eJournals Vox Romanica 71/1

Vox Romanica
vox
0042-899X
2941-0916
Francke Verlag Tübingen
Es handelt sich um einen Open-Access-Artikel, der unter den Bedingungen der Lizenz CC by 4.0 veröffentlicht wurde.http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/121
2012
711 Kristol De Stefani

Christine Konecny, Kollokationen. Versuch einer semantisch-begrifflichen Annäherung und Klassifizierung anhand italienischer Beispiele, München (Martin Meidenbauer) 2010, 709 p.

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2012
Patrizia  Cordin
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simili su altre tranches cronologiche tra Medioevo e Modernità sono auspicabili. Saranno però più difficilmente realizzabili, visto che soprattutto per il periodo dal Quattrocento all’Ottocento gli studi e le banche dati esistenti sono molto meno numerosi che per l’italiano antico, e che la quantità delle fonti testuali aumenta enormemente dopo il XIV secolo. Tutto sommato, la Grammatica dell’italiano antico è un’opera pionieristica impressionante che costituisce una pietra miliare nella storia dell’analisi grammaticale dell’italiano. Francesco Crifò / Wolfgang Schweickard ★ Christine Konecny, Kollokationen. Versuch einer semantisch-begrifflichen Annäherung und Klassifizierung anhand italienischer Beispiele, München (Martin Meidenbauer) 2010, 709 p. Il titolo e il lungo sottotitolo del volume non solo ne enunciano con chiarezza il tema principale, ma già suggeriscono l’approccio privilegiato dall’autrice per affrontarlo: si tratta infatti di un ampio lavoro sulle collocazioni, esaminate da più punti di vista, e indagate in modo particolarmente approfondito e originale soprattutto nelle loro caratteristiche semantiche, sulla base dell’analisi di una vasta raccolta di esempi italiani, che ne permette una classificazione in diversi tipi. Proprio la focalizzazione degli aspetti semantici, studiati su un ampio corpus di collocazioni in italiano, rende il lavoro di Christine Konecny di particolare interesse, in quanto viene a colmare una lacuna nella letteratura sull’argomento, che infatti sino a oggi nella linguistica italiana è stato solo marginalmente trattato, mentre ha ricevuto attenzione da parte di numerosi studiosi, soprattutto in area inglese e tedesca. A questo proposito, si nota che anche il lavoro presentato nel volume nasce all’interno di un progetto più ampio, che coinvolge diversi ricercatori, in corso all’Università di Innsbruck 1 . I capitoli principali (il sesto e il settimo), dedicati rispettivamente all’analisi morfosintattica e semantico-concettuale delle collocazioni e alla loro classificazione, si inseriscono in una struttura ampia e ben articolata: l’autrice infatti, dopo un primo capitolo di introduzione al lavoro, dove si trovano osservazioni sulla terminologia proposta per riferirsi a diversi tipi di sequenze coese di parole, presenta nel secondo capitolo le principali ricerche sul tema sviluppate in Europa negli ultimi decenni, dandone una sintesi chiara e puntuale, con riferimento agli studi più significativi di Bally, di Porzig, di Coseriu, della scuola inglese con Firth, Halliday, Sinclair, di Hausmann, di Benson, di Irsula-Peña. Le proposte di Hausmann in particolare sono riprese nel breve terzo capitolo per la definizione delle collocazioni come strutture binarie (Basis + Kollokator; p.e. acqua bevibile, dove acqua è Basis e bevibile è Kollokator) 2 , e si ritrovano anche nel quarto capitolo, dove vengono proposti i criteri in base ai quali distinguere questo tipo di costruzioni rispetto ad altri tipi di sequenze lessicali ristrette, come frasi idiomatiche, co-occorrenze, composti (rispetto a quest’ultima delicata distinzione, cf. la discussione alle p. 148-49 sulla differenza tra il rapporto che si instaura nei composti tra determinatum e determinans e il rapporto tra Basis e Kollokator nelle 280 Besprechungen - Comptes rendus 1 Kollokationen im Italienischen. Il progetto, diretto da Heidi Siller Runggaldier, sviluppa la ricerca sul tema nell’ambito della linguistica teorica, con speciale attenzione alla prospettiva comparativa tra diverse varietà e tra lingue diverse. Nel quadro di tale progetto sono state sinora discusse diverse tesi di laurea e sono stati recentemente presentati vari interventi in occasione di convegni internazionali. 2 F. J. Hausmann, «Was sind eigentlich Kollokationen? », in: K. Steyer (ed.), Wortverbindungen - mehr oder weniger fest, Berlin 2004: 309-34. collocazioni). Per il riconoscimento delle collocazioni l’autrice fa riferimento ai seguenti parametri (sintetizzati nella tabella alla p. 153): a) trasparenza semantica e composizionalità del significato, b) accettazione delle sequenze da parte di parlanti di madrelingua e stranieri, c) ricezione e produzione da parte di parlanti di madrelingua e stranieri, d) grado di fissazione morfosintattica, e) produttività della sequenza, f) separabilità dei costituenti, g) traducibilità in altre lingue, h) preferenza lessicale. La varia combinazione di queste caratteristiche mostra che esiste un continuum di combinazioni lessicali che si collocano tra due estremi opposti, quello che mostra il massimo grado di fissità nella sequenza ed è rappresentato dalle costruzioni idiomatiche, e quello che mostra il minimo grado di fissità nella sequenza ed è rappresentato dalle combinazioni libere. Nello spazio intermedio tra i due poli opposti si trovano le collocazioni. Il quinto capitolo affronta la questione della cosiddetta «idiosincrasia» delle collocazioni, e più in generale di cosa si intenda in linguistica per costruzioni idiosincratiche. Alla domanda l’autrice risponde collegandosi ai concetti di arbitrarietà e di motivazione (una sequenza lessicale idiosincratica è infatti una sequenza poco motivata e molto arbitraria). La connessione tra idiosincrasia, arbitrarietà e motivazione nelle collocazioni è ripresa nell’ultimo capitolo del libro, dopo il commento e la classificazione in gruppi semantici degli esempi del corpus. Una prima sottoarticolazione delle collocazioni è data nel sesto capitolo sulla base di criteri morfosintattici, che permettono il riconoscimento di sei diversi gruppi. Innanzitutto sono presi in considerazione gli elementi grammaticali che entrano nella collocazione (verbo, aggettivo, sostantivo, preposizione, avverbio). Questo primo criterio descrittivo viene incrociato con un nuovo criterio, che tiene conto della valenza, e che porta l’autrice - sulle tracce di quanto proposto da Hausmann e da Scherfer 3 - a distinguere due insiemi principali di collocazioni (Kopf-Ergänzungs-Konstruktionen e Kopf-Modifizierer-Konstruktionen). Al primo gruppo appartengono gli esempi nei quali un sostantivo accompagna un verbo per saturarne la valenza (la bomba esplode, il tempo passa; più numerosi sono gli esempi con sostantivo in funzione di oggetto: abbracciare una professione, consumare il matrimonio, sguainare la spada; mettere qualcuno a disagio, mettere qualcosa a disposizione); appartengono invece al secondo gruppo gli esempi con un verbo accompagnato da un avverbio o da un sintagma preposizionale (odiare visceralmente, raccontare per filo e per segno), gli esempi con un sostantivo accompagnato da un aggettivo o da un sintagma preposizionale (lingua impastata, tempo da lupi), e gli esempi con un aggettivo accompagnato da un avverbio o da un altro aggettivo (scarsamente popolato, ubriaco fradicio). A proposito di valenza verbale, un rilievo particolare nella discussione ricevono quelle collocazioni nelle quali si può avere l’ellissi del sostantivo che funge da argomento interno del verbo (digrignare, marinare, stipulare). La discussione di questi casi (612-14) suggerisce all’autrice l’esistenza di un oggetto implicito per alcuni verbi; l’ipotesi dovrebbe tuttavia essere confermata da una ricerca su un numero più ampio di esempi. Nelle note conclusive del capitolo, che riprendono alcuni aspetti di particolare rilievo nella morfosintassi delle collocazioni, l’autrice nota che la distinzione tra i due gruppi principali è riconducibile a diverse proprietà di riferimento concettuale che accomunano verbo e aggettivo, distinguendo queste due categorie da quella del sostantivo. Infatti per verbi e aggettivi si evidenzia una precisa correlazione tra intensione e restrizioni sulla combinazione (maggiore è l’intensione minori sono le possibilità di combinazione); per i sostantivi invece tale correlazione non vale. Infatti «Substantive sind zu einem großen Teil konzeptbildend 281 Besprechungen - Comptes rendus 3 P. Scherfer, «Zu einigen wesentlichen Merkmalen lexikalischer Kollokationen», in: M. Lorenz-Burjot/ H. H. Lüger (ed.), Phraseologie und phraseodidactique, Wien 2001: 3-19. (cf. cane, contratto, fiamma, latte, naso, sangue, usw.) und haben dadurch meist a priori eine bestimmte, klar abgrenzbare Extension, während Verben und Adjektive für gewöhnlich abstrakte Konzepte (Handlungen, Prozesse, Zustände/ Eigenschaften) bezeichnen und dadurch oft a priori keine klare Extension haben, weil diese je nach Kontext variieren kann» (627). Centrale nel lavoro di Christine Konecny è il settimo capitolo: le collocazioni del corpus italiano vengono qui classificate in gruppi diversi sulla base di caratteristiche semantiche e cognitive (tra le altre: polisemia, metafora, metonimia, prototipicità, motivazione). Viene inoltre considerato l’uso delle collocazioni in diverse varietà linguistiche (italiano letterario, specialistico, parlato). A questo proposito è da notare che il corpus di esempi italiani copre non solo la lingua standard, ma anche le varietà diafasica, diamesica, diastratica, diacronica grazie al fatto che ha origine da due distinti canali. Il primo è quello della lessicografia (raccolte fraseologiche, dizionari monolingui - storici e dell’uso moderno -, dizionari bilingui), da dove l’autrice attinge una prima base di collocazioni. Il secondo canale di provenienza degli esempi è Google, che permette di stilare una lista di basi possibili dei singoli collocatori, e quindi di procedere a un’analisi della frequenza delle costruzioni. L’ottavo e ultimo capitolo serve come sintesi generale (alla quale contribuiscono con efficacia le tabelle che riprendono le classi semantiche riconosciute, in particolare alle p. 618- 19 le tabelle 44 e 45), ma soprattutto come spazio di precisazione e richiamo di questioni di particolare interesse. Trovano posto nel capitolo alcune considerazioni metodologiche, tra le quali riceve particolare evidenza quella sull’approccio al tema, volutamente eclettico. L’eterogeneità dei metodi impiegati nell’analisi, dei punti di vista richiamati, degli strumenti utilizzati è ritenuta necessaria per affrontare in una prospettiva interdisciplinare un argomento tanto vasto e sfaccettato. Infatti, sebbene il nucleo del volume sia costituito dalle pagine di analisi semantica, non vengono trascurate prospettive diverse e proposte di analisi morfologica, sintattica, lessicografica, psicolinguistica, di teoria della traduzione, di didattica delle lingue (con interessanti cenni ad applicazioni didattiche, per esempio la traduzione di collocazioni in immagini prodotte dai bambini, cf. p. 543 e 563). Non mancano gli stimoli per nuove direzioni di ricerca e approfondimento del tema. Un ambito che potrà essere ripreso e arricchito è quello della raccolta sistematica delle collocazioni in italiano, soprattutto per un loro utilizzo nella prospettiva della lessicografia contrastiva. A parte poche eccezioni, infatti, i lavori in quest’area sull’italiano (puntualmente elencati all’inizio del volume alle p. 7, 8 e 9) si sono concentrati sinora soprattutto sulla raccolta di proverbi, di espressioni idiomatiche e di modi di dire, senza focalizzare specificatamente le collocazioni, e molto resta da fare, anche in una prospettiva contrastiva, particolarmente interessante per chi intende descrivere e commentare contrasti e analogie tra lingue diverse, anche dal punto di vista cognitivo. Chiude il volume una bibliografia di circa settanta pagine, organizzata in cinque principali paragrafi (sulle bibliografie fraseologiche, sui dizionari e le raccolte di proverbi, modi di dire, co-occorrenze, combinazioni lessicali, sulla letteratura secondaria, sulle fonti primarie e da internet, sulle fonti per le figure). Basterebbero queste pagine a testimoniare la serietà della ricerca condotta, a offrire un valido contributo per chi affronta il tema, e soprattutto una guida per chi è interessato a proseguire l’indagine nell’area italo-romanza. Patrizia Cordin ★ 282 Besprechungen - Comptes rendus