingue romanze: èssere, istare. L’AUX ‘essere’ può essere eliso, dando così luogo a un uso assoluto del GER, però strettamente dipendente dal contesto, quindi ben diverso dal GER assoluto di cui parleremo nel paragrafo seguente: [180] campid. D.: Ita ses fadendu? R.: Scriendu D.: ‘Cosa stai facendo? ’ R.: ‘Scrivendo’ (cf. Blasco Ferrer 1986: 164 e già Wagner 1950 [1997]: 331). Da notare la contrapposizione tra la forma corretta [181] D.: Itas ses fendi? R.: Pappendi D.: ‘Cosa stai facendo? ’ R.: ‘Mangiando’ e quella scorretta [182] D.: Ita fais? R.: *Pappendi (es. di I. Putzu, comunicazione personale) 32 40 Ma naturalmente anche i costrutti gerundiali catalani si prestano all’espressione di circostanziali, con valori diversi quali modo (Em va saludar somrient), condizione (Explicant-los-ho tu, és més probable que s’ho creguin), etc. 41 «This construction [ossia il tipo so travallande] is extremely common and is often used in preference to the simple present or imperfect when describing actual (rather than typical or habitual) situations in the present or past, sometimes even with stative verbs: . . . Non ti so cumprendende, lit. ‘I am not understanding you’» (Jones 1993: 83s.). Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze Per poter essere sottinteso nella risposta il GER deve comparire già nella domanda 42 . Come in spagnolo e più che nell’italiano (contemporaneo), il GER si può usare anche in costruzioni perifrastiche al tempo passato (aspetto perfettivo-progressivo): [183] est stétiu totu sa noti ligendi letter. ‘È stato tutta la notte leggendo’ (Blasco Ferrer 1986: 164). Francese e rumeno, invece, nel caso delle costruzioni perifrastiche, si comportano in modo differente. Il francese antico presentava forme perifrastiche del tipo esemplificato per le altre lingue romanze: [184] per mals consels van demandant nostre sennior cum tradissant (Passion 20, 3) come anche l’antico provenzale: [185] De sapiencia anava eu ditan (Boeci 105, 78) Tuttavia, il francese moderno non presenta più costruzioni di questo tipo: oggi tali espressioni perifrastiche sono rese attraverso la perifrasi être en train de + INF. In rumeno, come nelle altre lingue romanze, GER può comparire con AUX ‘essere’, a fi, dove, nella costruzione perifrastica, serve ad esprimere valore ottativo: [186] eram cîntînd, am fost cîntînd, e anche de ar fi fost cîntînd lett. ‘se fosse stato cantando’. 8. GER assoluto Un valore assoluto del GER, non legato ad un SUBJ, si incontra, raramente, tanto nello spagnolo antico quanto in quello moderno, corrispondendo in ciò ad un uso già latino e proseguito altresì in italiano: [187] Hominis autem mens discendo alitur et cogitando (Cic. De off. I,105) [188] non se faze assí el mercado,/ sinon primero prendiendo et despues dando (Cid, 139sg.) (cf. Muñío Valverde 1995: 56). In questo uso assoluto, il GER può talora essere accompagnato da un ADV o espressione avverbiale, confermando con ciò la sua non integrazione nella frase, 33 42 Tuttavia Corda 1984: 82 N10, dice che «in scambi dialogici . . . è frequente l’omissione dell’ausiliare», anche nella domanda: Laorende? - Laorende! (‘Stai arando? ’ - ‘Sì, sto arando’); E ite faghes? - Isettande a babbu (‘Che fai? ’ - ‘Aspetto il babbo’). Paolo Ramat/ Federica Da Milano anche se ad sensum esso si riferisce al soggetto della frase di modo finito come nei due esempi seguenti ([189]-[190]). Ma occorre distinguere tra costruzione grammaticale e riferimento logico: [189] e non te acuerdes de los mis pecados los quales peque a Ti sabidamente o non sabiendo (Barlaam, S); [190] E Josafat despues que oyo esto tomolo dubdando e tristemente (ibid.). Nell’esempio già citato [121] siamo poi in presenza di un caso di DS tra GER e frase principale: mancando sul GER qualsiasi indicazione morfologica di accordo, è solo il senso generale della frase nella narrazione che ne fa inferire il riferimento a ellos e non a donna Vrraca. E questa flessibilità morfologica ne spiega la grande diffusione dai testi medievali ai giorni nostri, come mostrano gli es. [117]-[119]. Anche il GER portoghese e rumeno possono riferirsi o meno al SUBJ della principale ovvero possono essere utilizzati in un costrutto assoluto, senza SUBJ o con un SUBJ indipendente: [191] port. Deixando i o carro encaminhou-se i à casa [= SS] [192] port. Sendo i eu testemunha, assinaram j o compromisso [=DS] [193] rum. Venind ă Ionel aproape de cas ă . . . f ă cindu-s ă un porumbel frumos tare . . . se sui ş i-ncepu s ă cînte (da AA.VV. 1966: §221) ‘Venendo Ion. da vicino casa . . ., facendosi vicino un passero assai carino . . . si sedette e incominciò a cantare’. Al di fuori degli usi assoluti del GER, si ricordi che il gerundio rumeno è quasi sempre invariabile 43 e che il PTC presente è scomparso. Il soggetto del gerundio è molto spesso sottinteso; può dunque riferirsi al soggetto del verbo reggente, come in [194] Priveá zîmbínd la cázna lor (I. Slavici); cf. AA.VV. 1966: §221 ‘Contemplava sorridendo il loro sforzo’: SS oppure all’oggetto del verbo reggente, come in: [195] o vad venínd ‘la vedo venire’: DS 34 43 Ma, come nel precedente esempio, possiamo trovare forme in -u se seguìte da un pronome clitico: auzindu-l ‘udendolo’, v ă zîndu-se ‘vedendosi’ (e anche auzind-o, v ă zînd-o). Come si vede, il gerundio può assumere la forma riflessiva: i. am auzit vorbíndu-se despre el ‘ho sentito parlare di lui’: DS, impers. Regionalmente si incontrano GER anche in ă : avîndă , t ă indă . «I have already pointed out that the term [gerundive] is one of convenience and should not be related to the Latin gerundive» (Mallinson 1986: 51). Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze 9. GER coordinato La frase gerundiva in italiano antico può essere semanticamente equivalente ad una frase principale dichiarativa, coordinata alla principale (cf. N44). Ciò succede più facilmente se la gerundiva segue, come in [196]: [196] Poi il decto Papa n’andò in Puglia col decto Ruberto, e morì nella città di Salerno, sancto, faccendo Idio molti miraculi per lui (Cron. fior. p. 89, r. 4-6) La gerundiva, coordinata alla principale, può essere anche interpretata come temporalmente successiva a questa: [197] Solo messer Goccia e messer Bindo Adimari, e loro fratelli e figliuoli, vennono al palagio; e non venendo altra gente, ritornorono alle loro case, rimanendo la piaza abandonata (Comp. Cron. libro 2, cap. 19, p. 169, r. 24-26). Il primo GER esprime causalità (‘poiché non veniva altra gente’), il secondo posteriorità rispetto alla principale (ritornorono): ‘e quindi la piazza rimase vuota’, dove GER può essere reso con una frase coordinata introdotta da e. Ciò si verifica ancora nell’italiano contemporaneo: «Il ladro ha rubato i gioielli scappando dalla finestra» 44 . Anche in spagnolo non mancano esempi in cui il GER è coordinato a una frase subordinata di modo finito: 35 44 Cf. Solarino 1996: 71s., la quale parla perciò di «gerundio di coordinazione» (ibid.: 109, cf. già Salvi/ Renzi 1992). Dinale 1997: 67; 72 riporta fra altri i seguenti esempi molto interessanti, cui si dà solitamente il nome di «paraipotassi»: i. Una moglie d’uno orafo riprendendo il marito d’aver a[v]uto a far con altra, ed elli riprende lei per simigliante cosa (Sacc. Trec. 106,1), ii. E stando noi intorno di quatro dì, ed elino no ne mandaro dicendo che noi . . . (Lettera di Vincenti e compagni . . . Siena 1260), iii. Papa Pasquale avendo facto pace col decto Arrigo, e lui incoronò nel campo fuori le mura (Testi fiorent. 94, 14-15), dove la frase col gerundio è esplicitamente coordinata a quella col verbo al modo finito. In i. e ii. si ha DS, in iii. SS. Esistono infine anche esempi di GER coordinato ad altra frase subordinata alla principale: iv. esendo insieme il re Carlo e lo re d’Ungheria, e andavano a corte di Roma . . . il re Carlo fece pilgliare il conte dall’Acerr, (Testi fiorent. 139, 16-18). Nell’italiano fortemente approssimativo in cui è scritta la autobiografia del bracciante siciliano Vincenzo Rabito (Terra matta, Torino 2007) troviamo questo tipo di GER: v. c’era una birraria che prima della querra, in questa birraria, c’erano 10 chitarra e tante mandoline . . . che d’ogni sera sonavino e aballavino, fimmine e uomine, e sempre bevento birra (p. 257); Così portone per portone, sempre domantanto (p. 360). Paolo Ramat/ Federica Da Milano [198] E los moros, desque ssopieron que el rey don Alfonso venie con muy grant sanna e timiendose que desta justiçia que sse les seguirie mal adelante, salieron le a recebir a Magan (Abreviada, p. 757); In [199] GER è coordinato a un avverbio (muï tost); cf. già [189] e [190]: [199] fue luego recapdado muï tost e corriendo (S. Lorenzo, 78c). 10. Usi particolari di GER: GER imperativo, GER flesso, GER raddoppiato, diminutivo di GER, GER in frasi indipendenti Veniamo ora ad analizzare usi particolari di GER, che si riscontrano solo in una minoranza delle lingue romanze analizzate. In portoghese, un’estensione dell’impiego tipico del GER si ha nell’«emprego do gerúndio pelo imperativo» che «tem um sentido depreciativo para a pessoa a que é dada a ordem e serve para marcar a superioridade do individuo que fala . . . Andando! » (Vázquez Cuesta/ Mendes da Luz 1980: 536). GER com valore imperativo si trova anche in spagnolo: «¡Ahora todos vosotros escuchando al director com atención! » Inoltre, nello spagnolo parlato in Ecuador e Colombia del Sud, si trovano le già ricordate costruzioni perifrastiche imperativali (cf. 38) del tipo: da/ dame+GER, di probabile influenza quechua (cuy+GER): [200] Déme enviando (le ruego) In alcuni dialetti del portoghese europeo si trovano casi di flessione di persona/ numero nel gerundio, analogamente a quanto si verifica per l’«infinito pessoal». Questo fenomeno è stato riscontrato anche in gallego (Carballo Calero 1975) che, come il portoghese, conosce anche l’«infinitivo conxugado» (Gondar 1978) nonché in antico napoletano 45 : 36 45 i. vedendeno li Grieci tanta copia de cavalieri armati . . . fortemente se maraviglyaro seeing-agr.3pl the Greeks such a quantity of armed knights . . . greatly did they wonder de la multetudene loro at the multitude thereof ‘When the Greeks saw so many armed knights, they (= the Greeks) were truly amazed’. Parallelamente si trovano, come in portoghese, anche esempi di infinito flesso: ii. li quali tu commanderray de liberarenosse ‘who you will order to free themselves’ who you order.fut to free-agr.3pl-refl iii. legya cosa serrà a perderevo le persune ‘you may easily die’ light thing will.be to lose-agr.2pl the persons (esempi da Vincent 1998, con ulteriori riferimenti bibliografici). Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze [201] (eu) vindo+Ø (nos) víndo+mos (tu) vindo+s (vos) vínd(o)+eis (ele) vindo+Ø (eles) vind(o)+em. (Póvoa de Atalaia, Beira Baixa, Martins 1954) Ecco un altro esempio: [202] N-o saíndomos de casa, morrâmos à fome (Azevedo) Il gerundio flesso si trova anche in frasi esclamative indipendenti : [203] Deixa que o teu pai logo te diz! Molhandes aí a cabeça toda, moço dum raio! (Guerreiro) Il GER in frasi esclamative indipendenti si trova anche in spagnolo: [204] ¡El negocio prosperando! Sempre a proposito di forme di GER flesse, «Sono molto curiose le forme del gerundio che si trovano in testi campidanese antico e che finiscono in -enduru . . . isenduru biu et piscobu de Barbaria» (Wagner 1938: 149) «in cui l’uscita dell’infinito si mantiene incorporata a quella del gerundio»; così Blasco Ferrer 1984: 107. Tuttavia, forme come vedende-no si caratterizzano come gerundio flesso con desinenze personali, mentre kantenderu è un caso di fusione di due forme non finite del verbo (GER + INF) (Cf. N45). In sardo, spagnolo e portoghese si trovano usi colloquiali di GER, usato in frasi indipendenti come risposta a frasi interrogative: [205 = 181] sard.: - Ita ses fendi? - Pappendi [206] sp.: - ¿Qué haces? - Comiendo (senza estoy; ma non it. *mangiando! ; cf. Vigara Tauste 2005: 206). [207] port.: - E você? - Dando duro, como sempre! Nel portoghese del Brasile, tipicamente in varietà popolari, si trovano anche esempi di GER ‘reforçado’ (cf. N39). In spagnolo, si possono trovare esempi di diminutivo di GER: [208] Yo lo que hice fué arrimarle la lanza. Lo demás lo hizo el difunto: él mismo se la fue clavandito como si le gustara el frío del jierro [209] El agua pasa cantandillo bajo la sombra de los álamos 37 Paolo Ramat/ Federica Da Milano 11. Il gerundio sostantivato Un discorso a parte meritano i casi in cui GER compare con valore non più verbale ma sostantivale (di astratto deverbale). Abbiamo già incontrato più volte i costrutti di in+GER(V) già presenti in latino (GER in [50]: multum in cogitando dolorem indipiscor; GERV in [16]: vulnera in oppugnando oppido acceperat). E abbiamo visto come tali costrutti siano continuati ampiamente nelle lingue romanze. Rohlfs 1969/ 3: 721 ricorda numerosi casi di GER retto da preposizione. Trattando del francese abbiamo poi osservato la contrapposizione tra il valore verbale della stessa forma in [210] En dormant a veü celi por cui ses cuers muert e quello chiaramente nominale in [211] vi un songe en mon dormant, cui si possono aggiungere espressioni stereotipe quali [212] du vivant de ma mère; de son vivant dove vivant semanticamente non è più il participio/ gérondif del verbo vivre. Il costrutto lo si ritrova già nel francese medievale: [213] vostre veiant (Ch. Rol. 326) ‘sous vos yeux’ (Buridant 2000: 259) Anche se [48] potrebbe essere parafrasato con ‘in sogno’, è evidente che la frase è molto più vicina ad un’accezione verbale che sostantivale. In [49], invece, il «gérondif» passa dalla categoria Verbo a quella di Nome, con un processo di transcategorizzazione del tutto simile a quello di forme quali cantante o presidente e anche les vivants ‘i vivi’. In effetti, in francese si è verificata una piena sovrapposizione di forme participiali e gerundiali [(cf. §4)]. Questo processo lo si riscontra nei casi di GER retto da preposizione. Non tanto nei casi come [114] a ciò ch’io non perisca in voi amando . . . [115] però pur va, e in andando ascolta quanto nei costrutti che inseriscono l’articolo o altro elemento determinativo, come mon in [49]: [49] vi un songe en mon dormant (Rose 26). In conclusione, i confini tra nominalità e verbalità non sono sempre così netti come nella contrapposizione [48] ~ [49], così come avviene per INF, altra forma nominale 38 Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze del verbo: «even in contexts where it is possible, the actual occurrence of the personal inflection on gerunds is optional just as it is on infinitives» (Vincent 1998: 141). 12. Conclusioni generali Da quanto detto finora e dalla tabella sinottica delle varie lingue romanze emergono alcune proprietà del GER che possono considerarsi panromanze: 1. le costruzioni gerundiali perifrastiche esprimono aspetto imperfettivo; 2. la frase con GER può essere riferita al SUBJ della principale (SS) o meno (DS). Nel primo caso GER assume di preferenza un valore circostanziale, con funzione anche aggettivale riferito a SUBJ: [194] rum. Priveá zîmbínd la cázna lor; nel secondo caso è sovente il complemento frasale del verbo di modo finito nella principale: [195] rum. o vad venínd. In quelle lingue che hanno perso l’opposizione GER(V) ~ PTC resti dell’origine participiale si trovano ancora in forme isolate, come rum. ordine crescînd ă . 3. A parte i casi, rari e in fase recessiva, di GER flesso del portoghese e del napoletano (cf. es. [201], [202] e N45), GER non fornisce informazioni su tempo, modo o persona (può riferirsi al presente, al passato e anche al futuro: il suo tempo di riferimento è dato, nelle costruzioni perifrastiche, dal tempo del verbo cui si accompagna [AUX: sto, stavo, starò + GER]; lo stesso dicasi per modo e persona: starei, starebbe + GER). 4. In alcune lingue romanze (francese, provenzale, catalano, sardo) GER, GERV e PTC si sono fusi - almeno sul piano funzionale (cf. §0 e §4). Anche il rumeno ha un’unica forma, avendo perso il PTC. Per questo motivo ‘gerundio’ (‘gérondif’) può essere considerato un iperonimo comprendente le forme verbali nonfinite esprimenti una subordinazione di tipo avverbiale: «pour étiqueter de manière générale les formes verbales non finies marquant une subordination de type adverbial» (Creissels 2004: 13). 5. Le costruzioni gerundiali non-perifrastiche esprimono relazioni molteplici del GER col verbo della frase principale di tipo circostanziale (fondamentalmente, ma non unicamente 46 ): [cf. tab. 1]. Anche i costrutti di PREP+GER (en/ em, per) possono avere significati diversi. La loro esatta valenza semantica non può essere quindi dedotta altro che dal contesto, nel senso ampio del termine. I confini, ad esempio, tra temporalità e causalità - due valori che si incontrano in tutte le tradizioni romanze - possono essere molto labili : ’post hoc ergo propter hoc’ 47 . 39 46 Si è visto infatti qui al punto b) e negli esempi [5] con pind ę ndi e [6] con cântînd il valore di frase complemento. Ricordiamo che così era già in latino: cf. es. [14] Video pueros ludentes e [15] Plancinam . . . Augusta monuit . . . Agrippinam insectandi, dove insectandi è il complemento di monuit, necessario perché la frase sia grammaticalmente corretta. 47 Un ampio quadro, basato su un corpus di testi di vario genere, circa le possibili valenze del GER è fornito per lo spagnolo da Reese 1991. Paolo Ramat/ Federica Da Milano 6. Tale polifunzionalità, equivalente a più tipi di frase subordinata, ha fatto sì che il costrutto gerundiale diventasse assai frequente, particolarmente nel parlato. Dalla documentazione nelle varie tradizioni linguistiche romanze si rileva «una crescente forza sintattica di questa forma verbale e [la] sua disponibilità a una gamma sempre più ampia di funzioni» (Dinale 1997: 38). Conseguentemente GER (con anche il ‘gérondif’ francese) rappresenta il punto di arrivo di un processo che ha introdotto nel paradigma verbale una nuova forma, diversa anche funzionalmente da quelle latine di partenza 48, 49 e che ha portato verbi di significato lessicale pieno a fungere da suo AUX (caso di estar, ficar, andare, etc.), secondo il ben noto percorso di grammaticalizzazione delle 40 48 Si osservi anche che i «gérondifs» francesi possono essere modificati da articoli, dimostrativi, possessivi, genitivi - proprio come fanno gli infiniti, avvicinandosi con ciò alla categoria del NOME (cf. §11). 49 Una vicenda in parte analoga si è verificata nella storia linguistica greca, che però esula dal tema della presente ricerca. Si vedano Dietrich 1973, Giacalone Ramat 1995, Amenta 2003, con riferimenti alla precedente bibliografia. Tabella sinottica Port Sp Cat Fr Sard It Rum Fusione PTC + + + + + - + Temporale + + + + + + + Modale + + + + - (? ) + + Strumentale + - (? ) + + - (? ) + - (? ) Causale + + + - (? ) + + + Condizionale + + + + + + + Concessivo + + + + - + + Con vb. percezione + + + + + + (ant.) + Perifrastico + + + + + + +/ - Assoluto + + + + + + (ant.) + Coordinato + + - - - + - Imperativo + + - - - - - Flesso + - - - + - - Rafforzato + - - - - - - Diminutivo - + - - - - - Indipendente + + - - + - - Con possessivo - - - + - - - Con preposizione + + + + - + (ant.) - Legenda (? ) = casi per cui ci mancano esempi +/ - = la forma perifrastica del rumeno ha assunto un significato diverso rispetto agli altri esiti romanzi (ant.) = l’attestazione si riferisce solo all’italiano antico Differenti usi di gerundi e forme affini nelle lingue romanze costruzioni perifrastiche: VB lessicale + Complemento forma verbale non-finita + AUX + Complemento lessicale50 GER, che costituiva una circostanziale subordinata, giunge a formare con AUX una perifrasi in un sintagma unico. 7. Diacronicamente, per le forme che continuano l’ablativo in -V-ndo si può pertanto parlare di rianalisi (mutamento di funzione senza mutamento di forma), non di transcategorizzazione, giacché GER continua a far parte del sistema verbale (non esiste *correndo come ADV o ADJ, né *il correndo come SN) 51 . Vi sono poi usi specifici del GER in lingue diverse: 1. assenza di opposizione tra GER e PTC in francese, provenzale, catalano, sardo (cf. sopra, punto 4); 2. in portoghese esiste il GER raddoppiato del tipo (buscá-buscano per ‘buscando’), già negli scrittori del XVII secolo; 3. la sovraestensione del GER è poi testimoniata da taluni casi particolari in cui GER può arrivare a costituire frase principale (cf. port. Andando! , imperativo; sardo, nelle risposte a frasi interrogative: Pappendi; sul GER in funzione di imperativo in vari dialetti dell’Italia meridionale; cf. Rohlfs 1969/ 3: §722). Tali usi specifici sono da considerarsi sviluppi idiolinguistici la cui genesi può senza dubbio costituire oggetto di indagine per future ricerche. Pavia/ Milano Paolo Ramat e Federica Da Milano Abbreviazioni ABS assoluto IO oggetto indiretto AcI Accusativus cum Infinitivo N nome ADJ aggettivo NOM.ACT nomen actionis ADV avverbio PREP preposizione AGR accordo OBJ oggetto AUX ausiliare PTC participio COMP complementatore REFL riflessivo DS diverso soggetto SN sintagma nominale FUT futuro SP sintagma preposizionale GER gerundio SS stesso soggetto GERV gerundivo SUBJ soggetto INF infinito VB verbo IMPERS impersonale 41 50 Cf. il classico esempio qui [eum vinctum] SN.OBJ habebit (Lex XII Tab. 3,4) ‘(il creditore) che lo (scil. il debitore) terrà legato’ versus [episcopum] N.OBJ . . . [invitatum habes] VB (Greg. Tur., V. patr. 3.1) ‘hai invitato il vescovo’, con «semantic bleaching» di habere e sua generalizzazione (estensione) a molteplici contesti. 51 Il cosiddetto «gerundio adjetivo» come il cit. agua hirviendo nello spagnolo [del Messico] è una creazione recente, ulteriore passo del processo di fusione tra forme participiali e gerundiali che abbiamo incontrato più volte nel corso della nostra analisi. Paolo Ramat/ Federica Da Milano Fonti citate Abrev. = Don Juan Manuel, Crónica abreviada, in: Id., Obras completas, vol. 2, ed. J. M. Blecua, Madrid 1982: 511-815 Aeth. = Aetheriae peregrinatio, ed. W. Heraeus, Heidelberg 1908 Alex. = La vie de saint Alexis, ed. G. Paris, Paris 1974 Art. = La mort le roi Artu, ed. J. Frappier, Genève 1954 Avit = Alcinus Ecdicius Avitus, Œuvres complétes de saint Avit, ed. U. Chevalier, Lyon 1890 Barlaam = Barlaam e Josafat, ed. J. E. Keller/ R. W. Linker, Madrid 1979 Biblia I.I.8 = Biblia romanceada I.I.8, ed. M. V. Littlefield, Madison (WI) 1983 Bonv. 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