eJournals Vox Romanica 70/1

Vox Romanica
vox
0042-899X
2941-0916
Francke Verlag Tübingen
Es handelt sich um einen Open-Access-Artikel, der unter den Bedingungen der Lizenz CC by 4.0 veröffentlicht wurde.http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/121
2011
701 Kristol De Stefani

Maria Tikka, Manifestarsi plurilingui a tavola. La commutazione di codice di una famiglia italo-svedese, Stockholm (Stockholms universitet) 2009, 194 p. (Forskiningsrapporter / Cahiers de la Recherche 40)

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2011
Daniela  Veronesi
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Möglichkeiten erfordert Planung - die Frasi Scisse sind somit tendenziell eine distanzsprachliche Strategie. Formal weist der vorliegende Band keine Mängel auf. Lediglich die fehlenden Seitenangaben im Inhaltsverzeichnis zum Beginn der vier Teile ist ungünstig. Der etwas unbekümmerte Umgang mit Übersetzungen von Standardwerken irritiert: So wird z. B. Levinson wörtlich aus der it. Übersetzung von Pragmatics zitiert (9) und nur die Übersetzung ist in der Bibliographie aufgeführt; ebenso verfährt Roggia mit Hallidays Spoken and Written Language. Nicht ganz so unproblematisch, wie es Roggia sieht, scheint der Rezensentin das Anführen von italienischen, nicht originalsprachlichen, sondern übersetzten Beispielen (cf. 94) zur Beschreibung informationeller Gegebenheiten. Wie sehr die vom Übersetzer gewählten Strukturen von den ausgangssprachlichen Strukturen beeinflusst und somit nicht mehr beispielhaft für muttersprachliche Formulierungen sind, lässt sich nicht überprüfen. Trotz dieser vergleichsweise geringen Defizite bleibt Roggias Studie ein besonders wegen seiner umfassenden deskriptiven Erfassung bedeutsamer Beitrag im Rahmen der Erforschung der Spaltkonstruktionen im Italienischen. Martina Nicklaus ★ Maria Tikka, Manifestarsi plurilingui a tavola. La commutazione di codice di una famiglia italo-svedese, Stockholm (Stockholms universitet) 2009, 194 p. (Forskiningsrapporter / Cahiers de la Recherche 40) Il volume illustra la tesi di dottorato dell’autrice presso l’Università di Stoccolma, ed è dedicato ad un tema, la commutazione di codice, che ha goduto di sempre maggiore attenzione in sociolinguistica a partire dagli anni Ottanta, e che ha portato numerosi analisti della conversazione ad esaminare il plurilinguismo da una prospettiva interazionale. È questo l’approccio che anche Maria Tikka segue nella sua ricerca, in cui analizza nel dettaglio un singolo evento comunicativo, un pranzo di Natale di una famiglia italo-svedese residente in Svezia, concentrandosi in particolare sulle funzioni interazionali e identitarie del parlato plurilingue. La prima parte del volume (capitoli 2-4) fornisce una panoramica di approcci al plurilinguismo, soffermandosi sul fenomeno della commutazione di codice e approfondendone la caratterizzazione fornita da John Gumperz e successivamente ampliata nell’approccio di Peter Auer, che l’autrice prende come riferimento principale per la propria analisi. Orientandosi all’analisi della conversazione di matrice etnometodologica, da cui Tikka attinge le nozioni di recipient design, membership categorization analysis e una visione dell’interazione come co-costruzione, l’autrice fa inoltre riferimento a lavori di impianto conversazionale che hanno esplorato il tema dell’identità in interazione, considerandola come oggetto di negoziazione in contesto, e mostrandone l’articolazione sul piano discorsivo, situazionale e categoriale. Nella seconda parte del volume Tikka ci conduce nel vivo della ricerca, che si basa su registrazioni audio dell’evento considerato e su questionari sociolinguistici somministrati ai partecipanti, che affiancano l’analisi conversazionale. Tanto lo scambio comunicativo quanto la costellazione dei partecipanti costituiscono motivo d’interesse per lo studio presentato. Il dinner talk costituisce infatti un terreno ideale per esplorare la questione dell’identità per parlanti plurilingui in contesti migratori (si vedano ad es. Blum Kulka 1997, Ciliberti 2007, Pasquandrea 2008); la presenza di otto partecipanti (nonni, figli e coniugi, nipoti) con repertori linguistici differenziati che coinvolgono un dialetto ligure, l’italiano, lo svedese e l’arabo, permette inoltre di esaminare le modalità in cui tali repertori possono diventare 290 Besprechungen - Comptes rendus delle risorse interazionali, e di far luce sulle molteplici funzioni del code-switching in contesto. L’analisi, che si prefigge di affrontare tre principali domande di ricerca - l’uso dei vari codici come risorse per la strutturazione della conversazione, il rapporto tra scelta di codice e costellazione dei partecipanti, l’elaborazione identitaria - è introdotta dalla descrizione del corpus, dal profilo sociolinguistico dei partecipanti (capitolo 5) e da una sintesi quantitativa delle occorrenze di commutazione di codice (capitolo 6). Il capitolo 7 è dedicato all’esame della commutazione di codice connessa alla gestione discorsiva e interazionale; si tratta di funzioni del code-switching legate all’organizzazione sequenziale della conversazione (come nel caso di commenti contrastanti con l’azione in corso o di citazioni) e al cambio di formato partecipativo (cambiamento dell’interlocutore, estensione dell’uditorio), evidenziate in letteratura, che l’autrice riscontra anche nel proprio corpus. In questo ambito le riformulazioni («auto-riformulazioni» e «riformulazioni dell’altro») sono esaminate non solo nella loro funzione di correzione o di ampliamento dell’uditorio, ma anche, come mostra Tikka, quale strategia per partecipare alla conversazione, assumendone il controllo. Nel capitolo 8, di più ampio respiro, la commutazione di codice viene invece esaminata dal punto di vista della costruzione dell’identità dei partecipanti, declinata in primo luogo come appartenenza al gruppo etnico-culturale (italiano), al gruppo familiare (italo-svedese), o ancora alla più ristretta cerchia familiare dialettofona, portando di volta in volta, con l’uso dell’italiano, dello svedese o del dialetto ligure, a un ampliamento o a un restringimento del quadro partecipativo. Viene qui inoltre trattato per esteso il nesso tra individualità e preferenze linguistiche dei partecipanti: così, accanto a interazioni in cui gli interlocutori utilizzano due codici diversi - una pratica verbale peraltro considerata «ordinaria» nel gruppo -, l’autrice analizza numerosi episodi di negoziazione di codice che portano alla convergenza linguistica, mostrando come uno o più partecipanti si orientino alla preferenza linguistica manifestata da, o attribuita al proprio interlocutore, e come dunque la commutazione di codice sia legata alle attività di recipient design e di categorizzazione messe in atto nell’interazione. Complessivamente il lavoro di Tikka, che adotta una duplice prospettiva nell’analisi della commutazione di codice, offre spunti interessanti sul tema, fornendo uno spaccato sulle pratiche comunicative di una famiglia italo-svedese a cavallo tra lingue e generazioni e mostrando la plurifunzionalità dell’uso di più codici in contesto. Daniela Veronesi ★ Eduardo Blasco Ferrer, Paleosardo. Le radici linguistiche della Sardegna neolitica, Berlin (De Gruyter) 2010, xiv + 243 p. (Beiheft zur Zeitschrift für Romanische Philologie 361) Der Inhalt dieses Beiheftes zur Zeitschrift für Romanische Philologie wurde vom Autor am Romanistenkongress 2010 in Valencia vorgestellt. Die anschließende Diskussion war bescheiden, da kompetente Diskussionspartner zu diesem schwierigen, interdisziplinär zu behandelnden Thema nicht anwesend waren, so z. B. Heinz-Jürgen Wolf oder Johannes Hubschmid, der bereits vor Jahren verstorben ist. Die anwesenden Zuhörer spürten aber, dass wir es, wie 1951 bei der Erscheinung der Lingua sarda (storia, spirito e forma) von M. L. Wagner oder 1953 bei der Publikation der Sardischen Studien von Johannes Hubschmid, mit einer grundlegenden Neuerscheinung zur sardischen Sprachgeschichte zu tun haben. Nach seiner Storia linguistica della Sardegna (Beiheft ZRPh. 202) im Jahr 1984 hat sich Blasco Ferrer mit dieser Studie zum paleosardo als einer der besten Kenner der sardi- 291 Besprechungen - Comptes rendus