Vox Romanica
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Francke Verlag Tübingen
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2014
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Kristol De StefaniSandra Bosco/Marcella Costa/Ludwig M. Eichinger (ed.), Deutsch – Italienisch: Sprachvergleiche/ Tedesco – Italiano: confronti linguistici, Heidelberg (Winter) 2011, 210 p. (Germanistische Bibliothek 40)
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2014
Machteld Meulleman
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Besprechungen - Comptes rendus 315 l’italiano diffuso tra stranieri, Roma 2002; C. Giovanardi/ P.Trifone, L’italiano nel mondo, Roma 2012; M.Vedovelli/ A.Villarini, «La diffusione dell’italiano nel mondo. Lingua, scuola ed emigrazione. Bibliografia generale (1970-1999)», Studi Emigrazione 132 (1998). 17 Si veda, tra gli altri, il contributo di Masi nel volume. Nell’affrontare tale questione, Bombi e Orioles sono fortemente rivolti all’azione: nella loro impostazione, infatti, lo studio sociolinguistico, che rimane sullo sfondo come punto di partenza imprescindibile, deve essere finalizzato alla progettazione di iniziative, politiche e azioni che siano in grado di «sollecitare istituzioni, politica e società all’assunzione di responsabilità circa una autentica politica linguistica nazionale» (Vedovelli 38). Merito del lavoro è quindi anche quello di fornire spunti di analisi, prospettive di ricerca che non solo consentano di colmare le molte lacune ancora esistenti nella conoscenza delle comunità italiane all’estero, ma anche strategie rivolte all’azione. Il volume, infatti, consente di ricostruire percorsi di ricerca (si vedano al riguardo i saggi di Bombi/ Orioles, Vedovelli, Masi, Brazzo, Toso, Marcato, Fusco), ma anche le modalità didattiche sia in loco sia a distanza. Esso quindi consente di tarare su altre realtà regionali italiane appositi percorsi di ricerca e specifiche modalità didattiche, più o meno vicine all’esempio friulano. Il secondo spunto di riflessione riguarda il ruolo dei linguisti nella progettazione di politiche linguistiche e di azioni volte alla promozione della lingua e cultura italiana: Bombi e Orioles hanno dimostrato come i linguisti possano (o debbano? ) essere i promotori di tali iniziative che dovrebbero coinvolgere non solo studiosi di discipline più o meno vicine, ma anche le istituzioni locali, le imprese, l’industria: in un momento di crisi economica drammatica, in cui i tagli alla cultura sono all’ordine del giorno, la soluzione potrebbe essere la creazione di «reti», di collaborazioni, che consentano investimenti, finanziari e culturali, in un settore, quale quello della politica linguistica, le cui ricadute economiche possono essere significative 17 . Il ruolo dei linguisti potrebbe dunque essere quello di coordinamento e di vigilanza per via del rischio che alcune iniziative possano essere strumentalizzate o caricate di valori fortemente ideologizzanti. In tale prospettiva, l’esempio di Udine mostra quanto la ricerca sociolinguistica possa contribuire alla promozione e alla valorizzazione di un territorio, dando prova, nel concreto, dell’elevato potenziale sociale, oltre che scientifico, di una prospettiva di ricerca sociolinguistica sulle migrazioni il cui studio, per quanto ancorato ad una singola realtà regionale, finisce per intercettare dinamiche (linguistiche, culturali ed economiche) su scala globale. Margherita Di Salvo H Sandra Bosco/ Marcella Costa/ Ludwig M. Eichinger (ed.), Deutsch - Italienisch: Sprachvergleiche/ Tedesco - Italiano: confronti linguistici, Heidelberg (Winter) 2011, 210 p. (Germanistische Bibliothek 40) Come viene annunciato nella prefazione dei curatori, questo libro raccoglie i contributi della Tagung internazionale «Tedesco-Italiano: confronti linguistici» tenutasi a Torino nell’ottobre 2009. Il volume si compone di dieci saggi che presentano una serie di aspetti abbastanza diversi tra di loro nell’ambito della linguistica contrastiva. Hanno tuttavia in comune un carattere descrittivo e applicativo. I primi cinque contributi, che costituiscono circa la metà del libro, trattano della lessicografia e lessicologia tedesca e italiana. Nel primo articolo, «Zur lexikographischen Darstellung italienischer Bezeichnungsexotismen im Deutschen» (13-27), G. Rovere paragona la Besprechungen - Comptes rendus 316 registrazione lessicografica di qualche forestierismo denominativo italiano in vari dizionari tedeschi con il loro uso in un corpus di tedesco scritto. Dopo aver mostrato che i dizionari tradizionali esaminati non rappresentano la grande varietà semantica degli italianismi nel tedesco attuale, illustra le maggiori possibilità di rappresentazione delle opere lessicografiche elettroniche. In «Die Anglisierung des europäischen Wortschatzes: Semantische Aspekte von Anglizismen im Italienischen und Deutschen» (29-43), V. Pulcini descrive e discute le diverse evoluzioni semantiche che uno stesso anglicismo può subire nel suo uso rispettivamente in italiano e tedesco. Nel terzo contributo, «Übersetzungsfehler und Gebrauch von zweisprachigen Wörterbüchern Deutsch-Italienisch: ein Erfahrungsbericht» (45-65), L. Giacoma illumina l’origine di alcuni errori di traduzione piuttosto diffusi legati all’uso di dizionari, distinguendo fra quelli dovuti alla concezione dei lessicografi (Wörterbuchfehler) e quelli dovuti alla consultazione da parte dei traduttori (Benutzerfehler). Da questa analisi emerge la necessità nei dizionari bilingui di una Wortgrammatik, cioè l’integrazione per ogni lemma delle sue collocazioni e del contesto sintattico, tanto per il processo di traduzione quanto per la produzione in lingua straniera. Affrontando un tema collegato, E. Schafroth «Syntagmatische Kontexte in pädagogischen Wörterbüchern des Deutschen und Italienischen» (67-91) rileva l’inesistenza di un buon dizionario bilingue per l’italiano come lingua straniera che contenga informazioni sul contesto sintagmatico (collocazioni, valenza, ecc.) e sottolinea i vantaggi dei media elettronici in questo ambito. In «Zum Wortschatz des ‹Realismus› in den Internationalen Beziehungen: Deutsch und Italienisch im Vergleich» (93-101), G. Gobber offre un’analisi comparata degli equivalenti tedeschi e italiani di alcuni termini inglesi propri del linguaggio specialistico delle relazioni internazionali, concretamente i termini del Realismus. Contrariamente al campo della scienza politica, dove le nozioni inglesi si esprimono tramite forestierismi o prestiti, il lessico delle relazioni internazionali ricorre piuttosto all’uso di prestiti semantici. Sempre a proposito del linguaggio specialistico, in questo caso quello adottato dall’Unione Europea nelle comunicazioni ufficiali ai cittadini europei (Kom-Dokumente), il contributo di L. Cinato, «Aspekte der deutsch-italienischen Übersetzung im europäischen Kontext» (127-49), approfondisce con un’analisi di corpus le caratteristiche lessicali e morfosintattiche della terminologia inglese propria di questo tipo di discorso e identifica le diverse strategie utilizzate per la sua traduzione in italiano e in tedesco. Un secondo insieme di saggi è dedicato al campo della costituzione di testi e del discorso. In «Wie Texte die Komplexität deutscher Nominalphrasen nutzen. Mit einem vergleichenden Blick auf das Italienische» (103-26), L. M. Eichinger confronta le relazioni morfosintattiche esistenti nel sintagma nominale in tedesco con quelle in italiano, sulla base di un esempio proveniente dal linguaggio specialistico dell’amministrazione europea. L’autore dimostra in modo convincente che contrariamente all’italiano, il tedesco si serve frequentemente degli spazi a destra e a sinistra del nome, ma anche della trasformazione del nome stesso (ad esempio per composizione o derivazione), per strutturare la progressione informativa in modo adeguato al tipo di testo. Questo contrasto spiega le difficoltà evidenziate da molti studenti italiani nella comprensione e produzione di testi specialistici in tedesco. È molto interessante anche il contributo di M. Ravetto, «Koreferenzielle Pro-Formen im Deutschen und Italienischen. Analyse von Korpora gesprochener Sprache» (151-65), in cui si analizzano le condizioni d’uso dei diversi mezzi formali che permettono di rinviare ai referenti del discorso in tedesco e in italiano. Da uno studio empirico comparato della lingua parlata risulta che i fattori che favoriscono l’uso rispettivo delle pro-forme, dei pronomi personali e di quelli dimonstrativi sono di natura diversa per ogni lingua: in tedesco parlato si tratta di fattori d’ordine pragmatico-discorsivo mentre in italiano parlato l’alternanza dipende da fattori d’ordine sintattico e semantico. Nel penultimo contributo, «Interpunktionspraktiken im Vergleich - am Beispiel von Punkt und Gedankenstrich» (167-87), M. Costa affronta la portata dell’interpunzione in tedesco e in italiano per ricavarne l’osservazione che le differenti Besprechungen - Comptes rendus 317 1 Auch wer sich nicht zu den Vertretern der ascolianischen These einer «unità ladina» zählt, wird es schätzen, in einer einzigen Bibliographie die Arbeiten zum Bündnerromanischen, zum Dolomitenladinischen und zum Friaulischen vereinigt zu finden. Die Untersuchungen, die dieses Gebiet in seiner Gesamtheit betreffen, machen zwar nur einen kleinen Teil des Ganzen aus. Der grösste Teil der Arbeiten betrifft kleinere Einheiten. 2 Oberbegriff für das Nonsbergische und Sulzbergische nach C. Kollmann. Italienisch: ladino anaunico. 3 Für die Idiome des Agordino, des Comelico und des Cadore. tradizioni normative hanno provocato asimmetrie importanti, come nel caso del punto italiano che corrisponde in certi usi al trattino tedesco. Il volume si chiude con «Der Fehler als Distraktor. Multiple-choice Verfahren und metalinguistische Überlegungen im DaF-Unterricht» (189-207), un contributo di C. Marello e E. Corino sull’utilità dell’analisi di errori e dei test a scelta multipla nell’acquisizione guidata del tedesco come lingua straniera, in particolare nel campo della consapevolezza e riflessione metalinguistica. Considerando la grande diversità di prospettive e di riflessioni contenute in questo volume, risulta evidente che il libro costituisce nell’insieme un contributo prezioso al campo di studio. Uno degli aspetti che mi sembrano più significativi è che tutti gli studi si basano su dati empirici riccamente illustrati. Rileviamo tuttavia due elementi di critica: visto il titolo bilingue, sarebbero stati auspicabili dei contributi in lingua italiana; inoltre, osserviamo un certo squilibrio a favore della lingua scritta, a fronte di un solo studio sulla lingua parlata. Tuttavia, queste osservazioni sono marginali rispetto ad un volume che riesce a catturare l’interesse per l’affascinante ambito della linguistica contrastiva. Machteld Meulleman H Paul Videsott, Rätoromanische Bibliographie. Bibliografia retoromanza 1720-2010, Bozen- Bolzano (University Press) 2011, 520 p. (Scripta Ladina Brixinensia 2) Bibliographien sind für alle, die wissenschaftlich arbeiten, ein unverzichtbares Arbeitsinstrument. Deshalb verdient grossen Dank, wer sich der mühsamen und wenig dankbaren Arbeit unterzieht, eine Bibliographie zu verfassen. Paul Videsott hat mit seiner neuen Bibliographie zum Rätoromanischen eine riesige Leistung erbracht. Wer sich linguistisch mit den unter dem Oberbegriff «Rätoromanisch» zusammengefassten Sprachen beschäftigt, wird die Neuerscheinung dankbar begrüssen 1 . Die neue Bibliographie baut auf den Vorgängerbibliographien von 1980 (Maria Iliescu), 1985 (Maria Iliescu/ Heidi Siller-Runggaldier) und 1998 (Heidi Siller-Runggaldier/ Paul Videsott) auf. Diese werden in der neuen Ausgabe ergänzt und aktualisiert. Paul Videsott hat sich zudem für eine Änderung in der Gesamtkonzeption entschieden. Während die bisherigen Bibliographien als übergeordnete Gliederungsebene die Diatopie gewählt hatten (Gesamträtoromanisch - Bündnerromanisch - Zentralrätoromanisch - Friaulisch), geht Videsott primär von inhaltlich/ sachlichen Gliederungskriterien aus. Die diatopische Gliederung, gegenüber den früheren Bibliographien vermehrt durch die Sektionen «Noceroromanisch» 2 und «Ladino bellunese» 3 , die neben dem Dolomitenladinischen aus dem Zentralrätoromanischen herausgelöst werden, kommt erst auf der zweiten Ebene zum Zuge. Auf dritter Ebene ersetzt eine chronologische Anordnung der Titel die früher übliche alphabetische.
