eJournals Vox Romanica 73/1

Vox Romanica
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Francke Verlag Tübingen
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2014
731 Kristol De Stefani

Raffaella Bombi/Vicenzo Orioles (ed.), Nuovi valori dell’italianità nel mondo. Tra identità e imprenditorialità, Udine (Forum) 2011, 224 p.

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2014
Margherita  Di Salvo
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Besprechungen - Comptes rendus 311 1 Si rimanda per un approfondimento al sito http: / / corsofirb.uniud.it/ . 2 Le linee guida del progetto sono descritte in maniera dettagliata nel sito www.universoitaliano.it. 3 L’Unità di Udine, coordinata dal Prof. Vincenzo Orioles, è composta dai Prof. Raffaella Bombi, Fabiana Fusco, Carla Marcato e si avvale della collaborazione del Prof. Fiorenzo Toso dell’Università di Sassari. productivité d’un système: pour renforcer un système de préfixation affaibli, le dialecte trentin recourt à l’explicitation des traits argumentaux et aspectuels du verbe dans une nouvelle position, à savoir celle des particules. Rédigé avec clarté et richement illustré, cet ouvrage présente plusieurs mérites remarquables, dont le moindre n’est pas de se consacrer à une langue romane minoritaire comme le trentin. L’auteur produit en outre un glossaire de près de 600 constructions trentines «verbe + locatif» avec leurs traductions italiennes. Mais l’apport majeur de l’auteure dans cet ouvrage réside dans l’élucidation de la nature de l’influence germanique sur la fréquence et l’évolution de la construction dans les dialectes italiens septentrionaux. En définitive, cette étude permettra de mieux comprendre l’interaction complexe entre évolution inhérente et contact linguistique dans les processus de changement linguistique. Machteld Meulleman H Raffaella Bombi/ Vicenzo Orioles (ed.), Nuovi valori dell’italianità nel mondo. Tra identità e imprenditorialità, Udine (Forum) 2011, 224 p. Il recente volume Nuovi valori dell’italianità nel mondo. Tra identità e imprenditorialità, a cura di Raffaella Bombi e Vincenzo Orioles, affronta il tema dell’emigrazione italiana nel mondo da una prospettiva inedita e interessante. Il volume contiene diciannove saggi che costituiscono parte del materiale seminariale della seconda edizione del corso di perfezionamento «Valori identitari e imprenditorialità» 1 promosso dall’Università di Udine nell’ambito del FIRB (2009-2012) su «Perdita, mantenimento e recupero dello spazio linguistico e culturale nella II e nella III generazione di emigrati italiani nel mondo: lingua, lingue, identità. La lingua e cultura italiana come valore e patrimonio per nuove professionalità» 2 . Tale ricerca coinvolge cinque università (l’Università per Stranieri di Siena, sede del coordinatore nazionale, Prof. Massimo Vedovelli, l’Università di Udine, l’Università della Tuscia, l’Università della Calabria e l’Università di Salerno) e un soggetto imprenditoriale privato, ELEA Spa, con sede a Firenze. La specificità di questo progetto risiede nella sua doppia finalità: da un lato, esso persegue un interesse propriamente scientifico, quello di «accrescere le conoscenze su una materia di grande rilievo per la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo», e dall’altro si propone di «fornire un supporto conoscitivo alle istituzioni preposte alla elaborazione delle politiche di diffusione della lingua italiana» in modo da promuovere politiche linguistiche che siano capaci di rinsaldare il legame, linguistico, culturale ed identitario, con l’Italia in discendenti di emigrati italiani, per i quali l’Italia è un referente simbolico imprescindibile, seppure spesso conosciuto solamente attraverso i racconti dei nonni. In tale prospettiva si inserisce il lavoro dell’Unità di Udine, coordinata dal Prof. Vincenzo Orioles 3 , il cui obiettivo principale è la realizzazione di una «ricognizione delle comunità friulane emigrate all’estero» e di una «verifica del loro specifico spazio comunicativo» al fine di «estrarre generalizzazioni utili ad una analisi delle dinamiche interlinguistiche e Besprechungen - Comptes rendus 312 4 La prima edizione si è svolta dal 13 maggio al 16 luglio 2010, mentre la seconda dal 9 maggio 2011 al 15 luglio 2011. plurilingui che soggiacciono a questo ambito di indagine» (13). Ulteriore obiettivo di questa unità di ricerca è l’organizzazione del corso di perfezionamento «Valori identitari e imprenditorialità» 4 della cui seconda edizione il libro presenta i contenuti. Come sottolineano gli autori, «la denominazione prescelta per il corso compendia il duplice valore aggiunto su cui si fonda questo rinnovato interesse per l’italianità: da una parte l’originale modalità identitaria legata alle molteplicità delle appartenenze regionali dei migranti ... e dall’altra una apertura della mentalità imprenditoriale che è il requisito essenziale delle società avanzate e complesse» (8). Attraverso il corso di perfezionamento, infatti, si intende «favorire la riattivazione e il consolidamento dell’impulso identitario nelle giovani generazioni di emigrati friulani in Sud America, sviluppando, nello stesso tempo, una cultura aperta alla innovazione e all’imprenditorialità» (13). Il libro riflette tale impostazione in quanto, accanto a saggi propriamente linguistici sia di impronta teorica sia di matrice più empirica, trovano ampio spazio contributi dedicati alla valorizzazione e alla promozione del «made in Italy», considerato un fortissimo fattore di attrazione per i discendenti degli emigrati italiani. Tra i contributi di interesse linguistico, segnaliamo quello dei curatori del volume, R. Bombi e V. Orioles «Scenari dell’italianità nel mondo. Da oriundi a italici, con il valore aggiunto della doppia appartenenza»(11-30), in cui sono illustrati i requisiti teorici di cui si dirà in seguito, quello di M.Vedovelli «Lingua ed emigrazione italiana nel mondo. Per uno spazio linguistico italiano globale» (33-42) in cui l’autore ricostruisce le tappe principali della storia linguistica dell’emigrazione italiana, quello di A. Masi, segretario generale della Società Dante Alighieri «Lì dove arriva la sua cultura. Ecco i veri confini di un Paese» (57- 62), in cui viene ribadita l’importanza per uno Stato come l’Italia di adottare una sistematica politica linguistica sia per motivazioni culturali sia per le potenziali ricadute economiche. I restanti contributi di pertinenza linguistica partono invece da analisi empiriche: F.Toso «Comunità dialettofone italiane in America Latina. Tra storia e attualità» (165-76) ricostruisce la storia delle comunità italiane in Sud America; M. Brazzo «Moduli evocativi della lusofonia» (83-90) analizza l’impiego di alcune unità foniche che rimandano alla lusofonia in una nota pubblicità italiana; F. Fusco «Dall’Argentina all’Italia. Mafalda e la sua traduzione» (125-40) si concentra sulle traduzioni di Mafalda in italiano; R. Petrilli «Lingua e cultura italiana nei media. Linee di ricerca» (43-56) fornisce le linee guida teoriche e metodologiche per l’analisi dell’immagine dell’Italia attraverso uno studio del lessico italiano nei media esteri, e C. Marcato «Italian in parole del cibo in Nord America» (157-64), infine, analizza l’impatto del lessico gastronomico italiano nell’America Settentrionale. Di impronta più didattica è invece il saggio di E. Fratianni «Giovani oriundi e italiano neostandard. Verifica di un’esperienza formativa» (115-24) che ricostruisce le caratteristiche dell’italiano neo-standard utilizzate dai partecipanti al corso e illustra le modalità di insegnamento dell’italiano L2 da lei adottate durante le lezioni frontali. Più orientato alla dimensione locale è invece il contributo di F.Vicario «Il friulano. Cenni di storia linguistica, grammatica e lessico» (177- 96) che, al contrario, descrive le principali caratteristiche fonetiche, morfologiche e lessicali delle varietà friulane, fornendo agli allievi del corso le principali coordinate per inquadrare le forme ascoltate dai nonni e dai genitori, di cui presumibilmente conservano solo una competenza passiva. Un’attenzione per gli aspetti didattici si ritrova anche nel contributo di A. Felice «Pasolini in Friuli. Racconto di un percorso didattico» (101-06), che ha scelto come tema del suo corso gli anni friulani di Pasolini, alternando didattica frontale a modalità geografico-turistiche (visite guidate sul territorio) e visive (fruizione dei film dell’autore), in modo da far conoscere, attraverso la letteratura, i luoghi di partenza dei nonni. Besprechungen - Comptes rendus 313 5 Tali contributi ricostruiscono elementi centrali per la definizione e la costruzione di modalità didattiche a distanza, tema a cui i linguisti dell’Unità di Udine sono da tempo interessati (R. Bombi, Le nuove frontiere della didattica online, 2007; Id., «E-learning, internazionalizzazione e italiano nel mondo. Una ‹buona pratica› all’Ateneo di Udine: il Corso di Perfezionamento FIRB», in: T. Minerva/ L. Colazzo (ed.), Atti dell’VIII Congresso Nazionale della Società italiana di E-learning, Milano 2011: 167-74). 6 Tra gli altri, A. Miranda, Pendolari di ieri e pendolari di oggi. Storia di un paese di migranti, Torino 1997, A. Signorelli, Migrazioni e incontri etnografici, Palermo 2006. 7 Tra gli altri, H.W. Haller, Una lingua perduta e ritrovata. L’italiano degli italo-americani, Firenze 1993; C. Bettoni/ A. Rubino, «L’italiano dell’emigrazione: temi, approcci e metodologie d’indagine», Studi Italiani di Linguistica Teorica e Applicata 39 (2010): 457-89; A. Rubino, «Trilinguismo e monolinguismo tra gli italo-australiani: due famiglie a confronto», in: De Fina, A./ Bizzoni, A. (ed.), Italiano e italiani fuori d’Italia, Perugia 2003: 145-74. 8 C. Giovanardi/ P.Trifone, L’italiano nel mondo, Roma 2012. 9 P. Bassetti «Italicità: tra globale e locale», in: Id. Globus et locus. Dieci anni di Idee e Pratiche, Milano 2008; Id., Relazione attività 2011-2012, disponibile al sito http: / / www.globusetlocus.org. Si rimanda anche a P.Accolla/ N. d’Acquino, Italici. Il possibile futuro di una community globale, Milano 2011. Accanto ai saggi di pertinenza linguistica, sono accolti nel volume contributi che analizzano la normativa europea in materia di cittadinanza (C. Dereatti) e di tutela dei prodotti tipici: R. Zironi e A. Miccoli, infatti, sottolineano come il legame di un prodotto con il suo territorio sia quel valore aggiunto per la commercializzazione. Sulle nuove forme di comunicazione via web si concentrano invece sia O. Grandinetti, il cui contributo è incentrato sul ruolo del diritto d’autore e della privacy nel web 2.0 5 , sia R.Vittori che analizza le modalità di promozione virtuale del «made in Italy». Rispecchiano la focalizzazione sul Friuli Venezia Giulia, fortemente voluta da Bombi e Orioles, alcuni contributi che forniscono i principali lineamenti della storia regionale (F. Pressasco), della cultura e del territorio: si va dal contributo di R. Mattioni sulle tradizioni gastronomiche a quello di M. Bertagnin sulla ricostruzione dopo il terremoto del 1976 considerata dall’autore un modello esportabile anche in altre realtà italiane, fino al saggio di A. Frangipane che ricostruisce le pratiche didattiche da lei adottate per insegnare agli allievi a leggere il paesaggio e l’architettura locale. Come dicevamo, la focalizzazione su una singola regione, il Friuli, è stata fortemente voluta da Bombi e Orioles, i quali hanno voluto «puntare alla specifica regionalità» degli allievi in virtù del fatto che «l’identità linguistica del migrante italiano si caratterizza per la sua duplice appartenenza, quella nazionale e quella locale, giocata sulla provenienza diatopica»: in tale prospettiva, gli autori sono perfettamente allineati con risultati di ricerche recenti di stampo antropologico 6 e linguistico 7 Parimenti giustificata sul piano teorico è anche la scelta di favorire, per le prime due edizioni del corso, il Brasile e l’Argentina come aree di immigrazione di migranti friulani: tale scelta, giustificata da motivazioni storiche e, in particolare, dal fatto che i due paesi sud-americani sono tra le aree più colpite dall’esodo friulano, si conferma particolarmente felice alla luce dei recenti dati di C. Giovanardi/ P.Trifone 8 . I due studiosi, infatti, hanno evidenziato come nel panorama globale, in cui la maggiore motivazione per lo studio dell’italiano è riconducibile al valore culturale di tale varietà, nell’America Latina, in Brasile e in Argentina in particolare, sembra prevalere la motivazione familiare: in questi paesi, cioè, tra gli studenti di italiano degli Istituti di Cultura e delle università predomina la voglia di riscoprire le proprie radici. Un po’ più problematica sembra invece l’adozione del concetto di italicità recentemente proposto da P. Bassetti 9 . Per Bassetti, «Gli italici non sono solo i cittadini in Italia e fuori Besprechungen - Comptes rendus 314 10 Si vedano Bettoni/ Rubino 2010, Marzo 2004 e 2005, Haller 1993, Gardner-Chloros 2009. 11 Una cosa, infatti, è il discendete friulano di 3 a generazione, un’altra l’immigrato in cerca di lavoro attratto dalla vitalità economica del Nord-Est, per il quale probabilmente il ruolo simbolico dell’Italia è associato al piano lavorativo, economico e strumentale più che a quello dell’epos (C.Tullio Altan, Ethnos e civiltà linguistica, Milano 1995), della storia familiare e delle radici. 12 Lo sanno bene molti sociolinguisti che riconoscono come il bilinguismo possa essere accompagnato da tensioni emotive che, in qualche caso, possono portare anche al rifiuto dell’identità dei genitori o dei nonni (Sornicola 2011 e in stampa, Romaine in stampa). 13 S.Westwood/ A. Phizacklea, Transnationalism and the Politics of Belonging, London 2000. 14 A. Miranda, Pendolari di ieri e pendolari di oggi. Storia di un paese di migranti, Torino 1997. 15 Vedovelli infatti, scrive: «Italici chiama Piero Bassetti coloro che si riferiscono ai valori che nel mondo globale e entro il competitivo mercato globale delle lingue sono proposti alla lingua-cultura italiana, capace di aprire le porte alla presenza della nostra economia nel mondo. Italici, non solo Italiani. Non so se Bassetti abbia pienamente ragione con la sua visionaria proposta, ma sicuramente a questi italici appartengono vaste aree della nostra emigrazione» (39). 16 Si rimanda su questo tema a un’ampia bibliografia. Qui ricordiamo solamente R. Sornicola, «Lingua ed emigrazione. A proposito di un recente volume sull’Italia come ‹emigrant nation›», in: Brera, M./ Pirozzi, C. (ed.), Lingua ed identità a 150 anni dall’Unità italiana, Firenze, 2011: 23-47; M. I. Choate, Emigrant Nation: the making of Italy abroad, Cambridge 2008; F. Guiglia, Sulla punta della lingua. Come il francese, l’inglese, il portoghese, lo spagnolo e il tedesco affrontano la sfida del mondo. E l’italiano? , Roma 2006; T. De Mauro et al., Italiano 2000. I pubblici e le motivazioni deld’Italia, ma anche e soprattutto i ticinesi, i titani, i dalmati, i discendenti degli italiani, gli italoamericani o italo-argentini, gli italofoni e tutti coloro che hanno abbracciato valori, stili di vita e modelli di quell’Italian way of life diffusi nel mondo. Si tratta di un’appartenenza essenzialmente antropologico-culturale e risultato di tutti i fenomeni migratori e di mobilità che hanno caratterizzato la nostra storia, dai grandi fenomeni diasporici del XXI secolo, a quello delle nuove mobilità» (2012: 10). Tale è l’orizzonte teorico in cui si muovono Bombi e Orioles, secondo i quali l’italicità è «un concetto rivoluzionario e strategico capace di indicare tutti i soggetti sparsi per il mondo che dimostrano un interesse verso l’Italia, i suoi valori, la sua cultura, pur essendo nati all’estero e spesso senza conoscere la lingua italiana». Per quanto sul piano operativo tale concetto permette di riunire in un’unica categoria, quale quella di italico, migranti con esperienze migratorie, vissuti e percezioni identitarie differenziate (sia, ad esempio, un migrante di 3 a generazione di origine italiana in Sud America sia un immigrato senegalese in Italia), sul piano teorico tale concetto sembra riservare qualche incertezza: studi sociolinguistici e antropologici hanno infatti messo in evidenza l’importanza di fattori extralinguistici e contestuali che non possono essere trascurati 10 , neppure alla luce di un’appartenenza culturale che forse andrebbe indagata e descritta in maniera più sistematica 11 . Inoltre, il riferimento alla sola dimensione italica azzera, forse, quel sistema intricato di appartenenze, multiple, sovrapposte, talvolta persino incongruenti, che caratterizzano l’identità dei migranti 12 . Se, però, più che sulla molteplicità delle appartenenze, si vuole evidenziare il legame con l’Italia, potrebbero rivelarsi di un qualche interesse teorico l’idea di politics of belonging (Westwood/ Phizacklea 2000 13 ) o quella di ancoraggi simbolici multipli recentemente formulata da Miranda 14 , prospettive, entrambe, che risentono fortemente del paradigma transnazionale, dimensione imprescindibile nello scenario attuale e nel mercato globale, ma ignorata nel paradigma dell’italicità. Nonostante queste perplessità, che sembrano peraltro condivise anche da Vedovelli 15 , il volume presenta ulteriori interessanti spunti di discussione. Uno di questi accomuna molti dei saggi e rappresenta quasi un’implicita premessa da cui paiono aver preso le mosse l’intento scientifico del FIRB prima e del Corso di perfezionamento poi, ovvero l’assenza di una sistematica politica linguistica, le cui conseguenze sono ampiamente discusse nel volume 16 . Besprechungen - Comptes rendus 315 l’italiano diffuso tra stranieri, Roma 2002; C. Giovanardi/ P.Trifone, L’italiano nel mondo, Roma 2012; M.Vedovelli/ A.Villarini, «La diffusione dell’italiano nel mondo. Lingua, scuola ed emigrazione. Bibliografia generale (1970-1999)», Studi Emigrazione 132 (1998). 17 Si veda, tra gli altri, il contributo di Masi nel volume. Nell’affrontare tale questione, Bombi e Orioles sono fortemente rivolti all’azione: nella loro impostazione, infatti, lo studio sociolinguistico, che rimane sullo sfondo come punto di partenza imprescindibile, deve essere finalizzato alla progettazione di iniziative, politiche e azioni che siano in grado di «sollecitare istituzioni, politica e società all’assunzione di responsabilità circa una autentica politica linguistica nazionale» (Vedovelli 38). Merito del lavoro è quindi anche quello di fornire spunti di analisi, prospettive di ricerca che non solo consentano di colmare le molte lacune ancora esistenti nella conoscenza delle comunità italiane all’estero, ma anche strategie rivolte all’azione. Il volume, infatti, consente di ricostruire percorsi di ricerca (si vedano al riguardo i saggi di Bombi/ Orioles, Vedovelli, Masi, Brazzo, Toso, Marcato, Fusco), ma anche le modalità didattiche sia in loco sia a distanza. Esso quindi consente di tarare su altre realtà regionali italiane appositi percorsi di ricerca e specifiche modalità didattiche, più o meno vicine all’esempio friulano. Il secondo spunto di riflessione riguarda il ruolo dei linguisti nella progettazione di politiche linguistiche e di azioni volte alla promozione della lingua e cultura italiana: Bombi e Orioles hanno dimostrato come i linguisti possano (o debbano? ) essere i promotori di tali iniziative che dovrebbero coinvolgere non solo studiosi di discipline più o meno vicine, ma anche le istituzioni locali, le imprese, l’industria: in un momento di crisi economica drammatica, in cui i tagli alla cultura sono all’ordine del giorno, la soluzione potrebbe essere la creazione di «reti», di collaborazioni, che consentano investimenti, finanziari e culturali, in un settore, quale quello della politica linguistica, le cui ricadute economiche possono essere significative 17 . Il ruolo dei linguisti potrebbe dunque essere quello di coordinamento e di vigilanza per via del rischio che alcune iniziative possano essere strumentalizzate o caricate di valori fortemente ideologizzanti. In tale prospettiva, l’esempio di Udine mostra quanto la ricerca sociolinguistica possa contribuire alla promozione e alla valorizzazione di un territorio, dando prova, nel concreto, dell’elevato potenziale sociale, oltre che scientifico, di una prospettiva di ricerca sociolinguistica sulle migrazioni il cui studio, per quanto ancorato ad una singola realtà regionale, finisce per intercettare dinamiche (linguistiche, culturali ed economiche) su scala globale. Margherita Di Salvo H Sandra Bosco/ Marcella Costa/ Ludwig M. Eichinger (ed.), Deutsch - Italienisch: Sprachvergleiche/ Tedesco - Italiano: confronti linguistici, Heidelberg (Winter) 2011, 210 p. (Germanistische Bibliothek 40) Come viene annunciato nella prefazione dei curatori, questo libro raccoglie i contributi della Tagung internazionale «Tedesco-Italiano: confronti linguistici» tenutasi a Torino nell’ottobre 2009. Il volume si compone di dieci saggi che presentano una serie di aspetti abbastanza diversi tra di loro nell’ambito della linguistica contrastiva. Hanno tuttavia in comune un carattere descrittivo e applicativo. I primi cinque contributi, che costituiscono circa la metà del libro, trattano della lessicografia e lessicologia tedesca e italiana. Nel primo articolo, «Zur lexikographischen Darstellung italienischer Bezeichnungsexotismen im Deutschen» (13-27), G. Rovere paragona la