Vox Romanica
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Francke Verlag Tübingen
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Kristol De StefaniFrancesca Dovicchi, Costrutti-eco nell’italiano parlato. Da «ripetizione» a «cardinalità», Tübingen (Narr) 2010, xviii + 236 p. (Romanica Monacensia 79)
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Claudia Schmitz
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e «oggetto diretto», infatti, sono usati sia come categorie «nozionali» sia come categorie «sintattiche»; che possono corrispondere ovviamente a realizzazioni diverse), si menziona tra i caratteri definitori di proposizioni inaccusative come il cane fugge l’avere «solo oggetto diretto, commutato in soggetto grammaticale» (93). A p. 48 si differenzia il ruolo semantico di Strumento («la cosa di cui l’agente si serve per compiere l’azione designata») da quello di Causa («la cosa che determina il verificarsi dell’evento designato»): in base a tale definizione, non pare però così perspicuo che in una sassaiola ferì Roberto (57) sassaiola debba necessariamente essere Strumento. Mentre è illuminante dire che «mutatis mutandis, l’aggettivo possessivo sta al nesso nominale esattamente come la flessione sta ai predicati verbali» (147), noi non diremmo che nelle costruzioni possessive tipiche del parlato (Ivo ci ha un gatto; Tea ci ha fame) avere vada considerato (148) «anche in questo caso un ausiliare» (ma va anche detto che l’argomentazione addotta è perfettamente consequenziale alla trattazione dell’autore, in cui tutto è predicazione: e infatti «queste proposizioni dicono funzionalmente che Ivo è il soggetto legittimato dalla predicazione nominale gatto, Tea quello di fame . . .»). Fra gli usi terminologici piuttosto personali (come «topico», da topic, quale controparte di «commento», da comment) che qua e là punteggiano l’opera, alcuni potrebbero essere fonte di ambiguità nel confronto con altri modelli teorici. Se affermare che «si dirà frase la combinazione di una proposizione con una modalità enunciativa» (213) va ancora benissimo, parlare di «modalità dichiarativa», «modalità emotiva», «modalità interrogativa», «modalità conativa» per indicare i quattro tipi fondamentali di frase (213-19) rischia potenzialmente di confondere un po’ in un generico «modalità» i livelli del valore dell’atto discorsivo e del valore semantico delle forme verbali per la categoria «modo». Fra i capitoli del lavoro meglio riusciti, per i gusti di chi scrive, ci sono certamente il cap. 3, sui costituenti, e il cap. 9, su passivo, medio e costrutti connessi. Tutto il volume si legge in ogni caso con grande interesse, fa pensare, invita a porre e a porsi domande, a vedere le cose in un modo diverso dal solito, il che reca gran profitto. Un insegnamento molto importante della fatica di La Fauci è l’indurci a toccare con mano, per così dire, che un principio generale lavorando in (morfo)sintassi è che ci deve sempre essere una ragione (anche sottile) motivabile descrittivamente e interpretativamente di ogni caso singolo, di ogni distribuzione particolare degli elementi, di ogni minima differenza formale; e che c’è una continua sfida, in linguistica, a cercarla, a fare ipotesi, a interrogarsi anche su fenomeni minimi. Particolarmente felici e stimolanti, non solo da questo punto di vista, diciamo problematico, ma anche dal semplice punto di vista della descrizione minuta di fenomeni e della presa in conto di aspetti che volentieri tendono a sfuggire all’attenzione, sono le numerose pagine di discussione e approfondimento in corpo minore dal titolo «Pensiamoci su» intercalate qua e là nei diversi capitoli. Gaetano Berruto ★ Francesca Dovicchi, Costrutti-eco nell’italiano parlato. Da «ripetizione» a «cardinalità», Tübingen (Narr) 2010, xviii + 236 p. (Romanica Monacensia 79) Francesca Dovicchi beschäftigt sich in ihrer von Thomas Krefeld (Universität München) betreuten Dissertation mit Echo-Konstruktionen 1 im gesprochenen Italienisch. Dabei liegt ihrer Arbeit ein multidimensionaler Ansatz zugrunde, der die Abgrenzung von Echo-Konstruktionen von anderen Wiederholungsstrukturen und die Ermittlung ihrer grammatika- 283 Besprechungen - Comptes rendus 1 Wie beispielsweise «è arrivato Andrea è arrivato». lisch-syntaktischen, pragmatischen und prosodisch-intonativen Charakteristika zum Ziel hat. Das Buch besteht aus sieben Kapiteln, wobei das erste Kapitel «Ripetizione» in Retorica: continuità tra passato et presente (1-19) als Einführung in den Themenkomplex aus Sicht der klassischen Rhetorik gelten kann. Die Verf. grenzt darin die Begriffe ripetizione, ripresa und ricorrenza voneinander ab und thematisiert kurz die bereits in der Rhetorik bestehende Terminologievielfalt (iteratio, repetitio, anadiplosi, epanadiplosi, epanalessi, epizèusi). Darüber hinaus wird die Echo-Konstruktion in drei Syntagmen eingeteilt (A-B-C), die sich dadurch auszeichnen, dass die Elemente A und C formal oder semantisch identisch sind und somit eine ricorrenza oder ripresa darstellen. Des Weiteren werden zwei für den Fortgang der Arbeit wichtige Problemstellungen diskutiert, die klären sollen, ob es sich bei Echo- Konstruktionen um eine «Figur» im klassischen Sinn der Rhetorik handelt und ob es sich um einen komplexen Satz handelt «già nella sintassi latina conosciuta sotto il nome di periodo» (17). Das zweite Kapitel Constructio apo koinou: dalle forme storico-letterarie alle forme contemporanee del parlato spontaneo (20-37) beschäftigt sich speziell mit Apo-koinou-Konstruktionen, die aufgrund ihrer syntaktischen Charakteristika als «matrice» (38) für Echo- Konstruktionen gelten können. In diesem Kapitel resümiert die Verf. die gegensätzlichen Analysetendenzen in der Forschung des 19. und 20. Jh. Apo-koinou-Konstruktionen wurden besonders im 19. Jh. und in der ersten Hälfte des letzten Jahrhunderts in Korpora der deutschen Sprache untersucht, die aus «lavori di letteratura tramandataci di iscritto» (22) bestanden, wohingegen Arbeiten seit den 1960er Jahren «corpora di parlato spontaneo» (23) bervorzugen. In der Kapitelzusammenfassung (35-37) findet sich eine Tabelle, welche die verschiedenen Konzeptionen der Apo-Koinou- Konstruktion der zweiten Richtung präsentiert und sie gegenüber veri anacoluti abgrenzt (figura 2) sowie der Makrokategorie der costrutti-Pivot zuordnet.Am Ende des zweiten Kapitels präsentiert Dovicchi zudem ihre klar strukturierte Analysemethode für den Hauptteil der Arbeit (37). Nach einer kurzen Korpusvorstellung werden in Kapitel 3 Costrutto-eco: descrizione grammaticale (38-72) Echo-Konstruktionen in einem allgemeinen Ansatz hinsichtlich ihrer Zusammensetzung aus due frasi semplici zu einer frase complessa betrachtet sowie hinsichtlich der Anordnung der Satzelemente, um Rückschlüsse auf die Markiertheit der Konstruktion zu erhalten. Die Verf. stellt u. a. fest, dass die beiden Sätze (A-B und B-C) «vengono percepite come un’unica frase», da kein neuer Informationsgehalt durch die zweite Proposition (B-C) hinzukommt. Bezüglich der Problematik der Anordnung der Satzkonstituenten ist das Unterkapitel 3.1.2 als theoretische Vorbereitung auf das vierte Kapitel zu betrachten. Das sehr ausführliche Unterkapitel 3.2 «Osservazione particolareggiata del costruttoeco in prospettiva sintattica e semantico-referenziale: la periferia iniziale A, il cardine B e la periferia finale C» (46-70) beinhaltet eine Analyse auf grammatikalisch-syntaktischer sowie semantisch-referentieller Ebene, die durch eine reichhaltige Auswahl von Korpusbeispielen besticht. Dazu definiert sie die Echo-Konstruktion als dreiteilig (A-B-C), bestehend aus periferia iniziale (A), centro (B) und periferia finale (C). A und C werden - so das Ergebnis - am häufigsten durch sintagmi verbali, sintagmi pronominali, perifrasi verbali und andere grammatische Kategorien ausgedrückt (71). Neben der i. d. R. formal identischen Wiederaufnahme der beiden periferie zeigte sich, dass der Inhalt von A und C durch grammatikalisch unterschiedliche Strukturen realisiert werden kann. Für das centro B konnte die Autorin keine Regularität aufzeigen, sondern vielmehr eine große Varianz der grammatischen Elemente. Das anschließende vierte Kapitel Costrutto-eco: descrizione sintattica (73-108), befasst sich aus syntaktisch-pragmatischer Perspektive mit dem Zusammenhang zwischen der di- 284 Besprechungen - Comptes rendus sposizione der Satzelemente und deren «prominenza semantico-informativa a livello conversazionale» (37). Zunächst stellt Dovicchi im Unterkapitel 4.1 «Le principali strutture di frase italiano» (73-76) vor, um im Anschluss der Frage nach syntaktischer Markiertheit nachgehen zu können. Abweichungen von der kanonischen Satzstruktur (VS statt SV) in Echo-Konstruktionen werden im Unterkapitel 4.2 «Casi in cui l’ordine delle parole è sintatticamente marcato» (76-81) behandelt. Dabei stellte sich anhand von korpusbasierten und konstruierten Beispielen heraus, dass die Sequenz A-B in einer Echo-Konstruktion i. d. R. syntaktisch markiert ist, aber nicht pragmatisch (81). Das darauf folgende Unterkapitel 4.3 «Riguardo a Topic e Focus» (81-88) widmet sich zunächst den Konzepten Topic und Focus allgemein und dann hauptsächlich der topicalizzazione und zuletzt den damit verbundenen Kategorien «definito» und «indefinito». Dem Topic-Konzept stellt Dovicchi das Pivot-Konzept von Foley/ van Valin 1984 an die Seite 2 , um die syntaktisch-funktionale Charakteristik von Echo-Konstruktionen aufzuzeigen. Danach wendet sich die Verf. in Unterkapitel 4.5 der «Restrizione sintattica di realizzazione del costrutto-eco» (91-94) zu, die wie sie vermutet, bedingt ist durch die Valenz des Verbs («verbi bi-argomentali» vs. «verbi mono-argomentali»). In Unterkapitel 4.6 «Alternativa concezione di ordine degli elementi e loro rapporto con le rappresentazioni delle funzioni grammaticali» (94-95) kommt die Verfasserin zu dem Schluss, dass besonders verbi monoargomentali keine kanonische Anordnung bedingen. Angesichts der konstatierten «instabilità dell’ordine delle parole in italiano» komme es bei strutture monoargomentali in einem bestimmten Kontext zur Neutralisierung der Opposition von Soggetto und Oggetto (101). Im letzten Unterkapitel 4.8 «Un approccio minimalista per l’interpretazione del Focus» (103-06) gibt Dovicchi den Ansatz von Frascarelli 1997 wieder, der wichtige Hinweise für die Zugehörigkeit des Focus zum «Sintagma Intonativo» liefert 3 . Dass die Kapitel zu grammatischen und syntaktischen Charakteristika sehr ausführlich ausfallen, ist vermutlich mitunter dadurch bedingt, dass die Verf. die These vertritt, dass «la marcatezza pragmatica sia la somma della marcatezza sintattica e di quella fonologica» (75), obwohl, wie sie selbst im fünften Kapitel bemerkt, nur eine «analisi intonativa» eindeutige Ergebnisse liefert (110). Im fünften Kapitel Costrutto-eco: descrizione prosodico-informativo (109-46) widmet sich Dovicchi der Analyse von Echo-Konstruktionen unter phonologischem Aspekt mit dem Ziel «[di] confortare o confutare la posizione del Focus nella parte B del costrutto» (109). Dazu bilden die Thematiken, die in ebensovielen Unterkapiteln ausgeführt werden, den theoretischen Rahmen: 5.1 «Prominenza informativa: sintattica e/ o intonativa? » (110-12), 5.2 «Focus: prominenza semantica e prosodica» (112-16), 5.3 «La ‹grammatica dell’intonazione›» (116-25), 5.4 «Rappresentazione e trascrizione fonologica dell’intonazione» (126-29), 5.5 «Pattern intonativi in italiano» (129-31), 5.6 «Scorcio tipologico» (131-34). Das Unterkapitel 5.7 «Applicazione della teoria alla pratica (PRAAT)» (134-38) bietet eine akurate, leider nur sehr kurze Beschreibung von fünf prototypischen Intonationskurven von Echo-Konstruktionen. Diese sind im Anschluss an das Kapitel abgedruckt und «confortano, fonologicamente, la focalizzazione del tratto B» (140). Das sechste Kapitel Funzioni discorsive e conversazionali (147-83) stellt eine Analyse des Untersuchungsobjekts aus Sicht der Pragmatik dar. Die beiden ersten Unterkapitel lauten 6.1 «Strategie funzionali e parametri funzionali: loro nesso» (149-51), 6.2 «Tipi di funzioni e loro categorizzazione» (151-58) und spannen den theoretischen Rahmen für die Heraus- 285 Besprechungen - Comptes rendus 2 W. A. Foley/ R. D. van Valin, Functional Syntax and Universal Grammar, Cambridge etc. 1984. 3 M. Frascarelli, «Focus and feature-checking: un’ipotesi minimalista», Lingua e Stile 32 (1997): 247-72. arbeitung der Funktionen auf. Gleichzeitig lassen sie ein ausgeprägtes Problembewusstsein für Methodik und Klassifizierungsschwierigkeiten bei der Verf. erkennen. Das mit z. T. längeren Korpuspassagen ausgestattete Unterkapitel 6.3 «Funzioni dei costrutti-eco» (159-78) ist wiederum in vier Unterkapitel geteilt, da die ermittelten Echo-Konstruktionsfunktionen «di tipo testuale-infomativo, testuale-interattivo, metatestuale e testuale» sind (37). Etwas problematisch erscheint lediglich, dass ein Teil der Beispiele von der Verf. konstruiert werden, die «sottoposti poi a controllo e verifica da parte del principale informante, Carmelo.» (148) Die durch diesen einzigen Informanten bestätigten Echo-Konstruktionen entstammen somit nicht authentischem Sprachgebrauch und haben nur eine relative Aussagekraft. Das letzte Unterkapitel 6.4 «Pivot/ Drehpunkt» befasst sich explizit mit dem «cardine del costrutto-eco» (178) aus funktional-pragmatischer Perspektive. Das siebte und letzte Kapitel - sieht man von der Schlussbetrachtung ab - hat die Collocazione del costrutto-eco sul continuum varietistico (183-210) zum Ziel. Dieses Kapitel wirft eine Reihe von interessanten Fragen auf, die aufgrund des heterogenen Korpusmaterials und der unklaren Abgrenzung der diastratischen und diaphasischen Varietät im Allgemeinen sowie dem italiano colloquiale vom italiano popolare im Besonderen nicht von der Verf. eindeutig geklärt werden können. Es liefert aber Hinweise darauf, dass die Echo- Konstruktion in der heutigen Zeit als Phänomen der gesprochenen Sprache zu sehen ist (194) und in der Kommödie Le Baruffe Chiozzotte von Goldoni gezielt als Mittel zur Nachahmung der gesprochenen Sprache eingesetzt wurde (184). Die Einordnung nella gamma variazionistica gestaltet sich nicht nur aus synchronischer, sondern besonders aus diachronischer Perspektive als problematisch, da Vergleichskorpora fehlen. Die Zuordnung zur diatopischen Dimension wird von der Verf. überzeugend und kritisch diskutiert, wobei sie sich sicher ist, dass Echo-Konstruktionen «con maggiore frequenza [vengono realizzate] nel dialetto estremo-meridionale, calabrese e siciliano» (197). Es folgt ein Abschlusskapitel (211-13), dass die wichtigsten Schlussfolgerungen der Arbeit zusammenträgt und die These enthält, dass in Echo-Konstruktionen das centro B rein syntaktisch fokussiert werden kann, ohne dass eine zusätzliche marcatezza prosodico-fonologica notwendig ist (212). Daran schließt sich eine Bibliographie (214-23) mit rund 200 bibliographischen Referenzen an und das Korpus (224-36) bestehend aus rund 275 Echo-Konstruktionen der gesprochenen Sprache und rund 70 der geschriebenen Sprache. Die hier besprochene Studie leistet einen wichtigen Beitrag zur Beschreibung von Echo- Konstruktionen in Abgrenzung zu anderen Wiederholungsstrukturen und Pionierarbeit hinsichtlich ihrer Verwendungen im gesprochenen Italienisch. Dabei zeichnet nicht nur die große Fülle des erstellten Korpusmaterials, sondern auch die Beschreibung der ausgewählten Beispiele diese Arbeit aus. Bemerkenswert ist dabei besonders der Zugang über die verschiedenen Forschungsdisziplinen der Sprachwissenschaft, die eine Erfassung der unterschiedlichen Faktoren, die zur Bildung eines solch komplexen sprachlichen Phänomens beitragen, erst ermöglichen. Problematisch ist, wie die Verf. selbstkritisch in der premessa bemerkt, dass das Korpus fast ausschließlich aus Aufzeichnungen von einem Informanten aus Bagnara Calabra besteht, der darüber hinaus über eine «estrema disposiziona naturale a formare costrutti-eco» (vi) verfügt. Jedoch handelt es sich um eine qualitative Analyse und die Autorin ist sich über die eingeschränkte Aussagekraft zur Verwendung dieser Konstruktion bei Sprechern im Allgemeinen bewusst. Claudia Schmitz ★ 286 Besprechungen - Comptes rendus
