Vox Romanica
vox
0042-899X
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Francke Verlag Tübingen
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2013
721
Kristol De StefaniAndiamo, anem, vamos.
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2013
Marcello Barbato
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Andiamo, anem, vamos. Congiuntivo per indicativo nella storia della flessione romanza* Resumen: Se describe en este ensayo la penetración progresiva de formas originariamente de subjuntivo en el presente indicativo de diferentes variedades románicas. Se suscribe la idea de que este cambio estriba en la superposición pragmática, en la 4 a persona, del subjuntivo exhortativo al presente indicativo. Se intenta explicar por qué el cambio se produce solo o inicialmente en la I clase flexional: el proceso empezaría en el verbo am(bu)lare y de aquí se extendería a los otros verbos en -are. Varias pruebas históricas, geolingüísticas y tipológicas se ofrecen en respaldo de esta hipótesis. Parole chiave: Morfologia verbale, cambiamento morfologico, variazione diatopica, italiano, romancio, occitanico, catalano 1. Introduzione Alcune lingue romanze impiegano al presente indicativo delle forme derivate storicamente dal congiuntivo (FDC) 1 . In quest’articolo, da una parte mostreremo come la penetrazione delle FDC sia un processo graduale nel sistema, dall’altra avanzeremo l’ipotesi che tale processo sia iniziato in un singolo verbo e si sia poi esteso per diffusione lessicale. Già uno sguardo ai dati di Lausberg ci mette sulla pista (il segno + indica le FDC) 2 : (1) I classe II classe III classe 4 a 5 a 4 a 5 a 4 a 5 a italiano + + + romancio + + catalano + + * Ho potuto discutere proficuamente della questione con Francesco Cangemi, Marc Dominicy, George Dunkel, Vincenzo Faraoni, Lorenzo Filipponio, Michele Loporcaro, Tania Paciaroni, Stephan Schmid, Barbara Strebel. A tutti loro va il mio ringraziamento. 1 Per ragioni espositive, diamo per assodato questo assunto, rimandando al §4 per una critica delle spiegazioni alternative. 2 La II classe racchiude la seconda e la terza coniugazione (distinzione qui non pertinente). I dati privi di fonte risalgono a Lausberg 1971: §797, 802, 805, 868, 878, 882, 884, 924, 930. Nelle forme citate, salvo indicazione contraria, si ripete la trascrizione della fonte. Si impiegano le abbreviazioni del LEI. Non tratteremo qui i casi particolari e ancora in gran parte misteriosi di affermazione di desinenza unica (fr. -ons, it.sett. -om, ecc.). Vox Romanica 72 (2013): 17-41 Marcello Barbato È evidente che il focolaio del fenomeno è la 4 a pers. di I classe e che poi l’italiano ha esteso le FDC alle altre classi flessive, il romancio e il catalano alla 5 a persona. Cercheremo qui di allargare il discorso ad altre varietà romanze senza pretendere di compiere uno studio esaustivo, che pure sarebbe auspicabile. Mostreremo come la gradualità del processo si rifletta ora nella diacronia delle singole varietà ora nella sincronia della variazione diatopica (§2). Studieremo poi le conseguenze ulteriori del processo (§3); infine ci interrogheremo sulla sua genesi (§4-5). Questo articolo vuole anche essere un omaggio a studiosi come Jules Gilliéron, Karl Jaberg e Jakob Jud, alla cui straordinaria energia dobbiamo opere monumentali che non cessano di alimentare la ricerca di dati ricchi e talvolta sorprendenti. 2. Il processo Il nostro punto di partenza è lo schema della 4 a indic.-congiunt. del latino tardo (2), con -ivariabile al congiuntivo, in quanto assente storicamente nei verbi di terza coniugazione; questo schema è ben conservato in spagn. e port. (3) 3 : (2) indic. amamus tememus dormimus congiunt. amemus tem(i)amus dorm(i)amus (3) indic. amamos tememos dormimos congiunt. amemos temamos durmamos Si noti, da una parte la distribuzione «diagonale» (Tekav Č i Ć 1979: §683) di / a/ ed / e/ alla I e II classe, dall’altra la polarizzazione, al congiuntivo, tra «first-» e «non-first conjugations» (Maiden 2011a: 204 s.) o tra «prima macroclasse» e «seconda macroclasse» (Dressler/ Thornton 1991), fenomeno portante della morfologia romanza. Questa polarizzazione è ulteriormente rafforzata dalle varietà che hanno fuso la II e la III classe anche all’indicativo, come l’oc. (4), il sardo (5) e l’it.centro-merid.a. (6) 4 : (4) indic. -am -em -em congiunt. -em -am -am 18 3 Per gli eventuali effetti di yod sulla vocale radicale in queste lingue cf. Barbato 2012. 4 Per maggiori dettagli sull’it.centro-merid. cf. Barbato, in stampa. Congiuntivo per indicativo nella storia della flessione romanza (5) indic. -amus -imus/ -emus -imus/ -emus congiunt. -emus -amus -amus (6) indic. -amo -imo/ -emo -imo/ -emo congiunt. -imo/ -emo -amo -amo Abbiamo dunque originariamente due sistemi, che chiameremo A e B 5 : (7) A B 4 a indic. -amus -emus -imus -amus -emus -emus 5 a indic. -atis -etis -itis -atis -etis -etis Il primo passo del nostro processo sostituisce -amus con il congiunt. -emus, rendendo identiche le forme di 4 a persona di I e II classe e dando origine rispettivamente ad A’ e B’: (8) A’ B’ 4 a indic. -emus -emus -imus -emus -emus -emus 5 a indic. -atis -etis -itis -atis -etis -etis Il passo successivo rende identiche anche le forme di 5 a persona, coinvolgendo anche l’imperativo: (9) A’’ B’’ 4 a indic. -emus -emus -imus -emus -emus -emus 5 a indic. -etis -etis -itis -etis -etis -etis 5 a imper. -ete -ete -ite -ete -ete -ete 19 5 Si faccia astrazione dal fatto che: 1) anche nella Romania occidentale alcune varietà hanno una forma non sigmatica alla 4 a persona; 2) tra le varietà in questione solo il cat.a. (Wheeler 2007: 28), il friulano (Maschi 2000: 207) e il romancio e mantengono distinte la 5 a indic. e la 5 a imper., mentre le altre generalizzano ora -ate ora -atis. Cf. anche la nota seguente. Marcello Barbato In alternativa l’estensione della FDC si fa orizzontalmente, alla III classe flessiva, dando origine a una variante del sistema A’’, da cui a sua volta si può poi raggiungere il sistema B’’: (10) A’’ 4 a indic. -emus -emus -emus 5 a indic. -atis -etis -itis Va ricordato inoltre che nel sistema di partenza esistevano alcune sovrapposizioni funzionali e in parte formali tra indicativo, imperativo e congiuntivo alla 4 a e 5 a persona (cf. Wheeler 2007: 95 s.). Negli atti iussivi infatti si usava alla 4 a il congiuntivo, ma alla 5 a l’imperativo, vicino formalmente all’indicativo 6 : (11) indicativo iussivo congiuntivo -amus -emus -emus -atis -ate -etis Questa situazione alla lunga può generare un sincretismo completo tra indicativo, congiuntivo e imperativo alla 4 a e 5 a persona (cf. fr.a. chantons, chantez, rum. cînt ă m, cînta ţ i). 2.1 Catalano Il catalano antico (Badia i Margarit 1981: §47, 156, 157; Wheeler 2007: 28) conserva il sistema A 7 : (12) cat.a. cantam batem dormim cantats batets dormits Questo sistema, a parte l’evoluzione -ts -u alla 5 a persona, si conserva nel balearico, nel leridano e nel pallarès (Blasco Ferrer 1984: §376) 8 . 20 6 La sovrapposizione è ancora più grande in quelle varietà che hanno fuso la 5 a indic. e imper., come l’it. (-ate) e l’oc. (-atz); a metà strada rimane il sardo (-a ð es *-ates). Anche il dalmatico -te è fonologicamente un ibrido tra -tis e -te (Maiden 2007: 160). 7 Per la conservazione di -s alla 4 a nei testi antichissimi cf. Pérez Saldanya 1998: 121. 8 Cf. anche ALCat. c. 391; Badia i Margarit 1999: 307; OODRVM (maiorchino). Congiuntivo per indicativo nella storia della flessione romanza Il grado A’ è rappresentato dalla varietà coloniale di Alghero (Blasco Ferrer 1984: ibid.; OODRVM): (13) cat. (Alguer) cantem vajem murim cantau vajeu muriu Il catalano moderno (centrale) presenta il grado A’’: (14) cat.mod. cantem batem dormim canteu bateu dormiu La situazione dell’algherese mostra chiaramente che la penetrazione della FDC comincia con la 4 a e non con la 5 a persona, smentendo la ricostruzione di Badia i Margarit 1981: §47, 156, 157 secondo cui la desinenza -eu del congiuntivo si sarebbe introdotta dapprima all’imperativo, poi all’indicativo, dove poi avrebbe prodotto -em secondo la proporzione seguente: (15) congiunt.-imper. indic. cantem × = cantem canteu canteu 2.2 Occitanico e francoprovenzale In area occitanica, il guascone, nelle sue varietà più conservative, ha il sistema A (Zauner 1896: 435; Iliescu/ Mourin 1991: 56) 9 : (16) guasc. cantam batem sentim cantatz batetz sentitz 21 9 Per un quadro più completo e più mosso cf. ALG 5/ 2. La notizia secondo cui in Gironda e nelle Landes si avrebbe estensione di -em ed -etz alla I classe (Zauner 1896: 435), che la lettura dell’ALF (c. 764 e 806) sembrerebbe confermare, cela in realtà una falsa interpretazione dei tipi «deboli» cántem, cántets propri di queste aree (ALG, ibid. 29). Marcello Barbato Nel resto della Francia meridionale già in epoca medievale, come abbiamo visto al num. (4), la II e la III classe si sono confuse. A partire da questo stadio, alcune varietà hanno raggiunto il grado B’, altre il grado B’’ (Ronjat 1930-41: §603 e 559) 10 : (17) delf. (Gap) parlèn batèn partèn parlà(s) batè(s) partè(s) (18) prov. (Forcalquier) parlèn batèn partèn parlès batès partès Il fenomeno comincia ad apparire in epoca tardo-medievale: Chabaneau 1876: 234 segnala comandem, autreyem, donem (accanto a lauvam, aproam, autreyam) nelle Coutumes de Limoges (XIV sec.) 11 . Il sistema B’ è attestato nei testi antichi delfinatesi (Iserloh 1891: 49) e, in competizione con B, in quelli valdesi (Nüesch 1979: 113). In base ai dati di Ronjat 1930-41: §605, 607, 608, 611, 613, 618, il sistema B’ appare diffuso anche in limosino e si intreccia con B’’ in alverniate. Dalla consultazione dell’ALF risulta che il sistema B’ è presente a macchia di leopardo in buona parte del territorio occitanico (anche, sebbene con minore intensità, nell’area linguadociana), mentre il sistema B’’ è attestato in provenzale (p. 875, Saint-Étienneles-Orgues). Già in antico il francoprovenzale ha unificato le tre classi alla 4 a persona, ma l’antico lionese tiene ancora distinta la 5 a persona (Philipon 1901: 265 s.): (19) lion.a. amem vendem partem amas vendes partis Questo sistema A’’ continua in alcune varietà moderne, ad esempio in Savoia (Ratel 1958: 67) 12 : (20) Saint-Martinrob ẽ dev ẽ part ẽ la-Porte roba devé parti 22 10 Coerentemente, all’imper. abbiamo a Gap parlà(s), a Forcalquier parlès. 11 Di qui probabilmente la sintetica indicazione di Harnisch 1886: 18 N e Meyer-Lübke 1894: §137 (p. 174). 12 Cf. anche il dialetto vallese di Val d’Illiez (OODRVM). Congiuntivo per indicativo nella storia della flessione romanza Altre varietà antiche, che confondono la 5 a persona di II e III classe, configurano un sistema B’ (Stimm 1965: 404): (21) frprov.a. portem rendem partem portas rendes partes Nel patois ginevrino la 5 a -i si impone in tutte le coniugazioni, producendo un sistema B’’ (Keller 1928: 144 s.): (22) ginevr. θ -t ẽ d ə v ẽ v ə n ẽ θ -ti d ə vi v ə ni Resta affidato a ricerche future se questi sistemi si spieghino con la generalizzazione di una FDC o di una desinenza unica, al pari del fr. -on(s) 13 e del vallone -ans (Meyer-Lübke 1894: §137; Remacle 1992: 142; Boutier 1995: 295). 2.3 Romancio L’antico engadinese ci mostra il grado A’ del processo (Mourin 1964: 233): (23) engad.a. acchiüsain mettain murin acchiüsæs mettais muris Ma l’antico soprasilvano ha già il grado A’’ (ibid. 90) 14 : (24) sopraselv.a. chisein mettein morin chiseits metteits morits attestato anche dalle varietà moderne 15 : (25) engad. chantáin(s) vezzáin(s) durmín(s) chantáis vezzáis durmís 23 13 Che penetra del resto in vari punti francoprovenzali. 14 Le fonti sono Bifrun 1560 per l’antico engadinese, e Gabriel 1648 per l’antico soprasilvano. 15 La -s finale alla 4 a è conservata in alto ma non in basso-engadinese. Marcello Barbato (26) sopraselv. cantéin veséin durmín cantéis veséis durmís Parallelamente, anche alla 5 a imper. si sono imposte forme con vocalismo - Ē -: sopraselv.a. chiseit, engad. chantè/ chantái, sopraselv. cantéi. A partire dalle informazioni di Stimm/ Linder 1989: 772 s. (che però non citano le forme corrispondenti) sembrerebbe che alcune varietà abbiano raggiunto il grado B’’. 2.4 Friulano Alcune varietà particolarmente conservative non presentano FDC (Benincà 1989: 55) 16 : (27) friul. ć antán tazén durmín (Forni di Sotto) ć antáis tazé: s durmí: s Ma in altre la forma del congiuntivo penetra alla I classe (ibid.): (28) friul. (Bagnarola) ć antén tazén durmín ć antáis tazé: s durmí: s Nella maggior parte del territorio però le tre classi flessive appaiono confuse alla 4 a (ibid.) 17 : (29) friul.centr. ć antín tazín durmín ć antáis tazé: s durmí: s 24 16 Per la spiegazione della 5 a -áis, in luogo dell’etimologico -as del friul.a., cf. Maschi 2000: 209. 17 Il fenomeno è gia antico, cf. Benincà 1995: 574. Congiuntivo per indicativo nella storia della flessione romanza 2.5 Italiano settentrionale Raramente si è conservato il sistema A, come in lig.occ. o in lad.anaun. (cf. Meyer- Lübke 1894: §133). Diverse varietà antiche mostrano già il grado A’ (Rohlfs 1966- 1969: §530 s.; Spina 2007: 163 s.) 18 : (30) it.sett.a. cantem(o) vendem(o) dormim(o) cantài/ canté vendì dormì Questa situazione è conservata da alcune varietà moderne (ibid.), mentre altre, come il gen. (Spina 2007: 167) e l’istr. di Valle (OODRVM) hanno raggiunto lo stadio A’’: (31) gen. mandemu taxemu sentimu mandéi taxéi sentì (32) istr. (Valle) cantemo batemo partimo canté(de) baté(de) partì(de) Non mancano varietà che presentano lo stadio B’, come il ver.a. (Bertoletti 2005: 238-41) o il dialetto emiliano di Lizzano in Belvedere (Malagoli 1930-41: 202 s.) 19 : (33) ver.a. ordenemo digemo statuemo mandà reçevì sostegnì (34) emil.occ. (lizz.) ka ŋ t ẽːŋ god ẽːŋ dorm ẽːŋ ka ŋ tá ː godi ː di dormi ː di 25 18 Si noti che alla 5 a abbiamo esito regolare, oltre che di -itis, anche di -atis (con dileguo della consonante intervocalica ed eventuale monottongazione) e di -etis, che la metafonia ha fuso con -itis. 19 Forme ritrascritte in IPA semplificato. Nonostante la classificazione del LEI, il dialetto ha caratteri tipicamente orientali. Marcello Barbato Altre, come il mil. (Spina 2007: 171 s.) o il romagn. di Lugo (OODRVM), hanno fuso «orizzontalmente» le tre classi: (35) mil. pensem vedem dormem pensì vedì dormì (36) romagn. (Lugo) lav ẽ gud ẽ bul ẽ lavì gudì bulì La desinenza unica di 4 a -am in bol. sembra essersi affermata dopo un periodo di variazione libera con -em, cf. bol.a. amamo/ amemo, recevemo/ recevamo (Spina 2007: 191) 20 . Così si può forse spiegare anche la generalizzazione di -amus e di -etis alla I-II classe in lunig. (Falcinello): 4 a parla ŋ = goda ŋ ≠ s əŋ tja ŋ , 5 a parle = gode ≠ s əŋ ti (Badiale 2007: 139 s.). 2.6 Toscano e varietà peritoscane La situazione originaria (A) è conservata da diverse varietà, come il senese e l’aretino antichi, il perugino, ecc. (Rohlfs 1966-1969: §530): (37) it.centr. cantamo vendemo dormimo Nei dialetti corsi la forma del congiuntivo penetra alla I classe. I risultati dipendono dal fatto che questa introduzione si faccia in un sistema di tipo A - come quello appena visto dell’italiano centrale - o in un sistema di tipo B - come quello del sardo, cf. sopra (5) - (Rohlfs 1966-69: §530; ALEIC c. 340-43 e 594) 21 : (38) corso cismont. A’ cantemu sapemu durmimu corso cismont. B’ cantemu sapimu durmimu 26 20 Per le desinenze uniche it.sett. ´ -om, -om, -uma cf. Rohlfs 1966-69: §530; Lurati 1973; Loporcaro 2006: 158; Spina 2007: cap. VI. 21 I due tipi sono frammischiati: il tipo A si trova ad esempio a Luri (p. 2), il tipo B a Brando (p. 4). Le forme sono tipizzate. Già nella Lettera del prete Biancone di Lumio (1400) si legge avisemo e credite (Serianni 1995: 148). Congiuntivo per indicativo nella storia della flessione romanza A partire dal tipo B’ a Corte (p. 21) si è giunti alla parificazione delle tre classi: (39) Corte cantimu sapimu durmimu In corso meridionale (Rohlfs 1966-69: §530 e 531; ALEIC 342) la forma in -epenetra alla 5 a persona: (40) 4 a cantemu sapimu durmimu 5 a canteti sapiti durmiti Anche qui il processo coinvolge l’imperativo: alzeti (Rohlfs 1966-69: §609), andeti (ALEIC 342). In fiorentino e in toscano occidentale le forme del congiuntivo sono state parificate già in epoca preletteraria 22 : (41) indic. amamo tememo dormimo congiunt. amiamo temiamo dormiamo È dunque la forma in -iamo che s’introduce all’indicativo 23 : (42) indic. amiamo tememo dormimo congiunt. amiamo temiamo dormiamo Infine la FDC viene estesa alle altre classi flessive (con un possibile décalage tra la II e la III) 24 : (43) it. amiamo temiamo dormiamo 27 22 Per le cause e le implicazioni di questo fenomeno cf. Vincent 1980; Spina 2007: 185; Spina/ Dressler 2011: 521. 23 È questa la situazione del tosc.occ. e del fior. per quasi tutto il XIII sec. (Castellani 1952: 139 s.; Wanner 1975; Serianni 1995: 144; Manni 2003: 35; Maschi/ Vanelli 2010: 1435). 24 Questo sistema è ormai fissato all’epoca di Boccaccio (per la bibliografia cf. N23). Marcello Barbato 3. Le altre confusioni L’estensione delle forme innovative alla 5 a persona non fa altro che accentuare l’avvicinamento di I e II classe prodotto dal primo grado del processo e ristabilire l’unione tra 4 a e 5 a persona di I classe interrotta dallo stesso processo 25 . Ma l’introduzione della FDC nella I classe ha anche altre conseguenze sui sistemi. Non dimentichiamo che essa turba i due principi organizzatori della morfologia romanza visti ai num. (2)-(6), dando luogo a un sistema asimmetrico: (44) indic. -emus -emus -imus congiunt. -emus -amus -amus I parlanti reagiscono in maniera diversa davanti a questo «problema». Alcune varietà accettano la nuova distribuzione e ristabiliscono l’ordine diagonale, agendo sul congiuntivo 26 . È il caso del corso cismont. di Sisco (45) (OODRVM) e del soprasilvano (46): (45) indic. -emu -emu -imu congiunt. ´ -imu ´ -imu ´ -amu (46) indic. -ein -ein -in congiunt. -eien -eien -ien L’engadinese (47) parifica le forme del congiuntivo 27 , il romagn. di Lugo (48) 28 e il frprov. a. (49) 29 anche quelle dell’indicativo: (47) indic. -ain(s) -ain(s) -in(s) congiunt. ´ -an(s) ´ -an(s) ´ -an(s) 28 25 Si ricordi che la solidarietà tra la 4 a e la 5 a persona (le uniche arizotoniche e dotate chiaramente di vocale tematica) è molto forte nella morfologia romanza. Anche in caso di allomorfia radicale la 4 a e la 5 a sono spesso solidali e pertengono a una «classe di partizione» diversa da quella di 1 a , 2 a , 3 a e 6 a (cf. Maiden 2011b: 241 s.). 26 Ci occupiamo qui solo degli schemi di corrispondenze e non della genesi delle singole forme (per cui cf. oltre, §4). 27 In Lausberg le desinenze del congiuntivo sono date erroneamente come toniche. L’informazione corretta in Iliescu/ Mourin 1991: 94. Congiuntivo per indicativo nella storia della flessione romanza (48) indic. ẽ ẽ ẽ congiunt. ɛɲ a ɛɲ a ɛɲ a (49) indic. -em -em -em congiunt. -am -am -am Nelle altre varietà agisce inoltre il già visto - sopra, §2 - sincretismo tra indicativo, congiuntivo e imperativo. In cat. (50), in gen. (51) e nell’istr. di Valle (52) indicativo e congiuntivo sono confusi, ma si mantiene la differenza tra I-II e III classe (dati in OODRVM) 30 : (50) indic. -em -em -im congiunt. -em -em -im (51) indic. -emu -emu -imu congiunt. -emu -emu -imu (52) indic. -emo -emo -imo congiunt. -emo -emo -imo La soluzione del prov.alp. (53) (Ronjat 1930-41: §559 e 603), del friul.centr. (54) (Benincà 1989: 575 e 577), del mil. (55) (Spina 2007: 173) e dell’italiano (56) è ancora più drastica: (53) indic. -en -en -en congiunt. -en -en -en 29 28 Cf. OODRVM. Simile è la soluzione del bol. (Spina 2007: 194 s.) e del lizz. (Malagoli 1930- 41: 202 s.). 29 Cf. Philipon 1901: 262 s.; Stimm 1965: 404. Cf. anche le varietà moderne di Saint-Martin-la- Porte (Ratel 1958: 69), Val d’Illiez e Vaux (OODRVM). 30 In cat. la distinzione tra congiuntivo e indicativo sopravvive in caso di allomorfia radicale, cf. tinguem ≠ tenem (cui si allinea vinguem ≠ venim). Marcello Barbato (54) indic. -ín -ín -ín congiunt. -ín -ín -ín (55) indic. -em -em -em congiunt. -em -em -em (56) indic. -iamo -iamo -iamo congiunt. -iamo -iamo -iamo 4. L’innovazione alla 4 a persona di I classe Resta da spiegare il primum del processo, l’innovazione alla 4 a persona di I classe. L’ipotesi che si tratti dell’introduzione della forma del congiuntivo 31 è l’unica che riesce a tenere insieme tutti i dati romanzi e, insieme, a superare alcune difficoltà di tipo teorico. Secondo Wanner 1975, in italiano -iamo all’indicativo di I classe non sarebbe una FDC ma semplicemente un «effetto secondario» del riaggiustamento -amo -iamo del morfema del congiuntivo di II classe. A partire da una situazione in cui all’indic. amamo, tememo si oppone un congiuntivo *amemo, temiamo, si avrebbe dapprima amamo amiamo (per identificazione di / ia/ come elemento tematico), poi amemo amiamo, per «Ausgleich zwischen Indikativ und Konjunktiv und/ oder zwischen Klasse I und II» (p. 170). Ma, come abbiamo visto in (42), il pareggiamento delle forme del congiuntivo precede l’innovazione nell’indicativo. Dal punto di vista areale, inoltre, questa ipotesi non regge in prospettiva panitaliana e neanche pantoscana, perché non spiega né le forme sett. né quelle corse (§2.5 e 2.6) 32 . L’altra ipotesi che, anche su scala romanza, fa ricorso all’analogia della 4 a di ‘essere’ (cf. Harnisch 1886: 18N.; Meyer-Lübke 1894: §131 s.; Rohlfs 1966-69: §530; Maiden 1995: 138 s.), non solo suscita perplessità teoriche (Spina 2007: 174 s.; cf. oltre, §6) ma ha anche insufficiente potere esplicativo, perché non sempre la desinenza estesa coincide con quella del verbo ausiliare (cf. cat. som ≠ cantem, sopraselv. éssan ≠ cantéin, ecc.). 30 31 Per cui cf. in generale Lausberg 1971: §798; per l’italiano Lindqvist 1898: 111; Grandgent 1927: §205; Rohlfs 1966-69: §530; Lurati 1973; Tekav Č i Ć 1979: §679; Maiden 2007; Meszler/ Samu 2007; Spina 2007; Spina/ Dressler 2011; per il catalano Badia i Margarit 1981: §47, 156, 157; Blasco Ferrer 1984: §376. 32 Cf. anche la critica di Tekav Č i Ć 1979: §680 e di Spina 2007: 184 s. Congiuntivo per indicativo nella storia della flessione romanza L’ipotesi che si tratti di pareggiamento tra la I e la II classe flessionale 33 va contro l’opposizione strutturale tra macroclassi (§2) da cui discende la tendenza a neutralizzare piuttosto la II e la III classe (cf. Spina/ Dressler 2011: 514). Tuttavia una neutralizzazione tra I e II classe non pare del tutto da escludere. Torniamo per un attimo al latino tardo: (57) indic. amamus tememus dormimus congiunt. amemus temamus dormamus A partire da questo quadro, in seguito a una generalizzazione di -amus al congiuntivo, la distribuzione diagonale di / a e/ alla I-II classe potrebbe essere stata cambiata in orizzontale, dando origine alla situazione seguente 34 : (58) indic. amemus tememus dormimus congiunt. amamus temamus dormamus Ma anche questa ipotesi ha un potere esplicativo ridotto, potendosi applicare solo alle varietà che hanno parificazione «orizzontale» al congiuntivo (es. frprov. -am, -am, -am, cf. sopra, §3), e tra queste non all’italiano (il cui -iamo è inequivocabilmente introdotto dal congiuntivo) 35 . L’ipotesi di una neutralizzazione tra classi flessive va valutata più attentamente nel caso si parta da un sistema che ha già fuso la II e la III, come è successo in occitanico (§2.2) e in corso (§2.6). Ma anche qui l’ipotesi dell’introduzione della FDC appare preferibile per motivi strutturali (giacché spiega il «ritardo» della 5 a persona sulla 4 a ) e geolinguistici (perché è l’unica che si può applicare alle varietà vicine che tengono distinte le tre classi flessive). L’introduzione del congiuntivo alla 4 a persona, che possiamo ormai dare per appurata, si spiega certamente per ragioni pragmatiche. Alla base vi è la sovrapponibilità della 4 a pers. dell’indicativo e del congiuntivo e la maggiore frequenza di quest’ultima in alcune situazioni comunicative. Già Rohlfs 1966-69: §530 parla di «stretta vicinanza funzionale . . . fra l’indicativo interrogativo . . . e il congiuntivo esortativo». Lausberg 1971: §798 scrive: «il punto di contatto sintattico» - ma sa- 31 33 Cf. Chabaneau 1874: 194 per il limosino; Zauner 1896: 435 per il guascone; Lindqvist 1898: 109 per l’italiano settentrionale; Stimm 1965: 404 per il romancio e il francoprovenzale; Wheeler 2007: 28 per il catalano. 34 Ho adottato questa spiegazione per alcune varietà dell’Italia mediana che hanno -emo, -ete alla I classe in Barbato, in stampa. 35 L’ipotesi inoltre spiega male la gradualità tra 4 a e 5 a persona nell’introduzione di / e/ , non a caso inesistente nelle varietà mediane di cui alla nota precedente. Marcello Barbato rebbe meglio dire: pragmatico - «fra le due forme risiede nelle forma interrogativa ‹dobbiamo . . .? ›: la constatazione di fronte a una assemblea, nella forma del ‹noi›, è più rara della domanda deliberativa e dell’esortazione ad agire». Più recentemente, in linea con le teorie dominanti sul cambiamento linguistico, si è ipotizzato che la sostituzione possa essere avvenuta nel momento dell’acquisizione. Spina 2007: 181 pensa possibile «che la forma di prima plurale del congiuntivo presente con funzione esortativa sia stata acquisita ed usata dai bambini prima di quella di prima plurale dell’indicativo presente». Si sarebbe verificata così una inversione di marcatezza, alla luce della quale la sostituzione dell’indicativo con il congiuntivo cessa di apparire «innaturale» 36 . Anche Maiden 2007: 162 s. sottolinea che «in Tuscan there has emerged identity not between plural indicatives and plural subjunctives, but between plural indicatives and plural imperatives», e che «especially in early stages of acquisition, and in child-directed speech (perhaps also in foreigner-directed speech), imperative verb forms play a central role». Meszler/ Samu 2007: 178 ricordano come, rivolgendosi al bambino, l’adulto fornisce spesso sia la domanda che la risposta, «offrendo quindi un contesto dove forma indicativa e imperativa co-occorrono . . . e possibilmente convergono». Non si può escludere che all’affermazione della FDC abbia contribuito anche la (semi)identità della forma di indicativo e di imperativo di 5 a persona, secondo la formula proporzionale (Grandgent 1927: §205) 37 : (59) iussivo assertivo portiamo × = portiamo portate portate Non vanno taciute tuttavia due possibili obiezioni all’ipotesi FDC. 1) L’ipotesi prevede che la 4 a persona dell’indicativo e del congiuntivo siano identiche: come si spiegano allora i casi visti in (45)-(49), come corso -emu ≠ ´ -imu, romagn. ẽ ≠ ɛɲ a, sopraselv. -ein ≠ -eien? 2) L’ipotesi presuppone che le varietà in questione possedessero il congiuntivo esortativo, conservando lo schema ereditario visto in (11). Come si spiega dunque che in alcune varietà (cf. OODRVM; Mourin 1964: 93 e 236) la funzione iussiva è espressa dall’indicativo e non dal congiuntivo? 38 32 36 Cf. anche Spina/ Dressler 2011: 523. 37 Cf. anche Maiden 2007: 162; Meszler/ Samu 2007: 182. 38 Sarebbe più corretto dire: da una forma di imperativo omofona all’indicativo (cf. Loporcaro 2006: 150). Significativamente, sulla base della 5 a (chantai ≠ chantais) l’alto engad. ha creato una forma di 4 a imperativo distinta anche morfologicamente dall’indicativo (chantain ≠ chantains). Congiuntivo per indicativo nella storia della flessione romanza (60) corso (Sisco) 39 kantemu kridimu finimu romagn. (Lugo) lav ẽ kur ẽ bul ẽ frprov. (Val d’Illiez) ts-t ẽ t əɲẽ v əɲẽ sopraselv. a. chisein mettein morin engad.a. 40 acchüsain mettain murin Queste obiezioni non appaiono insormontabili: le forme citate di congiuntivo sono, come dimostra apertamente il loro aspetto, delle neoformazioni 41 . Quanto all’identità di imperativo e indicativo, è legittimo credere che si tratti di un fenomeno seriore, successivo alla riorganizzazione dei rapporti tra indicativo e congiuntivo (§3). L’uso del congiuntivo esortativo è direttamente documentato per il catalano e il provenzale antichi e dunque probabile anche per l’italiano e il romancio preletterari 42 . Quello che rimane ancora inspiegato è perché la penetrazione del congiuntivo sia avvenuta nella I classe e non nelle altre. L’unica a fornire una risposta è Spina 2007: 181: «i bambini estraggono e/ o formano regole innanzitutto per la produttiva, regolare e molto trasparente prima macroclasse . . . piuttosto che per la quasi del tutto non produttiva e meno trasparente seconda macroclasse». Confesso che la risposta non mi convince. Ammesso pure che il cambio sia avvenuto al momento dell’acquisizione, ci si aspetterebbe che esso si affermi nella seconda e non nella prima macroclasse: i bambini, che imparano in un primo momento by rote tanto le forme della prima che della seconda macroclasse (cantiamo, dormiamo), entrati nella fase morfologica, dovrebbero infatti regolarizzare quelle della prima (cantiamo cantamo) e non della seconda. Non a caso forse l’idea non è ripetuta in Spina/ Dressler 2011: 523, dove ci si limita a spiegare il carattere asimmetrico dell’introduzione del congiuntivo col fatto che «first plural hortative forms of the first macroclass are particularly frequent». 33 39 Cf. anche i tipi andemu e bevemu (ALEIC 341 e 594). 40 Ma nella varietà moderna la stessa funzione appare svolta dal congiuntivo (cf. Lausberg e OODRVM). 41 In particolare le forme emiliano-romagnole, identiche alle forme della coniugazione interrogativa, si spiegano con l’agglutinazione del clitico soggetto alla 4 a persona dell’indicativo (Loporcaro 2001: 274; Spina 2007: 194). Per un’ipotesi sulla genesi della forma soprasilvana cf. Decurtins 1958: 183 e Liver 1999. Le forme corse ed engadinesi presentano livellamento, anche accentuale, con le altre persone del congiuntivo (cf. Maiden 2010). 42 Anche in cat. moderno la forma iussiva è tinguem e non tenem (cf. sopra N30). Lo schema originario è conservato anche dallo spagnolo, dal portoghese (cantamos, cantemos) e dal sardo; qui tuttavia in alcune varietà la 4 a imper. tende a essere uguagliata all’indicativo: in bonorv. il processo è ormai compiuto nella II classe, dove permette di livellare l’allomorfia radicale: ponzemus → ponimos = ponide (Loporcaro 2012). Come abbiamo visto nel §2 altre varietà presentano sincretismo di indicativo, imperativo e congiuntivo alla 4 a persona. Marcello Barbato 5. L’ipotesi ‘andare’ La mia ipotesi è questa: il fenomeno si limita inizialmente ai verbi di I classe perché è cominciato con il verbo ‘andare’, che presenta una maggiore probabilità di sovrapposizione funzionale di indicativo e congiuntivo e che appartiene - nelle aree e per le forme che ci riguardano - proprio alla I classe 43 . Ci sono diversi argomenti a sostegno di tale ipotesi. 5.1 Coincidenza con l’area di ANDARE C’è una coincidenza approssimativa tra l’area delle FDC e quella dell’innovazione am(bu)lare ‘andare’. Quasi tutte le aree in cui si verifica il fenomeno hanno il sistema suppletivo vado . . . allamus/ andamus/ amnamus 44 . Vero è che l’engadinese, l’istriano e qualche varietà friulana hanno vado . . . imus 45 , ma si tratta comunque di varietà limitrofe all’area innovativa centrale. Di contro è significativo che l’introduzione delle FDC alla I classe non si verifichi mai in it.merid. 46 , in spagn. e in port., aree compatte di ire. 34 43 L’ipotesi di un ruolo importante di ‘andare’ emerge già in parte nella bibliografia sull’italiano. Al citare le forme tarantine š ami, š ati, Meyer-Lübke 1894: §227 postula che anche in it. «gimo durch giamo und entsprechend andamo durch andiamo, d. h. der Ind. durch den adhortativen Konjunktiv ersetzt worden sei, und daß von da aus -iamo den Indikativ Präs. aller Verba erobert habe». Cf. anche D’Ovidio/ Meyer-Lübke 1906: 132: «il punto di partenza . . . è certamente giamo da eamus, che poté avere una gran preponderanza nell’uso dell’imperativo. A lui seguì stiamo, andiamo e a questi diamo e poi insieme gli altri verbi della I, e d’altra parte ben molti verbi in ire, segnatamente veniamo». Bourciez 1930: §418 scrive: «En Toscane, il s’est produit de bonne heure une remarquable uniformisation, due aux subjonctifs très usuels siámo, abbiamo ( h a b e a m u s ), employés dans les phrases impératives: on doit avoir eu d’abord par extension andiámo, puis les autres verbes auront suivi». Come esempio di «stretta vicinanza funzionale . . . fra l’indicativo interrogativo . . . e il congiuntivo esortativo», Rohlfs 1966-69: §530 cita «imus? eamus! ». Secondo Tekav Č i Ć 1979: §679.1 all’estensione di -iamo «può avere contribuito anche il congiuntivo di ire». Meszler/ Samu 2007 sottolineano come i verbi di azione (e in particolare andare) possano aver costituito un canale importante per la propagazione della desinenza dell’esortativo. 44 Cf. REW 409, 412 e 4545; LEI 2: 744-50; Meyer-Lübke 1894: §226-32; Bourciez 1930: §209; Rohlfs 1966-69: §545; Maiden 2011b: 254. 45 Decurtins 1958: 1-11; Mourin 1964: 256; Maschi 2000: 224 s.; DRG 10, 78; OODRVM (Valle e «Putèr»). 46 Per il fenomeno apparentemente simile che si verifica in alcuni dialetti dell’Italia mediana cf. sopra, N34. Congiuntivo per indicativo nella storia della flessione romanza 5.2 Il parallelo IRE L’introduzione del congiuntivo nel verbo che vuol dire ‘andare’ si verifica anche in aree che hanno il sistema vado . . . imus. Per l’area italoromanza risulta istruttiva la tabulazione dei dati di Rohlfs 1966-69: §545 (su sfondo grigio le FDC) 47 : (61) march. gimo gite umbro gimo gite nap. jamm ə jat ə salent. sciamu sciati cal. jamu jiti sic. jamu jiti Quanto all’iberoromanzo, si ricordi che le forme imos e ides dello spagnolo antico sono state sostituite da due forme originariamente congiuntivali (Penny 2006: 222) 48 : (62) spagn.a. vo vas va imos ides van spagn. voy vas va vamos vais van Già in gallego-portoghese imos alterna con vamos (cf. DVPM), che conserva ancora oggi valore di congiuntivo: (63) gall.-port. vou va(i)s vai imos/ ides vam vamos port. vou vais vai vamos (ides) v-o Il verbo ‘andare’ sembra così particolarmente sensibile all’introduzione di FDC, con un’implicazione 4 a 5 a persona che ripete significativamente quella vista nel §2. 35 47 Alcune varietà cal.merid. testimoniano un grado incipiente del processo: jamu è forma unica del congiuntivo ma alterna con jimu all’indicativo (Loporcaro 1995: 335). 48 Già in epoca medievale vamos, vades cominciano a impiegarsi come indicativi, ma ancora oggi vamos conserva valore esortativo (imperativo). Marcello Barbato 5.3 Sistemi asimmetrici Uno sguardo all’AIS mostra che esistono varietà toscane periferiche che alla 4 a indic. pres. hanno andiamo ma conservano il morfema etimologico nei verbi regolari di I classe (la trascrizione è leggermente semplificata) 49 : (64) AIS c. 1683 c. 1692 p. 520 (Camaiore) lavamo andjamo p. 541 (Fauglia) lavamo andjamo p. 550 (Castagneto lavamo ndjamo Carducci) Un bottino ancor più ricco si ricava, per l’occitanico, dalla consultazione dell’ALF (trascrizione semplificata). Sistemi misti sono presenti in provenzale, vivaro-delfinatese, alverniate e limosino: (65) ALF c. 806 c. 27 p. 888 (Puget-Théniers) anen mand ʒ an p. 893 (Hyères) anen mand ʒ an p. 882 (La Ciotat) anen mand ʒ an p. 883 (Gardanne) anen mand ʒ an p. 868 (Veynes) anen mandzan p. 817 (Riotord) anen midzan p. 766 (Saint-Pons) anen mantsan p. 793 (Axat) anen mand ʒ an Le cose sono ancor più complicate dal fatto che la FDC si è introdotta talvolta anche alla 5 a persona di ‘andare’, tanto nel sistema B, come nel sistema B’: (66) c. 31 c. 27 c. 806 c. 764 p. 895 (Saint-Tropez) anez anen mand ʒ an levas p. 864 (Vaucluse) ane anen mandzen leva 36 49 Sarebbe meglio dire: esistevano, giacché ormai la 4 a persona è sostituita dall’impersonale si va, si lava. Congiuntivo per indicativo nella storia della flessione romanza Così in una stessa regione come la Drôme possiamo trovare tre sistemi diversi: (67) c. 31 c. 27 c. 806 c. 764 p. 847 (Die) ana anen mindzan leva p. 857 (Luc-en-Diois) ana anen mandzan leva p. 844 (Pierrelatte) ana anen mand ʒ en leva p. 837 (Chabeuil) ane anen mindzen leva p. 836 (Marsanne) ane anen mand ʒ en leva Sarà un caso poi che in catalano la FDC compare per la prima volta nel verbo ‘andare’, come forma censurata dalle quattrocentesche Regles de esquivar vocables [n° 168]: «Nosaltres anem per anam»? 50 La consultazione dell’ALCat. mostra che anche in varietà moderne che conservano -am, la FDC si è introdotta a volte alla 4 a e meno frequentemente alla 5 a persona di ‘andare’. Il fenomeno è documentato per tutte le aree che conservano il sistema A (§2.1): il Pallars (68), il Leridano (69) e le Baleari (70) 51 : (68) ALCat. c. 391 c. 97 p. 5 (Durro) kantam anem ane (69) c. 391 c. 97 p. 55 (Maella) kantam anem an ɛ (70) c. 391 c. 97 p. 84 (Eivissa) k ə ntam ə nem ə na p. 85 (Andratx) k ə ntam ə nøm ə na p. 86 (Sòller) k ə ntam ə nøm ə na p. 88 (Llucmajor) k ə ntam enøm ena p. 89 (Porreres) k ə ntam ə nøm ə nø 37 50 Cf. Badia i Margarit 1981: §47. Cf. anche id. 1999: 307. 51 Il fenomeno è presente in tutte le località baleari indagate, tranne significativamente la capitale maiorchina. Marcello Barbato c. 391 c. 97 p. 90 (Pollença) kentam ə nøm ə na p. 91 (Felanitx) k ə ntam ə nøm ə nø p. 92 (Manacor) k ə ntam ə nem ə na p. 93 (Artà) k ə ntam ə nøm ə nø p. 94 (Ciutadella) kentam ə nøm ə na p. 95 (Migjorn gran) k ə ntam ə nem ə na Insomma, tutte queste varietà - italiane, occitaniche e catalane - sembrano presentarci il processo allo stato nascente, con la FDC che si introduce nel verbo ‘andare’, da cui poi si trasmetterà a tutti i verbi della I classe. 6. Conclusione Entrambi i processi qui ricostruiti (influsso del congiuntivo sull’indicativo; influsso di un paradigma irregolare come quello di andare su uno regolare) appaiono fortemente marcati o «innaturali». Da sempre gli studi sull’analogia hanno sottolineato che il cambio procede normalmente dall’indicativo al congiuntivo, come dalla categoria non marcata a quella marcata (cf. Hock 1986: 211 s.; Spina/ Dressler 2011: 514): tuttavia abbiamo visto come il ponte della penetrazione delle FDC è stato l’uso iussivo, caratterizzato probabilmente da alta frequenza e precocità nell’apprendimento. Si aggiunga che casi di «semantic fading of subjunctives to indicatives» (Dunkel 1998: 91) non sono rari nella storia delle lingue indoeuropee: per limitarci a qualche esempio latino, «volo, volumus are nothing but perfectly formed subjunctives» (ibid. 92); lo stesso vale per edo, edimus, e - quello che per noi più conta - per eo, antica forma volitiva, e per imus, che «can be derived from a correctly formed optative *h 1 u-ih 1 -mós» (ibid. 97) 52 . È vero che i casi romanzi non sono perfettamente paragonabili a quelli indoeuropei, perché qui si tratta di antichi paradigmi sommersi dalla nascita del nuovo congiuntivo: resta il fatto che la desemantizza- 38 52 Anche Dunkel insiste sull’importanza della frequenza per la genesi del fenomeno: «‹let’s go› and ‹I’ll go› are more common in everyday usage than utterances like ‹we are going› or ‹I am going›». Il fatto che in latino il fenomeno si verifichi non solo alla 4 a persona, come in romanzo, ma anche alla 1 a si dovrà alla maggiore estensione semantica antica del congiuntivo. Anche qui il fenomeno ha delle conseguenze puramente morfologiche, senza più rapporti con la motivazione originaria, cf. edo → edunt, eo → eunt (ibid. 96 s.). Congiuntivo per indicativo nella storia della flessione romanza zione di una forma congiuntivale - e in particolare del congiuntivo di ‘andare’ - si rivela fenomeno ciclico, il che spiega anche il carattere largamente poligenetico dei processi romanzi. L’ipotesi dell’influsso di un verbo suppletivo come ‘andare’ va contro il principio generalmente riconosciuto che la produttività è la condizione dell’estensione analogica (Hock 1986: 173). Un’obiezione importante viene anche dagli studi sull’acquisizione, da cui appare che, per quanto i verbi irregolari e/ o suppletivi come fare, dare, stare, andare, ecc. siano appresi molto presto, «non si registrano estensioni analogiche di indicatori di questi verbi, che vengono appresi by rote e memorizzati nel lessico come tali» (Spina 2007: 178). Nel caso di ‘andare’ la nulla produttività è compensata dall’altissima frequenza, ma anche gli approcci che attribuiscono una grande importanza alla frequenza riconoscono che un solo paradigma non può ingenerare un cambiamento analogico: è la type frequency e non la token frequency che è determinante (Bybee 2010: 67). Neanche quest’obiezione è insormontabile: non siamo qui in presenza della ristrutturazione del paradigma regolare su quello di ‘andare’, ma di un fenomeno locale che coinvolge la 4 a persona di I classe. L’introduzione della forma congiuntivale ha prodotto una allomorfia tra -amus e -emus: il fatto che la nuova desinenza sia presente in un verbo ad altissima frequenza come ‘andare’ può ben essere alla base della sua affermazione. Napoli Marcello Barbato Bibliografia Badia i Margarit, A. M. 1981: Gramàtica històrica catalana, València Badia i Margarit, A. 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