eJournals Vox Romanica 74/1

Vox Romanica
vox
0042-899X
2941-0916
Francke Verlag Tübingen
Es handelt sich um einen Open-Access-Artikel, der unter den Bedingungen der Lizenz CC by 4.0 veröffentlicht wurde.http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/121
2015
741 Kristol De Stefani

Un’imitazione metrica nel Libre di Guiraut Riquier?

121
2015
Fabio  Barberini
vox7410085
Vox Romanica 74 (2015): 85-98 Un’imitazione metrica nel Libre di Guiraut Riquier? Résumé: Entre la canso de Guiraudo lo Ros, A la mia fe, Amors et le vers di Guiraut Riquier, Qui·m disses non a dos ans il y a des coïncidences très nombreuses pour ce qui est de la structure métrique et du contenu. Ces coïncidences permettent d’affirmer, au moins comme hypothèse de travail, que le vers est une imitation métrique de la canso. Ce travail analyse tous les points de contact entre le deux textes et essaie de démontrer l’importance de cette imitation métrique dans la structure du Libre de Guiraut Riquier (le premier chansonnier d’auteur de l’Occident roman). Mots clé: lyrique troubadouresque, Guiraudo lo Ros, Guiraut Riquier, imitation métrique, genres lyriques Key words: Troubadour lyric, Giraudo lo Ros, Guiraut Riquier, imitation of metrical form, troubadour genres Sotto la formula 652 del Répertoire métrique (Frank 1953-57), sono schedati due soli componimenti: A la mia fe, Amors di Giraudo lo Ros (= GrdoRos) 1 e Qui·m disses, non a dos ans di Guiraut Riquier (= GrRiq) 2 . I due testi condividono, inoltre: (1) lo schema sillabico (con una sola differenza) a b b a c d e e d GrdoRos 7 7 7 7 7’ 7 7 7 7 GrRiq 7 7 7 7 7 7 7 7 7 (2) l’impiego di retrogradatio, secondo lo schema speculare a b b a c d e e d || d e e d c a b b a La variazione di schema sillabico al quinto verso d’ogni cobla impedisce di sostenere che Qui·m disses sia un contrafactum di A la mia fe. La melodia della canzone di GrdoRos non è pervenuta, mentre quella di GrRiq (conservata dal canzoniere R 3 ) presenta le caratteristiche più peculiari dello stile melodico del trovatore narbonese (Phan 1987: 78) 4 , il che escluderebbe che possa trattarsi d’una melodia 1 Per le sigle onomastiche dei trovatori utilizzo le abbreviazioni di Frank 1953-57. 2 Riporto i testi in appendice e faccio riferimento, rispettivamente, a Finoli 1974: 1062-64 e Longobardi 1982-83: 75. Da quest’ultima edizione provengono anche tutti i vers di GrRiq citati nel prosieguo. 3 Paris, Ms. B.N.f.fr. 22543. 4 Cf. anche Aubry 1996: 171-72. La melodia del vers è edita in Anglès 1926: 63; Gennrich 1958: n. 230; Fernández de la Cuesta 1979: 677. Fabio Barberini 86 5 I presupposti teorici di queste scelte sono noti; cf. Bertolucci Pizzorusso 1989a: 115-16 e Asperti 2006: 53-54. Per le opinioni di GrRiq su i generi trobadorici (e su quali siano quelli più adatti ai migliori trovatori, i doctores de trobar) cf. Suplicatio, v. 810-35 e Declaratio, v. 264-365 (ed. Bertolucci Pizzorusso 1966). 6 Ho riesaminato la questione, proponendo un modello di classificazione alternativo, in Barberini 2014. 7 Cf. Beltrami 2007: 143. 8 Cf. i contributi citati nella N5. 9 Recessione che giungerà a pieno compimento nella riformulazione proposta dal Concistory tolosano: nelle tre redazioni delle Leys d’Amors il sirventese è ritenuto degno del solo terzo premio (una rosa selvatica d’argento), contro il primo premio (una violetta d’oro) che gli statuti assegnavano esclusivamente alla canso e al vers. 10 Che sia GrRiq ad imitare GrdoRos e non il contrario mi sembra ovvio laddove si consideri la cronologia dei due trovatori: GrdoRos è documentato tra il 1185 e il 1195, mentre l’attività di GrRiq è documentata tra il 1254 il 1292 (cf. Guida/ Larghi 2014: 279-80 e 291-96). composta da altri. Del resto, GrRiq non ha mai composto sirventesi e nel Libre non ha mai praticato la contraffazione strofico-melodica 5 . Prima di procedere, sarà forse utile precisare (a scanso d’equivoci) che l’assimilazione della pratica del contrafactum al genere sirventese è sicuramente una semplificazione (per certi versi, anche grossolana), ma è una semplificazione funzionale al discorso che porterò avanti. Come è noto, il sirventese è il genere trobadorico più difficile da definire sia a livello tematico, sia a livello formale 6 , e sebbene il rilievo di strutture strofico-melodiche non originali tenda, nelle tassonomie vulgate, a costituire uno dei principali elementi identificativi del sirventese, è bene non dimenticare che la contraffazione metrica non esaurisce, da sola, l’intera fenomenologia formale del genere 7 . Tuttavia, per il punto di vista che assumerò, è particolarmente importante insistere sulla connessione tra contrafactum e sirventese (soprattutto nella sua variante politica e personale), perché da un lato proprio questa combinazione formale e tematica - che, ribadisco, non è condicio sine qua non per l’identificazione d’un sirventese, ma fra le tante possibili combinazioni era certamente una delle più familiari al pubblico tardo duecentesco - è del tutto ripudiata da GrRiq (come hanno dimostrato gli studi di Bertolucci Pizzorusso e di Asperti) 8 , dall’altro perché proprio il legame tra tematica politico-personale e, in questo caso, imitazione (non contraffazione) strofico-melodica sembra essere un elemento rilevante nella composizione di Qui·m disses. Pertanto, la possibilità di rinvenire tracce di imitazione metrica nel Libre di GrRiq, e in modo particolare nel vers in esame, potrebbe aggiungere una scheda al dossier dei rapporti fra vers e sirventese nelle ultime generazioni trobadoriche e permetterebbe, di conseguenza, di comprendere meglio la posizione di GrRiq nei confronti del genere sirventese che, già nelle ultime decadi del s. XIII, era in fortissima recessione rispetto alla classica canso e al redivivo vers 9 . Partirò quindi dall’ipotesi che Qui·m disses sia, non un contrafactum, ma un’imitazione metrica della canzone di GrdoRos 10 , vale a dire, uno di quei casi (con parole di Marshall 1980: 291) nei quali «un troubadour peut s’être inspiré d’une Un’imitazione metrica nel Libre di Guiraut Riquier? 87 11 In GrdoRos, 5 rimanti su 12 (in un testo che si compone di 6 strofe e 1 tornada, la quale non prevede rime in -ors); in GrRiq, 5 rimanti su 13 (in un testo che si compone di 5 strofe più 2 tornadas, la prima delle quali con un 2 rime in -or, la seconda solo con una). construction métrique savante inventée par un des ses prédécesseurs sans pour autant avoir composé un contrafactum». La predilezione di GrRiq per schemi rari è nota (Anglade 1909: 199-219 e Longobardi 1985) e, in questo caso, a richiamare la sua attenzione concorreva anche la presenza della retrogradatio, altro artificio particolarmente caro a questo trovatore: dalla consultazione incrociata delle schede di Frank 1953-57: II, 58-9 e di Billy 1989: 130-34 si ricava che i componimenti costruiti con retrogradatio sono 34, 12 dei quali (quasi un terzo del totale) sono di GrRiq. A livello rimico, le corrispondenze non sembrano incoraggianti: GrdoRos GrRiq a ~ d -ors ~ -ai -ans ~ -ar b ~ e -e ~ -ens -itz ~ -or c -eja -ai Infatti l’unica rima condivisa è quella in -ai; ma mi sembra rilevante che GrRiq collochi questa rima proprio nell’unico verso, il quinto d’ogni strofe, che presenta variazione di formula sillabica rispetto a GrdoRos: tale verso riveste un’importanza particolare nella struttura dei due componimenti, in quanto la sua rima (che è l’unica irrelata nella cobla ed è l’unica femminile nella canzone di GrdoRos) non cambia mai posizione nel procedimento di retrogradatio delle altre rime. L’argomento non è dei più forti, ma è una casualità quanto meno sospetta che in un punto particolarmente importante per la struttura metrica del suo vers GrRiq collochi proprio quella rima che condivide con l’unico altro componimento che utilizza lo stesso rarissimo schema rimico unito alla retrogradatio. Non mi sembra del pari casuale, sebbene non vi sia conformità perfetta di rima, la corrispondenza fra i rimanti in -ors (GrdoRos a ~ d)/ -or (GrRiq b ~ e): GrdoRos GrRiq (I.1) Amors amor (III.26) (I.4) dolors dolor (I.8) (III.19) honors honor (I.7) (III.22) valors valor (IV.29) (V.37) sabors sabor (II.12) non si tratta, evidentemente, delle parole più rare del lessico trobadorico, ma i rimanti condivisi costituiscono, in ambedue in testi, quasi la metà delle parole che rimano in -or(s) 11 , e tale corrispondenza potrebbe essere importante proprio se si considera la rarità dello schema rimico unita alla ripresa della retrogradatio. A confermare una possibile imitazione metrica potrebbe intervenire, infine, una particolare corrispondenza nella disposizione delle rime: Fabio Barberini 88 12 Per effetto della retrogradatio, la collocazione delle rime -ors/ -or è ovviamente opposta nelle coblas pari: -ors in posizione non contigua nella seconda parte della strofe (sesto e nono verso) in GrdoRos; -or in posizione contigua nella prima parte della strofe (secondo e terzo verso) in GrRiq (cf. tavola 2, corrispondenze in grigio chiaro). 13 Per effetto della retrogradatio, la collocazione delle rime -ens/ -ans è ovviamente opposta nelle coblas pari (cf. tavola 2 corrispondenze in grigio scuro). Tavola 1. schema rimico delle coblas dispari GrdoRos GrRiq -ors -ans -e -itz -e -itz -ors -ans -eya -a -ai -ar -ens -or -ens -or -ai -ar Tavola 2. schema rimico delle coblas pari GrdoRos GrRiq -ai -ar -ens -or -ens -or -ai -ar -eya -a -ors -ans -e -itz -e -itz -ors -ans Nelle coblas dispari, GrRiq traspone nella seconda parte della strofe (e colloca quindi in posizione contigua) quella rima in -or(s) che GrdoRos aveva collocato al primo e al quarto verso della prima parte (corrispondenze in grigio chiaro nella tavola 1); la correlazione tra le due serie rimiche è pressoché perfetta sia a livello fonico (GrRiq elimina soltanto l’elemento sibilante di GrdoRos), sia a livello lessicale (come si è visto poco sopra le due serie coincidono per buona parte dei rimanti) 12 . Sempre nelle coblas dispari, GrRiq riprende parzialmente, nella prima parte della cobla (primo e quarto verso), la rima che GrdoRos colloca in posizione contigua nella seconda parte della strofe (settimo e ottavo verso); la corrispondenza (in grigio scuro nella tavola 1) è a livello fonico meno perfetta, ma non meno percepibile: il timbro vocalico cambia (e in GrdoRos; a in GrRiq), ma rimane inalterato il nesso finale in nasale + sibilante (ens/ ans) 13 . Nelle rime del sesto e del nono verso, GrRiq mantiene solo il primo elemento vocalico della rima di GrRos Un’imitazione metrica nel Libre di Guiraut Riquier? 89 14 Per effetto della retrogradatio, la posizione di questi fonemi è ovviamente invertita nelle coblas pari: la vibrante figura nella prima parte della cobla (v. 1-4) e l’alternanza sibilante/ affricata nella seconda parte (v. 6-9). 15 Per il contesto cui si riferisce il vers di GrRiq, cf. Riquer 1975: III, 1621 e Longobardi 1982- 83: 79. 16 Ma cf. anche v. 23-27, 28-31, 41-45 e 53-54. (ai), ma sostituisce il secondo con un elemento consonantico (ar). La ricerca di GrRiq, infine, tende a riprodurre (e, per certi versi, a intensificare) anche la particolare trama di relazioni foniche stabilita da GrdoRos all’interno della cobla. Nella canzone di questo trovatore il primo, il quarto, il settimo e l’ottavo verso delle strofe dispari sono collegati dalla presenza d’una sibilante (-ors/ -ens); il secondo, il terzo, il quinto, il settimo e l’ottavo verso sono invece collegati dalla presenza della vocale e (-e/ -eya/ -ens). GrRiq - in accordo con il virtuosismo metrico che caratterizza la sua produzione lirica - stabilisce, simmetricamente, due diverse corrispondenze foniche all’interno delle due sezioni della cobla (v. 1-4 e 6-9) soggette a retrogradatio: nella prima parte della strofe la tessitura fonetica insiste sull’alternanza di fricativa sibilante (-ans al primo e al quarto verso) e affricata (-itz secondo e terzo verso); nella seconda parte l’elemento ricorrente è, invece, la vibrante (-ar al sesto e al nono verso; -or al settimo e all’ottavo) 14 . Fil rouge tra le due sezioni della cobla (sia nelle strofe dispari, sia in quelle pari) - e si tratta d’un’innovazione introdotta da GrRiq rispetto al suo modello - è il timbro vocalico a della rima dei versi non contigui (primo e quarto; sesto e nono) delle sezioni soggette a retrogradatio e del quinto verso (‘asse di simmetria’ intorno al quale avviene la retrogradatio). Le corrispondenze si estendono poi alla situazione che dà origine al canto. Entrambi i trovatori esprimono un sentimento di disillusione: GrdoRos nei confronti di «Amor» e di «Midons»; GrRiq nei confronti del «rey n’Anfos» 15 . Entrambi i trovatori reagiscono, più o meno, allo stesso modo: GrdoRos, pur avendo tutti i motivi per allontanarsi da una dama che «sobreiramen senhoreya» (v. 41), non lo fa e continua, non ricambiato, il suo servizio; rilevante in tal senso l’esordio programmatico (v. 1-9): A la mia fe, Amors, gran peccat avetz de me, car no·m voletz dar un be entre totas mas dolors; cent vetz ai cor que·m recreya e mil que ia no farai, e quar bos afortimens val e deu valer e vens, ia no·m dezafortirai 16 GrRiq, pur essendo sul punto di abbandonare il canto - tale è il discredito caduto su Alfonso X (cobla I) -, non lo fa, ma consiglia al Re di agire con maggiore assennatezza (cobla V) e si ripromette di non lodarlo più «si su mérito cae en error» (Riquer 1975: III, 1623); rilevante in tal senso l’altrettanto programmatica tornada (v. 46-50): Fabio Barberini 90 17 Cf. anche Riquer 1975: II, 671. Un’eco di tale fama si può leggere, nelle prime decadi del s. XIII, in So fo el temps di Raimon Vidal de Besalú, un trovatore catalano di almeno un generazione più vecchio di GrRiq. Una dama, indispettita dalla poca pazienza del suo corteggiatore, lo richiama a più miti consigli additandogli come esempio di perseveranza proprio GrdoRos: «Non auzis Giradon lo Ros, | - ela·l dis - ni faretz so·m par, | que·n dis als amics conortar, | al comiat que·l donet s’amia: | ‹Vostre serai, si ia nonca·us plazia, | e vostre soi, c’amors m’a ensenhat | que non creza brau respos ni comiat, | que si o fes, mortz fora recrezens›. | Aisi pren ioys amicx sufrens | e ferms, que per nien no·s planh» (ed. Field 1991: v. 588-97). La canzone citata è GrdoRos, Era sabrai s’a ges de cortesia (v. 41-44). 18 Cf. Senh’En Jorda, si·us manda Livernos; faccio riferimento all’edizione Betti 1998: 103. Per la datazione cf. Anglade 1909: 88 e 95-96 e I. de Riquer 1983. 19 Secondo Levy 1882: 285 si allude alla canzone Amors mi destreing e·m greja (BdT 240,3). Jamais no m’esforsarai del rey castellan lauzar, ni d’autre, si en error ven sos pretz, qu’a deshonor me pogues ab dan tornar. Da un lato la canso sarà monito per la dama; dall’altro il vers sarà ammonimento per il re. La corrispondenza etimologica tra dezafortir (GrdoRos) e esforzar (GrRiq) - come del resto anche la struttura della frase: «ia no·m»/ «jamais no·m» - potrebbe quindi non essere poligenetica e rivelare anzi implicazioni più sottili. Nel corso del s. XIII, GrdoRos aveva guadagnato la «réputation d’amant fidèle, voire tenace»; «comme Jaufré Rudel fut le poète de l’amour de loin, Guiraudon lo Roux fut apparemment celui de l’amour inébranlable» (Rosenstein 1988: 197) 17 . Una testimonianza di tale reputazione si rinviene, proprio nel corpus di GrRiq, nel tornejamen che intorno al 1264 il trovatore propone a Jordan IV (signore dell’Isle-Jourdain), a Raimon Izarn (signore di Launac) e a Paulet de Marselha 18 . La questione è: se richiesti contemporaneamente di recarsi in due posti diversi - i primi due interlocutori da due donne; il terzo da due sovrani (Alfonso X e Manfredi di Svevia) - dove andrebbero? Raimon Izarn risponde (v. 19-22): Guiraut Riquier, anc Guiraudet lo Ros no fon destretz per sidons en tal guia coma yeu soy per la genser c’anc fos, e res no sap, si non s’o conoisia ... 19 L’esempio di GrdoRos non è citato direttamente da GrRiq, ma il trovatore lo approva nel jutjamen finale (v. 37-39): Senh’En Jordan, pres avetz a ma guia, pero Raimon Yzarn ditz ab estros aquo que ditz ... GrRiq doveva quindi avere una certa dimestichezza con il tema dominante nei componimenti di GrdoRos (vale a dire: la perseveranza e l’incrollabile fedeltà del Un’imitazione metrica nel Libre di Guiraut Riquier? 91 20 Al contesto storico di questo vers, non sufficientemente chiarito dalla bibliografia disponibile (in particolare Milà y Fontanals 1861: 24; Anglade 1909: 157; Riquer 1975: 1621 e Longobardi 1982-1983: 79) ho dedicato un contributo di prossima pubblicazione nella Revista de Literatura Medieval. 21 Critica che GrRiq aveva già espressamente formulato in Grans afans es ad home vergonhos (sesto vers, composto nel 1274) - cf. v. 43-49: «Reys sobronratz de Castella n’Anfos, | no·m pot esser totz l’autre mons guirens | de greu afan, si doncx vos, on bos sens | es ab totz bes, no·m voletz far joyos. | Quar mon temps perc vergonhos ez aunitz, | non conogutz, sal per vos, on guanditz | es mos espers, apres Dieu, de guyrensa» - e che tornerà a formulare in Yverns no·m te de chantar embargat (undecimo vers, composto nel 1277) - cf. v. 46-50 «No suy acordans, | bos reys, qu’ieu mos chans | lans | vas lunh autre rey; pagatz | ni fuy, quinz ans a passatz» -; per le indicazioni cronologiche problematiche di questo vers cf. Longobardi 1982-1983 (nota v. 50). 22 Il Libre di GrRiq è conservato in due copie (ambedue incomplete) nei canzonieri C (che tralascia le melodie e i componimenti epistolari e didattici) e R (fonte preziosissima per le melodie e per i componimenti non lirici). Nel settore che qui interessa la corrispondenza dei due canzonieri non presenta alcuna discrepanza. Per la successione dei testi faccio riferimento all’edizione delle rubriche allestita da Bertolucci Pizzorusso 1989a: 90-106 (a questo contributo rinvio anche per la bibliografia pregressa sul Libre). Ad un’edizione complessiva del canzoniere riquieriano attende da tempo un’equipe di studiosi coordinata da V. Bertolucci Pizzorusso; il progetto è stato annunciato in Bertolucci Pizzorusso 1994 e i primi risultati di questo lavoro sono stati presentati dalla studiosa al recente Colloquio internazionale Lecturae tropatorum (Messina, 28-30 aprile 2015): «Per una nuova edizione del libre di Guiraut Riquier. Con una nota sulle etimologie riquieriane». 23 Della serie fa sicuramente parte anche Ples de tristor, marritz e doloiros (che «es vers planh», secondo la rubrica di R), composto nel dicembre nel 1270 per la morte di Almarico IV di Narbona; ometto però il componimento in quanto non pertinente ai rilievi relativi alla serie alfonsina. trovatore) e si potrebbe ipotizzare, di conseguenza, che proprio questa tematica, insieme alla rarità dello schema rimico e dell’artificio della retrogradatio, potrebbe aver orientato la scelta di A la mia fe come modello metrico. In effetti, nel settembre del 1276 (questa la data del vers secondo la rubrica del Libre), GrRiq si trovò a vivere - nella realtà e come poeta di corte - grosso modo lo stesso dilemma che, nella finzione del tornejamen e in ambito amoroso, aveva proposto più di dieci anni prima ai suoi interlocutori: nella difficile situazione in cui si trovava Alfonso X 20 (situazione che pregiudicava anche la posizione del trovatore, poco o punto ricompensato per i suoi servigi 21 ) bisognava abbandonare il Re o rimanere al suo fianco? Pertanto, l’imitazione metrica di A la mia fe poteva servire anche a ribadire, implicitamente e in forma allusiva, la propria fedeltà nei confronti di Alfonso X. Gli elementi passati in rassegna non permettono ovviamente di affermare con sicurezza che Qui·m disses imiti A la mia fe; tuttavia la somma delle coincidenze è tale da non escludere, almeno come ipotesi, una possibile relazione tra i due componimenti. Non resta allora che verificare che significato potrebbe avere tale imitazione nella complessa architettura ideologica del Libre di GrRiq. È stato da tempo rilevato che il Libre racconta due storie intrecciate: da un lato la relazione di GrRiq con la dama Belh Deport (post mortem: Flors de Deport, la Vergine Maria), dall’altro il rapporto del trovatore con Alfonso X (Bertolucci Pizzorusso 1989b: 131-32). Nei nove vers sicuramente composti presso la corte alfonsina 22 , il Rei Sabio è menzionato in otto componimenti 23 : Fabio Barberini 92 24 Cf. V, v. 39-41: «Dieu prec del rey de Castella n’Anfos | que a son cors don honramens e pros | lonc temps, ab grat ez esperital vida» e VII, v. 54-58: «Senher, del honrat rey car | n’Anfos vos prec qu’enansar | li·n vulhatz son bon voler». III 248,67 Quar dreytz ni fes 1270 V 248,44 Humils, forfaitz, repres e penedens 1273 VI 248,33 Grans afans es ad home vergonhos 1274 VII 248,46 Jhesus Cristz, filh de Dieu viu 1275 VIII 248,48 Karitatz ez amors e fes 1276, gennaio IX 248,87 Cristias vey perilhar 1276, 21 febbraio X 248,68 Qui·m disses, non a dos ans 1276, settembre XI 248,89 Yverns no·m te de chantar embargat 1277 In essi, il rispetto di GrRiq per Alfonso X non si esprime in forme di cieca condiscendenza e la lode non è quasi mai separata da critiche. In alcuni casi, il rimprovero è personale, come in VI e XI, nelle cui tornadas il trovatore richiama il Re ai suoi doveri di mecenate (cf. nota 21); in altri invece la critica è di portata più generale e coinvolge gli atti di governo del Re. Se si escludono V e VII (in forma di preghiera: il primo alla Vergine, il secondo a Gesù Cristo), nei quali Alfonso X è nominato nelle tornadas, senza connotazioni particolari, tra i destinatari delle grazie richieste 24 ; gli altri vers ammoniscono il Re ad agire o con risolutezza, come nell’ultima cobla di III (una chiara allusione al fecho del Imperio): Reys ben apres n’Anfos castellas, natz fos per socors far al mon d’onramens, quar tot l’onratz e·l pus vo·n es sotzmes decoralmens, don aug mantas clamors quar no·l vizitatz. Que dic? Esvarratz suy en vos lauzar, quar guitz no·m n’es sabers ni arditz. o secondo giustizia, come nelle tornadas di III: Bos reys, gent servatz pretz e Dieu amatz, e·l comensamens grazitz vostres sia gent complitz VIII: Reys n’Anfos, Dieus per sa vertut, vos cresca poder e talan del pretz que avetz mantengut luy serven, enemicx sobran Un’imitazione metrica nel Libre di Guiraut Riquier? 93 25 Lo schema di V e VI è lo stesso (rispettivamente, 571: 2 e 571: 3) e non è particolarmente diffuso (14 attestazioni in Frank 1953-57), rara è la realizzazione in coblas di décasyllabes tutti maschili + 1 décasyllabe femminile in conclusione di cobla: oltre a GrRiq (che se ne serve anche in Tan m’es l’onratz verais ressos plazens), l’unico altro esempio si rinviene in Cadenet, Ab lejal cor IX: Bos reys castellas n’Anfos ab dreg faitz tot quant fassatz ez auretz pro companhos. Letti in sequenza - nell’ordine in cui GrRiq li ha composti e disposti nel Libre -, i vers anteriori a Qui·m disses (III - IX) disegnano una parabola discendente, nella quale la lode alfonsina passa dalle articolate proposizioni di III (ultima cobla + tornada) al rimbrotto secco di IX, nella cui tornada l’elogio del «rey castellas n’Anfos» è condensato nell’aggettivo «bos», mentre il resto (due versi interi) è occupato dall’ammonimento rivolto al Re. Inoltre, in questi componimenti i consigli dati ad Alfonso X sono sempre collocati - unica parziale eccezione è il vers III - in quelle zone del testo (le tornadas) delegate, a norma retorica, ad accogliere dediche e invii; sono insomma gregari d’un discorso morale che, da una prospettiva ecumenica e non contingente, affronta questioni di diversa natura: la decadenza del mondo (III) e delle corti (VI), la salvezza dell’anima (V e VII), la missione crociata (VIII e IX). La relazione tra il testo e la sua conclusione è evidente, ma il discorso svolto nelle coblas è perfettamente autonomo e funzionerebbe anche senza le tornadas. Qui·m disses si distingue dai vers III - IX proprio perché GrRiq vi assume una prospettiva non ecumenica, ma contingente: nei componimenti precedenti il trovatore aveva compaginato il discorso rivolto ad Alfonso X con riflessioni più ampie e - sebbene con difficoltà crescente - la lode del Re con la critica. In questo vers, invece, GrRiq si rivolge esclusivamente ad Alfonso X, per rimproverarlo, dal primo all’ultimo verso del componimento: la sua è una ferma presa di posizione sugli eventi di quel difficile settembre del 1276 e il fine che si propone è di consigliare il Re sulla corretta condotta da seguire (cf. cobla V). La differenza, pertanto, non è né di tono, né di linguaggio, ma solo di prospettiva. Qui·m disses è, tra tutti i componimenti del Libre, quello che più si avvicina alla tipologia del sirventese personale, e se da un lato GrRiq ha ripudiato sia il sirventese, sia gli aspetti tematici e formali che si accompagnano al sirventese - «al negativo maldir si sostituisce una critica perbenistica, ritenuta costruttiva, il repenre» (Bertolucci Pizzorusso 1989a: 115) e il contrafactum non è titolo idoneo al conseguimento dell’abilitazione di Doctor de trobar -, dall’altro egli doveva essere ben cosciente del fatto che il messaggio che voleva inviare ad Alfonso X, nel settembre del 1276, era formulato in maniera diversa rispetto ai messaggi precedenti. L’imitazione metrica di GrdoRos quindi (e ripeto: non il contrafactum) potrebbe essere importante proprio entro queste coordinate: GrRiq se ne servirebbe per dare risalto alla fondamentale differenza di Qui·m disses rispetto ai vers che lo precedono e lo seguono - tutti a schema rigorosamente raro (V -VII e XI) 25 o Fabio Barberini 94 et ab humil talan, ma non è possibile stabilire relazioni imitative tra questo componimento e i tre di GrRiq. Lo schema di VII (747: 7) è raro (otto attestazioni in Frank 1953-57), ma la realizzazione in coblas di soli heptasyllabes maschili non conosce altri impieghi. Lo schema di XI, infine, è molto raro (due sole attestazioni in Frank 1953-57). 26 Corre l’obbligo di segnalare che il caso studiato in questo contributo potrebbe non essere isolato all’interno del Libre riquieriano. Bisognerebbe, infatti, dedicare maggiore attenzione alle formule 645 e 187 del Répertoire: la prima è impiegata da GrRiq in tre componimenti, Be·m volgra d’amor partir (del 1267; 645: 7); Gauch ai, quar esper d’amor (del dicembre del 1285; 645: 8, solo nelle strofe dispari) e Res no·m val mos trobars (del gennaio del 1287; 645: 9, solo nelle strofe dispari); la seconda è impiegata nelle strofe pari di Gauch ai (178: 2) e Res no·m val (178: 3); questi ultimi due testi condividono lo stesso schema metrico, la stessa variazione di schema e il comune impiego della retrogradatio della canzone mariana di Folquet de Lunel, Si quon la fuelha el ramelh, indatabile con precisione sulla base di elementi interni (645: 7 + 187: 1). Considerando da un lato che GrRiq e Folquet de Lunel sono trovatori più o meno contemporanei (per un periodo sono stati anche ospiti, contemporaneamente, alla corte di Rodez) e dall’altro che la cronologia di Folquet de Lunel è piuttosto nebulosa, non mi sembra si possa dare per scontato che l’imitatore sia il trovatore narbonese, anzi l’ipotesi più plausibile sembrerebbe proprio quella opposta. Mi limito, pertanto, a segnalare il problema, che affronterò in un contributo di prossima pubblicazione. 27 In tal senso, l’imitazione metrica si accorda a quel continuo trasferimento del tema di «rapporti tormentati» dall’uno (la dama) all’altro signore (Alfonso X) che è elemento tipico di GrRiq, il quale si compromette, proprio in Qui·m disses, in critiche esplicite di tipo politico. Su questa particolare attitudine del trovatore narbonese si veda ora il recente intervento di Bertolucci Pizzorusso 2015. unico (III e VIII - IX) - e se ne servirebbe, soprattutto, per ribadire la propria assoluta maestria di Doctor de trobar, componendo un vers quasi tangente al sirventese, senza (s)cadere però nella maldicenza che caratterizza questo genere e senza abbassarsi al riciclo di melodie altrui. Anzi, la dichiarazione più evidente d’originalità starebbe proprio nella scelta d’uno schema rarissimo (dotato d’un artificio metrico, la retrogradatio, che gli era particolarmente caro), variato in maniera quasi impercettibile (appena una sillaba in più al quinto verso d’ogni cobla) e rivestito d’una melodia assolutamente nuova 26 . Inoltre, la scelta di A la mia fe rinviava a un trovatore (GrdoRos) assunto nel tempo a ipostasi di fedeltà e di perseveranza; e fedeltà e perseveranza è quanto, in contesto diverso, GrRiq continua a dimostrare, ancora nel settembre del 1276 e nonostante tutto, nei confronti di Alfonso X 27 . L’Aquila/ Messina Fabio Barberini Un’imitazione metrica nel Libre di Guiraut Riquier? 95 Appendice 1) GrdoRos, A la mia fe Amors (ed. Finoli 1974: 1062-64) I A la mia fe, Amors, gran peccat avetz de me, car no·m voletz dar un be 3 entre totas mas dolors; cent vetz ai cor que·m recreya e mil que ia no farai, 6 e quar bos afortimens val e deu valer e vens, ia no·m dezafortirai. 9 II Mas segon l’afan qu’ieu tray ieu m’ai de bos pensamens, e malgrat de malas gens 12 aus pensar so qu’a mi play; e pens que ma dompna deya per me oblidar ricors, 15 e Sens, cuy ieu ges no cre, mostra me que no·s cove e que·l pensars es folhors. 18 III Mas maltrazen creys honors, qu’om estiers pretz non rete e pueys apres aysest ve 21 qu’enaissi·s noyris valors; e qui alques non desreya ia no fara belh essay, 24 qu’en totz faitz val ardimens, mas l’arditz sia temens lai on temers valra may. 27 IV De plan ardimen morrai ho m’aucira espavens, si Merces no m’es guirens, 30 doncx ab cal escaparai? No sai, mas merce hi veya, que sens ni gienhs ni vigors 33 no·m val ni m’enansa re, si·l blanc cors delgat e le no vens franquez’e doussors. 36 V Mi es lo maltraitz sabors, mas ma dona, en dreit se, se capte mal vas Merce, 39 quar no·m fai qualque secors: sobreiramen senhoreya, quar sap q’ieu lo·l sofriray, 42 que quan m’agr’ops chauzimens Fabio Barberini 96 la fai orguelhs non calens veus tot quan de mal l’estay. 45 VI Ben fort aventura ay, qu’om mais non l’es desplazens, ni es belhs aculhimens 48 mas quan d’aquels qu’elha fay a quascun que la corteya segon les corteiadors, 51 mas me non enten ni ve, ni ieu, cum qu’elha·m malme, no·m virarai ia alhors. 54 VII Belhs Alixandres, l’enveya que neguna res vos fai es adreitz pretz covinens 57 don vostre cors es manens, et a totz iorns me creys may. 2) GrRiq, Qui·m disses, non a dos ans (ed. Longobardi 1982-83: 75) I Qui·m disses, non a dos ans, que·l laus me fos desgrazitz del rey n’Anfos, de pretz guitz, 3 mot me fora greus afans; qu’er es tant vil tengutz sa e blasmatz, que sol parlar 6 non aus de luy ad honor, don ai al cor tal dolor, qu’ab pauc chant non desampar. 9 II A moutz homes l’aug blasmar que li foran valedor, si guerra l’agues sabor 12 tant quon a cor de donar. Mas ieu, las, suy en esmay, qu’om me sol lauzar mos chans 15 per elh que m’es abelhitz tant, qu’ieu serai sebelhitz, ans que dreg alhors los lans. 18 III Mala veyra sos efans, si·l pus de la gent ver ditz que vius n’er despostaditz! 21 E Dieus don me mort enans, quar ja gran joy non aurai tro per ver auia comtar 24 que·l sieu enemic maior aian ab luy tal amor, que d’elhs no·l calha gardar. 27 Un’imitazione metrica nel Libre di Guiraut Riquier? 97 IV Ab dreg a volgut renhar ez ab pretz ez ab valor, creyssen de terr’ab lauzor 30 le reys n’Anfos, que Dieus gar; ez aras deu mielhs e may voler dreg e patz dos tans, 33 sol que non si’escarnitz, per que de Dieu si’aizitz, e sos pretz no·s desenans. 36 V Mos ditz sera pro bastans, sol que per luy si’auzitz; qu’ieu parli tot esferzitz 39 e si m’enten non l’er dans. Pero aitant li diray que reys deu amicx amar, 42 mas de l’als dir ai temor: elh chauzisca son melhor, per son dreg dever a far. 45 VI Jamais no m’esforsarai del rey castellan lauzar, ni d’autre, si en error 50 ven sos pretz, qu’a deshonor me pogues ab dan tornar. VII No suy astrucx de senhor 54 que·m vuelha de cor amar. Bibliografia Anglade, J. 1909: Le troubadour Guiraut Riquier. Étude sur la décadence de l’ancienne poésie provençale, Bordeaux/ Paris Anglès, H. 1926: «Les melodies del trobador Guiraut Riquier», Estudis universitaris catalans 11: 1-79 Asperti, S. 2006: «Generi poetici di Cerveri de Girona», in: V. Beltrán et al. (ed.), Trobadors a la Península Ibèrica. Homenatge al dr. Martí de Riquer, Barcelona: 29-71 Aubrey, E. 1996: The Music of the Troubadours, Bloomington Barberini, F. 2014: «Trametrai mon sirventes». Paradigmi epistolari del sirventese trobadorico, Tesi di Dottorato, L’Aquila/ Messina Beltrami, P. G. 2007: «Bertran de Born fuori da Altaforte. 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